4. Il decennio digitale
Bill Gates, per qualificare storicamente il primo decennio
del nuovo millennio, ha provato a prefigurarne l‟evoluzione:
“L‟ho chiamato il „Digital decade‟, il decennio digitale. I
computer saranno una componente indispensabile della
nostra vita quotidiana. Del resto i computer stanno già
diventando molto più potenti, meglio interconnessi, in grado
di archiviare informazioni di ogni tipo. Apparecchi portatili e
senza fili diventeranno la norma. Strumenti nuovi, come i
Tablet PC, ci permetteranno di leggere facilmente sugli
schermi, annotando e conducendo ricerche. Il
riconoscimento elettronico della scrittura e della voce
migliorerà a tal punto da rendere l‟interazione con un
computer naturale e intuitiva, né più né meno come
l‟interazione con altre persone”.
5. La galassia Internet: la nascita del World Wide Web
T. Berners-Lee, Information Management: a Proposal, CERN, marzo 1989, maggio 1990,
<http://www.nic.funet.fi/index/FUNET/history/internet/w3c/proposal.html>.
6. Appoggiai la mano sinistra sul frontespizio e aprii il volume
con il pollice quasi attaccato all‟indice. Fu tutto inutile: tra il
frontespizio e la mano c‟erano sempre varie pagine. Era
come se spuntassero dal libro.
«Ora cerchi la fine».
Fu un nuovo fallimento; riuscii a stento a balbettare con
una voce che non era la mia:
«Non può essere».
Sempre sottovoce, il venditore di Bibbie mi disse:
«Non può essere, ma è. Questo libro ha un numero di
pagine esattamente infinito. Nessuna è la prima, nessuna
l‟ultima».
(J. L. Borges, II libro di sabbia, Milano, Adelphi, 2004, p.
100)
7.
8. Questo è un mondo virtuale. È un mondo che inventa se stesso.
Ogni giorno si formano nuove terre che poi vengono sommerse.
Nuovi continenti della mente si staccano dalla terraferma.
Alcuni godono di venti favorevoli, altri affondano senza lasciare
traccia, altri ancora sono come Atlantide: favolosi, vagheggiati,
mai scoperti.
Oggetti di ogni genere, abbandonati alla deriva, approdano alle
sponde del mio computer: lattine e vecchi pneumatici insieme
al bottino dei pirati. Il tesoro sepolto si trova veramente lì, ma è
come se fosse calpestato e remoto. Difficile da individuare
perché inconsueto, e pochi tra noi sono in grado di riconoscere
ciò che non ha un nome.
Sto cercando qualcosa, è vero.
Sto cercando il significato nascosto nei dati.
(J. Winterson, Powerbook, Milano, Arnoldo Mondadori, 2002, pp.
61-62)
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10. Nel corso dell’ultimo quarto del XX secolo, le infrastrutture e le reti
– intese come l’insieme sistematico delle connessioni plurime
attraverso le quali si trasmette e si incrementa la produzione di
valore – hanno assunto un ruolo strategico sia nella elaborazione dei
processi decisionali di sviluppo del territorio sia nella gestione del
sistema di opportunità esistente o di nuova realizzazione. Questa
prospettiva, in crescita nel prossimo futuro, è il risultato di profondi
mutamenti nel mercato internazionale, che hanno alimentato il
processo di globalizzazione. Se, da un lato, vale una condizione di
interdipendenza tra fattori localizzativi, economici e logistici,
reciprocamente connessi attraverso una dinamica di rete globale,
dall’altro, pesa una profonda trasformazione strutturale nella cultura
della produzione e degli scambi destinata ad avere ricadute
strategiche nell’organizzazione di una nuova dimensione dello
spazio e del contesto di vita.
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44. Rispetto all‟anno precedente, si è registrata una perdita complessiva pari a 4,4 miliardi di
euro in termini di fatturato.
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54. L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Gli
oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter
comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri.
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86. In futuro l'economia sarà un'economia della conoscenza basata sulle reti.
L'Europa necessita di un accesso a internet veloce e superveloce, a prezzi
competitivi e largamente disponibile. La Strategia Europa 2020 ha sottolineato
l'importanza della diffusione della banda larga per promuovere l'inclusione
sociale e la competitività nell'UE, ribadendo l'obiettivo di portare la banda larga
di base a tutti i cittadini europei entro il 2013. La strategia è intesa a fare in
modo che, entro il 2020, tutti gli europei abbiano accesso a connessioni molto
più rapide, superiori a 30 Mbps, e che almeno il 50% delle famiglie europee si
abboni a internet con connessioni superiori a 100 Mbps.
