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Michelangelo Buonarotti
●Michelangelo Buonarotti
nacque a Caprese il 6
Marco del 1475.
●E' stato un importante
pittore scultore architetto e
poeta del Rinascimento
italiano.
●Lo studio delle sue opere
segnò le generazioni
successive, dando vita, con
altri modelli, a una scuola
che fece arte "alla maniera"
sua e che va sotto il nome
di manierismo.
Bacco: 1496-1497
Appartenente ad una
famiglia di piccola nobiltà,
Michelangelo ebbe la
possibilità di frequentare
la scuola di Domenico
Ghirlandaio col quale
però non andò mai
d'accordo. L' attività della
bottega non
corrispondeva al carattere
di Michelangelo che
lavorava sempre in
solitudine, è in questo
periodo in cui egli studiò
la cultura quattrocentesca
fiorentina e in particolare
pittori come Masaccio
Il Tondo Doni, galleria degli Uf
Dopo un solo anno nella bottega
del Ghirlandaio, Michelangelo
si allontanò per accedere al giardino
di casa Medici. E' proprio in questo
ambiente che l'artista matura la sua
idea della bellezza dell'arte: anche
per lui come per gli altri artisti
rinascimentali l'arte è imitazione della
natura e attraverso lo studio di essa
si arriva alla bellezza, ma a differenza
degli altri lui pensa che non bisogna
imitare fedelmente la natura ma trarre
da questa le cose migliori in modo
da arrivare ad una bellezza superiore
a quella esistente in natura.
Disegno preparatorio
Nel 1496 lasciò la città di Firenze e si trasferì a Roma dove su commissione
del cardinale Jean Bilheres realizzò la Pietà. Il gruppo scultoreo rappresenta la Madonna
con in grembo Cristo senza vita.
Per Michelangelo la scultura era una pratica particolare secondo la quale l'artista
aveva il compito di liberare dalla pietra le figure che vi sono già imprigionate,
per questo egli considerava la vera scultura quella "per via di togliere" cioè di
togliere dal blocco di pietra le schegge di marmo.
Nel 1501, tornato a Firenze,
gli viene commissionata una scultura
rappresentante il David che doveva
essere collocata presso il duomo.
Per la sua realizzazione gli venne
affidato un blocco di marmo che
era già stato usato da Agostino
di Duccio.
L'opera rappresenta David nell'attimo
precedente lo scaglio della pietra, sono
evidenti nelle membra, nelle vene a fior di
pelle la tensione e la concentrazione che
precedono l'azione. Il David fu collocato davanti
il Palazzo Vecchio, oggi il suo posto è occupato
da una copia, mentre l'originale si trova
all'Accademia di Belle Arti.
La Pietà
Durante il primo soggiorno romano di Michelangelo, dal 1496 al 1501, l'artista
strinse un rapporto di amicizia e collaborazione col banchiere Jacopo Galli,
che fece da intermediario e garante in diverse commissioni legate a un gruppo
di cardinali. Una delle più prestigiose fu quella per la Pietà marmorea per
il cardinale francese Jean de Bilhères,
ambasciatore di Carlo VIII presso papa
Alessandro VI, destinata alla cappella di
Santa Petronilla. Qui il cardinale venne
effettivamente poi sepolto, facendo
pensare che l'opera fosse originariamente
destinata al suo monumento funebre
L'iconografia della Pietà veniva tradizionalmente risolta in uno schema piuttosto
rigido, con la contrapposizione
tra il busto eretto e verticale
di Maria e il corpo irrigidito in
posizione orizzontale di Gesù:
tale organizzazione influenzava
anche la pittura,
come si vede ad esempio
nella Pietà di Pietro Perugino
(1483-1493 circa).
Michelangelo innovò invece la tradizione
concependo il corpo di Cristo come
mollemente adagiato sulle gambe di
Maria con straordinaria naturalezza,
privo della rigidità delle rappresentazioni
precedenti e con un'inedita compostezza
di sentimenti. Le due figure sembrano
fondersi in un momento di toccante intimità,
dando origine a un'originale composizione
piramidale, raccordate dall'ampio panneggio
sulle gambe di Maria, dalle pieghe pesanti
e frastagliate, generanti profondi effetti di
chiaroscuro. Fortemente espressivo è anche i
l gesto della mano sinistra, che pare invitare lo spettatore a meditare sulla rappresentazione
davanti ai suoi occhi, secondo le pratiche di meditazione concentrata e dolente di ispirazione
savonaroliana.
Il livello di finitezza dell'opera è estremo,
soprattutto nel modellato anatomico del
corpo di Cristo, con effetti di levigatura
e morbidezza degni della statuaria in
cera, come il dettaglio della carne
tra il braccio e il costato, modificata
dalla salda presa di Maria opposta al peso
del corpo abbandonato. La bellezza
della statua risiede forse proprio nel
naturalismo straordinariamente virtuoso
della scena, fuso con un'idealizzazione
e una ricerca formale tipica del Rinascimento,
e un notevole spessore psicologico e morale.
Rachele è una scultura marmorea (h 209 cm),
databile al 1542 circa e conservata nella
basilica di San Pietro in Vincoli a Roma,
tra le statue della tomba di Giulio II.
Con la Lia, la statua di Rachele andò a
completare la decorazione dell'ultima
versione del monumento funebre a papa
Giulio II del 1542-1545, opera
travagliatissima a cui l'artista aveva
lavorato per quasi quarant'anni.
Rachele, eroina biblica, è raffigurata
come una donna incappucciata avvolta
da un lungo e pesante mantello, il cui
panneggio aderisce al corpo con pieghe
lunghe e frastagliate, con l'effetto bagnato.
