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Corso di Psicosologia dei consumi culturali II 2011-2012




3. La merce e le relazioni sociali
                     prof. Matteo Asti
Il capitale


               Il Capitale (Das Kapital) è l'opera maggiore di Karl
               Marx. Il Libro I fu pubblicato quando l’autore era
               ancora in vita (1867), gli altri uscirono postumi.
               Il sottotitolo dell'opera, Critica dell’economia
               politica, evidenzia la contrapposizione all’economia
               politica di stampo liberista.
               La teoria marxiana del valore è comunque
               incardinata nella teoria del valore-lavoro degli
               economisti classici ma è anche la base per una
               visione filosofica, estetica, sociale ed economica che
Il capitale
               avrà enorme seguito nel '900.
La merce e le sue contraddizioni

                   Per Marx la "forma cellulare" della società
                   contemporanea, la merce, contiene già in potenza
                   alcune contraddizioni che si possono sviluppare e
                   trasferire ad un livello più generale.
                   Per il produttore o per chi la possiede
                   temporaneamente per venderla essa non ha valore
                   d’uso immediato, "altrimenti non la porterebbe al
                   mercato", e la sua utilità consiste solo nell’essere
                   MEZZO DI SCAMBIO, nel poter essere realizzata
                   attraverso lo scambio con un equivalente. Tuttavia
                   la merce, per potersi realizzare come valore, deve
                   essere desiderata da altri, "dar prova di sé come
                   VALORE D'USO"; e solo lo scambio può sancire
Karl Marx
                   l'esistenza di tale condizione.
La merce e le sue contraddizioni




                   Questa opposizione latente all’interno della natura
                   stessa della merce, tra valore d’uso e valore di
                   scambio, si dispiega con l’estensione dello scambio
                   e soprattutto con la produzione capitalistica, il cui
                   fine ultimo non è il valore d’uso, ma
                   l’appropriazione e l’accumulazione di ricchezza
                   astratta in forma monetaria.


Karl Marx
La merce e il suo valore
                    Il lavoro astratto deve oggettivarsi in un
                    "FETICCIO", in una merce indifferente alle
                    proprietà naturali e avente la qualità sociale di
                    essere scambiabile con qualsiasi altra, purché
                    rappresenti il medesimo tempo di lavoro
                    socialmente necessario.

                    La contraddizione tra lavoro astratto e lavoro
                    concreto, la contraddizione tra il carattere generale
                    della merce come valore e il suo carattere
                    particolare come valore d’uso, si risolve dunque
                    attraverso l’esistenza di un'"INCARNAZIONE" del
                    valore distinguibile dalla corporeità della merce, la
                    quale, nello scambio, deve assumere "una forma di
Karl Marx
                    esistenza sociale in denaro, scissa dalla sua forma di
                    esistenza naturale".
Il “feticismo”

               L'origine del termine feticcio si deve al modo in cui
               gli esploratori portoghesi tentarono di tradurre le
               concezioni e le pratiche di tipo sacrale diffuse in
               molte popolazioni africane.

               Infatti, il neologismo fetiço (port.) deriva da
               facticius (lat.), cioè qualcosa di fabbricato, che
               riguarda cose che si animano, un "ibrido" di
               organico e inorganico al cui interno o nella cui
               superficie ha sede il sacro: lo “spirito che muove”.

               Il feticcio muove il sacro come€ indicibile,
               incontrollabile, incontenibile. Come sfida alla
Karl Marx
               morte, alla malattia, alla penuria.
Il denaro feticcio
                 Nello scambio le merci sono socialmente
                 commensurabili e si presentano come quantità
                 diverse, desumibili dal loro prezzo, di una stessa
                 merce speciale: il denaro. Quest’ultimo è la "forma
                 fenomenica necessaria" della "misura immanente"
                 del valore delle merci, del tempo di lavoro, e si
                 contrappone alle altre merci, ai valori d’uso, come
                 unica esistenza adeguata del valore di scambio.

