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Pratica e cultura dello spettacolo Tv




9. Tv e bambini
    Prof. Matteo Asti
COME FA A NON FARE MALE?
LA STRADA APOCALITTICA



In Europa i palinsesti si caratterizzano per
una schiacciante prevalenza di
intrattenimento e pubblicità, oltre il 90% a
fronte di contenuti informativi che non
superano il 10% (Pira 2007)
LA STRADA APOCALITTICA



Negli Usa si stima che negli anni '90 un
bambino abbia visto circa 130 spot al giorno,
900 alla settimana, 45 mila all'anno (Van
Evra 2004)
Da Bim Bum Bam a Camera Cafè
La Tv per ragazzi è progressivamente
scomparsa. Nel passaggio tra paleo e neo tv
si è andati da un modello pubblico
pedagogico in cui si cercava di
INFORMARE, EDUCARE E DIVERTIRE
(programmi dedicati, fasce orarie, censura)
a un sistema misto scarsamente
regolamentato sottoil profilo legislativo
ancorato ad una logica di tipo competitivo
orientata alla massimizzazione degli ascolti
(Metastasio 2002)



Oggi non esiste più un prodotto per target
di età, ma ciò che è per l'adulto è costruito
per soddisfare anche bambini e adolescenti
I PIU' VISTI (1212 alunni 8-12 anni)
Camera Cafè                 69%
Striscia la notizia         61%
I Simpson                   59%
Zelig                       57%
Le Iene                     43%
Wrestling                   39%
Mai dire gol                28%
Grande fratello             27%
Amici                       25%

GT Ragazzi                  19%
                               (Pira 2007)


Oggi non esiste più un prodotto per target
di età, ma ciò che è per l'adulto è costruito
per soddisfare anche bambini e adolescenti
MA CHE EFFETTI PORTA QUESTA TV?
EFFETTI NEGATIVI (Pira 2007)

                 VIOLENZA              APPRENDIMENTO


INDUZIONE ALLA
    DROGA                   SOGGETTO

                                         ATTIVITA'
                                         MOTORIA

  CONSUMO DI
   ALCOOL
                     SESSUALITA'
                                          OBESITA'
PERCHE' HA DEGLI EFFETTI?

Da una parte la tv ci aiuta a familiarizzare
con il mondo che sta fuori dal contetso
immediato. Espande, fornisce
interpretazioni, mette in luce, offre
valutazioni, legittima o adombra fenomenti
socialiche lo spettatore incontra nella realtà
o in altri media.

Rinforza modelli ideologici, contribuisce a
definire il mondo e a legittimare l'ordine
sociale in essere. Come un tempo la Chiesa,
è padrona del potere simbolico
(Lemish 2007).
PERCHE' HA DEGLI EFFETTI?

La posizione dei primi sociologi che si
occupano di tv era di un effetto diretto del
modello sui suoi spettatori (Bullet Theory).

Per quanto oggi superata, molti credono
ancora che tv sia lo stesso fonte primaria di
valori e comportamenti, soprattutto
perquelli meno discussi a livello familiare e
sociale.

Es. Tematica sessuale
GLI EFFETTI della PUBBLICITA'

                                                 Presentando conquiste (fisiche, sociali,
                                                 materiali, mentali) che nessuno è in grado di
                                                 realizzare.

Lo spot molto spesso è rivolto a minori. La
pubblicità ha l'obiettivo di far comprare un
prodotto e per farlo a volte può avere               Presentando personaggi simili a loro ma
l'effetto di far sentire i bambini incompleti.       collocati in ruoli subordinati
(Atkin 1980)


                                                 Rappresentando caratteristiche similari a
                                                 quelle dello spettatore in un contesto sociale
                                                 ed economico molto più elevato
GLI EFFETTI della PUBBLICITA'
Il 60% dei genitori si rivolge ai figli per l'acquisto di un cellulare, il 30% chiede consiglio
per l'auto.
La spesa degli adulti determinata dalla scelta dei bambini tra i 4 e i 12 anni nel mondo è
pari a 30 miliardi di $.
(Schorn 2005)

La pubblicità è diventata sempre di più una delle fonti dell'immaginario mitico della
nostra società e, attraverso questo meccanismo, è in grado di costruire forti
rappresentazioni sociali che insegnano ai bambini come è fatta la nostra società, attraverso
una serie di generalissimi stereotipi che condizioneranno il loro comportamento futuro.
(Puggelli 2002)

L'effetto che si genera è di una crescente incapacità di sentirsi completi e soddisfatti senza
poter realizzare l'acquisto di qualche prodotto che si presenta come indispensabile alla
propria identità.
UN MONDO MALVAGIO

Alcuni ricercatori affermano che la violenza
televisiva suscita negli spettori paura,
inquietudine, disagio e un profondo senso di
vulnerabilità. (Weimann 2000)

Questa tradizione di ricerca ha concluso che
i forti consumatori di tv considerano il
mondo più crudele e malvagio.

