Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione della presentazione è priva delle immagini di sfondo per una migliore leggibilità. Le slide sono corredate di note per un maggior approfondimento.
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione è la stessa presentata durante il seminario, con le immagini di "abbellimento"
L’8 Aprile è terminato il supporto a Windows XP e Office 2003. Microsoft non fornirà più supporto, aggiornamenti, migliorie del sistema operativo comunque ormai vecchio di 12 anni.
Non devi buttare il PC, basta passare al Software Libero!
In occasione del cessato supporto da parte della Microsoft al diffusissimo Sistema Operativo Windows XP, l'associazione Terni GNU/LUG ha deciso di organizzare un evento dedicato alla presentazione di una serie di Sistemi Operativi Liberi basati su GNU/Linux che costituiscono una valida alternativa, specie su computer datati spesso inadatti ai nuovi sistemi della casa di Redmond.
L’evento, che fa eco ad analoghe iniziative tenutesi sul territorio nazionale, vuole anche sensibilizzare la popolazione sui rischi connessi all’uso di un Sistema Operativo chiuso soggetto alla interruzione del supporto da parte della Software House che lo ha prodotto.
Come progettare campagne di Performance Marketing efficaci?Ninja Academy
Alessio Semoli e Alberto Mengora, docenti Ninja Academy, presentano il Corso Online in Performance Marketing, illustrando le tematiche generali e gli strumenti più attuali del Performance Marketing, della Web Analytics e della promozione sui Social Media, collegate alle best practice per ogni singola attività. Prossimi Corsi: http://www.ninjacademy.it/corsi/marketing/
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione è la stessa presentata durante il seminario, con le immagini di "abbellimento"
L’8 Aprile è terminato il supporto a Windows XP e Office 2003. Microsoft non fornirà più supporto, aggiornamenti, migliorie del sistema operativo comunque ormai vecchio di 12 anni.
Non devi buttare il PC, basta passare al Software Libero!
In occasione del cessato supporto da parte della Microsoft al diffusissimo Sistema Operativo Windows XP, l'associazione Terni GNU/LUG ha deciso di organizzare un evento dedicato alla presentazione di una serie di Sistemi Operativi Liberi basati su GNU/Linux che costituiscono una valida alternativa, specie su computer datati spesso inadatti ai nuovi sistemi della casa di Redmond.
L’evento, che fa eco ad analoghe iniziative tenutesi sul territorio nazionale, vuole anche sensibilizzare la popolazione sui rischi connessi all’uso di un Sistema Operativo chiuso soggetto alla interruzione del supporto da parte della Software House che lo ha prodotto.
Come progettare campagne di Performance Marketing efficaci?Ninja Academy
Alessio Semoli e Alberto Mengora, docenti Ninja Academy, presentano il Corso Online in Performance Marketing, illustrando le tematiche generali e gli strumenti più attuali del Performance Marketing, della Web Analytics e della promozione sui Social Media, collegate alle best practice per ogni singola attività. Prossimi Corsi: http://www.ninjacademy.it/corsi/marketing/
Ubuntu Touch (conosciuto anche come Ubuntu Phone) è un progetto Open Source sviluppato da Canonical e dalla Comunità Ubuntu che voleva portare un'alternativa libera al mercato di smartphone e tablet, dominato da sistemi proprietari.
Nonostante l'abbandono del progetto da parte di Canonical nel 2017, il progetto è più vivo che mai, con ambiziosi progetti di sviluppo e numerosi dispositivi supportati.
Ripercorreremo le tappe di questa avventura, mettendone in luce le peculiarità e le novità, e tracciando un possibile sviluppo futuro.
Questa è la prima lezione di un corso di informatica (promosso dall'associazione 'Il sorriso di Ranco' e tenuto da Luca Mastrobuono per conto del Comitato Genitori Ranco) che si tiene a Ranco presso la sala consiliare il giorno 5 Aprile 2013
Perché usare Linux? Queste slides provano a indicare i vantaggi che Linux ha rispetto ad altri sistemi. Pur non essendo perfetto, oggi Linux è una buona altrernativa a windows, Mac Os anche per i sistemi desktop.
