This document discusses using project-based learning to develop information literacy skills and global competency in higher education courses. It recommends formalizing the relationship between accrediting bodies and information literacy standards, and encouraging collaboration between education and library faculty through joint research and conference presentations. National standards for information literacy from the ALA and AASL emphasize finding, evaluating, and using information effectively.
By Kathleen Flaherty.
Presented at the ASTI-FARA conference Agricultural R&D: Investing in Africa's Future: Analyzing Trends, Challenges, and Opportunities - Accra, Ghana on December 5-7, 2011. http://www.asti.cgiar.org/2011conf
Intracellular vesicular traffic involves the transport of molecules within a cell by means of vesicles. Vesicles bud off from one membrane and fuse with another, allowing the contents to be moved from one compartment to another. This process allows for the selective transport and distribution of proteins and lipids throughout the complex eukaryotic cell.
U.S. Bancorp reported a 14% increase in earnings per share for the third quarter of 2004 compared to the same period in 2003, driven by strong fee revenue and improved credit quality. Net income was $1.065 billion for Q3 2004, up 12.1% from Q3 2003. Returns on average assets and equity were also up from the prior year. Fee income growth of 11.7% helped offset weakness in commercial lending. Credit costs declined 46.7% from a year ago due to lower net charge-offs and nonperforming assets.
This document discusses using project-based learning to develop information literacy skills and global competency in higher education courses. It recommends formalizing the relationship between accrediting bodies and information literacy standards, and encouraging collaboration between education and library faculty through joint research and conference presentations. National standards for information literacy from the ALA and AASL emphasize finding, evaluating, and using information effectively.
By Kathleen Flaherty.
Presented at the ASTI-FARA conference Agricultural R&D: Investing in Africa's Future: Analyzing Trends, Challenges, and Opportunities - Accra, Ghana on December 5-7, 2011. http://www.asti.cgiar.org/2011conf
Intracellular vesicular traffic involves the transport of molecules within a cell by means of vesicles. Vesicles bud off from one membrane and fuse with another, allowing the contents to be moved from one compartment to another. This process allows for the selective transport and distribution of proteins and lipids throughout the complex eukaryotic cell.
U.S. Bancorp reported a 14% increase in earnings per share for the third quarter of 2004 compared to the same period in 2003, driven by strong fee revenue and improved credit quality. Net income was $1.065 billion for Q3 2004, up 12.1% from Q3 2003. Returns on average assets and equity were also up from the prior year. Fee income growth of 11.7% helped offset weakness in commercial lending. Credit costs declined 46.7% from a year ago due to lower net charge-offs and nonperforming assets.
Fabio Ghioni - Preatoni Ombre asimmetriche. La guerra cibernetica ei suoi pro...Fabio Ghioni
Chi inizia a leggere questo libro, capisce da subito che ci troviamo di fronte ad un lavoro serio e approfondito. I due autori Fabio Ghioni e Roberto Preatoni mettono a frutto la loro pluriennale esperienza nell’ambito della sicurezza, per spiegare a chi non è “del settore”, cosa s’intende oggi per guerra cibernetica, per attacco asimmetrico, chi è un hacker e così via. Fabio Ghioni - Esperto in Tecnologie non convenzionali e del rischio, e in strategia
per la difesa nel Cyber Warfare Profiling. Fabio Ghioni, editorialista, Fabio Ghioni saggista, Fabio Ghioni conferenziere, Fabio Ghioni consulente strategico, Fabio Ghioni top manager, è riconosciuto come uno dei maggiori esperti mondiali di sicurezza.
LEZIONI DAL PROCESSO ETERNIT, amianto, Casale Monferratomorosini1952
La sentenza della Cassazione sulla prescrizione della punibilità dei crimini di amianto a Casale Monferrato stimola una riflessione sulla condizione dell’uomo nell’era tecnologica. Come molte altre sentenze nel mondo, essa conferma che la civiltà industriale, di cui la giustizia è una componente, non sa ancora gestire le conseguenze a lunga distanza delle sue tecnologie. Di queste conseguenze legislatori e giudici non sanno o non possono sanzionare le responsabilità in modo confacente alle tecnologie moderne. Nel caso dell’amianto tra esposizione e malattia passano decenni, mentre i tempi di prescrizione giuridica sono molto più brevi. Peggio ancora: la prescrizione delle accertate responsabilità è ora dichiarata, pur sapendo che la frequenza mensile dei decessi per amianto a Casale aumenterà ancora per anni. (....)
