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XXIII Congresso Nazionale 
CSeRMEG 
Costermano del Garda 
28-29 ottobre 2011 
Quale futuro per 
la gestione della 
cronicità ? 
Il punto di vista della 
Sanità Pubblica 
Riccardo Peasso 
Direttore Dipartimento Cure Primarie 
A.S.L. della Provincia di Mantova
argomenti della relazione 
 evoluzione demografica 
 patologie croniche e disabilità 
 Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 
 gestione delle cronicità 
 sistemi informativi a supporto delle 
Cure Primarie 
 esperienze ASL BS e ASL MN
evoluzione demografica 
25 Paesi U.E. 
anno 2006 
18, 2 mln abitanti età >= 80 (4% tot ) 
Anno 2014 
24, 1 mln abitanti età >= 80 (5,2% tot) 
Anno 2025 
circa un terzo della popolazione europea 
avrà più di 60 anni 
Progetto Healthy Ageing 2004-2007 
cofinanziato dalla Commissione Europea
Unione Europea
ITALIA (www.demo.istat.it) 
16 
14 
12 
10 
8 
6 
4 
2 
0 
milioni di anziani in Italia - evoluzione 2000 - 2020 
2000 2010 2020 
anni 
> 65 
> 80 
> 65 10,4 12,3 14,1 
> 80 2,3 3,6 4,6
malattie croniche 
 malattia inguaribile con deviazione dalla normalità, 
caratterizzata da: 
 permanenza, 
 disabilità residua, 
 necessità di supervisione sanitaria e di 
riabilitazione 
 interpretazione/vissuto personale della malattia 
G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
l’approccio del medico 
Malattia acuta Malattia cronica 
Responsabilità diretta della 
gestione del paziente 
Dirige il piano di cura, ma non è 
responsabile di esso. 
Paziente attivo 
Guadagno secondario: la 
gratitudine del paziente genera 
soddisfazione dello staff 
Non cura possibile. Stabilizzazione 
del quadro 
Sensazione di onnipotenza, di 
essere di aiuto e salvare gli altri 
Recidive ricorrenti possono essere 
frustranti 
Risultati rapidamente visibili Decorso cronico e prolungato 
Interazione prolungata 
G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
patologie croniche 
 … Le sindromi hanno soppiantato le 
malattie. 
Ciò impone una nuova e vivace capacità 
della medicina di superare i suoi 
tradizionali modelli per costruirne di nuovi 
… 
(The end of the disease - Tinetti, Fried 2004)
dis-abilità 
Difficoltà a svolgere le attività della vita 
quotidiana normali per età, sesso e ruolo 
sociale: è una misura potente ed affidabile dello 
stato di salute perché è la “via finale comune” di 
tutte le fragilità e patologie. 
 Circa il 20% degli anziani è cronicamente disabile, 
circa il 30% ha limitazioni motorie, il 7-8% è affetto da 
demenza grave, il 20-33% ha deficit sensoriali. 
 Le donne, le minoranze etniche e le persone di basso 
livello socio-economico sono i gruppi di popolazione a 
rischio particolarmente elevato di disabilità 
G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
ITALIA evoluzione della disabilità 
(www.neodemos.it) 
n. maschi disabili in Italia per età evoluzione 2005-2020 
0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 
85+ 
80-84 
75-79 
70-74 
65-69 
età 
anziani 
2020 
2015 
2010 
2005 
n. femmine disabili in Italia per età - evoluzione 2005-2020 
0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 
85+ 
80-84 
75-79 
70-74 
65-69 
età 
anziane 
2020 
2015 
2010 
2005
ITALIA evoluzione della disabilità 
“Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?” 
F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it 
Prima considerazione 
 ci si può attendere che gli anziani 
diventino disabili sempre più tardi 
 diminuisce la domanda di assistenza fino 
a soglie di età relativamente elevate 
(75-79 anni)
ITALIA evoluzione della disabilità 
“Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?” 
F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it 
Seconda considerazione 
 nel prossimo decennio gli anziani disabili 
aumenteranno più velocemente degli anziani nel loro 
complesso 
 La disabilità tenderà a concentrarsi nelle età più 
avanzate 
 si dovrà rispondere a una domanda di assistenza 
complessa, espressa da una popolazione multicronica 
sempre più fragile, a cui la rete familiare informale, 
già ridotta di dimensioni e disponibilità, farà fatica a 
dare risposte adeguate
patologie croniche invalidanti nell’anziano 
Studio Longitudinale sull'Invecchiamento (ILSA: Italian Longitudinal Study on Aging) 
patologie croniche invalidanti a elevata frequenza 
nell’anziano, responsabili in larga parte della 
perdita di autonomia nelle persone anziane: 
demenza, parkinsonismo, ictus, 
sintomatologia depressiva, polineuropatie 
periferiche, cardiopatia ischemica, 
scompenso cardiaco, aritmie, arteriopatie 
periferiche, ipertensione, diabete, artrosi, 
broncopneumopatie croniche
Demenze in Italia 
Alzheimer 
“Il sole dietro la nebbia” 
Renato Bottura 
età > 65 > 80 
% pazienti 
affetti da 
demenze sul 
totale della 
popolazione 
10% 20% 
tipo di 
demenza 
% su totale 
demenze 
Alzheimer 50% 
pari al 
5 % 
della 
popola 
zione 
di età > 
65 aa 
Multi-infartuale 
15% 
mista 15-20% 
altre cause 15-20%
costi sanitari dell’invecchiamento 
Cesare Cislaghi – Agenzia Nazionale per i Servizi 
Sanitari Regionali (age.na.s) 
Costi sanitari dell’invecchiamento e 
della non autosufficienza 
Convegno : Terzaetà un mondo da scoprire, una 
risorsa da valorizzare – Roma 22 maggio 2008 
http://www.agenas.it/agenas_pdf/convegno_modelli_costi_anziani_assist_primaria/cislaghi.pdf
la programmazione nazionale 
http://www.agenas.it/agenas_pdf/181110_per_PSN.pdf
Allegati PSN 2011-2013 
A) MUTAMENTI DEMOGRAFICI ED EPIDEMIOLOGICI 
B) PATOLOGIE RILEVANTI 
 MALATTIE CARDIOVASCOLARI 
 MALATTIE ONCOLOGICHE 
 CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE 
 MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE 
 OBESITÀ 
 DIABETE 
 SALUTE MENTALE 
 DIPENDENZE PATOLOGICHE 
 ABUSO DI ALCOL 
 TOSSICODIPENDENZE 
 MALATTIE INFETTIVE 
 MALATTIE RARE 
 PAZIENTI AD ALTO GRADO DI TUTELA
mutamenti demografici - anno 2009 
 Totale residenti in Italia 60,4 mln 
 Incremento residenti 3,5 mln , di cui 1,9 mln soggetti > 64 aa 
nel decennio 2000-2009 
 Residenti >64 aa 20 %tot popolazione 
 Residenti < 14 aa 14 %tot popolazione 
 Indice vecchiaia (>64/<14) Anno 2009 144 (anno 2000) 127 
 Natalità 9,5 x 1.000 residenti 
 Mortalità 9,8 x 1.000 residenti 
 Aspettativa di vita alla nascita 78,9 M 84,2 F (anno 2009) 
74 M 80 F (anno 2000) 
 Aspettativa di vita a 65 aa 18,2 M 21,7 F (anno 2009) 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti demografici
mutamenti epidemiologici 
Elementi determinanti: 
 patologie degli anziani (che includono soprattutto malattie 
cardiovascolari, tumori, malattie neurologiche), 
 ridotta natalità della popolazione italiana (che impone estrema 
attenzione alle condizioni di salute soprattutto nei riguardi della 
fertilità, della procreazione e dell’infanzia) 
 non trascurabile quota di popolazione immigrata da aree con 
caratteristiche epidemiologiche talvolta molto differenti dalle nostre 
e condizioni di vita in Italia sub-ottimali, 
 aumento continuo di condizioni cronico-degenerative che una volta 
insorte impongono assistenza sanitaria per il resto della vita e quindi 
un costante incremento di spesa, dalla necessità di integrare 
assistenza sociale e sanitaria per un efficiente utilizzo delle risorse. 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
malattie cardiovascolari 
 Sebbene il peso delle malattie cardiovascolari continui ad essere il maggiore, 
osservazioni recenti indicano che tale trend non è irreversibile e che le azioni di 
prevenzione possono ancora più della terapia indurre 
riduzioni di incidenza molto favorevoli. 
 Ad esempio in Italia i tassi di mortalità per cardiopatia 
coronarica hanno avuto un andamento in discesa a partire 
dalla metà degli anni‟70, mantenendosi a livelli molto più bassi rispetto ai 
paesi del Nord Europa ed agli Stati Uniti. 
 Tale diminuzione è stata attribuita rispettivamente ai cambiamenti nei trattamenti e 
nei fattori di rischio nella popolazione, ma un‟analisi recente per il nostro Paese ha 
evidenziato che più della metà della riduzione (circa il 55%) è dovuta 
ai cambiamenti nei maggiori fattori di rischio 
cardiovascolare nella popolazione italiana, principalmente la riduzione 
della pressione arteriosa (25%) e della colesterolemia 
totale (23%). 
 Circa il 40% della diminuzione è dovuta ai trattamenti 
specifici, principalmente trattamenti per lo scompenso cardiaco 
(14%) e terapie in prevenzione secondaria dopo un infarto 
del miocardio o una rivascolarizzazione (6%). 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
tumori 
 I tumori in Italia, come nella maggior parte dei paesi Europei, 
rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie 
cardio-vascolari. 
 Nel 2007, l‟anno più recente di aggiornamento delle statistiche 
ISTAT sulle cause di morte, si sono verificati circa 173.000 
decessi per tumore, il 57% dei quali nella popolazione 
maschile. 
 Il maggior numero assoluto di decessi e‟ attribuibile ai tumori 
polmonari (33.200), seguono quelli del colon-retto (18.400), 
della mammella (12.000) e dello stomaco (11.000). 
 Oltre a queste, le sedi d‟insorgenza di tumore che comportano più 
di 5.000 decessi all‟anno sono: pancreas, prostata, fegato, 
leucemie e vescica. 
 Il complesso della patologia oncologica presenta in generale 
andamenti divergenti: in crescita per quanto riguarda 
l‟incidenza, in diminuzione la mortalità. 
 Da segnalare la continua ascesa della mortalità per tumore 
del polmone nelle donne e del melanoma della pelle negli 
uomini. 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
consumo di farmaci in Italia anno 2008 
 mercato farmaceutico totale anno 2008  24,4 miliardi di euro, di 
cui il 75% rimborsato dal SSN 
 spesa media per farmaci circa 410 euro/cittadino, 
Farmaci di maggiore utilizzo 
1. sistema cardiovascolare (copertura di spesa SSN di quasi il 93%) 
2. gastrointestinali (13% della spesa) 
3. sistema nervoso centrale (12,1%) 
4. antimicrobici (11%) 
5. antineoplastici (11%) 
spesa pro capite assistibile di età >75 anni: 
oltre 12 volte maggiore di quella di assistibile di età compresa tra 25 
e 34 anni 
 cittadini > 65 anni  60% della spesa (25% degli utilizzatori in questa 
fascia d‟età assumono mediamente nel corso di un anno più di 10 molecole 
diverse) 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
prospettive 
 In conclusione il quadro epidemiologico 
nazionale presenta alcune modifiche che 
indicano importanti spazi per un miglioramento 
della salute degli italiani. 
 La quota di salute maggiore può essere 
guadagnata con attività di prevenzione primaria 
e secondaria 
 e in questo settore il SSN dovrà allargare il 
proprio impegno anche costruendo sinergie con 
settori extra-sanitari. 
Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
gestire la cronicità 
Chronic Care Model 
Edward H. Wagner, MD, MPH Director, MacColl Institute for Healthcare Innovation
i 6 elementi del C.C.M. (A) 
 Le risorse della comunità. Per migliorare l’assistenza ai pazienti cronici le 
organizzazioni sanitarie devono stabilire solidi collegamenti con le risorse 
della comunità: gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto, centri per 
anziani autogestiti. 
