Joy of moving family. Forza, mettiamoci in gioco!
A cura di P. Bellotti, R. Marchetti, M. Bellucci, A. Motta, C. Pesce
ANNO EDIZIONE: 2021
GENERE: Libro
ISBN: 9788860286451
PAGINE: 216
.
Quest’opera è dedicata ai genitori, per affiancarli nella loro fondamentale missione educativa; è un dialogo appassionato per comunicare che la via maestra per far crescere al meglio i propri figli è il gioco, opportunità unica e preziosa per essere più compiutamente genitori e per non privare i bambini del loro diritto alla felicità.
La complessità del gioco diventa una semplice melodia fatta di dieci strofe - dieci gruppi di giochi - pensate per entrare nell’immensità del piccolo mondo dei bambini in modo divertente e gioioso, lasciandosi sorprendere!
Addentrandosi in questa storia non si potrà resistere alla voglia di prendere i bambini per mano, immergersi nei giochi insieme a loro e prepararli così a comporre la melodia della vita!
L’obiettivo è quello di far giocare genitori e figli, nonni e nipotini, fratelli e sorelle, cugini e piccoli vicini di casa. Soprattutto vogliamo aiutare voi genitori a riscoprire il gioco di movimento con i vostri bambini - se l’avete abbandonato diventando adulti - o a continuare a giocare in modi sempre nuovi, se non avete mai perso l’abitudine.
Cresce l’attenzione per una nuova organizzazione del lavoro ma in italia lo smart working e’ ancora all’inizio. Ricerca Doxa per Osservatorio Politecnico di Milano
15 Tips for Compelling Company Updates on LinkedInLinkedIn
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For more about content marketing on LinkedIn, visit http://lnkd.in/LIContentMarketing
This is my slide deck from my session at the North Carolina Reading Conference last week in Raleigh, NC. I do staff development to schools and districts all over the country about best practices in literacy instruction. This topic is one of my most requested.
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.
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I videogiochi evolvono il concetto di narrative e storytelling diventando uno strumento fondamentale nelle strategie di transmedia. Come è possibile integrare il game design in cinema, web ed editoria?
2. Titolo: The Filmmaker
Genere: Avventura grafica /
Mistero /Horror
Sviluppatore: Christopher M.
Brendel
Editore / Produttore: UniMatrix
Productions
Giocatori: Giocatore singolo
Lingua: Inglese
Sottotitoli: Inglese
Data di uscita: aprile 2010
Requisiti
Piattaforma: PC IBM o compatibili
Supporto: 2 Dvd Rom
Versione: Windows XP/ Vista /7
Processore: Pentium 733 MHz
Memoria: 64MB RAM
Hard Drive: 2GB spazio libero su
disco fisso
Risoluzione video: 1024x768,
colori a 24 bit
Scheda audio: compatibile con
Windows
CD–ROM Drive: 4x o più veloce
Sito ufficiale:
www.unimatrixproductions.com/filmmaker/
Sito distributore (dove è
possibile acquistare il gioco):
www.unimatrixproductions.com/index.html
?storefilmmaker.html
Note importanti per utenti Windows
7: il gioco mostra alcuni problemi di
incompatibilità con 7; sussistono
alcune limitazioni imputabili al motore
di gioco utilizzato. L’elenco dei
possibili malfunzionamenti è riportato
nel sito del distributore sopra indicato.
In altri casi, ove siano installati
processori potenti, si è dovuto
procedere ad una riduzione
dell’accelerazione hardware.
Al primo avvio del gioco può
comparire una schermata che segnala
un errore: normalmente è sufficiente
proseguire, cliccando sul tasto
IGNORA ed il gioco si avvia
regolarmente. Se il problema persiste
basta scaricare il file
MSCOMCTL.OCX da qui:
http://www.majorgeeks.com/files/m
scomctl.zip
Incollarlo poi in C:/Windows/System
32
Fatto questo da START --->esegui---
> digita: regsvr32 mscomctl.ocx
e dare l'ok!
Questo dovrebbe scomparire!
Storia
La storia si svolge all’interno di un
teatro, il Carson Stiles Gateway,
tragicamente distrutto dal fuoco
alcuni anni prima, proprio nel
momento del suo massimo
successo, grazie ai film girati da
uno sconosciuto e misterioso
regista. Il protagonista riceve dei
biglietti omaggio per assistere alla
nuova inaugurazione che prevede
la proiezione in anteprima di un
film dal titolo decisamente
inquietante “Primal AtmosFear”.
