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Valdobbiadene
Usi e costumi…
La fiera di san Gregorio
Il prosecco
Risoto col spumante                               In giro per la città…
                                                     Il duomo
                                                     La piazza
                                                     Il campanile
Come eravamo…
                                                     San Gregorio
   La filanda
   Il tram
                           Lavoro di ricerca multidisciplinare prodotto dalla classe 2ª B
                               dell’Istituto Tecnico Turistico “Verdi” nell’a.s. 2008/09
Il duomo




   La storia

   L’esterno
               Home
   L’interno
L’interno del duomo di S. Maria Assunta
La chiesa subì alcuni restauri radicali fra il XV ed il XVIII sec. L’architettura
attuale è in stile neoclassico e risale all’ultimo decennio del 1700.
In essa si possono ammirare preziose opere d’arte, tra queste, la pala della
Vergine, la pala dell’Assunta di Beccaruzzi, una pala con S. Antonio Abate e S.
Giovanni Battista, il ciborio dell’Altare della Madonna, i Santi Sebastiano e Rocco
di Paris Bordon e altre.
Non è una chiesa molto grande, ma è un luogo di ritrovo per gli abitanti del paese.
Sono molti i giovani che la frequentano per cantare, suonare e partecipare ad
eventi.




                        Mappa dei dipinti                   Home
Cliccare sul
singolo dipinto
per le relative
informazioni
                    Ciborio e altare
                       maggiore




                  L’interno del duomo
 Home
Altare Maggiore
 L’altare, che si trova
 nell’abside, presenta una forma
 rettangolare, cruciforme,
 sottolineata da quattro grandi
 colonne corinzie, le quali
 conferiscono allo spazio una
 solenne monumentalità.



Opere d’Arte         Home



                    Avanti
I bronzetti
dell’altare
Al centro dell’altare è situato un
ciborio dalla scrittura
architettonica, che ricorda il tempio
greco e dal quale s’intuisce la
centralità della pianta a forma di
croce.
La sua base, di marmo cinerino, è
costituita da una serie di mini
pilastri, separati, al centro, da un
rettangolo, che fa da “pendant” alla
sovrapposta porta del tabernacolo.
Quattro formelle bronzee sono
inserite ai lati della base.
Attorno al ciborio sono disposte otto colonnine di marmo policromo con capitello di
bronzo di stile corinzio, quattro sul lato destro e quattro sul sinistro; solo sei sono
sormontate da puttini bronzei, mentre le due frontali sostengono il tratto di architrave che
sorregge il timpano.


     Opere d’Arte                        Home
Sui due spioventi del
timpano, interrotto
sull’acuto, sono adagiate due
statuette muliebri che non si
guardano: il loro sguardo è
rivolto in direzione
dell’assemblea.
Alla base della cupula,
all’estremità della cornice,
sono collocate la Carità,
figura muliebre, con in
braccio un bimbo ed uno a
fianco in piedi e la Fede, che
tiene nelle mani una croce ed
una coppa.
                                .
Sulla cupula si innalza, in posizione centrale, la statuetta del Redentore e, più in basso, un
crocifisso di fattura palesemente diversa.
Negli intercolunni sono inserite in nicchie quattro statuette di bronzo raffiguranti gli
evangelisti. S. Luca e S. Marco sono posti frontalmente in piedi, mentre S. Matteo e S.
Giovanni, anch’essi in piedi, sono situati lateralmente rispetto alla facciata del ciborio.
Tutti i bronzetti sono di scuola veneta cinquecentesca.

