lo studio prende in esame il rapporto tra resilienza dei territori lombardi e spesa dei fondi strutturali. L’obiettivo è capire se le risorse comunitarie hanno contribuito a rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi. Alcuni territori hanno saputo resistere al meglio alla crisi mostrando discrete capacità di recupero. Un nucleo di 373 comuni pari al 22,2% della popolazione residente, collocati in aree periurbane hanno in parte recuperato i livello occupazionali pre crisi. Lo studio mette in evidenza come la maggioranza dei fondi per la competitività è andata a territori resilienti, che si sono dimostrati in grado di recuperare gli effetti della crisi economica.Le aree urbane, soprattutto i capoluoghi di provincia, hanno attirato la maggior parte dei pagamenti per progetti legati alla competitività. Parte di questo effetto risente del meccanismo amministrativo di gestione dei fondi. aree destinatarie di fondi per la competitività hanno mostrano una crescita del reddito medio pro capite superiore alle media regionale.Ciò indica che i progetti per la competitività hanno contribuito soprattutto alla crescita del reddito del territorio. Non si riscontrano invece effetti positivi sull’occupazione. Il recupero di posti di lavoro sconta anche tempi di aggiustamento più lunghi. L’analisi conferma la vocazione delle aree urbane ad essere centri di innovazione e quindi ad attirare fondi destinati a questi scopi, che in parte ne spiega anche la maggior capacità di recupero rispetto alle altre aree della regione.I territori che hanno dimostrato nel tempo di difendere meglio la loro competitività, indipendentemente dal grado di specializzazione settoriale, hanno saputo attivare progetti e risorse in misura comparativamente superiore al resto della regione. La relazione positiva tra differenziale competitività dei territori e capacità di attirare risorse non è sufficiente a ammettere una relazione causale. Tuttavia tale risultato rafforza l’ipotesi della coerenza interna delle scelte effettuata dalla politica regionale.
Innovazione e Agricoltura - Rrn magazine 2013 7Marco Garoffolo
Innovazione è una parola chiave legata al cambiamento che significa progresso, miglioramento della situazione
esistente, avanzamento, sviluppo. Anche in campo agricolo l’innovazione si lega fortemente non solo allo sviluppo del settore primario ma diviene fattore determinante per lo sviluppo delle aree rurali. Il punto di partenza è la definizione del concetto, non sempre così chiara. E anche in campo agricolo spesso si incontrano difficoltà nella definizione del concetto di innovazione che può essere declinato in modo ampio o piuttosto circoscritto a seconda degli ambiti di intervento. L’innovazione, all’interno del numero che presentiamo, viene declinata come innovazione di prodotto e di processo, con particolare attenzione alla
dimensione di trasferimento (metodo). Il numero dedicato alla relazione Agricoltura – Innovazione si propone di avviare una riflessione sulla declinazione di questo concetto, focalizzandosi, in particolare, su come è interpretato e definito all’interno della politica di sviluppo rurale, anche alla luce delle nuove priorità per il periodo 2014-20. Nel nuovo periodo, infatti, per il tema innovazione è previsto un ruolo assai più rilevante nelle strategie di sviluppo rurale laddove, nell’attuale periodo 2007-13, la programmazione comunitaria prevede un’apposita misura dei PSR a sostegno dell’innovazione (124).
Nella Strategia “Europa 2020”, la Politica europea per lo Sviluppo Rurale 2014-2020 contribuisce allo sviluppo
di un’economia basata sulla conoscenza attraverso la promozione del trasferimento della conoscenza e
dell’innovazione nel settore agricolo, forestale e nelle zone rurali. La politica di sviluppo rurale assume come
priorità trasversale il rafforzamento e l’adeguamento del capitale umano nelle aree rurali e l’attivazione di
dinamiche collaborative tra mondo delle imprese e della ricerca.
