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Rapporto
Lombardia
2017
Sintesi
BUONA SALUTE PARITÀ
DI GENERE
AGRICOLTURA
E NUTRIZIONE
SOSTENIBILI
EDUCAZIONE
DI QUALITÀ
RIDURRE
POVERTÀ
E VULNERABILITÀ
PRODUZIONE
E CONSUMO
RESPONSABILI
PROMUOVERE
LE PARTNERSHIP
PER GLI OBIETTIVI
ISTITUZIONI
EFFICACI
E AFFIDABILI
TUTELARE
AMBIENTE
E BIODIVERSITÀ
CITTÀ E TERRITORI
SOSTENIBILI
INNOVAZIONE
E INFRASTRUTTURE
ACQUE
PULITE
OCCUPAZIONE
E CRESCITA
ECONOMICA
RIDURRE LE
DISUGUAGLIANZE
ENERGIA PULITA
E AZIONI
PER IL CLIMA
Rapporto
Lombardia
2017
Sintesi
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Indice
Introduzione...................................................................................................................................................................................................................................... 4
Capitolo 1 · Ridurre povertà e vulnerabilità............................................................................................................................................. 5
Capitolo 2 · Agricoltura e nutrizione sostenibili................................................................................................................................. 9
Capitolo 3 · Buona salute................................................................................................................................................................................................ 13
Capitolo 4 · Educazione di qualità........................................................................................................................................................................ 17
Capitolo 5 · Parità di genere........................................................................................................................................................................................ 21
Capitolo 6 · Acque pulite................................................................................................................................................................................................. 25
Capitolo 7 · Energia pulita e azioni per il clima................................................................................................................................... 29
Capitolo 8 · Occupazione e crescita economica................................................................................................................................ 33
Capitolo 9 · Innovazione e infrastrutture.................................................................................................................................................... 37
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze......................................................................................................................................................... 41
Capitolo 11 · Città e territori sostenibili......................................................................................................................................................... 45
Capitolo 12 · Produzione e consumo responsabili........................................................................................................................... 49
Capitolo 13 · Tutelare ambiente e biodiversità..................................................................................................................................... 53
Capitolo 14 · Istituzioni efficaci e affidabili................................................................................................................................................ 57
Capitolo 15 · Promuovere le partnership per gli obiettivi..................................................................................................... 61
Il posizionamento della Lombardia in sintesi......................................................................................................................................... 65
4
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Introduzione
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il voto dei 193 Governi dei Paesi
membri, ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da un elenco di 17 obiettivi e 169
sotto-obiettivi (target) che dovranno essere raggiunti da tutti i Paesi del mondo entro il 2030.
Con il Rapporto Lombardia 2017, Éupolis Lombardia propone lo sviluppo sostenibile, nell’accezione mul-
tidimensionale e integrata prevista dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030, come strumento di lettura e di
possibile orientamento del modello di sviluppo della Lombardia.
Il Rapporto si propone di verificare come la declinazione di sviluppo sostenibile proposta dall’Agenda –
uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future gene-
razioni di soddisfare i propri bisogni – possa rappresentare una chiave di lettura delle dinamiche sociali,
economiche, ambientali e istituzionali della Lombardia. Ciò nella duplice prospettiva:
a)	di analizzare e interpretare le trasformazioni del sistema regionale lombardo;
b)	di individuare se e con quali politiche un livello di governo sub-nazionale possa contribuire al consegui-
mento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile sul proprio territorio.
Il Rapporto Lombardia avrà cadenza annuale e l’obiettivo dell’edizione 2017 è di presentare una prima
declinazione sulla Lombardia dell’Agenda ONU 2030, anche in funzione della possibile implementazione a
livello regionale della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che l’Italia dovrà adottare nel corso
del 2017.
In considerazione del ruolo istituzionale di Éupolis Lombardia, il Rapporto è ideato per offrire innanzi-
tutto ai policy maker regionali e, più in generale, ai decisori dei settori politici, economici e sociali della
Lombardia, uno strumento di analisi di contesto a supporto delle loro scelte.
Nelle pagine che seguono sono presentati la sintesi di ciascun capitolo e il posizionamento della Lom-
bardia rispetto ai 21 Paesi dell’Unione europea facenti parte dell’OCSE.
Il Rapporto completo è disponibile in www.eupolislombardia.it
Introduzione
Ridurre povertà
e vulnerabilità
1
5
6
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 1
Ridurre povertà e vulnerabilità
La povertà resta al di sotto della media nazionale, ma l’incremento è più significativo.
Cresce la povertà relativa e assoluta; cresce anche quella delle famiglie. Per capire il grado di vulnera-
bilità della popolazione si possono considerare quattro fattori.
1.	Il reddito: la sua distribuzione resta problematica; il 30% delle famiglie più povere italiane detiene l’1%
della ricchezza;
2.	Il lavoro: preoccupa in Lombardia l’aumento dei NEET (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, né
lavorano). Essi oggi rappresentano il 18,6% dei loro coetanei: è un valore molto al di sotto del 25,7%
italiano, ma in costante crescita dal 2008.
3.	Il livello di istruzione della popolazione: i livelli di competenze della popolazione lombarda restano
elevati in termini relativi; anche in Lombardia il grado di competenze è inferiore tra gli appartenenti alle
famiglie economicamente e socialmente più svantaggiate.
4.	La salute: complessivamente i lombardi stanno bene. Preoccupa, piuttosto, dal punto di vista struttu-
rale, l’andamento demografico: al 2035 avremo perso circa 200.000 minori da 0 a 14 anni e avremo
500.000 ultra85enni in più.
Rapporto Lombardia
7
Capitolo 1 · Ridurre povertà e vulnerabilità
Minore rischio povertà
Maggiore rischio povertà
REP.CECA14,0
16,0
16,4
SVEZIA
PAESIBASSI
20,0
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
28,7
35,7
14,0
23,4
24,2
16,8
16,0
18,4
28,2
19,2
18,3
17,7 17,6
20,0
18,5
21,1
16,4
17,7
23,526,0
26,6
28,6
Rep. Ceca
Svezia
Paesi Bassi
Finlandia
Lombardia
Danimarca
Francia
Austria
Slovacchia
Lussemburgo
Slovenia
Germania
Belgio
Polonia
Regno Unito
Estonia
Irlanda
Portogallo
Ungheria
Spagna
Italia
Grecia
14,0
16,0
16,4
16,8
17,6
17,7
17,7
18,3
18,4
18,5
19,2
20,0
21,1
23,4
23,5
24,2
26,0
26,6
28,2
28,6
28,7
35,7
GRECIA
ITALIA
SPAGNA
35,7
28,7
28,6
MEDIANA UE21
Anno 2015 Fonte: Eurostat
1 Ridurre povertà e vulnerabilità
1 - Popolazione a rischio povertà o esclusione sociale
Quota percentuale sulla popolazione totale
Eurostat definisce persone a rischio di povertà o di esclusione sociale coloro che si trovano in almeno una
situazione di povertà monetaria o di grave deprivazione materiale o di intensità di lavoro molto bassa. In
Unione Europea il fenomeno colpisce circa un quarto della popolazione. L’Italia è uno degli ultimi Paesi
UE21 (28,7%), insieme a Spagna e Grecia. La frequenza del fenomeno in Lombardia è decisamente più
bassa (17,6%), dopo i primi 4 Paesi UE21.
8
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
TOP 3
Anno 2015 Fonte: Eurostat
1 Ridurre povertà e vulnerabilità
2 - Popolazione in severa deprivazione materiale
Quota percentuale sulla popolazione totale
Svezia
Lussemburgo
Finlandia
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Germania
Estonia
Francia
Rep. Ceca
Belgio
Slovenia
Regno Unito
Spagna
Lombardia
Irlanda
Polonia
Slovacchia
Portogallo
Italia
Ungheria
Grecia
0,7
2,0
2,2
2,6
3,6
3,7
4,4
4,5
4,5
5,6
5,8
5,8
6,1
6,4
6,4
7,5
8,1
9,0
9,6
11,5
19,4
22,2 Più poveri
GRECIA
ITALIA
UNGHERIA
22,2
19,4
11,5
Meno poveri
SVEZIA0,7
2,0
2,2
LUSSEMBURGO
FINLANDIA
5,8
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
11,5
22,2
5,6
8,1
4,5
2,2
0,7
9,0
19,4
5,8
3,6
4,5
4,4
2,0
5,8
2,6
3,7
6,17,5
9,6
6,4
6,4
MEDIANA UE21
Per deprivazione materiale si intende la situazione di involontaria incapacità di sostenere spese per deter-
minati beni o servizi. Le persone in grave deprivazione materiale sono quelle appartenenti a famiglie che
non possono permettersi almeno quattro tra le seguenti opzioni: pagare puntualmente bollette, affitto
o prestiti; riscaldare adeguatamente l’abitazione; sostenere spese impreviste di 800 euro; fare un pasto
adeguato almeno una volta ogni due giorni; concedersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa;
possedere un televisore a colori o una lavatrice o un’automobile o un telefono. In Italia, terzultima nella
classifica UE21, una persona su nove vive in grave deprivazione materiale. Anche la Lombardia occupa la
seconda metà della classifica: quasi una persona su quindici si trova in tale condizione.
Introduzione
Rapporto Lombardia
9
Agricoltura
e nutrizione
sostenibili
2
9
10
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 2
Agricoltura e nutrizione sostenibili
La Lombardia produce moltissimo, anche se non abbastanza per sfamare una popolazione particolar-
mente numerosa.
La produttività lombarda (vegetale e animale) resta significativamente superiore ai valori nazionali ed
europei. Si registra, tuttavia, un lieve calo nella produttività per fattori impiegati, dipendente principalmen-
te dall’andamento dei prezzi. Il valore lombardo della produttività per unità lavorativa è doppio rispetto a
quello italiano e del 36% in più di quello europeo. Anche la produttività per ettaro è l’80% più di quella
italiana e quasi tre volte quella europea.
Segnali positivi circa la sostenibilità della produzione agricola sono l’aumento della produzione biologi-
ca, un buon rapporto tra allevamento erbivoro e superfici, un investimento nei concimi e additivi migliore
della media europea e l’uso efficiente dell’energia.
In termini di efficienza, il rapporto tra spesa pubblica in agricoltura e produttività in Lombardia è infe-
riore del 20% rispetto a quello nazionale.
Rapporto Lombardia
11
Capitolo 2 · Agricoltura e nutrizione sostenibili
Meno BIO
IRLANDA
REGNOUNITO
PORTOGALLO
0,88
1,17
1,85
Più BIO
17,15
16,02
15,15
AUSTRIA
ESTONIA
SVEZIA
MEDIANA UE21
3,78
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
7,90
2,40
12,69
3,57
16,02
8,80
15,15
8,51
2,58
8,95
17,15
3,54 2,06
6,04
3,40
3,78
2,42
6,68
1,170,88
1,85
3,03
Austria
Estonia
Svezia
Rep. Ceca
Slovenia
Finlandia
Slovacchia
Italia
Danimarca
Germania
Belgio
Polonia
Francia
Lussemburgo
Spagna
Ungheria
Paesi Bassi
Grecia
Lombardia
Portogallo
Regno Unito
Irlanda
17,15
16,02
15,15
12,69
8,95
8,80
8,51
7,90
6,68
6,04
3,78
3,57
3,54
3,40
3,03
2,58
2,42
2,40
2,06
1,85
1,17
0,88
Anno 2013 Fonte: Eurostat
2 Agricoltura e nutrizione sostenibili
1 - Superficie a coltivazione biologica
Rapporto tra superficie biologica (certificata e in conversione) e superficie agricola utilizzata (SAU)
Il metodo di coltivazione biologico è spesso ritenuto rilevante nel contribuire alla sostenibilità dell’agri-
coltura. Aiuta a proteggere la biodiversità e le risorse naturali, anche se a discapito della produttività. A
livello UE l’agricoltura biologica è cresciuta a ritmi rilevanti nell’ultimo decennio per poi rallentare il tasso
di crescita negli ultimi anni. Nel 2013 la quota della superfice agricola destinata ad agricoltura biologica si
attesta in Lombardia a 2,06%, posizionandosi al quartultimo posto nella graduatoria europea davanti solo
a Portogallo, Regno Unito e Irlanda, comunque molto al di sotto del dato medio nazionale (7,9%).
12
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Bassa densità allevamento
GRECIA
SLOVACCHIA
ESTONIA
0,44
0,34
0,32
Alta densità allevamento
3,57
2,75
2,74
PAESIBASSI
LOMBARDIA
BELGIO
MEDIANA UE21
0,76
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
0,77
0,44
0,50
0,64
0,32
0,51
0,56
0,34
0,49
1,00
0,89
0,79
1,10
1,26
2,74
3,57
1,58
0,761,20
0,56
0,62
2,75
Estonia
Slovacchia
Grecia
Ungheria
Rep. Ceca
Finlandia
Portogallo
Svezia
Spagna
Polonia
Regno Unito
Italia
Francia
Austria
Slovenia
Germania
Irlanda
Lussemburgo
Danimarca
Belgio
Lombardia
Paesi Bassi
0,32
0,34
0,44
0,49
0,50
0,51
0,56
0,56
0,62
0,64
0,76
0,77
0,79
0,89
1,00
1,10
1,20
1,26
1,58
2,74
2,75
3,57
Anno 2013 Fonte: Eurostat
2 Agricoltura e nutrizione sostenibili
2 - Indice di densità del bestiame
Numero di unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU)
L’unità di bestiame è un riferimento utilizzato a livello statistico per considerare l’allevamento di diverse
tipologie di bestiame. In particolare nel calcolo di tale indicatore le specie considerate sono: equini, bovini,
ovini, caprini, suini, pollame, conigli.
La Lombardia con 2,75 unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU), considerata la
forte presenza di allevamenti, si colloca tra i due Paesi UE21 con i valori più elevati di tale indicatore: Paesi
Bassi con 3,57 e Belgio con 2,74. L’Italia si attesta sul valore mediano.
Introduzione
Rapporto Lombardia
13
Buona salute
3
13
14
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 3
Buona salute
In Lombardia si vive di più (speranza di vita alla nascita 80,6 anni uomini e 85,1 donne) e con un'aspet-
tativa di vita sana tra le più alte dei paesi OCSE. Tuttavia, tra il 2012 e il 2016 si sono perse 31.000 unità
di bambini (<5 anni) e gli ultracentenari sono quasi 3.000.
Le persone in eccesso ponderale e obese sono sotto la media nazionale, ma in aumento. Anche il tasso
di fumatori è in media italiana, ma con una minore decrescita rispetto al resto del Paese. Il consumo di
alcol è al 64%, contro una media nazionale del 54%.
Dal 2001 la mortalità per incidenti stradali si è ridotta come in Italia, ma l’indice di mortalità lombardo
resta più basso, passando da 1,4 a 1,5 deceduti ogni 100 incidenti, mentre quello medio nazionale passa da
1,9 a 2,0.
Con l’avanzare dell’indice di vecchiaia diminuiscono le risorse relazionali. Con 3,5 milioni di cronici, la
Lombardia è in linea con la media nazionale, ma ha un’incidenza minore delle patologie croniche multiple
(18 vs 19,8) e una percezione positiva del proprio stato di salute (47,2 vs 42,3).
Rapporto Lombardia
15
Capitolo 3 · Buona salute
I meno longevi
UNGHERIA
SLOVACCHIA
POLONIA
75,7
76,7
77,5
I più longevi
83,2
83,0
82,7
LOMBARDIA
SPAGNA
ITALIA
MEDIANA UE21
81,1
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
82,7
81,1
78,7
77,5
78,0
81,6
82,2
76,7
75,7
80,9
81,3
82,4 83,2
80,7
82,4
81,1
81,6
80,8
81,081,5
81,3
83,0
Lombardia
Spagna
Italia
Francia
Lussemburgo
Svezia
Finlandia
Paesi Bassi
Irlanda
Austria
Portogallo
Belgio
Grecia
Regno Unito
Slovenia
Danimarca
Germania
Rep. Ceca
Estonia
Polonia
Slovacchia
Ungheria
83,2
83,0
82,7
82,4
82,4
82,2
81,6
81,6
81,5
81,3
81,3
81,1
81,1
81,0
80,9
80,8
80,7
78,7
78,0
77,5
76,7
75,7
83,478,7
Anno 2015 Fonte: Eurostat
3 Buona salute
1 - Aspettativa di vita alla nascita
Numero di anni per sesso
Nel 2015 la Lombardia si colloca prima di tutti i Paesi UE21 per aspettativa di vita alla nascita, con 83,2
anni. Le nate in Lombardia hanno un’aspettativa di vita di 85,4 anni, 4,6 anni in più dei nati di sesso ma-
schile: sono i valori più alti a livello europeo se si eccettua quello registrato in Spagna per le neonate che
supera di 0,4 anni il corrispondente valore lombardo. La differenza di genere è una costante per tutti i
paesi anche se il differenziale si accentua nei paesi che si collocano agli ultimi posti della classifica.
16
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Estonia
Finlandia
Svezia
Rep. Ceca
Slovenia
Lussemburgo
Lombardia
Spagna
Portogallo
Grecia
Italia
Germania
Belgio
Francia
Austria
Irlanda
Regno Unito
Paesi Bassi
Danimarca
Ungheria
Slovacchia
Polonia
1,24
1,37
1,60
1,62
1,63
1,86
1,92
2,05
2,18
2,24
2,27
2,30
2,36
2,37
2,38
2,58
2,66
2,78
2,96
3,13
3,15
3,24
Neonati meno a rischio
ESTONIA
FINLANDIA
SVEZIA
1,24
1,37
1,60
Neonati più a rischio
3,24
3,15
3,13
POLONIA
SLOVACCHIA
UNGHERIA
MEDIANA UE21
2,3
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
2,27
2,24
1,62
3,24
1,24
1,37
1,60
3,15
3,13
1,63
2,38
2,37 1,92
2,30
1,86
2,36
2,78
2,96
2,662,58
2,18
2,05
Anno 2013 Fonte: Eurostat
3 Buona salute
2 - Tasso di mortalità neonatale (entro 1° mese dalla nascita)
Tutte le morti avvenute nel paese (per 1.000 nati vivi)
Pur essendo decisamente ridotta in tutti paesi UE considerati e ampiamente al di sotto del valore obiettivo
di 12 fissato entro il 2030, la mortalità neonatale registrata entro il primo mese di vita ogni mille nati vivi
presenta una certa variabilità tra un minimo di 1,24 in Estonia e un massimo di 3,24 in Polonia. La Lombar-
dia con 1,92 si colloca al settimo posto, davanti all’Italia e al valore mediano UE21 (2,3).
Introduzione
Rapporto Lombardia
17
Educazione
di qualità
4
17
18
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 4
Educazione di qualità
I tassi di scolarità lombarda sono significativamente più alti di quelli nazionali. In Italia il 50% della po-
polazione ha al massimo conseguito il diploma di licenza media; in Lombardia è il 40%.
L’accesso all’istruzione universitaria rimane tuttavia ancora precluso a un terzo della popolazione che
non consegue un diploma di scuola secondaria quinquennale.
L’abbandono scolastico è in diminuzione (8 punti negli ultimi 10 anni) e la Lombardia dovrebbe raggiun-
gere gli obiettivi di Lisbona 2020 di ridurre il fenomeno a meno del 10%. Tuttavia, un terzo dei giovani
lombardi non arriva alla formazione terziaria, e metà di essi non dispone nemmeno di un titolo di forma-
zione professionale. La formazione regionale professionale resta quindi lo strumento a disposizione per
recuperare un livello minimo di competenza.
Per quanto riguarda i risultati di apprendimento e competenze, i dati mostrano che la Lombardia è
più inclusiva che il resto del Paese nella scuola dell’obbligo: la quota di studenti con competenze scarse
è sistematicamente inferiore e quella di studenti con competenze elevate è sistematicamente maggiore.
Rispetto ad altre regioni (in particolare il Trentino) le competenze sono inferiori, ma gioca un ruolo impor-
tante la presenza della popolazione straniera.
