Cosa sono i partiti politici? A cosa servono? Come si fa un partito? I partiti sono in crisi? Hanno sempre meno iscritti, non sono più presenti sul territorio e non possono più fare a meno di un leader. Si assiste , come dice il prof. Sabino Cassese, alla liquefazione dei partiti.
Cosa significa fare il lobbista? Cosa vuol dire occuparsi di public affairs? Dal dialogo interno e dalla collaborazione dei membri del Gruppo di Lavoro Public Affairs è nato un documento, redatto con grande cura e pazienza da AmCham, che riprendiamo e articoliamo qui.
Relazioni industriali: primo Project Work, Master in Risorse Umane e Organizzazione
OBIETTIVO: Esplorare i concetti chiave delle Relazioni Industriali e ragionare sulla loro evoluzione attraverso i cambiamenti socio-economici e politico-istituzionali, con l'intento di pensarle come un sistema complesso di piani di azione tra loro interconnessi e popolati da attori sociali (l’azienda, il sindacato e i lavoratori) legati l’un l’altro da una forte interdipendenza.
A cura di Iolanda Tartaglia, Andrea Antonelli, Cinzia Palmiero, Martino Carrieri, Angela Bova
Il project work completo è on line sul sito: http://freeyourtalent.eu/gruppi/pw01-RUO-relazioni-industriali
Cosa sono i partiti politici? A cosa servono? Come si fa un partito? I partiti sono in crisi? Hanno sempre meno iscritti, non sono più presenti sul territorio e non possono più fare a meno di un leader. Si assiste , come dice il prof. Sabino Cassese, alla liquefazione dei partiti.
Cosa significa fare il lobbista? Cosa vuol dire occuparsi di public affairs? Dal dialogo interno e dalla collaborazione dei membri del Gruppo di Lavoro Public Affairs è nato un documento, redatto con grande cura e pazienza da AmCham, che riprendiamo e articoliamo qui.
Relazioni industriali: primo Project Work, Master in Risorse Umane e Organizzazione
OBIETTIVO: Esplorare i concetti chiave delle Relazioni Industriali e ragionare sulla loro evoluzione attraverso i cambiamenti socio-economici e politico-istituzionali, con l'intento di pensarle come un sistema complesso di piani di azione tra loro interconnessi e popolati da attori sociali (l’azienda, il sindacato e i lavoratori) legati l’un l’altro da una forte interdipendenza.
A cura di Iolanda Tartaglia, Andrea Antonelli, Cinzia Palmiero, Martino Carrieri, Angela Bova
Il project work completo è on line sul sito: http://freeyourtalent.eu/gruppi/pw01-RUO-relazioni-industriali
Ambiente di marketing ? Come definiamo l’ambiente di marketing ? Perchè è importante conoscerlo?
L’ambiente di marketing di un’impresa è composto dagli attori e dalle forze esterne che influenzano la sua capacità di sviluppare e di mantenere con successo nel tempo, transazioni con i propri clienti. L’ambiente di marketing è costituito da un microambiente e da un macroambiente.
L’attività di marketing viene dunque influenzata da una serie di variabili: variabili interne (microambiente) e variabili esterne (macroambiente) all’impresa. Le variabili interne sono facilmente controllabili in quanti riconducibili alle risorse e competenze interne ed all’ambiente organizzativo. Le variabili esterne sono invece più difficili da controllare, in quanto l’azienda può esercitare su di esse solo una azione limitata. È tuttavia fondamentale per il successo delle attività di marketing fare di tutto per tenere sotto controllo l’andamento di tale variabili.
Il tema è il nuovo welfare, adatto alle biopolitiche del lavoro e al benesserismo. In particolare si esplorano i processi paretcipativi applicati al learning e all'orientamento long-life a ai servizi per il lavoro.
Il Sindacato in Italia, la gestione delle relazioni sindacali, le vertenze sindacali, dimissioni del lavoratore. Tutto quello che devi sapere sul Sindacato.
Ottobre 2010 - Intervento effettuato durante la lezione di "Psicologia delle istituzioni e delle organizzazioni", cattedra del Prof. Giuseppe Ruvolo, Università di Palermo, Corso di laurea Magistrale in Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazionie.
Convegno Università Luiss - Roma, 23 settembre 2020
Terzo Settore, imprese e benefici sociali
Enti del terzo settore, imprese e benefici sociali: nuovi dati ed evidenze
Ambiente di marketing ? Come definiamo l’ambiente di marketing ? Perchè è importante conoscerlo?