Di fronte all’accresciuta portata spazio-temporale delle nostre alterazioni delle condizioni igieniche e dell’ambiente, leggi e giurisprudenza sono vetuste. Infatti, da millenni esse sono concepite per sanzionare azioni offensive di pochi individui a danno di pochi altri individui, vicini nello spazio e nel tempo. "L’uomo è antiquato" titolò nel 1956 il suo libro più importante il filosofo Günter Anders, descrivendo come la nostra capacità di prevedere sia rimasta indietro rispetto alla nostra crescente capacità di fare. Per questo anche "la giustizia è antiquata". È da questa condizione antropologica e giuridica che scaturisce la sentenza della Cassazione sulla prescrizione di un grave crimine di amianto. Va ricordato tuttavia che proprio un giudice della Suprema Corte italiana, Amedeo Postiglione, è da vent’anni fondatore e direttore instancabile dell’Icef, la "Fondazione per una corte internazionale dell’ambiente", che mira a estendere nello spazio e nel tempo la potestà della giustizia di sanzionare i delitti ambientali.
Lo sgomento per la vicenda di amianto di Casale Monferrato non ci impedisca di imparare questa amarissima lezione e di applicarla con urgenza alle tecnologie e alle leggi del futuro. Sarà il modo migliore di onorare la memoria dei milioni di vittime senza giustizia dell’amianto.
The document discusses the evolution of e-books and reading habits. It notes that e-books have advantages over printed books in terms of storage and portability but that screens are poor for reading. Current e-book readers like the Kindle and Nook represent the second generation but are still inferior to printed books for leisure reading. The document predicts that a third generation of hybrid e-book readers will provide added benefits like video, sound and interactive content, making them more comparable to printed books.
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione è la stessa presentata durante il seminario, con le immagini di "abbellimento"
Le Comunità di pratica (CdP) sono sistemi emergenti all’interno dei quali si gestisce la conoscenza che deriva dalle pratiche di rete dei singoli componenti. Dall’antichità ai giorni nostri, organizzarsi in comunità costituisce un fenomeno sociale di interesse che rivela il bisogno di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo e di conseguente autorealizzazione.
Le Comunità di pratica sono “gruppi di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest’area mediante interazioni continue.” (Wenger E., McDermott, R., Snyder, W. M.; 2007).
C’è qualcosa nella pratica di ogni persona che la rende universale. La propria identità è legata all’interazione, alla competenza sociale. L’identità si costruisce facendo esperienza, la pratica non è qualcosa di stabile ma è qualcosa in continuo divenire.
Gli individui che appartengono a una Comunità di pratica non necessariamente lavorano insieme, ma sicuramente condividono interessi, bisogni, aspirazioni e idee che le fanno sentire unite e motivate nell’ambito di una stessa comunità. All’interno delle comunità, a poco a poco, la collaborazione e il dialogo, l’interazione e lo scambio reciproco di esperienza consentono di costruire una conoscenza condivisa e preziose relazioni personali.
Il punto di partenza è l’abilità di riconoscere gli altri come eventuali partner per dare forma a delle comunità. Le persone possono riconoscersi l’un l’altra in base alla propria esperienza e al fatto che c’è un interesse reciproco per l’esperienza dell’altro (“Io sono interessato alla tua esperienza”). Il focus delle comunità risiede nella pratica e nel saper riconoscere l’altro.
Le Comunità sono paragonabili a esseri viventi, dunque a ecologie. Nella fase di progettazione di una Comunità di pratica occorre considerare la complessità dell’organismo che si intende formare. Si inizia con la creazione di un elemento che cresca di vita propria. Ci sono esempi di comunità considerate marginali che nel processo di evoluzione diventano strategiche per l’organizzazione o il territorio di appartenenza. Le comunità di pratica, come gli organismi viventi, durante la fase di crescita mutano, come anche durante la fase di maturità.