 Le organizzazioni sanitarie. Una nuova gestione delle malattie croniche 
dovrebbe entrare a far parte delle priorità degli erogatori e dei finanziatori 
dell’assistenza sanitaria. Se ciò non avviene difficilmente saranno introdotte 
innovazioni nei processi assistenziali e ancora più difficilmente sarà 
premiata la qualità dell’assistenza. 
 Il supporto all’auto-cura. Nelle malattie croniche il paziente diventa il 
protagonista attivo dei processi assistenziali. Il paziente vive con la sua 
malattia per molti anni; la gestione di queste malattie può essere insegnata 
alla maggior parte dei pazienti e un rilevante segmento di questa gestione – 
la dieta, l’esercizio fisico, il monitoraggio (della pressione, del glucosio, del 
peso corporeo, etc.), l’uso dei farmaci – può essere trasferito sotto il loro 
diretto controllo. Il supporto all’auto-cura significa aiutare i pazienti e le loro 
famiglie ad acquisire abilità e fiducia nella gestione della malattia, 
procurando gli strumenti necessari e valutando regolarmente i risultati e i 
problemi. 
G. Maciocco “Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona 
(person-focused care). 
pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011
i 6 elementi del C.C.M. (B) 
 L’organizzazione del team. La struttura del team assistenziale (medici di famiglia, 
infermieri, educatori) deve essere profondamente modificata, introducendo una 
chiara divisione del lavoro e separando l’assistenza ai pazienti acuti dalla gestione 
programmata ai pazienti cronici. I medici trattano i pazienti acuti, intervengono nei 
casi cronici difficili e complicati, e formano il personale del team. Il personale non 
medico è formato per supportare l’auto-cura dei pazienti, per svolgere alcune 
specifiche funzioni (test di laboratorio per i pazienti diabetici, esame del piede, etc.) e 
assicurare la programmazione e lo svolgimento del follow-up dei pazienti. Le visite 
programmate sono uno degli aspetti più significativi del nuovo disegno organizzativo 
del team. 
 Il supporto alle decisioni. L’adozione di linee-guida basate sull’evidenza forniscono 
al team gli standard per fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici. Le linee-guida 
sono rinforzate da un’attività di sessioni di aggiornamento per tutti i 
componenti del team. 
 I sistemi informativi. I sistemi informativi computerizzati svolgono tre importanti 
funzioni: 1) come sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad attenersi 
alle linee-guida; 2) come feedback per i medici , mostrando i loro livelli di 
performance nei confronti degli indicatori delle malattie croniche, come i livelli di 
emoglobina A1c e di lipidi; 3) come registri di patologia per pianificare la cura 
individuale dei pazienti e per amministrare un’assistenza “population-based”. I registri 
di patologia – una delle caratteristiche centrali del chronic care model – sono liste di 
tutti i pazienti con una determinata condizione cronica in carico a un team di cure 
primarie. 
G. Maciocco - Dipartimento di Sanità Pubblica, Università di Firenze 
“Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona (person-focused 
care). 
pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011
Nuovo Sistema Informativo Sanitario 
Prevedere strumenti finalizzati a governare la crescente domanda di assistenza 
sanitaria di lungo periodo 
Prevedere strumenti finalizzati a supportare la cura del paziente, con particolare 
riferimento alla cronicità, privilegiando quanto più possibile, quale luogo di cura, il 
domicilio 
ASSI DI INTERVENTO PRIORITARI 
Riorganizzazione della rete di 
assistenza territoriale 
Sistemi informativi a supporto dei diversi 
nodi della rete 
Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute 
SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
La cornice di riferimento a livello nazionale 
Parlare di sistemi informativi in sanità vuol dire parlare di due mondi 
diversi, sebbene collegati: uno più orientato al GOVERNO del SSN, l’altro alla 
CURA del PAZIENTE. La cornice di riferimento a livello nazionale è il NSIS 
Sistemi orientati al 
GOVERNO del SSN 
Sistemi orientati al 
SUPPORTO alla CURA 
Definizione 
fabbisogno 
Analisi 
domanda 
soddisfatta 
Dematerializzazione documentazione clinica 
Possibilità per gli operatori di interagire on-line 
Aumento qualità servizio al paziente 
FSE CUP e-Prescription 
Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute 
SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
Grazie alle informazioni attualmente disponibili, nell’ambito della Commissione per la 
definizione e l’aggiornamento dei LEA, è stata definita una metodologia per l’osservazione 
integrata di fenomeni relativi al paziente 
Assistito 
Studiare la variabilità della 
domanda soddisfatta per MMG 
attraverso lo studio integrato 
dei fenomeni incentrati sul 
paziente 
Per domanda soddisfatta si intende la 
valorizzazione in € delle prestazioni 
erogate agli assistiti di ciascun MMG, non 
generata necessariamente dal MMG 
stesso 
Assistiti per MMG 
Domanda soddisfatta 
MMG x 
Ciascun MMG viene posizionato in 
funzione del numero di assistiti e della 
domanda “soddisfatta” pro capite 
standardizzata per età e genere 
OBIETTIVO 
Ass. 
Ospedaliera 
Ass. 
Farmaceutica 
Ass. 
Ambulatoriale 
Ass. 
Domiciliare 
Ass. 
Residenziale 
… 
Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute 
SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
Strumenti a supporto dell’attività dei MMG 
Attraverso la raccolta di dati sulle prestazioni erogate ai singoli assistiti e la successiva 
standardizzazione sarebbe possibile mettere a punto uno strumento di autovalutazione per 
il MMG 
Lo scambio puntuale di dati tra tutti i soggetti interessati contribuisce ad un costante miglioramento della 
qualità della pratica clinica, supportando l’analisi, la modellizzazione e la standardizzazione di percorsi 
30 
MMG 
NR di assistiti 
Mario Bianchi 
750 
Periodo di analisi: 1^ trimestre anno XXXX 
Liv di assistenza 
Valore 
rilevato1 
Valore 
riferimento 
Scostamento 
Ambulatoriale 160 200 OK 
Farmaceutica 220 250 OK 
Ospedaliera 500 400 ? 