L’ambiente di marketing di un’impresa è composto dagli attori e dalle forze esterne che influenzano la sua capacità di sviluppare e di mantenere con successo nel tempo, transazioni con i propri clienti. L’ambiente di marketing è costituito da un microambiente e da un macroambiente.
L’attività di marketing viene dunque influenzata da una serie di variabili: variabili interne (microambiente) e variabili esterne (macroambiente) all’impresa. Le variabili interne sono facilmente controllabili in quanti riconducibili alle risorse e competenze interne ed all’ambiente organizzativo. Le variabili esterne sono invece più difficili da controllare, in quanto l’azienda può esercitare su di esse solo una azione limitata. È tuttavia fondamentale per il successo delle attività di marketing fare di tutto per tenere sotto controllo l’andamento di tale variabili.
Il tema è il nuovo welfare, adatto alle biopolitiche del lavoro e al benesserismo. In particolare si esplorano i processi paretcipativi applicati al learning e all'orientamento long-life a ai servizi per il lavoro.
Il Sindacato in Italia, la gestione delle relazioni sindacali, le vertenze sindacali, dimissioni del lavoratore. Tutto quello che devi sapere sul Sindacato.
Ottobre 2010 - Intervento effettuato durante la lezione di "Psicologia delle istituzioni e delle organizzazioni", cattedra del Prof. Giuseppe Ruvolo, Università di Palermo, Corso di laurea Magistrale in Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazionie.
Convegno Università Luiss - Roma, 23 settembre 2020
Terzo Settore, imprese e benefici sociali
Enti del terzo settore, imprese e benefici sociali: nuovi dati ed evidenze
L'evoluzione del sistema azienda; riflessioni sugli aspetti principali che influenzano la gestione evolutiva e il passaggio tra vecchia e nuova generazione
L’era digitale porta con se vantaggi in termini di efficienza dei processi, efficacia delle azioni, migliore sfruttamento delle risorse, ma quali le ripercussioni sull’occupazione e quali le caratteristiche della nuovo lavoratore che dovrà, forse, sovrintendere questo nuovo modo di produrre?
La formazione come opportunità per i soggetti che siedono al tavolo della contrattazione quale contributo positivo alle relazioni industriali e allo sviluppo dell’impresa quale soggetto collettivo in una società che tende al proprio sviluppo economico e sociale.
2. 03/09/2016 2
Exquire
Giuseppe Catalani
Relazioni Industriali: Interazioni per la
regolamentazione dei rapporti di lavoro e quindi,
per la soluzione dei conflitti tra diversi soggetti,
che si spingono nell’ambito delle decisioni
politiche, economiche e del welfare.
Soggetti delle R.Ind.: imprenditori -
dirigenti e loro associazioni – lavoratori e loro
organizzazioni sindacali – governo ed
amministrazione pubblica
Relazioni: rapporto non occasionale in cui si
hanno sia forme di scambio volontarie che
espressioni di rapporti di potere
Rapporti (forme di interazione):
individuali (due soggetti);
bilaterali (attori collettivi);
triangolari (attori collettivi e istituzionali).
I rapporti possono essere formali o informali
questo dipende dalla forza e dal riconoscimento
del sindacato, maggiore è forza e
riconoscimento tanto più il rapporto può essere
sia formale che informale, in caso di debolezza e
basso riconoscimento il rapporto sarà sempre
meno formale.
3. 03/09/2016 3
Exquire
Giuseppe Catalani
Azioni (metodi con cui si attuano i rapporti):
unilaterale (imposizione autoritativa-
imprenditore- autoregolamentazione – sindacato
monopolista- regolazione legislativa)
negoziale (es. contrattazione collettiva; le
norme vengono stabilite attraverso la
negoziazione e il conflitto),
cooperativa (cogestione – concertazione)
Carattere normativo delle r. ind.: I
soggetti muovendosi nel sistema delle r.ind., con
una logica dipendente da quella degli altri e dai
vincoli dell’ambiente, generano comportamenti
ricorrenti, prassi e quindi regole (norme) che
non sono immutabili ovvero stabili nel tempo.
Istituzionalizzazione delle r.ind.:
dipende dalla maggiore o minore presenza di
regole o procedure prestabilite e consolidate.
Maggiore è il grado di istituzionalizzazione del
sistema, minore è il ricorso al conflitto, tra i
soggetti, per risolvere le controversie.
4. 03/09/2016 4
Exquire
Giuseppe Catalani
Si hanno sistemi in cui governo o amministrazione pubblica operano per assestare
il mercato e garantire la libertà d’azione, ovvero intervenire nella risoluzione dei
conflitti con azione regolatrice e coordinatrice fino al coinvolgimento
(neocorporativismo) dei soggetti nelle decisioni e attuazioni delle scelte di politica
economica.
