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SARDEGNA
FAVATA
Ingredienti per 4 persone:
• 500 g di polpa di maiale
• Costine
• Piedini
• Orecchie
• Ossa di maiale (eventuali)
• 300 g di salsiccia fresca
• 200 g di pancetta
• 500 g di fave secche
• 4 mazzi di finocchietti selvatici
• 2 finocchi
• 2 mazzi di cardi
• Foglie di cavolo
• 2 cipolle lunghe
• 200 g di lardo
• 2 pomodori secchi
• Aglio
• Prezzemolo
• Peperoncino

Preparazione
Tenere le fave ammollate in acqua dal giorno precedente.
Ottenere con le carni il brodo e mettervi a cuocere le fave per circa un'ora
assieme ai finocchietti tagliati a pezzetti.
Appena cotto aggiungere i cardi mondati, le foglie di cavolo, i finocchi, le
cipolline tagliate a fette.
A fine cottura aggiustare di sale grosso, rituffare le carni nel brodo arricchito.
Completare con il pesto ottenuto dal battuto di lardo, dai pomodori e dagli altri
ingredienti.
DOVE ASSAGGIARLA
Pane e vino di Sardegna, via Dante 32, Cagliari
CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI

Un'isola con una gastronomia multiforme: questa è la Sardegna, una regione
che ha tratti quasi “esotici” in molte sue espressioni culturali. La cucina non è da
meno: le aragoste e i tonni di Carloforte convivono con i malloreddus
(gnocchetti sardi), con l'arcinoto maialetto arrosto, e con preparazioni ancor più
ancestrali a base d'agnello, grande risorsa sarda.Proprio da questa cultura della
pecora e della capra, ci viene uno dei prodotti più rari: il callu de cabreddu. Si
tratta di uno stomaco di caprettoin cui è versato latte di capra: il caglio presente
nello stomaco fa coagulare il latte, che diventa così un particolarissimo
formaggio. Anticamente si usava addirittura lo stesso stomaco ancor pieno di
latte di un capretto appena ucciso, sfruttando quindi il latte già presente.Gli altri
formaggi sardi sono senza dubbio più facili da approcciare. Il Pecorino Romano
DOP, che fa riferimento, nel nome, a quei soldati romani cui spettavano razioni
di formaggio, è prodotto quasi totalmente in Sardegna: di grandi dimensioni, è
caratterizzato da una pasta dura, perfetta da grattugiare. Più piccolo, ma
ugualmente idoneo a stagionatura, è anche il Pecorino Sardo DOP, mentre il
Fiore Sardo DOP ha un sapore più dolce. Assai ricercato è il Pecorino di Osilo,
molto raro, prodotto nel Sassarese e caratterizzato dalla pasta molto pressata.
Tra i formaggi di latte di mucca, è oltremodo interessante il Casizolu del
Montiferro: un formaggio della famiglia dei caciocavalli, ottenuto anche da latte
di antica razza sardo-modicana.Salumi? Anzitutto, la salsiccia sarda di maiale,
di forma allungata e spesso piegata a U. Poi, il prosciutto crudo, spesso
ottenuto da maiali allo stato brado: uno dei più famosi è quello di Desulo, un
piccolo centro sulle pendici del massiccio del Gennargentu. Da tempo, inoltre,
qualche azienda ha lanciato la produzione di caratteristici insaccati di pecora,
molto saporiti.E' impossibile chiudere la rassegna gastronomica sarda senza
menzionare la bottarga di muggine, ottenuta dalle uova dei cefali essiccate:
quella dello stagno di Cabras, vicino Oristano, è particolarmente rinomata.Il vino
sardo per antonomasia è il Cannonau, un rosso di gran corpo, ottenuto da
un'uva che si dice imparentata con la grenache.
L’OGGETTO
IL SA CROBI

Sa Crobi o Sa Corbula e' una cesta di grandi dimensioni - un contenitore di
vimini intrecciato.
I personaggi storici che lo hanno piu' utilizzato a tal punto da trasformarlo
in letto per la notte e strumento di lavoro di giorno sono stati i " Piccioccus de
Crobi " Sono figure caratteristiche della vita cittadina a cavallo tra il XIX e il XX
secolo. Si trattava di ragazzini -servitori di piazza - che per pochi soldi
trasportavan nella loro cesta le merci di chi acquistava ai mercati.
Appartenevano agli strati più umili della società e il periodo nel quale lavoravano
era tra i dieci e i diciotto anni di vita. La crobi (cesta) era il segno del loro
mestiere. Sono espressione di un mondo povero e spesso equivoco. Non
avevano una dimora stabile e spesso stazionavano a Cagliari sotto i portici della
Via Roma vicino al palazzo Vivanet, nella zona intorno ai vecchi mercati del
Largo Carlo Felice, o sulle banchine del porto e la stazione ferroviaria.
Oggetto Sardegna
ITINERARI (IN) CONSUETI
LA SARDEGNA DIMENTICATA