Intervento al Linux Day 2010@Pisa, organizzato da parte del GULP. L'intervento ha l'obiettivo di presentare il sistema Ubuntu mostrandone gli aspetti principali
RiminiLUG. Mini Corso su Linux p1: Installazione & ConfigurazioneAlessandro Carichini
Prima parte del mini corso su Linux, con una breve introduzione, accenni alle distro più comuni, installazione di Linux Mint e post installazione con gestione dei pacchetti.
Presentazione del Software Libero e di Ubuntu al Linux Day 25 ottobre 2014Janhu Silvio Crispiatico
Presentazione del Software Libero e di Ubuntu al Linux Day 25 ottobre 2014 tenuta dal dott. Silvio Crispiatico alla Città della Luce.
Per maggiori informazioni www.lacittadellaluce.org - www.ecommunication.it
Cosa e' il software libero. Presentazione fatta al liceo galileo galilei di Trento all'interno di un ciclo di conferenza sul tema della legalita' nella tecnologia
NON ESISTONO COMPUTER VECCHI (Da xp a linux - Treviso 15/4/2014)Stefano Dall'Agata
Martedì 15 aprile 2014 alle ore 20.45 presso la sede della ACSE Treviso è stato organizzato un INCONTRO GRATUITO per capire come dare una nuova vita a quei computer che si pensava di buttare, utilizzando un sistema operativo (Xubuntu – che è liberamente scaricabile) e programmi gratuiti, affidabili e funzionali per ogni esigenza.
The document discusses the evolution of e-books and reading habits. It notes that e-books have advantages over printed books in terms of storage and portability but that screens are poor for reading. Current e-book readers like the Kindle and Nook represent the second generation but are still inferior to printed books for leisure reading. The document predicts that a third generation of hybrid e-book readers will provide added benefits like video, sound and interactive content, making them more comparable to printed books.
Le Comunità di pratica (CdP) sono sistemi emergenti all’interno dei quali si gestisce la conoscenza che deriva dalle pratiche di rete dei singoli componenti. Dall’antichità ai giorni nostri, organizzarsi in comunità costituisce un fenomeno sociale di interesse che rivela il bisogno di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo e di conseguente autorealizzazione.
Le Comunità di pratica sono “gruppi di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest’area mediante interazioni continue.” (Wenger E., McDermott, R., Snyder, W. M.; 2007).
C’è qualcosa nella pratica di ogni persona che la rende universale. La propria identità è legata all’interazione, alla competenza sociale. L’identità si costruisce facendo esperienza, la pratica non è qualcosa di stabile ma è qualcosa in continuo divenire.
Gli individui che appartengono a una Comunità di pratica non necessariamente lavorano insieme, ma sicuramente condividono interessi, bisogni, aspirazioni e idee che le fanno sentire unite e motivate nell’ambito di una stessa comunità. All’interno delle comunità, a poco a poco, la collaborazione e il dialogo, l’interazione e lo scambio reciproco di esperienza consentono di costruire una conoscenza condivisa e preziose relazioni personali.
Il punto di partenza è l’abilità di riconoscere gli altri come eventuali partner per dare forma a delle comunità. Le persone possono riconoscersi l’un l’altra in base alla propria esperienza e al fatto che c’è un interesse reciproco per l’esperienza dell’altro (“Io sono interessato alla tua esperienza”). Il focus delle comunità risiede nella pratica e nel saper riconoscere l’altro.
Le Comunità sono paragonabili a esseri viventi, dunque a ecologie. Nella fase di progettazione di una Comunità di pratica occorre considerare la complessità dell’organismo che si intende formare. Si inizia con la creazione di un elemento che cresca di vita propria. Ci sono esempi di comunità considerate marginali che nel processo di evoluzione diventano strategiche per l’organizzazione o il territorio di appartenenza. Le comunità di pratica, come gli organismi viventi, durante la fase di crescita mutano, come anche durante la fase di maturità.