Le sorprese non tardano ad
arrivare: giunto nei pressi del
teatro, sotto una pioggia
scrosciante, al posto della
consueta eccitazione che regna
alle prime degli spettacoli, il
protagonista trova una strada
semideserta, buia e il teatro
inequivocabilmente chiuso, senza
alcun segno di presenza umana.
Non sarà facile riuscire ad entrare
ma quello che lo attende è
incredibile: il teatro ha ripreso vita
ma non v’è alcuna traccia dei
precedenti proprietari e di coloro
che vi lavoravano. Sono rimasti,
come cristallizzati, i loro oggetti
personali e di uso quotidiano, che
aiuteranno il protagonista a capire
cosa è veramente successo in quei
tragici giorni. Poco alla volta
l’atmosfera sfuma verso toni
horror e il protagonista sarà
messo di fronte alla verità che ha
alimentato il segreto del successo
del teatro. Visiterà mondi lontani
nel tempo e nello spazio, arriverà
dove non avrebbe mai pensato di
arrivare, animato dalla volontà di
porre fine all’agghiacciante
maledizione che ha distrutto il
teatro e tante vite umane
innocenti.
Sviluppo del gioco: il gioco non è
strettamente lineare, almeno nella
seconda parte. E’ necessario
esplorare tutte le locazioni per
risolvere gli enigmi proposti.
Sistema di controllo
Visuale: in prima persona, a
rotazione limitata e a schermate
fisse
Interazione con l’ambiente:
interamente da mouse, cliccando
sulle frecce direzionali che
compaiono ai lati e in profondità
sullo schermo; tuttavia la
rotazione limitata impone
direzioni fisse. Per spostarsi in
alcuni ambienti è necessario
prima posizionarsi in un certo
punto (ad esempio al centro di
una stanza) e poi raggiungere il
punto desiderato;
Inventario: classico,
posizionato in alto sullo schermo
di gioco
Salvataggi: un’icona a forma di
arabesco, sul lato sinistro in
basso dello schermo di gioco,
apre il menù principale,
essenziale e privo di grandi
possibilità per personalizzare il
gioco. I salvataggi sono manuali e
sono in numero infinito.
Opzioni: possibilità di attivare
i sottotitoli
3. Grafica
Grafica: 3D con sfondi 2D
(fissi) pre-renderizzata
Ambientazione: l’ambiente
del teatro riproduce la classica
costruzione architettonica
caratteristica delle cittadine
americane di periferia durante gli
anni 50 - 60. Anni nei quali si è
assistito al boom dei cosiddetti B-
movie, film a basso costo, di
genere stereotipato che
richiamavano grandi folle al
botteghino. Tipicamente
americana è la stessa struttura del
teatro e del suo auditorium
utilizzati sia per spettacoli teatrali
che per la proiezione di film.
L’atmosfera è riprodotta con cura
negli arredi del teatro,
nell’illuminazione e nei dettagli
degli oggetti.
Tuttavia il gioco, essendo stato
sviluppato con un motore grafico
non eccessivamente potente,
perde in nitidezza della texture
nei dettagli ravvicinati, comunque
trascurabili ai fini della ricerca
degli indizi e della risoluzione
degli enigmi.
Gli oggetti da raccogliere sono
raffigurati in modo preciso e
visibili, nella giusta visuale,
chiaramente.
I personaggi, quando appaiono
(poco), sono rigidi e privi di
movimento e in alcune sequenze
sembrano poco amalgamati
all’ambiente che li circonda.
Nonostante questo qualche
brivido è assicurato grazie
soprattutto all’ottima fotografia,
di grana intensa sia nei toni pieni
del colore, sia nella resa degli
ambienti in bianco e nero e alle
inquadrature efficaci soprattutto
nei primi piani.
Sonoro
Dialoghi: la prima e la terza
parte del gioco sono
caratterizzate da dialoghi brevi,
precisi e di immediato impatto
emotivo.
La parte intermedia sconta
invece un eccesso di prolissità: è
il momento in cui viene
raccontata la storia del teatro e
dei suoi protagonisti e ci sono
delle ripetizioni un po’ noiose.
Si tratta di dialoghi a domande
multiple, in alcuni casi evitabili
ma in altri no, perché
forniscono indizi per il
proseguimento del gioco. Si può
uscire dalla griglia di domande
cliccando sulla frase di congedo
(frase tipica: adesso devo
andare….) ma non sempre è la
strategia giusta per i motivi di
cui sopra.
I dialoghi, in alcuni casi,
possono essere terminati prima
della loro conclusione cliccando
direttamente sulle altre
domande.