La Sardegna settentrionale, quella sassarese, presenta tratti selvaggi che
tuttora incantano. Perfino Alghero, bella città rivierasca di tradizione catalana,
ha dei dintorni che sembrano incontaminati. Per esempio, Monti Sixeri, un
comprensorio agrituristico di appartamenti e di allevamento allo stato brado di
maiali, da cui Domenico e Pasquale Manca traggono un eccellente prosciutto.
Nel complesso, è presente un ristorante, Le Pinnette, che cucina pietanze sarde
classiche.
Andando verso l'interno, il paesaggio diventa più aspro, e il turismo diminuisce.
Il paesino di Villanova Monteleone è un tipico esempio di sonnolenta cittadina
sarda, tranquilla e isolata. Tuttavia qui non si resta con le mani in mano: la
Cooperativa Allevatori Villanovesi produce il formaggio più famoso della
Sardegna, il Pecorino, per non parlare della ricotta.
Andando più su, incontriamo Putifigari, paesino ancor più minuscolo, con una
chiesa parrocchiale cinquecentesca. Poi Uri, una delle città simbolo del carciofo
spinoso sardo, che qui è già pronto agli inizi di novembre. Nelle vicinanze,
conviene visitare la necropoli nuragica di Santu Pedru, di alcune migliaia di anni
prima di Cristo.
Un ultimo indirizzo per il vino: Gianni “Billa” Cherchi, di Usini, realizzatore di
formidabili vini rossi come il Cagnulari e il più noto Cannonau.
CARLOFORTE

Carloforte, sull'isola di San Pietro, è forse il posto più particolare della
Sardegna. Si può quasi considerare una propaggine di Genova in terra sarda: fu
colonizzata nel '500 da oriundi della capitale ligure, che vi traslarono una
porzione cospicua della loro cultura. Tant'è che anche oggi a Carloforte si parla
il tabarchino, un dialetto di tipo genovese.
Non troppo antica, è comunque bella da vedere la neoclassica chiesa di San
Carlo, mentre il centro del paesino ha mantenuto quasi completamente la sua
fisionomia. Una tradizione molto importante è quella della tonnara, una delle
ultime rimaste in attività. Un'altra tonnara storica è poi quella di Portoscuso,
sulla terraferma. Tornando a Carloforte, il posto più tradizionale dove mangiare
è Al Tonno di Corsa: mosciame, bottarga, “cascà” alla tunisina. Per comprare il
tonno, affidatevi all'azienda conserviera che ha il controllo delle tonnare.
DA NON PERDERE
I Tenores

Il canto sardo tradizionale a cappella, ancora diffuso in molti piccoli paesi, è di
bellezza struggente, e ha un gran numero di estimatori in tutta l'Italia.
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Sardegna