La collaborazione, il dialogo, l’interazione e lo scambio di esperienze che avvengono all’interno di una Comunità di pratica consentono di costruire relazioni personali e di accumulare conoscenza in riferimento a settori specifici e strategici. Rendere la conoscenza accessibile e fruibile nelle organizzazioni complesse è una problematica sentita che ha portato a investimenti in tecnologie e sistemi informatici. Tuttavia, nulla è più accessibile, vivo e vibrante di una comunità che dibatte, discute, si confronta e sviluppa soluzioni in merito a tematiche rilevanti. La comunità stessa e i suoi membri sono uno strumento per conservare e sviluppare la conoscenza delle organizzazioni, oltre a consentire lo sviluppo di competenze nelle persone e a valorizzarne i talenti.
“La tendenza per il terzo millennio è l’affermarsi di nuove forme di socialità tenute insieme dalla condivisione di emozioni. All’orizzonte c’è un “ideale comunitario” ancora non del tutto definito ma di cui ci sono tracce nelle manifestazioni più recenti dell’immaginario collettivo” (Maffesoli, 2004).
Il Web, oltre a essere un fenomeno sociale che aggrega tribù eterogenee di cittadini appartenenti a contesti e a fasce d’età differenti, è anche una risorsa strategica per le Comunità di pratica che in questo humus traggono nutrimento per costruire apprendimenti di tipo informale.
Ubuntu Touch (conosciuto anche come Ubuntu Phone) è un progetto Open Source sviluppato da Canonical e dalla Comunità Ubuntu che voleva portare un'alternativa libera al mercato di smartphone e tablet, dominato da sistemi proprietari.
Nonostante l'abbandono del progetto da parte di Canonical nel 2017, il progetto è più vivo che mai, con ambiziosi progetti di sviluppo e numerosi dispositivi supportati.
Ripercorreremo le tappe di questa avventura, mettendone in luce le peculiarità e le novità, e tracciando un possibile sviluppo futuro.
Questa è la prima lezione di un corso di informatica (promosso dall'associazione 'Il sorriso di Ranco' e tenuto da Luca Mastrobuono per conto del Comitato Genitori Ranco) che si tiene a Ranco presso la sala consiliare il giorno 5 Aprile 2013
Perché usare Linux? Queste slides provano a indicare i vantaggi che Linux ha rispetto ad altri sistemi. Pur non essendo perfetto, oggi Linux è una buona altrernativa a windows, Mac Os anche per i sistemi desktop.
Intervento al Linux Day 2010@Pisa, organizzato da parte del GULP. L'intervento ha l'obiettivo di presentare il sistema Ubuntu mostrandone gli aspetti principali
RiminiLUG. Mini Corso su Linux p1: Installazione & ConfigurazioneAlessandro Carichini
Prima parte del mini corso su Linux, con una breve introduzione, accenni alle distro più comuni, installazione di Linux Mint e post installazione con gestione dei pacchetti.
Presentazione del Software Libero e di Ubuntu al Linux Day 25 ottobre 2014Janhu Silvio Crispiatico
Presentazione del Software Libero e di Ubuntu al Linux Day 25 ottobre 2014 tenuta dal dott. Silvio Crispiatico alla Città della Luce.
Per maggiori informazioni www.lacittadellaluce.org - www.ecommunication.it
Cosa e' il software libero. Presentazione fatta al liceo galileo galilei di Trento all'interno di un ciclo di conferenza sul tema della legalita' nella tecnologia
NON ESISTONO COMPUTER VECCHI (Da xp a linux - Treviso 15/4/2014)Stefano Dall'Agata
Martedì 15 aprile 2014 alle ore 20.45 presso la sede della ACSE Treviso è stato organizzato un INCONTRO GRATUITO per capire come dare una nuova vita a quei computer che si pensava di buttare, utilizzando un sistema operativo (Xubuntu – che è liberamente scaricabile) e programmi gratuiti, affidabili e funzionali per ogni esigenza.