Rapporto Lombardia
19
Capitolo 4 · Educazione di qualità
Meno abbandoni
SLOVENIA
POLONIA
LUSSEMBURGO
4,9
5,2
5,5
Più abbandoni
13,8
14,0
19,0
ITALIA
PORTOGALLO
SPAGNA
MEDIANA UE21
7,9
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
13,8
6,2
6,6
5,2
10,9
7,9
7,4
7,4
12,4
4,9
6,9
8,8 12,7
10,2
5,5
8,8
8,0
7,2
11,26,3
14,0
19,0
Slovenia
Polonia
Lussemburgo
Grecia
Irlanda
Rep. Ceca
Austria
Danimarca
Slovacchia
Svezia
Finlandia
Paesi Bassi
Belgio
Francia
Germania
Estonia
Regno Unito
Ungheria
Lombardia
Italia
Portogallo
Spagna
4,9
5,2
5,5
6,2
6,3
6,6
6,9
7,2
7,4
7,4
7,9
8,0
8,8
8,8
10,2
10,9
11,2
12,4
12,7
13,8
14,0
19,0
6,99,0
Anno 2016 Fonte: Eurostat
4 Educazione di qualità
1 - Giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione
Quota percentuale sui giovani da 18 a 24 anni per sesso
I giovani che hanno conseguito al massimo l’istruzione secondaria inferiore e che non continuano un
percorso formativo di alcun genere sono considerati popolazione in abbandono scolastico. La loro quota
sulla popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni è andata diminuendo progressivamente, ma si regi-
strano forti differenze tra Paesi e generi: il tasso di abbandono è di quasi un ragazzo su 4 in Spagna e di
una ragazza su 30 in Slovenia. L’Italia è uno dei Paesi UE21 con il livello maggiore di abbandono scolastico
(13,8%, contro un valore mediano UE21 del 7,9%) e la Lombardia fa di poco meglio (12,7%), anche se si
registra un miglioramento rispetto all’anno precedente. L’abbandono scolastico ha un pesante impatto
sulla società poiché un basso livello di istruzione comporta maggiori difficoltà nel mercato del lavoro e un
rischio maggiore di povertà ed esclusione sociale.
20
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Più istruiti
43,1
43,1
42,6
FINLANDIA
IRLANDA
LUSSEMBURGO
MEDIANA UE21
34,6
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
17,7
30,2
23,0
28,7
38,9
43,1
41,1
22,0
23,7
30,7
31,4
34,6 19,3
28,3
42,6
37,5
36,0
38,0
42,343,1
23,9
35,7
Finlandia
Irlanda
Lussemburgo
Regno Unito
Svezia
Estonia
Danimarca
Belgio
Paesi Bassi
Spagna
Francia
Austria
Slovenia
Grecia
Polonia
Germania
Portogallo
Ungheria
Rep. Ceca
Slovacchia
Lombardia
Italia
43,1
43,1
42,6
42,3
41,1
38,9
38,0
37,5
36,0
35,7
34,6
31,4
30,7
30,2
28,7
28,3
23,9
23,7
23,0
22,0
19,3
17,7
36,932,2
Anno 2016 Fonte: Eurostat
4 Educazione di qualità
2 - Popolazione con titolo di studio terziario
Quota percentuale sulla popolazione tra i 25 e i 64 anni per sesso
Meno istruiti
ITALIA
LOMBARDIA
SLOVACCHIA
17,7
19,3
22,0
L’istruzione terziaria è importante perché le persone con qualifiche più elevate sono più occupabili e ridu-
cono il rischio povertà in economie sempre più basate sulla conoscenza. Inoltre bassi livelli di istruzione
terziaria possono ostacolare la competitività e minare il potenziale di crescita della società. L’Italia è il
Paese UE21 con la più bassa quota di laureati e anche la Lombardia fa meno bene degli altri Paesi UE21
(meno di un adulto in età attiva su 5 ha un titolo di studio terziario). Uno degli obiettivi ONU è eliminare le
disparità di genere nell’istruzione e garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione. Da questo pun-
to di vista, se in molti Paesi in via di Sviluppo le donne hanno maggiori difficoltà di accesso, sia in Italia, sia
in Lombardia, sia nella maggior parte dei Paesi europei (eccetto Germania, Austria e Paesi Bassi), da alcuni
anni si è registrata un’inversione di tendenza: la scolarità terziaria femminile è maggiore di quella maschile.
Introduzione
Rapporto Lombardia
21
Parità
di genere
5
21
22
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 5
Parità di genere
La partecipazione delle donne alla vita politica mostra segnali interessanti. È donna il 21% dei consi-
glieri regionali, cifra superiore al 18% italiano, ma inferiore al 32% dell’Emilia-Romagna. Ancora migliore la
presenza femminile nella Giunta regionale: con il 46,7% di assessori donna la Lombardia è leggermente al
di sopra delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa di non scendere sotto la soglia del 40%.
Nelle società quotate cresce la partecipazione delle donne, anche per effetto di specifici provvedimenti
legislativi: in Lombardia un terzo delle società ha più del 20% di donne nel proprio consiglio di ammini-
strazione, nel 2009 erano solo il 4%, anche se a crescere, come nel resto del Paese, sono soprattutto gli
incarichi non esecutivi.
Un quarto (24,3%) delle nomine effettuate dalla Giunta e dal Consiglio regionale in enti e società
partecipate è femminile.
Critici i dati sulla violenza di genere. Il 4% delle donne lombarde ha subito violenza fisica o mentale ne-
gli ultimi 12 mesi; una percentuale lievemente inferiore a quella nazionale (4,5%). Esattamente in linea con
la media nazionale la percentuale di donne lombarde che dichiara di aver subito nella sua vita una qualche
forma di violenza da un partner o ex partner, pari al 31,4%.
Sono circa 20.000 le donne (15-49 anni) ad aver subito mutilazioni genitali in Lombardia, su un totale
di circa 57.000 in Italia.
Rapporto Lombardia
23
Capitolo 5 · Parità di genere
Meno egualitari
UNGHERIA
GRECIA
REP.CECA
10
18
20
MEDIANA UE21
28
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
30
18
20
26
26
42
46
21
10
27
31
26 25
37
28
42
37
37
2824
34
38
Svezia
Belgio
Finlandia
Spagna
Danimarca
Germania
Paesi Bassi
Portogallo
Austria
Italia
Lussemburgo
Regno Unito
Slovenia
Estonia
Francia
Polonia
Lombardia
Irlanda
Slovacchia
Rep. Ceca
Grecia
Ungheria
46
42
42
38
37
37
37
34
31
30
28
28
27
26
26
26
25
24
21
20
18
10
Anno 2016 Fonte: European Institute for Gender Equality, ISTAT
5 Parità di genere
1 - Seggi occupati da donne nelle assemblee legislative nazionali
Quota percentuale dei seggi
Più egualitari
46
42
42
SVEZIA
FINLANDIA
BELGIO
Per dar conto della parità di genere e della piena ed effettiva partecipazione ai livelli decisionali è utile
osservare la quota di donne nelle assemblee legislative. Nell’UE21 si registra un progressivo aumento
della parità di genere, pur con differenze molto significative: si va dalla quasi parità in Svezia (46%) al
10% dell’Ungheria. L’Italia (30%) si attesta poco sopra la mediana UE21 (28%) mentre il dato lombardo è
inferiore (25%).
24
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Più disparità
ITALIA
GRECIA
LOMBARDIA
0,74
0,79
0,80
Meno disparità
0,96
0,95
0,93
SVEZIA
FINLANDIA
DANIMARCA
MEDIANA UE21
0,88
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
0,74
0,79
0,82
0,82
0,89
0,95
0,96
0,84
0,83
0,92
0,89
0,90 0,80
0,90
0,86
0,87
0,89
0,93
0,880,82
0,91
0,87
Svezia
Finlandia
Danimarca
Slovenia
Portogallo
Francia
Germania
Austria
Estonia
Paesi Bassi
Regno Unito
Belgio
Spagna
Lussemburgo
Slovacchia
Ungheria
Polonia
Irlanda
Rep. Ceca
Lombardia
Grecia
Italia
0,96
0,95
0,93
0,92
0,91
0,90
0,90
0,89
0,89
0,89
0,88
0,87
0,87
0,86
0,84
0,83
0,82
0,82
0,82
0,80
0,79
0,74
Anno 2016 Fonte: Eurostat, Istat
5 Parità di genere
2 - Rapporto tra quote percentuali di popolazione attiva femminile e maschile
La popolazione attiva per sesso è calcolata sulla popolazione da 15 a 64 anni
La popolazione economicamente attiva o forza lavoro è la somma degli occupati e delle persone in cerca
di occupazione. Una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è indicatore di pari op-
portunità, di emancipazione e di coinvolgimento nella società. Il rapporto tra la partecipazione di donne e
uomini indica la quota percentuale del divario. Il divario maggiore tra la popolazione maschile e femminile
economicamente attiva si ha in Italia (ogni 100 uomini attivi ci sono solo 74 donne) e anche la Lombardia,
pur posizionandosi meglio del dato italiano, è in coda a tutti gli altri Paesi UE21; tra questi quelli in cui il
gap è inferiore sono i Paesi scandinavi.
Introduzione
Rapporto Lombardia
25
Acque pulite
6
25
26
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 6
Acque pulite
Il considerevole patrimonio infrastrutturale (circa 45.000 km di rete acquedottistica, 30.000 km di
rete fognaria e 1.569 impianti di depurazione) evidenzia la complessa azione di presidio richiesta in Lombar-
dia per garantire una buona qualità delle acque e un servizio efficace.
Con riferimento all’erogazione dell’acqua potabile i dati rivelano un sistema che funziona bene: i livelli
garantiti sono tra i più alti in Italia (296 l/g*ab contro una media nazionale di 241), le irregolarità nell’eroga-
zione sono appena del 3,6% (media nazionale 9,4%) e la qualità dell’acqua è buona: solo lo 0,9% dei con-
trolli obbligatori risulta non conforme. Qualità peraltro garantita a fronte di trattamenti di potabilizzazione
nel 44,5% dei casi (media italiana del 30,6%).
Questo rivela anche un certo livello di deterioramento della qualità delle falde che, come per quella
di fiumi e laghi, risulta complessivamente buona in livelli percentuali differenziati, ma complessivamente
ancora bassi per gli obiettivi di qualità fissati in sede europea.
L’influenza operata sulla qualità delle acque dal ciclo della depurazione è certamente significativa. Il
carico organico depurato in relazione a quello generato negli agglomerati principali è pari al 96%, (media
nazionale 88%). Nonostante ciò, vi è ancora una quota di agglomerati segnalati dalla Commissione Euro-
pea nell’ambito di procedure di infrazione per non conformità agli standard da questa previsti.
Rapporto Lombardia
27
Capitolo 6 · Acque pulite
241
153
129
110
99
173
203
153
126
156
-
- 296
137
-
178
181
192
195400
186
214
Estonia
Polonia
Ungheria
Rep. Ceca
Germania
Grecia
Slovacchia
Slovenia
Finlandia
Belgio
Paesi Bassi
Portogallo
Danimarca
Regno Unito
Svezia
Spagna
Italia
Lombardia
Irlanda
Austria
Francia
Lussemburgo
99
110
126
129
137
153
153
156
173
178
181
186
192
195
203
214
241
296
400
-
-
-
6 Acque pulite
1 - Acqua erogata per uso potabile in litri per abitante al giorno
Anno 2012 (Italia), per gli altri stati l'anno è l'ultimo disponibile.
Volumi medi giornalieri pro-capite di acqua erogata dalle reti di distribuzione dell'acqua potabile
Fonte: ISTAT Noi Italia (su dati Istat ed Eurostat)
Gli SDG intendono garantire entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile, sicura e alla portata
di tutti. Nei Paesi sviluppati l’accesso all’acqua potabile copre quasi la totalità della popolazione, salvo casi ecce-
zionali. In questi contesti osservare i volumi di acqua erogata per uso potabile (ovvero l’acqua consumata rilevata
ai contatori dei singoli utenti e quella consumata per usi pubblici in scuole, ospedali, mercati, lavaggio strade,
innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio…) può quindi dar conto della quantità di cui fruiscono nei
consumi i cittadini; un uso abbondante è peraltro collegabile a vari fattori: un’effettiva abbondanza naturale della
risorsa, fattori culturali, completa accessibilità infrastrutturale. La variabilità del fenomeno in Europa non sembra
seguire logiche geografiche: in Estonia un cittadino consuma in media 99 litri di acqua al giorno, in Germania 137,
nel Regno Unito 195. L’Italia, con 241 litri per abitante al giorno, è il secondo paese per consumo pro-capite tra i
Paesi UE21 con dati disponibili. In Lombardia il consumo è ancora maggiore: 296 l/g.
Questo indicatore non consente un’immediata e univoca interpretazione per i diversi Paesi in rapporto ai target
previsti dall’Agenda ONU per l’obiettivo “Acque Pulite”. La sua inclusione nell’analisi di posizionamento risponde
unicamente all’esigenza di esporre dati statistici confrontabili con gli altri 21 Paesi UE appartenenti all’OCSE.
Non sono pertanto raffigurate le graduatorie con i primi e gli ultimi tre Paesi e il confronto con la mediana UE21.
28
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
159,1
116,3
60,6
53,4
45,5
76,8
97,1
56,6
60,3
78,7
82,0
84,0 155,1
62,1
77,4
-
72,8
64,6
91,8-
86,4
111,9
Estonia
Polonia
Slovacchia
Ungheria
Rep. Ceca
Germania
Danimarca
Paesi Bassi
Finlandia
Lussemburgo
Slovenia
Austria
Francia
Portogallo
Regno Unito
Svezia
Spagna
Grecia
Lombardia
Italia
Belgio
Irlanda
45,5
53,4
56,6
60,3
60,6
62,1
64,6
72,8
76,8
77,4
78,7
82,0
84,0
86,4
91,8
97,1
111,9
116,3
155,1
159,1
-
-
Anno 2012 (Italia), per gli altri stati l'anno è l'ultimo disponibile. Fonte: ISTAT Noi Italia (su dati Istat ed Eurostat)
6 Acque pulite
2 - Acqua prelevata per uso potabile in metri cubi per abitante
Quantità di acqua captata o derivata ad uso potabile da corpi idrici* attraverso specifiche opere di presa
*acque sotterranee, corsi d’acqua
superficiali, laghi, bacini artificiali,
acque marine o salmastre
Il volume pro-capite dei prelievi di acqua per uso potabile sul territorio dipende da vari fattori, tra cui le
abitudini di consumo della popolazione da servire, la dispersione di rete e le caratteristiche idrogeologiche
locali. Infatti la risorsa non è uniformemente distribuita e possono pertanto essere necessari sistemi infra-
strutturali complessi per il trasporto di ingenti volumi di acqua per lunghe distanze. In Italia e in Lombardia
il prelievo di acqua è particolarmente ingente rispetto ad altri Paesi UE21 e la Lombardia è la regione
italiana in cui si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale italiano.
Questo indicatore non consente un’immediata e univoca interpretazione per i diversi Paesi in rapporto
ai target previsti dall’Agenda ONU per l’obiettivo “Acque pulite”. La sua inclusione nell’analisi di posizio-
namento risponde unicamente all’esigenza di esporre dati statistici confrontabili con gli altri 21 Paesi UE
appartenenti all’OCSE. Non sono pertanto raffigurate le graduatorie con i primi e gli ultimi tre Paesi e il
confronto con la mediana UE21.
Introduzione
Rapporto Lombardia
29
Energia pulita e
azioni per il clima
7
29
30
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 7
Energia pulita e azioni per il clima
In un contesto di elevato sviluppo, l’accesso all’energia in Lombardia è ampiamente garantito (le inter-
ruzioni sono inferiori a quelle delle altre regioni).
La Lombardia vanta dal 2013 una quota dei consumi finali lordi coperti da rinnovabili del 12,5%, anche
se – a causa del grande consumo elettrico – la quota delle rinnovabili nella produzione regionale di ener-
gia è solo del 33,5% (dato 2012): superiore a quella italiana, ma inferiore a quella delle regioni del Nord.
Interessante la densità territoriale di produzione delle rinnovabili, con una specializzazione delle province
settentrionali per la produzione idroelettrica e delle province meridionali per la produzione di bioenergie.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica, il consumo finale di energia per unità di lavoro è superiore
alla media italiana e in riduzione. Il settore a maggiore efficienza rispetto a tutte le altre regioni è quello
dei servizi (che coprono il 57% del valore aggiunto lombardo).
Le emissioni di CO2
sono in diminuzione, soprattutto nei settori industriale e di generazione elettrica.
Da segnalare un aspetto di attenzione nella resistenza dei settori abitativo e dei trasporti a diminuire tali
emissioni.
La Lombardia è l’unica regione italiana e tra le poche europee ad aver adottato una Strategia Regionale
di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
Rapporto Lombardia
31
Capitolo 7 · Energia pulita e azioni per il clima
Meno emissioni
UNGHERIA
PORTOGALLO
SVEZIA
6,61
6,90
7,19
Più emissioni
26,98
15,02
14,50
LUSSEMBURGO
ESTONIA
FINLANDIA
MEDIANA UE21
10,65
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
8,75
10,87
13,49
10,65
15,02
14,50
7,19
8,66
6,61
9,62
10,42
8,21 8,40
11,78
26,98
12,68
13,52
11,93
10,2714,21
6,90
8,04
Ungheria
Portogallo
Svezia
Spagna
Francia
Lombardia
Slovacchia
Italia
Slovenia
Regno Unito
Austria
Polonia
Grecia
Germania
Danimarca
Belgio
Rep. Ceca
Paesi Bassi
Irlanda
Finlandia
Estonia
Lussemburgo
6,61
6,90
7,19
8,04
8,21
8,40
8,66
8,75
9,62
10,27
10,42
10,65
10,87
11,78
11,93
12,68
13,49
13,52
14,21
14,50
15,02
26,98
Anno 2010 Fonte: Eurostat, ISTAT
7 Energia pulita e azioni per il clima
1 - Emissioni di gas serra
Tonnellate di CO2
equivalente per abitante
Per contrastare i cambiamenti climatici è importante ridurre l’emissione di gas serra che negli ultimi 250
anni ne è stata la causa principale. L’indicatore relativo alle tonnellate equivalenti (TOE) di CO2
a quantità
pro-capite nei 21 paesi europei dell’OCSE mette in luce un buon posizionamento della Lombardia, con un
valore di 8,4 TOE, allineato al valore italiano e migliore del valore mediano UE21 pari a 10,65 TOE.
32
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Consumi energetici meno verdi
LUSSEMBURGO
UNGHERIA
PAESIBASSI
5,3
6,6
10,1
Consumi energetici più verdi
68,1
61,8
49,2
AUSTRIA
SVEZIA
PORTOGALLO
MEDIANA UE21
20,9
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
31,3
21,2
12,8
10,7
13,0
31,1
61,8
20,8
6,6
32,8
68,1
16,9 24,3
25,6
5,3
12,3
10,1
43,1
13,920,9
49,2
36,4
Austria
Svezia
Portogallo
Danimarca
Spagna
Slovenia
Italia
Finlandia
Germania
Lombardia
Grecia
Irlanda
Slovacchia
Francia
Regno Unito
Estonia
Rep. Ceca
Belgio
Polonia
Paesi Bassi
Ungheria
Lussemb.
68,1
61,8
49,2
43,1
36,4
32,8
31,3
31,1
25,6
24,3
21,2
20,9
20,8
16,9
13,9
13,0
12,8
12,3
10,7
10,1
6,6
5,3
Anno 2013 Fonte: ISTAT Noi Italia (elab. su dati Terna ed Eurostat)
7 Energia pulita e azioni per il clima
2 - Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili
Rapporto percentuale tra la produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili
e i consumi interni lordi di energia elettrica
Per garantirsi un sistema di produzione di energia pulita e sostenibile è indispensabile che la quota dei
consumi di energia prodotti da fonti rinnovabili aumenti, ciò può essere conseguito diminuendo i consumi
o aumentando la produzione da fonti rinnovabili. Se si considera la sola produzione di energia elettrica
il consumo mediano di energia elettrica coperto da fonti rinnovabili a livello UE21 si attesta al 20,9%. A
livello di singoli stati la situazione appare estremamente variegata: Austria e Svezia raggiungono quote
superiori al 60%, l’Italia quasi un terzo (31,3%), mentre la Lombardia si colloca al 24,3%.
Introduzione
Rapporto Lombardia
33
Occupazione
e crescita
economica
8
33
34
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 8
Occupazione e crescita economica
Tra il 2011 e il 2014 il Pil pro capite lombardo registra livelli superiori rispetto a quello nazionale, anche
se è complessivamente diminuito nel periodo di riferimento. Per contro, la produttività lombarda (intesa
come rapporto Pil/occupato) presenta un trend crescente.
Per quanto riguarda la parità di genere, l’analisi dei redditi individuali lordi evidenzia un considerevole
divario tra uomini e donne nella popolazione di età superiore ai 40 anni. Per le coorti più giovani questa
differenza risulta minore: tale riduzione delle distanze nei redditi sembra però avvenire più per una diminu-
zione di quelli maschili che per un innalzamento di quelli femminili.