I bronzetti dell’altare                          Home
Pala dei santi: Giovanni
   Battista, Girolamo ed Antonio
L’impostazione dell’opera segue uno schema a piramide.
   Abate
A partire da sinistra San Girolamo inginocchiato, seminudo, con una
luce che scolpisce la massa plastica della muscolatura, l’altra metà
del suo corpo è coperta da un manto rosso voluminoso.
Esso è di schiena e guarda Giovanni Battista.
A destra, per forma e struttura, tonalità e ampiezza delle vesti, si
contrappone la figura di Sant’Antonio Abate. Il busto è di tre quarti
e il volto è di profilo. La mano destra si appoggia ad un alto bastone
che fa sembrare tutto più stanco e pesante.
Al centro appare la figura di San Giovanni Battista, in lieve torsione
così da far risaltare la tensione muscolare del braccio destro
denudato. La croce astile che tiene in mano ripete, come il bastone
precedente, l’andamento in fuga verso l’alto.
Il cromatismo dei panneggi dei due santi ai lati del Battista crea uno
stacco tra il rosso e il blu: il primo in esplosione verso l’ esterno, il
secondo verso l’interno.
Il vero protagonista dell’opera è il colore perché plasma, attraverso
fusioni, i soggetti nei rapporti di luce e ombra.
La composizione si apre verso un cielo percorso da soffici nuvole,
che toccano lateralmente le due pareti di roccia. Sembra proprio il
cielo di una giornata tranquilla e perfetta.                                Palma il Giovane (1544-1628)
       Opere d’Arte                            Home                         Olio su tela, m. 2,30 x 1,30
Il ciborio o
           tabernacolo e
             Il ciborio, o tabernacolo, è fatto di
             marmo bianco con quadrature
              colonne policrome e fu realizzato
              nell’800. Le colonne inoltre fanno
              da “corona” al ciborio. Esso è
              adornato da una struttura
              architettonica formata da due
              piedistalli ai lati e da una
              semicupola. Questi tre elementi
              sono sormontati da tre angeli, i
Indietro
              quali ai lati sono più grandi mentre
              quello centrale è di dimensioni più
              ridotte.
Home
A Valdobbiadene ciò che ha
segnato in modo profondo
tutta la vita del paese nel
secolo passato è stata la
filanda “calzificio Piva-Sisi”,
famigliarmente chiamata “la
                                        La Filanda
Piva”, la quale fu una
opportunità di lavoro per
molte generazioni di donne.
La filanda venne costruita nel
1818 a Valdobbiadene da
Pietro Piva, un abile setaiolo,
il quale insieme ai figli
Sigismondo e Celestino,
acquistò il vecchio opificio di Boltoia e Franzoia e dotò questo di macchinari
più efficienti facendo venire da Bologna degli operai specializzati.
Pietro Piva ingrandì e migliorò la vecchia costruzione. In seguito acquistò un
terreno a S.Margherita dove sorse la nuova filanda che prenderà il nome di
“Calzificio Piva-Sisi”.
                                     Approfondimento            Home
Uno sguardo al passato: Il lavoro
              nella Filanda.
Nella filanda oltre ai normali compiti di assistente ed operaio ne esistevano degli altri:
scoatina, ingropina, mistra, strusina, bigatina, proinèra, lavaséda, passaséda e
cernitrice. Le scoatine avevano il primo compito, cioè di scogliere il materiale che
riveste il bozzolo di seta e trovarne il capofilo ed erano sempre le operaie più giovani
ed ogniuna serviva 3-4 mistre. Gli scarti della scopinature, gli stròsi venivano raccolti
dalle strusine, per poi esser riutilizzati in altre produzioni. Dopo esser state scoatine
per un anno o due si passava ad annodatrici, da qui il termine ingropine. Esse
avevano il compito di annodare i fili di seta che durante il percorsdalla bacinella alle
matasse si rompevano e di badare alla grossezza del filato e se c’erano delle
imprecisioni dovevano spezzarlo e togliere la parte difettosa. Dopo alcuni anni di
lavoro come scoatine e come ingropine, le ragazze venivano messe sedute in
bacinella a filare la seta diventando così filatrici, mistre. Il compito di passare tra le
filatrici a raccogliere le crisalidi, appunto i bigàt, erano le Bigatine le quali non più di
due o tre a filanda. La seta poi veniva portata in un reparto chiamato Mezzà e lì veniva
controllata, pulita e confezionata dalle proinière, dalle lavasédà, e dalle passaséda.

                                                                               Home
Madonna in trono con il bambino
tra i SS.Rocco e Sebastiano
Paris,Bordon (1500-1571)
Olio su tela m. 2,25 x 1,40

Il quadro rappresenta la Madonna con in braccio Gesù
bambino e con ai lati S. Sebastiano e S. Rocco.
Il trono dov’è seduta la Madonna è a tre salienti ed è ornato da
disegni geometrici.
Lo sfondo è occupato da un grande telo verde sostenuto da due
puttini; ai piedi del trono è collocato un angioletto che suona la
tromba e il pavimento è disegnato a losanghe spezzate dai
colori vivaci e conferisce al dipinto una certa profondità.
S. Sebastiano, situato a sinistra del dipinto, è trafitto da frecce
e poggia un piede sopra un frammento di colonna.
S. Rocco, è a destra, le sue vesti livide sono realizzate in una
gamma di colori che fa risaltare le parti scoperte: le mani e la
coscia, sulla quale c’è una grande piaga che sembra voler
mostrare alla Madonna. Il Santo regge un bastone al quale è
appeso un cappello.
La Madonna tiene in braccio il Bambino e un libro sacro; il
telo verde dietro a Lei mette in risalto le sue vesti rosse.
Sotto ci sono due riquadri circolari che, rappresentano Anna e
Gioacchino, genitori di Maria.