1-Consumo procapite standardizzato (€/assistito) 
terapeutici 
ASL 
MMG ASSISTITO 
Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute 
SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
L’esperienza dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche 
riferimenti sito web ASL BS http://www.aslbrescia.it/bin/index.php?id=1567 
Livelli informativi 
 1° livello: singoli archivi ASL “di esercizio” 
 Farmaci 
 Specialistica ambulatoriale 
 Pronto Soccorso 
 Ricoveri 
 2° livello: archivi ASL integrati 
 Banca Dati Assistito 
 3° livello: archivi informatici dei MMG aggregati 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
Una “Regia di sistema” delle patologie croniche 
a rilevante impatto sanitario - sociale - economico 
Sistema informativo integrato per un monitoraggio 
permanente e complessivo delle patologie croniche 
Conoscere la propria realtà 
 Progettazione azioni di “regia” dell’ASL con coinvolgimento 
degli attori 
 PDT Territorio – Ospedale 
 Strumenti professionali di riferimento 
 Ritorni informativi personalizzati 
 Formazione e aggiornamento 
 Confronto tra pari 
 Verifica e riprogettazione sulla base dei riscontri 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Brescia --- Roma 11 giugno 2011 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Brescia --- Roma 11 giugno 2011 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
. Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Brescia --- Roma 11 giugno 2011
Esempio 
di Ritorno 
Informativo 
Personalizz 
ato 
ai MMG 
dell’ASL di 
Brescia 
relativo alla 
prevalenza 
dei malati 
cronici 
presi in 
carico 
(secondo 
BDA) 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
Metodologia di audit clinico dei MMG sulle malattie 
croniche adottata nell’ASL di Brescia 
 I MMG estraggono dalle proprie cartelle, mediante apposite 
“query”, il report informatico (anonimizzato) contenente 
informazioni protocollate relative ai propri assistiti 
 Lo inviano al Dipartimento Cure Primarie dell’ASL in forma 
criptata, mediante il Sistema Informatico Socio Sanitario 
della Regione Lombardia (SISS) 
 I dati vengono quindi elaborati presso il Dipartimento Cure 
Primarie producendo un report generale ed uno per ogni 
MMG 
 Ad ogni MMG viene inviato un Ritorno Informativo 
Personalizzato con il confronto dei propri indicatori rispetto 
a quelli dell’intero gruppo per consentire l’analisi e il 
confronto secondo i principi generali del clinical audit 
 A livello distrettuale, i MMG si confrontano “tra pari” 
all’interno di piccoli “Gruppi di Miglioramento”, sulla base 
dei Ritorni Informativi Personalizzati 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
Evoluzione temporale del numero di MMG dell’ASL di Brescia 
partecipanti al conferimento dati per il Governo Clinico 
3,7% 
11,1% 
43,5% 
54,3% 
60,5% 
59,3% 
450 
400 
350 
300 
250 
200 
150 
100 
50 
0 
dicembre 2005 dicembre 2006 dicembre 2007 dicembre 2008 dicembre 2009 dicembre 2010 
60% 
50% 
40% 
30% 
20% 
10% 
0% 
n. MMG % pop sul totale ASL (>14anni) 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
Esempio di risultato documentato: 
miglioramento degli indicatori di processo nell’ipertensione 
Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia 
Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
L’esperienza dell’ASL di Mantova 
Progetti con i Medici di Medicina Generale 
ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie 
l’ASL di Mantova ha partecipato al Progetto regionale Rischio 
Cardiocerbro Vascolare - Lombardia Orientale (CCV-LO), avviato 
nel 2007 e conclusosi nel 2009, finalizzato al consolidamento degli 
interventi di prevenzione e contrasto di tali patologie promuovendo lo 
sviluppo di: 
•strumenti professionali di governo clinico della 
patologia cardiocerebrovascolare da parte dei 
MMG; 
•meccanismi di integrazione dei nodi della rete 
degli attori coinvolti nella gestione delle fasi di 
esordio degli accidenti cardiocerebrovascolari 
maggiori; 
•strumenti per la promozione/prescrizione di stili di 
vita a valenza preventiva. 
Nell’ambito del Progetto è stato predisposto il manuale 
“ LO STILE DI VITA COME TERAPIA”, che fornisce 
specifici elementi informativi ai Medici di Famiglia e 
Medici Specialisti per la prescrizione di corretti stili di 
vita non solo alla popolazione in buona salute, ma 
anche ai soggetti affetti da patologie dismetaboloche e 
cardiocerebrovascolari.
L’esperienza dell’ASL di Mantova 
Progetti con i Pediatri di Famiglia 
CONTINUITÀ ASSISTENZIALE OSPEDALE -TERRITORIO IN ETÀ 
EVOLUTIVA PER PATOLOGIA CRONICA (con A.O. Poma di Mantova) 
Appropriatezza prescrittiva 
Protocolli Diagnostici Terapeutici su: 
Obesità 
Asma 
Allergopatie 
Trasmissione di report mensili informatizzati relativi a: 
Bilanci di salute 
Bilanci al cronico (asma, sovrappeso, patologie croniche) 
Prestazioni di particolare impegno 
Gruppi di educazione terapeutica al corretto stile di vita rivolti ai bambini in eccesso 
ponderale 
PREVENZIONE E TRATTAMENTO ECCESSO PONDERALE 
Promozione dell’ottavo bilancio di salute (5-6 anni) 
Attività ambulatoriale e counselling su stili di vita sani (corretta alimentazione e attività 
motoria) 
Presa in carico assistiti da 2 a 14 anni in eccesso ponderale attraverso il bilancio al 
cronico 
ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie
L’esperienza dell’ASL di Mantova 
Progetti con i Medici di Continuità Assistenziale 
Progetto “fragili” 
Integrazione dei Medici di Continuità Assistenziale con la rete dei Servizi Sanitari per 
l’assistenza ai pazienti “fragili” 
Scopo del progetto è la realizzazione di una maggiore integrazione dei Medici di Continuità 
Assistenziale con le altre componenti delle cure primarie 
Il progetto è rivolto a pazienti che si trovano nelle condizioni di elevato rischio di instabilità clinica 
per patologie complesse e invalidanti con elevata necessità assistenziale o a rischio di 
riacutizzazioni o di ospedalizzazione. 
