Negli anni ‘50 dell’800 l’italiano Manzetti realizzò un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando il principio di induzione magnetica, senza però riuscire a diffondere l’invenzione. Nel frattempo Meucci portò avanti i suoi studi e nel 1871 presentò un brevetto provvisorio del suo telefono elettrico, che per mancanza di denaro riuscì a rinnovare solo fino al 1873. Così fu lo scozzese Bell a ottenere nel 1876 il brevetto per il telefono elettrico, in grado di trasmettere il suono sotto forma di onde elettromagnetiche a radiofrequenza e di ricevere il suono così trasmesso. I primi a usare intensamente il telefono furono banchieri, agenti di cambio e ferrovie.
credits photo: commons.wikimedia.org/INFROGMATION (telefono candeliere); commons.wikimedia.org/ZUBRO (telefono Bell); commons.wikimedia.org/HOLGER ELLGARD (telefono fine ’800)
Dopo la Prima Guerra Mondiale, anche in Italia si cominciò a usare il telefono in modo più diffuso e non solo per chiamate di lavoro. Nel 1923 cinque concessionarie private (Stipel, Telve, Timo, Set, Teti) si spartirono il territorio italiano. Il telefono perse la manovella di chiamata e la pila, mentre il microfono e il ricevitore si fusero in un corpo unico, la cornetta (o microtelefono). Il nuovo apparecchio, spesso in bakelite, era così più leggero, compatto e facile da usare.
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A partire dagli anni ’50 in Italia ci fu un vero e proprio incremento nelle richieste di nuovi allacciamenti telefonici, grazie al boom economico. I designer cominciarono così a reinventare l’apparecchio dal punto di vista estetico, facendo ampio uso di plastiche, colore e forme più adatte al nuovo uso sociale, soprattutto tra i più giovani. Un esempio è l’Ericofon, un telefono colorato, pratico e di design futuristico, che accorpava in un blocco unico ricevitore, trasmettitore e selettore di numeri. Nel 1963 fu creato il primo telefono che aveva dei tasti al posto del selettore di numeri.
credits photo: commons.wikimedia.org/HOLGER ELLGARD (Ericofon); commons.wikimedia.org/RAMA (telefono con tasti)
Nel 1973 l’ingegnere americano Cooper, che lavorava per la Motorola, effettuò la prima chiamata da cellulare utilizzando il prototipo Dyna-Tac 8000X, un dispositivo molto pesante, senza display e senza ulteriori funzioni, se non quelle di parlare, ascoltare e comporre il numero. La batteria di questo prototipo aveva appena 35 minuti di autonomia e per ricaricarsi impiegava ben 10 ore. Questo cellulare fu messo in vendita solo nel 1983 (in Europa nel 1989) e fu soprannominato “il mattone”. Finché il cellulare non cominciò a diffondersi tra la popolazione, l’unico mezzo di comunicazione a disposizione se si era fuori casa restò il telefono pubblico (Posto di Telefonia Pubblica PTP).
credits photo: commons.wikimedia.org/ANASALIALMALLA (cellulare); ROBERTO FERRARI (insegna)
Negli anni ’80 e ’90 si diffuse l’uso del cordless, composto da una base che si attacca alla spina del telefono e delle parti mobili che comunicano con essa via radio, fino a un centinaio di metri di distanza. I cellulari approdarono in Italia a cavallo tra anni ’70 e ’80 ed erano apparecchi di peso e prezzo elevato, caratteristiche che ne limitarono l’iniziale diffusione. Il primo sms fu spedito nel 1993. Nel 1994 l’IBM produsse Simon, il primo smartphone: un cellulare con funzioni di computer palmare dotato di schermo touch screen utilizzabile con un pennino.
credits photo: commons.wikimedia.org/BCOS47 (smartphone); commons.wikimedia.org/PBROKS13 (cordless); commons.wikimedia.org/ANDERS (evoluzione cellulare)
La tecnologia dei cellulari si sviluppò al punto che fu prodotto il primo cellulare con fotocamera nel 2000. Negli anni successivi vennero lanciati altri smartphone, come i BlackBerry, che però erano considerati uno strumento di lavoro e non raggiunsero il grande pubblico. Il grande balzo in avanti si è avuto nel 2007, quando la Apple ha lanciato il primo iPhone, dotato di fotocamera, GPS e lettore multimediale. L’iPhone, che permette di connettersi a internet e ha uno schermo touch screen, con il suo successo tra il pubblico ha stimolato i concorrenti di Apple a produrre prodotti analoghi.
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