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EMILIA ROMAGNA
GNOCCO FRITTO
Ingredienti per 4 persone:
•500 g di farina di grano tenero
•40 g di strutto
•Acqua
•40 g di lievito di birra

Preparazione
consiste in un intriso di fior di farina con acqua (alcuni lo impastano con latte,
altri con acqua minerale, che aiuterebbe la lievitazione al momento della
frittura), lievito, sale e strutto in piccola quantità.
Si tira in soglia non troppo sottile, dopo aver fatto riposare la pasta per circa
15/20 minuti e la si ritaglia in rombi, la si frigge in abbondante olio o con strutto
molto caldi: è ideale con i salumi, per uno spuntino pomeridiano, una cena
genuina o anche una sostanziosa colazione.
Una variante consiste nel farcire i pezzi di gnocco con sottilissime fette di
formaggio, procedendo come per un tortello. In ogni caso dovrò essere
mangiato ben caldo, appena fritto.
CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO
Lo Gnocco Fritto è un piatto della tradizione emiliana, ormai ampiamente diffuso
in tutto il paese, anche per la semplicità degli ingredienti e della preparazione.
Nonostante la ricetta sia uguale per l’intera regione, la definizione gnocco fritto è
utilizzata nel modenese, nelle altre provincie, la stessa pietanza assume nomi
diversi: crescentina a Bologna, torta fritta a Parma, chisulèn o burtlèina nell’area
di Piacenza. Lo gnocco fritto è sicuramente una preparazione molto antica
pare, infatti, che le origini risalgano ai Longobardi, che lasciarono la ricetta in
eredità agli abitanti della regione, in seguito alla loro lunga dominazione nei
territori emiliani. Solitamente proposto come antipasto, accompagnato dai
gustosi affettati della regione o da formaggi e verdure, ma anche da zampone
tiepido, può essere considerato un piatto unico, visto l’alto valore nutrizionale
degli ingredienti.
DOVE ASSAGGIARLA
All’Hosteria Giusti di Modena, alla Trattoria Cà dell’Orso a Ponte dell’Olio,
oppure nell’Appennino modenese a Ponte Gombola nel comune di Polinago
(MO), nella zona definita Valle degli Asinelli, presso la Podesteria, in via
Castello, 16 tel. 335/7018182. La podesteria o Asineria di Gombola è una
fattoria a conduzione familiare e rientra tra i progetti di Aria Aperta, struttura di
servizi per il turismo, l’ambiente e il tempo libero. Il progetto, volto a sviluppare
un’azione di conoscenza dell’asino, nella sua dimensione naturalistica, storica,
didattica e ricreativa, ne suggerisce la valorizzazione nell’ambito
dell’educazione ambientale, escursionistica e di pet-teraphy e propone attività
ludiche, formative, escursioni e gastronomia con prodotti del territorio. E’
possibile soggiornare nell’ostello, ma anche in tenda, negli spazi appositamente
messi a disposizione.
CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI

La gastronomia dell’Emilia Romagna è estremamente variegata e ricca di
tipicità. I prodotti DOP e IGP sono innumerevoli, espressione della passione e
del legame che lega gli abitanti della regione al proprio territorio e della lunga
esperienza che gli ha condotti a ricavare dalla terra prodotti di grande qualità,
protagonisti di piatti eccellenti. Con tutta probabilità, le lasagne con il ragù alla
bolognese e i tortellini sono tra i piatti italiani più noti, oltre i confini nazionali,
secondi solo alla pizza e agli spaghetti. Nella regione ha, peraltro, avuto origine
uno dei simboli gastronomici nazionali nel mondo: il Parmigiano Reggiano,
celebrato nella regione anche dall’omonimo Museo ubicato nel comune di
Soragna, in provincia di Parma. Per chi desidera acquistarlo sul territorio,
l’Azienda Biologica Hombre di Modena offre un prodotto biologico, lavorato
secondo tradizione, pur nel rispetto di standard produttivi rigorosi. Per
comprendere la complessità della cultura gastronomica dell’Emilia Romagna è
necessario considerare, sia la dimensione territoriale, sia quella storica, che
hanno entrambe contribuito a determinare lo sviluppo di due differenti tradizioni
culinarie, quella emiliana e quella romagnola. L’utilizzo del grano, introdotto
dagli Etruschi già nell’antichità, accomuna le due tradizioni gastronomiche, che
contano tra le proprie tipicità diverse preparazioni che prevedono l’impiego della
farina, come le Tigelle o Crescentine di Modena, la Stria, tipica focaccia
emiliana, oppure l’Erbazzone, torta salata, sempre di origine emiliana, e la
Ciupeta o Coppia ferrarese. La discriminante fondamentale tra la cucina
emiliana e quella romagnola risiede principalmente nel differente processo di
panificazione tradizionale, che viene interpretato, in Emilia, dal gnocco fritto
che prevede l’impiego di strutto, e in Romagna, area costiera e porta verso
l’oriente, di dominazione bizantina, dalla piadina cotta direttamente sul testo
nella brace, senza lievito, e di chiara ispirazione mediorientale. Il territorio
emiliano, prevalentemente continentale, mostra tratti evidenti della
contaminazione culturale con i Longobardi. L’allevamento del maiale, introdotto
dai Galli e praticato in modo intensivo dai Longobardi, ne è la prova lampante.
La geografia dei prodotti e la loro distribuzione segue le caratteristiche
morfologiche del territorio, delineate dalla presenza dell’Appennino a sud e a
ovest, del fiume Po’ a nord e dal mare Adriatico a est.
La fascia montana offre i prodotti di alpeggio, mentre le zone costiere e fluviali
privilegiano il consumo di pesce di mare e di stagno. Nella Pianura Padana si
praticano l’allevamento e l’agricoltura, la Vacca bianca modenese e la Razza
bovina romagnola, entrambi presidi Slow Food, ne sono esempi straordinari. La
stessa Pianura Padana e le pianure romagnole rappresentano, peraltro, il luogo
di incontro e scambio dei sistemi gastronomici sopra descritti. L’Emilia è terra di
cucina ricca, che propone paste ripiene, sia di carne, sia di magro, come
tortellini e ravioli, che racchiudono ripieni diversi, a seconda della zona, fatti
per esaltare l’ottima sfoglia, realizzata a mano, ma anche, soprattutto a
Bologna, da lasagne e cannelloni, conditi con il celeberrimo ragù alla
bolognese (probabilmente affino parente del ragout francese) e con la
besciamella. Per quanto riguarda i secondi piatti, nel piacentino sono frequenti i
brasati mutuati, con tutta probabilità, dal vicino Piemonte, mentre spostandosi
verso ovest, cioè verso il centro Italia, trionfano gli arrosti. Tuttavia, in Emilia,
l’elemento irrinunciabile di qualsiasi percorso gastronomico, resta degnamente
rappresentato dai derivati del maiale. Oltre ai Ciccioli, cotechini e zamponi,
spiccano gli insaccati: dal Prosciutto di Parma, al Culatello di Zibello (presidio
Slow Food), senza trascurare la Pancetta e la Coppa Piacentina, la Mortadella
Bologna e la Mariola delle colline piacentine e del basso parmense, presidio
Slow Food; un bouquet di prodotti dalla qualità e dal gusto inimitabile. A
Langhirano, nella patria di elezione del prosciutto, ha sede il Museo del
Prosciutto e dei Salumi di Parma, dove è possibile approfondire la conoscenza
dei prodotti e dell’arte salumaria parmense. Per fare rifornimento di salumi,
formaggi e prodotti tipici emiliani di qualità, a un giusto prezzo, è d’obbligo una
tappa a Fidenza, presso Agrifidenza. Per un pranzo o una cena a base di
prodotti nostrani e di cucina emiliana tradizionale ottimamente rivisitata, il luogo
ideale è il ristorante Al Vedel di Colorno, sempre in provincia di Parma. Nel
vasto patrimonio gastronomico emiliano, un posto di sicura eccellenza è
occupato dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, preparato
esclusivamente nel territorio della provincia di Modena, utilizzando mosto cotto
e metodi di lavorazione appartenenti a una tradizione millenaria; l’impiego del
balsamico di Modena era difatti già diffuso alla corte degli Estensi. Nella
cittadina di Spilamberto, a questo versatile e straordinario prodotto è dedicato il
Museo del Balsamico Tradizionale, che ospita anche la sede della Consorteria
dell’Aceto Balsamico Tradizionale, una organizzazione che sostiene e
promuove iniziative e manifestazioni dirette alla tutela del prodotto.
Presso il museo è anche possibile acquistare balsamico di Modena, selezionato
dalla Consorteria. Prodotti della tradizione regionale e modenese di ottima
qualità, compresi aceto balsamico tradizionale, parmigiano reggiano, ma anche
pesci dell’Adriatico sono disponibili presso il Mercato Albinelli, un mercato
coperto costruito ai primi del novecento, erede del tradizionale mercato che
animava le strade della città di Modena, già nel Medioevo.
