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UNIVERSIT À DEGLI STUDI DELLA TUSCIA FACOLT À DI SCIENZE POLITICHE Corso di laurea in “ Scienze della Comunicazione” L’INDUSTRIA ITALIANA OGGI: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturali Cattedra Politica economica RELATORE Prof. Marco Malgarini CANDIDATO Michele Montanucci ANNO ACCADEMICO 2006/2007
OBIETTIVI DEL LAVORO ,[object Object],[object Object],[object Object]
PROBLEMATICHE ,[object Object],Vista la scarsità di lavori sviluppati su questo argomento Vista la difficoltà nell’analizzare un fenomeno ancora in atto Ci siamo avvalsi del contributo, raccolto mediante intervista scritta, di due autorevoli personaggi del palcoscenico economico italiano Il dottor Sergio De Nardis Dir. Unità Macroeconomia ISAE  Il dottor Matteo Bugamelli Funz. Servizio Studi Banca d’Italia
ANALISI PREVENTIVA Obiettivo Mettere in luce il comportamento del sistema economico italiano rispetto ai principali partner internazionali (Germania, Francia e Stati Uniti) nel periodo che segna il passaggio al nuovo millennio, confrontando i relativi tassi di crescita del PIL Pro Capite Reale Tax di Occupazione Produttività Occupati Quantifica la ricchezza media delle nazioni Occupati in rapporto alla popolazione PIL in rapporto alle persone impiegate nell’economia ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Risultati
In particolare l’Italia in un periodo di stagnante crescita economica … ,[object Object],[object Object],[object Object],Rende meno costoso l’impiego del fattore lavoro rispetto al capitale, creando così un rallentamento dell’intensità di capitale nei processi produttivi e una crescita dell’occupazione in fasi di lenta dinamica del prodotto Porta all’annessione nel mercato del lavoro di un insieme soggetti prima disoccupati e caratterizzati da un minore livello di efficienza e quindi di produttività L’introduzione di una maggiore  flessibilità infatti
UN ANOMALO CICLO ECONOMICO Tra dicembre 2000 e febbraio 2005 economia italiana si imbatte in una violenta crisi, delineando un ciclo economico del tutto  anomalo Sia per intensità Che per durata 49 mesi sfavorevoli quando è stato osservato che in media le fasi recessive sono di 18 mesi A brevi periodi di riduzione dell’attività economica si sono alternate accelerazioni di carattere temporaneo seguite da brusche frenate (false partenze) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
CAUSE SHOCK PERIODO 2000-2005 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Diffondono un clima di incertezza che ha portato alla depressione della spesa per consumi e investimenti Ingresso di nuovi partner nell’economia mondiale che determina cambiamento strutturale nel commercio Pesano i problemi strutturali del nostro apparato produttivo soprattutto in termini di competitività Ritardo nella capacità innovativa del sistema produttivo italiano Scarsa quantità di investimenti nelle attività di R&S, come sottolineato anche da una indagine OCSE Uso poco diffuso delle TIC nel processo produttivo
Tutto ciò ha portato a ipotizzare  la possibilità di un  declino storico irreversibile dell’economia e della società italiana A tale apocalittica ipotesi ha risposto fortunatamente la diffusione della ripresa economica sviluppata a partire dal 2005 Su cosa ha fatto leva tale ripresa?
RIPRESA ECONOMICA 2005-2006 ,[object Object],Spontaneo aggiustamento del sistema produttivo alle pressioni della competizione globale (senza quindi intervento di policy maker), spinto dal rafforzamento del ciclo mondiale e soprattutto da quello tedesco Attuazione, a partire dai primi anni del 2000, di un forte programma di ristrutturazione del sistema industriale Tale ristrutturazione è stata guidata dai settori maggiormente esposti alla concorrenza estera (in primis quello manifatturiero)
In termini di  valore aggiunto  si registra così un’ottima performance nei settori manifatturiero dei servizi delle costruzioni beni di consumo durevoli beni intermedi beni di investimento alcune attività manifatturiere tradizionali La  produttività  non ha invece registrato una performance soddisfacente Cresce nel 2006 appena dello 0,3% dopo essere diminuita dello 0,7% annuo tra il 2001 e il 2005 Industria (+1,2%) Servizi (-0,1%) commercio trasporti che producono per il mercato estero Si registra un divario tra
PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE ,[object Object],[object Object],[object Object],Sviluppato tramite strategie volte a rafforzare i vantaggi competitivi Attuato mediante un maggiore investimento nelle attività di servizio e una riorganizzazione interna delle imprese Sia di attività di produzione Che di attività di commercializzazione Il loro sfruttamento permette di operare in un sistema uniforme e integrato Da ottimi risultati in termini di produttività e competitività  Visti i costi ancora elevati la diffusione si focalizza tra le imprese medio-grandi e a elevato contenuto tecnologico
SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA ,[object Object],[object Object],ITALIA: SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA IN RAPPORTO ALL’UE-7 Abbigliamento Tessile Mobili
[object Object],Le specializzazioni sono rafforzate nei settori tradizionali del Made-in-Italy, in cui l’Italia era già forte nel 2000 Le despecializzazioni sono invece incrementate in quei settori già deboli nel 2000: si tratta di comparti a più elevato contenuto tecnologico Infatti ,[object Object],Questi ultimi hanno rafforzato le loro specializzazioni di partenza Sono riusciti a rafforzarsi anche in settori ad alto contenuto tecnologico in cui la specializzazione era precedentemente carente La manifattura italiana è caratterizzata dalla più forte differenza tra le due code estreme.
