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QUANDO IL GIOCO VA OLTRE IL GIOCO

                                   Le infinite strade dell’informatica offrono le più svariate opportunità,
                                   dalla divulgazione culturale alla denuncia sociale e alle raccolte di firme;
                                   dai blog personali alle community e, come nel nostro caso, all’universo
                                   dei videogame. Quando queste strade si incrociano possono prodursi
                                   ibridi bizzarri, forse stridenti, come l’urgenza di rendere pubblica una
                                   situazione scarsamente conosciuta, o considerata, attraverso un gioco;
                                   un grido di dolore consegnato alla sfaccettatura ludica della rete.
                                   E’ il caso di The Kite, allestimento in formato AG di un team di
                                   sviluppatori indipendenti ucraini. Il loro messaggio viene affidato ad un
                                   aquilone che vola per pochi attimi prima di schiantarsi al suolo.
                                   Anate Studio propone il percorso di una giovane madre che deve
                                   occuparsi delle necessità affettive e materiali di un figlio molto piccolo
                                   e privo di punti di riferimento, dovendo anche far fronte alla violenza e
                                   all’apparente indifferenza di un compagno disperato e alcolista, incapace
                                   di responsabilizzarsi.

THE KITE (L’aquilone) è un breve gioco in cui predominano la tristezza e lo squallore, sia ambientale
che esistenziale, della vita familiare di una coppia come tante nella Russia post-sovietica degli anni 90.
I nomi dei componenti della famiglia sono Masha, la madre, Oleh, il padre, ed Andrew, loro figlio.




La storia si giova di due validissime dimensioni che accompagnano il ritmo narrativo: quella grafica,
espressa in toni di seppia e di grigio virato al blu, e quella musicale, affidata ad alcune composizioni di
Beethoven, tra cui due splendidi pezzi per pianoforte, la Sonata al chiaro di luna e la Per Elisa, le cui
note escono rallentate e distorte da una vecchia scatola musicale rotta; ultimo, datato, dono di Oleh a
Masha.
Abbiamo avuto già modo di conoscere il gusto raffinato degli sviluppatori dell’est attraverso grandi giochi
sul genere di Outcry / Sublustrum, e lo ritroviamo intatto in questa piccola avventura, limitata dall’uso di
un motore di sviluppo amatoriale e vagamente penalizzata da alcune “durezze” nelle diverse azioni del
puntatore.

La vicenda che si svolge durante il corso dell’avventura è di ricorrenza abituale nella vita dei protagonisti,
ma in questa particolare sera avrà un diverso epilogo.
Il messaggio che si leggerà alla fine del gioco rende palese l’intento degli sviluppatori. THE KITE è una
denuncia, il grido di dolore affidato simbolicamente ad un fragile aquilone che, portandolo in cielo aperto,
lo renderà visibile a tutti prima di precipitare a terra.
THE KITE non è consigliabile a chi nel gioco cerca il divertimento e lo
svago. Ciò che si avvicenda sul monitor è lontanissimo dalla violenza
e lo splatter di molte scene cruente di ordinaria amministrazione in
una grande quantità di videogiochi, alcune avventure comprese, ma
è più tagliente per il suo assoluto e crudo realismo.

Può suonare improprio chiamarlo gioco ma, se ci si pensa, l’italiano è
una delle poche lingue nel cui uso comune le accezioni di questa bella
parola, intessuta di significati profondi, vengono dai più limitate ad
un sinonimo di divertente, allegro e spensierato. Tanto per citare due
lingue molto vicine a noi, nel francese e nell’inglese, il verbo “giocare”
viene usato anche per definire la recitazione e l’uso di strumenti mu-
sicali. Attori e concertisti, in una traduzione letterale, sono chiamati
“giocatori”. E nessuno venga a dirmi che le opere teatrali e i brani di
musica siano sempre allegri e divertenti...

Parlando di enigmi, THE KITE non si discosta dalla media di qualunque
altro gioco d’avventura; a parte un divertente gioco di tipo enigmistico
sotto forma di test di idoneità proposto ad Oleh da un improbabile
datore di lavoro, gli altri rompicapo consistono nella ricerca e nell’uso
di alcuni oggetti, di cui in un paio di casi è previsto l’assemblaggio in
sede di inventario.
E come nella maggior parte delle altre avventure, l’uso di tali oggetti
richiede una notevole capacità inventiva, compreso l’uso alternato di
entrambi i pulsanti del mouse.


Vorrei scrivere due parole sullo Studio Anate.

Per definizione dei suoi componenti, lo studio è costituito da un insieme di sviluppatori indipendenti con
sede in Ucraina, il cui scopo consiste nel creare storie interattive, dotate di atmosfere particolarmente
crude e coinvolgenti, in forma di avventure grafiche.
Da quanto è possibile vedere nel loro nuovo sito, www.anatestudio.com, finora i progetti realizzati sono
due: Anate, uno studio sperimentale sulla figura di un musicista, e The Kite.
Breaking Industrial, un’avventura sul tema della rapida industrializzazione e sulla devastazione
ambientale è ancora “congelata” in fase progettuale.
Al momento il gruppo si sta occupando della localizzazione di The Kite in altre lingue, tra cui l’italiano, e
dello sviluppo di Final Prayer, un’avventura punta e clicca dal tema ancora ignoto.