Modena è, tra l’altro, una tappa irrinunciabile in un viaggio alla ricerca delle
eccellenze gastronomiche, non solo regionali, in via Stella, infatti, ha sede
l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, chef pluristellato Michelin e
classificato al terzo posto tra i migliori cinquanta chef del mondo, nella ormai
nota competizione the World’s 50 Best Restaurants Guide, organizzata dalla
rivista anglosassone Restaurant Magazine.
Se l’Emilia è ricca e grassa, con una cucina fortemente contraddistinta dall’uso
del burro, come in quasi tutto il nord Italia, la Romagna profuma di spezie e
aromi; la cucina romagnola racconta della contaminazione con il centro e il sud
Italia, comprovata dall’impiego di peperoncino, pomodoro e dalla modalità
diffusa di cottura alla griglia, sicuro retaggio culturale degli spiedi medioevali,
ancora in auge nell’Italia centrale. In Romagna si usa anche l’Olio extravergine
di oliva, prodotto a Brisighella nel ravennate in quantità piuttosto modeste, ma
con una qualità molto elevata. La presenza del mare ha sicuramente inciso
nella tradizione gastronomica delle terre romagnole; qui il pesce trionfa nelle
grigliate, nei fritti e nei guazzetti, ma anche - per pesci di qualità, come rombi,
sampietro e sogliole - servito semplicemente condito con olio e limone. In
provincia di Ferrara, nelle Valli di Comacchio, uno dei più complessi sistemi
lagunari italiani, il vero primo attore in cucina è l’anguilla, marinata nel modo
tradizionale (presidio Slow Food) o interpretata, non solo a Natale, in ben
quarantotto piatti diversi, tra cui alcuni molto ricercati. Molto diffusa anche la
miticoltura. La cucina di carne è presente, soprattutto nell’entroterra e impiega,
per lo più, carne bovina, anche se dal maiale si ricava uno dei prodotto tipici
dell’eccellenza gastronomica ferrarese, la Salamina da Sugo .
Tra i primi piatti prevalgano i Passatelli, le Burricche (un particolare tipo di
agnolotto) e il Pasticcio alla ferrarese, piatto rappresentativo della sontuosa
cucina estense, composto da un involucro di pasta frolla ripieno di pasta corta,
condita con ragù e funghi. Tra le tipicità espresse dalla tradizione gastronomica
romagnola spicca il formaggio di fossa che trova in Valmarecchia,
principalmente nel comune di Sogliano al Rubicone, la sua area di eccellenza.
L’infossatura del formaggio è una pratica che risale al medioevo, quando i
contadini solevano conservare gli alimenti in fosse scavate in ambienti tufacei,
sia per preservarli nel tempo, sia per sottrarli ad eventuali razzie.
In Romagna l’infossatura del formaggio conserva ancora il fascino di una
tradizione antica e le caratteristiche di un rito collettivo; nel mese di agosto, le
fosse vengono preparate bruciandovi all’interno della paglia per assorbire
l’umidità in eccesso e per eliminare eventuali batteri che possono intervenire
nella fermentazione del formaggio.
La fossa viene poi ricoperta con una strato di paglia e, una volta infossato il
formaggio, chiusa con tavole di legno e sabbia per essere riaperta solo tre mesi
dopo, a novembre, nell’ambito dei festeggiamenti organizzati proprio per
celebrare la sfossatura del prezioso formaggio. Prodotto con latte ovino o
vaccino è delizioso saltato in padella con paste o gnocchi, nei ripieni di tortelli e
ravioli, oppure con confetture e miele; può essere anche grattugiato, se giunto
al giusto livello di stagionatura.
A Sogliano al Rubicone esistono molti produttori del rinomato formaggio, alcuni
dei quali organizzano degustazioni e visite alle fosse; la Fossa Pellegrini è una
delle più conosciute, selezionata anche dal Gambero Rosso quale azienda tra i
maggiori produttori di eccellenze gastronomiche, anche per il suo formaggio di
fossa. Nell’Appennino Tosco-Romagnolo, nelle provincia di Forlì-Cesena, si
produce, invece, il Raviggiolo, un latticino piuttosto raro, presidio Slow Food,
realizzato con latte vaccino crudo e da consumarsi fresco, entro tre, quattro
giorni dalla produzione. Un’altra icona gastronomica della Romagna, è
senz’altro la piadina che in Alta Romagna (Forlì e Ravenna) è preparata in una
versione più spessa, mentre nella Bassa Romagna (Riccione) è molto sottile e
sfogliata. Irresistibile in entrambe le versioni, farcita con affettati, verdure e,
soprattutto, con il famosissimo Squacquerone, un altro formaggio DOP tipico
del territorio, è l’indiscussa protagonista gastronomica di una vacanza in
Romagna. E’ buona quasi ovunque, spesso preparata al momento, soprattutto
nei numerosissimi chioschi presenti un po’ su tutto il territorio. Da assaggiare, a
Ravenna, quella de La Piadina dello Chef, in via Teodorico (poco lontano
dall’omonimo mausoleo) tel. 3394071285 e a Rimini quella della Lella.
Nella vasta gamma delle tipicità regionali non mancano certamente prodotti
ortofrutticoli garantiti da marchi DOP e IGP, che ne tutelano la qualità e ne
certificano l’origine, come le Pere dell’Emilia Romagna, le Pesche e le Nettarine
di Romagna, le Ciliegie di Vignola, le Amarene brusche di Modena e il Marrone
di Castel del Rio, cittadina che ospita anche il Museo del Castagno; tra le
verdure troviamo la Patata di Bologna, il Fungo di Borgotaro, lo Scalogno di
Romagna e il pregiato Asparago verde di Altedo.
La grande abbondanza di frutta fresca e secca, suggerisce la preparazione di
dolci tipici, come la crostata di ciliegie e di castagne, ma anche i ravioli di
marroni e le castagnole e, per Natale, il classico Pan Speziale. Inimitabili
anche la Torta Barozzi e la Torta Muratori, tipiche della cittadina di Vignola, da
gustare rigorosamente presso la Pasticceria Gollini , che ne conserva
gelosamente, da generazioni, le ricette originali.
Ad esaltare gli ottimi sapori dei prodotti e delle preparazioni regionali,
concorrono i tantissimi vini dell’Emilia Romagna, ne citiamo solamente alcuni,
tra le DOC più conosciute: Sangiovese di Romagna, Lambrusco di Sorbara,
Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro,
Bonarda Colli Piacentini, Gotturnio Colli Piacentini, Colli Piacentini Ortrugo,
Albana di Romagna e Trebbiano di Romagna. Gli amanti del vino, non possono
non programmare una sosta alla Enoteca Regionale della Rocca Sforzesca di
Dozza che espone oltre mille etichette di vino da scoprire e degustare.
DA NON PERDERE
CASA ARTUSI

E’ un centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. E’
ricavato dalla ristrutturazione del Complesso Monumentale della Chiesa dei
Servi di Forlimpopoli, luogo di nascita di Pellegrino Artusi, scrittore e
gastronomo, padre riconosciuto della cucina italiana moderna. Il Centro intende
promuovere la cucina domestica, in particolare quella romagnola e i prodotti del
territorio. Nell’ambito di Casa Artusi hanno trovato spazio la biblioteca P. Artusi,
un ristorante, la scuola di cucina, uno spazio eventi e una bottega dove è
possibile acquistare oggetti legati al mondo della cucina di casa.
AUTORI E STORIE IN EMILIA ROMAGNA
Almost Blue, Carlo Lucarelli – Einaudi 1997
“Io, Bologna, non l’ho mai vista. Ma la conosco bene, anche se probabilmente è
una città tutta mia. E’ una città grande: almeno tre ore”
Il romanzo è un giallo a tinte forti, che Lucarelli contestualizza negli ambienti
universitari e nei locali notturni di una Bologna livida e, a tratti, sinistra. La
vicenda ruota attorno a tre personaggi. Grazia, una giovane e ambiziosa
poliziotta, incaricata di indagare sulle misteriose morti di alcuni studenti, uccisi e
orrendamente sfigurati. L’assassino, “l’Iguana”, per come lui stesso si descrive:
“un rettile verdastro, una grossa lucertola con dorso crestato, capace di
cambiare pelle ogni volta”, che uccide e assume l’identità della sua ultima
vittima. Simone, giovane e sensibile ragazzo non vedente, che misura il mondo
con i suoni e le voci che recepisce attraverso uno scanner e che sembra essere
l’unico a “vedere” veramente, oltre la pelle dell’iguana, la sua anima dilaniata.
L’intero romanzo si snoda tra le note struggenti di “Almost Blue”. Il libro scorre
tutto d’un fiato, con ritmo serrato e la giusta dose di suspance. Notevole
l’intreccio tra la trama e il sottofondo musicale, descritto in modo magistrale
dall’autore, tanto che, leggendo il libro, sembra quasi di sentirla, la magica
tromba di Chet Baker.