Sistemi delle Relazioni Industriali
In relazione al tipo di azione
Sistemi centralizzati (nazionale) azione politica
rilevante
Sistemi decentrati (locali – aziendali), azione
politica minore se non assente.
Metodo della contrattazione collettiva
Metodo dell’azione politica.
In relazione al centro decisionale
5. 03/09/2016 5
Exquire
Giuseppe Catalani
Solidaristica-microsociale: fondata su relazioni informali e personali.
Mercato: logica dello scambio.
Modelli di Relazioni Industriali
Pluralista (collettivismo liberale):
logica del mercato congiunta alla
regolamentazione associativa. I soggetti non
sono più individuali ma associazioni che
interagiscono attraverso la contrattazione
collettiva o regolazione congiunta,
aggregando e selezionando la domande e
quindi riducendo i conflitti.
Neocorporativismo:
logica associativa combinata con quella
autoritativa dello Stato. Vi è un
coinvolgimento delle organizzazioni di
rappresentanza nelle decisioni politico-
economiche e sociali. (scambio politico –
concertazione). In questo caso è più
facile produrre beni collettivi, ma è siamo
in un caso instabile per defezione casuale
dei soggetti.
Statalista:
logica autoritativa da parte dello Stato o
Amministrazione pubblica attraverso norme
vincolanti. Riduzione dell’autonomia.
Varianti: corporativismo autoritario,
sindacalismo statalizzato, Stato come unico
soggetto decisore.
Autoritativa; logica politica o gerarchica.
Associativa; ruolo delle associazioni di
rappresentanza.
Liberista: logica del mercato, autoritativo
di tipo gerarchico. Tendenza alla
deregolazione
6. 03/09/2016 6
Exquire
Giuseppe Catalani
SindacatoLavoratori
SindacatoImprenditori
Stato
Individuo
Rappresentanza
100% Rappresentanza
100%
Imprenditori
100%
Lavoratori
100%
Area Sindacato dei lavoratori forte
Sindacato di classe o corporativo
Solidaristica associativa
Area Sindacato Imprenditoriale forte
modello liberista massima
deregolazione
Alto consenso degli individui
ai rispettivi sindacati
Concertazione
Cooperativa Trilaterale
Area autoritativa dello Stato basso consenso da parte dei singoli ai
rispettivi sindacati modello statalista
Stato 100% Stato 100%
Neocorporativismo Neocorporativismo
Pluralismo
Contrattazione
collettiva o
congiunta
Negoziale
Pluralismo
Contrattazio
ne collettiva
o congiunta
Negoziale
Alta istituzionalizzazione e bassa
autonomia sindacale
Unilaterale
Bassa Media istituzionalizzazione e
alta autonomia sindacale
7. 03/09/2016 7
Exquire
Giuseppe Catalani
Organizzazioni Sindacali
Sindacati: soggetto in cui si riconoscono due anime, quella di movimento di difesa degli
interessi , che sfocia anche in rivolta e quella di associazione esprimente interessi solidaristici,
che si riconoscono ad esempio nelle società di mutuo soccorso. Entrambe le anime, che si
differenziano nelle modo, esprimono la solidarietà collettiva intorno ad interessi che risultano
comuni del gruppo organizzato, distinti e antagonisti rispetto a quelli di altri soggetti.
Funzioni: Gestisce e alimenta il conflitto e incanala la partecipazione politica e sociale delle
masse, integrandole nella società e contribuendo al suo cambiamento. L’anima di movimento
è destinata a sopirsi, dopo aver esaurito la sua funzione iniziale di aggregazione, ma non
scompare ed è sempre pronta a manifestarsi sia verso l’esterno che all’interno
dell’organizzazione stessa.
Contraddizioni Interna: la dicotomia insita nel sindacato (movimento-associazione) si
manifesta nelle azioni dei soggetti che ne fanno parte, i quali possono entrare in contrasto
con l’organizzazione stessa.
Limiti: Non esaurisce le aspettative dei suoi rappresentati, nel senso che non soddisfa
pienamente gli interessi dei singoli o di tutti i raggruppamenti interni. Questo comporta la
possibilità che si vengano a creare forme di autoregolamentazione dei lavoratori, che possono
porsi quali antagonisti del sindacato. Ciò si manifesta nei casi di sindacato debole o
interessato da forti contestazioni interne riguardo il suo operato.