La banda larga senza fili (terrestre o satellite) può avere un ruolo cruciale per
arrivare alla copertura di tutte le aree, comprese le regioni più remote. Il
problema principale per lo sviluppo di reti a banda larga senza fili è l‟accesso
allo spettro radio. Una politica europea in materia dovrebbe promuovere una
gestione efficiente dello spettro, assicurando una maggiore flessibilità e dando
sostegno alla concorrenza e all‟innovazione. Oggi in Europa l‟accesso a
internet si basa principalmente sulla banda larga di prima generazione
(classiche reti telefoniche in rame e di teledistribuzione via cavo), ma la
domanda di reti NGA sta aumentando tra i cittadini e le imprese di tutto il
mondo. La Commissione ha adottato un‟apposita raccomandazione per
promuovere la diffusione delle reti NGA e incoraggiare gli investimenti
commerciali in reti aperte e competitive.
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90. Il contesto italiano: l‟Agenda Digitale Italiana (ADI)
Area Contenuti
Identità digitale Documento digitale unico
Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e
interoperabilità anagrafi di rilevanza nazionale
Censimento continuo della popolazione e delle abitazioni e Archivio
nazionale delle strade e dei numeri civici
PEC - Domicilio digitale cittadino, indice nazionale degli indirizzi delle
imprese e dei professionisti (INI-PEC)
PA digitale e
open data
Trasmissione di documenti per via telematica, contratti della pubblica
amministrazione e conservazione degli atti notarili
Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore
pubblico
Sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e Bigliettazione elettronica
Trasporto Pubblico Locale
Open data e inclusione digitale
Istruzione digitale Anagrafe nazionale studenti e fascicolo elettronico studente universitario
Libri e centri scolastici digitali
Sanità digitale Fascicolo sanitario elettronico
Prescrizione medica digitale e cartella clinica digitale
Divario digitale e
pagamenti
elettronici
Completamento Piano Nazionale per la Banda Larga
Semplificazioni normative (specifiche scavi, accesso edifici per posa
fibra)
Pagamenti elettronici
Giustizia digitale Comunicazioni e notificazioni per via telematica
Notificazioni telematiche per procedure fallimentari
Ricerca,
innovazione e
Comunità
Intelligenti
Grandi progetti di ricerca e innovazione in sinergia con Horizon 2020
Piano Nazionale Comunità intelligenti
• Istituita Cabina di Regia per
definire le linee strategiche di
digitalizzazione del Paese
• A ottobre 2012 approvato
“Crescita 2.0”, il riferimento per i
contenuti dell‟ADI
PUNTI CARDINE
• Stimolare l‟innovazione
• Favorire lo sviluppo di un sistema
economico-sociale
• Condivisione delle informazioni
pubbliche
• Standard aperti e interoperabili
• Marcata diffusione delle nuove
tecnologie digitali presso la
popolazione
• Profonda digitalizzazione della P.A.
• Forte spinta all‟utilizzo dei pagamenti
elettronici
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104. La situazione del Mezzogiorno
• Il rischio derivante dalla crisi strutturale: si rischia di perdere
intere parti del sistema economico, di aggravare le condizioni
di incertezza, anziché attenuarle e imprimere una svolta. Ottimi
propositi del Ministro Trigilia (industria e incentivi mirati), ma
problemi di enorme portata, lasciati incancrenire.
• Il 50% circa di investimenti lordi in meno nel Sud in 5 anni; la
disoccupazione al 20% (in Campania al 30%): occorrono
interventi rapidi, ma non di natura solo congiunturale. Oltre la
sterile polemica top-down – bottom-up, una nuova logica:
Caldoro per strategie di semplificazione amministrativa e per
una ridefinizione dei compiti funzionali delle
Regioni, ricercando anche nuove forme di intervento per la
macroarea meridionale e di coordinamento dei progetti di
carattere sovraregionale.
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108. Le prospettive del Mezzogiorno
• I drivers per uno sviluppo propulsivo dell‟area meridionale:
• una nuova politica industriale;
• la rigenerazione urbana e le reti immateriali;
• le energie rinnovabili e la green economy;
• il credito, le banche e il sistema dei fidi;
• gli interventi di contesto (i fattori relazionali e sociali);
• la responsabilità dei meridionali e una nuova classe dirigente.
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113. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
(e della Campania)
Il governo precedente aveva posto a base della propria
strategia per il Mezzogiorno tre pilastri, uno di questi era la
diogitalizzazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi e
l‟andamento in crescita del mercato digitale, i risultati sono
ancora modesti: il digital divide del Sud non è stato ancora
scalfito, tranne qualche lodevole eccezione.
Il presidente della Campania ha annunciato la copertura
completa del territorio regionale entro il 2015. Così
come, la Regione non ha rallentato l‟iniziativa per la banda
ultralarga.
Ce la faremo? …E cosa dire della digitalizzazione
aperta, del wi-fi libero nelle città capoluogo?
Un fattore (Internet) decisivo per lo sviluppo e
l‟internazionalizzazione della Campania e del Mezzogiorno.
