A cura di Nadio Delai (Presidente Ermeneia). Seminario di Italia Lavoro (Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
Le politiche pubbliche per lo sviluppo dell’occupazione: investimenti, compe...ANPAL Servizi
A cura di Antonella Marsala (Project Manager EQUIPE2020, Italia Lavoro). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
L’innovazione tecnologica di La Manuelita ANPAL Servizi
A cura di Giordano Torresi (imprenditore). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
La ricerca applicata per l’innovazione tecnologica e produttivaANPAL Servizi
a cura di Andrea Ballarino (Ricercatore ITIA – CNR, Design & Mass Customization Lab). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016, MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La produttività aggregata è vista, da un lato, come risultato delle decisioni tecnologiche e manageriali, fatte dagli imprenditori; d'altro, come la capacità di un'economia di allocare le risorse verso le unità più produttive. Intuitivamente, la produttività aggregata aumenta ogni volta che vengono riallocati i fattori di produzione dall’impresa meno produttiva a quella più produttiva. In questo lavoro ci proponiamo di documentare il contributo dell’efficienza allocativa alla dinamica della produttività aggregata del lavoro in Italia e in Lombardia. La base dati utilizzata per la produzione di tali stime è costituita da un unico set di dati che copre l'universo delle imprese italiane, attive nel settore non-agricolo e non finanziario, per il periodo 2005-2013, costituiscono grazie ad una rinnovata collaborazione tra la Banca d'Italia e l'Istat. L’analisi è realizzata considerando tre tipologie di imprese: permanenti negli anni, entrate e uscite dal sistema produttivo: la componente di riallocazione delle risorse, tra gli operatori permanenti, offre un recupero al calo della produttività media; il contributo netto delle componenti demografiche risulta sempre positivo, in quanto l'uscita di imprese meno produttive compensa l’effetto negativo dell’ingresso di nuove imprese.
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
Le politiche pubbliche per lo sviluppo dell’occupazione: investimenti, compe...ANPAL Servizi
A cura di Antonella Marsala (Project Manager EQUIPE2020, Italia Lavoro). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
L’innovazione tecnologica di La Manuelita ANPAL Servizi
A cura di Giordano Torresi (imprenditore). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
La ricerca applicata per l’innovazione tecnologica e produttivaANPAL Servizi
a cura di Andrea Ballarino (Ricercatore ITIA – CNR, Design & Mass Customization Lab). Seminario di Italia Lavoro (Progetto Equipe 2020): "Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro."
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016, MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La produttività aggregata è vista, da un lato, come risultato delle decisioni tecnologiche e manageriali, fatte dagli imprenditori; d'altro, come la capacità di un'economia di allocare le risorse verso le unità più produttive. Intuitivamente, la produttività aggregata aumenta ogni volta che vengono riallocati i fattori di produzione dall’impresa meno produttiva a quella più produttiva. In questo lavoro ci proponiamo di documentare il contributo dell’efficienza allocativa alla dinamica della produttività aggregata del lavoro in Italia e in Lombardia. La base dati utilizzata per la produzione di tali stime è costituita da un unico set di dati che copre l'universo delle imprese italiane, attive nel settore non-agricolo e non finanziario, per il periodo 2005-2013, costituiscono grazie ad una rinnovata collaborazione tra la Banca d'Italia e l'Istat. L’analisi è realizzata considerando tre tipologie di imprese: permanenti negli anni, entrate e uscite dal sistema produttivo: la componente di riallocazione delle risorse, tra gli operatori permanenti, offre un recupero al calo della produttività media; il contributo netto delle componenti demografiche risulta sempre positivo, in quanto l'uscita di imprese meno produttive compensa l’effetto negativo dell’ingresso di nuove imprese.