L’OGGETTO
Ferro per passatelli

E’ l’utensile più antico e tradizionale usato per fare i tipici passatelli. In Romagna
è chiamato “e fér”, il ferro. E’ possibile acquistarlo, ma è difficilmente reperibile
al di fuori della regione. Oggi, per fare i passatelli, esistono utensili di più facile
impiego, simili ai comuni schiacciapatate, oppure torchietti realizzati in rame o
plastica.
EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE
 Festa Artusiana, a Forlimpopoli (FC), nel mese di giugno;
 Festa dei Ciliegi in Fiore, a Vignola (MO), a cavallo tra marzo e aprile;
 Festival del Prosciutto di Parma, evento diffuso nelle zone tipiche di
produzione (provincia di Parma), nel mese di settembre;
 Fiera Nazionale del Fungo Porcino di Albareto, ad Albareto (PR), nel mese di
settembre;
 SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, quartiere fieristico
Bologna (BO), nel mese di settembre;
 Mortadella, please, Festival Internazionale della Mortadella di Zola Predosa,
a Zola Predosa (BO), a settembre-ottobre
 MISEN Salone Nazionale delle Sagre, presso quartiere fieristico di Ferrara
(FE), nel mese di aprile;
 Coppa del Mondo della Gelateria, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di
gennaio;
 SIGEP, Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria e Panificazione
Artigianali, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di gennaio;
 Wine Food Festival Emilia Romagna, evento diffuso in tutta la Regione, da
settembre a dicembre.
SAGRE
 Gustasanvito, a San Vito Spilanberto (MO) , nel mese di giugno;
 Sagra del Pesce di Gorino, a Gorino (FE) ultimo week end di maggio e tutti i
fine settimana di giugno;
 Fiera del Formaggio di Fossa, a Sogliano al Rubicone (FC), nel mese di
novembre;
 Vignola è tempo di ciliegie, a Vignola (MO) nel mese di giugno;
 Sagra della Salamina da Sugo al cucchiaio, a Madonna Boschi (FE), fine
settembre, inizio ottobre;
 Festa della Pancetta, a Ponte dell’Olio (PC), nel mese di giugno;
 Festa del Tortello, a Vigolzone (PC), nel mese di luglio;
 Sagra del Lambrusco e degli spiriti diVini, ad Albinea (RE), nel mese di
giugno;
 Sagra della Patata, a Sant’Agata Bolognese (BO), nel mese di luglio;
 Sagra del Cotechino, ad Alberone (FE), fine agosto, inizio settembre;
 Sagra della Pera, a Vigarano Pieve (FE), nel mese di settembre;
 Fiera dello scalogno di Romagna, a Riolo Terme (RA), nel mese di luglio;
 Festa della Coppa piacentina, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di
settembre;
 Sagra del Marrone, a Castel del Rio (BO), nel mese di ottobre;
 Sagra dell’Anguilla, a Comacchio (FE), nel mese di ottobre;
 Sagra del Cicciolo, a Castellarano (RE), nel mese di novembre;
 Sagra del Tortellino, a Calderara di Reno (BO), nel mese di dicembre;
 Sagra della Seppia, a Cervia (RA), nel mese di marzo;
 Sagra dello Storione e del Pesce di Mare, a Burana (FE), a luglio-agosto;
 Sagra della Vongola, a Goro (FE), nel mese di luglio;
 Sagra dell’Asparago Verde, ad Altedo (BO), nel mese di maggio;
 Festa del Culatello, a Zibello (PR), nel mese di giugno;
 GUT, Festival del Gutturnio, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di
giugno.
ALTRI EVENTI
 Il Mondo Creativo, presso Bologna Fiere (BO), nel mese di novembre;
 Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, a Santarcangelo
di Romagna nel periodo estivo;
 Porretta Soul Festival, a Porretta Terme, nel mese di luglio;
 Ferrara Buskers Festival, a Ferrara, nel mese di agosto;
 Ferrara Balloons Festival, a Ferrara, nel mese di settembre;
 Ravenna Festival, a Ravenna da giugno a novembre;
 Future Film Festival, evento diffuso a Bologna, a marzo-aprile;
 Bellaria Film Festival, evento diffuso a Bellaria, nel mese di giugno;
 Porretta Cinema, a Porretta Terme, la data è stabilita di anno in anno.
 FELLINIANNO 2013, evento diffuso a Rimini per le celebrazioni del ventennale
della morte di Federico Fellini.
ITINERARI (IN) CONSUETI
BOLOGNA CITTÀ “DOTTA” “CREATIVA”

E

“MUSICALE”

Bologna, capoluogo della regione, è definita “la dotta” perché ospita una delle
più antiche università d’Italia; animata da migliaia di studenti italiani e stranieri, è
una città giovane e cosmopolita, pur nella sua dimensione raccolta e, per certi
versi, provinciale. A Bologna soffia da sempre il vento della cultura e della
creatività, trasformata in linfa vitale che alimenta progetti e inventa nuovi spazi
di fruizione dell’arte e della cultura. Unico centro abitato esteso percorso da
quasi quaranta chilometri di portici, divenuti luogo di commercio e socialità e
simbolo dell’ospitalità bolognese, la città individua il suo cuore pulsante in
Piazza Maggiore, la famosa “piazza Grande”, cantata dal noto musicista e
cantautore, Lucio Dalla, nato e vissuto a Bologna. Sulla piazza, oltre alla
celebre Fontana del Nettuno, si affacciano i più importanti edifici dell’epoca
medioevale: il Palazzo Comunale, il Palazzo dei Banchi e il Palazzo del
Podestà. A sud della piazza si trova l’imponente Basilica di San Petronio, che
conserva il più grande tra gli organi storici ancora in uso, costruito tra il 1470 e il
1475. Tra le arti care alla città, quella musicale è senz’altro una delle più antiche
e radicate, Bologna, infatti, è stata dichiarata dall’UNESCO “città creativa della
musica”. La collezione Tagliavini, una importante raccolta di strumenti antichi,
unici per bellezza e qualità del suono, è custodita nell’ambito del bellissimo
Complesso Religioso di San Colombano. Documenti relativi alla presenza in
città di personaggi quali Mozart e Liszt sono conservati nelle sale
dell’Accademia Filarmonica, a Palazzo Carrati, ora sede dell’Orchestra Mozart,
fondata da Claudio Abbado e visitabile gratuitamente per gruppi, su
prenotazione (tel. 051/222997). Nelle bellissime e sontuose sale di Palazzo
Aldini Sanguinetti è, invece, allestito il Museo Internazionale della Musica, che
racconta la storia della musica, attraverso strumenti, partiture, documenti, libri e
oggetti rari, appartenuti a cantanti e musicisti. La città ospita anche uno dei più
antichi teatri lirici d’Italia, il primo teatro pubblico, voluto dalla cittadinanza e non
inserito in una residenza nobiliare: Il Teatro Comunale di Bologna che, proprio
nel 2013, compie duecentocinquanta anni. Realizzato su un progetto
dell’architetto Antonio Galli Bibiena, datato 1755, quando Bologna era già un
centro musicale di riferimento a livello europeo.
Il Teatro Comunale, con la sua acustica perfetta, grazie alla pianta “a campana
eufonica” e i suoi meravigliosi palchetti rococò, ospita da oltre due secoli, la
grande musica lirica internazionale.
Nel Museo Internazionale della Musica sono custoditi, il plastico originale del
progetto del Teatro Comunale e il modello del raffinato macchinario in legno,
realizzato sotto la platea, nell’ottocento, che, con argani e corde, consentiva di
sollevare il pavimento fino al palcoscenico, trasformando la spazio in un unico
salone per le feste; usato fino agli anni trenta del novecento è, oggi, in disuso,
per dare spazio alle dotazioni di sicurezza. Parlano, invece, i linguaggi della
modernità, delle nuove tecnologie e della multimedialità progetti come il Link,
che a Bologna ha dato vita, a partire dai primi anni novanta, ad uno spazio
contemporaneo, nato senza una connotazione precisa, che propone proiezioni,
concerti, installazioni e laboratori e che ospita dibattiti, festival e rassegne
all’insegna della “sperimentazione” e della “contaminazione” tra i differenti
linguaggi della comunicazione. Poco fuori dalla città, a Calderara di Reno, ha
invece sede l’Associazione ReMida Bologna_Terra D’Acqua, Centro di Riuso
Creativo dei Materiali di Scarto Aziendale, che mette a disposizione spazi,
attrezzi, materiali e laboratori e organizza corsi, seminari ed eventi sui temi del
riciclo e del ri-uso creativo dei materiali, promuovendo sensibilità ambientali ed
ecologiche. Assolutamente da non perde anche il MAMbo il Museo d’Arte
Moderna di Bologna, quasi diecimila metri quadrati dedicati alla
sperimentazione e alla cultura visiva.