Obiettivi primari : 
 Assicurare l’intervento appropriato del medico in caso di bisogno manifestato durante gli orari di 
attivazione della Continuità Assistenziale 
 evitare il ricorso improprio ai servizi ospedalieri 
Azioni programmate 
Tempestiva messa a disposizione dei Medici di Continuità Assistenziale di informazioni cliniche 
relative a “soggetti fragili” 
Per fruire di tali informazioni, i Medici di Continuità Assistenziale potranno accedere, con modalità 
telematica, a banche dati appositamente predisposte. 
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Quale futuro per la gestione della cronicita'? Il punto di vista della sanita' pubblica (Riccardo Peasso)

  • 1. XXIII Congresso Nazionale CSeRMEG Costermano del Garda 28-29 ottobre 2011 Quale futuro per la gestione della cronicità ? Il punto di vista della Sanità Pubblica Riccardo Peasso Direttore Dipartimento Cure Primarie A.S.L. della Provincia di Mantova
  • 2. argomenti della relazione  evoluzione demografica  patologie croniche e disabilità  Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013  gestione delle cronicità  sistemi informativi a supporto delle Cure Primarie  esperienze ASL BS e ASL MN
  • 3. evoluzione demografica 25 Paesi U.E. anno 2006 18, 2 mln abitanti età >= 80 (4% tot ) Anno 2014 24, 1 mln abitanti età >= 80 (5,2% tot) Anno 2025 circa un terzo della popolazione europea avrà più di 60 anni Progetto Healthy Ageing 2004-2007 cofinanziato dalla Commissione Europea
  • 5. ITALIA (www.demo.istat.it) 16 14 12 10 8 6 4 2 0 milioni di anziani in Italia - evoluzione 2000 - 2020 2000 2010 2020 anni > 65 > 80 > 65 10,4 12,3 14,1 > 80 2,3 3,6 4,6
  • 6. malattie croniche  malattia inguaribile con deviazione dalla normalità, caratterizzata da:  permanenza,  disabilità residua,  necessità di supervisione sanitaria e di riabilitazione  interpretazione/vissuto personale della malattia G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
  • 7. l’approccio del medico Malattia acuta Malattia cronica Responsabilità diretta della gestione del paziente Dirige il piano di cura, ma non è responsabile di esso. Paziente attivo Guadagno secondario: la gratitudine del paziente genera soddisfazione dello staff Non cura possibile. Stabilizzazione del quadro Sensazione di onnipotenza, di essere di aiuto e salvare gli altri Recidive ricorrenti possono essere frustranti Risultati rapidamente visibili Decorso cronico e prolungato Interazione prolungata G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
  • 8. patologie croniche  … Le sindromi hanno soppiantato le malattie. Ciò impone una nuova e vivace capacità della medicina di superare i suoi tradizionali modelli per costruirne di nuovi … (The end of the disease - Tinetti, Fried 2004)
  • 9. dis-abilità Difficoltà a svolgere le attività della vita quotidiana normali per età, sesso e ruolo sociale: è una misura potente ed affidabile dello stato di salute perché è la “via finale comune” di tutte le fragilità e patologie.  Circa il 20% degli anziani è cronicamente disabile, circa il 30% ha limitazioni motorie, il 7-8% è affetto da demenza grave, il 20-33% ha deficit sensoriali.  Le donne, le minoranze etniche e le persone di basso livello socio-economico sono i gruppi di popolazione a rischio particolarmente elevato di disabilità G. Bellelli - Clinica Geriatrica Università degli Studi Milano Bicocca
  • 10. ITALIA evoluzione della disabilità (www.neodemos.it) n. maschi disabili in Italia per età evoluzione 2005-2020 0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 85+ 80-84 75-79 70-74 65-69 età anziani 2020 2015 2010 2005 n. femmine disabili in Italia per età - evoluzione 2005-2020 0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 85+ 80-84 75-79 70-74 65-69 età anziane 2020 2015 2010 2005
  • 11. ITALIA evoluzione della disabilità “Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?” F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it Prima considerazione  ci si può attendere che gli anziani diventino disabili sempre più tardi  diminuisce la domanda di assistenza fino a soglie di età relativamente elevate (75-79 anni)
  • 12. ITALIA evoluzione della disabilità “Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?” F.Ongari, G. Boccuzzo – www.neodemos.it Seconda considerazione  nel prossimo decennio gli anziani disabili aumenteranno più velocemente degli anziani nel loro complesso  La disabilità tenderà a concentrarsi nelle età più avanzate  si dovrà rispondere a una domanda di assistenza complessa, espressa da una popolazione multicronica sempre più fragile, a cui la rete familiare informale, già ridotta di dimensioni e disponibilità, farà fatica a dare risposte adeguate
  • 13. patologie croniche invalidanti nell’anziano Studio Longitudinale sull'Invecchiamento (ILSA: Italian Longitudinal Study on Aging) patologie croniche invalidanti a elevata frequenza nell’anziano, responsabili in larga parte della perdita di autonomia nelle persone anziane: demenza, parkinsonismo, ictus, sintomatologia depressiva, polineuropatie periferiche, cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, aritmie, arteriopatie periferiche, ipertensione, diabete, artrosi, broncopneumopatie croniche
  • 14. Demenze in Italia Alzheimer “Il sole dietro la nebbia” Renato Bottura età > 65 > 80 % pazienti affetti da demenze sul totale della popolazione 10% 20% tipo di demenza % su totale demenze Alzheimer 50% pari al 5 % della popola zione di età > 65 aa Multi-infartuale 15% mista 15-20% altre cause 15-20%
  • 15. costi sanitari dell’invecchiamento Cesare Cislaghi – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (age.na.s) Costi sanitari dell’invecchiamento e della non autosufficienza Convegno : Terzaetà un mondo da scoprire, una risorsa da valorizzare – Roma 22 maggio 2008 http://www.agenas.it/agenas_pdf/convegno_modelli_costi_anziani_assist_primaria/cislaghi.pdf
  • 16. la programmazione nazionale http://www.agenas.it/agenas_pdf/181110_per_PSN.pdf