http://dspace.inea.it/bitstream/inea/765/1/RRN_Magazine_2013_7.pdf
lo studio prende in esame il rapporto tra resilienza dei territori lombardi e spesa dei fondi strutturali. L’obiettivo è capire se le risorse comunitarie hanno contribuito a rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi. Alcuni territori hanno saputo resistere al meglio alla crisi mostrando discrete capacità di recupero. Un nucleo di 373 comuni pari al 22,2% della popolazione residente, collocati in aree periurbane hanno in parte recuperato i livello occupazionali pre crisi. Lo studio mette in evidenza come la maggioranza dei fondi per la competitività è andata a territori resilienti, che si sono dimostrati in grado di recuperare gli effetti della crisi economica.Le aree urbane, soprattutto i capoluoghi di provincia, hanno attirato la maggior parte dei pagamenti per progetti legati alla competitività. Parte di questo effetto risente del meccanismo amministrativo di gestione dei fondi. aree destinatarie di fondi per la competitività hanno mostrano una crescita del reddito medio pro capite superiore alle media regionale.Ciò indica che i progetti per la competitività hanno contribuito soprattutto alla crescita del reddito del territorio. Non si riscontrano invece effetti positivi sull’occupazione. Il recupero di posti di lavoro sconta anche tempi di aggiustamento più lunghi. L’analisi conferma la vocazione delle aree urbane ad essere centri di innovazione e quindi ad attirare fondi destinati a questi scopi, che in parte ne spiega anche la maggior capacità di recupero rispetto alle altre aree della regione.I territori che hanno dimostrato nel tempo di difendere meglio la loro competitività, indipendentemente dal grado di specializzazione settoriale, hanno saputo attivare progetti e risorse in misura comparativamente superiore al resto della regione. La relazione positiva tra differenziale competitività dei territori e capacità di attirare risorse non è sufficiente a ammettere una relazione causale. Tuttavia tale risultato rafforza l’ipotesi della coerenza interna delle scelte effettuata dalla politica regionale.
Innovazione e Agricoltura - Rrn magazine 2013 7Marco Garoffolo
Innovazione è una parola chiave legata al cambiamento che significa progresso, miglioramento della situazione
esistente, avanzamento, sviluppo. Anche in campo agricolo l’innovazione si lega fortemente non solo allo sviluppo del settore primario ma diviene fattore determinante per lo sviluppo delle aree rurali. Il punto di partenza è la definizione del concetto, non sempre così chiara. E anche in campo agricolo spesso si incontrano difficoltà nella definizione del concetto di innovazione che può essere declinato in modo ampio o piuttosto circoscritto a seconda degli ambiti di intervento. L’innovazione, all’interno del numero che presentiamo, viene declinata come innovazione di prodotto e di processo, con particolare attenzione alla
dimensione di trasferimento (metodo). Il numero dedicato alla relazione Agricoltura – Innovazione si propone di avviare una riflessione sulla declinazione di questo concetto, focalizzandosi, in particolare, su come è interpretato e definito all’interno della politica di sviluppo rurale, anche alla luce delle nuove priorità per il periodo 2014-20. Nel nuovo periodo, infatti, per il tema innovazione è previsto un ruolo assai più rilevante nelle strategie di sviluppo rurale laddove, nell’attuale periodo 2007-13, la programmazione comunitaria prevede un’apposita misura dei PSR a sostegno dell’innovazione (124).
Nella Strategia “Europa 2020”, la Politica europea per lo Sviluppo Rurale 2014-2020 contribuisce allo sviluppo
di un’economia basata sulla conoscenza attraverso la promozione del trasferimento della conoscenza e
dell’innovazione nel settore agricolo, forestale e nelle zone rurali. La politica di sviluppo rurale assume come
priorità trasversale il rafforzamento e l’adeguamento del capitale umano nelle aree rurali e l’attivazione di
dinamiche collaborative tra mondo delle imprese e della ricerca.
http://dspace.inea.it/bitstream/inea/765/1/RRN_Magazine_2013_7.pdf
Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sani...Nevio Boscariol
Anche nelle strutture socio-sanitarie l'aspetto finanziario è da tempo diventato aspetto essenziale della gestione, sebbene l'evidenza incontrovertibile è recente.
Nella gestione finanziaria è fondamentale il mix degli strumenti finanziari che si usano i quali a loro volta determinano la struttura finanziaria dello Stato Patrimoniale che già nel medio periodo possono determinare la solidità o meno di una struttura socio-sanitaria, gli strumenti tecnico-gestionali per pianificare, monitorare e gestire l'intero ciclo economico e monetario dove rilevanza fondamentale hanno i flussi di cassa. Senza la conoscenza e l'utilizzo degli adeguati strumenti finanziari e di quelli di controllo e gestione dei flussi finanziari è di fatto non possibile governare questi aspetti.
Allo stesso tempo il tema della rappresentazione civilistica del bilancio e la sua certificabilità ha già assunto primaria importanza nei rapporti verso le istituzioni finanziarie e diventerà la norma anche nei rapporti con le Regioni in tema di requisiti per le strutture accredite. La prima regione a rendere obbligatorio tale requisito con delibera n. IX/3856 del 25 luglio 2012 è stata la Lombardia, ma seguiranno anche le altre in tempi diversi.