L'industria italiana oggi: caratteristiche salienti e cambiamenti strutturaliMichele Montanucci
Il lavoro si è proposto di presentare le caratteristiche che contraddistinguono il sistema economico italiano dai partner internazionali. Attraverso il confronto dei relativi tassi di crescita e dei modelli di specializzazione manifatturiera, si è cercato di capire se l’industria italiana sia riuscita a reagire al lungo periodo di stagnazione dell’attività economica sviluppatosi tra la fine del 2000 e gli inizi del 2005. Sono state così approfondite le cause che limitano la competitività delle imprese italiane all’interno di un mercato sempre più globalizzato e in continua evoluzione.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Accento sull'Italia. I nuovi paradigmi del cambiamento e gli impatti sulla CE...ideaTRE60
ll mondo cambia e le aziende non possono più stare a guardare. I vecchi modelli di business cominciano a scricchiolare, alcuni sono già crollati, e il rischio, per chi non comprende e non si adegua ai nuovi paradigmi, è di perdere competitività. Ridisegnare le strategie aziendali è necessario per la sopravvivenza sul mercato, niente di più e niente di meno. Ma quali sono i nuovi modelli? E come trasformeranno le economie? A queste domande cerca di rispondere Accento sull'Italia, un percorso realizzato da Accenture per interpretare i profondi cambiamenti sociali, economici e culturali già in atto, analizzandoli per preparare i CEO ad anticiparne gli effetti nei vari settori.
Leggi tutto su www.ideaTRE60.it
Nel documento "Crescita, produttività e occupazione: le sfide che l'Italia ha di fronte" , L'associazione bancaria Italiana elenca una serie di priorità di cui il nuovo governo dovrà occuparsi se vuole far ripartire il Paese
I confidi al bivio, spunti per una discussione (13 marzo 2018)Salvatore Vescina
Questo documento non nasce per esprimere un ragionamento organico, ma per supportare una serie di domande in una tavola rotonda. In questa versione il testo è integrato in alcuni passaggi, per renderlo più comprensibile a quanti non erano presenti all'evento del 13 marzo 2018 (X Osservatorio sui confidi di Torino Finanza, presso la CCIAA di Roma in piazza di Pietra) e colgo l'occasione per esprimere alcune mie idee che non possono essere attribuite ad altre persone o istituzioni.
Temi trattati:
- andamento del mercato dei confidi e fattori che hanno pesato sulla dinamica;
- dati attinti dal database del fondo di garanzia per le PMI: a) la relazione tra "garanzia diretta" e "controgaranzia"; b) cosa succede dove le Regioni si avvalgono della "lettera r" restringendo l'operatività del fondo alle sole "controgranzie"? c) la qualità allocativa delle banche e dei confidi a confronto;
- l'accountability dei confidi ponte tra valore e risorse pubbliche;
- spunti sui miglioramenti incrementali al business model dei confidi (in particolare nuovi prodotti e servizi per accrescere i ricavi).
Al giorno d’oggi , L’espansione del commercio internazionale, la nascita di nuove industrie ad alta tecnologia e la diminuzione dei costi di comunicazione stanno intensificando la pressione competitiva. Questo spinge i produttori a cercare di migliorare continuamente i metodi, i processi, i beni e i servizi offerti. Nelle slides condivise viene trattato tale argomento riportando due casi studio: La multinazionale Barilla Spa, e l'azienda a conduzione familiare Vicemoto.
Produttività, salari e contrattazione decentrataMassimo Resce
INAPP - Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche
materiale divulgativo per "I seminari del venerdì"
Summary: Produttività, salari e contrattazione decentrata - Dinamiche in area euro e posizionamento dell'Italia
Il ruolo del CFO per la crescita dimensionale nel middle marketFondazione CUOA
A cura di CUOA Finance (Francesco Gatto, Mirca Toniolo e Bruno Borgia) e KPMG (Manuela Grattoni e Alessandro Ragghianti)
Questa ricerca intende sviluppare una riflessione su alcune “leve” che potrebbero favorire uno sviluppo del middle market in Italia, partendo dal presupposto che il tessuto italiano è composto in assoluta prevalenza da aziende rientranti in tale segmento e che saranno obbligate ad un percorso di crescita per esser competitive sul mercato mondiale. La “leva” che nell’articolo viene esaminata è la crescita del management, con particolare riferimento al ruolo del CFO destinato ad assumere sempre più un ruolo “direzionale” a supporto dell’imprenditore.
Scenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basiParma Couture
Scenari industriali N.6 - PRODUZIONE E COMMERCIO: COME CAMBIA LA GLOBALIZZAZIONE - LA MANIFATTURA ITALIANA RIPARTE SU BUONE BASI.
L’industria manifatturiera italiana ha cominciato a risalire la china, con un passo ancora lento e assai
disomogeneo tra i suoi comparti.
Non si tratta di una falsa partenza, simile alle molte che hanno punteggiato la lunga crisi. Le prospettive
rivelate dai dati e garantite dalle condizioni internazionali favorevoli e dalla politica di bilancio non più
restrittiva sono di consolidamento e progressiva diffusione del recupero.
È un nuovo cominciamento impostato su buone fondamenta, non una semplice ripresa congiunturale.
Perché il contesto esterno e la realtà interna sono molto cambiati nell’arco degli ultimi anni e anzi stanno
ulteriormente mutando quasi sotto i nostri occhi.
Di questi mutamenti profondi e continui le imprese e il sistema tutto devono tener conto, modificando
strategie e adottando politiche adeguate, che abbiano al centro l’industria, motore dello sviluppo.
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamereAlex Kornfeind
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamere. Per il 40% delle imprese italiane, internet non serve Circa la metà delle aziende* non ritiene il digitale uno strumento effettivo di crescita e comunque utile alla propria impresa. (campione analizzato da SWG).
Leggi:
http://www.key4biz.it/ilprincipenudo-per-il-40-delle-imprese-italiane-internet-non-serve/
Sito:
http://www.unioncamere.gov.it/
Twitter:
https://twitter.com/unioncamere
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Accento sull'Italia. I nuovi paradigmi del cambiamento e gli impatti sulla CE...ideaTRE60
ll mondo cambia e le aziende non possono più stare a guardare. I vecchi modelli di business cominciano a scricchiolare, alcuni sono già crollati, e il rischio, per chi non comprende e non si adegua ai nuovi paradigmi, è di perdere competitività. Ridisegnare le strategie aziendali è necessario per la sopravvivenza sul mercato, niente di più e niente di meno. Ma quali sono i nuovi modelli? E come trasformeranno le economie? A queste domande cerca di rispondere Accento sull'Italia, un percorso realizzato da Accenture per interpretare i profondi cambiamenti sociali, economici e culturali già in atto, analizzandoli per preparare i CEO ad anticiparne gli effetti nei vari settori.
Leggi tutto su www.ideaTRE60.it
Nel documento "Crescita, produttività e occupazione: le sfide che l'Italia ha di fronte" , L'associazione bancaria Italiana elenca una serie di priorità di cui il nuovo governo dovrà occuparsi se vuole far ripartire il Paese
I confidi al bivio, spunti per una discussione (13 marzo 2018)Salvatore Vescina
Questo documento non nasce per esprimere un ragionamento organico, ma per supportare una serie di domande in una tavola rotonda. In questa versione il testo è integrato in alcuni passaggi, per renderlo più comprensibile a quanti non erano presenti all'evento del 13 marzo 2018 (X Osservatorio sui confidi di Torino Finanza, presso la CCIAA di Roma in piazza di Pietra) e colgo l'occasione per esprimere alcune mie idee che non possono essere attribuite ad altre persone o istituzioni.
Temi trattati:
- andamento del mercato dei confidi e fattori che hanno pesato sulla dinamica;
- dati attinti dal database del fondo di garanzia per le PMI: a) la relazione tra "garanzia diretta" e "controgaranzia"; b) cosa succede dove le Regioni si avvalgono della "lettera r" restringendo l'operatività del fondo alle sole "controgranzie"? c) la qualità allocativa delle banche e dei confidi a confronto;
- l'accountability dei confidi ponte tra valore e risorse pubbliche;
- spunti sui miglioramenti incrementali al business model dei confidi (in particolare nuovi prodotti e servizi per accrescere i ricavi).