  • 17. Allegati PSN 2011-2013 A) MUTAMENTI DEMOGRAFICI ED EPIDEMIOLOGICI B) PATOLOGIE RILEVANTI  MALATTIE CARDIOVASCOLARI  MALATTIE ONCOLOGICHE  CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE  MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE  OBESITÀ  DIABETE  SALUTE MENTALE  DIPENDENZE PATOLOGICHE  ABUSO DI ALCOL  TOSSICODIPENDENZE  MALATTIE INFETTIVE  MALATTIE RARE  PAZIENTI AD ALTO GRADO DI TUTELA
  • 18. mutamenti demografici - anno 2009  Totale residenti in Italia 60,4 mln  Incremento residenti 3,5 mln , di cui 1,9 mln soggetti > 64 aa nel decennio 2000-2009  Residenti >64 aa 20 %tot popolazione  Residenti < 14 aa 14 %tot popolazione  Indice vecchiaia (>64/<14) Anno 2009 144 (anno 2000) 127  Natalità 9,5 x 1.000 residenti  Mortalità 9,8 x 1.000 residenti  Aspettativa di vita alla nascita 78,9 M 84,2 F (anno 2009) 74 M 80 F (anno 2000)  Aspettativa di vita a 65 aa 18,2 M 21,7 F (anno 2009) Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti demografici
  • 19. mutamenti epidemiologici Elementi determinanti:  patologie degli anziani (che includono soprattutto malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurologiche),  ridotta natalità della popolazione italiana (che impone estrema attenzione alle condizioni di salute soprattutto nei riguardi della fertilità, della procreazione e dell’infanzia)  non trascurabile quota di popolazione immigrata da aree con caratteristiche epidemiologiche talvolta molto differenti dalle nostre e condizioni di vita in Italia sub-ottimali,  aumento continuo di condizioni cronico-degenerative che una volta insorte impongono assistenza sanitaria per il resto della vita e quindi un costante incremento di spesa, dalla necessità di integrare assistenza sociale e sanitaria per un efficiente utilizzo delle risorse. Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
  • 20. malattie cardiovascolari  Sebbene il peso delle malattie cardiovascolari continui ad essere il maggiore, osservazioni recenti indicano che tale trend non è irreversibile e che le azioni di prevenzione possono ancora più della terapia indurre riduzioni di incidenza molto favorevoli.  Ad esempio in Italia i tassi di mortalità per cardiopatia coronarica hanno avuto un andamento in discesa a partire dalla metà degli anni‟70, mantenendosi a livelli molto più bassi rispetto ai paesi del Nord Europa ed agli Stati Uniti.  Tale diminuzione è stata attribuita rispettivamente ai cambiamenti nei trattamenti e nei fattori di rischio nella popolazione, ma un‟analisi recente per il nostro Paese ha evidenziato che più della metà della riduzione (circa il 55%) è dovuta ai cambiamenti nei maggiori fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione italiana, principalmente la riduzione della pressione arteriosa (25%) e della colesterolemia totale (23%).  Circa il 40% della diminuzione è dovuta ai trattamenti specifici, principalmente trattamenti per lo scompenso cardiaco (14%) e terapie in prevenzione secondaria dopo un infarto del miocardio o una rivascolarizzazione (6%). Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
  • 21. tumori  I tumori in Italia, come nella maggior parte dei paesi Europei, rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardio-vascolari.  Nel 2007, l‟anno più recente di aggiornamento delle statistiche ISTAT sulle cause di morte, si sono verificati circa 173.000 decessi per tumore, il 57% dei quali nella popolazione maschile.  Il maggior numero assoluto di decessi e‟ attribuibile ai tumori polmonari (33.200), seguono quelli del colon-retto (18.400), della mammella (12.000) e dello stomaco (11.000).  Oltre a queste, le sedi d‟insorgenza di tumore che comportano più di 5.000 decessi all‟anno sono: pancreas, prostata, fegato, leucemie e vescica.  Il complesso della patologia oncologica presenta in generale andamenti divergenti: in crescita per quanto riguarda l‟incidenza, in diminuzione la mortalità.  Da segnalare la continua ascesa della mortalità per tumore del polmone nelle donne e del melanoma della pelle negli uomini. Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
  • 22. consumo di farmaci in Italia anno 2008  mercato farmaceutico totale anno 2008  24,4 miliardi di euro, di cui il 75% rimborsato dal SSN  spesa media per farmaci circa 410 euro/cittadino, Farmaci di maggiore utilizzo 1. sistema cardiovascolare (copertura di spesa SSN di quasi il 93%) 2. gastrointestinali (13% della spesa) 3. sistema nervoso centrale (12,1%) 4. antimicrobici (11%) 5. antineoplastici (11%) spesa pro capite assistibile di età >75 anni: oltre 12 volte maggiore di quella di assistibile di età compresa tra 25 e 34 anni  cittadini > 65 anni  60% della spesa (25% degli utilizzatori in questa fascia d‟età assumono mediamente nel corso di un anno più di 10 molecole diverse) Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
  • 23. prospettive  In conclusione il quadro epidemiologico nazionale presenta alcune modifiche che indicano importanti spazi per un miglioramento della salute degli italiani.  La quota di salute maggiore può essere guadagnata con attività di prevenzione primaria e secondaria  e in questo settore il SSN dovrà allargare il proprio impegno anche costruendo sinergie con settori extra-sanitari. Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 – Mutamenti epidemiologici
  • 24. gestire la cronicità Chronic Care Model Edward H. Wagner, MD, MPH Director, MacColl Institute for Healthcare Innovation
  • 25. i 6 elementi del C.C.M. (A)  Le risorse della comunità. Per migliorare l’assistenza ai pazienti cronici le organizzazioni sanitarie devono stabilire solidi collegamenti con le risorse della comunità: gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto, centri per anziani autogestiti.  Le organizzazioni sanitarie. Una nuova gestione delle malattie croniche dovrebbe entrare a far parte delle priorità degli erogatori e dei finanziatori dell’assistenza sanitaria. Se ciò non avviene difficilmente saranno introdotte innovazioni nei processi assistenziali e ancora più difficilmente sarà premiata la qualità dell’assistenza.  Il supporto all’auto-cura. Nelle malattie croniche il paziente diventa il protagonista attivo dei processi assistenziali. Il paziente vive con la sua malattia per molti anni; la gestione di queste malattie può essere insegnata alla maggior parte dei pazienti e un rilevante segmento di questa gestione – la dieta, l’esercizio fisico, il monitoraggio (della pressione, del glucosio, del peso corporeo, etc.), l’uso dei farmaci – può essere trasferito sotto il loro diretto controllo. Il supporto all’auto-cura significa aiutare i pazienti e le loro famiglie ad acquisire abilità e fiducia nella gestione della malattia, procurando gli strumenti necessari e valutando regolarmente i risultati e i problemi. G. Maciocco “Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona (person-focused care). pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011