 Opere d’Arte                               Home
Vergine Assunta in cielo
Il dipinto ha diversi livelli di profondità.
In primo piano ci sono i dodici apostoli che creano
     una sinestesia virtuale che anima i corpi,
     avvolti in sontuosi mantelli.
Il vestiario quindi asseconda il movimento dei
     personaggi.
In secondo piano è raffigurata l’Assunta in cielo,
     coronata dalla Santissima Trinità,
Una corona di putti e angeli musicanti con liuto e
     tromba le danza in torno.
Il colore assume significati psicologici ed
     espressivi, in particolare per quelli che
     possiedono elevata temperatura (rosso
     dell’amore spirituale per la sua vigorosa, e
     rompente lucentezza; rosso-arancio per la sua
     passionalità; arancione come composto di
     giallo e rosso che costituisce il fuoco della
     massima attività luminosa).



 Opere d’Arte                    Home
La disputa di Gesù fra i dottori del
                                      tempio
L’autore di questo dipinto, Claudio Ridolfi, nato a Verona nel 1570 e morto a Corinaldo (in provincia
di Ancona) nel 1644, fu discepolo di Paolo Caliari detto “il veronese”.
L’organizzazione pittorica del dipinto si sviluppa per piani: a sinistra, per chi guarda, è presente il
profilo di un saggio intento a scandire il dibattito con il movimento del braccio verso la mediana
orizzontale; a destra, invece, vi sono le figure di alcuni dottori della legge che commentano le Sacre
Scritture. Infine, al centro, vi è la figura in movimento di Gesù in trono.
Lo sfondo in ombra fa risaltare i profili delle figure del dipinto; le pieghe dei vestiti e i colori (rosso,
verde, blu ocra gialla) creano movimento.
Le tonalità dei colori e i gesti dei personaggi trasmettono a chi guarda emozione, pathos e forza
espressiva.
                                                                    Quando Gesù ebbe dodici anni, Maria
                                                                   e Giuseppe, si recarono come d’usanza,
                                                                       a Gerusalemme per la festa della
                                                                    Pasqua. Ma, trascorsi i giorni, mentre
                                                                      prendevano la via del ritorno, Gesù
                                                                      rimase a Gerusalemme, senza che i
                                                                    genitori se ne accorgessero. Dopo tre
                                                  Opere d’Arte      giorni lo trovarono nel tempio, seduto
                                                                   in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava
                                                                               e li interrogava.
                                                                    E tutti quelli che l’udivano erano pieni
                                                  Home               di stupore per la sua intelligenza e le
                                                                                   sue risposte.
                                                  La storia del duomo              Tratto dal vangelo di Luca
Il tram
                                                              La costruzione della linea tramviaria
                                                              di Valdobbiadene iniziò nel 1913, e
                                                              terminò nel 1921. Il suo fautore fu
                                                              Pietro Bertolini. Il tram partiva dalla
                                                              piazza di Valdobbiadene e passava
                                                              per Bigolino, attraversava il ponte di
                                                              Vidor, transitava a Crocetta del
                                                              Montello, Montebelluna, Maser, fino
                                                              ad Asolo.
                                                              Inizialmente veniva impiegato solo
                                                              per il trasporto della posta e delle
merci, ma successivamente venne utilizzato anche per il trasporto di persone. In un primo periodo
funzionava a carbone, successivamente venne installato un motore elettrico per limitare
l’inquinamento atmosferico causato dal combustibile.
Il tram smise di funzionare nel 1929, a causa della crisi economica.




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Il duomo
Storia del duomo
Tra il 1600 e 1700 era abitudine della gente, che viaggiava e si spostava in
continuo, fermarsi e pregare davanti a capitelli e piccole chiesette. L’usanza
diventò sempre più comune e così nel 1750 Antonio Canova, decise di progettare,
al posto della piccola chiesetta, il Duomo di Santa Maria Assunta.

Fu costruito dell’architetto Bernardo Salomoni e poi è
stato successivamente modificato da Giuseppe Segusini.
Distrutto dai bombardamenti della Grande Guerra, il
Duomo è stato ricostruito e in seguito rinforzato nelle
strutture portanti. L’attuale linea architettonica in stile
neoclassico risale all’ultimo decennio del 1700. In esso
sono custodite preziose opere d’arte tra cui: la
Disputa di Gesù fra i dottori del tempio (Claudio Ridolfi
1570-1644), la Pala dell’Assunta di Beccaruzzi,la Pala
della Vergine, una Pala con S. Antonio Abate e S.
Giovanni Battista, il ciborio dell’Altare della Madonna, i
Santi Sebastiano e Rocco e altre.