Negli ultimi dieci anni il tasso di occupazione rimane stabile, anche se diminuisce tra i più giovani; in co-
erenza con questo dato, si osserva che gli inattivi risultano in numero superiore rispetto agli occupati nella
fascia tra i 15 e i 24 anni, cosa che potrebbe essere coerente con una loro maggiore presenza in percorsi di
studio e formazione.
Mentre il divario di genere sembra essere avviato verso una progressiva riduzione, rimane la criticità
del divario intergenerazionale, che potrebbe nel futuro portare a crescenti disuguaglianze anche sotto il
profilo previdenziale.
Rapporto Lombardia
35
Capitolo 8 · Occupazione e crescita economica
Paesi meno dinamici
FINLANDIA
AUSTRIA
GRECIA
-0,1
0,0
0,4
Paesi più dinamici
25,5
4,4
3,9POLONIA
REP.CECA
IRLANDA*
MEDIANA UE21
1,6
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
0,9
0,4
4,4
3,9
1,6
-0,1
3,0
3,8
3,4
2,2
0,0
0,9
0,8
0,8
2,0
1,0
1,5
0,9
1,425,5
2,0
3,3
Irlanda*
Rep. Ceca
Polonia
Slovacchia
Ungheria
Spagna
Svezia
Slovenia
Lussemburgo
Portogallo
Estonia
Paesi Bassi
Regno Unito
Belgio
Danimarca
Francia
Italia
Germania
Lombardia
Grecia
Austria
Finlandia
25,5
4,4
3,9
3,8
3,4
3,3
3,0
2,2
2,0
2,0
1,6
1,5
1,4
1,0
0,9
0,9
0,9
0,8
0,8
0,4
0,0
-0,1
Anno 2015 Fonte: Eurostat, Istat
8 Occupazione e crescita economica
1 - Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante
Variazione percentuale sul periodo precedente, Pil a prezzi di mercato, volumi concatenati
A partire dal 2014 e con più forza nel 2015 si è registrata in quasi tutti i Paesi europei una variazione positi-
va del Pil pro-capite, mediamente intorno al 3%. L’Italia nel 2015, dopo un 2014 ancora a crescita negativa,
ha registrato un +0.9%, valore in linea con quello lombardo, già in timida ripresa l’anno precedente e con
quello tedesco. Tra i principali Paesi, il tasso di crescita è rilevante per la Spagna (+3%).
* L’Ufficio Centrale di Statistica dell’Irlanda motiva l’anomalo incremento del Pil tra 2014 e 2015 con
l’aumento del numero di aerei importati con contratti di leasing internazionali e con la riclassificazione di
interi bilanci aziendali di multinazionali che si sono trasferite nel paese.
36
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
I più inseriti
PAESIBASSI
DANIMARCA
LUSSEMBURGO
6,1
7,7
8,0
I meno inseriti
26,0
21,9
19,9LOMBARDIA
GRECIA
ITALIA
MEDIANA UE21
13,7
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
26,0
21,9
9,1
14,1
11,4
13,7
8,7
15,5
14,2
10,5
9,4
16,1 19,9
9,1
8,0
13,1
6,1
7,7
14,015,9
14,9
19,1
Paesi Bassi
Danimarca
Lussemburgo
Svezia
Rep. Ceca
Germania
Austria
Slovenia
Estonia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Polonia
Ungheria
Portogallo
Slovacchia
Irlanda
Francia
Spagna
Lombardia
Grecia
Italia
6,1
7,7
8,0
8,7
9,1
9,1
9,4
10,5
11,4
13,1
13,7
14,0
14,1
14,2
14,9
15,5
15,9
16,1
19,1
19,9
21,9
26,0
14,113,1
Anno 2016 Fonte: Eurostat
8 Occupazione e crescita economica
2 - Giovani NEET
Quota percentuale sui giovani da 18 a 24 anni per sesso
Il crescente stato di non attività che coinvolge i giovani europei è un fenomeno preoccupante per l’UE e
per la sostenibilità sociale ed economica del proprio modello di welfare e di capitalismo. La presenza dei
NEET, cioè i giovani tra i 18 e i 24 anni che non sono né occupati, né inseriti in un percorso di istruzione
o formazione di alcun tipo, è comunque molto variabile tra Paesi. L’Italia è il Paese UE21 in cui sono più
frequenti, con una quota (26%) quasi doppia a quella della mediana UE21 (13,7%). Anche la Lombardia, pur
registrando un dato un po’ migliore di quello nazionale (19,9%) occupa una posizione poco rassicurante ri-
spetto a quella di molti altri Paesi europei. La Francia ne ha il 16,1%, il Regno Unito si colloca sulla mediana,
mentre la Germania, con l’9,1%, è uno dei Paesi con la quota di NEET più contenuta.
Introduzione
Rapporto Lombardia
37
Innovazione
e infrastrutture
9
37
38
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 9
Innovazione e infrastrutture
Gli aspetti che interessano questo obiettivo sono molteplici. Internet è il primo. In Lombardia è acces-
sibile: l’utilizzo nelle imprese è in linea con le altre regioni e in crescita quello per acquisti privati; l’infra-
struttura fisica ha indicatori di accessibilità superiori alla media italiana.
Altri aspetti sono Il valore aggiunto e di occupazione nel manifatturiero, dove la Lombardia è avanti, e
la percentuale di apertura commerciale, superiore alla media nazionale, ma con volumi di crescita ridotti.
Se si considera l’infrastruttura finanziaria, i venture capital sono cresciuti più della media nazionale,
anche se diminuisce il peso relativo (dal 31% del 2010 al 26% del 2016).
La spesa in ricerca e sviluppo è all’1,33% del Pil; positivi i dati relativi ai ricercatori sul totale degli im-
piegati e al tasso di occupazione nelle imprese high-tech. La Lombardia è leader nazionale con il 26,18% dei
brevetti italiani e il 22% delle start-up innovative.
Rapporto Lombardia
39
Capitolo 9 · Innovazione e infrastrutture
Meno investimenti
GRECIA
SLOVACCHIA
POLONIA
0,84
0,88
0,94
Più investimenti
3,17
3,06
3,02DANIMARCA
AUSTRIA
FINLANDIA
MEDIANA UE21
1,60
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
1,38
0,84
1,97
0,94
-
3,17
-
0,88
1,36
-
3,06
2,24 1,33
2,89
1,28
2,46
2,0
3,02
1,681,51
1,29
1,24
Finlandia
Austria
Danimarca
Germania
Belgio
Francia
Paesi Bassi
Repubblica Ceca
Regno Unito
Irlanda
Italia
Ungheria
Lombardia
Portogallo
Lussemburgo
Spagna
Polonia
Slovacchia
Grecia
Estonia
Slovenia
Svezia
3,17
3,06
3,02
2,89
2,46
2,24
2,00
1,97
1,68
1,51
1,38
1,36
1,33
1,29
1,28
1,24
0,94
0,88
0,84
-
-
-
Anno 2014 Fonte: Eurostat
9 Innovazione e infrastrutture
1 - Spesa in ricerca e sviluppo
Quota percentuale di spesa in R&S intramuros sul Pil
L’innovazione è una leva strategica non solo per la competitività economica ma anche per migliorare le
condizioni di vita e rendere più efficiente l’uso delle risorse. La ricerca di base, sperimentale ed applicata,
svolta sia dal settore pubblico sia da quello privato, è fondamentale per il progresso delle conoscenze e
lo sviluppo di nuove soluzioni. Pertanto uno degli strumenti che hanno a disposizione i Paesi che prima
vogliono virare verso economie più avanzate è quello di investire in ricerca e sviluppo. Per confrontare lo
sforzo di ciascun territorio, queste spese sono rapportate al Pil. L’obiettivo europeo per il 2020 è quello di
raggiungere la quota del 3%. L’Italia (1,38%) e la Lombardia (1,33%) hanno performance più basse rispetto
alla mediana UE21 (1,6%). L’indicatore è molto alto nei Paesi Scandinavi (quote superiori al 3%) e in Paesi
economicamente rilevanti come la Germania e la Francia.
40
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Più industria tecnologica
11,5
10,8
9,8GERMANIA
SLOVACCHIA
REP.CECA
MEDIANA UE21
4,8
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
6,1
1,4
11,5
5,7
4,0
4,8
4,4
10,8
9,5
9,6
6,0
4,4 9,5
9,8
0,8
4,5
2,9
5,0
3,75,2
3,1
3,9
Rep. Ceca
Slovacchia
Germania
Slovenia
Ungheria
Lombardia
Italia
Austria
Polonia
Irlanda
Danimarca
Finlandia
Belgio
Francia
Svezia
Estonia
Spagna
Regno Unito
Portogallo
Paesi Bassi
Grecia
Lussemburgo
11,5
10,8
9,8
9,6
9,5
9,5
6,1
6,0
5,7
5,2
5,0
4,8
4,5
4,4
4,4
4,0
3,9
3,7
3,1
2,9
1,4
0,8
3,26,4
Meno industria tecnologica
LUSSEMBURGO
GRECIA
PAESIBASSI
0,8
1,4
2,9
Anno 2016 Fonte: Eurostat
9 Innovazione e infrastrutture
2 - Occupati nell'industria ad alta e medio-alta tecnologia
Quota percentuale sul totale degli occupati per sesso
Nelle economie avanzate l’industria tradizionale è progressivamente sostituita dall’industria ad alta tecno-
logia che tende ad assorbire una quota maggiore di personale qualificato, migliorando la qualità dell’occu-
pazione. L’Italia con una quota del 6,1% si colloca sopra alla mediana UE21 (4,8%) considerando la quota
di occupati nell’industria ad alta e medio-alta tecnologia (l’Italia sale soprattutto grazie a quest’ultima
tipologia), mentre la Lombardia, subito sopra nel ranking, si attesta dopo i primi quattro paesi europei, con
quota 9,5%, insieme all’Ungheria.
Introduzione
Rapporto Lombardia
41
Ridurre
le disuguaglianze
10
41
42
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 10
Ridurre le disuguaglianze
Il reddito medio delle famiglie è superiore alle altre regioni; tuttavia la disparità tra i redditi netti
delle famiglie è tornata a crescere; la riduzione dell’indice di Gini in Lombardia è inferiore a quella delle
altre regioni.
Dal 2008 sono diminuiti i redditi da lavoro autonomo e aumentati quelli da lavoro dipendente (del
6,3%) e soprattutto quelli da pensione e trasferimenti pubblici (18,5%).
Un dato preoccupante è l’andamento del 40% dei redditi più bassi: è calato nel 2009, 2013 e 2015
(rispettivamente -10, -6,3 e -6,4).
La percentuale di famiglie che dispone di un reddito equivalente o inferiore al 60% del reddito
mediano della popolazione è il 12% (2015; media italiana 20%).
La spesa media delle famiglie e la percezione soggettiva dello stato economico restano alte, ma
permangono diseguaglianze tra tipologie di famiglie (straniere, basso titolo di studio e famiglie giovani).
Potrebbe preoccupare la diseguaglianza di opportunità che riguarda le giovani generazioni, com-
plessivamente penalizzate.
Rapporto Lombardia
43
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze
Meno ricchezza
GRECIA
UNGHERIA
POLONIA
19.600
19.700
19.800
Più ricchezza
76.200
51.100
37.000
LUSSEMBURGO
IRLANDA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
30.600
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
27.800
19.600
25.200
19.800
21.600
31.600
35.700
22.300
19.700
23.900
36.900
30.600
36.600
35.800
76.200
34.200
37.000
36.600
31.20051.100
22.200
25.900
Lussemburgo
Irlanda
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Lombardia
Germania
Svezia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Francia
Italia
Spagna
Rep. Ceca
Slovenia
Slovacchia
Portogallo
Estonia
Polonia
Ungheria
Grecia
76.200
51.100
37.000
36.900
36.600
36.600
35.800
35.700
34.200
31.600
31.200
30.600
27.800
25.900
25.200
23.900
22.300
22.200
21.600
19.800
19.700
19.600
Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Il Pil pro-capite fornisce una misura del reddito per abitante derivante dalla produzione di beni e servizi
in un paese. È spesso utilizzato per valutare il livello di benessere materiale delle persone. Tra i paesi
comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo e
Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente quattro e due volte e mezzo il valore dell’indicatore
per la Grecia che si posiziona in fondo alla classifica. L’Italia (27.800 ppa) presenta un valore al di sotto di
quello mediano europeo (30.600 ppa), mentre la Lombardia si posiziona nel gruppo dei paesi dell’Europa
occidentale ai vertici della graduatoria.
44
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Meno reddito disponibile
UNGHERIA
ESTONIA
POLONIA
9.000
9.600
10.800
Più reddito disponibile
20.700
20.300
19.700
AUSTRIA
GERMANIA
LOMBARDIA
MEDIANA UE21
14.050
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
16.100
11.400
11.100
10.800
9.600
16.200
16.800
11.300
9.000
12.000
20.700
17.600
19.700
20.300
-
17.100
15.500
14.100
16.80013.800
12.600
14.000
Austria
Germania
Lombardia
Francia
Belgio
Regno Unito
Svezia
Finlandia
Italia
Paesi Bassi
Danimarca
Spagna
Irlanda
Portogallo
Slovenia
Grecia
Slovacchia
Rep. Ceca
Polonia
Estonia
Ungheria
Lussemburgo
20.700
20.300
19.700
17.600
17.100
16.800
16.800
16.200
16.100
15.500
14.100
14.000
13.800
12.600
12.000
11.400
11.300
11.100
10.800
9.600
9.000
-
Anno 2013 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
2 - Reddito disponibile delle famiglie pro-capite
Parità di potere d'acquisto sui consumi finali, valore netto
Il reddito disponibile delle famiglie è un indicatore che integra la portata conoscitiva del Pil pro-capite
permettendo di misurare il potere di acquisto delle famiglie di un paese e la loro capacità di investire in
beni e servizi o di risparmiare.
Nonostante uno scarso discostamento della maggior parte dei paesi UE rispetto al valore mediano pari a
14.050 ppa, esiste ancora un ampio divario, in un’ottica internazionale, con paesi come Stati Uniti, Austra-
lia, Canada e Giappone. In questo contesto la Lombardia si colloca, molto al di sopra del valore nazionale,
al terzo posto della classifica dietro Austria e Germania.
Introduzione
Rapporto Lombardia
45
Città e territori
sostenibili
11
45
46
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 11
Città e territori sostenibili
La qualità delle abitazioni lombarde è più alta della media nazionale, anche se l’incidenza delle case
di bassa qualità è maggiore di quella nel Nord del Paese. Il trasporto pubblico locale è molto al di sopra
della media nazionale.
Il consumo di suolo in rapporto alla superficie è il più alto d’Italia, anche se ponderato sull’elevato nu-
mero degli abitanti la situazione migliora.
Buoni sono i dati relativi alla sicurezza delle persone dal rischio di alluvioni: la Lombardia ha tassi di
rischio inferiori alla media nazionale e anche al Nord d’Italia.
Critica, come noto, l’esposizione della popolazione ai superamenti del valore limite giornaliero previsto
per il PM10. Preoccupante anche l’indicatore che misura la concentrazione media annua di PM2.5 per
agglomerato e della popolazione ad esso afferente; Brescia e Milano-Como-Monza registrano una concen-
trazione media annua pari o prossima al limite europeo e superiore alla media nazionale.
Lo spazio di verde pubblico è inferiore alla media italiana (28-29 m2
/ab; rispetto a 35 m2
/ab); a parte
l’eccezione di Sondrio, la densità di verde diminuisce in tutti i capoluoghi, tranne Bergamo, Brescia e Pavia.
Rapporto Lombardia
47
Capitolo 11 · Città e territori sostenibili
Aria più pulita
SVEZIA
FINLANDIA
IRLANDA
6,0
6,3
7,8
Aria meno pulita
26,3
20,8
20,0
LOMBARDIA
POLONIA
SLOVACCHIA
MEDIANA UE21
14,0
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
18,5
19,0
19,4
20,8
8,4
6,3
6,0
20,0
18,2
16,9
17,7
14,0 26,3
14,0
12,7
14,1
12,5
8,7
12,17,8
10,5
10,7
Svezia
Finlandia
Irlanda
Estonia
Danimarca
Portogallo
Spagna
Regno Unito
Paesi Bassi
Lussemburgo
Germania
Francia
Belgio
Slovenia
Austria
Ungheria
Italia
Grecia
Rep. Ceca
Slovacchia
Polonia
Lombardia
6,0
6,3
7,8
8,4
8,7
10,5
10,7
12,1
12,5
12,7
14,0
14,0
14,1
16,9
17,7
18,2
18,5
19,0
19,4
20,0
20,8
26,3
Anno 2013 Fonte: OECD
11 Città e territori sostenibili
1 - PM2.5: microgrammi per m3 cui è potenzialmente esposta in media la popolazione
Microgrammi per m3
L’inquinamento dell’aria contribuisce a ridurre la qualità della vita della popolazione e la percezione del
benessere. L’indicatore che misura la quantità di polveri sottili (microgrammi per m3
di PM2,5) a cui poten-
zialmente è esposta la popolazione urbana consente di valutare le ricadute sociali e ambientali dell’urba-
nizzazione, pur risentendo anche di fattori meteoclimatici e geomorfologici. Ai primi posti della graduatoria
di tale indicatore si posizionano i paesi nordeuropei, il valore mediano UE21 è pari a 14 μg/m3
di PM2.5.
L’Italia si posiziona al di sopra di questo valore con 18,5. La Lombardia fa registrare 26,3 μg/m3
.
48
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Più affollamento
POLONIA
SLOVACCHIA
GRECIA
1,1
1,1
1,2
UNGHERIA1,2
Meno affollamento
2,2
2,1
2,0
BELGIO
IRLANDA
REGNOUNITO
2,0LUSSEMBURGO
MEDIANA UE21
1,8
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
1,4
1,2
1,4
1,1
1,6
1,9
1,8
1,1
1,2
1,5
1,6
1,8 1,4
1,8
2,0
2,2
1,9
1,9
2,02,1
1,7
1,9
Belgio
Irlanda
Regno Unito
Lussemburgo
Danimarca
Finlandia
Paesi Bassi
Spagna
Francia
Germania
Svezia
Portogallo
Austria
Estonia
Slovenia
Italia
Lombardia
Rep. Ceca
Grecia
Ungheria
Polonia
Slovacchia
2,2
2,1
2,0
2,0
1,9
1,9
1,9
1,9
1,8
1,8
1,8
1,7
1,6
1,6
1,5
1,4
1,4
1,4
1,2
1,2
1,1
1,1
Anno 2015 Fonte: Eurostat
11 Città e territori sostenibili
2 - Numero medio di stanze per persona
Media del rapporto tra numero di locali dell'abitazione e numero di componenti della famiglia residente
Per garantire a tutti l’accesso a un alloggio e a servizi di base adeguati, sicuri e convenienti e consentire
l’ammodernamento dei quartieri poveri un indicatore proposto per misurare il grado di sovraffollamento
delle abitazioni è dato dal numero medio di stanze per persona, il cui valore mediano nei paesi UE21 è pari
a 1,8. Italia e Lombardia sono perfettamente allineate con 1,4, lievemente al di sotto del valore mediano.
In testa alla graduatoria si collocano Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Regno Unito con oltre 2 stanze per
persona.
Introduzione
Rapporto Lombardia
49
Produzione
e consumo
responsabili
12
49
50
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 12
Produzione e consumo responsabili
Il territorio lombardo è utilizzato intensivamente riguardo alle risorse non rinnovabili: 653 cave atti-
ve per l’estrazione di minerali non metalliferi (il 22% del totale nazionale) e l’estrazione di sabbia e ghiaia
arriva al 37% del totale italiano.
Intensiva anche l’utilizzazione delle risorse biologiche: in Lombardia vi è il 6,3% dei boschi, ma solo il
3,7% della superficie nazionale certificata.
La raccolta differenziata copre una quota importante dei rifiuti urbani (58,7%) che solo in minima parte
vengono conferiti in discarica (5%); significativa la valorizzazione energetica dei rifiuti: 13 impianti produco-
no il 44% del totale dell’energia da rifiuti in Italia. Alta la quota di rifiuti speciali (il 22,4% del totale); ma
ben il 79% è oggetto di riciclo (27% del totale).
Diffuso l’utilizzo dei bilanci ambientali di impresa così come il ricorso alle certificazioni ambientali
EMAS. Gli eco-brevetti sono ben il 30% del totale nazionale.