TRA FIUME E MARE: COMACCHIO I LIDI E IL PARCO DEL DELTA DEL PO

Esistono paesaggi inconsueti che incorniciano valli punteggiate da canali,
boschi, vecchi fari e casette di pescatori nascoste da fitti canneti. Uno scenario
affascinante, che sfuma nei tanti colori dipinti dal riverbero del sole, che
abbraccia la laguna. Si tratta dell’area deltizia emiliano-romagnola del fiume più
lungo e importante d’Italia; un’area protetta di grande suggestione, inserita nel
Parco Regionale del Delta del Po. Un ambiente dalle atmosfere dolci dove è
possibile ammirare i fenicotteri rosa, gli aironi e il cervo delle dune, ma anche
centri storici incantevoli, scorci medioevali e interessanti opere di regimazione
idraulica, perché la storia di queste terre, racconta della continua lotta dell’uomo
contro le acque del fiume e del mare. Gli itinerari percorribili sono numerosi, il
Parco propone escursione organizzate con personale esperto, a piedi, in bici o
con imbarcazioni a motore o elettriche. Gli amanti della natura, gli appassionati
di pesca e di bird watching possono scegliere di visitare la Riserva Naturale
Foce del Po di Volano o di fare una gita in barca, verso l’entroterra, nelle Valli di
Comacchio con visita a due vecchie stazioni da pesca (Pegoraro e Serilla), per
ammirare le strutture, le attrezzature e gli arredi originali dei “casoni” di valle,
dove un tempo vivevano i pescatori. Impossibile non farsi sedurre dalla discesa
del fiume Po fino alla foce del suo delta e all’Isola dell’amore”, una lingua di
sabbia che divide la Sacca di Goro dal mare (per info e tratte Navi del Delta). La
sua spiaggia è stata inserita da Legambiente tra le tredici più belle in Italia.
L’isola si raggiunge via mare dalla cittadina di Goro, nota per l’allevamento
delle vongole, oppure attraverso un sentiero naturalistico che parte da Gorino,
piccolo abitato di pescatori poco distante. L’unica struttura esistente sull’isola è
il faro, una costruzione realizzata nel secondo dopoguerra, che ha sostituito la
“Lanterna Vecchia” che, alla fine dell’ottocento, si ergeva su quella che, allora,
era la foce del Po. Il nuovo faro di Goro ospita La Lanterna (tel. 0336363322),
un romantico ristorante che serve specialità di pesce, tra cui la tradizionale
anguilla e gli immancabili mitili. Poco lontano da Goro, sempre nel Parco del
Delta del Po, nella Valle di Porticino, su una piccola isola collegata alla terra
ferma da un ponte di legno, si rivela il Ristorante La Zanzara, un posto
veramente speciale, aperto anche di inverno quando le nebbie avvolgono l’ex
rifugio di valle e la sala della trattoria accoglie i visitatori nel tepore prodotto da
un grande camino. Il ristorante è a conduzione familiare, in cucina operano la
madre, il padre e un fratello; i piatti sono quelli legati alla tradizione e ai prodotti
del territorio, rivisitati in modo non convenzionale dal giovane Sauro, mentre vini
e liquori sono selezionati da Samuele, che li serve insieme alla storia di ogni
vino e del suo produttore. Non essendo particolarmente grande è consigliabile
la prenotazione.
Il centro più importante del Delta del Po è Comacchio, pittoresca cittadina di
origini antiche, sviluppata su tredici isolotti, che le conferiscono il tipico impianto
da città lagunare, strutturata su canali, ponti e vie strette e tortuose. Il simbolo
iconografico della cittadina è il celebre Trepponti, un ponte monumentale
costituito da cinque scalinate e cinque archi. Altri edifici storici di rilievo sono la
Cattedrale di San Cassiano, la Loggia del Grano e la Torre dell’Orologio. Da non
perdere il Portico dei Cappuccini (il più lungo di Italia), dal quale si accede
all’Antica Manifattura dei Marinati, perfettamente ristrutturata e tornata in
funzione, ha riavviato il ciclo della lavorazione dell’anguilla, uno dei prodotti più
rappresentativi del territorio. Nella fabbrica, che ospita anche il Museo
dell’Anguilla, è possibile soffermarsi nella Sala dei Fuochi, per vedere i dodici
camini che cuociono le anguille infilate su lunghi spiedi, prima di essere passate
nella Sala degli Aceti per la tradizionale marinatura. L’atmosfera di Comacchio,
soprattutto al tramonto, è straordinaria con le acque chete dei canali che
riflettono i contorni delle case che vi si affacciano e un cielo la cui lucentezza
ricorda che ci si trova a poca distanza dal mare. Le spiagge di Comacchio si
stendono su una strisca costiera di circa venticinque chilometri nel Parco del
Delta del Po; i Lidi di Comacchio sono sette, ognuno dei quali si differenzia per
aspetto, caratteristiche e servizi offerti. Il Lido di Volano è il più selvaggio e
meno sviluppato, adatto per chi ama la pesca e le lunghe passeggiate; i Lidi
degli Scacchi e di Pomposa sono ideali per le famiglie, con vaste aree verdi e
spiagge attrezzate; di sicuro interesse per il rapporto qualità prezzo il Bagno
Miami di Lido degli Scacchi. Negozi, pub e discoteche contraddistinguono il
Lido degli Estensi; tra gli altri il Barracuda, discoteca frequentata da
giovanissimi e il Klink, street bar con ristorante a base di carne e pesce,
condotto dagli stessi gestori del Barracuda. Immediatamente dopo Lido
Scacchi, si arriva a Lido Spina, molto frequentato dai surfisti per l’ottima
esposizione al vento. Porto Garibaldi, il più antico dei lidi ferraresi, è uno dei
centri pescherecci più importanti dell’alto adriatico e adatto, sia ad un turismo
giovanile, sia alle famiglie.
Nel territorio del delta del Po non mancano elementi di attrazione per quanto
concerne il patrimonio storico e architettonico. L’interesse dei principi estensi
per queste terre, è rappresentato dal Castello della Mesola, con cinta muraria,
torri e relativa riserva di caccia (oggi Bosco di Santa Giustina, oasi naturale
insieme al Gran Bosco della Mesola); la funzione principale della struttura era
probabilmente quella di difendere Torre Abate, una grandiosa infrastruttura
idraulica, capace di portare a mare le acque di scolo delle valli bonificate,
attraverso porte vinciane. Tra le architetture religiose, l’Abbazia di Pomposa si
staglia con il suo alto campanile nella piatta distesa del delta del Po; bellissimo
l’atrio decorato e arricchito di sculture e maioliche.
Presso questa antica abbazia benedettina fu inventato, nel medioevo, il
pentagramma.
La scelta migliore per un soggiorno nel delta del Po, avendo modo di
apprezzare, sia la natura incontaminata, sia il mare è l’Albergo Rurale
Cannevie, nella omonima oasi naturale, con un servizio ristorante di buon
livello, che valorizza in modo creativo i prodotti del territorio.
RAVENNA CITTÀ DEI MOSAICI

E’ un fascino particolare quello che emana Ravenna, costantemente in bilico
tra la sua vocazione di capitale imperiale e quella di cittadina di provincia,
volutamente appartata e distante, eppure così vicina alle mete turistiche e
mondane della riviera romagnola. Non tutti lo sanno, ma Ravenna è stata per
tre volte capitale di tre imperi e racchiude un patrimonio artistico e culturale che
attira visitatori da ogni parte del mondo. L’arte mirabile e antica del mosaico
trova qui una delle sue massime espressioni. I mosaici cittadini sono, da secoli,
fonte di ispirazione per pittori, scultori, musicisti e poeti. Ad eccezione del
Mausoleo di Teodorico, il percorso monumentale della cittadina, che si snoda
tra: la Basilica di S. Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano
(o degli Ortodossi), il Battistero degli Ariani, la Basilica di S. Apollinare Nuovo, la
Basilica di S. Apollinare in Classe e la Cappella Arcivescovile, dichiarato
patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è caratterizzato dalla presenza di
splendidi mosaici. Forgiata da un patrimonio storico e artistico così importante e
antico, ma proiettata verso il futuro, la cittadina ha saputo declinare anche in
chiave moderna la nobile arte del mosaico, fatta di pietra e di luce; al MAR
(Museo d’Arte Città di Ravenna), un ex convento con splendidi chiostri, è
conservata una deliziosa collezione di mosaici degli anni ’50 e ’60 e lo spazio
ospita importanti mostre di arte moderna e contemporanea. Bellissimi mosaici
moderni si possono vedere anche nell’insolito scenario rappresentato dal Parco
della Pace, un parco urbano fuori dal centro storico.
Da non perdere la Ardea Purpurea, una fontana realizzata da un mosaicista
ravennate e ubicata in piazza della Resistenza. Per una pausa di gusto durante
la visita del centro storico, si può pranzare Al Rustichello, via Maggiore, 21 –
tel. 0544 36043, che offre cucina casareccia di buona qualità, oppure al
rinnovato, storico Caffè Belli, via Angiporto Bellini, 9 – tel. 0544 217274, che
ospita spesso mostre di giovani artisti locali; la cena può essere, invece,
l’occasione per provare le atmosfere sofisticate del Ristorante Cinema
Alexander, in perfetto stile Liberty, con cucina tipica rivisitata, ma all’insegna del
rispetto delle tradizioni. Per l’aperitivo o il dopo cena, il locale da vedere è
sicuramente il Fellini Scalinocinque di piazza Kennedy. Chi decide di trascorre
nella capitale dei mosaici più di un giorno, può rendere l’esperienza
indimenticabile soggiornando al Bed & Breakfast Casa Masoli, una stupenda
dimora storica dei primi del 700, con prezzi, tutto sommato, non eccessivi.