La rilevazione, realizzata tramite metodologia C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interview), ha previsto la somministrazione di un questionario ad un campione di 420 aziende siciliane, ripartite per Provincia e Macro-settore di attività.
L’indagine ha evidenziato come il tema della Crisi economica sia particolarmente sentito dalle Aziende, interesse tradottosi praticamente in un tasso di rifiuto all’intervista significativamente più contenuto rispetto ad altre indagini B2B.
Slide dell'intervento di Marco Ruffino - introduzione ai lavori della II sessione Summer School "Affrontare il cambiamento" organizzata al Salerno il 3-4-5 luglio 2013 nell'ambito delle attività di FARE RETE, progetto Capacity SUD.
Accento sull'Italia. I nuovi paradigmi del cambiamento e gli impatti sulla CE...ideaTRE60
ll mondo cambia e le aziende non possono più stare a guardare. I vecchi modelli di business cominciano a scricchiolare, alcuni sono già crollati, e il rischio, per chi non comprende e non si adegua ai nuovi paradigmi, è di perdere competitività. Ridisegnare le strategie aziendali è necessario per la sopravvivenza sul mercato, niente di più e niente di meno. Ma quali sono i nuovi modelli? E come trasformeranno le economie? A queste domande cerca di rispondere Accento sull'Italia, un percorso realizzato da Accenture per interpretare i profondi cambiamenti sociali, economici e culturali già in atto, analizzandoli per preparare i CEO ad anticiparne gli effetti nei vari settori.
Leggi tutto su www.ideaTRE60.it
Lo schema delle sessioni del prossimo Forum CSR 2012. Incentivi alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Quale ruolo per il mercato, le istituzioni e i cittadini?
Per maggiori informazioni http://www.abieventi.it/eventi/1418/forum-csr-2012/
evento on line, Roma 30 settembre 2020
Innovazioni e problematiche di misura connesse alla sostenibilità e per il monitoraggio degli SDGs
A cinque anni dall’approvazione dell’Agenda 2030 e dei relativi Target, gli SDGs hanno assunto un peso sempre maggiore nelle politiche sovranazionali e nazionali, basti ricordare gli indirizzi della nuova Commissione UE. Per il nostro Paese è da sottolineare l’importanza della definizione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile a livello Nazionale e Regionale, che preveda anche il monitoraggio delle azioni attivate. Alla luce di questa evoluzione, si ritiene opportuno focalizzare l’attenzione sulla capacità di misurare l’evoluzione dei diversi aspetti connessi agli Obiettivi dell’Agenda 2030. A tal fine l'Istat produce annualmente due aggiornamenti del sistema di indicatori utili al monitoraggio degli SDGs per l'Italia. L’evento, organizzato da ASviS e Istat, è l’occasione per fare il punto sul monitoraggio degli indicatori e per presentare le innovazioni e le problematiche che si sono riscontrate nello sviluppare tali attività.
Crisi ed evoluzione del business model dei confidi: alcuni spuntiSalvatore Vescina
In questa presentazione molto efficace, Diego Bolognese sintetizza (e per alcuni aspetti nobilita) l'articolo che ha scritto a 4 mani con il sottoscritto e che è il 7° capitolo del Rapporto "I confidi in Italia 2018" dell'Osservatorio Confidi di Torino finanza.
Crisi ed evoluzione del business model dei confidi: alcuni spunti
A cura di Diego Bolognese e Salvatore Vescina
7.1 Introduzione
In queste pagine gli autori hanno deciso di farsi carico di… un compito antipatico. Così è il mestiere dell’anatomopatologo, cui pure tutti dobbiamo molto, perché senza di lui non ci sarebbero stati molti sviluppi in medicina. Fra il 2016 e il 2017 il mercato delle garanzie ha visto l’insorgere delle gravi crisi di due fra i maggiori confidi italiani, entrambi piemontesi: Eurofidi e Unionfidi. Tali crisi sono culminate con la messa in liquidazione di entrambi, che ha avuto notevoli ripercussioni non solo sul mercato delle garanzie locale piemontese, ma in tutto il mercato delle garanzie nazionale. Si analizzano qui alcuni dati disponibili e si formulano alcune ipotesi interpretative. Con la speranza che il ragionamento proposto alla discussione possa giovare al rafforzamento del sistema dei confidi, baluardo decisivo per supportare le imprese di minori dimensioni –oggi le più esposte al razionamento del credito- nella spesso difficile relazione con le banche.