  • 1. SARDEGNA FAVATA Ingredienti per 4 persone: • 500 g di polpa di maiale • Costine • Piedini • Orecchie • Ossa di maiale (eventuali) • 300 g di salsiccia fresca • 200 g di pancetta • 500 g di fave secche • 4 mazzi di finocchietti selvatici • 2 finocchi • 2 mazzi di cardi • Foglie di cavolo • 2 cipolle lunghe • 200 g di lardo • 2 pomodori secchi • Aglio • Prezzemolo • Peperoncino Preparazione Tenere le fave ammollate in acqua dal giorno precedente. Ottenere con le carni il brodo e mettervi a cuocere le fave per circa un'ora assieme ai finocchietti tagliati a pezzetti. Appena cotto aggiungere i cardi mondati, le foglie di cavolo, i finocchi, le cipolline tagliate a fette. A fine cottura aggiustare di sale grosso, rituffare le carni nel brodo arricchito. Completare con il pesto ottenuto dal battuto di lardo, dai pomodori e dagli altri ingredienti.
  • 2. DOVE ASSAGGIARLA Pane e vino di Sardegna, via Dante 32, Cagliari
  • 3. CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI Un'isola con una gastronomia multiforme: questa è la Sardegna, una regione che ha tratti quasi “esotici” in molte sue espressioni culturali. La cucina non è da meno: le aragoste e i tonni di Carloforte convivono con i malloreddus (gnocchetti sardi), con l'arcinoto maialetto arrosto, e con preparazioni ancor più ancestrali a base d'agnello, grande risorsa sarda.Proprio da questa cultura della pecora e della capra, ci viene uno dei prodotti più rari: il callu de cabreddu. Si tratta di uno stomaco di caprettoin cui è versato latte di capra: il caglio presente nello stomaco fa coagulare il latte, che diventa così un particolarissimo formaggio. Anticamente si usava addirittura lo stesso stomaco ancor pieno di latte di un capretto appena ucciso, sfruttando quindi il latte già presente.Gli altri formaggi sardi sono senza dubbio più facili da approcciare. Il Pecorino Romano DOP, che fa riferimento, nel nome, a quei soldati romani cui spettavano razioni di formaggio, è prodotto quasi totalmente in Sardegna: di grandi dimensioni, è caratterizzato da una pasta dura, perfetta da grattugiare. Più piccolo, ma ugualmente idoneo a stagionatura, è anche il Pecorino Sardo DOP, mentre il Fiore Sardo DOP ha un sapore più dolce. Assai ricercato è il Pecorino di Osilo, molto raro, prodotto nel Sassarese e caratterizzato dalla pasta molto pressata. Tra i formaggi di latte di mucca, è oltremodo interessante il Casizolu del Montiferro: un formaggio della famiglia dei caciocavalli, ottenuto anche da latte di antica razza sardo-modicana.Salumi? Anzitutto, la salsiccia sarda di maiale, di forma allungata e spesso piegata a U. Poi, il prosciutto crudo, spesso ottenuto da maiali allo stato brado: uno dei più famosi è quello di Desulo, un piccolo centro sulle pendici del massiccio del Gennargentu. Da tempo, inoltre, qualche azienda ha lanciato la produzione di caratteristici insaccati di pecora, molto saporiti.E' impossibile chiudere la rassegna gastronomica sarda senza menzionare la bottarga di muggine, ottenuta dalle uova dei cefali essiccate: quella dello stagno di Cabras, vicino Oristano, è particolarmente rinomata.Il vino sardo per antonomasia è il Cannonau, un rosso di gran corpo, ottenuto da un'uva che si dice imparentata con la grenache.
  • 4. L’OGGETTO IL SA CROBI Sa Crobi o Sa Corbula e' una cesta di grandi dimensioni - un contenitore di vimini intrecciato. I personaggi storici che lo hanno piu' utilizzato a tal punto da trasformarlo in letto per la notte e strumento di lavoro di giorno sono stati i " Piccioccus de Crobi " Sono figure caratteristiche della vita cittadina a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Si trattava di ragazzini -servitori di piazza - che per pochi soldi trasportavan nella loro cesta le merci di chi acquistava ai mercati. Appartenevano agli strati più umili della società e il periodo nel quale lavoravano era tra i dieci e i diciotto anni di vita. La crobi (cesta) era il segno del loro mestiere. Sono espressione di un mondo povero e spesso equivoco. Non avevano una dimora stabile e spesso stazionavano a Cagliari sotto i portici della Via Roma vicino al palazzo Vivanet, nella zona intorno ai vecchi mercati del Largo Carlo Felice, o sulle banchine del porto e la stazione ferroviaria. Oggetto Sardegna
  • 5. ITINERARI (IN) CONSUETI LA SARDEGNA DIMENTICATA La Sardegna settentrionale, quella sassarese, presenta tratti selvaggi che tuttora incantano. Perfino Alghero, bella città rivierasca di tradizione catalana, ha dei dintorni che sembrano incontaminati. Per esempio, Monti Sixeri, un comprensorio agrituristico di appartamenti e di allevamento allo stato brado di maiali, da cui Domenico e Pasquale Manca traggono un eccellente prosciutto. Nel complesso, è presente un ristorante, Le Pinnette, che cucina pietanze sarde classiche. Andando verso l'interno, il paesaggio diventa più aspro, e il turismo diminuisce. Il paesino di Villanova Monteleone è un tipico esempio di sonnolenta cittadina sarda, tranquilla e isolata. Tuttavia qui non si resta con le mani in mano: la Cooperativa Allevatori Villanovesi produce il formaggio più famoso della Sardegna, il Pecorino, per non parlare della ricotta. Andando più su, incontriamo Putifigari, paesino ancor più minuscolo, con una chiesa parrocchiale cinquecentesca. Poi Uri, una delle città simbolo del carciofo spinoso sardo, che qui è già pronto agli inizi di novembre. Nelle vicinanze, conviene visitare la necropoli nuragica di Santu Pedru, di alcune migliaia di anni prima di Cristo. Un ultimo indirizzo per il vino: Gianni “Billa” Cherchi, di Usini, realizzatore di formidabili vini rossi come il Cagnulari e il più noto Cannonau.
  • 6. CARLOFORTE Carloforte, sull'isola di San Pietro, è forse il posto più particolare della Sardegna. Si può quasi considerare una propaggine di Genova in terra sarda: fu colonizzata nel '500 da oriundi della capitale ligure, che vi traslarono una porzione cospicua della loro cultura. Tant'è che anche oggi a Carloforte si parla il tabarchino, un dialetto di tipo genovese. Non troppo antica, è comunque bella da vedere la neoclassica chiesa di San Carlo, mentre il centro del paesino ha mantenuto quasi completamente la sua fisionomia. Una tradizione molto importante è quella della tonnara, una delle ultime rimaste in attività. Un'altra tonnara storica è poi quella di Portoscuso, sulla terraferma. Tornando a Carloforte, il posto più tradizionale dove mangiare è Al Tonno di Corsa: mosciame, bottarga, “cascà” alla tunisina. Per comprare il tonno, affidatevi all'azienda conserviera che ha il controllo delle tonnare.
  • 7. DA NON PERDERE I Tenores Il canto sardo tradizionale a cappella, ancora diffuso in molti piccoli paesi, è di bellezza struggente, e ha un gran numero di estimatori in tutta l'Italia.