Una figura mancante nel panorama regionale. L'infermiere di Famiglia potrebbe essere l’anello di congiunzione mancante tra i medici di medicina generale ed il paziente per l’assistenza quotidiana. Un progetto ambizioso che offrirebbe servizi infermieristici domiciliari, una reperibilità 24 ore su 24, assistenza notturna e prelievi domiciliari con consegna e lettura referti adeguando il servizio alle esigenze caso per caso.
“Non si tratta solo di mera assistenza, di semplici punture o esecuzioni di manovre fini a se stesse . L' Infermiere di Famiglia potrebbe prendersi cura della persona ed essere, l’interfaccia tra ospedale e malato, tra medico e paziente, cercando di offrire sempre il meglio alle persone. Abbiamo gettato le basi per questo esperimento pioneristico e l’auspicio sarà quello di andare verso la direzione dell’ambulatorio infermieristico di riferimento, che ancora non esiste. Un infermiere di famiglia che affianchi il medico, una reale esigenza del nostro territorio”.
L’idea nasce proprio durante il corso di studi di Enza che coinvolge Francesco e Giuseppe, prendendo spunto da esperienze in altre regioni di Italia: Trentino, Emilia Romagna e Toscana. Mettendo a frutto tutto il sapere appreso negli anni, hanno valutato i reali bisogni del territorio.
“Siamo convinti che l’infermiere di comunità sia un importante tassello per costruire la sanità del futuro, attenta ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini. L’infermiere è un professionista della salute che, in collaborazione con il Medico, può essere di aiuto alle famiglie che hanno bisogno di un sostegno assistenziale, educativo, riabilitativo in tempi in cui i tagli alla sanità hanno imposto la chiusura di molti ospedali, creando il sovraffollamento di quelli rimasti mettendo a serio rischio la garanzia dei LEA "livelli essenziali dell'assistenza". Siamo convinti che questa è una delle strade per potenziare la medicina di territorio aumentando il livello di efficacia del sistema sanitario”.
Una figura mancante nel panorama regionale. L'infermiere di Famiglia potrebbe essere l’anello di congiunzione mancante tra i medici di medicina generale ed il paziente per l’assistenza quotidiana. Un progetto ambizioso che offrirebbe servizi infermieristici domiciliari, una reperibilità 24 ore su 24, assistenza notturna e prelievi domiciliari con consegna e lettura referti adeguando il servizio alle esigenze caso per caso.
“Non si tratta solo di mera assistenza, di semplici punture o esecuzioni di manovre fini a se stesse . L' Infermiere di Famiglia potrebbe prendersi cura della persona ed essere, l’interfaccia tra ospedale e malato, tra medico e paziente, cercando di offrire sempre il meglio alle persone. Abbiamo gettato le basi per questo esperimento pioneristico e l’auspicio sarà quello di andare verso la direzione dell’ambulatorio infermieristico di riferimento, che ancora non esiste. Un infermiere di famiglia che affianchi il medico, una reale esigenza del nostro territorio”.
L’idea nasce proprio durante il corso di studi di Enza che coinvolge Francesco e Giuseppe, prendendo spunto da esperienze in altre regioni di Italia: Trentino, Emilia Romagna e Toscana. Mettendo a frutto tutto il sapere appreso negli anni, hanno valutato i reali bisogni del territorio.
“Siamo convinti che l’infermiere di comunità sia un importante tassello per costruire la sanità del futuro, attenta ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini. L’infermiere è un professionista della salute che, in collaborazione con il Medico, può essere di aiuto alle famiglie che hanno bisogno di un sostegno assistenziale, educativo, riabilitativo in tempi in cui i tagli alla sanità hanno imposto la chiusura di molti ospedali, creando il sovraffollamento di quelli rimasti mettendo a serio rischio la garanzia dei LEA "livelli essenziali dell'assistenza". Siamo convinti che questa è una delle strade per potenziare la medicina di territorio aumentando il livello di efficacia del sistema sanitario”.
Presentación realizada por Pastora Pérez, del Observatorio para la Seguridad del Paciente, en la I Jornada de coordinación sociosanitaria, celebrada en la Escuela de Salud Pública de Andalucía.
La riabilitazione residenziale extraospedalieraFranco Pesaresi
Slides presentate al convegno di Ascoli Piceno dell' 1/6/2019. Le slides i delineano il quadro delle strutture residenziali di riabilitazione sia in campo nazionale che nella regione Marche.
