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UNA NUOVA STRATEGIA PER L’AREA
METROPOLITANA DI NAPOLI

   Amedeo Lepore
"Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare
meraviglioso e il più bello ch’io vedessi mai, perché io non ho
veduto città ch’abbia dall’un de’ lati il monte e dall’altro le batti il
mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte
insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché
dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (...) ‘per far
ricco un, por gli altri in povertate’, quando l’ebbe molte delle sue doti
più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l’altre
città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di
tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad
habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad
effetto” (Bernardino Daniello, lettera da Napoli ad Alessandro Corvino,
1539)




              Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
L’economia di Napoli nel
secondo cinquantennio del
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Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
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Napoli nella storia




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Napoli nella competizione
europea delle città




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Napoli nel contesto globale




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Napoli in un quadro
comparativo




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Napoli nel contesto nazionale
e oltre




     Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Passare da un’analisi di questo tipo all’individuazione delle soluzioni non è
semplice, ma credo che, perlomeno, un metodo di analisi efficace possa essere quello
di tipo comparativo fin qui impiegato e che alcuni elementi di conoscenza più
approfondita siano stati, in qualche modo, indicati.
       Per affrontare la situazione di Napoli, nel quadro complessivo delineato, non
esistono ricette miracolose, ma l’individuazione di alcuni campi strategici di azione.
Da un lato, “strategici”, perché occorre muoversi in una logica di medio, lungo
periodo: cioè, deve maturare, per questa città, la consapevolezza di u n impegno di
lunga lena. D’altro canto, “campi di azione”, perché solo attraverso la messa a
sistema di iniziative e misure di diversa natura, non solo di natura localistica, è
possibile risalire la china.
       Dalle analisi precedenti - pur non avendo sottolineato compiutamente i punti
relativi alle opportunità, non sono solo storiche, ma anche attuali e fattuali, dato i l
carattere delle valutazioni prescelto, di tipo prevalentemente comparativo e di livello
internazionale - emergono alcuni punti di riferimento, che sono stati sviluppati, di
recente, in un convegno della SVIMEZ dal titolo “Scelte strategiche e priorità
operative per lo sviluppo di Napoli e delle grandi aree urbane del Mezzogiorno”, di
grande importanza, ma troppo trascurato, in re lazione alla qualità e alla capacità
innovativa dell’elaborazione avviata.
Quella relativa alla creazione di valore nelle città del Mezzogiorno è una tematica di
grande interesse, che richiede applicazione e tenacia. Io credo che sia possibile
operare, produrre una speranza per il futuro, un’iniziativa e un disegno di questa
portata, solo se si riuscirà a mettere a sistema un’autonoma capacità di intervento
propulsivo in questa realtà, lontano dal mito dell’autosufficienza, dall’idea, prevalsa
nell’ultimo quindicennio, che il Mezzogiorno e Napoli avessero risolto i loro
problemi.



             Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Far fronte alle gravi contraddizioni di quest’area è ormai inevitabile, anche di
fronte alla prospettiva del federalismo fiscale. Tuttavia, occorrono anche diversi
indirizzi di governo, che interpretino il federalismo fiscale non semplicemente come
una clava contro Napoli e il Mezzogiorno, ma in una maniera originale, equilibrata,
competitiva. E, poi, occorre un progetto di trasformazione economica e
infrastrutturale, che alletti gli interventi esterni e renda possibile una nuova capacità
di attrazione degli investimenti, nuove forme di agglomerazione economica a livello
territoriale, con l’obiettivo di costruire un mercato vero in questa realtà.
       Occorre un nuovo protagonismo della società civile, perlomeno delle parti più
consapevoli di essa, finora troppo frammentate e divise. Ma, soprattutto, sono
necessari due altri fattori: una buona amministrazione e un a nuova dimensione
culturale. Il buongoverno è il fattore decisivo, che deve partire dalla riforma delle
istituzioni locali, facendo ritrarre la politica dalla gestione e dando, al contrario, più
spazio all’indirizzo strategico e al controllo delle amministrazioni, conferendo, poi, al
ruolo delle strutture dello Stato, di apparati pubblici ampiamente rinnovati, il valore
primario di responsabilità e di guida per una condotta sempre più efficiente ed
efficace, volta alla operatività e al cambiamento. Quest’obiettivo generale si lega
all’esigenza irrinunciabile di dare luogo, nel nostro territorio, al ricambio profondo di
una classe dirigente bloccata, che non è stata in g rado trasformare Napoli e la
Campania in una realtà dinamica e moderna.
L’altro elemento fondamentale è rappresentato da un nuovo approccio culturale, in
grado di scongiurare la dispersione e la perdita del potenziale di Napoli, fatto di
capitale sociale, di uomini e donne in carne ed ossa, di risorse innovative e di
eccellenze. È, infatti, indispensabile avviare la costruzione, attraverso un’iniziativa
profonda, di una nuova consapevolezza, indirizzata alla crescita della cultura, del
senso di comunità e di appartenenza, di un’idea della responsabilità e dell’assunzione
del rischio. Tutte caratteristiche labili storicamente e scarsamente diffuse nel tessuto
civile napoletano. Vanno fatte crescere con intelligenza e azione .


             Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Insomma, pur trattandosi di una riflessione
appena abbozzata, solo con l’analisi dei fatti si
può contribuire alla definizione di un progetto
credibile per la conurbazione metropolitana. La
ripresa di un ruolo di leadership da parte
quest’area richiede scelte strategiche di grande
coraggio, che non posso essere solo di carattere
locale: l’impegno di una nuova classe dirigente
di questa parte del paese deve unirsi alla
consapevolezza di tutto il paese che Napoli può
uscire dal tunnel del declino solo se viene
interpretata come una risorsa e come la
metropoli-guida del processo di ripresa
dell’intero Mezzogiorno.




Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
Fine




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Una nuova strategia per l'area metropolitana di napoli

  • 1. UNA NUOVA STRATEGIA PER L’AREA METROPOLITANA DI NAPOLI Amedeo Lepore
  • 2. "Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare meraviglioso e il più bello ch’io vedessi mai, perché io non ho veduto città ch’abbia dall’un de’ lati il monte e dall’altro le batti il mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (...) ‘per far ricco un, por gli altri in povertate’, quando l’ebbe molte delle sue doti più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l’altre città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad effetto” (Bernardino Daniello, lettera da Napoli ad Alessandro Corvino, 1539) Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 3. L’economia di Napoli nel secondo cinquantennio del Novecento Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
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  • 49. Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 50. Passare da un’analisi di questo tipo all’individuazione delle soluzioni non è semplice, ma credo che, perlomeno, un metodo di analisi efficace possa essere quello di tipo comparativo fin qui impiegato e che alcuni elementi di conoscenza più approfondita siano stati, in qualche modo, indicati. Per affrontare la situazione di Napoli, nel quadro complessivo delineato, non esistono ricette miracolose, ma l’individuazione di alcuni campi strategici di azione. Da un lato, “strategici”, perché occorre muoversi in una logica di medio, lungo periodo: cioè, deve maturare, per questa città, la consapevolezza di u n impegno di lunga lena. D’altro canto, “campi di azione”, perché solo attraverso la messa a sistema di iniziative e misure di diversa natura, non solo di natura localistica, è possibile risalire la china. Dalle analisi precedenti - pur non avendo sottolineato compiutamente i punti relativi alle opportunità, non sono solo storiche, ma anche attuali e fattuali, dato i l carattere delle valutazioni prescelto, di tipo prevalentemente comparativo e di livello internazionale - emergono alcuni punti di riferimento, che sono stati sviluppati, di recente, in un convegno della SVIMEZ dal titolo “Scelte strategiche e priorità operative per lo sviluppo di Napoli e delle grandi aree urbane del Mezzogiorno”, di grande importanza, ma troppo trascurato, in re lazione alla qualità e alla capacità innovativa dell’elaborazione avviata. Quella relativa alla creazione di valore nelle città del Mezzogiorno è una tematica di grande interesse, che richiede applicazione e tenacia. Io credo che sia possibile operare, produrre una speranza per il futuro, un’iniziativa e un disegno di questa portata, solo se si riuscirà a mettere a sistema un’autonoma capacità di intervento propulsivo in questa realtà, lontano dal mito dell’autosufficienza, dall’idea, prevalsa nell’ultimo quindicennio, che il Mezzogiorno e Napoli avessero risolto i loro problemi. Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 51. Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 52. Far fronte alle gravi contraddizioni di quest’area è ormai inevitabile, anche di fronte alla prospettiva del federalismo fiscale. Tuttavia, occorrono anche diversi indirizzi di governo, che interpretino il federalismo fiscale non semplicemente come una clava contro Napoli e il Mezzogiorno, ma in una maniera originale, equilibrata, competitiva. E, poi, occorre un progetto di trasformazione economica e infrastrutturale, che alletti gli interventi esterni e renda possibile una nuova capacità di attrazione degli investimenti, nuove forme di agglomerazione economica a livello territoriale, con l’obiettivo di costruire un mercato vero in questa realtà. Occorre un nuovo protagonismo della società civile, perlomeno delle parti più consapevoli di essa, finora troppo frammentate e divise. Ma, soprattutto, sono necessari due altri fattori: una buona amministrazione e un a nuova dimensione culturale. Il buongoverno è il fattore decisivo, che deve partire dalla riforma delle istituzioni locali, facendo ritrarre la politica dalla gestione e dando, al contrario, più spazio all’indirizzo strategico e al controllo delle amministrazioni, conferendo, poi, al ruolo delle strutture dello Stato, di apparati pubblici ampiamente rinnovati, il valore primario di responsabilità e di guida per una condotta sempre più efficiente ed efficace, volta alla operatività e al cambiamento. Quest’obiettivo generale si lega all’esigenza irrinunciabile di dare luogo, nel nostro territorio, al ricambio profondo di una classe dirigente bloccata, che non è stata in g rado trasformare Napoli e la Campania in una realtà dinamica e moderna. L’altro elemento fondamentale è rappresentato da un nuovo approccio culturale, in grado di scongiurare la dispersione e la perdita del potenziale di Napoli, fatto di capitale sociale, di uomini e donne in carne ed ossa, di risorse innovative e di eccellenze. È, infatti, indispensabile avviare la costruzione, attraverso un’iniziativa profonda, di una nuova consapevolezza, indirizzata alla crescita della cultura, del senso di comunità e di appartenenza, di un’idea della responsabilità e dell’assunzione del rischio. Tutte caratteristiche labili storicamente e scarsamente diffuse nel tessuto civile napoletano. Vanno fatte crescere con intelligenza e azione . Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 53. Insomma, pur trattandosi di una riflessione appena abbozzata, solo con l’analisi dei fatti si può contribuire alla definizione di un progetto credibile per la conurbazione metropolitana. La ripresa di un ruolo di leadership da parte quest’area richiede scelte strategiche di grande coraggio, che non posso essere solo di carattere locale: l’impegno di una nuova classe dirigente di questa parte del paese deve unirsi alla consapevolezza di tutto il paese che Napoli può uscire dal tunnel del declino solo se viene interpretata come una risorsa e come la metropoli-guida del processo di ripresa dell’intero Mezzogiorno. Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli
  • 54. Fine Una nuova strategia per l’area metropolitana di Napoli