La collaborazione, il dialogo, l’interazione e lo scambio di esperienze che avvengono all’interno di una Comunità di pratica consentono di costruire relazioni personali e di accumulare conoscenza in riferimento a settori specifici e strategici. Rendere la conoscenza accessibile e fruibile nelle organizzazioni complesse è una problematica sentita che ha portato a investimenti in tecnologie e sistemi informatici. Tuttavia, nulla è più accessibile, vivo e vibrante di una comunità che dibatte, discute, si confronta e sviluppa soluzioni in merito a tematiche rilevanti. La comunità stessa e i suoi membri sono uno strumento per conservare e sviluppare la conoscenza delle organizzazioni, oltre a consentire lo sviluppo di competenze nelle persone e a valorizzarne i talenti.
“La tendenza per il terzo millennio è l’affermarsi di nuove forme di socialità tenute insieme dalla condivisione di emozioni. All’orizzonte c’è un “ideale comunitario” ancora non del tutto definito ma di cui ci sono tracce nelle manifestazioni più recenti dell’immaginario collettivo” (Maffesoli, 2004).
Il Web, oltre a essere un fenomeno sociale che aggrega tribù eterogenee di cittadini appartenenti a contesti e a fasce d’età differenti, è anche una risorsa strategica per le Comunità di pratica che in questo humus traggono nutrimento per costruire apprendimenti di tipo informale.
Accessibilità: il punto sulla situazione ad oggi, fra norme, tecniche e pratiche (presentazione di Silvia Dini al Convegno Cultura senza barriere, Padova, 2010)
La condivisione delle conoscenze come buona pratica a scuola e nella pubblica amministrazione
Intervento di Federica Scarrione e Alberto Ardizzone a Cultura Senza Barriere, 20 febbraio 2010
Liberiamo il Virus: come diffondere le idee attraverso Internet
La comunicazione in Rete segue strade diverse dai tradizionali medium. La Gente comune se n’è resa ben conto, le Aziende ancora poco.
Infatti, è successo qualcosa di strano. La pubblicità tradizionale non funziona più, mentre le informazioni passate attraverso il passaparola diventano sempre più influenzanti.
Le barriere che separavano le aziende (creatrici degli spot) e i clienti (fruitori passivi) sono state abbattute e ora tutti possono esprimersi allo stesso modo.
Più di 250 milioni di persone sono attive su Facebook, più di 346 milioni di persone leggono blog e almeno 184 milioni di persone sono loro stessi blogger.
Inoltre, Twitter registra 14 milioni di utilizzatori e YouTube raccoglie più di 100 milioni di visitatori al mese.
Possiamo fingere che questo cambiamento non sia avvenuto?
Oggi la comunicazione, la diffusione delle informazioni, la trasmissione delle idee non può venir arginata.
Nessuna barriera può più esistere. Nessun muro può bloccare le conversazioni.
Dobbiamo, quindi, imparare a ripensare la comunicazione – sia questa di carattere sociale o aziendale – inserendo in modo strategico l’utilizzo delle Reti Sociali.
Durante il seminario presenteremo una selezione delle ricerche e degli studi che hanno analizzato i meccanismi di diffusione di narrazioni e influenze sociali.
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione della presentazione è priva delle immagini di sfondo per una migliore leggibilità. Le slide sono corredate di note per un maggior approfondimento.
Fabio Ghioni - Preatoni Ombre asimmetriche. La guerra cibernetica ei suoi pro...Fabio Ghioni
Chi inizia a leggere questo libro, capisce da subito che ci troviamo di fronte ad un lavoro serio e approfondito. I due autori Fabio Ghioni e Roberto Preatoni mettono a frutto la loro pluriennale esperienza nell’ambito della sicurezza, per spiegare a chi non è “del settore”, cosa s’intende oggi per guerra cibernetica, per attacco asimmetrico, chi è un hacker e così via. Fabio Ghioni - Esperto in Tecnologie non convenzionali e del rischio, e in strategia
per la difesa nel Cyber Warfare Profiling. Fabio Ghioni, editorialista, Fabio Ghioni saggista, Fabio Ghioni conferenziere, Fabio Ghioni consulente strategico, Fabio Ghioni top manager, è riconosciuto come uno dei maggiori esperti mondiali di sicurezza.
