Interazioni tra uomo, gruppo e beni comuniMara Passuello
Variabili di contesto politico, di processi psico-sociali, di fattori antropologici e
di risonanza incarnata sembrano regolare il rapporto tra individui, gruppi e
patrimoni ambientali, producendo un continuo processo di traduzione.
Interazioni tra uomo, gruppo e beni comuniMara Passuello
Variabili di contesto politico, di processi psico-sociali, di fattori antropologici e
di risonanza incarnata sembrano regolare il rapporto tra individui, gruppi e
patrimoni ambientali, producendo un continuo processo di traduzione.
Prioritet.by — cервис защиты авторских прав до и после их нарушений.
Документально подтверждает временной приоритет публикации и факт нарушения авторских прав в интернете.
Introduzione del Presidente UNI Piero Torretta al seminario "Progettare, realizzare e comunicare eventi sostenibili secondo la norma UNI ISO 20121", Milano 31 marzo 2014
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Introduzione del Presidente UNI Piero Torretta al seminario "Progettare, realizzare e comunicare eventi sostenibili secondo la norma UNI ISO 20121", Milano 31 marzo 2014
La pandemia di Covid -19 ha portato alla fusione di resilienza e cindinica. Un connubio indispensabile per fronteggiare la crescente complessità e vulnerabilità dell'odierna società.
R. Villano - Società globale dell'informazione: problematiche e azioni poli...Raimondo Villano
Abs. da: 6. R. Villano “Verso la società globale dell’informazione”, con un imponente apparato di oltre 600 documenti e fonti bibliografiche/audiovisive (patrocinio RC Pompei, Presentazione di Antonio Carosella, Ed. Eidos, pag. 194; Torre Annunziata, maggio 1996);
Traccia del discorso del presidente UNI Piero Torretta al convegno "Protezione civile: sinergie tra normazione volontaria e nuovo Codice" del 9 maggio 2019
“L’ITALIA AL FUTURO. Città e paesaggi, economie e società” di Arturo Lanzani e Gabriele Pasqui, Franco Angeli, 2011. Presentazione di Maria Carla Baroni
http://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?id=18963
Il cambiamento? Deriva dal bisogno di futuroSara Andreoli
"C'è una povertà crescente che ci impone di ripensare il capitalismo ibridandone i paradigmi con la sostenibilità sociale ed ambientale..." articolo pubblicato su l'ultimo numero del MAG di LC
Raimondo Villano - Impatto spaziale e problemi urbanistici delle nuove TLCRaimondo Villano
Cap. VIII dal Libro di Raimondo Villano “Verso la società globale dell'informazione” (patrocinio RC Pompei, Presentazione di Antonio Carosella, Ed. Eidos, pp. 194; Torre Annunziata, maggio 1996)
MARKETING TERRITORIALE -TRAIETTORIE MODERNE :UN MODELLO DI ANALISI E PROGETTA...Gabriele Micozzi
UN MODELLO DI ANALISI E PROGETTAZIONE TERRITORIALE DA ME IDEATO E COORDINATO.
( IL MODELLO APPLICATO ALLA PROVINCIA DI ANCONA)
www.gabrielemicozzi.it
http://officinamarketing.blogspot.com/
Verso una nuova shared saving spending-12 maggio 2014Epistema
Ho sempre avuto un grande dubbio da quando si parla in Italia di spending review. Prevalentemente, a partire dall’etimologia anglosassone, “review” significa infatti “revisione”.
,Si applicano i processi partecipativi all'orientamento e al learn ing long-life e alle politiche del lavoro. Il tema viene incrociato coi nuovi modelli di welfare di community, le biopolitiche e le vite-lavori alla Gorz.
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VEGA Visionary Hub con l’Incubatore certificato di start up e pmi innovative e i Cluster degli Enti e delle aziende insediate Arte Cultura & Manifattura, Sanità &Biotech, Turismo Sostenibile è una fucina di idee e di creatività, di know-how, di competenze e di eccellenze per favorire la spinta all’innovazione tecnologica delle imprese e del territorio. E’ a disposizione delle Istituzioni per proposte di elaborazione e sviluppo di progetti di innovazione e di crescita sostenibile.
Lo scorso 1 Dicembre si è svolto presso VEGA un dibattito nel contesto della presentazione del libro “Industriamo l’Italia! Viaggio nell’economia reale che cambia” (Magenes Editoriale, Milano), del Direttore di Industria Italiana, Filippo Astone.