8. 03/09/2016 8
Exquire
Giuseppe Catalani
Organizzazioni Sindacali
Sindacati associativi che si occupano degli interessi dei soli associati e
pongono in essere azioni di contrattazione collettiva.
Sindacati di classe che si interessano degli interessi dei lavoratori in
generale, anche se non iscritti, ponendo attenzione alle categorie più
deboli. Pongono in essere azioni di contrattazione collettiva e in ambito
politico.
Suddivisione per
settore
Sindacati di mestiere o professionali che raccolgono lavoratori che
presentano particolari specificità lavorative/mansioni/professioni (lavoratori
con forte potere contrattuale in quanto operano in ambiti particolarmente vulnerabili).
Sindacati di industria (produzione di massa taylor-fordista) che si riconoscono in
tutti i lavoratori che appartengono ad uno specifico settore economico o
più specificatamente in uno specifico comparto all’interno del settore che
ne è il genere (settore industria, specifica chimica, meccanica, ecc.).
Sindacato d’azienda dove l’unità di aggregazione è l’azienda. Si sono formati
in determinati momenti i cosiddetti sindacati “gialli” conniventi con la direzione
aziendale, oppure sindacati d’azienda esclusiva derivanti da una profonda cultura
aziendale che ne limita l’attività (Giappone).
Suddivisione per
ampiezza degli
interessi
Unitari e In competizione (diversità ideologica)Suddivisione per
identità
9. 03/09/2016 9
Exquire
Giuseppe Catalani
Organizzazioni Sindacali
Sviluppo: L’organizzazione nel tempo si trasforma in relazione
al contesto in cui viene ad operare e comunque la sua anima
di movimento (sindacalismo di opposizione) lascia il posto a
quella di associazione (sindacalismo di controllo o
partecipazione) o da essa viene integrata. Nei casi in cui si
sviluppino movimenti interni di dissenso dopo una prima fase
acuta questa scema, portando all’integrazione
(riconoscimento del sindacato) o alla scomparsa degli stessi
movimenti spontanei.
Livello Centralizzato
Armonizzazione e coordinamento
dell’azione generale
Coinvolgimento politico ed economico con
il Governo
Rappresentanza Territoriale
Interessi specifici
Contrattazione centralizzata
Aziendale
Interessi specifici
Prevalenza alla
contrattazione aziendale
Rappresentanze
Aziendali RSU elettivo
aperta a tutti i lavoratori
Confederazione
Arbitri tra I
sindacati
La forza di un sindacato dipende dalla
consistenza degli aderenti (iscrizioni).
Alta adesione esplicita = Alta
legittimazione sociale = Maggiore forza
contrattuale = Alta adesione esplicita
La disponibilità finanziaria dipende dalla stabilità delle
iscrizioni
L’iscrizione è legata all’ottenimento di interessi specifici
diversi da quelli salvaguardati alla generalità dei lavoratori.
Possono riguardare l’identità (identificazione) o interessi
selettivi specifici riservati ai soli iscritti.
L’iscrizione non è obbligatori per avere diritto a quelle
garanzie base dell’azione sindacale. E’ volontaria e il
contributo viene trattenuto sulla busta paga (per i soli iscritti)
in quanto è uno strumento per scoraggiare le defezioni.
Per questi motivi il nr degli iscritti non è un indicatore
assoluto del consenso ma va integrato con l’adesione alle
azioni sindacali (scioperi, manifestazioni ecc).
Le ragioni della scarsa
partecipazione alla vita sindacale
sono:
Complessità delle questioni
trattate, considerare il sindacato
come un fornitore di servizi
pubblici, la mole
dell’organizzazione che rende non
visibile la partecipazione del
singolo, obiettivi di medio lungo
periodo anziché immediati o a
breve.
10. 03/09/2016 10
Exquire
Giuseppe Catalani
Rappresentanza
Gli organismi sindacali possono essere:
Eletti dai soli iscritti (sindacati associativi)
Eletti da tutti i lavoratori (sindacati di classe) in questo caso nei luoghi di lavoro
vi è la tendenza ad avere una rappresentanza generale e una degli iscritti
Organismi generali; maggiore lontananza alle necessità del singolo o del micro
gruppo
Organismi in base alla struttura interna aziendale (in questo caso si ha una maggior
visione degli interessi dei singoli o micro gruppo (reparto, ufficio, ecc.)
Le funzioni degli organismi di rappresentanza sono: sindacali (tesseramento,
propaganda, informazione), normative contrattuali, di controllo (lavoro e applicazione dei
contratti), di partecipazione ad alcune decisioni aziendali.