LEZIONI DAL PROCESSO ETERNIT, amianto, Casale Monferratomorosini1952
La sentenza della Cassazione sulla prescrizione della punibilità dei crimini di amianto a Casale Monferrato stimola una riflessione sulla condizione dell’uomo nell’era tecnologica. Come molte altre sentenze nel mondo, essa conferma che la civiltà industriale, di cui la giustizia è una componente, non sa ancora gestire le conseguenze a lunga distanza delle sue tecnologie. Di queste conseguenze legislatori e giudici non sanno o non possono sanzionare le responsabilità in modo confacente alle tecnologie moderne. Nel caso dell’amianto tra esposizione e malattia passano decenni, mentre i tempi di prescrizione giuridica sono molto più brevi. Peggio ancora: la prescrizione delle accertate responsabilità è ora dichiarata, pur sapendo che la frequenza mensile dei decessi per amianto a Casale aumenterà ancora per anni. (....)
Di fronte all’accresciuta portata spazio-temporale delle nostre alterazioni delle condizioni igieniche e dell’ambiente, leggi e giurisprudenza sono vetuste. Infatti, da millenni esse sono concepite per sanzionare azioni offensive di pochi individui a danno di pochi altri individui, vicini nello spazio e nel tempo. "L’uomo è antiquato" titolò nel 1956 il suo libro più importante il filosofo Günter Anders, descrivendo come la nostra capacità di prevedere sia rimasta indietro rispetto alla nostra crescente capacità di fare. Per questo anche "la giustizia è antiquata". È da questa condizione antropologica e giuridica che scaturisce la sentenza della Cassazione sulla prescrizione di un grave crimine di amianto. Va ricordato tuttavia che proprio un giudice della Suprema Corte italiana, Amedeo Postiglione, è da vent’anni fondatore e direttore instancabile dell’Icef, la "Fondazione per una corte internazionale dell’ambiente", che mira a estendere nello spazio e nel tempo la potestà della giustizia di sanzionare i delitti ambientali.
Lo sgomento per la vicenda di amianto di Casale Monferrato non ci impedisca di imparare questa amarissima lezione e di applicarla con urgenza alle tecnologie e alle leggi del futuro. Sarà il modo migliore di onorare la memoria dei milioni di vittime senza giustizia dell’amianto.
The document discusses the evolution of e-books and reading habits. It notes that e-books have advantages over printed books in terms of storage and portability but that screens are poor for reading. Current e-book readers like the Kindle and Nook represent the second generation but are still inferior to printed books for leisure reading. The document predicts that a third generation of hybrid e-book readers will provide added benefits like video, sound and interactive content, making them more comparable to printed books.
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione è la stessa presentata durante il seminario, con le immagini di "abbellimento"
Le Comunità di pratica (CdP) sono sistemi emergenti all’interno dei quali si gestisce la conoscenza che deriva dalle pratiche di rete dei singoli componenti. Dall’antichità ai giorni nostri, organizzarsi in comunità costituisce un fenomeno sociale di interesse che rivela il bisogno di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo e di conseguente autorealizzazione.
Le Comunità di pratica sono “gruppi di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest’area mediante interazioni continue.” (Wenger E., McDermott, R., Snyder, W. M.; 2007).
C’è qualcosa nella pratica di ogni persona che la rende universale. La propria identità è legata all’interazione, alla competenza sociale. L’identità si costruisce facendo esperienza, la pratica non è qualcosa di stabile ma è qualcosa in continuo divenire.
Gli individui che appartengono a una Comunità di pratica non necessariamente lavorano insieme, ma sicuramente condividono interessi, bisogni, aspirazioni e idee che le fanno sentire unite e motivate nell’ambito di una stessa comunità. All’interno delle comunità, a poco a poco, la collaborazione e il dialogo, l’interazione e lo scambio reciproco di esperienza consentono di costruire una conoscenza condivisa e preziose relazioni personali.
Il punto di partenza è l’abilità di riconoscere gli altri come eventuali partner per dare forma a delle comunità. Le persone possono riconoscersi l’un l’altra in base alla propria esperienza e al fatto che c’è un interesse reciproco per l’esperienza dell’altro (“Io sono interessato alla tua esperienza”). Il focus delle comunità risiede nella pratica e nel saper riconoscere l’altro.