Scrive il Giornalista Marco de Francesco: "Manca una politica industriale e c’è bisogno di leadership. Il piano di Calenda è l’inizio atteso, ma bisogna definire gli ambiti dove concentrare le risorse. Il dibattito alla presentazione del libro “Industriamo l’ Italia”.
Le univestità di Venezia e Padova insieme allo Iuav avviano nel polo scientifico un nuovo progetto di relazione tra imprese e ricercatori. Bugliesi: «Un centro d’eccellenza per tutto il Veneto»
Il piano che il Governo sta mettendo a punto su Industria 4.0, i cui contenuti - che verranno ufficializzati nella seconda metà di settembre - sono stati presentati anche recentemente a Cernobbio dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, poggia su driver di sviluppo specifici. Non solo gli sgravi fiscali per gli investimenti e il sostegno alle imprese - la revisione degli incentivi fiscali, o la proroga del superammortamento al 140% sui beni strumentali acquistati dalle aziende -, ma anche il sostegno alla ricerca attraverso il coinvolgimento delle università.
Il Bilancio Culturale di VEGA Parco Scientifico Tecnologico di Venezia, raccoglie i progetti, gli eventi e le pubblicazioni realizzati e promossi da VEGA nell’ultimo biennio 2014-2015 integrato con alcuni eventi rilevanti che si sono sviluppati nel corso del 2016.
Il documento, organizzato per aree tematiche, si pone l’obiettivo di evidenziare il ruolo attivo del Parco Scientifico anche nel processo di sviluppo culturale e sociale nel contesto di Porto Marghera.
Nel Paese, tra le Istituzioni e le imprese c’è ormai la convinzione che sia indispensabile creare un ecosistema per l’innovazione, un ambiente nel quale si generino le condizioni per la crescita delle imprese e dei territori.
Recentemente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato che: “Bisogna innovare per crescere, per competere (..). Tornare alla crescita richiede uno sforzo in termini di innovazione e investimenti, terreno dove l’Italia si colloca ancora al di sotto di altri Paesi industrializzati, per adeguarsi alle nuove tecnologie, valorizzare la capacità delle persone, sostenere la competizione”.
Porto Marghera è una delle più grandi aree portuali-industriali europee con i suoi 1447 ettari di aree portuali e industriali oltre a 662 ettari di canali, strade e ferrovie servite da 12 chilometri di banchine raggiungibili da navi con pescaggi fino a 11,5 metri tutte dotate di raccordi stradali e di 135 chiloemtri di raccordi ferroviari.
Un’area industriale che è passata dai circa 35 mila occupati degli anni Settanta del secolo scorso nei settori dell’industria di base, della chimica e della metallurgia agli attuali 13.500 addetti, di cui oltre il 50% è occupato nel terziario e nella logistica. In particolare, nell’ambito dell’area industriale di Portomarghera oggi si possono contare 4.220 addetti nelle attività portuali oltre ai 4.200 addetti in attività industriali collegate alla portualità (dati dell’Autorità portuale di Venezia).
Il presidente Ferrara rilancia: "Questo luogo deve diventare un'eccellenza legata all'Università. Bando per vendere gli edifici Lybra e Auriga e ripianare il deficit".
26.04.2016 - Il Gazzettino di Venezia - AL VEGA le nuove idee dei ragazzi imp...
Visita del Patriarca al VEGA - 1 Aprile 2014
1. 1
Visita e incontro al Parco Scientifico Tecnologico di Venezia
(Porto Marghera, 1 aprile 2014)
Intervento del Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia
Carissimi,
ringrazio per l’accoglienza e l’opportunità che oggi mi è data per conoscere meglio la realtà
del Parco Scientifico Tecnologico di Venezia.
In questo contesto - reso così originale per il territorio su cui sorge e per il numero di
persone ed imprese che quotidianamente lo frequentano e animano - risuonano concetti e parole
come “ricerca”, “sviluppo”, “innovazione”, “tecnologia”, “lavoro”, “sostenibilità” (economico-
finanziaria e ambientale), “riqualificazione” (urbana e industriale).
Ma, come è inevitabile in questi tempi così difficili, risuonano pure espressioni che
appartengono al vocabolario delle situazioni di crisi o di trasformazione e che raccontano di progetti
e obiettivi (presenti e futuri) e della necessità di riuscire ad essere “competitivi” ed efficaci,
cercando sempre di far “tornare i conti” senza, però, spegnere orizzonti più ampi.
E allora, qui, ritengo opportuno sottolineare che tutto questo ha senso e fine se c’è, al di
sopra di tutto, un progetto ampio, un principio ispiratore: l’uomo, la persona.