Queste funzioni sono ripartite tra organismi centrali e periferici, certamente le
rappresentanze aziendali che non dovrebbero svolgere attività diverse da
quelle di controllo, di fatto ampliano la loro azione anche in ambiti non di loro
pertinenza (negoziazione, proselitismo, conflittualità)
11. 03/09/2016 11
Exquire
Giuseppe Catalani
Rappresentanza
Rappresentanza istituzionalizzata; regolazione esterna attraverso leggi
Rappresentanza informale
Rappresentanza da accordi interconfederali
Significato di rappresentanza
Chi agisce in funzione e a vantaggio di altri in un processo di mediazione. Questo
processo è alternativo all’agire direttamente.
Si può attuare la rappresentanza sulla base di una delega o quale rapporto fiduciario tra i
soggetti coinvolti. Il rapporto di delega vede il rappresentante agire in forza di un mandato in
cui sono definiti gli ambiti della sua autonomia, che può essere anche assente. Nel caso di
rapporto fiduciario il rappresentante si muove nella più ampia autonomia ma deve farsi
interprete degli interessi dei rappresentati. Si passa da una azione che è il risultato delle
decisioni dei rappresentati a cui il rappresentante si adegua, ad una situazione dove il
rappresentante gestisce gli interessi dei rappresentati e ne trae una strategia che è, non la
somma ma l’elaborazione delle aspettative dei rappresentati. Quanto più il rappresentante e
vicino ai rappresentati, o siamo in una fase inziale, tanto più questo si muove in una situazione
vicina al mandato. Tanto più si allontana e l’organizzazione si è consolidata e risulta
riconosciuta, tanto più siamo in un sistema fiduciario.
12. 03/09/2016 12
Exquire
Giuseppe Catalani
Rappresentanza
I rappresentanti dei lavoratori attuano
azioni di influenza o pressione
sull’azione degli altri soggetti, oppure
cercano di cogliere le occasioni
positive e limitare quelle negative che
si manifestano nel corso
dell’interazione. Esprimono la loro
capacità di negoziatori sostenuti dal
livello di rappresentatività che si
manifesta nei momenti di conflitto.
Questa situazione è fluida e si sposta
da una situazione di rappresentanza
con mandato a quella fiduciari.
Le attività minime necessarie al
funzionamento del sindacato sono:
iscrizioni che indicano quale è il suo
seguito (ma si evidenzia soprattutto al
manifestarsi di quelle azioni in cui si
richiede la mobilitazione che è
indipendente dall’iscrizione –
manifestazioni scioperi), di un livello
minimo di partecipazione (nei momenti di
conflitto, durante l’elezione delle RSU,
nelle consultazioni –referendum) e di una
partecipazione attiva e militanza di alcuni
rappresentati.
I vantaggi dell’azione sindacale in cui si ha
una rappresentanza fiduciaria a
partecipazione volontaria, porta a
rappresentare indirettamente anche quei
soggetti che sono lontani dalle logiche e
attività sindacali. Questi godono dei
benefici senza aver contribuito in alcun
modo.
13. 03/09/2016 13
Exquire
Giuseppe Catalani
Rappresentanza
La partecipazione può essere per
appartenenza quindi adesione volontaria a
cui segue una partecipazione sia di
militanza che finanziaria (logica
dell’associazione e della partecipazione
diretta).
La partecipazione elettorale (e non
solo ma coinvolgimento in altri
momenti di azione sindacale) che
seppur importante non prevede
necessariamente identificazione
(logica generale e della partecipazione
indiretta).
La partecipazione è espressione di
consenso o dissenso nei riguardi
dell’organizzazione sindacale da parte dei
rappresentati. La partecipazione negativa,
che si manifesta con la passività e
inattività può essere, insieme alla
espressione attiva dell’opposizione, indice
di dissenso. Ma anche il frutto di inerzia, si
attende che altri facciano rimanendo
fermi. Un indice di dissenso lo si trova
nella defezione più che nella mancata
iscrizione, nell’appoggiare candidati
scomodi, favorendo l’alternativa,
attraverso la disobbedienza.
14. 03/09/2016 14
Exquire
Giuseppe Catalani
Associazioni Imprenditoriali
Gli imprenditori sono:
Datori di lavoro che agendo regolano il lavoro
aziendale e partecipando alle associazioni
imprenditoriali.
Uomini di affari agendo sui mercati,
influenzando la politica attraverso associazioni
commerciali e/o formando coalizioni tra aziende.
Per la tutela dei loro interessi agiscono:
In modo individuale (mercato – area politica),
Azione collettiva (internazionale –fusioni;
coordinato –consorzi)
Associazionismo.