Le Comunità sono paragonabili a esseri viventi, dunque a ecologie. Nella fase di progettazione di una Comunità di pratica occorre considerare la complessità dell’organismo che si intende formare. Si inizia con la creazione di un elemento che cresca di vita propria. Ci sono esempi di comunità considerate marginali che nel processo di evoluzione diventano strategiche per l’organizzazione o il territorio di appartenenza. Le comunità di pratica, come gli organismi viventi, durante la fase di crescita mutano, come anche durante la fase di maturità.
La collaborazione, il dialogo, l’interazione e lo scambio di esperienze che avvengono all’interno di una Comunità di pratica consentono di costruire relazioni personali e di accumulare conoscenza in riferimento a settori specifici e strategici. Rendere la conoscenza accessibile e fruibile nelle organizzazioni complesse è una problematica sentita che ha portato a investimenti in tecnologie e sistemi informatici. Tuttavia, nulla è più accessibile, vivo e vibrante di una comunità che dibatte, discute, si confronta e sviluppa soluzioni in merito a tematiche rilevanti. La comunità stessa e i suoi membri sono uno strumento per conservare e sviluppare la conoscenza delle organizzazioni, oltre a consentire lo sviluppo di competenze nelle persone e a valorizzarne i talenti.
“La tendenza per il terzo millennio è l’affermarsi di nuove forme di socialità tenute insieme dalla condivisione di emozioni. All’orizzonte c’è un “ideale comunitario” ancora non del tutto definito ma di cui ci sono tracce nelle manifestazioni più recenti dell’immaginario collettivo” (Maffesoli, 2004).
Il Web, oltre a essere un fenomeno sociale che aggrega tribù eterogenee di cittadini appartenenti a contesti e a fasce d’età differenti, è anche una risorsa strategica per le Comunità di pratica che in questo humus traggono nutrimento per costruire apprendimenti di tipo informale.
Accessibilità: il punto sulla situazione ad oggi, fra norme, tecniche e pratiche (presentazione di Silvia Dini al Convegno Cultura senza barriere, Padova, 2010)
La condivisione delle conoscenze come buona pratica a scuola e nella pubblica amministrazione
Intervento di Federica Scarrione e Alberto Ardizzone a Cultura Senza Barriere, 20 febbraio 2010
Liberiamo il Virus: come diffondere le idee attraverso Internet
La comunicazione in Rete segue strade diverse dai tradizionali medium. La Gente comune se n’è resa ben conto, le Aziende ancora poco.
Infatti, è successo qualcosa di strano. La pubblicità tradizionale non funziona più, mentre le informazioni passate attraverso il passaparola diventano sempre più influenzanti.
Le barriere che separavano le aziende (creatrici degli spot) e i clienti (fruitori passivi) sono state abbattute e ora tutti possono esprimersi allo stesso modo.
Più di 250 milioni di persone sono attive su Facebook, più di 346 milioni di persone leggono blog e almeno 184 milioni di persone sono loro stessi blogger.
Inoltre, Twitter registra 14 milioni di utilizzatori e YouTube raccoglie più di 100 milioni di visitatori al mese.
Possiamo fingere che questo cambiamento non sia avvenuto?
Oggi la comunicazione, la diffusione delle informazioni, la trasmissione delle idee non può venir arginata.
Nessuna barriera può più esistere. Nessun muro può bloccare le conversazioni.
Dobbiamo, quindi, imparare a ripensare la comunicazione – sia questa di carattere sociale o aziendale – inserendo in modo strategico l’utilizzo delle Reti Sociali.
Durante il seminario presenteremo una selezione delle ricerche e degli studi che hanno analizzato i meccanismi di diffusione di narrazioni e influenze sociali.
Presentazione relativa al seminario "Ubuntu e l'accessibilità" di Flavia Weisghizzi e Luca Ferretti. Questa versione della presentazione è priva delle immagini di sfondo per una migliore leggibilità. Le slide sono corredate di note per un maggior approfondimento.
Accessibilità dei contenuti audiovisivi e dei Player, Silvia Mattia e Roberto...Cultura Senza Barriere
Passati i tempi in cui erano rari gli audiovisivi sul Web – ed essendo questi ormai parte integrante della quotidianità relazionale nei social media e nei siti di pubblica utilità – i video non accessibili costituiscono info-esclusione, al pari dei testi, delle immagini e dei documenti.