Rapporto Lombardia
51
Capitolo 12 · Produzione e consumo responsabili
Meno rifiuti
ESTONIA
POLONIA
SLOVACCHIA
292,9
296,9
303,9
Più rifiuti
747,2
653,3
617,3
DANIMARCA
LUSSEMBURGO
GERMANIA
MEDIANA UE21
481,7
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
491,3
510,2
307,0
296,9
292,9
493,1
453,1
303,9
377,8
414,1
578,5
530,1
464,9
617,3
653,3
438,6
526,3
747,2
481,7585,7
439,7
449,0
Estonia
Polonia
Slovacchia
Rep. Ceca
Ungheria
Slovenia
Belgio
Portogallo
Spagna
Svezia
Lombardia
Regno Unito
Italia
Finlandia
Grecia
Paesi Bassi
Francia
Austria
Irlanda
Germania
Lussemburgo
Danimarca
292,9
296,9
303,9
307,0
377,8
414,1
438,6
439,7
449,0
453,1
464,9
481,7
491,3
493,1
510,2
526,3
530,1
578,5
585,7
617,3
653,3
747,2
Anno 2013 Fonte: Istat Noi Italia (elab. su dati ISPRA ed Eurostat)
12 Produzione e consumo responsabili
1 - Rifiuti urbani raccolti
Kg pro-capite di rifiuti urbani raccolti
L’uso efficiente delle risorse richiede di prestare attenzione alla riduzione dei consumi e al ciclo di vita dei
beni, privilegiando il riuso e riducendo la quantità di rifiuti prodotti. I rifiuti possono essere di origine indu-
striale o derivare da altri tipi di attività umane. I rifiuti urbani riuniscono quelli domestici, gli assimilati e i
rifiuti delle aree pubbliche. L’Italia, con 491 kg di rifiuti urbani raccolti in un anno (2013) a livello pro-capite,
si posiziona poco sopra alla mediana UE21 (481), la Lombardia poco sotto (465).
52
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Meno rifiuti in discarica
GERMANIA
SVEZIA
BELGIO
1,4
2,9
4,1
Più rifiuti in discarica
411,7
270,4
244,1
GRECIA
SPAGNA
UNGHERIA
MEDIANA UE21
150,5
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
181,2
411,7
172,6
157,2
40,2
123,6
2,9
108,7
244,1
212,8
23,5
150,5 27,1
1,4
114,1
4,1
7,8
11,6
165,0223,6
221,9
270,4
Germania
Svezia
Belgio
Paesi Bassi
Danimarca
Austria
Lombardia
Estonia
Slovacchia
Lussemburgo
Finlandia
Francia
Polonia
Regno Unito
Rep. Ceca
Italia
Slovenia
Portogallo
Irlanda
Ungheria
Spagna
Grecia
1,4
2,9
4,1
7,8
11,6
23,5
27,1
40,2
108,7
114,1
123,6
150,5
157,2
165,0
172,6
181,2
212,8
221,9
223,6
244,1
270,4
411,7
Anno 2013
12 Produzione e consumo responsabili
2 - Rifiuti smaltiti in discarica
Kg pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica
Fonte: Istat Noi Italia (elab. su dati ISPRA ed Eurostat)
Al fine di ridurre l’estrazione di materie prime e limitare l’inquinamento legato allo smaltimento dei rifiuti, i
rifiuti raccolti dovrebbero essere in prima istanza avviati al recupero di materia tramite processi di riciclag-
gio o compostaggio, essere residualmente avviati al recupero di energia attraverso processi di termovalo-
rizzazione o comunque combusti per evitare l’inquinamento del suolo e solo come ultima opzione essere
smaltiti in discarica. Molti Paesi del Nord Europa, tra cui la Germania, destinano effettivamente in discarica
solo un minimo residuo. Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, devono ancora intraprendere molta strada per gestire
in maniera efficiente i rifiuti urbani raccolti, in parte a causa di sistemi di raccolta che non facilitano il
riciclaggio, in parte per mancanza di impianti per il recupero di materia e di energia. La Lombardia è una
delle regioni italiane che destina meno rifiuti urbani in discarica, collocandosi dopo i primi 6 Paesi UE21.
Introduzione
Rapporto Lombardia
53
Tutelare
ambiente
e biodiversità
13
53
54
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 13
Tutelare ambiente e biodiversità
La Lombardia presenta una superficie forestale pari al 27,8%, inferiore alla media nazionale del 36,4;
anche le aree terrestri protette lombarde sono il 5,6% del territorio, inferiore al 10,5% nazionale. Si noti,
tuttavia, che dal 2002 al 2013 questa percentuale è cresciuta del 93% e che in Lombardia un ruolo specifi-
co nella protezione della natura è affidato ai 24 Parchi regionali, non includibili nella definizione nazionale
di aree terrestri protette.
Nel 2012 la Lombardia presentava la maggiore percentuale di superficie coperta da aree artificiali con
l’11,3% contro una media nazionale del 5,3%.
La Lombardia è la regione in cui si effettua il maggior numero di controlli su piante e animali a rischio
(34,8%) sul totale nazionale.
Rapporto Lombardia
55
Capitolo 13 · Tutelare ambiente e biodiversità
Meno superficie artificiale
FINLANDIA
SVEZIA
ESTONIA
1,6
1,6
1,8
Più superficie artificiale
12,3
12,1
11,7
PAESIBASSI
BELGIO
LOMBARDIA
MEDIANA UE21
4,4
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
7,0
3,5
4,4
3,3
1,8
1,6
1,6
2,8
3,3
3,2
4,9
5,2 11,7
7,2
10,1
12,3
6,9
6,03,9
5,5
3,5
12,1
Finlandia
Svezia
Estonia
Slovacchia
Slovenia
Ungheria
Polonia
Spagna
Grecia
Irlanda
Rep. Ceca
Austria
Francia
Portogallo
Regno Unito
Danimarca
Italia
Germania
Lussemburgo
Lombardia
Belgio
Paesi Bassi
1,6
1,6
1,8
2,8
3,2
3,3
3,3
3,5
3,5
3,9
4,4
4,9
5,2
5,5
6,0
6,9
7,0
7,2
10,1
11,7
12,1
12,3
Anno 2012 Fonte: Eurostat (CLC)
13 Tutelare ambiente e biodiversità
1 - Superficie artificiale
Quota di superficie artificiale sul totale della superficie
Ai fini della sostenibilità ambientale occorre arrestare e invertire il degrado del territorio. Più è alta la su-
perficie artificiale (infrastrutture e insediamenti urbani, anche non edificati), più alto è il rischio di perdita di
habitat, di frammentazione di ecosistemi e di degrado del suolo. L’Italia si colloca al di sopra della mediana
UE21 e la Lombardia presenta una quota di superficie artificiale ancora maggiore.
56
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Meno superficie protetta
DANIMARCA
REGNOUNITO
BELGIO
8
9
13
FRANCIA13
IRLANDA13
PAESIBASSI13
SVEZIA13
Più superficie protetta
38
30
27
SLOVENIA
SLOVACCHIA
LUSSEMBURGO
27GRECIA
27SPAGNA
MEDIANA UE21
15
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
19
27
14
20
18
14
13
30
21
38
15
13 16
15
27
13
13
8
913
21
27
Slovenia
Slovacchia
Grecia
Lussemburgo
Spagna
Ungheria
Portogallo
Polonia
Italia
Estonia
Lombardia
Austria
Germania
Rep. Ceca
Finlandia
Belgio
Francia
Irlanda
Paesi Bassi
Svezia
Regno Unito
Danimarca
38
30
27
27
27
21
21
20
19
18
16
15
15
14
14
13
13
13
13
13
9
8
Anno 2015 Fonte: Eurostat, ISTAT
2 - Superficie protetta
Quota di superficie protetta appartenente alla Rete Natura 2000* sul totale della superficie terrestre
13 Tutelare ambiente e biodiversità
*direttiva Habitat
La tutela e gestione di ecosistemi naturali particolarmente rilevanti per la conservazione della biodiversità
sono al centro non solo degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, ma anche di due importanti diret-
tive comunitarie (direttive Uccelli e Habitat). La superficie protetta ai sensi della direttiva Habitat fa parte
della Rete Natura 2000 e la quota di questa sul totale delle superficie terrestre può rappresentare una
proxy dello sforzo di protezione esercitato da ciascun Paese. La Lombardia e l’Italia si collocano sopra alla
mediana europea; Lussemburgo, Slovacchia, Slovenia, Grecia e Spagna hanno la quota maggiore di aree
protette, all’estremo opposto Danimarca e Regno Unito.
Introduzione
Rapporto Lombardia
57
Istituzioni
efficaci
e affidabili
14
57
58
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 14
Istituzioni efficaci e affidabili
In Lombardia diminuiscono gli omicidi volontari (inferiori alla media nazionale) mentre è diffusa la pre-
occupazione per i reati di tipo minore tanto che solo il 55% dei lombardi si considera sicuro mentre cam-
mina da solo in zone buie; una percentuale inferiore alla media italiana (60%) e oltretutto in diminuzione.
Per quanto riguarda la giustizia, nelle carceri lombarde sono in attesa di giudizio quasi 14 detenuti su
cento; meno che in Italia, dove si arriva a 16. Si riduce la capacità dei tribunali lombardi di smaltire le pen-
denze civili arretrate, a causa dell'aumento dei procedimenti per protezione internazionale.
Elevato il numero di operazioni finanziarie sospette, mentre rimane contenuta l’incidenza dei reati
riconducibili ad associazioni di tipo criminale. In termini di accessibilità, è ridotta in Lombardia la percen-
tuale di coloro che dichiarano difficoltà a raggiungere i servizi pubblici. L’accesso agli atti della Pubblica
amministrazione non si rileva critico: sono infatti molto ridotti i ricorsi al giudice amministrativo.
Significative le misure adottate per prevenire la corruzione nella Pubblica amministrazione e contrastare
l’infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici.
Rapporto Lombardia
59
Capitolo 14 · Istituzioni efficaci e affidabili
Meno omicidi
AUSTRIA
LOMBARDIA
PAESIBASSI
0,51
0,60
0,62
Più omicidi
3,19
1,61
1,53
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA
MEDIANA UE21
0,89
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
0,77
0,86
0,75
1,39
3,19
1,61
1,15
0,81
1,14
0,97
0,51
1,53
0,60
0,84
0,89
-
0,62
0,99
--
-
0,65
Austria
Lombardia
Paesi Bassi
Spagna
Rep. Ceca
Italia
Slovacchia
Germania
Grecia
Lussemburgo
Slovenia
Danimarca
Ungheria
Svezia
Polonia
Francia
Finlandia
Estonia
Belgio
Regno Unito
Irlanda
Portogallo
0,51
0,60
0,62
0,65
0,75
0,77
0,81
0,84
0,86
0,89
0,97
0,99
1,14
1,15
1,39
1,53
1,61
3,19
-
-
-
-
Anno 2015 Fonte: Eurostat, ISTAT
14 Istituzioni efficaci e affidabili
1 - Tasso di omicidi volontari per 100mila abitanti
Quota di vittime di omicidio volontario ogni 100mila abitanti
Tra gli obiettivi di sostenibilità c’è la promozione di pace e giustizia e la contestuale riduzione di ogni forma
di violenza. La principale forma di violenza che si può esercitare in una società è l’omicidio volontario. Da
questo punto di vista quella lombarda e quella italiana sono società più sicure rispetto alla mediana eu-
ropea, entrambe con 0,89 vittime di omicidio ogni 100 mila abitanti nel 2015. Tra i Paesi UE per cui i dati
sono disponibili i più alti livelli di omicidi si registrano per i Paesi del Nord-est europeo.
60
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Poco internet
ITALIA
LOMBARDIA
POLONIA
24
29
30
Molto internet
88
82
78
DANIMARCA
FINLANDIA
SVEZIA
MEDIANA UE21
53
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
24
49
36
30
77
82
78
48
48
45
60
66
29
55
76
55
76
88
5352
45
50
Danimarca
Finlandia
Svezia
Estonia
Lussemburgo
Paesi Bassi
Francia
Austria
Belgio
Germania
Regno Unito
Irlanda
Spagna
Grecia
Ungheria
Slovacchia
Portogallo
Slovenia
Rep. Ceca
Polonia
Lombardia
Italia
88
82
78
77
76
76
66
60
55
55
53
52
50
49
48
48
45
45
36
30
29
24
www
www
14 Istituzioni efficaci e affidabili
Anno 2016 Fonte: Eurostat
2 - Individui che usano internet per interagire con le istituzioni pubbliche
Individui che negli ultimi 12 mesi hanno usato internet sul totale degli individui
Per garantire la trasparenza e la più ampia accessibilità dei servizi, nonché la dematerializzazione e la
possibilità di espletare pratiche a distanza evitando inutili spostamenti, è importante che le istituzioni
pubbliche accrescano la propria presenza e i propri servizi online, in modo da rendere possibile che una
quota sempre maggiore di cittadini possa interagire con loro tramite Internet. Italia e Lombardia sono
agli ultimi posti della classifica UE21: in Italia solo un cittadino su 4 ha usato Internet per interagire con
le istituzioni pubbliche nei 12 mesi precedenti la rilevazione, poco di più in Lombardia (29%) mentre tale
quota sale all’88% in Danimarca ed è superiore ad un cittadino su due in altri grandi Paesi europei quali
Germania, Francia e Regno Unito.
Introduzione
Rapporto Lombardia
61
Promuovere
le partnership
per gli obiettivi
15
61
62
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
CAPITOLO 15
Promuovere le partnership per gli obiettivi
L’intervento pubblico nella cooperazione allo sviluppo è generalmente basso in Italia: solo lo 0,26%
del Pil, a fronte di una media OCSE dello 0,4%. Le Regioni peraltro partecipano in misura residuale in
termini finanziari (solo 7 milioni sui 3,6 miliardi nel 2015), anche se svolgono un ruolo importante nella
cooperazione decentrata.
In questa logica vanno lette le iniziative sviluppate in Lombardia, dove sono attive ben 105 ONG, che
aderiscono alla Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale della Lom-
bardia (CoLomba) oltre a numerosi gruppi missionari.
Particolarmente significative le attività di cooperazione promosse dalle università: sono attivi un dotto-
rato, sei corsi di laurea magistrale e nove master; 63 progetti di ricerca connessi agli obiettivi dell’Agenda
ONU e 52 progetti di cooperazione decentrata.
Numerose le attività di cooperazione degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, ha realizzato dal
2011 83 progetti di cooperazione internazionale con città ed enti locali di 50 Paesi; la Fondazione Cariplo
ha fortemente sostenuto la cooperazione attraverso bandi e progetti in partnership con altri soggetti. La
stessa Regione Lombardia dal 2001 al 2016 ha co-finanziato 736 progetti in 81 Paesi, per uno stanziamen-
to complessivo di risorse pari a 57 milioni di euro.
Rapporto Lombardia
63
Capitolo 15 · Promuovere le partnership per gli obiettivi
Poco accesso al Web
GRECIA
PORTOGALLO
SLOVENIA
69
74
78
Molto accesso al Web
97
97
94
PAESIBASSI
LUSSEMBURGO
DANIMARCA
94SVEZIA
MEDIANA UE21
85
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
79
69
82
80
86
92
94
81
79
78
85
86 84
92
97
85
97
94
9387
74
82
Lussemburgo
Paesi Bassi
Danimarca
Svezia
Regno Unito
Germania
Finlandia
Irlanda
Estonia
Francia
Austria
Belgio
Lombardia
Rep. Ceca
Spagna
Slovacchia
Polonia
Italia
Ungheria
Slovenia
Portogallo
Grecia
97
97
94
94
93
92
92
87
86
86
85
85
84
82
82
81
80
79
79
78
74
69
www
www
Anno 2016 Fonte: Eurostat
15 Promuovere le partnership per gli obiettivi
1 - Famiglie con accesso a internet
Quota di famiglie con accesso a internet sul totale delle famiglie
L’accesso ad Internet è ormai un requisito per permettere anche a chi vive in situazioni di marginalità
territoriale di poter fruire di servizi e informazioni. Inoltre la rete può divenire un importante mezzo di co-
operazione e scambio di conoscenze. Il digital divide comporta quindi una nuova forma di disuguaglianza.
L’accesso ad Internet oggi è una questione centrale per i Paesi in via di sviluppo ma anche nei Paesi UE21
ci sono forti differenze. In Italia solo il 79% delle famiglie ha accesso ad Internet, in Lombardia tale quota
sale all’84%, pur rimanendo inferiore al dato di Paesi come Francia (86%) o Germania (92%).
64
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
Più import
30,6
29,1
27,2
GRECIA
SPAGNA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
13,6
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
25,6
30,6
12,7
12,9
6,5
9,0
11,8
8,3
12,2
17,6
11,3
16,1 21,5
16,2
10,5
13,8
27,2
13,6
21,39,1
17,8
29,1
Grecia
Spagna
Paesi Bassi
Italia
Lombardia
Regno Unito
Portogallo
Slovenia
Germania
Francia
Belgio
Danimarca
Polonia
Rep. Ceca
Ungheria
Svezia
Austria
Lussemburgo
Irlanda
Finlandia
Slovacchia
Estonia
30,6
29,1
27,2
25,6
21,5
21,3
17,8
17,6
16,2
16,1
13,8
13,6
12,9
12,7
12,2
11,8
11,3
10,5
9,1
9,0
8,3
6,5
Anno 2014 Fonte: Eurostat, ISTAT
15 Promuovere le partnership per gli obiettivi
2 - Import dai Paesi in via di sviluppo
Quota delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo sul totale delle importazioni (per 100mila)
Meno import
ESTONIA
SLOVACCHIA
FINLANDIA
6,5
8,3
9,0
In uno dei primi documenti sullo sviluppo sostenibile, l’Agenda 21 del 1992, si sottolineava che un sistema
commerciale multilaterale aperto avrebbe potuto garantire un migliore utilizzo delle risorse, contribuendo in
tal modo allo sviluppo e alla tutela dell’ambiente. Dal punto di vista della sostenibilità economica, varie dichia-
razioni internazionali sottolineano inoltre l’importanza che i Paesi in via di sviluppo (PVS) partecipino in misura
maggiore al commercio mondiale. L’import dai PVS infatti migliora la bilancia commerciale di questi ed è quindi
leva per il loro sviluppo economico. Negli ultimi 10 anni in Europa è quasi raddoppiato l’import dai PVS, ma,
anche rapportati alla propria quota di importazioni, c’è una forte variabilità tra i Paesi europei. La Lombardia,
similmente al Regno Unito, importa per oltre un quinto dai PVS ma l’import cinese è quasi il 10%.
Rapporto Lombardia
65
Il posizionamento della Lombardia in sintesi
Il diagramma a radar offre una descrizione sintetica del posizionamento della Lombardia e dell’Italia
rispetto ai 21 Paesi UE dell'OCSE in merito agli indicatori selezionati.
I raggi rappresentano gli indicatori mentre i cerchi concentrici corrispondono alle 22 posizioni della gra-
duatoria (21 Paesi UE e Lombardia). Il cerchio più esterno corrisponde alla prima posizione della graduato-
ria, il punto al centro del radar indica l’ultimo posto in graduatoria. La mediana, rappresentata con il cerchio
blu, separa la graduatoria di ciascun indicatore tra metà superiore e metà inferiore.
Nel grafico a radar sono raffigurate le posizioni assunte dall’Italia e dalla Lombardia nelle graduatorie
di ciascun indicatore ad eccezione degli indicatori dell’obiettivo “Acque pulite”, non adatti a questo tipo di
rappresentazione.