Questa duttilità di scelta nell’agire è la
base di quella che è stata definita la
“asimmetria” tra organizzazioni
imprenditoriali e dei lavoratori
Le ragioni dell’associazione imprenditoriale:
tutela nei confronti del governo in materia di
legislazione economica e sociale. Contrastare
l’azione delle organizzazioni dei lavoratori
Funzioni: assistenza, consulenza,
rappresentanza nella contrattazione collettiva
e nelle controversie, tutela degli interessi nei
rapporti con il governo e i poteri pubblici)
Struttura: territoriale e di categoria. Vi è libertà di scelta tra una o entrambe (per le
rappresentanze dei lavoratori la scelta è obbligata se iscritti si è iscritti ad entrambe le linee
organizzative). Sussiste una elevata frammentazione dei settori di attività delle imprese
(agricoltura, industria, commercio, servizi) e delle dimensioni 8artigiane, piccole, medio piccole,
grandi).
15. 03/09/2016 15
Exquire
Giuseppe Catalani
Conflitto
Interazioni tra soggetti (individui, gruppi, organizzazioni e collettività)
Conflitto: scontro tra soggetti per l’accesso e distribuzione di risorse scarse.
Lo scontro può avvenire tra i soggetti con interazione casuale e quindi
indipendentemente che si parli di: individuo/gruppo – gruppi/collettività –
individuo-collettività ecc.
Risorse: potere, ricchezza e prestigio (alcune sono auspicate in vista di nuovi
conflitti)
Suddivisione dei conflitti:
Dimensione - numero dei partecipanti
Intensità - come grado di coinvolgimento al conflitto –
Obiettivi
La violenza non è vista come coinvolgimento ma come momento di rottura delle norme o
regole del gioco ed è quindi uno strumento
16. 03/09/2016 16
Exquire
Giuseppe Catalani
Conflitto
La società è:
Una compagine stabile e duratura, equilibrata,
con all’interno funzioni determinate in cui vige il
consenso.
Ovvero
Un soggetto che evolve nel tempo,
contraddittorio ed esplosivo, i cui elementi che
la costituiscono contribuiscono al suo
mutamento e si conserva attraverso la
coercizione esercitata da alcuni suoi membri
sugli altri
Interpretazione del conflitto sociale:
Il conflitto è visto come elemento di
disturbo di uno stato di armonia ed
equilibrio e per questo deve essere
combattuto
Il conflitto è visto come una situazione
insita in ogni gruppo sociale in quanto vige
sempre disarmonia e disequilibrio. Il
conflitto è un elemento che contribuisce al
miglioramento.
Il conflitto come disagio al funzionamento
del gruppo sociale, una disfunzione
generata dal suo non o mal funzionamento.
Il conflitto come risposta e soluzione alla
storica divisione per classi della società che
ha origini economiche
Il conflitto come risposta alla struttura
costituita da norme imperative in cui si
manifestano rapporti autoritativi, di super
ordinazione e di subordinazione.
Settori:
Economici: primario-agricoltura/materie prime,
secondario-industria/trasformazione, terziario-
servizi/utilità ai settori precedenti
pubblici/privati.
Welfare: primo istruzioni pubbliche, secondo
aziende di mercato, terzo volontariato, quarto
mutualismo.
17. 03/09/2016 17
Exquire
Giuseppe Catalani
Conflitto
Caratteristiche del conflitto sociale:
Le cause: Il conflitto ha cause interne, non casuali né specifiche è il risultato di
antagonismi e va contestualizzato nella società analizzata.
Ineliminabilità: può essere soffocato, deviato, bloccato ma si ripresenta con
maggiore forza, per cui si ricorre alla sua regolamentazione, ossia porre delle
regole di comportamento che riducano la sua intensità distruttiva.
Istituzionalizzazione: Condivisione delle regole poste alla base della sua
regolamentazione attraverso un reciproco accordo e il loro mutamento deve
altresì essere condiviso.
Mutabilità: il conflitto è elemento di evoluzione con segno positivo o negativo,
senza conflitto vi è stagnazione
Limite: il conflitto portato ai suoi massimi livelli, ovvero non regolamentato
comporta la distruzione del sistema.
Forma: latente o manifesta
18. 03/09/2016 18
Exquire
Giuseppe Catalani
Conflitto
Conflitto industriale
Conflitto organizzato: Lo sciopero è conflitto manifesto ed aperto in cui è richiesta
una forma di organizzazione tra i lavoratori e la presenza di un sindacato o di un
leader. I conflitti organizzati possono essere composti – negoziazione attraverso il
rappresentante del gruppo-.