Un video accessibile è corredato di trascrizione (utile a tutti per scorrere velocemente i contenuti e per l'indicizzazione), è sottotitolato per consentire alle persone sorde di comprendere il parlato e i suoni, dovrebbe essere corredato di interpretazione in lingua dei segni italiana (nello stesso video a fianco di chi parla o in un secondo video), infine – se non si tratta di una intervista o format analogo – è corredato nella parte audio di una voce fuori campo (audiodescrizione) che dà conto di quanto avviene di non dialogico (come negli sceneggiati televisivi trasmessi alla radio), così da consentire alle persone non vedenti di seguire la narrazione e comprendere l'informazione visiva.
Nella parte iniziale del seminario Silvia Mattia (responsabile Centro competenza accessibilità Consip) e Roberto Ellero (webmultimediale.org), parlano di questi aspetti, e di quelli che riguardano l'accessibilità dei player multimediali, che consentono la fruizione dei contenuti audiovisivi: il supporto delle alternative, l'indipendenza da dispositivo, il dialogo con le tecnologie assistive.
Vengono analizzati i player basati su Flash liberamente utilizzabili, mettendone in evidenza pregi e limiti nell'interazione con i lettori di schermo.
Nella seconda parte del seminario, Roberta Gherardi (interprete LIS) e Simone Cericola (vice presidente regionale ANIOS e docente LIS della scuola bilingue di Cossato), intervengono con un video preregistrato, spiegando come e perché usare la Lis per comunicare sul Web. Il video è disponibile nel sito www.webmultimediale.org
Blog, Social Network, siti aziendali: quale piattaforma utilizzare per crearli e gestirli? La risposta non è univoca, la soluzione da scegliere dipende dalle caratteristiche del progetto. E’ bene però che un aspetto resti costante: il risultato finale deve essere usabile e accessibile.
La web analytics, un collante per le tua attività online e offline
Guaraldi Abstract
1. La conquista del web
Profeti, esploratori e truppe d’invasione
di Mario Guaraldi
Per il mondo dell’editoria, la rivoluzione digitale inizia quando si capisce che un libro è
il suo contenuto, non la sua forma. Per molti colleghi questa rivoluzione non è mai av-
venuta, o per meglio dire non è ancora avvenuta.
Gli amanuensi, i calligrafi e i miniatori hanno continuato a fare egregiamente il loro mes-
tiere ancora per oltre mezzo secolo dopo Gutenberg. Il Duca di Urbino si vantava di non
avere un solo libro a stampa nella sua biblioteca, ma non poté fare a meno di utilizzare,
per le sedute esterne del suo splendido Palazzo, le immagini delle macchine belliche
disegnate da Matteo de’ Pasti per l’incunabolo dell’opera di Roberto Valturio stampato a
Verona nel 1472: più semplici che non le fantasiose versioni miniate nei 22 codici realiz-
zati dallo scriptorium riminese del grande umanista.
Una mia laureanda ha fatto una tesi sull’evidenza, emersa a lezione, che ogni “salto
tecnologico” comporta in prima istanza un calo della qualità estetica del manufatto.
Ancora oggi appare difficile dire che una buona stampa offset possa essere migliore
della foto originale. Troppi “passaggi” rendono arduo il compito. Ma paradossalmente,
l’estetica, nell’era della sua riproducibilità tecnologica, doveva attendere l’avvento del
digitale per poter accettare la sfida: oggi una stampante Indigo può calibrare l’immagine
da stampare direttamente e al vivo nel confronto con l’originale; e la zoomabilità
dell’immagine digitale fino a molte centinaia di volte consente “letture” dell’originale
impensabili per l’autore stesso. Queste “visioni”, queste zoomate della fantasia, sono
tipiche dei “profeti”. Essi vedono oltre l’attualità tecnologica del momento. Il profeta
è l’ecografista del futuro. Egli vive ai margini del mercato, lo conosce ma non lo ama.
Non lavora per le Ausl. É una sentinella. Preferisce le alture da cui scrutare l’orizzonte.
Sentinella, dimmi, che turno è della notte dell’editoria? Dal ramo del fico quando inte-
nerisce e mette le gemme sa che l’estate digitale è vicina.
C’è una specie di legge che regola le evoluzioni, una specie di maturità dei tempi.