The document discusses the evolution of e-books and reading habits. It notes that e-books have advantages over printed books in terms of storage and portability but that screens are poor for reading. Current e-book readers like the Kindle and Nook represent the second generation but are still inferior to printed books for leisure reading. The document predicts that a third generation of hybrid e-book readers will provide added benefits like video, sound and interactive content, making them more comparable to printed books.
Le Comunità di pratica (CdP) sono sistemi emergenti all’interno dei quali si gestisce la conoscenza che deriva dalle pratiche di rete dei singoli componenti. Dall’antichità ai giorni nostri, organizzarsi in comunità costituisce un fenomeno sociale di interesse che rivela il bisogno di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo e di conseguente autorealizzazione.
Le Comunità di pratica sono “gruppi di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest’area mediante interazioni continue.” (Wenger E., McDermott, R., Snyder, W. M.; 2007).
C’è qualcosa nella pratica di ogni persona che la rende universale. La propria identità è legata all’interazione, alla competenza sociale. L’identità si costruisce facendo esperienza, la pratica non è qualcosa di stabile ma è qualcosa in continuo divenire.
Gli individui che appartengono a una Comunità di pratica non necessariamente lavorano insieme, ma sicuramente condividono interessi, bisogni, aspirazioni e idee che le fanno sentire unite e motivate nell’ambito di una stessa comunità. All’interno delle comunità, a poco a poco, la collaborazione e il dialogo, l’interazione e lo scambio reciproco di esperienza consentono di costruire una conoscenza condivisa e preziose relazioni personali.
Il punto di partenza è l’abilità di riconoscere gli altri come eventuali partner per dare forma a delle comunità. Le persone possono riconoscersi l’un l’altra in base alla propria esperienza e al fatto che c’è un interesse reciproco per l’esperienza dell’altro (“Io sono interessato alla tua esperienza”). Il focus delle comunità risiede nella pratica e nel saper riconoscere l’altro.
Le Comunità sono paragonabili a esseri viventi, dunque a ecologie. Nella fase di progettazione di una Comunità di pratica occorre considerare la complessità dell’organismo che si intende formare. Si inizia con la creazione di un elemento che cresca di vita propria. Ci sono esempi di comunità considerate marginali che nel processo di evoluzione diventano strategiche per l’organizzazione o il territorio di appartenenza. Le comunità di pratica, come gli organismi viventi, durante la fase di crescita mutano, come anche durante la fase di maturità.
La collaborazione, il dialogo, l’interazione e lo scambio di esperienze che avvengono all’interno di una Comunità di pratica consentono di costruire relazioni personali e di accumulare conoscenza in riferimento a settori specifici e strategici. Rendere la conoscenza accessibile e fruibile nelle organizzazioni complesse è una problematica sentita che ha portato a investimenti in tecnologie e sistemi informatici. Tuttavia, nulla è più accessibile, vivo e vibrante di una comunità che dibatte, discute, si confronta e sviluppa soluzioni in merito a tematiche rilevanti. La comunità stessa e i suoi membri sono uno strumento per conservare e sviluppare la conoscenza delle organizzazioni, oltre a consentire lo sviluppo di competenze nelle persone e a valorizzarne i talenti.
“La tendenza per il terzo millennio è l’affermarsi di nuove forme di socialità tenute insieme dalla condivisione di emozioni. All’orizzonte c’è un “ideale comunitario” ancora non del tutto definito ma di cui ci sono tracce nelle manifestazioni più recenti dell’immaginario collettivo” (Maffesoli, 2004).
Il Web, oltre a essere un fenomeno sociale che aggrega tribù eterogenee di cittadini appartenenti a contesti e a fasce d’età differenti, è anche una risorsa strategica per le Comunità di pratica che in questo humus traggono nutrimento per costruire apprendimenti di tipo informale.