  • 26. i 6 elementi del C.C.M. (B)  L’organizzazione del team. La struttura del team assistenziale (medici di famiglia, infermieri, educatori) deve essere profondamente modificata, introducendo una chiara divisione del lavoro e separando l’assistenza ai pazienti acuti dalla gestione programmata ai pazienti cronici. I medici trattano i pazienti acuti, intervengono nei casi cronici difficili e complicati, e formano il personale del team. Il personale non medico è formato per supportare l’auto-cura dei pazienti, per svolgere alcune specifiche funzioni (test di laboratorio per i pazienti diabetici, esame del piede, etc.) e assicurare la programmazione e lo svolgimento del follow-up dei pazienti. Le visite programmate sono uno degli aspetti più significativi del nuovo disegno organizzativo del team.  Il supporto alle decisioni. L’adozione di linee-guida basate sull’evidenza forniscono al team gli standard per fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici. Le linee-guida sono rinforzate da un’attività di sessioni di aggiornamento per tutti i componenti del team.  I sistemi informativi. I sistemi informativi computerizzati svolgono tre importanti funzioni: 1) come sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad attenersi alle linee-guida; 2) come feedback per i medici , mostrando i loro livelli di performance nei confronti degli indicatori delle malattie croniche, come i livelli di emoglobina A1c e di lipidi; 3) come registri di patologia per pianificare la cura individuale dei pazienti e per amministrare un’assistenza “population-based”. I registri di patologia – una delle caratteristiche centrali del chronic care model – sono liste di tutti i pazienti con una determinata condizione cronica in carico a un team di cure primarie. G. Maciocco - Dipartimento di Sanità Pubblica, Università di Firenze “Modelli assistenziali innovativi in un documento canadese. L’approccio focalizzato sulla persona (person-focused care). pubblicato da Redazione Salute Internazionale – 23 giugno 2011
  • 27. Nuovo Sistema Informativo Sanitario Prevedere strumenti finalizzati a governare la crescente domanda di assistenza sanitaria di lungo periodo Prevedere strumenti finalizzati a supportare la cura del paziente, con particolare riferimento alla cronicità, privilegiando quanto più possibile, quale luogo di cura, il domicilio ASSI DI INTERVENTO PRIORITARI Riorganizzazione della rete di assistenza territoriale Sistemi informativi a supporto dei diversi nodi della rete Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
  • 28. La cornice di riferimento a livello nazionale Parlare di sistemi informativi in sanità vuol dire parlare di due mondi diversi, sebbene collegati: uno più orientato al GOVERNO del SSN, l’altro alla CURA del PAZIENTE. La cornice di riferimento a livello nazionale è il NSIS Sistemi orientati al GOVERNO del SSN Sistemi orientati al SUPPORTO alla CURA Definizione fabbisogno Analisi domanda soddisfatta Dematerializzazione documentazione clinica Possibilità per gli operatori di interagire on-line Aumento qualità servizio al paziente FSE CUP e-Prescription Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
  • 29. Grazie alle informazioni attualmente disponibili, nell’ambito della Commissione per la definizione e l’aggiornamento dei LEA, è stata definita una metodologia per l’osservazione integrata di fenomeni relativi al paziente Assistito Studiare la variabilità della domanda soddisfatta per MMG attraverso lo studio integrato dei fenomeni incentrati sul paziente Per domanda soddisfatta si intende la valorizzazione in € delle prestazioni erogate agli assistiti di ciascun MMG, non generata necessariamente dal MMG stesso Assistiti per MMG Domanda soddisfatta MMG x Ciascun MMG viene posizionato in funzione del numero di assistiti e della domanda “soddisfatta” pro capite standardizzata per età e genere OBIETTIVO Ass. Ospedaliera Ass. Farmaceutica Ass. Ambulatoriale Ass. Domiciliare Ass. Residenziale … Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
  • 30. Strumenti a supporto dell’attività dei MMG Attraverso la raccolta di dati sulle prestazioni erogate ai singoli assistiti e la successiva standardizzazione sarebbe possibile mettere a punto uno strumento di autovalutazione per il MMG Lo scambio puntuale di dati tra tutti i soggetti interessati contribuisce ad un costante miglioramento della qualità della pratica clinica, supportando l’analisi, la modellizzazione e la standardizzazione di percorsi 30 MMG NR di assistiti Mario Bianchi 750 Periodo di analisi: 1^ trimestre anno XXXX Liv di assistenza Valore rilevato1 Valore riferimento Scostamento Ambulatoriale 160 200 OK Farmaceutica 220 250 OK Ospedaliera 500 400 ? 1-Consumo procapite standardizzato (€/assistito) terapeutici ASL MMG ASSISTITO Dott.ssa Lidia Di Minco Dir. Uff. Coordinamento, sviluppo e gestione del NSIS- Direzione Generale del sistema informativo e statistico Min. della salute SISTEMI INFORMATIVI AFFERENTI L’AREA DELLE CURE PRIMARIE – Milano 11 ottobre 2011