66
Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
11°
12°
13°
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
21°
22°
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
11°
12°
13°
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
21°
22°
1.1
1.2
2.1
2.2
3.1
3.2
4.1
4.2
5.1
5.2
7.1
8.1
7.2
10.1
11.1
12.1
13.1
10.2
11.2
12.2
13.2
8.2
9.1
9.2
14.1
14.2
15.1
15.2
ITALIA
MEDIANA UE21
LOMBARDIA
RIDURRE POVERTÀ E VULNERABILITÀ
1.1 - Popolazione a rischio povertà o esclusione sociale
1.2 - Popolazione in severa deprivazione materiale
AGRICOLTURA E NUTRIZIONE SOSTENIBILI
2.1 - Superficie a coltivazione biologica
2.2 - Indice di densità del bestiame
BUONA SALUTE
3.1 - Aspettativa di vita alla nascita
3.2 - Tasso di mortalità neonatale
(entro 1° mese dalla nascita)
EDUCAZIONE DI QUALITÀ
4.1 - Giovani che abbandonano
prematuramente l'istruzione
e la formazione
4.2 - Popolazione con titolo
di studio terziario
PARITÀ DI GENERE
5.1 - Seggi occupati da donne nelle
assemblee legislative nazionali
5.2 - Rapporto tra la quota
percentuale di popolazione attiva
femminile e quella maschile
ENERGIA PULITA E AZIONI PER IL CLIMA
7.1 - Emissioni di gas serra
7.2 - Consumi di energia elettrica coperti
da fonti rinnovabili
OCCUPAZIONE E CRESCITA ECONOMICA
8.1 - Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante
8.2 - Giovani NEET (né occupati, né inseriti in un percorso
di istruzione o formazione, ovvero in un qualsiasi tipo di istruzione
scolastica/universitaria o e di attività formativa)
INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE
9.1 - Spesa in Ricerca e sviluppo
9.2 - Occupati nell'industria ad alta e medio-alta tecnologia
RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
10.1 - Pil procapite ai prezzi di mercato
10.2 - Reddito disponibile delle famiglie procapite
CITTÀ E TERRITORI SOSTENIBILI
11.1 - PM2.5: microgrammi per
metro cubo cui è potenzialmente
esposta in media la popolazione
11.2 - Numero medio di stanze per persona
PRODUZIONE E CONSUMO
RESPONSABILI
12.1 - Rifiuti urbani raccolti
12.2 - Rifiuti smaltiti in discarica
TUTELARE AMBIENTE
E BIODIVERSITÀ
13.1 - Superficie artificiale
13.2 - Superficie protetta
ISTITUZIONI EFFICACI E AFFIDABILI
14.1 - Tasso di omicidi volontari
per 100mila abitanti
14.2 - Individui che usano internet
per interagire con le istituzioni pubbliche
PROMUOVERE LE PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI
15.1 - Famiglie con accesso a internet
15.2 - Import dai Paesi in via di sviluppo
Il “Rapporto Lombardia 2017” è stato realizzato nell’ambito del progetto Éupolis Lombardia IST16010.
Finito di stampare luglio 2017
presso La Serigrafica Arti Grafiche Srl, Buccinasco.
Progetto grafico e impaginazione Adasto, Milano.
Rapporto
Lombardia
2017
Sintesi

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  • 2. BUONA SALUTE PARITÀ DI GENERE AGRICOLTURA E NUTRIZIONE SOSTENIBILI EDUCAZIONE DI QUALITÀ RIDURRE POVERTÀ E VULNERABILITÀ PRODUZIONE E CONSUMO RESPONSABILI PROMUOVERE LE PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI ISTITUZIONI EFFICACI E AFFIDABILI TUTELARE AMBIENTE E BIODIVERSITÀ CITTÀ E TERRITORI SOSTENIBILI INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE ACQUE PULITE OCCUPAZIONE E CRESCITA ECONOMICA RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE ENERGIA PULITA E AZIONI PER IL CLIMA Rapporto Lombardia 2017 Sintesi
  • 3.
  • 4. Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Indice Introduzione...................................................................................................................................................................................................................................... 4 Capitolo 1 · Ridurre povertà e vulnerabilità............................................................................................................................................. 5 Capitolo 2 · Agricoltura e nutrizione sostenibili................................................................................................................................. 9 Capitolo 3 · Buona salute................................................................................................................................................................................................ 13 Capitolo 4 · Educazione di qualità........................................................................................................................................................................ 17 Capitolo 5 · Parità di genere........................................................................................................................................................................................ 21 Capitolo 6 · Acque pulite................................................................................................................................................................................................. 25 Capitolo 7 · Energia pulita e azioni per il clima................................................................................................................................... 29 Capitolo 8 · Occupazione e crescita economica................................................................................................................................ 33 Capitolo 9 · Innovazione e infrastrutture.................................................................................................................................................... 37 Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze......................................................................................................................................................... 41 Capitolo 11 · Città e territori sostenibili......................................................................................................................................................... 45 Capitolo 12 · Produzione e consumo responsabili........................................................................................................................... 49 Capitolo 13 · Tutelare ambiente e biodiversità..................................................................................................................................... 53 Capitolo 14 · Istituzioni efficaci e affidabili................................................................................................................................................ 57 Capitolo 15 · Promuovere le partnership per gli obiettivi..................................................................................................... 61 Il posizionamento della Lombardia in sintesi......................................................................................................................................... 65
  • 5. 4 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Introduzione Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il voto dei 193 Governi dei Paesi membri, ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da un elenco di 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi (target) che dovranno essere raggiunti da tutti i Paesi del mondo entro il 2030. Con il Rapporto Lombardia 2017, Éupolis Lombardia propone lo sviluppo sostenibile, nell’accezione mul- tidimensionale e integrata prevista dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030, come strumento di lettura e di possibile orientamento del modello di sviluppo della Lombardia. Il Rapporto si propone di verificare come la declinazione di sviluppo sostenibile proposta dall’Agenda – uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future gene- razioni di soddisfare i propri bisogni – possa rappresentare una chiave di lettura delle dinamiche sociali, economiche, ambientali e istituzionali della Lombardia. Ciò nella duplice prospettiva: a) di analizzare e interpretare le trasformazioni del sistema regionale lombardo; b) di individuare se e con quali politiche un livello di governo sub-nazionale possa contribuire al consegui- mento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile sul proprio territorio. Il Rapporto Lombardia avrà cadenza annuale e l’obiettivo dell’edizione 2017 è di presentare una prima declinazione sulla Lombardia dell’Agenda ONU 2030, anche in funzione della possibile implementazione a livello regionale della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che l’Italia dovrà adottare nel corso del 2017. In considerazione del ruolo istituzionale di Éupolis Lombardia, il Rapporto è ideato per offrire innanzi- tutto ai policy maker regionali e, più in generale, ai decisori dei settori politici, economici e sociali della Lombardia, uno strumento di analisi di contesto a supporto delle loro scelte. Nelle pagine che seguono sono presentati la sintesi di ciascun capitolo e il posizionamento della Lom- bardia rispetto ai 21 Paesi dell’Unione europea facenti parte dell’OCSE. Il Rapporto completo è disponibile in www.eupolislombardia.it
  • 7. 6 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 1 Ridurre povertà e vulnerabilità La povertà resta al di sotto della media nazionale, ma l’incremento è più significativo. Cresce la povertà relativa e assoluta; cresce anche quella delle famiglie. Per capire il grado di vulnera- bilità della popolazione si possono considerare quattro fattori. 1. Il reddito: la sua distribuzione resta problematica; il 30% delle famiglie più povere italiane detiene l’1% della ricchezza; 2. Il lavoro: preoccupa in Lombardia l’aumento dei NEET (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, né lavorano). Essi oggi rappresentano il 18,6% dei loro coetanei: è un valore molto al di sotto del 25,7% italiano, ma in costante crescita dal 2008. 3. Il livello di istruzione della popolazione: i livelli di competenze della popolazione lombarda restano elevati in termini relativi; anche in Lombardia il grado di competenze è inferiore tra gli appartenenti alle famiglie economicamente e socialmente più svantaggiate. 4. La salute: complessivamente i lombardi stanno bene. Preoccupa, piuttosto, dal punto di vista struttu- rale, l’andamento demografico: al 2035 avremo perso circa 200.000 minori da 0 a 14 anni e avremo 500.000 ultra85enni in più.
  • 8. Rapporto Lombardia 7 Capitolo 1 · Ridurre povertà e vulnerabilità Minore rischio povertà Maggiore rischio povertà REP.CECA14,0 16,0 16,4 SVEZIA PAESIBASSI 20,0 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 28,7 35,7 14,0 23,4 24,2 16,8 16,0 18,4 28,2 19,2 18,3 17,7 17,6 20,0 18,5 21,1 16,4 17,7 23,526,0 26,6 28,6 Rep. Ceca Svezia Paesi Bassi Finlandia Lombardia Danimarca Francia Austria Slovacchia Lussemburgo Slovenia Germania Belgio Polonia Regno Unito Estonia Irlanda Portogallo Ungheria Spagna Italia Grecia 14,0 16,0 16,4 16,8 17,6 17,7 17,7 18,3 18,4 18,5 19,2 20,0 21,1 23,4 23,5 24,2 26,0 26,6 28,2 28,6 28,7 35,7 GRECIA ITALIA SPAGNA 35,7 28,7 28,6 MEDIANA UE21 Anno 2015 Fonte: Eurostat 1 Ridurre povertà e vulnerabilità 1 - Popolazione a rischio povertà o esclusione sociale Quota percentuale sulla popolazione totale Eurostat definisce persone a rischio di povertà o di esclusione sociale coloro che si trovano in almeno una situazione di povertà monetaria o di grave deprivazione materiale o di intensità di lavoro molto bassa. In Unione Europea il fenomeno colpisce circa un quarto della popolazione. L’Italia è uno degli ultimi Paesi UE21 (28,7%), insieme a Spagna e Grecia. La frequenza del fenomeno in Lombardia è decisamente più bassa (17,6%), dopo i primi 4 Paesi UE21.
  • 9. 8 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi TOP 3 Anno 2015 Fonte: Eurostat 1 Ridurre povertà e vulnerabilità 2 - Popolazione in severa deprivazione materiale Quota percentuale sulla popolazione totale Svezia Lussemburgo Finlandia Paesi Bassi Austria Danimarca Germania Estonia Francia Rep. Ceca Belgio Slovenia Regno Unito Spagna Lombardia Irlanda Polonia Slovacchia Portogallo Italia Ungheria Grecia 0,7 2,0 2,2 2,6 3,6 3,7 4,4 4,5 4,5 5,6 5,8 5,8 6,1 6,4 6,4 7,5 8,1 9,0 9,6 11,5 19,4 22,2 Più poveri GRECIA ITALIA UNGHERIA 22,2 19,4 11,5 Meno poveri SVEZIA0,7 2,0 2,2 LUSSEMBURGO FINLANDIA 5,8 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 11,5 22,2 5,6 8,1 4,5 2,2 0,7 9,0 19,4 5,8 3,6 4,5 4,4 2,0 5,8 2,6 3,7 6,17,5 9,6 6,4 6,4 MEDIANA UE21 Per deprivazione materiale si intende la situazione di involontaria incapacità di sostenere spese per deter- minati beni o servizi. Le persone in grave deprivazione materiale sono quelle appartenenti a famiglie che non possono permettersi almeno quattro tra le seguenti opzioni: pagare puntualmente bollette, affitto o prestiti; riscaldare adeguatamente l’abitazione; sostenere spese impreviste di 800 euro; fare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni; concedersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa; possedere un televisore a colori o una lavatrice o un’automobile o un telefono. In Italia, terzultima nella classifica UE21, una persona su nove vive in grave deprivazione materiale. Anche la Lombardia occupa la seconda metà della classifica: quasi una persona su quindici si trova in tale condizione.
  • 11. 10 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 2 Agricoltura e nutrizione sostenibili La Lombardia produce moltissimo, anche se non abbastanza per sfamare una popolazione particolar- mente numerosa. La produttività lombarda (vegetale e animale) resta significativamente superiore ai valori nazionali ed europei. Si registra, tuttavia, un lieve calo nella produttività per fattori impiegati, dipendente principalmen- te dall’andamento dei prezzi. Il valore lombardo della produttività per unità lavorativa è doppio rispetto a quello italiano e del 36% in più di quello europeo. Anche la produttività per ettaro è l’80% più di quella italiana e quasi tre volte quella europea. Segnali positivi circa la sostenibilità della produzione agricola sono l’aumento della produzione biologi- ca, un buon rapporto tra allevamento erbivoro e superfici, un investimento nei concimi e additivi migliore della media europea e l’uso efficiente dell’energia. In termini di efficienza, il rapporto tra spesa pubblica in agricoltura e produttività in Lombardia è infe- riore del 20% rispetto a quello nazionale.
  • 12. Rapporto Lombardia 11 Capitolo 2 · Agricoltura e nutrizione sostenibili Meno BIO IRLANDA REGNOUNITO PORTOGALLO 0,88 1,17 1,85 Più BIO 17,15 16,02 15,15 AUSTRIA ESTONIA SVEZIA MEDIANA UE21 3,78 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 7,90 2,40 12,69 3,57 16,02 8,80 15,15 8,51 2,58 8,95 17,15 3,54 2,06 6,04 3,40 3,78 2,42 6,68 1,170,88 1,85 3,03 Austria Estonia Svezia Rep. Ceca Slovenia Finlandia Slovacchia Italia Danimarca Germania Belgio Polonia Francia Lussemburgo Spagna Ungheria Paesi Bassi Grecia Lombardia Portogallo Regno Unito Irlanda 17,15 16,02 15,15 12,69 8,95 8,80 8,51 7,90 6,68 6,04 3,78 3,57 3,54 3,40 3,03 2,58 2,42 2,40 2,06 1,85 1,17 0,88 Anno 2013 Fonte: Eurostat 2 Agricoltura e nutrizione sostenibili 1 - Superficie a coltivazione biologica Rapporto tra superficie biologica (certificata e in conversione) e superficie agricola utilizzata (SAU) Il metodo di coltivazione biologico è spesso ritenuto rilevante nel contribuire alla sostenibilità dell’agri- coltura. Aiuta a proteggere la biodiversità e le risorse naturali, anche se a discapito della produttività. A livello UE l’agricoltura biologica è cresciuta a ritmi rilevanti nell’ultimo decennio per poi rallentare il tasso di crescita negli ultimi anni. Nel 2013 la quota della superfice agricola destinata ad agricoltura biologica si attesta in Lombardia a 2,06%, posizionandosi al quartultimo posto nella graduatoria europea davanti solo a Portogallo, Regno Unito e Irlanda, comunque molto al di sotto del dato medio nazionale (7,9%).
  • 13. 12 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Bassa densità allevamento GRECIA SLOVACCHIA ESTONIA 0,44 0,34 0,32 Alta densità allevamento 3,57 2,75 2,74 PAESIBASSI LOMBARDIA BELGIO MEDIANA UE21 0,76 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 0,77 0,44 0,50 0,64 0,32 0,51 0,56 0,34 0,49 1,00 0,89 0,79 1,10 1,26 2,74 3,57 1,58 0,761,20 0,56 0,62 2,75 Estonia Slovacchia Grecia Ungheria Rep. Ceca Finlandia Portogallo Svezia Spagna Polonia Regno Unito Italia Francia Austria Slovenia Germania Irlanda Lussemburgo Danimarca Belgio Lombardia Paesi Bassi 0,32 0,34 0,44 0,49 0,50 0,51 0,56 0,56 0,62 0,64 0,76 0,77 0,79 0,89 1,00 1,10 1,20 1,26 1,58 2,74 2,75 3,57 Anno 2013 Fonte: Eurostat 2 Agricoltura e nutrizione sostenibili 2 - Indice di densità del bestiame Numero di unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU) L’unità di bestiame è un riferimento utilizzato a livello statistico per considerare l’allevamento di diverse tipologie di bestiame. In particolare nel calcolo di tale indicatore le specie considerate sono: equini, bovini, ovini, caprini, suini, pollame, conigli. La Lombardia con 2,75 unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU), considerata la forte presenza di allevamenti, si colloca tra i due Paesi UE21 con i valori più elevati di tale indicatore: Paesi Bassi con 3,57 e Belgio con 2,74. L’Italia si attesta sul valore mediano.
  • 15. 14 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 3 Buona salute In Lombardia si vive di più (speranza di vita alla nascita 80,6 anni uomini e 85,1 donne) e con un'aspet- tativa di vita sana tra le più alte dei paesi OCSE. Tuttavia, tra il 2012 e il 2016 si sono perse 31.000 unità di bambini (<5 anni) e gli ultracentenari sono quasi 3.000. Le persone in eccesso ponderale e obese sono sotto la media nazionale, ma in aumento. Anche il tasso di fumatori è in media italiana, ma con una minore decrescita rispetto al resto del Paese. Il consumo di alcol è al 64%, contro una media nazionale del 54%. Dal 2001 la mortalità per incidenti stradali si è ridotta come in Italia, ma l’indice di mortalità lombardo resta più basso, passando da 1,4 a 1,5 deceduti ogni 100 incidenti, mentre quello medio nazionale passa da 1,9 a 2,0. Con l’avanzare dell’indice di vecchiaia diminuiscono le risorse relazionali. Con 3,5 milioni di cronici, la Lombardia è in linea con la media nazionale, ma ha un’incidenza minore delle patologie croniche multiple (18 vs 19,8) e una percezione positiva del proprio stato di salute (47,2 vs 42,3).
  • 16. Rapporto Lombardia 15 Capitolo 3 · Buona salute I meno longevi UNGHERIA SLOVACCHIA POLONIA 75,7 76,7 77,5 I più longevi 83,2 83,0 82,7 LOMBARDIA SPAGNA ITALIA MEDIANA UE21 81,1 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 82,7 81,1 78,7 77,5 78,0 81,6 82,2 76,7 75,7 80,9 81,3 82,4 83,2 80,7 82,4 81,1 81,6 80,8 81,081,5 81,3 83,0 Lombardia Spagna Italia Francia Lussemburgo Svezia Finlandia Paesi Bassi Irlanda Austria Portogallo Belgio Grecia Regno Unito Slovenia Danimarca Germania Rep. Ceca Estonia Polonia Slovacchia Ungheria 83,2 83,0 82,7 82,4 82,4 82,2 81,6 81,6 81,5 81,3 81,3 81,1 81,1 81,0 80,9 80,8 80,7 78,7 78,0 77,5 76,7 75,7 83,478,7 Anno 2015 Fonte: Eurostat 3 Buona salute 1 - Aspettativa di vita alla nascita Numero di anni per sesso Nel 2015 la Lombardia si colloca prima di tutti i Paesi UE21 per aspettativa di vita alla nascita, con 83,2 anni. Le nate in Lombardia hanno un’aspettativa di vita di 85,4 anni, 4,6 anni in più dei nati di sesso ma- schile: sono i valori più alti a livello europeo se si eccettua quello registrato in Spagna per le neonate che supera di 0,4 anni il corrispondente valore lombardo. La differenza di genere è una costante per tutti i paesi anche se il differenziale si accentua nei paesi che si collocano agli ultimi posti della classifica.
  • 17. 16 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Estonia Finlandia Svezia Rep. Ceca Slovenia Lussemburgo Lombardia Spagna Portogallo Grecia Italia Germania Belgio Francia Austria Irlanda Regno Unito Paesi Bassi Danimarca Ungheria Slovacchia Polonia 1,24 1,37 1,60 1,62 1,63 1,86 1,92 2,05 2,18 2,24 2,27 2,30 2,36 2,37 2,38 2,58 2,66 2,78 2,96 3,13 3,15 3,24 Neonati meno a rischio ESTONIA FINLANDIA SVEZIA 1,24 1,37 1,60 Neonati più a rischio 3,24 3,15 3,13 POLONIA SLOVACCHIA UNGHERIA MEDIANA UE21 2,3 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 2,27 2,24 1,62 3,24 1,24 1,37 1,60 3,15 3,13 1,63 2,38 2,37 1,92 2,30 1,86 2,36 2,78 2,96 2,662,58 2,18 2,05 Anno 2013 Fonte: Eurostat 3 Buona salute 2 - Tasso di mortalità neonatale (entro 1° mese dalla nascita) Tutte le morti avvenute nel paese (per 1.000 nati vivi) Pur essendo decisamente ridotta in tutti paesi UE considerati e ampiamente al di sotto del valore obiettivo di 12 fissato entro il 2030, la mortalità neonatale registrata entro il primo mese di vita ogni mille nati vivi presenta una certa variabilità tra un minimo di 1,24 in Estonia e un massimo di 3,24 in Polonia. La Lombar- dia con 1,92 si colloca al settimo posto, davanti all’Italia e al valore mediano UE21 (2,3).
  • 19. 18 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 4 Educazione di qualità I tassi di scolarità lombarda sono significativamente più alti di quelli nazionali. In Italia il 50% della po- polazione ha al massimo conseguito il diploma di licenza media; in Lombardia è il 40%. L’accesso all’istruzione universitaria rimane tuttavia ancora precluso a un terzo della popolazione che non consegue un diploma di scuola secondaria quinquennale. L’abbandono scolastico è in diminuzione (8 punti negli ultimi 10 anni) e la Lombardia dovrebbe raggiun- gere gli obiettivi di Lisbona 2020 di ridurre il fenomeno a meno del 10%. Tuttavia, un terzo dei giovani lombardi non arriva alla formazione terziaria, e metà di essi non dispone nemmeno di un titolo di forma- zione professionale. La formazione regionale professionale resta quindi lo strumento a disposizione per recuperare un livello minimo di competenza. Per quanto riguarda i risultati di apprendimento e competenze, i dati mostrano che la Lombardia è più inclusiva che il resto del Paese nella scuola dell’obbligo: la quota di studenti con competenze scarse è sistematicamente inferiore e quella di studenti con competenze elevate è sistematicamente maggiore. Rispetto ad altre regioni (in particolare il Trentino) le competenze sono inferiori, ma gioca un ruolo impor- tante la presenza della popolazione straniera.