Accessibilità: il punto sulla situazione ad oggi, fra norme, tecniche e pratiche (presentazione di Silvia Dini al Convegno Cultura senza barriere, Padova, 2010)
La condivisione delle conoscenze come buona pratica a scuola e nella pubblica amministrazione
Intervento di Federica Scarrione e Alberto Ardizzone a Cultura Senza Barriere, 20 febbraio 2010
Liberiamo il Virus: come diffondere le idee attraverso Internet
La comunicazione in Rete segue strade diverse dai tradizionali medium. La Gente comune se n’è resa ben conto, le Aziende ancora poco.
Infatti, è successo qualcosa di strano. La pubblicità tradizionale non funziona più, mentre le informazioni passate attraverso il passaparola diventano sempre più influenzanti.
Le barriere che separavano le aziende (creatrici degli spot) e i clienti (fruitori passivi) sono state abbattute e ora tutti possono esprimersi allo stesso modo.
Più di 250 milioni di persone sono attive su Facebook, più di 346 milioni di persone leggono blog e almeno 184 milioni di persone sono loro stessi blogger.
Inoltre, Twitter registra 14 milioni di utilizzatori e YouTube raccoglie più di 100 milioni di visitatori al mese.
Possiamo fingere che questo cambiamento non sia avvenuto?
Oggi la comunicazione, la diffusione delle informazioni, la trasmissione delle idee non può venir arginata.
Nessuna barriera può più esistere. Nessun muro può bloccare le conversazioni.
Dobbiamo, quindi, imparare a ripensare la comunicazione – sia questa di carattere sociale o aziendale – inserendo in modo strategico l’utilizzo delle Reti Sociali.
Durante il seminario presenteremo una selezione delle ricerche e degli studi che hanno analizzato i meccanismi di diffusione di narrazioni e influenze sociali.
Accessibilità dei contenuti audiovisivi e dei Player, Silvia Mattia e Roberto...Cultura Senza Barriere
Passati i tempi in cui erano rari gli audiovisivi sul Web – ed essendo questi ormai parte integrante della quotidianità relazionale nei social media e nei siti di pubblica utilità – i video non accessibili costituiscono info-esclusione, al pari dei testi, delle immagini e dei documenti.
Un video accessibile è corredato di trascrizione (utile a tutti per scorrere velocemente i contenuti e per l'indicizzazione), è sottotitolato per consentire alle persone sorde di comprendere il parlato e i suoni, dovrebbe essere corredato di interpretazione in lingua dei segni italiana (nello stesso video a fianco di chi parla o in un secondo video), infine – se non si tratta di una intervista o format analogo – è corredato nella parte audio di una voce fuori campo (audiodescrizione) che dà conto di quanto avviene di non dialogico (come negli sceneggiati televisivi trasmessi alla radio), così da consentire alle persone non vedenti di seguire la narrazione e comprendere l'informazione visiva.
Nella parte iniziale del seminario Silvia Mattia (responsabile Centro competenza accessibilità Consip) e Roberto Ellero (webmultimediale.org), parlano di questi aspetti, e di quelli che riguardano l'accessibilità dei player multimediali, che consentono la fruizione dei contenuti audiovisivi: il supporto delle alternative, l'indipendenza da dispositivo, il dialogo con le tecnologie assistive.
Vengono analizzati i player basati su Flash liberamente utilizzabili, mettendone in evidenza pregi e limiti nell'interazione con i lettori di schermo.
Nella seconda parte del seminario, Roberta Gherardi (interprete LIS) e Simone Cericola (vice presidente regionale ANIOS e docente LIS della scuola bilingue di Cossato), intervengono con un video preregistrato, spiegando come e perché usare la Lis per comunicare sul Web. Il video è disponibile nel sito www.webmultimediale.org
Blog, Social Network, siti aziendali: quale piattaforma utilizzare per crearli e gestirli? La risposta non è univoca, la soluzione da scegliere dipende dalle caratteristiche del progetto. E’ bene però che un aspetto resti costante: il risultato finale deve essere usabile e accessibile.