  • 31. L’esperienza dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche riferimenti sito web ASL BS http://www.aslbrescia.it/bin/index.php?id=1567 Livelli informativi  1° livello: singoli archivi ASL “di esercizio”  Farmaci  Specialistica ambulatoriale  Pronto Soccorso  Ricoveri  2° livello: archivi ASL integrati  Banca Dati Assistito  3° livello: archivi informatici dei MMG aggregati Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 32. Una “Regia di sistema” delle patologie croniche a rilevante impatto sanitario - sociale - economico Sistema informativo integrato per un monitoraggio permanente e complessivo delle patologie croniche Conoscere la propria realtà  Progettazione azioni di “regia” dell’ASL con coinvolgimento degli attori  PDT Territorio – Ospedale  Strumenti professionali di riferimento  Ritorni informativi personalizzati  Formazione e aggiornamento  Confronto tra pari  Verifica e riprogettazione sulla base dei riscontri Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 33. . Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Brescia --- Roma 11 giugno 2011 Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 34. . Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Brescia --- Roma 11 giugno 2011 Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 35. . Fulvio Lonati - Dipartimento Cure Primarie dell' ASL di Brescia --- Roma 11 giugno 2011
  • 36. Esempio di Ritorno Informativo Personalizz ato ai MMG dell’ASL di Brescia relativo alla prevalenza dei malati cronici presi in carico (secondo BDA) Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 37. Metodologia di audit clinico dei MMG sulle malattie croniche adottata nell’ASL di Brescia  I MMG estraggono dalle proprie cartelle, mediante apposite “query”, il report informatico (anonimizzato) contenente informazioni protocollate relative ai propri assistiti  Lo inviano al Dipartimento Cure Primarie dell’ASL in forma criptata, mediante il Sistema Informatico Socio Sanitario della Regione Lombardia (SISS)  I dati vengono quindi elaborati presso il Dipartimento Cure Primarie producendo un report generale ed uno per ogni MMG  Ad ogni MMG viene inviato un Ritorno Informativo Personalizzato con il confronto dei propri indicatori rispetto a quelli dell’intero gruppo per consentire l’analisi e il confronto secondo i principi generali del clinical audit  A livello distrettuale, i MMG si confrontano “tra pari” all’interno di piccoli “Gruppi di Miglioramento”, sulla base dei Ritorni Informativi Personalizzati Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 38. Evoluzione temporale del numero di MMG dell’ASL di Brescia partecipanti al conferimento dati per il Governo Clinico 3,7% 11,1% 43,5% 54,3% 60,5% 59,3% 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 dicembre 2005 dicembre 2006 dicembre 2007 dicembre 2008 dicembre 2009 dicembre 2010 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% n. MMG % pop sul totale ASL (>14anni) Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 39. Esempio di risultato documentato: miglioramento degli indicatori di processo nell’ipertensione Dott. Michele Magoni Dipartimento Cure Primarie dell’ASL di Brescia Un sistema informativo integrato permanente sulle malattie croniche – Milano 11 ottobre 2011
  • 40. L’esperienza dell’ASL di Mantova Progetti con i Medici di Medicina Generale ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie l’ASL di Mantova ha partecipato al Progetto regionale Rischio Cardiocerbro Vascolare - Lombardia Orientale (CCV-LO), avviato nel 2007 e conclusosi nel 2009, finalizzato al consolidamento degli interventi di prevenzione e contrasto di tali patologie promuovendo lo sviluppo di: •strumenti professionali di governo clinico della patologia cardiocerebrovascolare da parte dei MMG; •meccanismi di integrazione dei nodi della rete degli attori coinvolti nella gestione delle fasi di esordio degli accidenti cardiocerebrovascolari maggiori; •strumenti per la promozione/prescrizione di stili di vita a valenza preventiva. Nell’ambito del Progetto è stato predisposto il manuale “ LO STILE DI VITA COME TERAPIA”, che fornisce specifici elementi informativi ai Medici di Famiglia e Medici Specialisti per la prescrizione di corretti stili di vita non solo alla popolazione in buona salute, ma anche ai soggetti affetti da patologie dismetaboloche e cardiocerebrovascolari.
  • 41. L’esperienza dell’ASL di Mantova Progetti con i Pediatri di Famiglia CONTINUITÀ ASSISTENZIALE OSPEDALE -TERRITORIO IN ETÀ EVOLUTIVA PER PATOLOGIA CRONICA (con A.O. Poma di Mantova) Appropriatezza prescrittiva Protocolli Diagnostici Terapeutici su: Obesità Asma Allergopatie Trasmissione di report mensili informatizzati relativi a: Bilanci di salute Bilanci al cronico (asma, sovrappeso, patologie croniche) Prestazioni di particolare impegno Gruppi di educazione terapeutica al corretto stile di vita rivolti ai bambini in eccesso ponderale PREVENZIONE E TRATTAMENTO ECCESSO PONDERALE Promozione dell’ottavo bilancio di salute (5-6 anni) Attività ambulatoriale e counselling su stili di vita sani (corretta alimentazione e attività motoria) Presa in carico assistiti da 2 a 14 anni in eccesso ponderale attraverso il bilancio al cronico ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie
  • 42. L’esperienza dell’ASL di Mantova Progetti con i Medici di Continuità Assistenziale Progetto “fragili” Integrazione dei Medici di Continuità Assistenziale con la rete dei Servizi Sanitari per l’assistenza ai pazienti “fragili” Scopo del progetto è la realizzazione di una maggiore integrazione dei Medici di Continuità Assistenziale con le altre componenti delle cure primarie Il progetto è rivolto a pazienti che si trovano nelle condizioni di elevato rischio di instabilità clinica per patologie complesse e invalidanti con elevata necessità assistenziale o a rischio di riacutizzazioni o di ospedalizzazione. Obiettivi primari :  Assicurare l’intervento appropriato del medico in caso di bisogno manifestato durante gli orari di attivazione della Continuità Assistenziale  evitare il ricorso improprio ai servizi ospedalieri Azioni programmate Tempestiva messa a disposizione dei Medici di Continuità Assistenziale di informazioni cliniche relative a “soggetti fragili” Per fruire di tali informazioni, i Medici di Continuità Assistenziale potranno accedere, con modalità telematica, a banche dati appositamente predisposte. ASL Mantova - Dipartimento Cure Primarie