Ma non ci sono indicazioni più chiare sulla
complessa natura delle relazioni tra violenza
televisiva e sviluppo della visione del
mondo.
MA LA COLPA E' TUTTA DELLA TV?
PERCHE' GUARDIAMO LA TV

Alcuni hanno definito la tv BABYSITTER e i
telespettatori SCHIAVI.
Ma non c'è alcun suffragio scientifico alla
teoria di dipendenza dalla tv ne al fatto che
induca in modo automatico a
comportamenti devianti.

Le ricerche dicono che tv ha sostituito il
senso di noia e di vuoto quotidiano e ha
maggiori effetti nei contesti familiari e
educativi in cui c'è un minor livello di
confronto e discussione.
PERCHE' GUARDIAMO LA TV
La tv è riempita di responsabilità (omicidi,
rapine, stupri, suicidi, scarso rendimento
scolastico, insofferenza alle regole).

Ma per alcuni autori la QUESTIONE
PEDAGOGICA ha il suo cuore altrove. In
un contesto in cui la socializzazione è
debole, in cui aumenta il potere soggettivo e
diminuisce quello dei fattori di regolazione.
La crisi nasce dalla percezione
dell'esaurimento delle mediazioni sociali
ordinatrici: da qui la necessità di nuove
forme di comunicazione tra l'individuo e il
contesto e la fortuna dei media.
(Morcellini 1999)
PERCHE' GUARDIAMO LA TV



Occorre riflettere sulla funzione di
supplenza che I media svolgono nei processi
di socializzazione e sullo svuotamento
comunicativo cui sono sottoposte le vecchie
agenzie (famiglia, scuola, religione).
CHI E' CAPPUCCETTO ROSSO?

Lettura di libri, visione di film, accesso a
mostre, musei e spettacoli teatrali è
positivamente correlata all'età adolescenziale
e diminuisce a partire dai 19 anni.

In realtà la tv fa male agli adulti che la
considerano una finestra sul mondo, un
riempitivo di interessi, emozioni e relazioni,
una fonte di gioia, benessere e commozione
e che la inseriscono nei momenti centrali
della vita familiare (pasti e ore serali).
(Rai-Eurisko 1998-1999)
CHI E' CAPPUCCETTO ROSSO?
Letrasformazioni che modificano I consumi
dei bambini e dei ragazzi verso I media
manifestano il bisogno di realizzarne un uso
personalizzato. Contro l'ideologia della
disgrazia parla una percezione qualitativa
molto meno affettiva delle nuove
generazioni. Che anzi la tv la stanno
lentamente abbandonando migrando verso
nuovi media.
(Morcellini 1999)

C'è un consumo critico: la selezione avviene
sulla base di una scelta determinata. Il
minore riconosce nel testo I propri bisogni
si percepisce come destinatario perchè si
sente rappresentato dalla comunicazione.
HA SENSO PARLARE




 ANCORA DI TV?
POVERA TV


I minori hanno nei confronti dei prodotti
culturali più sofisticati un atteggiamento
molto superiore a quello degli adulti.
(Quarto rapporto IARD 1997)

L'81% dei bambini ha videogiochi, il 92%
gioca di pomeriggio per una media di 2 ore
al giorno (quasi quanto tv), l'88% ha un pc
in casa e il 62% naviga in internet.
(Pira 2007)
POVERA TV



Se la tv diventa un problema non più
centrale però lo restano i media.
E la tv può essere un valido aiuto in una
strategia di prevenzione di un loro uso
«dannoso».
COME CI SI DIFENDE?
LE ARMI




EDUCAZIONE                                     LEGGI




             PRODOTTI AD HOC   MODELLI D'USO
                                 POSITIVI
LE LEGGI

Ci sono leggi ma sono molto spesso
inefficaci perchè difficilmente applicabili e
poco aggiornate con la realtà mediale.