La rivoluzione è solo il piccolo momento di rottura conclusivo di una lunga gestazione
della novità. Come la rottura delle acque nel travaglio del parto. Ma non è quello il clou
dell’evento. Deve prima apparire il volto del neonato perché l’avventura abbia inizio
davvero, prima che si possa parlare di una nuova vita che si sviluppa e avanza sulla ine-
sorabile decadenza di chi l’ha generata.
L’e-book – il libro digitale che ha bisogno di un nome straniero per definirsi – è il neonato
di cui stiamo parlando; ha ancora gli occhi chiusi ma un prepotente bisogno di nutrirsi.
I fratelli cartacei più grandi cercano subito di soffocarlo, come Freud insegna, ma il fan-
tasma fratricida si stempererà presto in una specie di presa di controllo contrabbandato
da istinto di protezione.
I vari e-Reader, i Kindle, gli i-Rex, i Sony, i Samsung sono i primi giocattoli che genitori
apprensivi gli rovesciano addosso per stimolarne lo sviluppo.
I genitori abitano in Internet, la città planetaria, si chiamano Google e Amazon, biblio-
tecario lui, libraia lei: sono gli apripista di una mutazione genetica da cui si aspettano
molto; e su cui investono molto. Nonno Microsoft e nonna Murdoch stanno a guardare
irritati questi figli voraci che vogliono spartirsi l’eredità.
Ma i capostipiti sono ancora capaci di generare, forse, qualche figlio della vecchiaia che
faccia Bing. E sicuramente non si faranno spogliare senza qualche scapaccione legale.
Né i nonni né i genitori sembrano consci del fatto che il nipotino e-book è geneticamente
modificato e nessuno sa esattamente a cosa sia destinato.
2. Ma presto sarà guerra totale. Presto arriveranno le truppe di invasione. Armageddon sta
armando i propri bit, sta cercando di controllare le vie del web, cerca di imporre dazi
sulle autostrade di Internet, inventa virus, ripropone antiche gabelle, alza barriere.
La posta in gioco è il Diritto d’autore, il nemico da battere la gratuità. Il copyright
è una invenzione giuridica recente, la gratuità una antica pretesa della Natura.
Una domanda inespressa corre muta nel web: la cultura è una merce, un servizio o un
bene comune, come l’aria o l’acqua? Anche l’acqua, lo sappiamo, può diventare un busi-
ness, e in un mondo carente d’ossigeno non mi stupirei che apparissero presto anche i
contatori d’aria, delle bombole a pagamento. Ma oggettivamente il problema esiste:
come guadagnare commerciando l’immateriale? Come remunerare la creatività? Non si
tratta di salvaguardare una normativa, ma di inventare un diverso modo di far fruttare
la gratuità della rete; di far pagare un servizio multiforme che muta pelle a seconda dei
devices cui è destinato.
Per il momento, l’e-book non è ancora precettato, per ora lo tengono sotto tiro solo con
la stupidità del new-age, con la voracità dei DRM. Il giovane e-book guarda con trepi-
dazione al mondo della Scuola e alla galassia dei sistemi bibliotecari: ma i suoi potenziali
alleati lo ricambiano ancora con sospetto. Lo temono. Temono la carica dirompente di
un nuovo modo di concepire la didattica, di un modo virale di diffondere la cultura.
Non aveva evidentemente fatto troppo male la prima bordata delle truppe d’assalto
contro le Biblioteche, pretendendo da queste il pagamento di diritti sul prestito biblio-
tecario. Solo un’avvisaglia, attente a non tradire la carta! Non stupisce che ora Murdoch
chieda i diritti a Google per indicizzare i contenuti delle sue news.
Si, la guerra scoppierà. Ancora una volta prevarrà la notte della ragione come nella pio-
vosa San Francisco di Blade Runner? “Ho visto cose che voi umani…”. Sarà una colomba
che si libra nella pioggia, il finale, o una pagina di Moby Dick sfogliata sul Kindle con
l’immagine del capitano Achab trascinato sul fondo?
Chissà. La guerra scoppierà, il profeta avrà nuove visioni, le truppe si sposteranno per
altre invasioni. L’e-book diventerà grande. Quale sarà il suo volto ancora non lo sappia-
mo. Ma sappiamo per certo che tutti lo capiranno, non escluderà nessuno, parlerà mille
lingue e anche i ciechi lo vedranno…
http://www.guaraldi.it
http://guaraldi.bibienne.net/