Il vero elemento unificante che caratterizza nel profondo anche una realtà particolarissima
come il Parco Scientifico Tecnologico di Venezia - con le sue molteplici attività e strutture - è
l’uomo, è la persona, soggetto in relazione. La sua relazionalità, poi, si volge verso una triplice
realtà o dimensione: se stessi, gli altri, Dio.
L’uomo-persona - mi preme ribadirlo - “è un io sostanziale in relazione; concretamente è
un io in rapporto con altri singoli io ma, anche, un io in rapporto col noi-comunitario della
collettività e con l’Io per eccellenza (Dio). Solamente vivendo la dimensione sociale dell’esistenza
e ponendosi a servizio della collettività, la persona si esprime in quanto tale e raggiunge così il suo
compimento. In maniera complementare, la comunità è veramente tale e raggiunge il suo fine
quando s’impegna a dare ai membri che la costituiscono spazi personali di realizzazione”
(Francesco Moraglia, Una fede amica dell’uomo, Ed. Cantagalli 2013, pag. 103).
In questi giorni, in occasione delle ormai prossime ricorrenze che lo riguardano, ho ripreso
alcuni testi della visita pastorale che Papa Wojtyla, che presto acclameremo “santo”, aveva
compiuto proprio qui a Venezia, a Mestre e a Porto Marghera nel giugno 1985.
Arrivando in piazza S. Marco e accennando alla multiforme varietà e difformità del territorio
veneziano - evidenziato anche dalla posizione particolare di questo Parco, reale “cerniera” tra la
città d’acqua e quella di terraferma -, Giovanni Paolo II notava di avere innanzi i diversi “volti
della nostra civiltà” e osservava: “Come farli incontrare? Sembrano così diversi da essere perfino
alternativi. Eppure la convergenza esiste e si situa nell'uomo, nella persona, nella sua libertà, nel
suo diritto. È l'uomo il bene più prezioso, che va custodito, difeso e promosso. Sta qui la continuità
di ogni vera civiltà: essere capace di rendere l'uomo protagonista consapevole della propria vita”
(Giovanni Paolo II, Discorso alle autorità veneziane in Piazzetta S. Marco, 16 giugno 1985).
2. 2
A quel tempo, certo, il Vega non esisteva ancora ma ritengo che Papa Wojtyla oggi non
direbbe cose tanto differenti, affacciandosi dalle balconate di queste strutture e
allargando/approfondendo lo sguardo sull’orizzonte umano e post-industriale di questo Parco, dei
cantieri aperti e dell’ambiente circostante.
Poi, il giorno seguente, proprio da Porto Marghera rivolgeva a tutti queste parole:
“Questioni serie sorgono dalla situazione di "crisi". Esse devono essere lette non solo in chiave
economica, politica e tecnica, ma anche e soprattutto in chiave etica. Ogni crisi, infatti, obbliga a
rivedere e verificare la mentalità e la vita in vari loro aspetti… Vorrei dire a tutti - riprendeva
Giovanni Paolo II - che la realtà di Porto Marghera è un patrimonio di esperienza lavorativa,
imprenditoriale e sindacale, di professionalità e di ricerca tecnologica che va conservato,
incrementato e messo a frutto a favore dello sviluppo del territorio. Ma il rilancio, o avrà una sua
anima etica o non sarà autentico sviluppo” (Giovanni Paolo II, Discorso ai lavoratori, agli
imprenditori e ai dirigenti del complesso industriale di Porto Marghera, 17 giugno 1985).
Sembrano davvero parole scritte e dette per oggi!
Rinnovo quest’invito e desidero, se possibile, “rafforzarlo” con un pensiero recente di Papa
Francesco che, nell’esortazione Evangelii gaudium, così s’esprime: “All’etica si guarda di solito
con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo umana, perché
relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la
manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende
una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se
assolutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabile, persino pericoloso, in quanto chiama
l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù.
L’etica - un’etica non ideologizzata - consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più
umano” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 57).
Non dimentichiamo, poi, che l’istanza etica ha sì molte dimensioni ed implicazioni -
compresa la “sostenibilità” (economica e ambientale) che è tema delicato e sensibile - ma si fonda
costantemente sulla centralità della persona nel suo legame imprescindibile del bene comune, ossia
di tutte le persone, di tutta la persona e dell’intera comunità.