Ci sono poi dei codici di
autoregolamentazione che sono la risposta
più sicura (perchè partono già dal
produttore) ma spesso la sanzione per chi
non li rispetta è inferiore al vantaggio e
non valgono più in tv satellitare e new
media.
PRODOTTI AD HOC
EDUCAZIONE

1. I messaggi mediatici sono dei costrutti e non il riflesso della realtà
2. I messaggi vengono creati in contesti specifici che rappresentano
interessi di natura economica, politica, sociale, storica, culturale ed
estetica
3. Il processo di interpretazione è il prodotto di un'interazione tra
interprete, testo e contesto culturale
4. I diversi media usano vari linguaggi che si esprimono in una varietà
di sistemi simboli, forme e generi
5. Le diverse rappresentazioni hanno un ruolo significativo nel modo in
cui intendiamo la nostra realtà sociale

(Kubey 1998)
EDUCAZIONE


 LA MEDIA EDUCATION

  Dove e quando farla?

    Chi la deve fare?

   Come si deve fare?

      (Bowker 1991)
MODELLI D'USO

ESEMPI DI DECALOGO D'USO DEI MEDIA

 Codice di autoregolamentazione tv e minori

    Federazione italiana medici e pediatri

               Polizia postale

                    Atari

                   Moige
MODELLI D'USO
    * Non considerare la TV come un mezzo "per far star buono il bambino".
     * Tenere presente che il tempo dedicato alla televisione deve essere limitato ed
intervallato dal gioco, dalla lettura, dallo sport, dal dialogo.
     * Scegliere trasmissioni di qualità che proteggano il bambino da informazioni e
materiali dannosi per il suo sviluppo.
    * Scoraggiare l'abitudine ad addormentarsi davanti alla tv, in camera o sul divano,
favorendo la lettura serale di un libro o, ancor meglio, un momento di dialogo.
   * Non consentire al bambino/ragazzo di utilizzare la televisione come "sottofondo"
allo studio, in quanto può ostacolare la concentrazione ed aumentare la stancabilità.
     * Condividere, quando possibile, la visione di spettacoli di intrattenimento, di
informazione, di film, che, anche se adatti ai bambini, spesso possono avere bisogno di
spiegazioni, rassicurazioni, valutazione.
     * Considerare che la ripetitività di pubblicità e trasmissioni di intrattenimento
induce all’aumento dei desideri, al consumismo, all’imitazione di modelli di
comportamento superficiali o del tutto irreali.
    * Tenere presente che, pur essendo il mezzo televisivo un utile strumento per gli
apprendimenti, un uso esclusivo di tale mezzo rischia di non favorire lo sviluppo della
concentrazione, delle capacità critiche ed di ostacolare l’apprendimento scolastico.

BAMBIN GESU' (2008)
UN'IDEA PER L'USO DEI MEDIA



  "Qual è la cosa più importante? Alcuni dicono i
  soldi, altri la pulizia. Per me è la libertà, perchè
  non sei costretto a fare ciò che ti ordinano gli altri.
  Fai quello che ti piace e ti diverti, ti rendi
  indispensabile. Altre cose meno importanti, come i
  soldi io le detesto perchè il vero tesoro è la vita"

  Roberta 8 anni
Consigli di lettura

- Dafna Lemish, I BAMBINI E LA TV, Raffaello Cortina, 2007
- Francesco Pira, Vincenzo Marrali, INFANZIA, MEDIA E NUOVE TECNOLOGIE, Franco Angeli, 2007
- Sandro Montanari, RIFLESSI NELLO SCHERMO : PROSPETTIVE DI TUTELA DEI MINORI NELL'ERA
DIGITALE, Aracne, 2007
- Massimiliano Tarozzi, IL GOVERNO DELLA TV : ETNOGRAFIE DEL CONSUMO TELEVISIVO IN
CONTESTI DOMESTICI, Franco Angeli, 2007
- Valerio Belotti, CAPPUCCETTO ROSSO NEL BOSCO DEI MEDIA : COMUNICARE L'INFANZIA E
L'ADOLESCENZA IN QUOTIDIANI E TELEVISIONI IN ITALIA, Guerini, 2004
- David Buckingham, NÉ CON LA TV, NÉ SENZA LA TV : BAMBINI, MEDIA E CITTADINANZA NEL
XXI SECOLO, Franco Angeli 2004
- Piermarco Aroldi, LA TV RISORSA EDUCATIVA : UNO SGUARDO FAMILIARE SULLA
TELEVISIONE, San Paolo, 2004
- Renata Metastasio, LA SCATOLA MAGICA, Carocci, 2002
- Mario Morcellini, LA TV FA BENE AI BAMBINI, Meltemi 1999