Al giorno d’oggi , L’espansione del commercio internazionale, la nascita di nuove industrie ad alta tecnologia e la diminuzione dei costi di comunicazione stanno intensificando la pressione competitiva. Questo spinge i produttori a cercare di migliorare continuamente i metodi, i processi, i beni e i servizi offerti. Nelle slides condivise viene trattato tale argomento riportando due casi studio: La multinazionale Barilla Spa, e l'azienda a conduzione familiare Vicemoto.
Produttività, salari e contrattazione decentrataMassimo Resce
INAPP - Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche
materiale divulgativo per "I seminari del venerdì"
Summary: Produttività, salari e contrattazione decentrata - Dinamiche in area euro e posizionamento dell'Italia
Il ruolo del CFO per la crescita dimensionale nel middle marketFondazione CUOA
A cura di CUOA Finance (Francesco Gatto, Mirca Toniolo e Bruno Borgia) e KPMG (Manuela Grattoni e Alessandro Ragghianti)
Questa ricerca intende sviluppare una riflessione su alcune “leve” che potrebbero favorire uno sviluppo del middle market in Italia, partendo dal presupposto che il tessuto italiano è composto in assoluta prevalenza da aziende rientranti in tale segmento e che saranno obbligate ad un percorso di crescita per esser competitive sul mercato mondiale. La “leva” che nell’articolo viene esaminata è la crescita del management, con particolare riferimento al ruolo del CFO destinato ad assumere sempre più un ruolo “direzionale” a supporto dell’imprenditore.
Scenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basiParma Couture
Scenari industriali N.6 - PRODUZIONE E COMMERCIO: COME CAMBIA LA GLOBALIZZAZIONE - LA MANIFATTURA ITALIANA RIPARTE SU BUONE BASI.
L’industria manifatturiera italiana ha cominciato a risalire la china, con un passo ancora lento e assai
disomogeneo tra i suoi comparti.
Non si tratta di una falsa partenza, simile alle molte che hanno punteggiato la lunga crisi. Le prospettive
rivelate dai dati e garantite dalle condizioni internazionali favorevoli e dalla politica di bilancio non più
restrittiva sono di consolidamento e progressiva diffusione del recupero.
È un nuovo cominciamento impostato su buone fondamenta, non una semplice ripresa congiunturale.
Perché il contesto esterno e la realtà interna sono molto cambiati nell’arco degli ultimi anni e anzi stanno
ulteriormente mutando quasi sotto i nostri occhi.
Di questi mutamenti profondi e continui le imprese e il sistema tutto devono tener conto, modificando
strategie e adottando politiche adeguate, che abbiano al centro l’industria, motore dello sviluppo.
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamereAlex Kornfeind
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamere. Per il 40% delle imprese italiane, internet non serve Circa la metà delle aziende* non ritiene il digitale uno strumento effettivo di crescita e comunque utile alla propria impresa. (campione analizzato da SWG).