Tali crisi non sono le uniche osservate all’interno del mercato dei confidi negli ultimi anni, ma sono fra le più rappresentative e significative ai fini di un’analisi delle cause e dei “trigger point” finalizzata alla formulazione di ipotesi su come evitare crisi di tale portata nel futuro.
È opinione degli autori che alla base di tali crisi non ci siano solo i fattori esogeni che indubbiamente hanno pesato sul settore e cioè:
• il prezzo della crisi di cui i confidi sono stati, per le micro-piccole imprese e per il sistema bancario, un ammortizzatore decisivo. Con quel che ne è conseguito –di caso in caso- in termini di depauperamento del patrimonio, conseguente deleverage e peggioramento della redditività;
• riduzione dei trasferimenti di risorse pubbliche da parte di alcune Amministrazioni sponsor come conseguenza dei vincoli di bilancio cui queste sono sottoposte;
(....)
Continuare è facile: basta scaricare il Rapporto 2018, gratuitamente, da questo link: https://www.to.camcom.it/osservatorio-confidi
Convegno scientifico Imprese che guardano al futuro tra opportunità e nuove sfide
I primi risultati del censimento permanente delle imprese 2019
Milano, 7 febbraio 2020
Piazza degli Affari Palazzo Mezzanotte – Sala parterre
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
Scenari economici e mercati di sbocco: andamento del settore e politiche per...ANPAL Servizi
A cura di Nadio Delai (Presidente Ermeneia). Seminario di Italia Lavoro (Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
Gestione finanziaria e certificabilità dei bilanci delle strutture socio sani...Nevio Boscariol
Anche nelle strutture socio-sanitarie l'aspetto finanziario è da tempo diventato aspetto essenziale della gestione, sebbene l'evidenza incontrovertibile è recente.
Nella gestione finanziaria è fondamentale il mix degli strumenti finanziari che si usano i quali a loro volta determinano la struttura finanziaria dello Stato Patrimoniale che già nel medio periodo possono determinare la solidità o meno di una struttura socio-sanitaria, gli strumenti tecnico-gestionali per pianificare, monitorare e gestire l'intero ciclo economico e monetario dove rilevanza fondamentale hanno i flussi di cassa. Senza la conoscenza e l'utilizzo degli adeguati strumenti finanziari e di quelli di controllo e gestione dei flussi finanziari è di fatto non possibile governare questi aspetti.
Allo stesso tempo il tema della rappresentazione civilistica del bilancio e la sua certificabilità ha già assunto primaria importanza nei rapporti verso le istituzioni finanziarie e diventerà la norma anche nei rapporti con le Regioni in tema di requisiti per le strutture accredite. La prima regione a rendere obbligatorio tale requisito con delibera n. IX/3856 del 25 luglio 2012 è stata la Lombardia, ma seguiranno anche le altre in tempi diversi.
La rilevazione, realizzata tramite metodologia C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interview), ha previsto la somministrazione di un questionario ad un campione di 420 aziende siciliane, ripartite per Provincia e Macro-settore di attività.
L’indagine ha evidenziato come il tema della Crisi economica sia particolarmente sentito dalle Aziende, interesse tradottosi praticamente in un tasso di rifiuto all’intervista significativamente più contenuto rispetto ad altre indagini B2B.
Slide dell'intervento di Marco Ruffino - introduzione ai lavori della II sessione Summer School "Affrontare il cambiamento" organizzata al Salerno il 3-4-5 luglio 2013 nell'ambito delle attività di FARE RETE, progetto Capacity SUD.
Accento sull'Italia. I nuovi paradigmi del cambiamento e gli impatti sulla CE...ideaTRE60
ll mondo cambia e le aziende non possono più stare a guardare. I vecchi modelli di business cominciano a scricchiolare, alcuni sono già crollati, e il rischio, per chi non comprende e non si adegua ai nuovi paradigmi, è di perdere competitività. Ridisegnare le strategie aziendali è necessario per la sopravvivenza sul mercato, niente di più e niente di meno. Ma quali sono i nuovi modelli? E come trasformeranno le economie? A queste domande cerca di rispondere Accento sull'Italia, un percorso realizzato da Accenture per interpretare i profondi cambiamenti sociali, economici e culturali già in atto, analizzandoli per preparare i CEO ad anticiparne gli effetti nei vari settori.