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Pratica e cultura 9. Tv e bambini

  • 1. Pratica e cultura dello spettacolo Tv 9. Tv e bambini Prof. Matteo Asti
  • 2. COME FA A NON FARE MALE?
  • 3. LA STRADA APOCALITTICA In Europa i palinsesti si caratterizzano per una schiacciante prevalenza di intrattenimento e pubblicità, oltre il 90% a fronte di contenuti informativi che non superano il 10% (Pira 2007)
  • 4. LA STRADA APOCALITTICA Negli Usa si stima che negli anni '90 un bambino abbia visto circa 130 spot al giorno, 900 alla settimana, 45 mila all'anno (Van Evra 2004)
  • 5. Da Bim Bum Bam a Camera Cafè La Tv per ragazzi è progressivamente scomparsa. Nel passaggio tra paleo e neo tv si è andati da un modello pubblico pedagogico in cui si cercava di INFORMARE, EDUCARE E DIVERTIRE (programmi dedicati, fasce orarie, censura) a un sistema misto scarsamente regolamentato sottoil profilo legislativo ancorato ad una logica di tipo competitivo orientata alla massimizzazione degli ascolti (Metastasio 2002) Oggi non esiste più un prodotto per target di età, ma ciò che è per l'adulto è costruito per soddisfare anche bambini e adolescenti
  • 6. I PIU' VISTI (1212 alunni 8-12 anni) Camera Cafè 69% Striscia la notizia 61% I Simpson 59% Zelig 57% Le Iene 43% Wrestling 39% Mai dire gol 28% Grande fratello 27% Amici 25% GT Ragazzi 19% (Pira 2007) Oggi non esiste più un prodotto per target di età, ma ciò che è per l'adulto è costruito per soddisfare anche bambini e adolescenti
  • 7. MA CHE EFFETTI PORTA QUESTA TV?
  • 8. EFFETTI NEGATIVI (Pira 2007) VIOLENZA APPRENDIMENTO INDUZIONE ALLA DROGA SOGGETTO ATTIVITA' MOTORIA CONSUMO DI ALCOOL SESSUALITA' OBESITA'
  • 9. PERCHE' HA DEGLI EFFETTI? Da una parte la tv ci aiuta a familiarizzare con il mondo che sta fuori dal contetso immediato. Espande, fornisce interpretazioni, mette in luce, offre valutazioni, legittima o adombra fenomenti socialiche lo spettatore incontra nella realtà o in altri media. Rinforza modelli ideologici, contribuisce a definire il mondo e a legittimare l'ordine sociale in essere. Come un tempo la Chiesa, è padrona del potere simbolico (Lemish 2007).
  • 10. PERCHE' HA DEGLI EFFETTI? La posizione dei primi sociologi che si occupano di tv era di un effetto diretto del modello sui suoi spettatori (Bullet Theory). Per quanto oggi superata, molti credono ancora che tv sia lo stesso fonte primaria di valori e comportamenti, soprattutto perquelli meno discussi a livello familiare e sociale. Es. Tematica sessuale
  • 11. GLI EFFETTI della PUBBLICITA' Presentando conquiste (fisiche, sociali, materiali, mentali) che nessuno è in grado di realizzare. Lo spot molto spesso è rivolto a minori. La pubblicità ha l'obiettivo di far comprare un prodotto e per farlo a volte può avere Presentando personaggi simili a loro ma l'effetto di far sentire i bambini incompleti. collocati in ruoli subordinati (Atkin 1980) Rappresentando caratteristiche similari a quelle dello spettatore in un contesto sociale ed economico molto più elevato
  • 12. GLI EFFETTI della PUBBLICITA' Il 60% dei genitori si rivolge ai figli per l'acquisto di un cellulare, il 30% chiede consiglio per l'auto. La spesa degli adulti determinata dalla scelta dei bambini tra i 4 e i 12 anni nel mondo è pari a 30 miliardi di $. (Schorn 2005) La pubblicità è diventata sempre di più una delle fonti dell'immaginario mitico della nostra società e, attraverso questo meccanismo, è in grado di costruire forti rappresentazioni sociali che insegnano ai bambini come è fatta la nostra società, attraverso una serie di generalissimi stereotipi che condizioneranno il loro comportamento futuro. (Puggelli 2002) L'effetto che si genera è di una crescente incapacità di sentirsi completi e soddisfatti senza poter realizzare l'acquisto di qualche prodotto che si presenta come indispensabile alla propria identità.