FRANCIA: SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA IN RAPPORTO ALL’UE-7 GERMANIA: SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA IN RAPPORTO ALL’UE-7
CONTRIBUTI ,[object Object],[object Object]
Conclusioni in relazione alla domanda di cui alla lettera  a) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
CONTRIBUTI ,[object Object]
Conclusioni in relazione alla domanda di cui alla lettera  b) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],I problemi strutturali del sistema produttivo risiedono soprattutto nelle debolezze che limitano la competitività delle imprese a prescindere dal settore produttivo e dal modello di specializzazione Le imprese devono maggiormente innovarsi, riorganizzarsi in funzione delle nuove tecnologie e produrre beni differenziati dai concorrenti
CONTRIBUTI ,[object Object]
Conclusioni in relazione alla domanda di cui alla lettera  c) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],A un rinnovamento generazionale che ha portato ai posti di comando anche persone più istruite e maggiormente in grado di capire le nuove tecnologie All’aumentare del fenomeno di terziarizzazione delle imprese industriali
CONCLUDENDO … ,[object Object],[object Object],[object Object],Spingere verso una ulteriore diminuzione del peso dell’industria sul totale del valore aggiunto, curando uno speculare sviluppo nel settore dei servizi Confermare i vantaggi comparati nei settori tradizionali, incentivando al tempo stesso la presenza in settori tecnologicamente avanzati
In questo scenario risulterà fondamentale il ruolo della politica economica e industriale La partita della competitività si gioca infatti più a livello di impresa che di settore Dovrà creare modelli maggiormente efficienti al fine di “guarire” i mali propri del sistema imprenditoriale QUINDI: Favorire l’aumento della dimensione d’impresa in quanto quella maggiormente in essere mal si adatta alle possibilità di crescita offertole dal mercato degli scambi internazionali Superare la proprietà di origine familiare, favorendo la diffusione di un capitalismo manageriale Favorire gli investimenti in attività strategiche Spingere le banche verso una maggiore disponibilità al rischio che possa portare alla diffusione di un numero maggiore di investimenti in asset non tangibili Solo così la complessa partita della ristrutturazione potrà essere vinta

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  • 9.
  • 10. In termini di valore aggiunto si registra così un’ottima performance nei settori manifatturiero dei servizi delle costruzioni beni di consumo durevoli beni intermedi beni di investimento alcune attività manifatturiere tradizionali La produttività non ha invece registrato una performance soddisfacente Cresce nel 2006 appena dello 0,3% dopo essere diminuita dello 0,7% annuo tra il 2001 e il 2005 Industria (+1,2%) Servizi (-0,1%) commercio trasporti che producono per il mercato estero Si registra un divario tra
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  • 22. In questo scenario risulterà fondamentale il ruolo della politica economica e industriale La partita della competitività si gioca infatti più a livello di impresa che di settore Dovrà creare modelli maggiormente efficienti al fine di “guarire” i mali propri del sistema imprenditoriale QUINDI: Favorire l’aumento della dimensione d’impresa in quanto quella maggiormente in essere mal si adatta alle possibilità di crescita offertole dal mercato degli scambi internazionali Superare la proprietà di origine familiare, favorendo la diffusione di un capitalismo manageriale Favorire gli investimenti in attività strategiche Spingere le banche verso una maggiore disponibilità al rischio che possa portare alla diffusione di un numero maggiore di investimenti in asset non tangibili Solo così la complessa partita della ristrutturazione potrà essere vinta