Con gli occhi si rivolge al cielo, compiendo
una misurata torsione, e tiene le mani giunte nella posizione tipica della Speranza.
Rachele

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Michelangelo chiara modificata

  • 2. ●Michelangelo Buonarotti nacque a Caprese il 6 Marco del 1475. ●E' stato un importante pittore scultore architetto e poeta del Rinascimento italiano. ●Lo studio delle sue opere segnò le generazioni successive, dando vita, con altri modelli, a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo. Bacco: 1496-1497
  • 3. Appartenente ad una famiglia di piccola nobiltà, Michelangelo ebbe la possibilità di frequentare la scuola di Domenico Ghirlandaio col quale però non andò mai d'accordo. L' attività della bottega non corrispondeva al carattere di Michelangelo che lavorava sempre in solitudine, è in questo periodo in cui egli studiò la cultura quattrocentesca fiorentina e in particolare pittori come Masaccio Il Tondo Doni, galleria degli Uf
  • 4. Dopo un solo anno nella bottega del Ghirlandaio, Michelangelo si allontanò per accedere al giardino di casa Medici. E' proprio in questo ambiente che l'artista matura la sua idea della bellezza dell'arte: anche per lui come per gli altri artisti rinascimentali l'arte è imitazione della natura e attraverso lo studio di essa si arriva alla bellezza, ma a differenza degli altri lui pensa che non bisogna imitare fedelmente la natura ma trarre da questa le cose migliori in modo da arrivare ad una bellezza superiore a quella esistente in natura. Disegno preparatorio
  • 5. Nel 1496 lasciò la città di Firenze e si trasferì a Roma dove su commissione del cardinale Jean Bilheres realizzò la Pietà. Il gruppo scultoreo rappresenta la Madonna con in grembo Cristo senza vita. Per Michelangelo la scultura era una pratica particolare secondo la quale l'artista aveva il compito di liberare dalla pietra le figure che vi sono già imprigionate, per questo egli considerava la vera scultura quella "per via di togliere" cioè di togliere dal blocco di pietra le schegge di marmo.
  • 6. Nel 1501, tornato a Firenze, gli viene commissionata una scultura rappresentante il David che doveva essere collocata presso il duomo. Per la sua realizzazione gli venne affidato un blocco di marmo che era già stato usato da Agostino di Duccio. L'opera rappresenta David nell'attimo precedente lo scaglio della pietra, sono evidenti nelle membra, nelle vene a fior di pelle la tensione e la concentrazione che precedono l'azione. Il David fu collocato davanti il Palazzo Vecchio, oggi il suo posto è occupato da una copia, mentre l'originale si trova all'Accademia di Belle Arti.
  • 7. La Pietà Durante il primo soggiorno romano di Michelangelo, dal 1496 al 1501, l'artista strinse un rapporto di amicizia e collaborazione col banchiere Jacopo Galli, che fece da intermediario e garante in diverse commissioni legate a un gruppo di cardinali. Una delle più prestigiose fu quella per la Pietà marmorea per il cardinale francese Jean de Bilhères, ambasciatore di Carlo VIII presso papa Alessandro VI, destinata alla cappella di Santa Petronilla. Qui il cardinale venne effettivamente poi sepolto, facendo pensare che l'opera fosse originariamente destinata al suo monumento funebre
  • 8. L'iconografia della Pietà veniva tradizionalmente risolta in uno schema piuttosto rigido, con la contrapposizione tra il busto eretto e verticale di Maria e il corpo irrigidito in posizione orizzontale di Gesù: tale organizzazione influenzava anche la pittura, come si vede ad esempio nella Pietà di Pietro Perugino (1483-1493 circa).
  • 9. Michelangelo innovò invece la tradizione concependo il corpo di Cristo come mollemente adagiato sulle gambe di Maria con straordinaria naturalezza, privo della rigidità delle rappresentazioni precedenti e con un'inedita compostezza di sentimenti. Le due figure sembrano fondersi in un momento di toccante intimità, dando origine a un'originale composizione piramidale, raccordate dall'ampio panneggio sulle gambe di Maria, dalle pieghe pesanti e frastagliate, generanti profondi effetti di chiaroscuro. Fortemente espressivo è anche i l gesto della mano sinistra, che pare invitare lo spettatore a meditare sulla rappresentazione davanti ai suoi occhi, secondo le pratiche di meditazione concentrata e dolente di ispirazione savonaroliana.
  • 10. Il livello di finitezza dell'opera è estremo, soprattutto nel modellato anatomico del corpo di Cristo, con effetti di levigatura e morbidezza degni della statuaria in cera, come il dettaglio della carne tra il braccio e il costato, modificata dalla salda presa di Maria opposta al peso del corpo abbandonato. La bellezza della statua risiede forse proprio nel naturalismo straordinariamente virtuoso della scena, fuso con un'idealizzazione e una ricerca formale tipica del Rinascimento, e un notevole spessore psicologico e morale.
  • 11. Rachele è una scultura marmorea (h 209 cm), databile al 1542 circa e conservata nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, tra le statue della tomba di Giulio II. Con la Lia, la statua di Rachele andò a completare la decorazione dell'ultima versione del monumento funebre a papa Giulio II del 1542-1545, opera travagliatissima a cui l'artista aveva lavorato per quasi quarant'anni. Rachele, eroina biblica, è raffigurata come una donna incappucciata avvolta da un lungo e pesante mantello, il cui panneggio aderisce al corpo con pieghe lunghe e frastagliate, con l'effetto bagnato. Con gli occhi si rivolge al cielo, compiendo una misurata torsione, e tiene le mani giunte nella posizione tipica della Speranza. Rachele