Sono essenziali la competenza e la preparazione specifica degli amministratori, la capacità
progettuale e, non ultima, la responsabilità etica. Si tratta di considerare se non poche difficoltà del
nostro oggi siano legate ad errori, poca lungimiranza e, forse in taluni casi, anche a incompetenze di
ieri; la situazione di crisi globale finanziaria, economica e politica - certamente più grande dei
singoli soggetti e territori - ha pure le sue paternità.
Poco più di un anno fa a Rovigo, incontrando gli amministratori del Polesine e trattando il
tema “Quale collaborazione stabilire tra i responsabili del mondo del lavoro per superare l’attuale
crisi economica?”, ebbi già modo di dire: “… un’attività profit o non profit che produce servizi
direttamente rispondenti a bisogni delle persone concrete (case di riposo, comunità alloggio, asili,
case di riabilitazione, ecc.), o beni e servizi per un cliente impersonale valutato secondo parametri
di profitto (beni destinati alla vendita e servizi generali, es.: trasporti, grande distribuzione) ,
devono mirare tutte e sempre ad un equilibrio economico e finanziario e, quindi, essere in grado di
conseguire una situazione in cui i ricavi o, comunque, le entrate siano in grado di produrre un
risultato positivo di gestione o di compensare le spese o, almeno, ancora di attestarsi su deficit
accettabili che non mettano in questione gli equilibri strutturali. Solo in questo modo un’attività
profit o non-profit genera sicurezza sociale… ” (Francesco Moraglia, Incontro con politici e
amministratori del Polesine sul tema “Quale collaborazione stabilire tra i responsabili del mondo
del lavoro per superare l’attuale crisi economica?”, Rovigo - 21 gennaio 2013).
3. 3
E comunque - alla luce di tali elementi e anche altri, per non cadere in facili semplificazioni
- l’uomo va sempre oltre… il profitto, l’economia, la tecnica, la tecnologia, l’informatica, la
burocrazia, l’accesso al credito ecc. Si tratta dunque, ogni volta, di riaffermare quel “primato
dell’uomo rispetto alle cose” che lo stesso Giovanni Paolo II amava ripetere nell’enciclica
“Laborem exercens”, tuttora attualissima.
Secondo tale logica scrivevo in un breve testo consegnato alla Diocesi di Venezia lo scorso
anno ed intitolato Una fede amica dell’uomo: “Se la persona è il vero primum, conseguentemente
ogni altra realtà deve misurarsi con lei e partire da lei. La persona diventa, così, realmente, il vero
fine… Il progresso a livello culturale, sociale, politico, legislativo ed economico può essere
considerato veramente tale se rispetta e realmente valorizza la persona in quanto tale, a
prescindere da quello che la persona è in grado di fare, produrre o consumare... A partire dalla
centralità della persona, le scelte sia dei singoli sia della società sono degne e rispettose dell’uomo
solo se la persona vi è realmente interpellata e coinvolta e se partecipa a tali cambiamenti”
(Francesco Moraglia, Una fede amica dell’uomo, Ed. Cantagalli 2013, pag. 119).
La crescita della totalità delle persone e la centralità del lavoro dell’uomo devono
rappresentare per tutti l’attenzione prioritaria e la decisa prospettiva antropologica attorno a cui
operare.
Con la Fondazione Studium Generale Marcianum - insieme ad enti ed istituzioni locali
anche qui presenti - abbiamo, nei giorni scorsi, ragionato anche su queste cose sottolineando non a
caso l’impegno di approfondire, nel prossimo triennio, i temi dell’innovazione e in particolare dello
“svantaggio” occupazionale di giovani e donne. Sarà sempre più importante - su tutto ciò - lavorare
insieme, fare rete e confrontarsi di continuo fra “attori” del territorio, anche per favorire e far
crescere nuove opportunità.
Mentre ringrazio per questo incontro al Vega, percepisco d’essere qui in un tempo cruciale,
decisivo e non privo di difficoltà; si tratta però di un momento che ci “raccorda” al futuro e vuole
tendere allo sviluppo di quest’area strategica per Venezia e il Veneto.
Esorto tutti - in particolare i responsabili del Parco Scientifico Tecnologico, le istituzioni
locali, le organizzazioni economiche e sociali, le realtà imprenditoriali e associative a vario titolo
coinvolte e tutti i lavoratori qui impegnati - a operare con quel virtuoso “mix” di creatività,
innovazione, saggezza, equilibrio, coraggio e responsabilità così necessario per poter intraprendere
le strade giuste per generare un autentico, pieno e totale sviluppo delle persone e insieme del bene
comune che è sempre al di là degli interessi della singola persona, valorizzando così l’uomo, il suo
lavoro e il suo “genio”.