Leggi tutto su www.ideaTRE60.it
Lo schema delle sessioni del prossimo Forum CSR 2012. Incentivi alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Quale ruolo per il mercato, le istituzioni e i cittadini?
Per maggiori informazioni http://www.abieventi.it/eventi/1418/forum-csr-2012/
evento on line, Roma 30 settembre 2020
Innovazioni e problematiche di misura connesse alla sostenibilità e per il monitoraggio degli SDGs
A cinque anni dall’approvazione dell’Agenda 2030 e dei relativi Target, gli SDGs hanno assunto un peso sempre maggiore nelle politiche sovranazionali e nazionali, basti ricordare gli indirizzi della nuova Commissione UE. Per il nostro Paese è da sottolineare l’importanza della definizione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile a livello Nazionale e Regionale, che preveda anche il monitoraggio delle azioni attivate. Alla luce di questa evoluzione, si ritiene opportuno focalizzare l’attenzione sulla capacità di misurare l’evoluzione dei diversi aspetti connessi agli Obiettivi dell’Agenda 2030. A tal fine l'Istat produce annualmente due aggiornamenti del sistema di indicatori utili al monitoraggio degli SDGs per l'Italia. L’evento, organizzato da ASviS e Istat, è l’occasione per fare il punto sul monitoraggio degli indicatori e per presentare le innovazioni e le problematiche che si sono riscontrate nello sviluppare tali attività.
Crisi ed evoluzione del business model dei confidi: alcuni spuntiSalvatore Vescina
In questa presentazione molto efficace, Diego Bolognese sintetizza (e per alcuni aspetti nobilita) l'articolo che ha scritto a 4 mani con il sottoscritto e che è il 7° capitolo del Rapporto "I confidi in Italia 2018" dell'Osservatorio Confidi di Torino finanza.
Crisi ed evoluzione del business model dei confidi: alcuni spunti
A cura di Diego Bolognese e Salvatore Vescina
7.1 Introduzione
In queste pagine gli autori hanno deciso di farsi carico di… un compito antipatico. Così è il mestiere dell’anatomopatologo, cui pure tutti dobbiamo molto, perché senza di lui non ci sarebbero stati molti sviluppi in medicina. Fra il 2016 e il 2017 il mercato delle garanzie ha visto l’insorgere delle gravi crisi di due fra i maggiori confidi italiani, entrambi piemontesi: Eurofidi e Unionfidi. Tali crisi sono culminate con la messa in liquidazione di entrambi, che ha avuto notevoli ripercussioni non solo sul mercato delle garanzie locale piemontese, ma in tutto il mercato delle garanzie nazionale. Si analizzano qui alcuni dati disponibili e si formulano alcune ipotesi interpretative. Con la speranza che il ragionamento proposto alla discussione possa giovare al rafforzamento del sistema dei confidi, baluardo decisivo per supportare le imprese di minori dimensioni –oggi le più esposte al razionamento del credito- nella spesso difficile relazione con le banche.
Tali crisi non sono le uniche osservate all’interno del mercato dei confidi negli ultimi anni, ma sono fra le più rappresentative e significative ai fini di un’analisi delle cause e dei “trigger point” finalizzata alla formulazione di ipotesi su come evitare crisi di tale portata nel futuro.
È opinione degli autori che alla base di tali crisi non ci siano solo i fattori esogeni che indubbiamente hanno pesato sul settore e cioè:
• il prezzo della crisi di cui i confidi sono stati, per le micro-piccole imprese e per il sistema bancario, un ammortizzatore decisivo. Con quel che ne è conseguito –di caso in caso- in termini di depauperamento del patrimonio, conseguente deleverage e peggioramento della redditività;
• riduzione dei trasferimenti di risorse pubbliche da parte di alcune Amministrazioni sponsor come conseguenza dei vincoli di bilancio cui queste sono sottoposte;
(....)