Chi lo desidera, può dare un sostegno economico allo Studio effettuando una donazione dal
seguente indirizzo:
www.anatestudio.com/aboutUs.php

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  • 1. QUANDO IL GIOCO VA OLTRE IL GIOCO Le infinite strade dell’informatica offrono le più svariate opportunità, dalla divulgazione culturale alla denuncia sociale e alle raccolte di firme; dai blog personali alle community e, come nel nostro caso, all’universo dei videogame. Quando queste strade si incrociano possono prodursi ibridi bizzarri, forse stridenti, come l’urgenza di rendere pubblica una situazione scarsamente conosciuta, o considerata, attraverso un gioco; un grido di dolore consegnato alla sfaccettatura ludica della rete. E’ il caso di The Kite, allestimento in formato AG di un team di sviluppatori indipendenti ucraini. Il loro messaggio viene affidato ad un aquilone che vola per pochi attimi prima di schiantarsi al suolo. Anate Studio propone il percorso di una giovane madre che deve occuparsi delle necessità affettive e materiali di un figlio molto piccolo e privo di punti di riferimento, dovendo anche far fronte alla violenza e all’apparente indifferenza di un compagno disperato e alcolista, incapace di responsabilizzarsi. THE KITE (L’aquilone) è un breve gioco in cui predominano la tristezza e lo squallore, sia ambientale che esistenziale, della vita familiare di una coppia come tante nella Russia post-sovietica degli anni 90. I nomi dei componenti della famiglia sono Masha, la madre, Oleh, il padre, ed Andrew, loro figlio. La storia si giova di due validissime dimensioni che accompagnano il ritmo narrativo: quella grafica, espressa in toni di seppia e di grigio virato al blu, e quella musicale, affidata ad alcune composizioni di Beethoven, tra cui due splendidi pezzi per pianoforte, la Sonata al chiaro di luna e la Per Elisa, le cui note escono rallentate e distorte da una vecchia scatola musicale rotta; ultimo, datato, dono di Oleh a Masha. Abbiamo avuto già modo di conoscere il gusto raffinato degli sviluppatori dell’est attraverso grandi giochi sul genere di Outcry / Sublustrum, e lo ritroviamo intatto in questa piccola avventura, limitata dall’uso di un motore di sviluppo amatoriale e vagamente penalizzata da alcune “durezze” nelle diverse azioni del puntatore. La vicenda che si svolge durante il corso dell’avventura è di ricorrenza abituale nella vita dei protagonisti, ma in questa particolare sera avrà un diverso epilogo. Il messaggio che si leggerà alla fine del gioco rende palese l’intento degli sviluppatori. THE KITE è una denuncia, il grido di dolore affidato simbolicamente ad un fragile aquilone che, portandolo in cielo aperto, lo renderà visibile a tutti prima di precipitare a terra.
  • 2. THE KITE non è consigliabile a chi nel gioco cerca il divertimento e lo svago. Ciò che si avvicenda sul monitor è lontanissimo dalla violenza e lo splatter di molte scene cruente di ordinaria amministrazione in una grande quantità di videogiochi, alcune avventure comprese, ma è più tagliente per il suo assoluto e crudo realismo. Può suonare improprio chiamarlo gioco ma, se ci si pensa, l’italiano è una delle poche lingue nel cui uso comune le accezioni di questa bella parola, intessuta di significati profondi, vengono dai più limitate ad un sinonimo di divertente, allegro e spensierato. Tanto per citare due lingue molto vicine a noi, nel francese e nell’inglese, il verbo “giocare” viene usato anche per definire la recitazione e l’uso di strumenti mu- sicali. Attori e concertisti, in una traduzione letterale, sono chiamati “giocatori”. E nessuno venga a dirmi che le opere teatrali e i brani di musica siano sempre allegri e divertenti... Parlando di enigmi, THE KITE non si discosta dalla media di qualunque altro gioco d’avventura; a parte un divertente gioco di tipo enigmistico sotto forma di test di idoneità proposto ad Oleh da un improbabile datore di lavoro, gli altri rompicapo consistono nella ricerca e nell’uso di alcuni oggetti, di cui in un paio di casi è previsto l’assemblaggio in sede di inventario. E come nella maggior parte delle altre avventure, l’uso di tali oggetti richiede una notevole capacità inventiva, compreso l’uso alternato di entrambi i pulsanti del mouse. Vorrei scrivere due parole sullo Studio Anate. Per definizione dei suoi componenti, lo studio è costituito da un insieme di sviluppatori indipendenti con sede in Ucraina, il cui scopo consiste nel creare storie interattive, dotate di atmosfere particolarmente crude e coinvolgenti, in forma di avventure grafiche. Da quanto è possibile vedere nel loro nuovo sito, www.anatestudio.com, finora i progetti realizzati sono due: Anate, uno studio sperimentale sulla figura di un musicista, e The Kite. Breaking Industrial, un’avventura sul tema della rapida industrializzazione e sulla devastazione ambientale è ancora “congelata” in fase progettuale. Al momento il gruppo si sta occupando della localizzazione di The Kite in altre lingue, tra cui l’italiano, e dello sviluppo di Final Prayer, un’avventura punta e clicca dal tema ancora ignoto. Chi lo desidera, può dare un sostegno economico allo Studio effettuando una donazione dal seguente indirizzo: www.anatestudio.com/aboutUs.php