Conflitto individuale: azioni poste in atto dal singolo come manifestazione del suo
disagio o della sua contestazione al sistema in cui si trova. (“disaffezione al lavoro”
assenteismo, turnover, sabotaggio, indisciplina). Non trova composizione
innegoziabile (dipende dalle ragioni)
Variabili: quando esiste conflitto organizzato, scema il conflitto individuale e
viceversa. La mancanza di un leader o di un elemento aggregatore riduce il conflitto
organizzato a favore del conflitto individuale. La riduzione del turnover determina
un aumento di conflitto organizzato (insofferenza da immobilità lavorativa).
19. 03/09/2016 19
Exquire
Giuseppe Catalani
Conflitto
Conduzione del conflitto: obiettivo del
conflitto non è la distruzione dell’altro
soggetto ma il raggiungimento del maggior
numero di concessioni. La mancanza di uno
dei due soggetti porta alla distruzione di una
delle risorse necessarie.
Il ricorso al conflitto è legato al riconoscimento dell’organizzazione
sindacale, ovvero alla suo peso contrattuale. Il conflitto porta
all’evidenza delle parti, alla capacità di rappresentanza e quindi forza
“potere” dei soggetti interessati nel confronto tra essi.
L’istituzionalizzazione del conflitto non è la soluzione
definitiva, infatti il conflitto in quanto tale, si può
manifestare a prescindere dalle regole esistenti o
dagli accordi presi. Ogni accordo è comunque
soggetto alla sua revisione che può essere anche il
frutto di una esplicita inosservanza. Ciò sta a
significare l’instabilità della istituzionalizzazione che è
sempre il risultato dei rapporti di potere tra i soggetti
e conseguentemente, della rappresentatività degli
stessi nei riguardi dei rappresentati, ovvero della loro
capacità di essere rappresentanti riconosciuti dai
rappresentati. Ecco che si fa strada il calcolo di
convenienza tra peso desiderato di rappresentatività e
interessi curati. Questo bilanciamento determina il
valore quantitativo del conflitto, ossia la convenienza
o meno ad utilizzarlo: In tal senso deve trovarsi il
bilanciamento tra riappropriazione del valore
desiderato della rappresentatività e logica del livello
possibile delle concessioni ottenibili, senza
danneggiare irreparabilmente il sistema.
Il conflitto non rimane immune dagli interventi del
mondo politico/ poteri pubblici i quali agiscono sia in
veste di moderatori che di solutori dei conflitti
mettendo sul tavolo delle risorse personali che
possono essere di sola informazione che di assunzione
di impegni. Si rileva che le situazioni di bassa
istituzionalizzazione del conflitto sono caratterizzate
da conflitti aspri “selvaggi”, prolungati, poco frequenti
e a base ristretta (pochi lavoratori), mentre nelle
situazioni di maggiore istituzionalizzazione, si hanno
conflitti meno aspri “civili”, brevi, più frequenti, e a
base ampia.
Terziarizzazione: si intende lo spostamento del conflitto da una sfera prettamente industriale a quella dei terzo
settore economico. Conseguenze dello spostamento e il coinvolgimento indiretto nel conflitto dell’utenza con
conseguente aumento dell’impatto sulla società del conflitto.
20. 03/09/2016 20
Exquire
Giuseppe Catalani
Cooperazione
Interazioni tra soggetti (individui, gruppi,
organizzazioni e collettività)
E’ la situazione che si oppone al conflitto. In questo caso i rapporti si basano
sul reciproco riconoscimento, sia formale che sostanziale, ossia il
riconoscimento della funzione dei soggetti e la reale disponibilità a prendere
in considerazione le rispettive posizioni al fine di trovare un accordo di
compromesso, in cui entrambe le parti rinunciano a proprie rivendicazioni in
favore di quelle dell’altra (somma positiva).
Presupposti: disponibilità al compromesso, interessi/obiettivi comuni
Vantaggi: controllo del conflitto, distribuzione dei benefici
Limiti: divergenze incolmabili
Forme: informazione, co-determinazione, partecipazione consultiva di
sorveglianza
21. 03/09/2016 21
Exquire
Giuseppe Catalani
Contrattazione Collettiva
Il processo attraverso cui i soggetti, Rappresentanza dei lavoratori – Impresa, giungono a definire
autonomamente le norme che regolano il rapporto di lavoro.