Leggi:
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Sito:
http://www.unioncamere.gov.it/
Twitter:
https://twitter.com/unioncamere
Scenari economici e mercati di sbocco: andamento del settore e politiche per l’internazionalizzazione
1. Le iniziative di Italia Lavoro
Dati, novità e approfondimenti
sulle politiche attive del lavoro
Seminario tecnico Nazionale di
Settore
Bologna, 12-13 maggio 2016
Nadio Delai
Innovare il settore delle calzature: scelte di
impresa, relazioni industriali, politiche attive del
lavoro
SEMINARIO 3/5
Innovare il settore delle calzature: scelte di impresa, relazioni industriali, politiche attive del lavoro
2. Indice
1. L’attraversamento della crisi nelle tesi interpretative dei 7
Shoe Report (2009-2015)
2. Alcuni elementi di forza del sistema calzaturiero
3. Alcuni elementi di debolezza del sistema calzaturiero
4. Il difficile confronto competitivo tra Paesi del Nord Europa
e del Sud Europa
5. Gli elementi di movimento
3. Shoe Report 2009
Si registra il compimento di un ciclo severo come quello della prima metà degli anni 2000 e l’insorgere di nuovi elementi di tensione, a
cavallo tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009: i segnali di inversione di tendenza si sono manifestati a fine 2008 attraverso una
contrazione dell’export a confronto con l’anno precedente ed anzi con i due anni “straordinari” del 2006-2007, l’aumento della Cassa
Integrazione Guadagni ordinaria e straordinaria, il mutamento consistente verso il basso del sentiment delle aziende circa ordinativi,
fatturato, export e clima di fiducia, pur potendo registrare anche dei segnali di tenuta che contribuiscono a disegnare una sorta di “doppia
anima” del mondo delle imprese che affrontano i primi dati di una crisi seria, ma con alle spalle un percorso di qualificazione e di
aggiornamento significativo, iniziato nel 2002 e concluso all’incirca nel 2004-2005 con i due esercizi successivi particolarmente positivi
Si avverte l’esigenza di uscire dalla “fase delle grida” nei confronti della crisi in corso per entrare in quella dell’azione concreta che
richiede comprensione adeguata dei problemi reali che il settore sta affrontando, oltre che per far leva sul nucleo duro dei sentiment di
resistenza e di forza che pure si accompagna alle dichiarazioni dei timori e delle previsioni negative degli imprenditori: l’inversione di
tendenza presenta dunque due facce, quella dei fatti oggettivi che si intrecciano con le opinioni e gli atteggiamenti, ma anche quella della
tenuta e della scommessa sul futuro specie per quanto riguarda la propria impresa
Serve una comprensione più “fine” della realtà effettiva che richiede di prendere atto che ci sono stati alle spalle della crisi dei
cambiamenti paradigmatici del sistema di impresa, i quali hanno generato un apprendimento rilevante da parte di quest’ultima nel corso
degli anni 2002-2005, con l’avvio di un vero e proprio processo di “mutazione genetica” delle imprese che l’attuale crisi accentua ed anzi
impone: tale processo è stato in parte compreso e contemporaneamente attivamente gestito, in parte compreso ma non pienamente
gestito ed applicato da un’altra parte di imprese e ancora in parte non pienamente compreso e nemmeno gestito da parte di queste
ultime
1. L’attraversamento della crisi nelle tesi interpretative
dei 7 Shoe Report (2009-2015) / A
4. Shoe Report 2010
Si registra l’impatto di una crisi seria sul piano della produzione industriale, dell’export, dell’import, della Cassa Integrazione Guadagni, dei consumi
interni delle famiglie oltre che della percezione soggettiva da parte degli imprenditori: con la conseguenza di accentuare il processo di polarizzazione
delle imprese rilevato già l’anno precedente, accentuato dal fatto che la crisi si innesta su processi di più lungo periodo, caratterizzati da una
progressiva riduzione dei fondamentali quantitativi del sistema calzaturiero (con una contrazione del numero di aziende, del numero di addetti, del
numero di paia prodotte, del numero di paia esportate)
Si rileva la presenza tuttavia di una capacità di reazione da parte delle imprese che porta ad una polarizzazione, rispettivamente in alto e in basso,
differenziando le aziende tra loro, pur in presenza di una tenuta di fondo dello spirito imprenditoriale: esso si manifesta anche con una certa
“resistenza” nella riduzione della propria manodopera che non si vuole perdere in vista di una futura ripresa, cui si aggiunge la continua
qualificazione della calzatura che, pur con un minor numero di paia prodotte ed esportate, aumenta il valore della produzione espresso dal prezzo
medio a paio
Comincia a farsi strada la consapevolezza che il superamento della crisi attuale non sarà raggiunto né in tempi brevi né in maniera facile in quanto si