In caso di difficoltà nello scaricare le slides, in subordine, si può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Apresentação feita pela assessora técnica do CONASS, Viviane Rocha de Luiz, durante o debate sobre o financiamento do SUS, no XXX Congresso Nacional de Secretarias Municipais de Saúde, realizado em Serra/ES, entre os dias 01 e 04 de junho de 2014.
CONASS Debate - Inovação na Atenção Ambulatorial Especializada - Brasília, 6 de agosto de 2015
Apresentação da diretora do Núcleo de Descentralização do SUS da Secretaria de Estado da Saúde do Paraná, Marise Dalcuche, a respeito da implantação do Modelo de Atenção às Condições Crônicas (MACC) no estado
Presentación realizada por Pastora Pérez, del Observatorio para la Seguridad del Paciente, en la I Jornada de coordinación sociosanitaria, celebrada en la Escuela de Salud Pública de Andalucía.
La riabilitazione residenziale extraospedalieraFranco Pesaresi
Slides presentate al convegno di Ascoli Piceno dell' 1/6/2019. Le slides i delineano il quadro delle strutture residenziali di riabilitazione sia in campo nazionale che nella regione Marche.
In caso di difficoltà nello scaricare le slides, in subordine, si può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Apresentação feita pela assessora técnica do CONASS, Viviane Rocha de Luiz, durante o debate sobre o financiamento do SUS, no XXX Congresso Nacional de Secretarias Municipais de Saúde, realizado em Serra/ES, entre os dias 01 e 04 de junho de 2014.
CONASS Debate - Inovação na Atenção Ambulatorial Especializada - Brasília, 6 de agosto de 2015
Apresentação da diretora do Núcleo de Descentralização do SUS da Secretaria de Estado da Saúde do Paraná, Marise Dalcuche, a respeito da implantação do Modelo de Atenção às Condições Crônicas (MACC) no estado
Dimissioni precoci, telemedicina e dispositivi wearable in Chirurgia ASL TO3 ...martaunito
Il progetto di dimissioni precoci, telemedicina e dispositivi wearable in Chirurgia è il risultato della sinergia tra impiego di tecnologie innovative in chirurgia, sviluppo di una terapia per il controllo del dolore post-operatorio al domicilio e collaborazione integrata tra gli infermieri dell'Ospedale e del Territorio. Si intende implementare il progetto nei casi di interventi per neoplasia della prostata trattata con prostatectomia radicale in Day Surgery con pernottamento di un solo giorno, del colon o delle cavità nasali.
È prevista la collaborazione con il Politecnico di Torino per adottare soluzioni tecnologiche che rispondano alle necessità clinico assistenziali e di sicurezza (device indossabili, sistemi e strumenti di monitoraggio in remoto del paziente...).
In definitiva il progetto apre la strada verso una Sanità moderna: miglior utilizzo e valorizzazione delle risorse umane, scambio di competenze, apertura a collaborazioni di eccellenza che consentano di adeguare alla modernità i percorsi di cura.
l progetto PICASSO nasce dalla esigenza di dare una risposta innovativa in termini organizzativi e professionali ai bisogni dei pazienti anziani e fragili partendo dalle soluzioni individuate a livello regionale.
+VITA è l’innovativo modello di gestione della ASL di Latina rivolto ai pazienti cronici volto a favorire una precoce individuazione del problema di salute e una corretta programmazione del percorso di cura nel rispetto dei principi di presa in carico e continuità assistenziale, senza orizzonte temporale.
Rappresenta un modello di governo dei percorsi di uscita dalla fase ospedaliera acuta del paziente alla fase post acuta, ma anche di gestione di episodi di riacutizzazione che si verificano sul Territorio al fine di evitare un ricovero improprio, garantendo equità di fruizione delle risorse disponibili. Dà impulso alla comunicazione bidirezionale ospedale/territorio e nel tempo lo sviluppo della Centrale della Cronicità prevederà , con elaborazione di specifico regolamento , anche la attivazione diretta degli operatori in servizio per attività non programmate e/o non differibili. Risponde alla necessità della creazione di una vera rete a cui si possa accedere da un punto qualsiasi dell’Azienda, ottenendo risposte eque ed appropriate.
Integrazione ospedale - territorio il paziente è al centro.
Un progetto per rispondere in maniera capillare alle esigenze di informatizzazione di tutto il processo di continuità della cura .