                                                              Indietro    Home
Il Neoclassicismo
Il Neoclassicismo è quel periodo della storia dell'architettura che, dopo
l'epoca del Barocco e del Rococò, si orientava all'età classica di Greci e
Romani, riprendendone ideali ed apparato formale.
Si sviluppò alla fine del XVIII secolo e fu caratterizzato da correnti diverse
a seconda del periodo e delle diverse tradizioni stabilitesi in precedenza nei
vari paesi.
Il Neoclassicismo fu lo stile più in voga dal secondo
decennio del Settecento alla fine dell'Ottocento.
L'architettura ottocentesca divenne più rigorosa, prestando
una maggiore attenzione filologica all'utilizzo delle forme
antiche e il linguaggio decorativo si fece più ricco ed
espressivo.                                                               Tempio greco. Armonia e
                                                                          perfezione. V sec. a.C.




 Home                             Tempio romano sulla scia dei greci II
                                  sec. a.C.                                          Indietro
Struttura architettonica del
duomo
Il Duomo di Valdobbiadene è molto simile al
tempio greco: è composto da un atrio a pronao di
ordine dorico, poggia su quattro scalini ed è
racchiuso da quattro colonne doriche scanalate
antistanti.




                                   L’architrave, sormontata dal timpano poggia
                                   frontalmente sull’abaco dei capitelli dorici.

                                    L’ornamento dell’atrio della chiesa è il portale
                                    d’ingresso di romana magnificenza aperto nel
                                    1883 e seguito, tre anni dopo, dal bassorilievo
                                    sovrastante.


    Elementi della facciata                Home                             Indietro
1


            2                  Legenda :
                    3          1 - Acroterio
4                              2 - Timpano o frontone
                               3 - Architrave
            6                  4 - Abaco
                               5 - Colonna

                7              6 - Bassorilievo
    5
                               7 - Portale d’ingresso
                               8 - Crepidoma
        8




                        Home                    DUOMO
Nel 1886 lo scultore, Augusto Benvenuti (1839-1899), scolpì il bassorilievo
                       che ora si trova sopra il portone centrale.




 Esso rappresenta San Venanzio che, dinanzi a S. Radegonda e alle religiose del suo
monastero di S. Croce di Poitiers (Francia), inneggia alla croce mostrandone l’insigne
             reliquia, appena giunta in dono dall’Imperatore d’Oriente.



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San Venanzio
Nel 535 circa nasce a Valdobbiadene, da antica e nobile famiglia
romana, Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato.
Nel 560 si trasferisce a Ravenna dove studia grammatica, retorica
e poetica. Una malattia agli occhi cambia la sua vita. Cerca
rimedio ungendosi con l’olio della lampada che brucia nella
cripta dedicata a San Martino, nella Basilica di Giovanni e Paolo
e guarisce.



Egli attribuisce questo miracolo a San Martino di Tours: perciò decide di andare a
rendergli grazie presso la sua tomba in Gallia. Un pellegrinaggio dal quale non
ritornerà più.
Giunto a Tours, prega sulla tomba di San Martino e poi si stabilisce a Poitiers.
Dapprima diventa sacerdote e nel 595-597 viene consacrato vescovo di Poitiers.
Venanzio muore il 14 dicembre, forse del 607, e presto lo si venererà come santo.


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Il Prosecco
Adagiata in un’ampia e verde vallata, disegnata dal
susseguirsi ininterrotto e dolce delle colline ricoperte da
vigneti, Valdobbiadene è delimitata ai suoi confini dallo
scorrere del Piave, ed è la terra d’elezione del Prosecco.
Nel suo comprensorio tutto odora e profuma di vino, nel
segno di una civiltà della vite che interessa l’ambiente e
la cultura di un’intera comunità.
Il famoso Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene è
un vino bianco conosciuto soprattutto nella versione
spumante: si presenta con colori e sfumature giallo
verdolino brillante, molto trasparente, buono ed
effervescente, perlage fine e persistente.


Una terra antica, ricca di fascino, dove è possibile soggiornare in hotel come l’Hotel
Diana e l’Albergo alla Torre, che si trovano in piazza a Valdobbiadene, percorrere a piedi
itinerari inconsueti, passeggiare a cavallo o visitare i molti e caratteristici artigiani che
ripercorrono le tradizioni e la manualità dei loro avi.
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Risoto col
    spumante
Dialetto trevigiano
Far sofrider na feola taiada fina col buro. Dontarghe el riso. Asarlo che el ciape el gusto par
qualche minuto, dopo bagnarlo co un goto de spumante,dopo farlo avaporar e continuar a
cucinarlo
Dontandoghe an pochet de brodo e an pochet de spumante. Sal e pever quel che ocore.
Quande che el riso l’e cot stusar el fogo e meterghe pana liquida e un bel poc de grana.