La visione corretta di questa presentazione richiedere l'installazione del font “Tiresias PCFont” Disponibile in Ubuntu con il pacchetto ttf-tiresias Oppure scaricabili dal web presso http://www.tiresias.org/fonts/
Parte introduttiva... In alcuni ambienti Ubuntu e in generale Linux è visto come non adatto perché “non professionale”
Però negli ultimi anni c'è stato un forte riscontro di pubblico e pareri positivi, sia generici che specializzati
Tale discrepanza di giudizio può lasciare basiti
Lo scopo di questo seminario è proprio quello di fornire un punto di vista oggettivo e completo su quello che è lo stato attuale di Ubuntu, in particolare per quanto concerne le varie soluzioni e tecnologie disponibili per l'accesso universale
Per coloro che dovessero sentire per la prima volta la parola Ubuntu, una rapida introduzione
http://www.flickr.com/photos/valmirez/ Ubuntu è molte cose. Essenzialmente è un sistema operativo e un insieme di applicazioni opensource Ma le sue modalità di sviluppo ne allargano i confini. Ubuntu è chi partecipa al suo sviluppo, esperto, professionale, volontario, amatoriale che sia. La promessa Ubuntu: Sarà sempre gratis, nessuna versione enterprise e aggiornamenti di sicurezza Disponibile supporto commerciale Include il meglio offerto dalla comunità Free Soft per quanto concerne l10n e a11y La base di Ubuntu sarà sempre costituita da applicazioni free e open source
Quali i motivi che potrebbero o dovrebbero spingere una persona a usare Ubuntu? Quali poi nell'ambito dell'accesso universale? Ne elenchiamo alcuni...
Esistono diversi sistemi operativi liberi e molte distribuzioni Linux. Scegliere Ubuntu vuol dire avere un sistema operativo che tenta di evitare all'utente ogni possibile problema, particolarmente per quanto concerne il supporto hardware.
A differenza di altri ambienti, con Ubuntu si è operativi fin da subito (come mostreremo poi con Orca). La modalità di distribuzione di software aggiuntivo rende poi semplicissima l'installazione di software aggiuntivo Ovviamente per chi proviene da altri ambienti è necessario un periodo di “apprendimento” per apprezzarlo al meglio
L'idea stessa di un sistema operativo sviluppato grazie ai contributi di persone provenienti da tutto il modo e destinato a tutti pone particolari e importanti premesse allo sviluppo stesso
Quando ha avuto inizio l'interesse per l'accessibilità nel software libero?
Per essere precisi nel 2001, lo stesso anno in cui Microsoft lanciava Windows XP e la Apple Mac OS X) La Sun ha bisogno di un nuovo ambiente grafico per il suo Solaris e sceglie GNOME Ma per poter vendere alle istituzioni è necessario che il sw sia accessibile (sezione 508 del Rehabilitation Act) Per la prima volta si parla in modo serio di a11y nel software libero, per la prima volta diventa una valida alternativa per tutti.
Le motivazioni dietro la spinta a supportare la a11y sono pratiche. Il fatto però che la a11y sia richiesta non è solo un prendersi cura di chi è diverso. Dell'infrastruttura per l'accessibilità ne traggono tutti (per esempio la navigazione da tastiera)
Lo scopo di ATK è quello di definire un set di interfacce che verranno poi implementate nei componenti GUI al fine di renderli accessibili. Informazioni semantiche Tali interfacce sono indipendenti dal toolkit (GTK+, Qt, Firefox, OpenOffice.org...); i singoli toolkit poi forniscono i componenti necessari per “far aderire” le interfacce ATK agli oggetti grafici. Esempio: un pulsante nella UI lo si fa aderire all'interfaccia AtkAction (azioni “press”, “release”, “clic”) e all'interfaccia AtkState (stati “invalid”, “active”, “pressed”) ATK in pratica permette di definire gli oggetti grafici in base a proprietà, non aspetto o forma.