                 Il denaro è per Marx la forma alienata e nel
                 contempo appropriata del valore, lo rappresenta
                 come "equivalente generale e astratto",
                 contrapposto ai diversi valori d’uso. Denaro e
                 capitale, in quanto espressione rispettivamente del
                 valore astratto e dell’accumulazione di valore fine a
Karl Marx
                 sé stesso, sono "cristallizzazioni di lavoro sociale",
                 "coagulo di potere sociale per alcuni e di perdita di
                 sé per altri".
La merce e le relazioni di lavoro

                   Nel modo di produzione schiavistico o feudale i
                   rapporti sociali che si instauravano tra i soggetti
                   erano trasparenti e apparivano immediatamente
                   come rapporti personali. La corvée, al pari del
                   lavoro salariato delle società capitalistiche, si
                   misurava col tempo, ma ogni servo della gleba
                   sapeva bene che egli alienava al servizio del suo
                   padrone una quantità determinata del suo tempo di
                   lavoro.

                   Al contrario, nel modo di produzione capitalistico
                   questi rapporti personali appaiono come travestiti in
                   rapporti fra le cose, assumendo forme fenomeniche
Karl Marx
                   che celano sempre più le loro forme essenziali.
La merce e le relazioni
                   Ciò in qualche modo nasconde l'intima essenza della
                   relazione, e questo perché gli agenti sociali hanno
                   conoscenza immediata solo delle apparenze (ad
                   esempio il prezzo delle merci o il salario quale non
                   meglio identificato equivalente delle prestazioni
                   lavorative), e non riescono a percepire la realtà che
                   si cela dietro le apparenze.

                   Il prodotto della mano dell’uomo, la merce, assume
                   in apparenza un’esistenza indipendente che cela i
                   rapporti sociali esistenti tra gli uomini; si comporta
                   cioè come i "feticci ideologici" cui si attribuisce una
                   vita indipendente. Così, le merci, da pure e
                   semplici cose, prodotto del lavoro umano,
                   ASSURGONO AL RUOLO DI RAPPORTO
Karl Marx
                   SOCIALE, e, nello stesso modo, anche i rapporti
                   sociali fra gli uomini assumono l’aspetto, nello
                   scambio, di RAPPORTI TRA COSE.
Un rapporto reificato
                  Là dove gli uomini credono di avere, tra loro, un
                  rapporto sociale, in realtà hanno solo un rapporto
                  “reificato”, nel senso che il rapporto sociale è
                  mediato anzitutto dalla compravendita di una
                  merce; viceversa, là dove credono di avere un
                  rapporto naturale con le cose, in realtà hanno un
                  rapporto “artificiale”, poiché le merci, in un certo
                  senso, si “personificano”, permettendo agli uomini
                  d'incontrarsi solo in una determinata maniera:
                  quella FRA PRODUTTORE E CONSUMATORE.

                  Questo tipo di relazione, essendo l'unico dominante
                  a livello sociale, è in grado d'influenzare ogni
                  aspetto della vita pubblica e privata, sociale e
Karl Marx
                  personale, anche gli aspetti non direttamente legati
                  al luogo fisico del mercato o del negozio.
Un rapporto reificato


                  Il rapporto sociale che trasforma un oggetto d'uso in
                  merce è già di per sé un rapporto alienato, diviso,
                  antagonistico. La merce è un modo per giustificare
                  la propria alienazione.

                  L'illusione del produttore alienato è quella di
                  superare la propria alienazione nella misura in cui
                  produce quante più merci può. L'illusione sta nel
                  credere che un processo meramente economico e
                  quantitativo possa superare una forma di alienazione
                  sociale di tipo qualitativo.
Karl Marx
Il modello religioso


                  Marx constata che questa illusione si verifica anche
                  nel mondo religioso. La merce dà l'illusione di un
                  rapporto sociale diretto tra gli uomini, così come i
                  sacramenti danno l'illusione di un rapporto mistico,
                  non meno diretto, tra gli uomini e la divinità.