Italiano
Fare soffriggere una cipolla tagliata fina con il burro. Aggiungere il riso. Lasciare che prenda il
gusto per qualche minuto dopo bagnarlo,con un bicchiere di spumante poi farlo evaporare e
continuare a cucinarlo, aggiungendogli un po’ di brodo e di spumante, sale e pepe quello che
occorre.
Quando il riso è cotto, spegnere il fuoco e aggiungere della panna liquida e un bel po’ di grana.



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Raccontavaldobbiadene

  • 1. Valdobbiadene Usi e costumi… La fiera di san Gregorio Il prosecco Risoto col spumante In giro per la città… Il duomo La piazza Il campanile Come eravamo… San Gregorio La filanda Il tram Lavoro di ricerca multidisciplinare prodotto dalla classe 2ª B dell’Istituto Tecnico Turistico “Verdi” nell’a.s. 2008/09
  • 2. Il duomo La storia L’esterno Home L’interno
  • 3. L’interno del duomo di S. Maria Assunta La chiesa subì alcuni restauri radicali fra il XV ed il XVIII sec. L’architettura attuale è in stile neoclassico e risale all’ultimo decennio del 1700. In essa si possono ammirare preziose opere d’arte, tra queste, la pala della Vergine, la pala dell’Assunta di Beccaruzzi, una pala con S. Antonio Abate e S. Giovanni Battista, il ciborio dell’Altare della Madonna, i Santi Sebastiano e Rocco di Paris Bordon e altre. Non è una chiesa molto grande, ma è un luogo di ritrovo per gli abitanti del paese. Sono molti i giovani che la frequentano per cantare, suonare e partecipare ad eventi. Mappa dei dipinti Home
  • 4. Cliccare sul singolo dipinto per le relative informazioni Ciborio e altare maggiore L’interno del duomo Home
  • 5. Altare Maggiore L’altare, che si trova nell’abside, presenta una forma rettangolare, cruciforme, sottolineata da quattro grandi colonne corinzie, le quali conferiscono allo spazio una solenne monumentalità. Opere d’Arte Home Avanti
  • 6. I bronzetti dell’altare Al centro dell’altare è situato un ciborio dalla scrittura architettonica, che ricorda il tempio greco e dal quale s’intuisce la centralità della pianta a forma di croce. La sua base, di marmo cinerino, è costituita da una serie di mini pilastri, separati, al centro, da un rettangolo, che fa da “pendant” alla sovrapposta porta del tabernacolo. Quattro formelle bronzee sono inserite ai lati della base. Attorno al ciborio sono disposte otto colonnine di marmo policromo con capitello di bronzo di stile corinzio, quattro sul lato destro e quattro sul sinistro; solo sei sono sormontate da puttini bronzei, mentre le due frontali sostengono il tratto di architrave che sorregge il timpano. Opere d’Arte Home
  • 7. Sui due spioventi del timpano, interrotto sull’acuto, sono adagiate due statuette muliebri che non si guardano: il loro sguardo è rivolto in direzione dell’assemblea. Alla base della cupula, all’estremità della cornice, sono collocate la Carità, figura muliebre, con in braccio un bimbo ed uno a fianco in piedi e la Fede, che tiene nelle mani una croce ed una coppa. . Sulla cupula si innalza, in posizione centrale, la statuetta del Redentore e, più in basso, un crocifisso di fattura palesemente diversa. Negli intercolunni sono inserite in nicchie quattro statuette di bronzo raffiguranti gli evangelisti. S. Luca e S. Marco sono posti frontalmente in piedi, mentre S. Matteo e S. Giovanni, anch’essi in piedi, sono situati lateralmente rispetto alla facciata del ciborio. Tutti i bronzetti sono di scuola veneta cinquecentesca. I bronzetti dell’altare Home
  • 8. Pala dei santi: Giovanni Battista, Girolamo ed Antonio L’impostazione dell’opera segue uno schema a piramide. Abate A partire da sinistra San Girolamo inginocchiato, seminudo, con una luce che scolpisce la massa plastica della muscolatura, l’altra metà del suo corpo è coperta da un manto rosso voluminoso. Esso è di schiena e guarda Giovanni Battista. A destra, per forma e struttura, tonalità e ampiezza delle vesti, si contrappone la figura di Sant’Antonio Abate. Il busto è di tre quarti e il volto è di profilo. La mano destra si appoggia ad un alto bastone che fa sembrare tutto più stanco e pesante. Al centro appare la figura di San Giovanni Battista, in lieve torsione così da far risaltare la tensione muscolare del braccio destro denudato. La