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Emilia romagna

  • 1. EMILIA ROMAGNA GNOCCO FRITTO Ingredienti per 4 persone: •500 g di farina di grano tenero •40 g di strutto •Acqua •40 g di lievito di birra Preparazione consiste in un intriso di fior di farina con acqua (alcuni lo impastano con latte, altri con acqua minerale, che aiuterebbe la lievitazione al momento della frittura), lievito, sale e strutto in piccola quantità. Si tira in soglia non troppo sottile, dopo aver fatto riposare la pasta per circa 15/20 minuti e la si ritaglia in rombi, la si frigge in abbondante olio o con strutto molto caldi: è ideale con i salumi, per uno spuntino pomeridiano, una cena genuina o anche una sostanziosa colazione. Una variante consiste nel farcire i pezzi di gnocco con sottilissime fette di formaggio, procedendo come per un tortello. In ogni caso dovrò essere mangiato ben caldo, appena fritto.
  • 2. CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO Lo Gnocco Fritto è un piatto della tradizione emiliana, ormai ampiamente diffuso in tutto il paese, anche per la semplicità degli ingredienti e della preparazione. Nonostante la ricetta sia uguale per l’intera regione, la definizione gnocco fritto è utilizzata nel modenese, nelle altre provincie, la stessa pietanza assume nomi diversi: crescentina a Bologna, torta fritta a Parma, chisulèn o burtlèina nell’area di Piacenza. Lo gnocco fritto è sicuramente una preparazione molto antica pare, infatti, che le origini risalgano ai Longobardi, che lasciarono la ricetta in eredità agli abitanti della regione, in seguito alla loro lunga dominazione nei territori emiliani. Solitamente proposto come antipasto, accompagnato dai gustosi affettati della regione o da formaggi e verdure, ma anche da zampone tiepido, può essere considerato un piatto unico, visto l’alto valore nutrizionale degli ingredienti. DOVE ASSAGGIARLA All’Hosteria Giusti di Modena, alla Trattoria Cà dell’Orso a Ponte dell’Olio, oppure nell’Appennino modenese a Ponte Gombola nel comune di Polinago (MO), nella zona definita Valle degli Asinelli, presso la Podesteria, in via Castello, 16 tel. 335/7018182. La podesteria o Asineria di Gombola è una fattoria a conduzione familiare e rientra tra i progetti di Aria Aperta, struttura di servizi per il turismo, l’ambiente e il tempo libero. Il progetto, volto a sviluppare un’azione di conoscenza dell’asino, nella sua dimensione naturalistica, storica, didattica e ricreativa, ne suggerisce la valorizzazione nell’ambito dell’educazione ambientale, escursionistica e di pet-teraphy e propone attività ludiche, formative, escursioni e gastronomia con prodotti del territorio. E’ possibile soggiornare nell’ostello, ma anche in tenda, negli spazi appositamente messi a disposizione.
  • 3. CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI La gastronomia dell’Emilia Romagna è estremamente variegata e ricca di tipicità. I prodotti DOP e IGP sono innumerevoli, espressione della passione e del legame che lega gli abitanti della regione al proprio territorio e della lunga esperienza che gli ha condotti a ricavare dalla terra prodotti di grande qualità, protagonisti di piatti eccellenti. Con tutta probabilità, le lasagne con il ragù alla bolognese e i tortellini sono tra i piatti italiani più noti, oltre i confini nazionali, secondi solo alla pizza e agli spaghetti. Nella regione ha, peraltro, avuto origine uno dei simboli gastronomici nazionali nel mondo: il Parmigiano Reggiano, celebrato nella regione anche dall’omonimo Museo ubicato nel comune di Soragna, in provincia di Parma. Per chi desidera acquistarlo sul territorio, l’Azienda Biologica Hombre di Modena offre un prodotto biologico, lavorato secondo tradizione, pur nel rispetto di standard produttivi rigorosi. Per comprendere la complessità della cultura gastronomica dell’Emilia Romagna è necessario considerare, sia la dimensione territoriale, sia quella storica, che hanno entrambe contribuito a determinare lo sviluppo di due differenti tradizioni culinarie, quella emiliana e quella romagnola. L’utilizzo del grano, introdotto dagli Etruschi già nell’antichità, accomuna le due tradizioni gastronomiche, che contano tra le proprie tipicità diverse preparazioni che prevedono l’impiego della farina, come le Tigelle o Crescentine di Modena, la Stria, tipica focaccia emiliana, oppure l’Erbazzone, torta salata, sempre di origine emiliana, e la Ciupeta o Coppia ferrarese. La discriminante fondamentale tra la cucina emiliana e quella romagnola risiede principalmente nel differente processo di panificazione tradizionale, che viene interpretato, in Emilia, dal gnocco fritto che prevede l’impiego di strutto, e in Romagna, area costiera e porta verso l’oriente, di dominazione bizantina, dalla piadina cotta direttamente sul testo nella brace, senza lievito, e di chiara ispirazione mediorientale. Il territorio emiliano, prevalentemente continentale, mostra tratti evidenti della contaminazione culturale con i Longobardi. L’allevamento del maiale, introdotto dai Galli e praticato in modo intensivo dai Longobardi, ne è la prova lampante. La geografia dei prodotti e la loro distribuzione segue le caratteristiche morfologiche del territorio, delineate dalla presenza dell’Appennino a sud e a ovest, del fiume Po’ a nord e dal mare Adriatico a est.
  • 4. La fascia montana offre i prodotti di alpeggio, mentre le zone costiere e fluviali privilegiano il consumo di pesce di mare e di stagno. Nella Pianura Padana si praticano l’allevamento e l’agricoltura, la Vacca bianca modenese e la Razza bovina romagnola, entrambi presidi Slow Food, ne sono esempi straordinari. La stessa Pianura Padana e le pianure romagnole rappresentano, peraltro, il luogo di incontro e scambio dei sistemi gastronomici sopra descritti. L’Emilia è terra di cucina ricca, che propone paste ripiene, sia di carne, sia di magro, come tortellini e ravioli, che racchiudono ripieni diversi, a seconda della zona, fatti per esaltare l’ottima sfoglia, realizzata a mano, ma anche, soprattutto a Bologna, da lasagne e cannelloni, conditi con il celeberrimo ragù alla bolognese (probabilmente affino parente del ragout francese) e con la besciamella. Per quanto riguarda i secondi piatti, nel piacentino sono frequenti i brasati mutuati, con tutta probabilità, dal vicino Piemonte, mentre spostandosi verso ovest, cioè verso il centro Italia, trionfano gli arrosti. Tuttavia, in Emilia, l’elemento irrinunciabile di qualsiasi percorso gastronomico, resta degnamente rappresentato dai derivati del maiale. Oltre ai Ciccioli, cotechini e zamponi, spiccano gli insaccati: dal Prosciutto di Parma, al Culatello di Zibello (presidio Slow Food), senza trascurare la Pancetta e la Coppa Piacentina, la Mortadella Bologna e la Mariola delle colline piacentine e del basso parmense, presidio Slow Food; un bouquet di prodotti dalla qualità e dal gusto inimitabile. A Langhirano, nella patria di elezione del prosciutto, ha sede il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma, dove è possibile approfondire la conoscenza dei prodotti e dell’arte salumaria parmense. Per fare rifornimento di salumi, formaggi e prodotti tipici emiliani di qualità, a un giusto prezzo, è d’obbligo una tappa a Fidenza, presso Agrifidenza. Per un pranzo o una cena a base di prodotti nostrani e di cucina emiliana tradizionale ottimamente rivisitata, il luogo ideale è il ristorante Al Vedel di Colorno, sempre in provincia di Parma. Nel vasto patrimonio gastronomico emiliano, un posto di sicura eccellenza è occupato dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, preparato esclusivamente nel territorio della provincia di Modena, utilizzando mosto cotto e metodi di lavorazione appartenenti a una tradizione millenaria; l’impiego del balsamico di Modena era difatti già diffuso alla corte degli Estensi. Nella cittadina di Spilamberto, a questo versatile e straordinario prodotto è dedicato il Museo del Balsamico Tradizionale, che ospita anche la sede della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale, una organizzazione che sostiene e promuove iniziative e manifestazioni dirette alla tutela del prodotto.