è davanti ad un ciclo di mutazione profonda che investe prodotti, mercati, consumatori e modalità di fare impresa: la conseguenza è che esistono ed
esisteranno aziende diverse tra loro e cioè aziende che corrono perché dinamiche e reattive di fronte alla crisi, aziende che camminano e che
possono subire differenziazioni verso l’alto oppure verso il basso ed aziende che stanno a guardare e che di fatto attendono l’uscita dalla crisi
sperando di ricominciare senza eccessive mutazioni
Shoe Report 2011
Si rileva il cambiamento di segno in positivo della fase attuale rispetto all’anno precedente qualora si guardi ai risultati oggettivi e a quelli soggettivi
degli imprenditori
Emerge un fenomeno di graduale metabolizzazione della crisi da parte del sistema di imprese, le quali dopo più di due anni di attraversamento di
una fase economica problematica hanno dovuto accettare appieno la straordinarietà della crisi stessa, con la conseguenza di dover accettare
gradualmente una mutazione reale della propria azienda
La capacità dell’economia reale del Paese di reagire alla crisi è evidente ed è stata riconosciuta anche fuori Italia, ma ciò non significa replicare il
modello del passato: serve, al contrario, “far rimbalzare in alto” l’economia reale, rendendo quest’ultima più competitiva ed aperta attraverso tre
tipologie di integrazione parallele (integrazione tra soggetti di impresa, integrazione tra processi che trasformino la cultura del “produttore” in cul‐
tura dell’“imprenditore” ed integrazione tra reazione immediata rispetto alla crisi e visione della fase post‐crisi
1. L’attraversamento della crisi nelle tesi interpretative
dei 7 Shoe Report (2009-2015) / B
5. Shoe Report 2012
Emerge una conferma dell’andamento positivo dei risultati, sostenuti dalla forza dell’export
La metabolizzazione della crisi si fa “attiva” da parte delle imprese che hanno adottato le reazioni necessarie rispetto al
ciclo economico, dando vita a processi di trasformazione più radicali e liberando così energie che prima non erano state
ancora pienamente sfruttate
Si coglie tuttavia una preoccupazione latente e/o dichiarata che tende a tramutarsi talvolta in ansia, malgrado i numeri
positivi dell’export, dell’occupazione e degli investimenti si muovano in senso contrario: si palesa così una sorta di
divaricazione tra fatti oggettivi e percezione del clima complessivo che tende alla preoccupazione per una crisi che si
avverte come non ancora pienamente dominata e quindi con molte incognite al suo interno
Shoe Report 2013
Riemerge un rallentamento del trend di crescita rispetto al biennio 2010‐2011
Si fanno più evidenti gli effetti selettivi di una situazione economica che impone alle aziende di interpretare in attacco più
che in difesa i cambiamenti in atto, mentre aumenta il rischio di logoramento della filiera della calzatura italiana
Ma esiste una sostanziale capacità reattiva di fondo del settore malgrado tutto, che però fa capo a quelle aziende che
sanno trarre spunto dalla situazione nuova che si è venuta a creare, cambiando la propria Mappa Mentale di riferimento e
le proprie strategie e i propri comportamenti gestionali
1. L’attraversamento della crisi nelle tesi interpretative
dei 7 Shoe Report (2009-2015) / C
6. Shoe Report 2014
Si registra la tenuta sostanziale del settore calzaturiero si gioca grazie alla forza dell’export che ha compensato
l’andamento negativo del mercato interno, ma ovviamente solo per le aziende significativamente esportatrici
Si rileva un’applicazione più estesa e convinta del meccanismo di resilienza da parte delle imprese rispetto alle difficoltà
incontrate, ma anche con un’accentuazione della polarizzazione delle medesime
Prende corpo un’evoluzione dei distretti, focus del Rapporto 2014, in direzione di una Piattaforma Produttiva Europea
della calzatura di alta qualità in collaborazione con le grandi griffe, che sfida verso l’alto le imprese calzaturiere, ma anche i
soggetti istituzionali italiani ed europei
Shoe Report 2015
La conferma di una reazione costante delle imprese rispetto a un ciclo che ha mostrato un andamento alternante (con
discese, risalite, nuove discese e risalite ulteriori), grazie al traino dell’export che, malgrado tutto, ha tenuto
La progressiva presenza di segnali di trasformazione “selettiva” del modo di operare delle imprese grazie ad una
resilienza agita con continuità che serve ad affrontare l’andamento alternante del ciclo
Un allargamento del processo di internazionalizzazione, utilizzato come leva potente di trasformazione del tessuto
produttivo che si apre rispetto ad ulteriori processi innovativi di contorno (collaborazioni tra imprese, attenzione per l’e‐
commerce, segnali di rilocalizzazione in Italia di attività produttive all’estero)