croce astile che tiene in mano ripete, come il bastone precedente, l’andamento in fuga verso l’alto. Il cromatismo dei panneggi dei due santi ai lati del Battista crea uno stacco tra il rosso e il blu: il primo in esplosione verso l’ esterno, il secondo verso l’interno. Il vero protagonista dell’opera è il colore perché plasma, attraverso fusioni, i soggetti nei rapporti di luce e ombra. La composizione si apre verso un cielo percorso da soffici nuvole, che toccano lateralmente le due pareti di roccia. Sembra proprio il cielo di una giornata tranquilla e perfetta. Palma il Giovane (1544-1628) Opere d’Arte Home Olio su tela, m. 2,30 x 1,30
  • 9. Il ciborio o tabernacolo e Il ciborio, o tabernacolo, è fatto di marmo bianco con quadrature colonne policrome e fu realizzato nell’800. Le colonne inoltre fanno da “corona” al ciborio. Esso è adornato da una struttura architettonica formata da due piedistalli ai lati e da una semicupola. Questi tre elementi sono sormontati da tre angeli, i Indietro quali ai lati sono più grandi mentre quello centrale è di dimensioni più ridotte. Home
  • 10. A Valdobbiadene ciò che ha segnato in modo profondo tutta la vita del paese nel secolo passato è stata la filanda “calzificio Piva-Sisi”, famigliarmente chiamata “la La Filanda Piva”, la quale fu una opportunità di lavoro per molte generazioni di donne. La filanda venne costruita nel 1818 a Valdobbiadene da Pietro Piva, un abile setaiolo, il quale insieme ai figli Sigismondo e Celestino, acquistò il vecchio opificio di Boltoia e Franzoia e dotò questo di macchinari più efficienti facendo venire da Bologna degli operai specializzati. Pietro Piva ingrandì e migliorò la vecchia costruzione. In seguito acquistò un terreno a S.Margherita dove sorse la nuova filanda che prenderà il nome di “Calzificio Piva-Sisi”. Approfondimento Home
  • 11. Uno sguardo al passato: Il lavoro nella Filanda. Nella filanda oltre ai normali compiti di assistente ed operaio ne esistevano degli altri: scoatina, ingropina, mistra, strusina, bigatina, proinèra, lavaséda, passaséda e cernitrice. Le scoatine avevano il primo compito, cioè di scogliere il materiale che riveste il bozzolo di seta e trovarne il capofilo ed erano sempre le operaie più giovani ed ogniuna serviva 3-4 mistre. Gli scarti della scopinature, gli stròsi venivano raccolti dalle strusine, per poi esser riutilizzati in altre produzioni. Dopo esser state scoatine per un anno o due si passava ad annodatrici, da qui il termine ingropine. Esse avevano il compito di annodare i fili di seta che durante il percorsdalla bacinella alle matasse si rompevano e di badare alla grossezza del filato e se c’erano delle imprecisioni dovevano spezzarlo e togliere la parte difettosa. Dopo alcuni anni di lavoro come scoatine e come ingropine, le ragazze venivano messe sedute in bacinella a filare la seta diventando così filatrici, mistre. Il compito di passare tra le filatrici a raccogliere le crisalidi, appunto i bigàt, erano le Bigatine le quali non più di due o tre a filanda. La seta poi veniva portata in un reparto chiamato Mezzà e lì veniva controllata, pulita e confezionata dalle proinière, dalle lavasédà, e dalle passaséda. Home
  • 12. Madonna in trono con il bambino tra i SS.Rocco e Sebastiano Paris,Bordon (1500-1571) Olio su tela m. 2,25 x 1,40 Il quadro rappresenta la Madonna con in braccio Gesù bambino e con ai lati S. Sebastiano e S. Rocco. Il trono dov’è seduta la Madonna è a tre salienti ed è ornato da disegni geometrici. Lo sfondo è occupato da un grande telo verde sostenuto da due puttini; ai piedi del trono è collocato un angioletto che suona la tromba e il pavimento è disegnato a losanghe spezzate dai colori vivaci e conferisce al dipinto una certa profondità. S. Sebastiano, situato a sinistra del dipinto, è trafitto da frecce e poggia un piede sopra un frammento di colonna. S. Rocco, è a destra, le sue vesti livide sono realizzate in una gamma di colori che fa risaltare le parti scoperte: le mani e la coscia, sulla quale c’è una grande piaga che sembra voler mostrare alla Madonna. Il Santo regge un bastone al quale è appeso un cappello. La Madonna tiene in braccio il Bambino e un libro sacro; il telo verde dietro a Lei mette in risalto le sue vesti rosse. Sotto ci sono due riquadri circolari che, rappresentano Anna e Gioacchino, genitori di Maria. Opere d’Arte Home