  • 20. Rapporto Lombardia 19 Capitolo 4 · Educazione di qualità Meno abbandoni SLOVENIA POLONIA LUSSEMBURGO 4,9 5,2 5,5 Più abbandoni 13,8 14,0 19,0 ITALIA PORTOGALLO SPAGNA MEDIANA UE21 7,9 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 13,8 6,2 6,6 5,2 10,9 7,9 7,4 7,4 12,4 4,9 6,9 8,8 12,7 10,2 5,5 8,8 8,0 7,2 11,26,3 14,0 19,0 Slovenia Polonia Lussemburgo Grecia Irlanda Rep. Ceca Austria Danimarca Slovacchia Svezia Finlandia Paesi Bassi Belgio Francia Germania Estonia Regno Unito Ungheria Lombardia Italia Portogallo Spagna 4,9 5,2 5,5 6,2 6,3 6,6 6,9 7,2 7,4 7,4 7,9 8,0 8,8 8,8 10,2 10,9 11,2 12,4 12,7 13,8 14,0 19,0 6,99,0 Anno 2016 Fonte: Eurostat 4 Educazione di qualità 1 - Giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione Quota percentuale sui giovani da 18 a 24 anni per sesso I giovani che hanno conseguito al massimo l’istruzione secondaria inferiore e che non continuano un percorso formativo di alcun genere sono considerati popolazione in abbandono scolastico. La loro quota sulla popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni è andata diminuendo progressivamente, ma si regi- strano forti differenze tra Paesi e generi: il tasso di abbandono è di quasi un ragazzo su 4 in Spagna e di una ragazza su 30 in Slovenia. L’Italia è uno dei Paesi UE21 con il livello maggiore di abbandono scolastico (13,8%, contro un valore mediano UE21 del 7,9%) e la Lombardia fa di poco meglio (12,7%), anche se si registra un miglioramento rispetto all’anno precedente. L’abbandono scolastico ha un pesante impatto sulla società poiché un basso livello di istruzione comporta maggiori difficoltà nel mercato del lavoro e un rischio maggiore di povertà ed esclusione sociale.
  • 21. 20 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Più istruiti 43,1 43,1 42,6 FINLANDIA IRLANDA LUSSEMBURGO MEDIANA UE21 34,6 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 17,7 30,2 23,0 28,7 38,9 43,1 41,1 22,0 23,7 30,7 31,4 34,6 19,3 28,3 42,6 37,5 36,0 38,0 42,343,1 23,9 35,7 Finlandia Irlanda Lussemburgo Regno Unito Svezia Estonia Danimarca Belgio Paesi Bassi Spagna Francia Austria Slovenia Grecia Polonia Germania Portogallo Ungheria Rep. Ceca Slovacchia Lombardia Italia 43,1 43,1 42,6 42,3 41,1 38,9 38,0 37,5 36,0 35,7 34,6 31,4 30,7 30,2 28,7 28,3 23,9 23,7 23,0 22,0 19,3 17,7 36,932,2 Anno 2016 Fonte: Eurostat 4 Educazione di qualità 2 - Popolazione con titolo di studio terziario Quota percentuale sulla popolazione tra i 25 e i 64 anni per sesso Meno istruiti ITALIA LOMBARDIA SLOVACCHIA 17,7 19,3 22,0 L’istruzione terziaria è importante perché le persone con qualifiche più elevate sono più occupabili e ridu- cono il rischio povertà in economie sempre più basate sulla conoscenza. Inoltre bassi livelli di istruzione terziaria possono ostacolare la competitività e minare il potenziale di crescita della società. L’Italia è il Paese UE21 con la più bassa quota di laureati e anche la Lombardia fa meno bene degli altri Paesi UE21 (meno di un adulto in età attiva su 5 ha un titolo di studio terziario). Uno degli obiettivi ONU è eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione. Da questo pun- to di vista, se in molti Paesi in via di Sviluppo le donne hanno maggiori difficoltà di accesso, sia in Italia, sia in Lombardia, sia nella maggior parte dei Paesi europei (eccetto Germania, Austria e Paesi Bassi), da alcuni anni si è registrata un’inversione di tendenza: la scolarità terziaria femminile è maggiore di quella maschile.
  • 23. 22 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 5 Parità di genere La partecipazione delle donne alla vita politica mostra segnali interessanti. È donna il 21% dei consi- glieri regionali, cifra superiore al 18% italiano, ma inferiore al 32% dell’Emilia-Romagna. Ancora migliore la presenza femminile nella Giunta regionale: con il 46,7% di assessori donna la Lombardia è leggermente al di sopra delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa di non scendere sotto la soglia del 40%. Nelle società quotate cresce la partecipazione delle donne, anche per effetto di specifici provvedimenti legislativi: in Lombardia un terzo delle società ha più del 20% di donne nel proprio consiglio di ammini- strazione, nel 2009 erano solo il 4%, anche se a crescere, come nel resto del Paese, sono soprattutto gli incarichi non esecutivi. Un quarto (24,3%) delle nomine effettuate dalla Giunta e dal Consiglio regionale in enti e società partecipate è femminile. Critici i dati sulla violenza di genere. Il 4% delle donne lombarde ha subito violenza fisica o mentale ne- gli ultimi 12 mesi; una percentuale lievemente inferiore a quella nazionale (4,5%). Esattamente in linea con la media nazionale la percentuale di donne lombarde che dichiara di aver subito nella sua vita una qualche forma di violenza da un partner o ex partner, pari al 31,4%. Sono circa 20.000 le donne (15-49 anni) ad aver subito mutilazioni genitali in Lombardia, su un totale di circa 57.000 in Italia.
  • 24. Rapporto Lombardia 23 Capitolo 5 · Parità di genere Meno egualitari UNGHERIA GRECIA REP.CECA 10 18 20 MEDIANA UE21 28 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 30 18 20 26 26 42 46 21 10 27 31 26 25 37 28 42 37 37 2824 34 38 Svezia Belgio Finlandia Spagna Danimarca Germania Paesi Bassi Portogallo Austria Italia Lussemburgo Regno Unito Slovenia Estonia Francia Polonia Lombardia Irlanda Slovacchia Rep. Ceca Grecia Ungheria 46 42 42 38 37 37 37 34 31 30 28 28 27 26 26 26 25 24 21 20 18 10 Anno 2016 Fonte: European Institute for Gender Equality, ISTAT 5 Parità di genere 1 - Seggi occupati da donne nelle assemblee legislative nazionali Quota percentuale dei seggi Più egualitari 46 42 42 SVEZIA FINLANDIA BELGIO Per dar conto della parità di genere e della piena ed effettiva partecipazione ai livelli decisionali è utile osservare la quota di donne nelle assemblee legislative. Nell’UE21 si registra un progressivo aumento della parità di genere, pur con differenze molto significative: si va dalla quasi parità in Svezia (46%) al 10% dell’Ungheria. L’Italia (30%) si attesta poco sopra la mediana UE21 (28%) mentre il dato lombardo è inferiore (25%).
  • 25. 24 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Più disparità ITALIA GRECIA LOMBARDIA 0,74 0,79 0,80 Meno disparità 0,96 0,95 0,93 SVEZIA FINLANDIA DANIMARCA MEDIANA UE21 0,88 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 0,74 0,79 0,82 0,82 0,89 0,95 0,96 0,84 0,83 0,92 0,89 0,90 0,80 0,90 0,86 0,87 0,89 0,93 0,880,82 0,91 0,87 Svezia Finlandia Danimarca Slovenia Portogallo Francia Germania Austria Estonia Paesi Bassi Regno Unito Belgio Spagna Lussemburgo Slovacchia Ungheria Polonia Irlanda Rep. Ceca Lombardia Grecia Italia 0,96 0,95 0,93 0,92 0,91 0,90 0,90 0,89 0,89 0,89 0,88 0,87 0,87 0,86 0,84 0,83 0,82 0,82 0,82 0,80 0,79 0,74 Anno 2016 Fonte: Eurostat, Istat 5 Parità di genere 2 - Rapporto tra quote percentuali di popolazione attiva femminile e maschile La popolazione attiva per sesso è calcolata sulla popolazione da 15 a 64 anni La popolazione economicamente attiva o forza lavoro è la somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione. Una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è indicatore di pari op- portunità, di emancipazione e di coinvolgimento nella società. Il rapporto tra la partecipazione di donne e uomini indica la quota percentuale del divario. Il divario maggiore tra la popolazione maschile e femminile economicamente attiva si ha in Italia (ogni 100 uomini attivi ci sono solo 74 donne) e anche la Lombardia, pur posizionandosi meglio del dato italiano, è in coda a tutti gli altri Paesi UE21; tra questi quelli in cui il gap è inferiore sono i Paesi scandinavi.
  • 27. 26 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 6 Acque pulite Il considerevole patrimonio infrastrutturale (circa 45.000 km di rete acquedottistica, 30.000 km di rete fognaria e 1.569 impianti di depurazione) evidenzia la complessa azione di presidio richiesta in Lombar- dia per garantire una buona qualità delle acque e un servizio efficace. Con riferimento all’erogazione dell’acqua potabile i dati rivelano un sistema che funziona bene: i livelli garantiti sono tra i più alti in Italia (296 l/g*ab contro una media nazionale di 241), le irregolarità nell’eroga- zione sono appena del 3,6% (media nazionale 9,4%) e la qualità dell’acqua è buona: solo lo 0,9% dei con- trolli obbligatori risulta non conforme. Qualità peraltro garantita a fronte di trattamenti di potabilizzazione nel 44,5% dei casi (media italiana del 30,6%). Questo rivela anche un certo livello di deterioramento della qualità delle falde che, come per quella di fiumi e laghi, risulta complessivamente buona in livelli percentuali differenziati, ma complessivamente ancora bassi per gli obiettivi di qualità fissati in sede europea. L’influenza operata sulla qualità delle acque dal ciclo della depurazione è certamente significativa. Il carico organico depurato in relazione a quello generato negli agglomerati principali è pari al 96%, (media nazionale 88%). Nonostante ciò, vi è ancora una quota di agglomerati segnalati dalla Commissione Euro- pea nell’ambito di procedure di infrazione per non conformità agli standard da questa previsti.
  • 28. Rapporto Lombardia 27 Capitolo 6 · Acque pulite 241 153 129 110 99 173 203 153 126 156 - - 296 137 - 178 181 192 195400 186 214 Estonia Polonia Ungheria Rep. Ceca Germania Grecia Slovacchia Slovenia Finlandia Belgio Paesi Bassi Portogallo Danimarca Regno Unito Svezia Spagna Italia Lombardia Irlanda Austria Francia Lussemburgo 99 110 126 129 137 153 153 156 173 178 181 186 192 195 203 214 241 296 400 - - - 6 Acque pulite 1 - Acqua erogata per uso potabile in litri per abitante al giorno Anno 2012 (Italia), per gli altri stati l'anno è l'ultimo disponibile. Volumi medi giornalieri pro-capite di acqua erogata dalle reti di distribuzione dell'acqua potabile Fonte: ISTAT Noi Italia (su dati Istat ed Eurostat) Gli SDG intendono garantire entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile, sicura e alla portata di tutti. Nei Paesi sviluppati l’accesso all’acqua potabile copre quasi la totalità della popolazione, salvo casi ecce- zionali. In questi contesti osservare i volumi di acqua erogata per uso potabile (ovvero l’acqua consumata rilevata ai contatori dei singoli utenti e quella consumata per usi pubblici in scuole, ospedali, mercati, lavaggio strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio…) può quindi dar conto della quantità di cui fruiscono nei consumi i cittadini; un uso abbondante è peraltro collegabile a vari fattori: un’effettiva abbondanza naturale della risorsa, fattori culturali, completa accessibilità infrastrutturale. La variabilità del fenomeno in Europa non sembra seguire logiche geografiche: in Estonia un cittadino consuma in media 99 litri di acqua al giorno, in Germania 137, nel Regno Unito 195. L’Italia, con 241 litri per abitante al giorno, è il secondo paese per consumo pro-capite tra i Paesi UE21 con dati disponibili. In Lombardia il consumo è ancora maggiore: 296 l/g. Questo indicatore non consente un’immediata e univoca interpretazione per i diversi Paesi in rapporto ai target previsti dall’Agenda ONU per l’obiettivo “Acque Pulite”. La sua inclusione nell’analisi di posizionamento risponde unicamente all’esigenza di esporre dati statistici confrontabili con gli altri 21 Paesi UE appartenenti all’OCSE. Non sono pertanto raffigurate le graduatorie con i primi e gli ultimi tre Paesi e il confronto con la mediana UE21.
  • 29. 28 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi 159,1 116,3 60,6 53,4 45,5 76,8 97,1 56,6 60,3 78,7 82,0 84,0 155,1 62,1 77,4 - 72,8 64,6 91,8- 86,4 111,9 Estonia Polonia Slovacchia Ungheria Rep. Ceca Germania Danimarca Paesi Bassi Finlandia Lussemburgo Slovenia Austria Francia Portogallo Regno Unito Svezia Spagna Grecia Lombardia Italia Belgio Irlanda 45,5 53,4 56,6 60,3 60,6 62,1 64,6 72,8 76,8 77,4 78,7 82,0 84,0 86,4 91,8 97,1 111,9 116,3 155,1 159,1 - - Anno 2012 (Italia), per gli altri stati l'anno è l'ultimo disponibile. Fonte: ISTAT Noi Italia (su dati Istat ed Eurostat) 6 Acque pulite 2 - Acqua prelevata per uso potabile in metri cubi per abitante Quantità di acqua captata o derivata ad uso potabile da corpi idrici* attraverso specifiche opere di presa *acque sotterranee, corsi d’acqua superficiali, laghi, bacini artificiali, acque marine o salmastre Il volume pro-capite dei prelievi di acqua per uso potabile sul territorio dipende da vari fattori, tra cui le abitudini di consumo della popolazione da servire, la dispersione di rete e le caratteristiche idrogeologiche locali. Infatti la risorsa non è uniformemente distribuita e possono pertanto essere necessari sistemi infra- strutturali complessi per il trasporto di ingenti volumi di acqua per lunghe distanze. In Italia e in Lombardia il prelievo di acqua è particolarmente ingente rispetto ad altri Paesi UE21 e la Lombardia è la regione italiana in cui si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile, il 16% del totale italiano. Questo indicatore non consente un’immediata e univoca interpretazione per i diversi Paesi in rapporto ai target previsti dall’Agenda ONU per l’obiettivo “Acque pulite”. La sua inclusione nell’analisi di posizio- namento risponde unicamente all’esigenza di esporre dati statistici confrontabili con gli altri 21 Paesi UE appartenenti all’OCSE. Non sono pertanto raffigurate le graduatorie con i primi e gli ultimi tre Paesi e il confronto con la mediana UE21.
  • 31. 30 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 7 Energia pulita e azioni per il clima In un contesto di elevato sviluppo, l’accesso all’energia in Lombardia è ampiamente garantito (le inter- ruzioni sono inferiori a quelle delle altre regioni). La Lombardia vanta dal 2013 una quota dei consumi finali lordi coperti da rinnovabili del 12,5%, anche se – a causa del grande consumo elettrico – la quota delle rinnovabili nella produzione regionale di ener- gia è solo del 33,5% (dato 2012): superiore a quella italiana, ma inferiore a quella delle regioni del Nord. Interessante la densità territoriale di produzione delle rinnovabili, con una specializzazione delle province settentrionali per la produzione idroelettrica e delle province meridionali per la produzione di bioenergie. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, il consumo finale di energia per unità di lavoro è superiore alla media italiana e in riduzione. Il settore a maggiore efficienza rispetto a tutte le altre regioni è quello dei servizi (che coprono il 57% del valore aggiunto lombardo). Le emissioni di CO2 sono in diminuzione, soprattutto nei settori industriale e di generazione elettrica. Da segnalare un aspetto di attenzione nella resistenza dei settori abitativo e dei trasporti a diminuire tali emissioni. La Lombardia è l’unica regione italiana e tra le poche europee ad aver adottato una Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
  • 32. Rapporto Lombardia 31 Capitolo 7 · Energia pulita e azioni per il clima Meno emissioni UNGHERIA PORTOGALLO SVEZIA 6,61 6,90 7,19 Più emissioni 26,98 15,02 14,50 LUSSEMBURGO ESTONIA FINLANDIA MEDIANA UE21 10,65 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 8,75 10,87 13,49 10,65 15,02 14,50 7,19 8,66 6,61 9,62 10,42 8,21 8,40 11,78 26,98 12,68 13,52 11,93 10,2714,21 6,90 8,04 Ungheria Portogallo Svezia Spagna Francia Lombardia Slovacchia Italia Slovenia Regno Unito Austria Polonia Grecia Germania Danimarca Belgio Rep. Ceca Paesi Bassi Irlanda Finlandia Estonia Lussemburgo 6,61 6,90 7,19 8,04 8,21 8,40 8,66 8,75 9,62 10,27 10,42 10,65 10,87 11,78 11,93 12,68 13,49 13,52 14,21 14,50 15,02 26,98 Anno 2010 Fonte: Eurostat, ISTAT 7 Energia pulita e azioni per il clima 1 - Emissioni di gas serra Tonnellate di CO2 equivalente per abitante Per contrastare i cambiamenti climatici è importante ridurre l’emissione di gas serra che negli ultimi 250 anni ne è stata la causa principale. L’indicatore relativo alle tonnellate equivalenti (TOE) di CO2 a quantità pro-capite nei 21 paesi europei dell’OCSE mette in luce un buon posizionamento della Lombardia, con un valore di 8,4 TOE, allineato al valore italiano e migliore del valore mediano UE21 pari a 10,65 TOE.
  • 33. 32 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Consumi energetici meno verdi LUSSEMBURGO UNGHERIA PAESIBASSI 5,3 6,6 10,1 Consumi energetici più verdi 68,1 61,8 49,2 AUSTRIA SVEZIA PORTOGALLO MEDIANA UE21 20,9 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 31,3 21,2 12,8 10,7 13,0 31,1 61,8 20,8 6,6 32,8 68,1 16,9 24,3 25,6 5,3 12,3 10,1 43,1 13,920,9 49,2 36,4 Austria Svezia Portogallo Danimarca Spagna Slovenia Italia Finlandia Germania Lombardia Grecia Irlanda Slovacchia Francia Regno Unito Estonia Rep. Ceca Belgio Polonia Paesi Bassi Ungheria Lussemb. 68,1 61,8 49,2 43,1 36,4 32,8 31,3 31,1 25,6 24,3 21,2 20,9 20,8 16,9 13,9 13,0 12,8 12,3 10,7 10,1 6,6 5,3 Anno 2013 Fonte: ISTAT Noi Italia (elab. su dati Terna ed Eurostat) 7 Energia pulita e azioni per il clima 2 - Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili Rapporto percentuale tra la produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili e i consumi interni lordi di energia elettrica Per garantirsi un sistema di produzione di energia pulita e sostenibile è indispensabile che la quota dei consumi di energia prodotti da fonti rinnovabili aumenti, ciò può essere conseguito diminuendo i consumi o aumentando la produzione da fonti rinnovabili. Se si considera la sola produzione di energia elettrica il consumo mediano di energia elettrica coperto da fonti rinnovabili a livello UE21 si attesta al 20,9%. A livello di singoli stati la situazione appare estremamente variegata: Austria e Svezia raggiungono quote superiori al 60%, l’Italia quasi un terzo (31,3%), mentre la Lombardia si colloca al 24,3%.
  • 35. 34 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 8 Occupazione e crescita economica Tra il 2011 e il 2014 il Pil pro capite lombardo registra livelli superiori rispetto a quello nazionale, anche se è complessivamente diminuito nel periodo di riferimento. Per contro, la produttività lombarda (intesa come rapporto Pil/occupato) presenta un trend crescente. Per quanto riguarda la parità di genere, l’analisi dei redditi individuali lordi evidenzia un considerevole divario tra uomini e donne nella popolazione di età superiore ai 40 anni. Per le coorti più giovani questa differenza risulta minore: tale riduzione delle distanze nei redditi sembra però avvenire più per una diminu- zione di quelli maschili che per un innalzamento di quelli femminili. Negli ultimi dieci anni il tasso di occupazione rimane stabile, anche se diminuisce tra i più giovani; in co- erenza con questo dato, si osserva che gli inattivi risultano in numero superiore rispetto agli occupati nella fascia tra i 15 e i 24 anni, cosa che potrebbe essere coerente con una loro maggiore presenza in percorsi di studio e formazione. Mentre il divario di genere sembra essere avviato verso una progressiva riduzione, rimane la criticità del divario intergenerazionale, che potrebbe nel futuro portare a crescenti disuguaglianze anche sotto il profilo previdenziale.
