Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore e inodore, il più abbondante in atmosfera. Deriva principalmente dagli scarichi delle automobili, soprattutto a benzina, ma anche dal trattamento e smaltimento dei rifiuti, dalle industrie e raffinerie di petrolio, dalle fonderie. Questo inquinante colpisce il sistema nervoso e cardio-vascolare.
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ll biossido di zolfo (SO2), un gas dall’odore pungente, viene emesso dai processi di combustione che utilizzano combustibili fossili (gasolio, olio combustibile, carbone), dai processi metallurgici e in minima parte dal traffico veicolare (diesel). In natura viene prodotto anche dalle eruzioni vulcaniche. La sua concentrazione nell’aria ha valori massimi in inverno, quando è in funzione il riscaldamento domestico, anche se l’uso del gas metano negli ultimi anni ne ha determinato la riduzione. In presenza di umidità, si trasforma in acido solforico dando origine alle corrosive piogge acide.
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Gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2 e altri) sono generati dai processi di combustione. Il biossido di azoto (NO2), un gas di colore rosso-bruno e dall'odore forte e pungente, è uno degli inquinanti atmosferici più pericolosi. Deriva dal traffico veicolare, dal riscaldamento domestico e dalle centrali termoelettriche, ma anche dai fertilizzanti e dalla decomposizione dei materiali organici. Concorre a distruggere l’ozono della stratosfera e aumenta il rischio di contrarre infezioni polmonari, batteriche e virali.
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L’ozono (O3) è un gas bluastro presente nella stratosfera, che protegge la superficie terrestre dalle dannose radiazioni ultraviolette del sole. L’ozono presente invece nella parte di atmosfera più prossima alla superficie terrestre (troposfera) è un componente dello "smog fotochimico“: esso è un inquinante non direttamente generato da attività antropiche che si forma in atmosfera in seguito a reazioni fotochimiche (catalizzate dalla radiazione solare) che coinvolgono ossidi di azoto e idrocarburi. La sua concentrazione aumenta durante i periodi caldi e soleggiati dell’anno. Esso può causare asma e irritazioni alle vie respiratorie e danneggiare la produzione agricola.
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Ai gas inquinanti si aggiungono le particelle solide o liquide in sospensione nell'aria, il particolato atmosferico (PM). Quelle più grandi (diametro >10 µm) restano in atmosfera fino ad alcune ore e raggiungono una distanza massima di 1-10 km. Le più piccole restano in atmosfera fino a diverse settimane e raggiungono una distanza di centinaia di km. Il particolato deriva da lavorazioni industriali (fonderie, cementifici, inceneritori), da impianti di riscaldamento, dall'usura di asfalto e pneumatici e dallo scarico degli autoveicoli (diesel). Il particolato di origine naturale deriva dall’azione di vento e pioggia su rocce e vegetali. Esso infiamma le vie respiratorie e può causare tumori ai polmoni.
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