  • 13. Vergine Assunta in cielo Il dipinto ha diversi livelli di profondità. In primo piano ci sono i dodici apostoli che creano una sinestesia virtuale che anima i corpi, avvolti in sontuosi mantelli. Il vestiario quindi asseconda il movimento dei personaggi. In secondo piano è raffigurata l’Assunta in cielo, coronata dalla Santissima Trinità, Una corona di putti e angeli musicanti con liuto e tromba le danza in torno. Il colore assume significati psicologici ed espressivi, in particolare per quelli che possiedono elevata temperatura (rosso dell’amore spirituale per la sua vigorosa, e rompente lucentezza; rosso-arancio per la sua passionalità; arancione come composto di giallo e rosso che costituisce il fuoco della massima attività luminosa). Opere d’Arte Home
  • 14. La disputa di Gesù fra i dottori del tempio L’autore di questo dipinto, Claudio Ridolfi, nato a Verona nel 1570 e morto a Corinaldo (in provincia di Ancona) nel 1644, fu discepolo di Paolo Caliari detto “il veronese”. L’organizzazione pittorica del dipinto si sviluppa per piani: a sinistra, per chi guarda, è presente il profilo di un saggio intento a scandire il dibattito con il movimento del braccio verso la mediana orizzontale; a destra, invece, vi sono le figure di alcuni dottori della legge che commentano le Sacre Scritture. Infine, al centro, vi è la figura in movimento di Gesù in trono. Lo sfondo in ombra fa risaltare i profili delle figure del dipinto; le pieghe dei vestiti e i colori (rosso, verde, blu ocra gialla) creano movimento. Le tonalità dei colori e i gesti dei personaggi trasmettono a chi guarda emozione, pathos e forza espressiva. Quando Gesù ebbe dodici anni, Maria e Giuseppe, si recarono come d’usanza, a Gerusalemme per la festa della Pasqua. Ma, trascorsi i giorni, mentre prendevano la via del ritorno, Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Dopo tre Opere d’Arte giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni Home di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. La storia del duomo Tratto dal vangelo di Luca
  • 15. Il tram La costruzione della linea tramviaria di Valdobbiadene iniziò nel 1913, e terminò nel 1921. Il suo fautore fu Pietro Bertolini. Il tram partiva dalla piazza di Valdobbiadene e passava per Bigolino, attraversava il ponte di Vidor, transitava a Crocetta del Montello, Montebelluna, Maser, fino ad Asolo. Inizialmente veniva impiegato solo per il trasporto della posta e delle merci, ma successivamente venne utilizzato anche per il trasporto di persone. In un primo periodo funzionava a carbone, successivamente venne installato un motore elettrico per limitare l’inquinamento atmosferico causato dal combustibile. Il tram smise di funzionare nel 1929, a causa della crisi economica. Home
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  • 20. Storia del duomo Tra il 1600 e 1700 era abitudine della gente, che viaggiava e si spostava in continuo, fermarsi e pregare davanti a capitelli e piccole chiesette. L’usanza diventò sempre più comune e così nel 1750 Antonio Canova, decise di progettare, al posto della piccola chiesetta, il Duomo di Santa Maria Assunta. Fu costruito dell’architetto Bernardo Salomoni e poi è stato successivamente modificato da Giuseppe Segusini. Distrutto dai bombardamenti della Grande Guerra, il Duomo è stato ricostruito e in seguito rinforzato nelle strutture portanti. L’attuale linea architettonica in stile neoclassico risale all’ultimo decennio del 1700. In esso sono custodite preziose opere d’arte tra cui: la Disputa di Gesù fra i dottori del tempio (Claudio Ridolfi 1570-1644), la Pala dell’Assunta di Beccaruzzi,la Pala della Vergine, una Pala con S. Antonio Abate e S. Giovanni Battista, il ciborio dell’Altare della Madonna, i Santi Sebastiano e Rocco e altre. Indietro Home