  • 5. Presso il museo è anche possibile acquistare balsamico di Modena, selezionato dalla Consorteria. Prodotti della tradizione regionale e modenese di ottima qualità, compresi aceto balsamico tradizionale, parmigiano reggiano, ma anche pesci dell’Adriatico sono disponibili presso il Mercato Albinelli, un mercato coperto costruito ai primi del novecento, erede del tradizionale mercato che animava le strade della città di Modena, già nel Medioevo. Modena è, tra l’altro, una tappa irrinunciabile in un viaggio alla ricerca delle eccellenze gastronomiche, non solo regionali, in via Stella, infatti, ha sede l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, chef pluristellato Michelin e classificato al terzo posto tra i migliori cinquanta chef del mondo, nella ormai nota competizione the World’s 50 Best Restaurants Guide, organizzata dalla rivista anglosassone Restaurant Magazine. Se l’Emilia è ricca e grassa, con una cucina fortemente contraddistinta dall’uso del burro, come in quasi tutto il nord Italia, la Romagna profuma di spezie e aromi; la cucina romagnola racconta della contaminazione con il centro e il sud Italia, comprovata dall’impiego di peperoncino, pomodoro e dalla modalità diffusa di cottura alla griglia, sicuro retaggio culturale degli spiedi medioevali, ancora in auge nell’Italia centrale. In Romagna si usa anche l’Olio extravergine di oliva, prodotto a Brisighella nel ravennate in quantità piuttosto modeste, ma con una qualità molto elevata. La presenza del mare ha sicuramente inciso nella tradizione gastronomica delle terre romagnole; qui il pesce trionfa nelle grigliate, nei fritti e nei guazzetti, ma anche - per pesci di qualità, come rombi, sampietro e sogliole - servito semplicemente condito con olio e limone. In provincia di Ferrara, nelle Valli di Comacchio, uno dei più complessi sistemi lagunari italiani, il vero primo attore in cucina è l’anguilla, marinata nel modo tradizionale (presidio Slow Food) o interpretata, non solo a Natale, in ben quarantotto piatti diversi, tra cui alcuni molto ricercati. Molto diffusa anche la miticoltura. La cucina di carne è presente, soprattutto nell’entroterra e impiega, per lo più, carne bovina, anche se dal maiale si ricava uno dei prodotto tipici dell’eccellenza gastronomica ferrarese, la Salamina da Sugo .
  • 6. Tra i primi piatti prevalgano i Passatelli, le Burricche (un particolare tipo di agnolotto) e il Pasticcio alla ferrarese, piatto rappresentativo della sontuosa cucina estense, composto da un involucro di pasta frolla ripieno di pasta corta, condita con ragù e funghi. Tra le tipicità espresse dalla tradizione gastronomica romagnola spicca il formaggio di fossa che trova in Valmarecchia, principalmente nel comune di Sogliano al Rubicone, la sua area di eccellenza. L’infossatura del formaggio è una pratica che risale al medioevo, quando i contadini solevano conservare gli alimenti in fosse scavate in ambienti tufacei, sia per preservarli nel tempo, sia per sottrarli ad eventuali razzie. In Romagna l’infossatura del formaggio conserva ancora il fascino di una tradizione antica e le caratteristiche di un rito collettivo; nel mese di agosto, le fosse vengono preparate bruciandovi all’interno della paglia per assorbire l’umidità in eccesso e per eliminare eventuali batteri che possono intervenire nella fermentazione del formaggio. La fossa viene poi ricoperta con una strato di paglia e, una volta infossato il formaggio, chiusa con tavole di legno e sabbia per essere riaperta solo tre mesi dopo, a novembre, nell’ambito dei festeggiamenti organizzati proprio per celebrare la sfossatura del prezioso formaggio. Prodotto con latte ovino o vaccino è delizioso saltato in padella con paste o gnocchi, nei ripieni di tortelli e ravioli, oppure con confetture e miele; può essere anche grattugiato, se giunto al giusto livello di stagionatura.
  • 7. A Sogliano al Rubicone esistono molti produttori del rinomato formaggio, alcuni dei quali organizzano degustazioni e visite alle fosse; la Fossa Pellegrini è una delle più conosciute, selezionata anche dal Gambero Rosso quale azienda tra i maggiori produttori di eccellenze gastronomiche, anche per il suo formaggio di fossa. Nell’Appennino Tosco-Romagnolo, nelle provincia di Forlì-Cesena, si produce, invece, il Raviggiolo, un latticino piuttosto raro, presidio Slow Food, realizzato con latte vaccino crudo e da consumarsi fresco, entro tre, quattro giorni dalla produzione. Un’altra icona gastronomica della Romagna, è senz’altro la piadina che in Alta Romagna (Forlì e Ravenna) è preparata in una versione più spessa, mentre nella Bassa Romagna (Riccione) è molto sottile e sfogliata. Irresistibile in entrambe le versioni, farcita con affettati, verdure e, soprattutto, con il famosissimo Squacquerone, un altro formaggio DOP tipico del territorio, è l’indiscussa protagonista gastronomica di una vacanza in Romagna. E’ buona quasi ovunque, spesso preparata al momento, soprattutto nei numerosissimi chioschi presenti un po’ su tutto il territorio. Da assaggiare, a Ravenna, quella de La Piadina dello Chef, in via Teodorico (poco lontano dall’omonimo mausoleo) tel. 3394071285 e a Rimini quella della Lella. Nella vasta gamma delle tipicità regionali non mancano certamente prodotti ortofrutticoli garantiti da marchi DOP e IGP, che ne tutelano la qualità e ne certificano l’origine, come le Pere dell’Emilia Romagna, le Pesche e le Nettarine di Romagna, le Ciliegie di Vignola, le Amarene brusche di Modena e il Marrone di Castel del Rio, cittadina che ospita anche il Museo del Castagno; tra le verdure troviamo la Patata di Bologna, il Fungo di Borgotaro, lo Scalogno di Romagna e il pregiato Asparago verde di Altedo. La grande abbondanza di frutta fresca e secca, suggerisce la preparazione di dolci tipici, come la crostata di ciliegie e di castagne, ma anche i ravioli di marroni e le castagnole e, per Natale, il classico Pan Speziale. Inimitabili anche la Torta Barozzi e la Torta Muratori, tipiche della cittadina di Vignola, da gustare rigorosamente presso la Pasticceria Gollini , che ne conserva gelosamente, da generazioni, le ricette originali. Ad esaltare gli ottimi sapori dei prodotti e delle preparazioni regionali, concorrono i tantissimi vini dell’Emilia Romagna, ne citiamo solamente alcuni, tra le DOC più conosciute: Sangiovese di Romagna, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Bonarda Colli Piacentini, Gotturnio Colli Piacentini, Colli Piacentini Ortrugo, Albana di Romagna e Trebbiano di Romagna. Gli amanti del vino, non possono non programmare una sosta alla Enoteca Regionale della Rocca Sforzesca di Dozza che espone oltre mille etichette di vino da scoprire e degustare.
  • 8. DA NON PERDERE CASA ARTUSI E’ un centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. E’ ricavato dalla ristrutturazione del Complesso Monumentale della Chiesa dei Servi di Forlimpopoli, luogo di nascita di Pellegrino Artusi, scrittore e gastronomo, padre riconosciuto della cucina italiana moderna. Il Centro intende promuovere la cucina domestica, in particolare quella romagnola e i prodotti del territorio. Nell’ambito di Casa Artusi hanno trovato spazio la biblioteca P. Artusi, un ristorante, la scuola di cucina, uno spazio eventi e una bottega dove è possibile acquistare oggetti legati al mondo della cucina di casa.
  • 9. AUTORI E STORIE IN EMILIA ROMAGNA Almost Blue, Carlo Lucarelli – Einaudi 1997 “Io, Bologna, non l’ho mai vista. Ma la conosco bene, anche se probabilmente è una città tutta mia. E’ una città grande: almeno tre ore” Il romanzo è un giallo a tinte forti, che Lucarelli contestualizza negli ambienti universitari e nei locali notturni di una Bologna livida e, a tratti, sinistra. La vicenda ruota attorno a tre personaggi. Grazia, una giovane e ambiziosa poliziotta, incaricata di indagare sulle misteriose morti di alcuni studenti, uccisi e orrendamente sfigurati. L’assassino, “l’Iguana”, per come lui stesso si descrive: “un rettile verdastro, una grossa lucertola con dorso crestato, capace di cambiare pelle ogni volta”, che uccide e assume l’identità della sua ultima vittima. Simone, giovane e sensibile ragazzo non vedente, che misura il mondo con i suoni e le voci che recepisce attraverso uno scanner e che sembra essere l’unico a “vedere” veramente, oltre la pelle dell’iguana, la sua anima dilaniata. L’intero romanzo si snoda tra le note struggenti di “Almost Blue”. Il libro scorre tutto d’un fiato, con ritmo serrato e la giusta dose di suspance. Notevole l’intreccio tra la trama e il sottofondo musicale, descritto in modo magistrale dall’autore, tanto che, leggendo il libro, sembra quasi di sentirla, la magica tromba di Chet Baker.