  • 36. Rapporto Lombardia 35 Capitolo 8 · Occupazione e crescita economica Paesi meno dinamici FINLANDIA AUSTRIA GRECIA -0,1 0,0 0,4 Paesi più dinamici 25,5 4,4 3,9POLONIA REP.CECA IRLANDA* MEDIANA UE21 1,6 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 0,9 0,4 4,4 3,9 1,6 -0,1 3,0 3,8 3,4 2,2 0,0 0,9 0,8 0,8 2,0 1,0 1,5 0,9 1,425,5 2,0 3,3 Irlanda* Rep. Ceca Polonia Slovacchia Ungheria Spagna Svezia Slovenia Lussemburgo Portogallo Estonia Paesi Bassi Regno Unito Belgio Danimarca Francia Italia Germania Lombardia Grecia Austria Finlandia 25,5 4,4 3,9 3,8 3,4 3,3 3,0 2,2 2,0 2,0 1,6 1,5 1,4 1,0 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8 0,4 0,0 -0,1 Anno 2015 Fonte: Eurostat, Istat 8 Occupazione e crescita economica 1 - Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante Variazione percentuale sul periodo precedente, Pil a prezzi di mercato, volumi concatenati A partire dal 2014 e con più forza nel 2015 si è registrata in quasi tutti i Paesi europei una variazione positi- va del Pil pro-capite, mediamente intorno al 3%. L’Italia nel 2015, dopo un 2014 ancora a crescita negativa, ha registrato un +0.9%, valore in linea con quello lombardo, già in timida ripresa l’anno precedente e con quello tedesco. Tra i principali Paesi, il tasso di crescita è rilevante per la Spagna (+3%). * L’Ufficio Centrale di Statistica dell’Irlanda motiva l’anomalo incremento del Pil tra 2014 e 2015 con l’aumento del numero di aerei importati con contratti di leasing internazionali e con la riclassificazione di interi bilanci aziendali di multinazionali che si sono trasferite nel paese.
  • 37. 36 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi I più inseriti PAESIBASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO 6,1 7,7 8,0 I meno inseriti 26,0 21,9 19,9LOMBARDIA GRECIA ITALIA MEDIANA UE21 13,7 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 26,0 21,9 9,1 14,1 11,4 13,7 8,7 15,5 14,2 10,5 9,4 16,1 19,9 9,1 8,0 13,1 6,1 7,7 14,015,9 14,9 19,1 Paesi Bassi Danimarca Lussemburgo Svezia Rep. Ceca Germania Austria Slovenia Estonia Belgio Finlandia Regno Unito Polonia Ungheria Portogallo Slovacchia Irlanda Francia Spagna Lombardia Grecia Italia 6,1 7,7 8,0 8,7 9,1 9,1 9,4 10,5 11,4 13,1 13,7 14,0 14,1 14,2 14,9 15,5 15,9 16,1 19,1 19,9 21,9 26,0 14,113,1 Anno 2016 Fonte: Eurostat 8 Occupazione e crescita economica 2 - Giovani NEET Quota percentuale sui giovani da 18 a 24 anni per sesso Il crescente stato di non attività che coinvolge i giovani europei è un fenomeno preoccupante per l’UE e per la sostenibilità sociale ed economica del proprio modello di welfare e di capitalismo. La presenza dei NEET, cioè i giovani tra i 18 e i 24 anni che non sono né occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione di alcun tipo, è comunque molto variabile tra Paesi. L’Italia è il Paese UE21 in cui sono più frequenti, con una quota (26%) quasi doppia a quella della mediana UE21 (13,7%). Anche la Lombardia, pur registrando un dato un po’ migliore di quello nazionale (19,9%) occupa una posizione poco rassicurante ri- spetto a quella di molti altri Paesi europei. La Francia ne ha il 16,1%, il Regno Unito si colloca sulla mediana, mentre la Germania, con l’9,1%, è uno dei Paesi con la quota di NEET più contenuta.
  • 39. 38 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 9 Innovazione e infrastrutture Gli aspetti che interessano questo obiettivo sono molteplici. Internet è il primo. In Lombardia è acces- sibile: l’utilizzo nelle imprese è in linea con le altre regioni e in crescita quello per acquisti privati; l’infra- struttura fisica ha indicatori di accessibilità superiori alla media italiana. Altri aspetti sono Il valore aggiunto e di occupazione nel manifatturiero, dove la Lombardia è avanti, e la percentuale di apertura commerciale, superiore alla media nazionale, ma con volumi di crescita ridotti. Se si considera l’infrastruttura finanziaria, i venture capital sono cresciuti più della media nazionale, anche se diminuisce il peso relativo (dal 31% del 2010 al 26% del 2016). La spesa in ricerca e sviluppo è all’1,33% del Pil; positivi i dati relativi ai ricercatori sul totale degli im- piegati e al tasso di occupazione nelle imprese high-tech. La Lombardia è leader nazionale con il 26,18% dei brevetti italiani e il 22% delle start-up innovative.
  • 40. Rapporto Lombardia 39 Capitolo 9 · Innovazione e infrastrutture Meno investimenti GRECIA SLOVACCHIA POLONIA 0,84 0,88 0,94 Più investimenti 3,17 3,06 3,02DANIMARCA AUSTRIA FINLANDIA MEDIANA UE21 1,60 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 1,38 0,84 1,97 0,94 - 3,17 - 0,88 1,36 - 3,06 2,24 1,33 2,89 1,28 2,46 2,0 3,02 1,681,51 1,29 1,24 Finlandia Austria Danimarca Germania Belgio Francia Paesi Bassi Repubblica Ceca Regno Unito Irlanda Italia Ungheria Lombardia Portogallo Lussemburgo Spagna Polonia Slovacchia Grecia Estonia Slovenia Svezia 3,17 3,06 3,02 2,89 2,46 2,24 2,00 1,97 1,68 1,51 1,38 1,36 1,33 1,29 1,28 1,24 0,94 0,88 0,84 - - - Anno 2014 Fonte: Eurostat 9 Innovazione e infrastrutture 1 - Spesa in ricerca e sviluppo Quota percentuale di spesa in R&S intramuros sul Pil L’innovazione è una leva strategica non solo per la competitività economica ma anche per migliorare le condizioni di vita e rendere più efficiente l’uso delle risorse. La ricerca di base, sperimentale ed applicata, svolta sia dal settore pubblico sia da quello privato, è fondamentale per il progresso delle conoscenze e lo sviluppo di nuove soluzioni. Pertanto uno degli strumenti che hanno a disposizione i Paesi che prima vogliono virare verso economie più avanzate è quello di investire in ricerca e sviluppo. Per confrontare lo sforzo di ciascun territorio, queste spese sono rapportate al Pil. L’obiettivo europeo per il 2020 è quello di raggiungere la quota del 3%. L’Italia (1,38%) e la Lombardia (1,33%) hanno performance più basse rispetto alla mediana UE21 (1,6%). L’indicatore è molto alto nei Paesi Scandinavi (quote superiori al 3%) e in Paesi economicamente rilevanti come la Germania e la Francia.
  • 41. 40 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Più industria tecnologica 11,5 10,8 9,8GERMANIA SLOVACCHIA REP.CECA MEDIANA UE21 4,8 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 6,1 1,4 11,5 5,7 4,0 4,8 4,4 10,8 9,5 9,6 6,0 4,4 9,5 9,8 0,8 4,5 2,9 5,0 3,75,2 3,1 3,9 Rep. Ceca Slovacchia Germania Slovenia Ungheria Lombardia Italia Austria Polonia Irlanda Danimarca Finlandia Belgio Francia Svezia Estonia Spagna Regno Unito Portogallo Paesi Bassi Grecia Lussemburgo 11,5 10,8 9,8 9,6 9,5 9,5 6,1 6,0 5,7 5,2 5,0 4,8 4,5 4,4 4,4 4,0 3,9 3,7 3,1 2,9 1,4 0,8 3,26,4 Meno industria tecnologica LUSSEMBURGO GRECIA PAESIBASSI 0,8 1,4 2,9 Anno 2016 Fonte: Eurostat 9 Innovazione e infrastrutture 2 - Occupati nell'industria ad alta e medio-alta tecnologia Quota percentuale sul totale degli occupati per sesso Nelle economie avanzate l’industria tradizionale è progressivamente sostituita dall’industria ad alta tecno- logia che tende ad assorbire una quota maggiore di personale qualificato, migliorando la qualità dell’occu- pazione. L’Italia con una quota del 6,1% si colloca sopra alla mediana UE21 (4,8%) considerando la quota di occupati nell’industria ad alta e medio-alta tecnologia (l’Italia sale soprattutto grazie a quest’ultima tipologia), mentre la Lombardia, subito sopra nel ranking, si attesta dopo i primi quattro paesi europei, con quota 9,5%, insieme all’Ungheria.
  • 43. 42 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 10 Ridurre le disuguaglianze Il reddito medio delle famiglie è superiore alle altre regioni; tuttavia la disparità tra i redditi netti delle famiglie è tornata a crescere; la riduzione dell’indice di Gini in Lombardia è inferiore a quella delle altre regioni. Dal 2008 sono diminuiti i redditi da lavoro autonomo e aumentati quelli da lavoro dipendente (del 6,3%) e soprattutto quelli da pensione e trasferimenti pubblici (18,5%). Un dato preoccupante è l’andamento del 40% dei redditi più bassi: è calato nel 2009, 2013 e 2015 (rispettivamente -10, -6,3 e -6,4). La percentuale di famiglie che dispone di un reddito equivalente o inferiore al 60% del reddito mediano della popolazione è il 12% (2015; media italiana 20%). La spesa media delle famiglie e la percezione soggettiva dello stato economico restano alte, ma permangono diseguaglianze tra tipologie di famiglie (straniere, basso titolo di studio e famiglie giovani). Potrebbe preoccupare la diseguaglianza di opportunità che riguarda le giovani generazioni, com- plessivamente penalizzate.
  • 44. Rapporto Lombardia 43 Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze Meno ricchezza GRECIA UNGHERIA POLONIA 19.600 19.700 19.800 Più ricchezza 76.200 51.100 37.000 LUSSEMBURGO IRLANDA PAESIBASSI MEDIANA UE21 30.600 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 27.800 19.600 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 22.200 25.900 Lussemburgo Irlanda Paesi Bassi Austria Danimarca Lombardia Germania Svezia Belgio Finlandia Regno Unito Francia Italia Spagna Rep. Ceca Slovenia Slovacchia Portogallo Estonia Polonia Ungheria Grecia 76.200 51.100 37.000 36.900 36.600 36.600 35.800 35.700 34.200 31.600 31.200 30.600 27.800 25.900 25.200 23.900 22.300 22.200 21.600 19.800 19.700 19.600 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Il Pil pro-capite fornisce una misura del reddito per abitante derivante dalla produzione di beni e servizi in un paese. È spesso utilizzato per valutare il livello di benessere materiale delle persone. Tra i paesi comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo e Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente quattro e due volte e mezzo il valore dell’indicatore per la Grecia che si posiziona in fondo alla classifica. L’Italia (27.800 ppa) presenta un valore al di sotto di quello mediano europeo (30.600 ppa), mentre la Lombardia si posiziona nel gruppo dei paesi dell’Europa occidentale ai vertici della graduatoria.
  • 45. 44 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Meno reddito disponibile UNGHERIA ESTONIA POLONIA 9.000 9.600 10.800 Più reddito disponibile 20.700 20.300 19.700 AUSTRIA GERMANIA LOMBARDIA MEDIANA UE21 14.050 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 16.100 11.400 11.100 10.800 9.600 16.200 16.800 11.300 9.000 12.000 20.700 17.600 19.700 20.300 - 17.100 15.500 14.100 16.80013.800 12.600 14.000 Austria Germania Lombardia Francia Belgio Regno Unito Svezia Finlandia Italia Paesi Bassi Danimarca Spagna Irlanda Portogallo Slovenia Grecia Slovacchia Rep. Ceca Polonia Estonia Ungheria Lussemburgo 20.700 20.300 19.700 17.600 17.100 16.800 16.800 16.200 16.100 15.500 14.100 14.000 13.800 12.600 12.000 11.400 11.300 11.100 10.800 9.600 9.000 - Anno 2013 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 2 - Reddito disponibile delle famiglie pro-capite Parità di potere d'acquisto sui consumi finali, valore netto Il reddito disponibile delle famiglie è un indicatore che integra la portata conoscitiva del Pil pro-capite permettendo di misurare il potere di acquisto delle famiglie di un paese e la loro capacità di investire in beni e servizi o di risparmiare. Nonostante uno scarso discostamento della maggior parte dei paesi UE rispetto al valore mediano pari a 14.050 ppa, esiste ancora un ampio divario, in un’ottica internazionale, con paesi come Stati Uniti, Austra- lia, Canada e Giappone. In questo contesto la Lombardia si colloca, molto al di sopra del valore nazionale, al terzo posto della classifica dietro Austria e Germania.
  • 46. Introduzione Rapporto Lombardia 45 Città e territori sostenibili 11 45
  • 47. 46 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 11 Città e territori sostenibili La qualità delle abitazioni lombarde è più alta della media nazionale, anche se l’incidenza delle case di bassa qualità è maggiore di quella nel Nord del Paese. Il trasporto pubblico locale è molto al di sopra della media nazionale. Il consumo di suolo in rapporto alla superficie è il più alto d’Italia, anche se ponderato sull’elevato nu- mero degli abitanti la situazione migliora. Buoni sono i dati relativi alla sicurezza delle persone dal rischio di alluvioni: la Lombardia ha tassi di rischio inferiori alla media nazionale e anche al Nord d’Italia. Critica, come noto, l’esposizione della popolazione ai superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10. Preoccupante anche l’indicatore che misura la concentrazione media annua di PM2.5 per agglomerato e della popolazione ad esso afferente; Brescia e Milano-Como-Monza registrano una concen- trazione media annua pari o prossima al limite europeo e superiore alla media nazionale. Lo spazio di verde pubblico è inferiore alla media italiana (28-29 m2 /ab; rispetto a 35 m2 /ab); a parte l’eccezione di Sondrio, la densità di verde diminuisce in tutti i capoluoghi, tranne Bergamo, Brescia e Pavia.
  • 48. Rapporto Lombardia 47 Capitolo 11 · Città e territori sostenibili Aria più pulita SVEZIA FINLANDIA IRLANDA 6,0 6,3 7,8 Aria meno pulita 26,3 20,8 20,0 LOMBARDIA POLONIA SLOVACCHIA MEDIANA UE21 14,0 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 18,5 19,0 19,4 20,8 8,4 6,3 6,0 20,0 18,2 16,9 17,7 14,0 26,3 14,0 12,7 14,1 12,5 8,7 12,17,8 10,5 10,7 Svezia Finlandia Irlanda Estonia Danimarca Portogallo Spagna Regno Unito Paesi Bassi Lussemburgo Germania Francia Belgio Slovenia Austria Ungheria Italia Grecia Rep. Ceca Slovacchia Polonia Lombardia 6,0 6,3 7,8 8,4 8,7 10,5 10,7 12,1 12,5 12,7 14,0 14,0 14,1 16,9 17,7 18,2 18,5 19,0 19,4 20,0 20,8 26,3 Anno 2013 Fonte: OECD 11 Città e territori sostenibili 1 - PM2.5: microgrammi per m3 cui è potenzialmente esposta in media la popolazione Microgrammi per m3 L’inquinamento dell’aria contribuisce a ridurre la qualità della vita della popolazione e la percezione del benessere. L’indicatore che misura la quantità di polveri sottili (microgrammi per m3 di PM2,5) a cui poten- zialmente è esposta la popolazione urbana consente di valutare le ricadute sociali e ambientali dell’urba- nizzazione, pur risentendo anche di fattori meteoclimatici e geomorfologici. Ai primi posti della graduatoria di tale indicatore si posizionano i paesi nordeuropei, il valore mediano UE21 è pari a 14 μg/m3 di PM2.5. L’Italia si posiziona al di sopra di questo valore con 18,5. La Lombardia fa registrare 26,3 μg/m3 .
  • 49. 48 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Più affollamento POLONIA SLOVACCHIA GRECIA 1,1 1,1 1,2 UNGHERIA1,2 Meno affollamento 2,2 2,1 2,0 BELGIO IRLANDA REGNOUNITO 2,0LUSSEMBURGO MEDIANA UE21 1,8 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 1,4 1,2 1,4 1,1 1,6 1,9 1,8 1,1 1,2 1,5 1,6 1,8 1,4 1,8 2,0 2,2 1,9 1,9 2,02,1 1,7 1,9 Belgio Irlanda Regno Unito Lussemburgo Danimarca Finlandia Paesi Bassi Spagna Francia Germania Svezia Portogallo Austria Estonia Slovenia Italia Lombardia Rep. Ceca Grecia Ungheria Polonia Slovacchia 2,2 2,1 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 1,8 1,8 1,7 1,6 1,6 1,5 1,4 1,4 1,4 1,2 1,2 1,1 1,1 Anno 2015 Fonte: Eurostat 11 Città e territori sostenibili 2 - Numero medio di stanze per persona Media del rapporto tra numero di locali dell'abitazione e numero di componenti della famiglia residente Per garantire a tutti l’accesso a un alloggio e a servizi di base adeguati, sicuri e convenienti e consentire l’ammodernamento dei quartieri poveri un indicatore proposto per misurare il grado di sovraffollamento delle abitazioni è dato dal numero medio di stanze per persona, il cui valore mediano nei paesi UE21 è pari a 1,8. Italia e Lombardia sono perfettamente allineate con 1,4, lievemente al di sotto del valore mediano. In testa alla graduatoria si collocano Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Regno Unito con oltre 2 stanze per persona.
  • 51. 50 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 12 Produzione e consumo responsabili Il territorio lombardo è utilizzato intensivamente riguardo alle risorse non rinnovabili: 653 cave atti- ve per l’estrazione di minerali non metalliferi (il 22% del totale nazionale) e l’estrazione di sabbia e ghiaia arriva al 37% del totale italiano. Intensiva anche l’utilizzazione delle risorse biologiche: in Lombardia vi è il 6,3% dei boschi, ma solo il 3,7% della superficie nazionale certificata. La raccolta differenziata copre una quota importante dei rifiuti urbani (58,7%) che solo in minima parte vengono conferiti in discarica (5%); significativa la valorizzazione energetica dei rifiuti: 13 impianti produco- no il 44% del totale dell’energia da rifiuti in Italia. Alta la quota di rifiuti speciali (il 22,4% del totale); ma ben il 79% è oggetto di riciclo (27% del totale). Diffuso l’utilizzo dei bilanci ambientali di impresa così come il ricorso alle certificazioni ambientali EMAS. Gli eco-brevetti sono ben il 30% del totale nazionale.
  • 52. Rapporto Lombardia 51 Capitolo 12 · Produzione e consumo responsabili Meno rifiuti ESTONIA POLONIA SLOVACCHIA 292,9 296,9 303,9 Più rifiuti 747,2 653,3 617,3 DANIMARCA LUSSEMBURGO GERMANIA MEDIANA UE21 481,7 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 491,3 510,2 307,0 296,9 292,9 493,1 453,1 303,9 377,8 414,1 578,5 530,1 464,9 617,3 653,3 438,6 526,3 747,2 481,7585,7 439,7 449,0 Estonia Polonia Slovacchia Rep. Ceca Ungheria Slovenia Belgio Portogallo Spagna Svezia Lombardia Regno Unito Italia Finlandia Grecia Paesi Bassi Francia Austria Irlanda Germania Lussemburgo Danimarca 292,9 296,9 303,9 307,0 377,8 414,1 438,6 439,7 449,0 453,1 464,9 481,7 491,3 493,1 510,2 526,3 530,1 578,5 585,7 617,3 653,3 747,2 Anno 2013 Fonte: Istat Noi Italia (elab. su dati ISPRA ed Eurostat) 12 Produzione e consumo responsabili 1 - Rifiuti urbani raccolti Kg pro-capite di rifiuti urbani raccolti L’uso efficiente delle risorse richiede di prestare attenzione alla riduzione dei consumi e al ciclo di vita dei beni, privilegiando il riuso e riducendo la quantità di rifiuti prodotti. I rifiuti possono essere di origine indu- striale o derivare da altri tipi di attività umane. I rifiuti urbani riuniscono quelli domestici, gli assimilati e i rifiuti delle aree pubbliche. L’Italia, con 491 kg di rifiuti urbani raccolti in un anno (2013) a livello pro-capite, si posiziona poco sopra alla mediana UE21 (481), la Lombardia poco sotto (465).