  • 21. Il Neoclassicismo Il Neoclassicismo è quel periodo della storia dell'architettura che, dopo l'epoca del Barocco e del Rococò, si orientava all'età classica di Greci e Romani, riprendendone ideali ed apparato formale. Si sviluppò alla fine del XVIII secolo e fu caratterizzato da correnti diverse a seconda del periodo e delle diverse tradizioni stabilitesi in precedenza nei vari paesi. Il Neoclassicismo fu lo stile più in voga dal secondo decennio del Settecento alla fine dell'Ottocento. L'architettura ottocentesca divenne più rigorosa, prestando una maggiore attenzione filologica all'utilizzo delle forme antiche e il linguaggio decorativo si fece più ricco ed espressivo. Tempio greco. Armonia e perfezione. V sec. a.C. Home Tempio romano sulla scia dei greci II sec. a.C. Indietro
  • 22. Struttura architettonica del duomo Il Duomo di Valdobbiadene è molto simile al tempio greco: è composto da un atrio a pronao di ordine dorico, poggia su quattro scalini ed è racchiuso da quattro colonne doriche scanalate antistanti. L’architrave, sormontata dal timpano poggia frontalmente sull’abaco dei capitelli dorici. L’ornamento dell’atrio della chiesa è il portale d’ingresso di romana magnificenza aperto nel 1883 e seguito, tre anni dopo, dal bassorilievo sovrastante. Elementi della facciata Home Indietro
  • 23. 1 2 Legenda : 3 1 - Acroterio 4 2 - Timpano o frontone 3 - Architrave 6 4 - Abaco 5 - Colonna 7 6 - Bassorilievo 5 7 - Portale d’ingresso 8 - Crepidoma 8 Home DUOMO
  • 24. Nel 1886 lo scultore, Augusto Benvenuti (1839-1899), scolpì il bassorilievo che ora si trova sopra il portone centrale. Esso rappresenta San Venanzio che, dinanzi a S. Radegonda e alle religiose del suo monastero di S. Croce di Poitiers (Francia), inneggia alla croce mostrandone l’insigne reliquia, appena giunta in dono dall’Imperatore d’Oriente. Indietro Home
  • 25. San Venanzio Nel 535 circa nasce a Valdobbiadene, da antica e nobile famiglia romana, Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato. Nel 560 si trasferisce a Ravenna dove studia grammatica, retorica e poetica. Una malattia agli occhi cambia la sua vita. Cerca rimedio ungendosi con l’olio della lampada che brucia nella cripta dedicata a San Martino, nella Basilica di Giovanni e Paolo e guarisce. Egli attribuisce questo miracolo a San Martino di Tours: perciò decide di andare a rendergli grazie presso la sua tomba in Gallia. Un pellegrinaggio dal quale non ritornerà più. Giunto a Tours, prega sulla tomba di San Martino e poi si stabilisce a Poitiers. Dapprima diventa sacerdote e nel 595-597 viene consacrato vescovo di Poitiers. Venanzio muore il 14 dicembre, forse del 607, e presto lo si venererà come santo. Home Indietro
  • 26. Il Prosecco Adagiata in un’ampia e verde vallata, disegnata dal susseguirsi ininterrotto e dolce delle colline ricoperte da vigneti, Valdobbiadene è delimitata ai suoi confini dallo scorrere del Piave, ed è la terra d’elezione del Prosecco. Nel suo comprensorio tutto odora e profuma di vino, nel segno di una civiltà della vite che interessa l’ambiente e la cultura di un’intera comunità. Il famoso Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene è un vino bianco conosciuto soprattutto nella versione spumante: si presenta con colori e sfumature giallo verdolino brillante, molto trasparente, buono ed effervescente, perlage fine e persistente. Una terra antica, ricca di fascino, dove è possibile soggiornare in hotel come l’Hotel Diana e l’Albergo alla Torre, che si trovano in piazza a Valdobbiadene, percorrere a piedi itinerari inconsueti, passeggiare a cavallo o visitare i molti e caratteristici artigiani che ripercorrono le tradizioni e la manualità dei loro avi. Home
  • 27. Risoto col spumante Dialetto trevigiano Far sofrider na feola taiada fina col buro. Dontarghe el riso. Asarlo che el ciape el gusto par qualche minuto, dopo bagnarlo co un goto de spumante,dopo farlo avaporar e continuar a cucinarlo Dontandoghe an pochet de brodo e an pochet de spumante. Sal e pever quel che ocore. Quande che el riso l’e cot stusar el fogo e meterghe pana liquida e un bel poc de grana. Italiano Fare soffriggere una cipolla tagliata fina con il burro. Aggiungere il riso. Lasciare che prenda il gusto per qualche minuto dopo bagnarlo,con un bicchiere di spumante poi farlo evaporare e continuare a cucinarlo, aggiungendogli un po’ di brodo e di spumante, sale e pepe quello che occorre. Quando il riso è cotto, spegnere il fuoco e aggiungere della panna liquida e un bel po’ di grana. Home