  • 10. L’OGGETTO Ferro per passatelli E’ l’utensile più antico e tradizionale usato per fare i tipici passatelli. In Romagna è chiamato “e fér”, il ferro. E’ possibile acquistarlo, ma è difficilmente reperibile al di fuori della regione. Oggi, per fare i passatelli, esistono utensili di più facile impiego, simili ai comuni schiacciapatate, oppure torchietti realizzati in rame o plastica.
  • 11. EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE  Festa Artusiana, a Forlimpopoli (FC), nel mese di giugno;  Festa dei Ciliegi in Fiore, a Vignola (MO), a cavallo tra marzo e aprile;  Festival del Prosciutto di Parma, evento diffuso nelle zone tipiche di produzione (provincia di Parma), nel mese di settembre;  Fiera Nazionale del Fungo Porcino di Albareto, ad Albareto (PR), nel mese di settembre;  SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, quartiere fieristico Bologna (BO), nel mese di settembre;  Mortadella, please, Festival Internazionale della Mortadella di Zola Predosa, a Zola Predosa (BO), a settembre-ottobre  MISEN Salone Nazionale delle Sagre, presso quartiere fieristico di Ferrara (FE), nel mese di aprile;  Coppa del Mondo della Gelateria, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di gennaio;  SIGEP, Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di gennaio;  Wine Food Festival Emilia Romagna, evento diffuso in tutta la Regione, da settembre a dicembre.
  • 12. SAGRE  Gustasanvito, a San Vito Spilanberto (MO) , nel mese di giugno;  Sagra del Pesce di Gorino, a Gorino (FE) ultimo week end di maggio e tutti i fine settimana di giugno;  Fiera del Formaggio di Fossa, a Sogliano al Rubicone (FC), nel mese di novembre;  Vignola è tempo di ciliegie, a Vignola (MO) nel mese di giugno;  Sagra della Salamina da Sugo al cucchiaio, a Madonna Boschi (FE), fine settembre, inizio ottobre;  Festa della Pancetta, a Ponte dell’Olio (PC), nel mese di giugno;  Festa del Tortello, a Vigolzone (PC), nel mese di luglio;  Sagra del Lambrusco e degli spiriti diVini, ad Albinea (RE), nel mese di giugno;  Sagra della Patata, a Sant’Agata Bolognese (BO), nel mese di luglio;  Sagra del Cotechino, ad Alberone (FE), fine agosto, inizio settembre;  Sagra della Pera, a Vigarano Pieve (FE), nel mese di settembre;  Fiera dello scalogno di Romagna, a Riolo Terme (RA), nel mese di luglio;  Festa della Coppa piacentina, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di settembre;  Sagra del Marrone, a Castel del Rio (BO), nel mese di ottobre;  Sagra dell’Anguilla, a Comacchio (FE), nel mese di ottobre;  Sagra del Cicciolo, a Castellarano (RE), nel mese di novembre;  Sagra del Tortellino, a Calderara di Reno (BO), nel mese di dicembre;  Sagra della Seppia, a Cervia (RA), nel mese di marzo;  Sagra dello Storione e del Pesce di Mare, a Burana (FE), a luglio-agosto;  Sagra della Vongola, a Goro (FE), nel mese di luglio;  Sagra dell’Asparago Verde, ad Altedo (BO), nel mese di maggio;  Festa del Culatello, a Zibello (PR), nel mese di giugno;  GUT, Festival del Gutturnio, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di giugno.
  • 13. ALTRI EVENTI  Il Mondo Creativo, presso Bologna Fiere (BO), nel mese di novembre;  Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, a Santarcangelo di Romagna nel periodo estivo;  Porretta Soul Festival, a Porretta Terme, nel mese di luglio;  Ferrara Buskers Festival, a Ferrara, nel mese di agosto;  Ferrara Balloons Festival, a Ferrara, nel mese di settembre;  Ravenna Festival, a Ravenna da giugno a novembre;  Future Film Festival, evento diffuso a Bologna, a marzo-aprile;  Bellaria Film Festival, evento diffuso a Bellaria, nel mese di giugno;  Porretta Cinema, a Porretta Terme, la data è stabilita di anno in anno.  FELLINIANNO 2013, evento diffuso a Rimini per le celebrazioni del ventennale della morte di Federico Fellini.
  • 14. ITINERARI (IN) CONSUETI BOLOGNA CITTÀ “DOTTA” “CREATIVA” E “MUSICALE” Bologna, capoluogo della regione, è definita “la dotta” perché ospita una delle più antiche università d’Italia; animata da migliaia di studenti italiani e stranieri, è una città giovane e cosmopolita, pur nella sua dimensione raccolta e, per certi versi, provinciale. A Bologna soffia da sempre il vento della cultura e della creatività, trasformata in linfa vitale che alimenta progetti e inventa nuovi spazi di fruizione dell’arte e della cultura. Unico centro abitato esteso percorso da quasi quaranta chilometri di portici, divenuti luogo di commercio e socialità e simbolo dell’ospitalità bolognese, la città individua il suo cuore pulsante in Piazza Maggiore, la famosa “piazza Grande”, cantata dal noto musicista e cantautore, Lucio Dalla, nato e vissuto a Bologna. Sulla piazza, oltre alla celebre Fontana del Nettuno, si affacciano i più importanti edifici dell’epoca medioevale: il Palazzo Comunale, il Palazzo dei Banchi e il Palazzo del Podestà. A sud della piazza si trova l’imponente Basilica di San Petronio, che conserva il più grande tra gli organi storici ancora in uso, costruito tra il 1470 e il 1475. Tra le arti care alla città, quella musicale è senz’altro una delle più antiche e radicate, Bologna, infatti, è stata dichiarata dall’UNESCO “città creativa della musica”. La collezione Tagliavini, una importante raccolta di strumenti antichi, unici per bellezza e qualità del suono, è custodita nell’ambito del bellissimo Complesso Religioso di San Colombano. Documenti relativi alla presenza in città di personaggi quali Mozart e Liszt sono conservati nelle sale dell’Accademia Filarmonica, a Palazzo Carrati, ora sede dell’Orchestra Mozart, fondata da Claudio Abbado e visitabile gratuitamente per gruppi, su prenotazione (tel. 051/222997). Nelle bellissime e sontuose sale di Palazzo Aldini Sanguinetti è, invece, allestito il Museo Internazionale della Musica, che racconta la storia della musica, attraverso strumenti, partiture, documenti, libri e oggetti rari, appartenuti a cantanti e musicisti. La città ospita anche uno dei più antichi teatri lirici d’Italia, il primo teatro pubblico, voluto dalla cittadinanza e non inserito in una residenza nobiliare: Il Teatro Comunale di Bologna che, proprio nel 2013, compie duecentocinquanta anni. Realizzato su un progetto dell’architetto Antonio Galli Bibiena, datato 1755, quando Bologna era già un centro musicale di riferimento a livello europeo.
  • 15. Il Teatro Comunale, con la sua acustica perfetta, grazie alla pianta “a campana eufonica” e i suoi meravigliosi palchetti rococò, ospita da oltre due secoli, la grande musica lirica internazionale. Nel Museo Internazionale della Musica sono custoditi, il plastico originale del progetto del Teatro Comunale e il modello del raffinato macchinario in legno, realizzato sotto la platea, nell’ottocento, che, con argani e corde, consentiva di sollevare il pavimento fino al palcoscenico, trasformando la spazio in un unico salone per le feste; usato fino agli anni trenta del novecento è, oggi, in disuso, per dare spazio alle dotazioni di sicurezza. Parlano, invece, i linguaggi della modernità, delle nuove tecnologie e della multimedialità progetti come il Link, che a Bologna ha dato vita, a partire dai primi anni novanta, ad uno spazio contemporaneo, nato senza una connotazione precisa, che propone proiezioni, concerti, installazioni e laboratori e che ospita dibattiti, festival e rassegne all’insegna della “sperimentazione” e della “contaminazione” tra i differenti linguaggi della comunicazione. Poco fuori dalla città, a Calderara di Reno, ha invece sede l’Associazione ReMida Bologna_Terra D’Acqua, Centro di Riuso Creativo dei Materiali di Scarto Aziendale, che mette a disposizione spazi, attrezzi, materiali e laboratori e organizza corsi, seminari ed eventi sui temi del riciclo e del ri-uso creativo dei materiali, promuovendo sensibilità ambientali ed ecologiche. Assolutamente da non perde anche il MAMbo il Museo d’Arte Moderna di Bologna, quasi diecimila metri quadrati dedicati alla sperimentazione e alla cultura visiva.