  • 13. UN MONDO MALVAGIO Alcuni ricercatori affermano che la violenza televisiva suscita negli spettori paura, inquietudine, disagio e un profondo senso di vulnerabilità. (Weimann 2000) Questa tradizione di ricerca ha concluso che i forti consumatori di tv considerano il mondo più crudele e malvagio. Ma non ci sono indicazioni più chiare sulla complessa natura delle relazioni tra violenza televisiva e sviluppo della visione del mondo.
  • 14. MA LA COLPA E' TUTTA DELLA TV?
  • 15. PERCHE' GUARDIAMO LA TV Alcuni hanno definito la tv BABYSITTER e i telespettatori SCHIAVI. Ma non c'è alcun suffragio scientifico alla teoria di dipendenza dalla tv ne al fatto che induca in modo automatico a comportamenti devianti. Le ricerche dicono che tv ha sostituito il senso di noia e di vuoto quotidiano e ha maggiori effetti nei contesti familiari e educativi in cui c'è un minor livello di confronto e discussione.
  • 16. PERCHE' GUARDIAMO LA TV La tv è riempita di responsabilità (omicidi, rapine, stupri, suicidi, scarso rendimento scolastico, insofferenza alle regole). Ma per alcuni autori la QUESTIONE PEDAGOGICA ha il suo cuore altrove. In un contesto in cui la socializzazione è debole, in cui aumenta il potere soggettivo e diminuisce quello dei fattori di regolazione. La crisi nasce dalla percezione dell'esaurimento delle mediazioni sociali ordinatrici: da qui la necessità di nuove forme di comunicazione tra l'individuo e il contesto e la fortuna dei media. (Morcellini 1999)
  • 17. PERCHE' GUARDIAMO LA TV Occorre riflettere sulla funzione di supplenza che I media svolgono nei processi di socializzazione e sullo svuotamento comunicativo cui sono sottoposte le vecchie agenzie (famiglia, scuola, religione).
  • 18. CHI E' CAPPUCCETTO ROSSO? Lettura di libri, visione di film, accesso a mostre, musei e spettacoli teatrali è positivamente correlata all'età adolescenziale e diminuisce a partire dai 19 anni. In realtà la tv fa male agli adulti che la considerano una finestra sul mondo, un riempitivo di interessi, emozioni e relazioni, una fonte di gioia, benessere e commozione e che la inseriscono nei momenti centrali della vita familiare (pasti e ore serali). (Rai-Eurisko 1998-1999)
  • 19. CHI E' CAPPUCCETTO ROSSO? Letrasformazioni che modificano I consumi dei bambini e dei ragazzi verso I media manifestano il bisogno di realizzarne un uso personalizzato. Contro l'ideologia della disgrazia parla una percezione qualitativa molto meno affettiva delle nuove generazioni. Che anzi la tv la stanno lentamente abbandonando migrando verso nuovi media. (Morcellini 1999) C'è un consumo critico: la selezione avviene sulla base di una scelta determinata. Il minore riconosce nel testo I propri bisogni si percepisce come destinatario perchè si sente rappresentato dalla comunicazione.
  • 20. HA SENSO PARLARE ANCORA DI TV?
  • 21. POVERA TV I minori hanno nei confronti dei prodotti culturali più sofisticati un atteggiamento molto superiore a quello degli adulti. (Quarto rapporto IARD 1997) L'81% dei bambini ha videogiochi, il 92% gioca di pomeriggio per una media di 2 ore al giorno (quasi quanto tv), l'88% ha un pc in casa e il 62% naviga in internet. (Pira 2007)
  • 22. POVERA TV Se la tv diventa un problema non più centrale però lo restano i media. E la tv può essere un valido aiuto in una strategia di prevenzione di un loro uso «dannoso».
  • 23. COME CI SI DIFENDE?
  • 24. LE ARMI EDUCAZIONE LEGGI PRODOTTI AD HOC MODELLI D'USO POSITIVI