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115. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
La nuova frontiera dell‟innovazione e delle reti immateriali non
rappresenta solo un aspetto aggiornato del divario meridionale,
che si sostanzia in nuove forme di digital divide a livello
nazionale e soprattutto nei rapporti con l‟estero, ma costituisce
un‟opportunità da cogliere per il Sud. Le reti immateriali,
favorite dalla diffusione dei cavi in fibra ottica e dalla banda
larga, possono rappresentare un elemento strategico di ripresa
economica e un motore per la crescita dei territori meridionali,
dati i costi vicini allo zero e la vocazione di tipo bottom-up di
Internet. Con una semplice dotazione di infrastrutture digitali,
come ha dimostrato anche il Rapporto McKinsey, che ha
stimato in 72 miliardi di euro (pari al 3,7% del Pil nel 2010) e a
un quarto della crescita il contributo fornito alla Francia da
Internet e dalle imprese dell‟economia digitale, si possono
mobilitare forze molto vaste e promuovere una “strategia della
domanda”.
116. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
Nel Mezzogiorno, una strategia di questa natura potrebbe
intervenire per porre rimedio ad alcuni dei maggiori
svantaggi della struttura economica locale, caratterizzata
da un tessuto di imprese di dimensioni molto piccole e da
una dispersione delle intelligenze meridionali.
La connessione permessa dalla rete potrebbe incoraggiare
l‟aggregazione di interessi e la sinergia di azioni tra le
imprese (nella forma di “aziende-rete”) e i talenti
meridionali, stimolando la nascita di nuove forme di
responsabilità e di modelli innovativi di sviluppo, fondati su
logiche di implementazione della crescita dall‟alto, ovvero
in forma coordinata e complementare, e dal basso, ovvero
in forma aperta e partecipata.
117. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
Il divario meridionale può essere considerato non più come portato
della contraddizione tradizionale tra il Nord e il Sud dell‟Italia, come
mero esito di un differente modello di sviluppo nazionale, ma può
essere inserito in un ambito più vasto, quello della globalizzazione e
della progressiva integrazione dei mercati internazionali, che offre uno
spettro molto vario di analisi, una opportunità di comparazione con i
territori più avanzati molto più estesa e un corredo di soluzioni al
problema dell‟arretratezza molto più articolato e generalmente
verificato.
I meridionali devono compiere una profonda assunzione di
responsabilità e recuperare una dimensione attiva e propositiva. In
particolare, bisogna superare i pesanti errori evidenziati negli ultimi
decenni nella capacità di amministrazione pubblica e la nella gestione
delle risorse finanziarie. Non più rivendicazionismo, ma protagonismo:
una nuova classe dirigente meridionale, di caratura nazionale ed
europea, in grado di essere parte del mondo che cambia. Una nuova
prospettiva per il Sud, una strategia innovativa che abbia la stessa
forza aggregante e di governo del “nuovo meridionalismo”, ma che
sappia rispondere alle esigenze di un contesto del tutto diverso dal
passato.
118. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
In ogni caso, le nuove autostrade informatiche rappresentano una
nuova, grande opportunità. Tuttavia, esse, come le infrastrutture di tipo
materiale, devono connettere spazi ampi e privi di reti, cercando di
incontrare la domanda emergente e, soprattutto, cercando di mettere
in moto un meccanismo propulsivo di convergenza, con
mezzi, contenuti e soggetti innovativi. Quali veicoli useranno le strade
velioci (la banda larga)? È positiva l‟idea di attrarre investitori e capitali
dall‟esterno, creando un contesto favorevole, ma occorre promuovere
anche l‟iniziativa e la crescita sistemica degli operatori e delle attività
meridionali, che spesso si muovono con tenacia, operano in condizioni
di estrema difficoltà, ma non riescono a fare rete.
A questo scopo, sarebbe utile predisporre, sia a livello nazionale che
di macroarea, una apposita cabina di guida, in grado di connettere
l‟opera di digitalizzazione allo scenario delle innovazioni e delle
strategie industriali, alla realtà della rete e ai soggetti operativi, per
valorizzare questa importante novità e di collegarla alle trasformazioni
in atto a livello globale.
119. La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno
La situazione attuale non presenta solo prospettive negative, se si
riesce a evitare la “trappola della contingenza”. Per la cosiddetta
net-economy, si potrebbe impiegare un‟analogia con un altro
periodo storico. La “tulipanomania”, l‟inusuale fenomeno speculativo
olandese del XVII secolo, non si risolse in una pura e semplice
depressione: quell‟episodio contribuì a un rilancio dell‟economia
nell‟epoca successiva. Come allora, la telematica e le reti non
hanno ancora dispiegato tutti i loro benefici effetti sulle attività
economiche: “Il crollo dei prezzi dei tulipani e l‟impoverimento che
ne risultò ebbero l‟effetto di una sensibile depressione sulla vita
economica olandese. Essa fu però mitigata da un altro risultato: in
Olanda, la coltivazione dei tulipani proseguì e, alla fine, si
svilupparono ampi mercati per fiori e bulbi. Chiunque abbia visto i
campi di tulipani di questa terra in primavera ne trarrà per sempre
l‟impressione che la tulipanomania non abbia fatto che prefigurare il
vero dono della natura” (J. K. Galbraith).