Un piccolo difetto, comunque
sopportabile, a fronte degli
innumerevoli pregi del gioco.
Sottotitoli: velocità adeguata
al parlato. Inglese non troppo
difficile. Accurata anche la
punteggiatura e la resa del tono
di voce sottolineato con lo stile
grassetto.
Musica: grande cura anche in
questo comparto; il teatro che
rivive è accompagnato dalle
struggenti note dell’arpa e del
pianoforte a sottolineare la
malinconia di quelle vite
spezzate e incompiute, mentre
le note cupe del violoncello
esprimono la rabbia per quello
che è successo, una condanna
rimasta senza un riscatto.
L’accompagnamento musicale
dei vari livelli è perfettamente
adeguato alle situazioni che il
protagonista si trova ad
affrontare, incredibili e quasi ai
limiti dell’assurdo.
Enigmi
Genere: logico, matematico,
linguistico, meccanico,
mnemonico ed anche
geometrico.
Sono il piatto forte del gioco:
sono numerosi, di grande
varietà, divertenti e stimolanti,
alcuni di grado mediamente
elevato, mai banali.
Buone le spiegazioni fornite, in
alcuni casi, per la loro
risoluzione. Quasi tutti sono
perfettamente risolvibili
trovando la chiave logica che li
ha ispirati; qualche problema in
più lo danno alcuni enigmi
geometrici che richiedono
l’assemblaggio di più parti
secondo criteri precisi. Al
riguardo nei consigli di gioco
vengono forniti alcuni
suggerimenti. Gli enigmi
linguistici, ovviamente,
richiedono la conoscenza della
lingua inglese.
Consigli di gioco:
1) Alcuni indizi possono essere
presi in momenti diversi del
gioco; quindi è necessario
ripassare più volte dagli stessi
ambienti;
2) gli indizi possono essere
sparsi in locazioni differenti,
anche lontane dall’enigma che si
sta risolvendo, quindi è
necessario esplorare in sequenza
e accuratamente tutti gli
ambienti;
3) E’ di utilità, per risolvere gli
enigmi geometrici, riprodurli su
carta e provare a risolverli
manualmente;
4) salvare spesso: in alcuni livelli
il rientro non è nel punto in cui
si è usciti ma è al punto di
partenza; ci si accorge presto di
quanto questo sia frustrante e a
volte inevitabile;
5)enigmi linguistici: la
traduzione dei testi in italiano,
allegata alla recensione, aiuta la
loro comprensione ma non la
loro risoluzione, dato che sono
giochi di parole o modi di dire
americani. Viene quindi fornito
qualche indizio supplementare
per la loro risoluzione.
4. Esperienza di gioco
La migliore definizione per questo gioco è quella di un prodotto pensato e sviluppato da
un autore appassionato di avventure punta e clicca (Christopher M. Brendel, sviluppatore
indipendente americano, già noto per Shady Brook e Lifestream, giochi usciti nel 2004 e
2005 e di Stonewall Penitentiary di prossima uscita)che conosce perfettamente i gusti del
suo pubblico. Si ha l’impressione di sentire l’eco dei tanti giochi che in passato hanno
divertito ed emozionato e che sono diventati dei classici del genere. L’aspetto comunque
predominante è la costruzione perfetta alla base della storia: il giocatore è sempre stimolato
a proseguire dallo stupore delle situazioni che gli vengono proposte, e dagli enigmi,
equilibrati ed omogenei, che poco concedono ad inutili spostamenti al solo scopo di
trovare oggetti da assemblare. Il giocatore non si riposa mai sugli allori: risolto un punto,
può star certo che a breve, per far funzionare qualcosa, aprire una porta o una cassaforte o
trovare una chiave dovrà nuovamente attendersi un rompicapo con cui fare i conti. Un
assaggio, personalmente molto apprezzato, viene fornito all’inizio del gioco e riguarda la
prima difficoltà: entrare nel teatro. Capito il meccanismo tutto è facile ma, nel mio caso,
non è stato immediato.
Ogni situazione è articolata in modo coerente, ben inserita nell’atmosfera che l’autore vuole
evocare, coinvolgendo anche le modalità di risoluzione degli enigmi, che risultano sempre
collegate alle particolari condizioni che il protagonista si trova ad affrontare. In sostanza
come se, contemporaneamente, ci si trovasse a giocare più giochi diversi uno dall’altro.
In conclusione, un gioco che diverte, stupisce e induce volentieri alla discussione con altri
appassionati.