SPI è il modo per ottenere le “informazioni ATK” dalle singole applicazioni in esecuzione in modo coerente e univoco. Non è visibile all'utente, ma funge da collante tra chi fornisce le “Informazioni ATK” e chi poi le dovrà usare Al momento è in corso una riscrittura di AT-SPI per ammodernarne la modalità di funzionamento base (IPC da CORBA a Dbus) in modo da estendere la sua penetrazione (Qt, Mobile)
Verde – applicazioni finali dedicate all'accessibilità Rosso – AT-SPI, il BUS che collega i vari elementi Arancione – ATK (vedi slide precedente) Viola – Implementazione a livello di GUI delle interfacce definite da ATK BLU – Applicazioni varie di GNOME, ma ovviamente in blu ci dovrebbe essere anche FF e OO.o
Funzionamento del bus AT-SPI, parte 1. Attraverso di esso le applicazioni “finali” dette provider inviano notifica di eventi alle applicazioni “dedicate” dette client. Esempio: il focus viene spostato su un pulsante, il provider rende noto allo screen reader il nome/testo del pulsante
Funzionamento del bus AT-SPI, parte 2. Attraverso di esso le applicazioni “dedicate” dette client inviano richieste alle applicazioni “finali” dette provider. Esempio: la tastiera a schermo GOK chiede all'applicazione l'elenco dei menù per generare una tastiera virtuale. Notare che attraverso questa infrastruttura non solo è possibile creare applicazioni utili a verificare se tutti i componenti di una applicazione sono accessibili, ma anche per creare test d'uso automatizzati
“ Inserito da dentro, non avvitato da sopra” Non sono necessari complessi sistemi basati su “off-screen” necessari alle applicazioni AT-relati di altri sistemi operativi. La metodologia (ATK, AT-SPI) è unica e standardizzata, senza necessità di ricorrere a metodi non canonici, non documentati o strettamente legati alla singola applicazione o versione.
Esempio di “built in” nel mondo reale. Una rampa ben progettata. Può essere usata anche da chi non è necessariamente sulla sedia a rotelle. Immagine da http://picasaweb.google.com/ecosense
Esempio per confronto di una rampa “bolted on”, dell'asfalto gettato sopra al bordo di un marciapiede. Ben poco funzionale Immagine da http://www.flickr.com/photos/wilsonh
Elenco delle esigenze per le quali è necessario avere un software accessibile.
Apprendimento richiede interfacce/programmi dedicate Uditivo al momento ci sono solo: * sottotitoli integrati in Totem (scaricabili da internet) * iniziato da poco a lavorare su resa visiva di segnalazioni audio, ma è un progetto giovane.
Inizia qui la parte in cui si esaminano i vari strumenti per problemi di mobilità
Due tipi di intervento. Il primo è intervenire (modificandolo) sul comportamento di mouse e tastiera
Interventi applicati al comportamento della tastiera Cfr anche http://a11y.org/a11yspecs/kbd/kafs.html Sticky -> pressioni sequenziali invece che temporaree. Tasti modificatori latched o locked Repeat -> controllo sui parametri di ripetiz. autom. Utile per persone che non riescono a rilasciare i tasti Slow -> controlla il tempo che è necessario tenere premuto un tasto prima di accettarlo. Utile per persone che accidentalmente premono più di un tasto Bounce -> introduce un ritardo prima di accettare una successiva pressione di un tasto. Utile per persone con tremori
Esempio d'uso pratico delle funzioni indicate alla precedente slide.
Gli utenti che non possono usare la tastiera non è detto siano in grado di usare pienamente il mouse. MT offre: Simulazione del clic destro (tenendo primuto il sinistro) Clic indugiato (con preselezione o con gesto per selezionare) È in corso di sviluppo MouseTrap: tracciamento movimenti della testa via webcam.