Modelli di gestione del Diabete/Models of management of DiabetesFabio Baccetti
Escursus sui vari modelli regionali di gestione integrata del Diabete/Excursus on the various italian regional models of integrated management of Diabetes
L’esperienza del COVID sarà difficile da dimenticare, tanti sono stati gli avvenimenti che si sono susseguiti e che hanno cambiato sensibilmente il nostro modo di vivere e di lavorare. Il volume , attraverso il racconto dei protagonisti, i dati e una raccolta di immagini fotografiche, vuole esprimere in che modo l’ASST Rhodense ha dovuto e saputo far fronte a questo cambiamento. Come i professionisti hanno vissuto questa esperienza in prima persona, come l’organizzazione ha dovuto reinventare il proprio modo di operare, quali sono le tracce indelebili che rimarranno di questa esperienza e quali le prospettive future.
Questo libro è dedicato a tutte le persone che hanno collaborato e che sono a tutt’oggi impegnate nella gestione dell’emergenza sanitaria.
Per scaricare il libro gratuitamente cliccare sul titolo qui di seguito:
L’esperienza della ASST Rhodense durante la Pandemia da Sars-Cov-2
https://www.medicinanarrativa.eu/medicina-narrativa-istud/rassegna-stampa/lesperienza-della-asst-rhodense-durante-la-pandemia-da-sars-cov-2#form
La rubrica 360° è dedicata all’analisi del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 e nelle pagine successive troviamo numerosi articoli che interessano la professione medica e odontoiatrica.
2. In Toscana la legge regionale n°22 (08/03/2000) e la successiva n°40 (24/02/2005) prevedono la strutturazione delle attività ospedaliere in aree differenziate suddivise per complessità ed intensità di cura: Bassa complessità; Media complessità; Alta complessità; Area intensiva.
3. Bassa intensità di cura Filtro fra la struttura ospedaliera e quella territoriale; Presa in carico da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; Bassa osservazione medica ed infermieristica; Degenza. Tempi brevi (da 1 a 5 giorni); Day hospital, daysurgery; In carico ai servizi territoriali.
4. Media intensità di cura Filtro fra territorio, pronto soccorso e struttura ospedaliera; Presa in carico da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; Osservazione medica ed infermieristica di media intensità; Degenza dai 3 ai 10 giorni; Pazienti di chirurgia, medicina, cardiologia ed ortopedia; Medico di famiglia coinvolto nel post-degenza.
5. Alta intensità di cura Filtro fra pronto soccorso e struttura ospedaliera o eventi acuti territoriali; Velocizzazione della presa in carico del medico Tutor e dell’infermiere referente; Alta osservazione medica ed infermieristica; Degenza media e lunga (oltre i 10 giorni); Applicazione di discipline mediche e chirurgiche integrate; Dimissione verso strutture riabilitative territoriali; Infermiere referente e medico di famiglia seguono il percorso post-degenza.
6. Area intensiva Presa in carico diretta di pazienti cardiologici, traumatizzati o post-chirurgici da parte del medico Tutor e dell’infermiere referente; Altissima osservazione medica ed infermieristica; Uso di tecnologie mediche e chirurgiche integrate; Degenza senza tempistica certa (oltre i 15 giorni); Uso di tutti i supporti delle strutture territoriali durante la post-degenza.
9. In questa organizzazione Consolidamento dell’offerta territoriale; Miglioramento della capacità di filtro verso l’accesso all’ospedale; Potenziamento delle figure del medico di medicina generale e dell’infermiere territoriale.
10. Cambiano le modalità assistenzialied il regime di ricovero Superamento graduale dei reparti differenziati secondo la disciplina specialistica
12. L’OSPEDALE NON SARA’ PIU’ IL LUOGO DOVE, SECONDO LA PATOLOGIA, IL PAZIENTE SARA’ INSERITO MA DIVENTERA’ INGRANAGGIO DI UNA RETE CHE SI SVILUPPA NEL TERRITORIO (AREA VASTA)
13. NEL PERCORSO ASSISTENZIALE IL PAZIENTE, CHE DOVREBBE RICOPRIRE UN RUOLO CENTRALE, IN REALTA’ DOVRA’ “INSEGUIRE” LE VARIE STRUTTURE SINO AD ARRIVARE ALLA CURA
14. NON POSSIAMO: ESSERE CONTRARI AD UN MIGLIOR SVILUPPO DEI SERVIZI TERRITORIALI E DI AREA VASTA SE NON AL PREZZO DI UNA: RIDUZIONE DEL PERSONALE; CHIUSURA DELLE PICCOLE REALTA’ OSPEDALIERE; CARENZA DI MEDICINA PREVENTIVA.