1. L’attraversamento della crisi nelle tesi interpretative
dei 7 Shoe Report (2009-2015) / D
7. 2. Alcuni elementi di forza del sistema calzaturiero / A
1. Lo spostamento (non da oggi) del settore verso il prodotto medio‐alto (V.a. e N.I.)
2000 2015*
Produzione in quantità (mil. di paia + N.I.) 389,9 100,0 191,2 50,6
Produzione in valore (mld. di euro + N.I.) 8,3 100,0 7,5 90,6
Prezzo medio (in euro + N.I.) 21,2 100,0 38,0 179,3
2. La crescita pressoché continua dell’export (V.a. e N.I.)
2000 2015*
Export in quantità (mil. di paia + N.I.) 362,4 100,0 204,6 56,5
Export in valore (mld. di euro + N.I.) 6,6 100,0 8,6 130,3
Prezzo medio (in euro + N.I.) 18,2 100,0 38,4 210,5
3. Il contributo più che solido al saldo commerciale attivo (V.a. e N.I.)
2000 2015*
Valore del saldo positivo (mld. di euro + N.I.) 1,8 100,0 4,1 227,8
* Preconsuntivo
8. 2. Alcuni elementi di forza del sistema calzaturiero / B
4. Il contributo più che proporzionale del settore calzaturiero al saldo commerciale attivo, rispetto ad
altri settori del Made in Italy
2013
Calzaturiero
Incidenza n. aziende sul totale aziende Made in Italy (a)
Incidenza del saldo commerciale positivo sul totale saldo commerciale
del Made in Italy (b)
Rapporto b/a
1,6%
5,3%
3,3 x
Tessile/Abbigliamento
Incidenza n. aziende sul totale aziende Made in Italy (a)
Incidenza del saldo commerciale positivo sul totale saldo commerciale
del Made in Italy (b)
Rapporto b/a
20,9%
11,9%
0,56 x
Meccanica
Incidenza n. aziende sul totale aziende Made in Italy (a)
Incidenza del saldo commerciale positivo sul totale saldo commerciale
del Made in Italy (b)
Rapporto b/a
50,0%
72,4%
1,4 x
Arredo casa
Incidenza n. aziende sul totale aziende Made in Italy (a)
Incidenza del saldo commerciale positivo sul totale saldo commerciale
del Made in Italy (b)
Rapporto b/a
7,6%
8,6%
1,1 x
5. Altri elementi di tipo qualitativo
Il processo di resilienza continuato
L’intreccio imprenditore/impresa
La “difesa” dei dipendenti
La reinterpretazione, anche agli estremi, del valore del Made in Italy (es.: scarpe sanitarie e scarpe da lavoro)
9. 2. Alcuni elementi di forza del sistema calzaturiero / C
6. Il valore persistente del distretto
Prospettive
Molto +
Abbastanza d’accordo
La necessità del rafforzamento ulteriore dei processi di internazionalizzazione
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce effettivamente ad aiutare le piccole imprese che intendono internazionalizzarsi o
rafforzare il processo di internazionalizzazione già avviato
86,3
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce a superare l’ancora eccessiva concentrazione sugli aspetti produttivi e a sviluppare
adeguatamente le strategie di commercializzazione e distribuzione grazie anche all’inserimento all’interno di filiere distributive
internazionali, legate ai grandi marchi
70,0
Il Distretto ha ancora un senso se esiste un’azienda o un gruppo leader di riferimento (italiano o straniero), che risultano proiettati
sui mercati internazionali
64,9
L’esigenza di interpretare le nuove “ondate” dei consumatori e degli stili di consumo