  • 25. LE LEGGI Ci sono leggi ma sono molto spesso inefficaci perchè difficilmente applicabili e poco aggiornate con la realtà mediale. Ci sono poi dei codici di autoregolamentazione che sono la risposta più sicura (perchè partono già dal produttore) ma spesso la sanzione per chi non li rispetta è inferiore al vantaggio e non valgono più in tv satellitare e new media.
  • 27. EDUCAZIONE 1. I messaggi mediatici sono dei costrutti e non il riflesso della realtà 2. I messaggi vengono creati in contesti specifici che rappresentano interessi di natura economica, politica, sociale, storica, culturale ed estetica 3. Il processo di interpretazione è il prodotto di un'interazione tra interprete, testo e contesto culturale 4. I diversi media usano vari linguaggi che si esprimono in una varietà di sistemi simboli, forme e generi 5. Le diverse rappresentazioni hanno un ruolo significativo nel modo in cui intendiamo la nostra realtà sociale (Kubey 1998)
  • 28. EDUCAZIONE LA MEDIA EDUCATION Dove e quando farla? Chi la deve fare? Come si deve fare? (Bowker 1991)
  • 29. MODELLI D'USO ESEMPI DI DECALOGO D'USO DEI MEDIA Codice di autoregolamentazione tv e minori Federazione italiana medici e pediatri Polizia postale Atari Moige
  • 30. MODELLI D'USO * Non considerare la TV come un mezzo "per far star buono il bambino". * Tenere presente che il tempo dedicato alla televisione deve essere limitato ed intervallato dal gioco, dalla lettura, dallo sport, dal dialogo. * Scegliere trasmissioni di qualità che proteggano il bambino da informazioni e materiali dannosi per il suo sviluppo. * Scoraggiare l'abitudine ad addormentarsi davanti alla tv, in camera o sul divano, favorendo la lettura serale di un libro o, ancor meglio, un momento di dialogo. * Non consentire al bambino/ragazzo di utilizzare la televisione come "sottofondo" allo studio, in quanto può ostacolare la concentrazione ed aumentare la stancabilità. * Condividere, quando possibile, la visione di spettacoli di intrattenimento, di informazione, di film, che, anche se adatti ai bambini, spesso possono avere bisogno di spiegazioni, rassicurazioni, valutazione. * Considerare che la ripetitività di pubblicità e trasmissioni di intrattenimento induce all’aumento dei desideri, al consumismo, all’imitazione di modelli di comportamento superficiali o del tutto irreali. * Tenere presente che, pur essendo il mezzo televisivo un utile strumento per gli apprendimenti, un uso esclusivo di tale mezzo rischia di non favorire lo sviluppo della concentrazione, delle capacità critiche ed di ostacolare l’apprendimento scolastico. BAMBIN GESU' (2008)
  • 31. UN'IDEA PER L'USO DEI MEDIA "Qual è la cosa più importante? Alcuni dicono i soldi, altri la pulizia. Per me è la libertà, perchè non sei costretto a fare ciò che ti ordinano gli altri. Fai quello che ti piace e ti diverti, ti rendi indispensabile. Altre cose meno importanti, come i soldi io le detesto perchè il vero tesoro è la vita" Roberta 8 anni
  • 32. Consigli di lettura - Dafna Lemish, I BAMBINI E LA TV, Raffaello Cortina, 2007 - Francesco Pira, Vincenzo Marrali, INFANZIA, MEDIA E NUOVE TECNOLOGIE, Franco Angeli, 2007 - Sandro Montanari, RIFLESSI NELLO SCHERMO : PROSPETTIVE DI TUTELA DEI MINORI NELL'ERA DIGITALE, Aracne, 2007 - Massimiliano Tarozzi, IL GOVERNO DELLA TV : ETNOGRAFIE DEL CONSUMO TELEVISIVO IN CONTESTI DOMESTICI, Franco Angeli, 2007 - Valerio Belotti, CAPPUCCETTO ROSSO NEL BOSCO DEI MEDIA : COMUNICARE L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA IN QUOTIDIANI E TELEVISIONI IN ITALIA, Guerini, 2004 - David Buckingham, NÉ CON LA TV, NÉ SENZA LA TV : BAMBINI, MEDIA E CITTADINANZA NEL XXI SECOLO, Franco Angeli 2004 - Piermarco Aroldi, LA TV RISORSA EDUCATIVA : UNO SGUARDO FAMILIARE SULLA TELEVISIONE, San Paolo, 2004 - Renata Metastasio, LA SCATOLA MAGICA, Carocci, 2002 - Mario Morcellini, LA TV FA BENE AI BAMBINI, Meltemi 1999