15. IL NUOVO MODELLO OSPEDALIERO SUPERA LE TRADIZIONALI MODALITA’ DI ASSISTENZA; LAVORA PER PROCESSI AD ALTA INTEGRAZIONE MULTIDISCIPLINARE; RIORGANIZZA E DIFFERENZIA LE RESPONSABILITA’ CLINICHE E GESTIONALI.
16. DIREZIONE INFERMIERISTICA RIORGANIZZAZIONE DEL PERCORSO ASSISTENZIALE E STIMA DEL FABBISOGNO DI PERSONALE DI ASSISTENZA SECONDO IL MODELLO “PER PRESA IN CARICO” CORRELATA ALLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE STIMATA PER AREE DI INTENSITA’
17. NUOVO MODELLO ASSISTENZIALE PRIMARY NURSING (Ospedale ed assistenza domiciliare); Introduzione di nuove figure di “Coordinamento d’Area Funzionale”; Individuazione ed adozione di una cartella integrata unica per paziente;
18. PRIMARY NURSE L’infermiere referente del paziente si assume la responsabilità dell’impostazione del programma assistenziale nonché dei risultati, anche oltre la dimissione.
19. INFERMIERE ASSOCIATO EROGA LE PRESTAZIONI SECONDO IL PROGRAMMA; PUO’ SOSTITUIRE IL PRIMARY NURSE IN CASO D’ASSENZA.
20. OSS EROGA L’ASSISTENZA DI BASE ATTRIBUITAGLI DALL’INFERMIERE ASSOCIATO ULTERIORE BUROCRATIZZAZIONE DELLA FIGURA INFERMIERISTICA. NON E’ MOLTO CHIARA LA FIGURA DELL’OSS. SLITTAMENTO DI COMPETENZE E RESPONSABILITA’ DAL MEDICO ALL’INFERMIERE.
21. CARTELLA CLINICA INTEGRATA FRUIBILE DA TUTTI GLI OPERATORI COINVOLTI; CHE ACCOMPAGNI IL PAZIENTE ATTRAVERSO TUTTE LE FASI DELL’INTENSITA’ DI CURA; CHE AGEVOLI LA PIANIFICAZIONE MULTIDISCIPLINARE E MULTIPROFESSIONALE DELL’ASSISTENZA.
22. UNA CARTELLA CLINICA CHE NON SIA LEGATA UNICAMENTE ALL’UTENTE O LEGGIBILE SOLO DAL PERSONALE DEL REPARTO CHE OFFRE ASSISTENZA ALL’UTENTE MA SIA COMPRENSIBILE ANCHE A CHI, COME MEDICI, INFERMIERI ED OSS AVVICININO IL PAZIENTE IN QUALSIASI FASE DELL’INTENSITA’ DI CURA
23. OSPEDALI SEMPRE PIU’ PER “ACUTI” ED A CRESCENTE CONTENUTO TECNOLOGICO J INTERDIPENDENZA COMPLEMENTARIETA’ ORGANIZZAZIONE A RETE
24. RETE PUBBLICO PRIVATO RAPPORTO CON PRIVATO SOCIALE CITTA’ E CITTADINI ASSOCIAZIONISMO TERZO SETTORE AUTOCURA
25. NUOVI RUOLI SANITARI MENAGEMENT MEDICO TUTOR INFERMIERE MANAGER PRESA IN CARICO COORDINATORE DI AREA PERSONALIZZATA GLOBALE INFERMIERE ASSOCIATO COORDINATORE DI SETTING INTEGRATA OSS - OTA
26. FUNZIONI DI COORDINATORE DI AREA DEFINISCE con il Responsabile di Area/Dipartimento gli obiettivi di budget nel rispetto degli indirizzi dettati dalla pianificazione strategica aziendale; COLLABORA con il Direttore Infermieristico alla determinazione del fabbisogno quali-quantitativo di personale infermieristico, ostetrico e di supporto nei settori afferenti all’area d’interesse; ALLOCA il personale nei settori afferenti all’area d’interesse, garantendo l’equa distribuzione con il criterio della flessibilità dei carichi di lavoro, in accordo con gli infermieri coordinatori delle strutture organizzative semplici afferenti all’area; COLLABORA con il Responsabile dell’U.O. Professionale O./T. nel garantire l’appropriatezza della gestione trasversale del personale di Presidio Ospedaliero e di Zona-Distretto nell’ambito dei macro-livelli ospedaliero/territoriale GARANTISCE l’efficienza e l’appropriatezza dei consumi delle risorse materiali