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce a cavalcare con prodotti calzaturieri adeguati il grande processo di crescita delle nuove
classi medie dei Paesi emergenti, mentre quelle dell’Europa si stanno impoverendo
78,6
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce a interpretare in positivo la relativa “stanchezza” nei confronti delle griffe da parte del
segmento alto del consumatore, recuperando la capacità di “industrializzare” la qualità artigianale del prodotto
70,1
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce a rispondere positivamente al ciclo di invecchiamento della popolazione europea,
fornendo prodotti adeguati a persone via via più mature (con particolare attenzione al benessere del piede, ma anche al contenuto
di stile della calzatura)
67,5
La necessità di qualificare la subfornitura e di richiamare forze fresche
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce non solo a manutenere, ma anche a far crescere la filiera dei subfornitori a livello
distrettuale ed extradistrettuale (curandone gli aspetti di qualità della produzione, di ricambio della manodopera e di accesso al
credito)
90,6
Il Distretto ha ancora un senso se si riesce ad innescare un processo di nuova imprenditorialità tra gli operatori e soprattutto tra i
giovani
88,0
Il Distretto ha ancora un senso se si interrompe il processo di impoverimento progressivo delle professionalità presenti e del loro
mancato ricambio (e “richiamo” nei confronti dei giovani)
87,2
Fonte: Shoe Report/2014, tabella 10, pag. 121
10. 3. Alcuni elementi di debolezza del sistema calzaturiero
La polarizzazione delle imprese
La soglia dimensionale contenuta, ma in crescita
L’eccessiva identificazione imprenditore/impresa
Il cambiamento repentino dei mercati (Russia)
La debolezza dei distretti che non si reinterpretano
La difficoltà nel ristabilire il ricambio delle risorse umane
11. La competizione nell’ambito calzaturiero tra Paesi del Nord e Paesi del Sud Europa
4. Il difficile confronto competitivo tra Paesi del Nord
Europa e del Sud Europa
Paese
Produzione
(milioni di
paia)
Import
(milioni
di paia)
Consumo*
(milioni
di paia)
Export
(milioni
di paia)
Rapporto
Export/
Produzione
Rapporto
Import/
Produzione
Paesi Bassi 1 253 98 156 156,0 253,0
Belgio 1 252 57 196 196,0 252,0
Regno Unito 5 586 447 144 28,8 117,2
Austria 2 76 53 25 12,5 38,0
Irlanda 1 31 28 4 4,0 31,0
Germania 28 567 408 187 6,7 20,3
Repubblica Ceca 5 99 52 52 10,4 19,8
Francia 25 465 402 88 3,5 18,6
….
Italia 202 303 285 220 1,1 1,5
Bulgaria 14 19 20 13 0,9 1,4
Romania 50 67 64 53 1,1 1,3
Ungheria 20 24 25 19 1,0 1,2
Portogallo 75 50 51 74 1,0 0,7
…
Totale UE28 604
variazione% 2013/2012 3,1%
Fonte: Cfr. Shoe Report 2015, pag. 297
12. 5. Alcuni elementi di movimento del sistema calzaturiero
I casi di rilocalizzazione produttiva in Italia
L’apertura verso l’e‐commerce
La saldatura tra fabbrica 4.0 e il prodotto artigianale di qualità
Il rating di filiera
L’industrializzazione della personalizzazione
13. Grazie per l’attenzione
Bologna 12-13 aprile 2016
Nadio Delai
EQuIPE 2020
Italia Lavoro S.p.A
Via Guidubaldo Del Monte, 60 - 00197 Roma
amarsala@italialavoro.it