Esempio d'uso pratico di Mousetweaks
Secondo tipo di intervento per disabilità motorie. Permettere l'accesso completo anche a chi non può usare la tastiera o il mouse
La funzione “Mouse keys” permette di pilotare il puntatore del mouse attraverso il tastierino numerico presente sulla tastiera
Grafico che riporta il funzionamento dei mouse keys Per informazioni dettagliate su come funzionano i singoli tasti consultare http://live.gnome.org/MouseKeys (in inglese)
Onboard è la tastiera a schermo predefinita di Ubuntu. Offre modalità a clic, a indugio e a scansione. Semplice e leggera, non richiede particolari risorse. Si sposta il puntatore e si clicca o si indugia
Esempio d'uso di onboard, modalità semplice e a scansione
Una tastiera a schermo più completa di onBoard. Offre non solo la possibilità di usarla come tastiera, ma anche quella di gestire l'intera interfaccia grafica tramite AT-SPI. GOK in pratica crea tastiere virtuali, che siano esse la rappresentazione di una tastiera reale, una tastiera a scansione, i menù di una applicazione, le finestre aperte... Terribilmente estensibile, può essere configurata opportunamente per essere usata al meglio anche con ausili particolari come switch
Esempio d'uso di GOK, in particolare di come viene gestita l'intera interfaccia grafica.
Inserimento di testo predittivo. Utilizzabile non solo da chi non è in grado di usare un mouse, ma anche laddove non sia disponibile un mouse (touchscreen, palmari) La velocità di digitazione può essere di 35+ parole al minuto
Esempio d'uso di dasher. Anche perché dasher lo si capisce solo se lo si usa.
Stiamo entrando nell'ultima parte della presentazione, quella relativa ai problemi visivi
Temi ad alto contrasto (sia controlli che icone) Con possibilità di usare con semplicità lettere grandi Con tema inverso (pacchetto gnome-accessibility-themes-extras)
Anteprima del tema disponibile in modo predefinito.
Perché orca? Il primo screen reader per DOS si chiamava Flipper. Lo screen reader più famoso è JAWS. La compagnia inglese che produceva un proprio screen reader si chiamava Dolphin. Per cui, anche se non c'è alcuna attinenza, di certo c'è una grande tradizione nell'uso di nomi di creature marine E orca era più altisonante di Nemo, Ariel, Willy, or Mr. Limpet :)
GNOME-mag è un componente che fornisce i vari servizi necessari NOTA: su unbuntu in realtà non è compilato il supporto per il color blind. Per usarlo è necessario installare i pacchetti -dev e compilare a mano gnome-mag da sorgente Cfr http://live.gnome.org/GnomeMag
Offerti diverse combinazioni. In particolare GNOME Speech e Speech dispatcher sono dei layer che si interfacciano tra il programma Orca (o altri)) e il reale motore di TTS (text-to-speech), in pratica offrono dei servizi Tutti e due possono usare Via Voice, Festival, eSpeak, FreeTTS, DecTalk and Cepstral La scelta di usare dispatcher e espeak in ubuntu è legata al fatto che sono due prodotti più leggeri e performanti, con una archiettura più moderna e ingrado di fornire con poche risorse supporto a molte lingue
Refreshable braille monitor
BRLTTY è un processo di sistema che permette l'accesso alla console (terminale) ai non vedenti usando un display braille. È in grado di pilotare il display braille, quanto meno quelli compresi in un nutrito elenco BRLTTY è la soluzione storica in ambienti UNIX e Linux per accedere a display braille. Non ne abbiamo una esperienza diretta, per cui non lo tratteremo
Firefox, OpenOffice.org, Pidgin, Evolution possono essere utilizzati con una serie di facilitazioni. Per esempio Pidgin legge automaticamente i nuovi messaggi di chat. OpenOffice invece ha delle semplificazioni per la revisione del testo (correttore automatico) e la gestione di strutture complesse per tabelle
Esempio d'uso di Orca... Verranno mostrate la configurazione iniziale, funzionalità di ingrandimento dello schermo, l'uso come screen reader, la configurazione di Festival e altro.
In conclusione A11y in Ubuntu/GNOME copre un ampio spettro di disabilità; l'accessibilità di base è praticamente identica a quella degli altri sistemi operativi/ambienti grafici; Orca rivaleggia con soluzione proprietarie; GOK e Dasher superiori a soluzioni di Win & Mac