                  Essendo i rapporti sociali della borghesia basati
                  sull'antagonismo di classe, l'alienazione viene
                  semplicemente trasferita dal rapporto dell'uomo col
                  “cielo” al suo rapporto con la “terra”. La borghesia
                  non ha fatto che secolarizzare una mentalità e un
                  comportamento che nel Medioevo erano religiosi.
Karl Marx
Il modello religioso


                  L'origine di questa illusione risiede infatti
                  nell'ideologia cristiana che attribuisce più "fede" a
                  quel credente che la baratta con le "opere di
                  salvezza" che gli offre la gerarchia. Il culmine di
                  questo processo reificante lo si può riscontrare, in
                  ambito cattolico, con la vendita delle indulgenze.

                  Il protestantesimo non ha fatto che trasferire sul
                  piano economico, legittimandola sul piano sociale,
                  una prassi che la gerarchia cattolica tollerava solo in
                  chiave politica, come emanazione diretta del potere
                  ecclesiastico.
Karl Marx
György Lukács
               György Lukács (1885 – 1971) è un filosofo
               ungherese. Le sue riflessioni si sono orientate a
               liberare il marxismo dalle interpretazioni
               dogmatiche verso una dimensione più umanistica
               per affrontare il problema del metodo dialettico e
               dell'alienazione dell'uomo nella società capitalistica.

               Un'analisi approfondita viene compiuta da Lukács
               sul problema della reificazione: per lui «una
               relazione tra persone riceve il carattere della
               cosalità e quindi un' «oggettività spettrale» che
               occulta nella sua legalità autonoma, rigorosa,
               apparente, conclusa e razionale, ogni traccia della
               propria essenza fondamentale: il rapporto tra
Karl Marx
               uomini». D'altra parte, nell'economia capitalistica,
               la capacità produttiva del lavoratore, la forza-
               lavoro, è una merce come ogni altra.
Quesiti

- In che modo vale ancora oggi lo scambio in funzione
finale dell'accumulo di capitale a livello sociale?
- La merce esiste ancora anzitutto non per l'uso ma
per essere venduta e comprata, esiste non per le sue
intrinseche qualità, che aiutano a rendere migliore
l'esistenza, ma per la quantità di denaro che permette
di guadagnare?
- Primato del valore d'uso (società agricola) = fine
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Psicosociologia dei consumi culturali II 3. La merce e le relazioni sociali