Modi
Attraverso il conflitto in cui le parti, in relazione
ad una valutazione di convenienza pongono in
essere azioni tendenti ad influenzare a proprio
favore le scelte dell’altra parte. Lo sciopero è la
massima manifestazione del conflitto posta in
essere dal sindacato. L’impresa risponde
accettando le rivendicazioni, in quanto le ritiene
meno gravose rispetto a quelle a cui andrebbe in
contro in assenza delle prestazioni dei lavoratori,
oppure non accetta le rivendicazioni obbligando
la controparte a rinunciare allo sciopero o a
modificare le rivendicazioni.
Attraverso la cooperazione in cui le parti
essendosi reciprocamente riconosciute,
nella loro funzione di soggetti legittimati
alla contrattazione, trovano una comunione
di intenti (interessi/obiettivi) ed attuano
azioni congiunte che portano al
raggiungimento di una situazione di
compromesso (unitarietà delle decisioni)
tra le diverse aspettative.
Presupposti: stabilità e rappresentatività del sindacato
Forme: Centralizzato (maggiore unificazione degli interessi), decentrato (specializzazione degli interessi)
Materie: tutte (retribuzione, organizzazione del lavoro ecc.)
Limiti: l’applicazione e il suo controllo
22. 03/09/2016 22
Exquire
Giuseppe Catalani
Concertazione
La concertazione vede un impegno immediato dei due
soggetti principali ( da verificare la loro influenza sui
rappresentati) e un impegno ipotetico e comunque di
lungo periodo per lo stato, con il rischio per i sindacati
è di una crisi di rappresentanza che può essere gestita
attraverso la canalizzazione del dissenso.
Condizioni: (anni ’70)
governo pro-labor e legittimato, Disponibilità di
risorse.
Rappresentanze sindacali forti e rapporti centralizzati
– immagine di ente semi pubblico
Obiettivi:
Politica dei redditi (ridistribuzione delle risorse al fine
di controllare l’inflazione, ossia data una risorsa che
è il risultato di due variabili, queste si muovono in
modo opposto al fine di mantenere fermo il valore
finale). Incentivare la produttività con premi
(seconda soluzione preferita dagli imprenditori)
lasciando il mercato libero di muoversi.
Patti sociali: sono accordi triangolari tra i soggetti
delle R.I. – consenso - dove il governo rende
disponibili delle risorse o degli impegni in termini di
legiferazione
Lo stato come soggetto con funzioni di
ammissione (promozione alla sindacalizzazione -
contrattazione),
esclusione (alla sindacalizzazione, allo sciopero/serrata,
alla contrattazione),
correzione (attraverso atti legislativi o accordi trilaterali
regolatori di particolari situazioni contrattuali –
indicizzazione, orario, obiettivi ecc.)
definizione (coerenza tra obiettivi delle parti sociali e
quelli governativi).
Condizioni: (anni ’90)
scarsa disponibilità di risorse, compensata con
dichiarazioni di principio (riconoscimento e
legittimazione) e delega di funzioni pubbliche
(partecipazione alla politica economica)
sindacati radicati nei luoghi di lavoro
Obiettivi:
politiche sociali e dei redditi (mediazione tra vantaggi
economici –retribuzione- e servizi)
23. 03/09/2016 23
Exquire
Giuseppe Catalani
Flessibilità
Il modello della produzione di massa
prevede: impresa gerarchicamente
organizzata (ruoli definiti e limitata
autonomia decisionale), centralizzazione
delle decisioni (acquisizione delle
informazioni e decisione unilaterale
secondo una propria scelta – razionalità
sinottica-), scarso coinvolgimento nella
definizione degli obiettivi (low trust).
Il modello della produzione di massa entra in
crisi per cambiamento della domanda,
cambiamento delle preferenze, aumento della
competitività (tecnologie/ costi della M.O nei
paesi emergenti)
Risposte del sistema di produzione: qualità
e flessibilità legata a produzioni non di
massa bensì a
richiesta/specializzate/personalizzate
Presupposti:
Partecipazione dei lavoratori, relazioni
cooperative e basate sulla fiducia, sindacati
rappresentativi, condivisione degli obiettivi,
decentramento decisionale, qualificazione
professionale (generica-
specialistica..efficacia), efficienza/qualità.
Tipi:
Retributiva; legata ai risultati, al contesto socio
economico, alle fluttuazioni del mercato
Polivalenza – Polifunzionalità; operare in punti
diversi del medesimo ciclo (conoscenze
generalistiche), operare su un punto del ciclo
svolgendo funzioni diverse ( multispecializzazione)
Disponibilità: orario di lavoro, variazione
numerica (licenziamenti-assunzioni),
esternalizzazione
Modelli:
Just in time, lean production, produzioni di
nicchia (specialistiche)