  • 53. 52 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Meno rifiuti in discarica GERMANIA SVEZIA BELGIO 1,4 2,9 4,1 Più rifiuti in discarica 411,7 270,4 244,1 GRECIA SPAGNA UNGHERIA MEDIANA UE21 150,5 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 181,2 411,7 172,6 157,2 40,2 123,6 2,9 108,7 244,1 212,8 23,5 150,5 27,1 1,4 114,1 4,1 7,8 11,6 165,0223,6 221,9 270,4 Germania Svezia Belgio Paesi Bassi Danimarca Austria Lombardia Estonia Slovacchia Lussemburgo Finlandia Francia Polonia Regno Unito Rep. Ceca Italia Slovenia Portogallo Irlanda Ungheria Spagna Grecia 1,4 2,9 4,1 7,8 11,6 23,5 27,1 40,2 108,7 114,1 123,6 150,5 157,2 165,0 172,6 181,2 212,8 221,9 223,6 244,1 270,4 411,7 Anno 2013 12 Produzione e consumo responsabili 2 - Rifiuti smaltiti in discarica Kg pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica Fonte: Istat Noi Italia (elab. su dati ISPRA ed Eurostat) Al fine di ridurre l’estrazione di materie prime e limitare l’inquinamento legato allo smaltimento dei rifiuti, i rifiuti raccolti dovrebbero essere in prima istanza avviati al recupero di materia tramite processi di riciclag- gio o compostaggio, essere residualmente avviati al recupero di energia attraverso processi di termovalo- rizzazione o comunque combusti per evitare l’inquinamento del suolo e solo come ultima opzione essere smaltiti in discarica. Molti Paesi del Nord Europa, tra cui la Germania, destinano effettivamente in discarica solo un minimo residuo. Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, devono ancora intraprendere molta strada per gestire in maniera efficiente i rifiuti urbani raccolti, in parte a causa di sistemi di raccolta che non facilitano il riciclaggio, in parte per mancanza di impianti per il recupero di materia e di energia. La Lombardia è una delle regioni italiane che destina meno rifiuti urbani in discarica, collocandosi dopo i primi 6 Paesi UE21.
  • 55. 54 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 13 Tutelare ambiente e biodiversità La Lombardia presenta una superficie forestale pari al 27,8%, inferiore alla media nazionale del 36,4; anche le aree terrestri protette lombarde sono il 5,6% del territorio, inferiore al 10,5% nazionale. Si noti, tuttavia, che dal 2002 al 2013 questa percentuale è cresciuta del 93% e che in Lombardia un ruolo specifi- co nella protezione della natura è affidato ai 24 Parchi regionali, non includibili nella definizione nazionale di aree terrestri protette. Nel 2012 la Lombardia presentava la maggiore percentuale di superficie coperta da aree artificiali con l’11,3% contro una media nazionale del 5,3%. La Lombardia è la regione in cui si effettua il maggior numero di controlli su piante e animali a rischio (34,8%) sul totale nazionale.
  • 56. Rapporto Lombardia 55 Capitolo 13 · Tutelare ambiente e biodiversità Meno superficie artificiale FINLANDIA SVEZIA ESTONIA 1,6 1,6 1,8 Più superficie artificiale 12,3 12,1 11,7 PAESIBASSI BELGIO LOMBARDIA MEDIANA UE21 4,4 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 7,0 3,5 4,4 3,3 1,8 1,6 1,6 2,8 3,3 3,2 4,9 5,2 11,7 7,2 10,1 12,3 6,9 6,03,9 5,5 3,5 12,1 Finlandia Svezia Estonia Slovacchia Slovenia Ungheria Polonia Spagna Grecia Irlanda Rep. Ceca Austria Francia Portogallo Regno Unito Danimarca Italia Germania Lussemburgo Lombardia Belgio Paesi Bassi 1,6 1,6 1,8 2,8 3,2 3,3 3,3 3,5 3,5 3,9 4,4 4,9 5,2 5,5 6,0 6,9 7,0 7,2 10,1 11,7 12,1 12,3 Anno 2012 Fonte: Eurostat (CLC) 13 Tutelare ambiente e biodiversità 1 - Superficie artificiale Quota di superficie artificiale sul totale della superficie Ai fini della sostenibilità ambientale occorre arrestare e invertire il degrado del territorio. Più è alta la su- perficie artificiale (infrastrutture e insediamenti urbani, anche non edificati), più alto è il rischio di perdita di habitat, di frammentazione di ecosistemi e di degrado del suolo. L’Italia si colloca al di sopra della mediana UE21 e la Lombardia presenta una quota di superficie artificiale ancora maggiore.
  • 57. 56 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Meno superficie protetta DANIMARCA REGNOUNITO BELGIO 8 9 13 FRANCIA13 IRLANDA13 PAESIBASSI13 SVEZIA13 Più superficie protetta 38 30 27 SLOVENIA SLOVACCHIA LUSSEMBURGO 27GRECIA 27SPAGNA MEDIANA UE21 15 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 19 27 14 20 18 14 13 30 21 38 15 13 16 15 27 13 13 8 913 21 27 Slovenia Slovacchia Grecia Lussemburgo Spagna Ungheria Portogallo Polonia Italia Estonia Lombardia Austria Germania Rep. Ceca Finlandia Belgio Francia Irlanda Paesi Bassi Svezia Regno Unito Danimarca 38 30 27 27 27 21 21 20 19 18 16 15 15 14 14 13 13 13 13 13 9 8 Anno 2015 Fonte: Eurostat, ISTAT 2 - Superficie protetta Quota di superficie protetta appartenente alla Rete Natura 2000* sul totale della superficie terrestre 13 Tutelare ambiente e biodiversità *direttiva Habitat La tutela e gestione di ecosistemi naturali particolarmente rilevanti per la conservazione della biodiversità sono al centro non solo degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, ma anche di due importanti diret- tive comunitarie (direttive Uccelli e Habitat). La superficie protetta ai sensi della direttiva Habitat fa parte della Rete Natura 2000 e la quota di questa sul totale delle superficie terrestre può rappresentare una proxy dello sforzo di protezione esercitato da ciascun Paese. La Lombardia e l’Italia si collocano sopra alla mediana europea; Lussemburgo, Slovacchia, Slovenia, Grecia e Spagna hanno la quota maggiore di aree protette, all’estremo opposto Danimarca e Regno Unito.
  • 59. 58 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 14 Istituzioni efficaci e affidabili In Lombardia diminuiscono gli omicidi volontari (inferiori alla media nazionale) mentre è diffusa la pre- occupazione per i reati di tipo minore tanto che solo il 55% dei lombardi si considera sicuro mentre cam- mina da solo in zone buie; una percentuale inferiore alla media italiana (60%) e oltretutto in diminuzione. Per quanto riguarda la giustizia, nelle carceri lombarde sono in attesa di giudizio quasi 14 detenuti su cento; meno che in Italia, dove si arriva a 16. Si riduce la capacità dei tribunali lombardi di smaltire le pen- denze civili arretrate, a causa dell'aumento dei procedimenti per protezione internazionale. Elevato il numero di operazioni finanziarie sospette, mentre rimane contenuta l’incidenza dei reati riconducibili ad associazioni di tipo criminale. In termini di accessibilità, è ridotta in Lombardia la percen- tuale di coloro che dichiarano difficoltà a raggiungere i servizi pubblici. L’accesso agli atti della Pubblica amministrazione non si rileva critico: sono infatti molto ridotti i ricorsi al giudice amministrativo. Significative le misure adottate per prevenire la corruzione nella Pubblica amministrazione e contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici.
  • 60. Rapporto Lombardia 59 Capitolo 14 · Istituzioni efficaci e affidabili Meno omicidi AUSTRIA LOMBARDIA PAESIBASSI 0,51 0,60 0,62 Più omicidi 3,19 1,61 1,53 ESTONIA FINLANDIA FRANCIA MEDIANA UE21 0,89 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 0,77 0,86 0,75 1,39 3,19 1,61 1,15 0,81 1,14 0,97 0,51 1,53 0,60 0,84 0,89 - 0,62 0,99 -- - 0,65 Austria Lombardia Paesi Bassi Spagna Rep. Ceca Italia Slovacchia Germania Grecia Lussemburgo Slovenia Danimarca Ungheria Svezia Polonia Francia Finlandia Estonia Belgio Regno Unito Irlanda Portogallo 0,51 0,60 0,62 0,65 0,75 0,77 0,81 0,84 0,86 0,89 0,97 0,99 1,14 1,15 1,39 1,53 1,61 3,19 - - - - Anno 2015 Fonte: Eurostat, ISTAT 14 Istituzioni efficaci e affidabili 1 - Tasso di omicidi volontari per 100mila abitanti Quota di vittime di omicidio volontario ogni 100mila abitanti Tra gli obiettivi di sostenibilità c’è la promozione di pace e giustizia e la contestuale riduzione di ogni forma di violenza. La principale forma di violenza che si può esercitare in una società è l’omicidio volontario. Da questo punto di vista quella lombarda e quella italiana sono società più sicure rispetto alla mediana eu- ropea, entrambe con 0,89 vittime di omicidio ogni 100 mila abitanti nel 2015. Tra i Paesi UE per cui i dati sono disponibili i più alti livelli di omicidi si registrano per i Paesi del Nord-est europeo.
  • 61. 60 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Poco internet ITALIA LOMBARDIA POLONIA 24 29 30 Molto internet 88 82 78 DANIMARCA FINLANDIA SVEZIA MEDIANA UE21 53 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 24 49 36 30 77 82 78 48 48 45 60 66 29 55 76 55 76 88 5352 45 50 Danimarca Finlandia Svezia Estonia Lussemburgo Paesi Bassi Francia Austria Belgio Germania Regno Unito Irlanda Spagna Grecia Ungheria Slovacchia Portogallo Slovenia Rep. Ceca Polonia Lombardia Italia 88 82 78 77 76 76 66 60 55 55 53 52 50 49 48 48 45 45 36 30 29 24 www www 14 Istituzioni efficaci e affidabili Anno 2016 Fonte: Eurostat 2 - Individui che usano internet per interagire con le istituzioni pubbliche Individui che negli ultimi 12 mesi hanno usato internet sul totale degli individui Per garantire la trasparenza e la più ampia accessibilità dei servizi, nonché la dematerializzazione e la possibilità di espletare pratiche a distanza evitando inutili spostamenti, è importante che le istituzioni pubbliche accrescano la propria presenza e i propri servizi online, in modo da rendere possibile che una quota sempre maggiore di cittadini possa interagire con loro tramite Internet. Italia e Lombardia sono agli ultimi posti della classifica UE21: in Italia solo un cittadino su 4 ha usato Internet per interagire con le istituzioni pubbliche nei 12 mesi precedenti la rilevazione, poco di più in Lombardia (29%) mentre tale quota sale all’88% in Danimarca ed è superiore ad un cittadino su due in altri grandi Paesi europei quali Germania, Francia e Regno Unito.
  • 63. 62 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi CAPITOLO 15 Promuovere le partnership per gli obiettivi L’intervento pubblico nella cooperazione allo sviluppo è generalmente basso in Italia: solo lo 0,26% del Pil, a fronte di una media OCSE dello 0,4%. Le Regioni peraltro partecipano in misura residuale in termini finanziari (solo 7 milioni sui 3,6 miliardi nel 2015), anche se svolgono un ruolo importante nella cooperazione decentrata. In questa logica vanno lette le iniziative sviluppate in Lombardia, dove sono attive ben 105 ONG, che aderiscono alla Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale della Lom- bardia (CoLomba) oltre a numerosi gruppi missionari. Particolarmente significative le attività di cooperazione promosse dalle università: sono attivi un dotto- rato, sei corsi di laurea magistrale e nove master; 63 progetti di ricerca connessi agli obiettivi dell’Agenda ONU e 52 progetti di cooperazione decentrata. Numerose le attività di cooperazione degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, ha realizzato dal 2011 83 progetti di cooperazione internazionale con città ed enti locali di 50 Paesi; la Fondazione Cariplo ha fortemente sostenuto la cooperazione attraverso bandi e progetti in partnership con altri soggetti. La stessa Regione Lombardia dal 2001 al 2016 ha co-finanziato 736 progetti in 81 Paesi, per uno stanziamen- to complessivo di risorse pari a 57 milioni di euro.
  • 64. Rapporto Lombardia 63 Capitolo 15 · Promuovere le partnership per gli obiettivi Poco accesso al Web GRECIA PORTOGALLO SLOVENIA 69 74 78 Molto accesso al Web 97 97 94 PAESIBASSI LUSSEMBURGO DANIMARCA 94SVEZIA MEDIANA UE21 85 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 79 69 82 80 86 92 94 81 79 78 85 86 84 92 97 85 97 94 9387 74 82 Lussemburgo Paesi Bassi Danimarca Svezia Regno Unito Germania Finlandia Irlanda Estonia Francia Austria Belgio Lombardia Rep. Ceca Spagna Slovacchia Polonia Italia Ungheria Slovenia Portogallo Grecia 97 97 94 94 93 92 92 87 86 86 85 85 84 82 82 81 80 79 79 78 74 69 www www Anno 2016 Fonte: Eurostat 15 Promuovere le partnership per gli obiettivi 1 - Famiglie con accesso a internet Quota di famiglie con accesso a internet sul totale delle famiglie L’accesso ad Internet è ormai un requisito per permettere anche a chi vive in situazioni di marginalità territoriale di poter fruire di servizi e informazioni. Inoltre la rete può divenire un importante mezzo di co- operazione e scambio di conoscenze. Il digital divide comporta quindi una nuova forma di disuguaglianza. L’accesso ad Internet oggi è una questione centrale per i Paesi in via di sviluppo ma anche nei Paesi UE21 ci sono forti differenze. In Italia solo il 79% delle famiglie ha accesso ad Internet, in Lombardia tale quota sale all’84%, pur rimanendo inferiore al dato di Paesi come Francia (86%) o Germania (92%).
  • 65. 64 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi Più import 30,6 29,1 27,2 GRECIA SPAGNA PAESIBASSI MEDIANA UE21 13,6 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 25,6 30,6 12,7 12,9 6,5 9,0 11,8 8,3 12,2 17,6 11,3 16,1 21,5 16,2 10,5 13,8 27,2 13,6 21,39,1 17,8 29,1 Grecia Spagna Paesi Bassi Italia Lombardia Regno Unito Portogallo Slovenia Germania Francia Belgio Danimarca Polonia Rep. Ceca Ungheria Svezia Austria Lussemburgo Irlanda Finlandia Slovacchia Estonia 30,6 29,1 27,2 25,6 21,5 21,3 17,8 17,6 16,2 16,1 13,8 13,6 12,9 12,7 12,2 11,8 11,3 10,5 9,1 9,0 8,3 6,5 Anno 2014 Fonte: Eurostat, ISTAT 15 Promuovere le partnership per gli obiettivi 2 - Import dai Paesi in via di sviluppo Quota delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo sul totale delle importazioni (per 100mila) Meno import ESTONIA SLOVACCHIA FINLANDIA 6,5 8,3 9,0 In uno dei primi documenti sullo sviluppo sostenibile, l’Agenda 21 del 1992, si sottolineava che un sistema commerciale multilaterale aperto avrebbe potuto garantire un migliore utilizzo delle risorse, contribuendo in tal modo allo sviluppo e alla tutela dell’ambiente. Dal punto di vista della sostenibilità economica, varie dichia- razioni internazionali sottolineano inoltre l’importanza che i Paesi in via di sviluppo (PVS) partecipino in misura maggiore al commercio mondiale. L’import dai PVS infatti migliora la bilancia commerciale di questi ed è quindi leva per il loro sviluppo economico. Negli ultimi 10 anni in Europa è quasi raddoppiato l’import dai PVS, ma, anche rapportati alla propria quota di importazioni, c’è una forte variabilità tra i Paesi europei. La Lombardia, similmente al Regno Unito, importa per oltre un quinto dai PVS ma l’import cinese è quasi il 10%.
  • 66. Rapporto Lombardia 65 Il posizionamento della Lombardia in sintesi Il diagramma a radar offre una descrizione sintetica del posizionamento della Lombardia e dell’Italia rispetto ai 21 Paesi UE dell'OCSE in merito agli indicatori selezionati. I raggi rappresentano gli indicatori mentre i cerchi concentrici corrispondono alle 22 posizioni della gra- duatoria (21 Paesi UE e Lombardia). Il cerchio più esterno corrisponde alla prima posizione della graduato- ria, il punto al centro del radar indica l’ultimo posto in graduatoria. La mediana, rappresentata con il cerchio blu, separa la graduatoria di ciascun indicatore tra metà superiore e metà inferiore. Nel grafico a radar sono raffigurate le posizioni assunte dall’Italia e dalla Lombardia nelle graduatorie di ciascun indicatore ad eccezione degli indicatori dell’obiettivo “Acque pulite”, non adatti a questo tipo di rappresentazione.
  • 67. 66 Rapporto Lombardia 2017 - Sintesi 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° 13° 14° 15° 16° 17° 18° 19° 20° 21° 22° 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° 13° 14° 15° 16° 17° 18° 19° 20° 21° 22° 1.1 1.2 2.1 2.2 3.1 3.2 4.1 4.2 5.1 5.2 7.1 8.1 7.2 10.1 11.1 12.1 13.1 10.2 11.2 12.2 13.2 8.2 9.1 9.2 14.1 14.2 15.1 15.2 ITALIA MEDIANA UE21 LOMBARDIA RIDURRE POVERTÀ E VULNERABILITÀ 1.1 - Popolazione a rischio povertà o esclusione sociale 1.2 - Popolazione in severa deprivazione materiale AGRICOLTURA E NUTRIZIONE SOSTENIBILI 2.1 - Superficie a coltivazione biologica 2.2 - Indice di densità del bestiame BUONA SALUTE 3.1 - Aspettativa di vita alla nascita 3.2 - Tasso di mortalità neonatale (entro 1° mese dalla nascita) EDUCAZIONE DI QUALITÀ 4.1 - Giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione 4.2 - Popolazione con titolo di studio terziario PARITÀ DI GENERE 5.1 - Seggi occupati da donne nelle assemblee legislative nazionali 5.2 - Rapporto tra la quota percentuale di popolazione attiva femminile e quella maschile ENERGIA PULITA E AZIONI PER IL CLIMA 7.1 - Emissioni di gas serra 7.2 - Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili OCCUPAZIONE E CRESCITA ECONOMICA 8.1 - Tasso di crescita annuo del Pil reale per abitante 8.2 - Giovani NEET (né occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione, ovvero in un qualsiasi tipo di istruzione scolastica/universitaria o e di attività formativa) INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE 9.1 - Spesa in Ricerca e sviluppo 9.2 - Occupati nell'industria ad alta e medio-alta tecnologia RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE 10.1 - Pil procapite ai prezzi di mercato 10.2 - Reddito disponibile delle famiglie procapite CITTÀ E TERRITORI SOSTENIBILI 11.1 - PM2.5: microgrammi per metro cubo cui è potenzialmente esposta in media la popolazione 11.2 - Numero medio di stanze per persona PRODUZIONE E CONSUMO RESPONSABILI 12.1 - Rifiuti urbani raccolti 12.2 - Rifiuti smaltiti in discarica TUTELARE AMBIENTE E BIODIVERSITÀ 13.1 - Superficie artificiale 13.2 - Superficie protetta ISTITUZIONI EFFICACI E AFFIDABILI 14.1 - Tasso di omicidi volontari per 100mila abitanti 14.2 - Individui che usano internet per interagire con le istituzioni pubbliche PROMUOVERE LE PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI 15.1 - Famiglie con accesso a internet 15.2 - Import dai Paesi in via di sviluppo
  • 68. Il “Rapporto Lombardia 2017” è stato realizzato nell’ambito del progetto Éupolis Lombardia IST16010. Finito di stampare luglio 2017 presso La Serigrafica Arti Grafiche Srl, Buccinasco. Progetto grafico e impaginazione Adasto, Milano.