  • 1. Corso di Psicosologia dei consumi culturali II 2011-2012 3. La merce e le relazioni sociali prof. Matteo Asti
  • 2. Il capitale Il Capitale (Das Kapital) è l'opera maggiore di Karl Marx. Il Libro I fu pubblicato quando l’autore era ancora in vita (1867), gli altri uscirono postumi. Il sottotitolo dell'opera, Critica dell’economia politica, evidenzia la contrapposizione all’economia politica di stampo liberista. La teoria marxiana del valore è comunque incardinata nella teoria del valore-lavoro degli economisti classici ma è anche la base per una visione filosofica, estetica, sociale ed economica che Il capitale avrà enorme seguito nel '900.
  • 3. La merce e le sue contraddizioni Per Marx la "forma cellulare" della società contemporanea, la merce, contiene già in potenza alcune contraddizioni che si possono sviluppare e trasferire ad un livello più generale. Per il produttore o per chi la possiede temporaneamente per venderla essa non ha valore d’uso immediato, "altrimenti non la porterebbe al mercato", e la sua utilità consiste solo nell’essere MEZZO DI SCAMBIO, nel poter essere realizzata attraverso lo scambio con un equivalente. Tuttavia la merce, per potersi realizzare come valore, deve essere desiderata da altri, "dar prova di sé come VALORE D'USO"; e solo lo scambio può sancire Karl Marx l'esistenza di tale condizione.
  • 4. La merce e le sue contraddizioni Questa opposizione latente all’interno della natura stessa della merce, tra valore d’uso e valore di scambio, si dispiega con l’estensione dello scambio e soprattutto con la produzione capitalistica, il cui fine ultimo non è il valore d’uso, ma l’appropriazione e l’accumulazione di ricchezza astratta in forma monetaria. Karl Marx
  • 5. La merce e il suo valore Il lavoro astratto deve oggettivarsi in un "FETICCIO", in una merce indifferente alle proprietà naturali e avente la qualità sociale di essere scambiabile con qualsiasi altra, purché rappresenti il medesimo tempo di lavoro socialmente necessario. La contraddizione tra lavoro astratto e lavoro concreto, la contraddizione tra il carattere generale della merce come valore e il suo carattere particolare come valore d’uso, si risolve dunque attraverso l’esistenza di un'"INCARNAZIONE" del valore distinguibile dalla corporeità della merce, la quale, nello scambio, deve assumere "una forma di Karl Marx esistenza sociale in denaro, scissa dalla sua forma di esistenza naturale".
  • 6. Il “feticismo” L'origine del termine feticcio si deve al modo in cui gli esploratori portoghesi tentarono di tradurre le concezioni e le pratiche di tipo sacrale diffuse in molte popolazioni africane. Infatti, il neologismo fetiço (port.) deriva da facticius (lat.), cioè qualcosa di fabbricato, che riguarda cose che si animano, un "ibrido" di organico e inorganico al cui interno o nella cui superficie ha sede il sacro: lo “spirito che muove”. Il feticcio muove il sacro come€ indicibile, incontrollabile, incontenibile. Come sfida alla Karl Marx morte, alla malattia, alla penuria.
  • 7. Il denaro feticcio Nello scambio le merci sono socialmente commensurabili e si presentano come quantità diverse, desumibili dal loro prezzo, di una stessa merce speciale: il denaro. Quest’ultimo è la "forma fenomenica necessaria" della "misura immanente" del valore delle merci, del tempo di lavoro, e si contrappone alle altre merci, ai valori d’uso, come unica esistenza adeguata del valore di scambio. Il denaro è per Marx la forma alienata e nel contempo appropriata del valore, lo rappresenta come "equivalente generale e astratto", contrapposto ai diversi valori d’uso. Denaro e capitale, in quanto espressione rispettivamente del valore astratto e dell’accumulazione di valore fine a Karl Marx sé stesso, sono "cristallizzazioni di lavoro sociale", "coagulo di potere sociale per alcuni e di perdita di sé per altri".
  • 8. La merce e le relazioni di lavoro Nel modo di produzione schiavistico o feudale i rapporti sociali che si instauravano tra i soggetti erano trasparenti e apparivano immediatamente come rapporti personali. La corvée, al pari del lavoro salariato delle società capitalistiche, si misurava col tempo, ma ogni servo della gleba sapeva bene che egli alienava al servizio del suo padrone una quantità determinata del suo tempo di lavoro. Al contrario, nel modo di produzione capitalistico questi rapporti personali appaiono come travestiti in rapporti fra le cose, assumendo forme fenomeniche Karl Marx che celano sempre più le loro forme essenziali.