Continuare è facile: basta scaricare il Rapporto 2018, gratuitamente, da questo link: https://www.to.camcom.it/osservatorio-confidi
Convegno scientifico Imprese che guardano al futuro tra opportunità e nuove sfide
I primi risultati del censimento permanente delle imprese 2019
Milano, 7 febbraio 2020
Piazza degli Affari Palazzo Mezzanotte – Sala parterre
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
Scenari economici e mercati di sbocco: andamento del settore e politiche per...ANPAL Servizi
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Politiche regionali e resilienza: spunti di riflessione dall’esperienza di Regione Lombardia | Antonio Dal Bianco
1. OBIETTIVO: Utilizzare il concetto di resilienza economica regionale per analizzare le politiche di contrasto alla crisi
attuate da Regione Lombardia
POLITICHE REGIONALI E RESILIENZA: SPUNTI DI
RIFLESSIONE DALL’ESPERIENZA DI REGIONE LOMBARDIA
antonio.dal.bianco@eupolislombardia.it
Éupolis Lombardia - Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione
Conclusioni:
Il paradigma della resilienza è utile per offrire una chiave di lettura degli interventi regionali di contrasto alla crisi
La riduzione delle risorse ha determinato un orientamento delle politiche di contrasto alla crisi che fa leva
sull’innovazione e la possibilità di incidere maggiormente sulle trasformazioni del settore produttivo.
RESILIENZA ECONOMICA REGIONALE: LE DIVERSE DEFINIZIONI
Per resilienza economica regionale si intende:
a) la capacità di un territorio o di una regione di ritornare al livello o sulla traiettoria di sviluppo antecedente
allo shock (Hill, 2008).
b) la capacità di adattamento dinamica di un territorio agli shock esterni, capacità che può essere
condizionata dalle traiettorie di sviluppo pre esistenti e che con esso interagiscono (Martin, 2010).
c) la capacità dei territori di riorganizzare le istituzioni e le strutture economiche e sociali per sviluppare
nuovi processi di crescita (Boschma, 2014).
RESILIENZA ECONOMICA REGIONALE: LE DIMENSIONI
1. Resistenza: la vulnerabilità dell’economia regionale alla recessione o a fenomeni di disturbo esterni
2. Recupero : la velocità e la capacitò dell’economia regionale di riportarsi sui livelli (occupazionali,
produttivi etc) precedenti lo shock;
3. Riorientamento: l’ampiezza del cambiamento strutturale che interessa l’economia del territorio
4. Rigenerazione: la capacità di riprendere il percorso di crescita che caratterizzava l’economia regionale
prima dello shock
1
3
2
LE POLITICHE REGIONALI PER LA RESILIENZA Resistenza - Anni 2008-2009:
ricorso massivo alla cassa
integrazione guadagni in deroga per
contenere le ricadute occupazionali e
sociali della crisi economica;
Recupero - Anni 2009-2010:
interventi a sostegno degli
investimenti e dell’accesso al credito
Riorientamento - Anni 2011-2013:
misure orientate a sostenere lo start
up delle imprese innovative e
tecnologiche volte ad accelerare il
ricambio generazionale della base
imprenditoriale
Rigenerazione – Anni 2014 in poi:
strategia di specializzazione
intelligente e politiche industriali per
le industrie emergentiTasso di crescita del PIL (variazione percentuale), anni 2007-2014, Lombardia e Italia
CONFRONTI REGIONALI
La Lombardia ha mostrato di essere una delle regioni italiane più resilienti alle recessioni economiche che
hanno colpito il Paese (Lagravinese, 2014, Lagravinese, 2015, Di Caro, 2015).
La specializzazione manifatturiera della regione che nella fase iniziale ha concorso ad aumentare l’entità dello
shock, si è dimostrata alla lunga uno dei fattori che hanno consentito alla Lombardia di avviare un recupero
dei livelli di attività.
Tra i fattori che spiegano la maggior resilienza della lombarda vanno compresi anche alcune variabili
istituzionali (capitale sociale, imprenditorialità diffusa, etc) e gli interventi attuati dal governo regionale. In
particolare l’estensione della cassa integrazione guadagni si è dimostrata efficace soprattutto nel contrastare
gli effetti sociali di breve periodo della crisi economica, soprattutto in termini di contenimento del tasso di
disoccupazione. Tale politica tuttavia ha drenato notevoli risorse finanziarie creando una riserva di lavoro
inutilizzata. Gli interventi a favore degli investimenti hanno in parte contribuito a rallentare la caduta delle
spese per investimenti in beni materiali delle imprese del settore manifatturiero.
Gli interventi sostegno dell’imprenditorialità (start up e re start), oltre a incentivare il ricambio della base
imprenditoriale dell’economia regionale, dovrebbero contribuire ad accelerare il cambiamento nella struttura
produttiva a favore dei settori più dinamici.
4
ISTAT | MILeS2015 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2015
Milano | 2 ottobre 2015 | Camera di Commercio di Milano - Sala Consiglio