1. PORTO VINTAGE 2004 ­ QUINTA DO NOVAL
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Veste rosso rubino compatto, inchiostrato, con orlo cremisi; l’ampio bouquet, già abbastanza evoluto ed etereo, molto
intenso ma nient'affatto aperto, lascia intuire una stratificazione imponente di aromi di frutta scura ben matura ma ancora
fresca (susina, ribes nero, cassis, durone) che fa da base a note di cioccolato fondente, moka, chiodo di garofano ed a toni
terrosi e vagamente balsamici (eucalyptus). Dolce, caldo e denso, più pronto che al naso, in bocca rivela una fibra polposa di
vibrante freschezza, a dir poco masticabile, ed un tannino quasi risolto, comunque di grana fine. Chiude molto lungo su note
di cassis e liquirizia, lasciando il palato tonico e pulito.
ABBINAMENTI
Potente vino da meditazione, forma un abbinamento sublime con del cioccolato Corallo con uva passa.
CANTINA
Riappropriatasi di quel posto che storicamente le spetta tra le maggiori Port House dopo gli appannamenti degli anni 70 e 80,
molti sono i motivi per i quali, in epoche diverse, Quinta do Noval è stata e non smette di rappresentare una tra le più
pionieristiche realtà della regione duriense. Tra i principali: l'adozione dei terrazzamenti inclinati (socalcos), la peraltro
controversa invenzione della tipologia Lattle Bottle Vintage; la messa in commercio del primo Tawny con indicazione
d'invecchiamento medio dei vini che ne formano il blend, lo spostamento graduale dell'intera cantina da Vila Nova de Gaia
al cuore della valle del Douro non appena ciò divenne legale nel 1986. Nel 1993 entrata a far parte della costellazione di
prestigiose proprietà facenti capo ad Axa Millésimes, Quinta do Noval produce sotto l'attenta supervisione dell'esperto
enologo Antònio Agrellos (Robert Parker ha più volte assegnato 100 pt. ai suoi Porto) sia vini secchi sia ovviamente Porto
eleganti e di rara finezza capeggiati dal raro, mitico Vintage Nacional da viti franche di piede. Tra questi, solo i vini ricavati
da uve provenienti unicamente dai vigneti di proprietà, sistematicamente pigiate coi piedi e lasciate a macerare nei

2. tradizionali lagares di pietra, si fregiano del marchio Quinta do Noval, mentre i restanti, risultato di vinificazioni spesso
condotte più modernamente, formano la linea Noval.
PERCHÉ CI PIACE
Seguita al 2003, millesimo torrido che non mancò d'esprimere dei picchi qualitativi di tutta eccellenza, l'annata 2004 fu
caratterizzata da un periodo vendemmiale perturbato, fatto che incise molto sulla decisione della maggior parte dei produttori
che poterono permetterselo di dichiare perlopiù single­quinta vintage. Noval non fece testo con una dichiarazione del
Vintage classico, per ammissione del suo Direttore Christian Seely, "eccentrica", seguita tardivamente ­ solo nel 2013 ­ da
quella, un po' a sorpresa, del Nacional. Com'è consuetudine affinato per non meno di 18 mesi in vecchi barili di rovere di
diverse capacità, il Porto Vintage di Quinta do Noval, oltreché essere di gusto classicheggiante e tra i pochissimi non
single­quinta frutto della vendemmia 2004, è un pezzo davvero raro, dichiarato in sole 1000 casse – a noi piace berlo, ma
non ci sfugge che qualcuno possa fiutare in questa bottiglia di Vintage una ghiotta occasione d'investimento.