  • 16. TRA FIUME E MARE: COMACCHIO I LIDI E IL PARCO DEL DELTA DEL PO Esistono paesaggi inconsueti che incorniciano valli punteggiate da canali, boschi, vecchi fari e casette di pescatori nascoste da fitti canneti. Uno scenario affascinante, che sfuma nei tanti colori dipinti dal riverbero del sole, che abbraccia la laguna. Si tratta dell’area deltizia emiliano-romagnola del fiume più lungo e importante d’Italia; un’area protetta di grande suggestione, inserita nel Parco Regionale del Delta del Po. Un ambiente dalle atmosfere dolci dove è possibile ammirare i fenicotteri rosa, gli aironi e il cervo delle dune, ma anche centri storici incantevoli, scorci medioevali e interessanti opere di regimazione idraulica, perché la storia di queste terre, racconta della continua lotta dell’uomo contro le acque del fiume e del mare. Gli itinerari percorribili sono numerosi, il Parco propone escursione organizzate con personale esperto, a piedi, in bici o con imbarcazioni a motore o elettriche. Gli amanti della natura, gli appassionati di pesca e di bird watching possono scegliere di visitare la Riserva Naturale Foce del Po di Volano o di fare una gita in barca, verso l’entroterra, nelle Valli di Comacchio con visita a due vecchie stazioni da pesca (Pegoraro e Serilla), per ammirare le strutture, le attrezzature e gli arredi originali dei “casoni” di valle, dove un tempo vivevano i pescatori. Impossibile non farsi sedurre dalla discesa del fiume Po fino alla foce del suo delta e all’Isola dell’amore”, una lingua di sabbia che divide la Sacca di Goro dal mare (per info e tratte Navi del Delta). La sua spiaggia è stata inserita da Legambiente tra le tredici più belle in Italia. L’isola si raggiunge via mare dalla cittadina di Goro, nota per l’allevamento delle vongole, oppure attraverso un sentiero naturalistico che parte da Gorino, piccolo abitato di pescatori poco distante. L’unica struttura esistente sull’isola è il faro, una costruzione realizzata nel secondo dopoguerra, che ha sostituito la “Lanterna Vecchia” che, alla fine dell’ottocento, si ergeva su quella che, allora, era la foce del Po. Il nuovo faro di Goro ospita La Lanterna (tel. 0336363322), un romantico ristorante che serve specialità di pesce, tra cui la tradizionale anguilla e gli immancabili mitili. Poco lontano da Goro, sempre nel Parco del Delta del Po, nella Valle di Porticino, su una piccola isola collegata alla terra ferma da un ponte di legno, si rivela il Ristorante La Zanzara, un posto veramente speciale, aperto anche di inverno quando le nebbie avvolgono l’ex rifugio di valle e la sala della trattoria accoglie i visitatori nel tepore prodotto da un grande camino. Il ristorante è a conduzione familiare, in cucina operano la madre, il padre e un fratello; i piatti sono quelli legati alla tradizione e ai prodotti del territorio, rivisitati in modo non convenzionale dal giovane Sauro, mentre vini e liquori sono selezionati da Samuele, che li serve insieme alla storia di ogni vino e del suo produttore. Non essendo particolarmente grande è consigliabile la prenotazione.
  • 17. Il centro più importante del Delta del Po è Comacchio, pittoresca cittadina di origini antiche, sviluppata su tredici isolotti, che le conferiscono il tipico impianto da città lagunare, strutturata su canali, ponti e vie strette e tortuose. Il simbolo iconografico della cittadina è il celebre Trepponti, un ponte monumentale costituito da cinque scalinate e cinque archi. Altri edifici storici di rilievo sono la Cattedrale di San Cassiano, la Loggia del Grano e la Torre dell’Orologio. Da non perdere il Portico dei Cappuccini (il più lungo di Italia), dal quale si accede all’Antica Manifattura dei Marinati, perfettamente ristrutturata e tornata in funzione, ha riavviato il ciclo della lavorazione dell’anguilla, uno dei prodotti più rappresentativi del territorio. Nella fabbrica, che ospita anche il Museo dell’Anguilla, è possibile soffermarsi nella Sala dei Fuochi, per vedere i dodici camini che cuociono le anguille infilate su lunghi spiedi, prima di essere passate nella Sala degli Aceti per la tradizionale marinatura. L’atmosfera di Comacchio, soprattutto al tramonto, è straordinaria con le acque chete dei canali che riflettono i contorni delle case che vi si affacciano e un cielo la cui lucentezza ricorda che ci si trova a poca distanza dal mare. Le spiagge di Comacchio si stendono su una strisca costiera di circa venticinque chilometri nel Parco del Delta del Po; i Lidi di Comacchio sono sette, ognuno dei quali si differenzia per aspetto, caratteristiche e servizi offerti. Il Lido di Volano è il più selvaggio e meno sviluppato, adatto per chi ama la pesca e le lunghe passeggiate; i Lidi degli Scacchi e di Pomposa sono ideali per le famiglie, con vaste aree verdi e spiagge attrezzate; di sicuro interesse per il rapporto qualità prezzo il Bagno Miami di Lido degli Scacchi. Negozi, pub e discoteche contraddistinguono il Lido degli Estensi; tra gli altri il Barracuda, discoteca frequentata da giovanissimi e il Klink, street bar con ristorante a base di carne e pesce, condotto dagli stessi gestori del Barracuda. Immediatamente dopo Lido Scacchi, si arriva a Lido Spina, molto frequentato dai surfisti per l’ottima esposizione al vento. Porto Garibaldi, il più antico dei lidi ferraresi, è uno dei centri pescherecci più importanti dell’alto adriatico e adatto, sia ad un turismo giovanile, sia alle famiglie.
  • 18. Nel territorio del delta del Po non mancano elementi di attrazione per quanto concerne il patrimonio storico e architettonico. L’interesse dei principi estensi per queste terre, è rappresentato dal Castello della Mesola, con cinta muraria, torri e relativa riserva di caccia (oggi Bosco di Santa Giustina, oasi naturale insieme al Gran Bosco della Mesola); la funzione principale della struttura era probabilmente quella di difendere Torre Abate, una grandiosa infrastruttura idraulica, capace di portare a mare le acque di scolo delle valli bonificate, attraverso porte vinciane. Tra le architetture religiose, l’Abbazia di Pomposa si staglia con il suo alto campanile nella piatta distesa del delta del Po; bellissimo l’atrio decorato e arricchito di sculture e maioliche. Presso questa antica abbazia benedettina fu inventato, nel medioevo, il pentagramma. La scelta migliore per un soggiorno nel delta del Po, avendo modo di apprezzare, sia la natura incontaminata, sia il mare è l’Albergo Rurale Cannevie, nella omonima oasi naturale, con un servizio ristorante di buon livello, che valorizza in modo creativo i prodotti del territorio.
  • 19. RAVENNA CITTÀ DEI MOSAICI E’ un fascino particolare quello che emana Ravenna, costantemente in bilico tra la sua vocazione di capitale imperiale e quella di cittadina di provincia, volutamente appartata e distante, eppure così vicina alle mete turistiche e mondane della riviera romagnola. Non tutti lo sanno, ma Ravenna è stata per tre volte capitale di tre imperi e racchiude un patrimonio artistico e culturale che attira visitatori da ogni parte del mondo. L’arte mirabile e antica del mosaico trova qui una delle sue massime espressioni. I mosaici cittadini sono, da secoli, fonte di ispirazione per pittori, scultori, musicisti e poeti. Ad eccezione del Mausoleo di Teodorico, il percorso monumentale della cittadina, che si snoda tra: la Basilica di S. Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano (o degli Ortodossi), il Battistero degli Ariani, la Basilica di S. Apollinare Nuovo, la Basilica di S. Apollinare in Classe e la Cappella Arcivescovile, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è caratterizzato dalla presenza di splendidi mosaici. Forgiata da un patrimonio storico e artistico così importante e antico, ma proiettata verso il futuro, la cittadina ha saputo declinare anche in chiave moderna la nobile arte del mosaico, fatta di pietra e di luce; al MAR (Museo d’Arte Città di Ravenna), un ex convento con splendidi chiostri, è conservata una deliziosa collezione di mosaici degli anni ’50 e ’60 e lo spazio ospita importanti mostre di arte moderna e contemporanea. Bellissimi mosaici moderni si possono vedere anche nell’insolito scenario rappresentato dal Parco della Pace, un parco urbano fuori dal centro storico.
  • 20. Da non perdere la Ardea Purpurea, una fontana realizzata da un mosaicista ravennate e ubicata in piazza della Resistenza. Per una pausa di gusto durante la visita del centro storico, si può pranzare Al Rustichello, via Maggiore, 21 – tel. 0544 36043, che offre cucina casareccia di buona qualità, oppure al rinnovato, storico Caffè Belli, via Angiporto Bellini, 9 – tel. 0544 217274, che ospita spesso mostre di giovani artisti locali; la cena può essere, invece, l’occasione per provare le atmosfere sofisticate del Ristorante Cinema Alexander, in perfetto stile Liberty, con cucina tipica rivisitata, ma all’insegna del rispetto delle tradizioni. Per l’aperitivo o il dopo cena, il locale da vedere è sicuramente il Fellini Scalinocinque di piazza Kennedy. Chi decide di trascorre nella capitale dei mosaici più di un giorno, può rendere l’esperienza indimenticabile soggiornando al Bed & Breakfast Casa Masoli, una stupenda dimora storica dei primi del 700, con prezzi, tutto sommato, non eccessivi.