  • 9. La merce e le relazioni Ciò in qualche modo nasconde l'intima essenza della relazione, e questo perché gli agenti sociali hanno conoscenza immediata solo delle apparenze (ad esempio il prezzo delle merci o il salario quale non meglio identificato equivalente delle prestazioni lavorative), e non riescono a percepire la realtà che si cela dietro le apparenze. Il prodotto della mano dell’uomo, la merce, assume in apparenza un’esistenza indipendente che cela i rapporti sociali esistenti tra gli uomini; si comporta cioè come i "feticci ideologici" cui si attribuisce una vita indipendente. Così, le merci, da pure e semplici cose, prodotto del lavoro umano, ASSURGONO AL RUOLO DI RAPPORTO Karl Marx SOCIALE, e, nello stesso modo, anche i rapporti sociali fra gli uomini assumono l’aspetto, nello scambio, di RAPPORTI TRA COSE.
  • 10. Un rapporto reificato Là dove gli uomini credono di avere, tra loro, un rapporto sociale, in realtà hanno solo un rapporto “reificato”, nel senso che il rapporto sociale è mediato anzitutto dalla compravendita di una merce; viceversa, là dove credono di avere un rapporto naturale con le cose, in realtà hanno un rapporto “artificiale”, poiché le merci, in un certo senso, si “personificano”, permettendo agli uomini d'incontrarsi solo in una determinata maniera: quella FRA PRODUTTORE E CONSUMATORE. Questo tipo di relazione, essendo l'unico dominante a livello sociale, è in grado d'influenzare ogni aspetto della vita pubblica e privata, sociale e Karl Marx personale, anche gli aspetti non direttamente legati al luogo fisico del mercato o del negozio.
  • 11. Un rapporto reificato Il rapporto sociale che trasforma un oggetto d'uso in merce è già di per sé un rapporto alienato, diviso, antagonistico. La merce è un modo per giustificare la propria alienazione. L'illusione del produttore alienato è quella di superare la propria alienazione nella misura in cui produce quante più merci può. L'illusione sta nel credere che un processo meramente economico e quantitativo possa superare una forma di alienazione sociale di tipo qualitativo. Karl Marx
  • 12. Il modello religioso Marx constata che questa illusione si verifica anche nel mondo religioso. La merce dà l'illusione di un rapporto sociale diretto tra gli uomini, così come i sacramenti danno l'illusione di un rapporto mistico, non meno diretto, tra gli uomini e la divinità. Essendo i rapporti sociali della borghesia basati sull'antagonismo di classe, l'alienazione viene semplicemente trasferita dal rapporto dell'uomo col “cielo” al suo rapporto con la “terra”. La borghesia non ha fatto che secolarizzare una mentalità e un comportamento che nel Medioevo erano religiosi. Karl Marx
  • 13. Il modello religioso L'origine di questa illusione risiede infatti nell'ideologia cristiana che attribuisce più "fede" a quel credente che la baratta con le "opere di salvezza" che gli offre la gerarchia. Il culmine di questo processo reificante lo si può riscontrare, in ambito cattolico, con la vendita delle indulgenze. Il protestantesimo non ha fatto che trasferire sul piano economico, legittimandola sul piano sociale, una prassi che la gerarchia cattolica tollerava solo in chiave politica, come emanazione diretta del potere ecclesiastico. Karl Marx
  • 14. György Lukács György Lukács (1885 – 1971) è un filosofo ungherese. Le sue riflessioni si sono orientate a liberare il marxismo dalle interpretazioni dogmatiche verso una dimensione più umanistica per affrontare il problema del metodo dialettico e dell'alienazione dell'uomo nella società capitalistica. Un'analisi approfondita viene compiuta da Lukács sul problema della reificazione: per lui «una relazione tra persone riceve il carattere della cosalità e quindi un' «oggettività spettrale» che occulta nella sua legalità autonoma, rigorosa, apparente, conclusa e razionale, ogni traccia della propria essenza fondamentale: il rapporto tra Karl Marx uomini». D'altra parte, nell'economia capitalistica, la capacità produttiva del lavoratore, la forza- lavoro, è una merce come ogni altra.
  • 15. Quesiti - In che modo vale ancora oggi lo scambio in funzione finale dell'accumulo di capitale a livello sociale? - La merce esiste ancora anzitutto non per l'uso ma per essere venduta e comprata, esiste non per le sue intrinseche qualità, che aiutano a rendere migliore l'esistenza, ma per la quantità di denaro che permette di guadagnare? - Primato del valore d'uso (società agricola) = fine avere ciò che soddisfa i bisogni materiali Primato del valore di scambio (società capitalistica) = fine accumulare capitale Primato del valore di ? (società post-fordista) = fine ?