27. FUNZIONI COORDINATORE DI AREA SUPERVISIONA, in collaborazione con i Coordinatori di Setting, le modalità ed i risultati delle attività erogate in service/convenzione e partecipa alla stesura del capitolato; PREDISPONE con i coordinatori di setting i programmi di inserimento dei neo assunti e collabora all’elaborazione ed all’applicazione di strumenti per la valorizzazione della professionalità; IMPLEMENTA e diffonde programmi di governo clinico e di miglioramento della qualità dell’assistenza infermieristica,ostetrica e di supporto; PRESIDIA la rilevazione dal fabbisogno formativo, individua le priorità; PREDISPONE, in collaborazione con i coordinatori di Setting, le condizioni organizzative idonee per l’apprendimento clinico degli studenti dei corsi di laurea per infermieri ed ostetriche o del tirocinio degli allievi dei corsi di qualificazione per OSS/OSSC.
28. FUNZIONI DI COORDINATORI DI SETTING COLLABORANO con il Coordinatore d’Area e di Dipartimento nella gestione del personale, dei beni e dei servizi; COLLABORANO con il Coordinatore d’Area nella determinazione del fabbisogno delle dotazioni organiche; COLLABORANO all’individuazione degli obiettivi di budget e realizzano le attività annuali programmate; COLLABORANO con il Coordinatore d’Area alla verifica delle modalità ed attività erogate in service; ORGANIZZANO turni di servizio del personale assegnato in base alla complessità assistenziale, riferendosi all’infermiere Coordinatore d’Area per eventuali criticità organizzative; CONCORRONO alla rilevazione dei bisogni formativi ed alla definizione dei progetti di miglioramento.
29. FUNZIONI COORDINATORI DI SETTING PARTECIPANO alla stesura dei programmi di inserimento dei neo assunti/studenti garantendone l’inserimento come da specifici programmi; VIGILANO sul comportamento professionale e deontologico del personale, segnalando al Coordinatore d’Area/di Dipartimento eventuali comportamenti anomali; ASSICURANO la valutazione del bisogno assistenziale a tutte le persone che accedono al setting e presidiano l’assegnazione dei casi agli infermieri/ostetriche; GARANTISCONO l’appropriatezza dei percorsi assistenziali realizzati nel Setting/ADO ed assicurano la raccolta e l’elaborazione dei dati d’attività; ASSICURANO e PARTECIPANO ai briefing giornalieri per la condivisione dei casi, valutano la gestione del caso alla dimissione con l’infermiere/ostetrica referente; VALUTANO e SVILUPPANO le competenze degli infermieri/ostetriche/operatori di supporto
30. OSPEDALI A INTENSITA’ DI CURA SENZA TECNICI SANITARI Sarà per dimenticanza o per mera volontà legislativa che le figure Tecniche Sanitarie sono lasciate a se stesse in questo nuovo assetto organizzativo. E’ pur vero che per i Tecnici di Laboratorio e di Radiologia è già comprovata un’esclusione di fatto da gran parte delle mansioni che storicamente gli appartenevano.
31. RIFLESSIONI RISPETTO AL NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO Attualmente si stanno svolgendo sperimentazioni nelle seguenti strutture: Santa Maria Annunziata; Empoli; Pescia; Pistoia.
32. SLOGAN AZIENDALI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE; INTEGRAZIONE DELLE RISORSE E DEI PROFESSIONISTI; VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE E DELLE PROFESSIONALITA’
33. CRITICITA’ (OPERATORI) Moduli sovraesposti o non assegnati; Incertezza sui numeri di pazienti per modulo; Rischio di non conoscenza dei pazienti per eventi imprevisti di altri operatori; Rischi di terapie errate; Riduzione del tempo dedicato all’assistenza per eccessiva burocrazia.
34. CRITICITA’ (OPERATORI) Confusione per i familiari che chiedono informazioni ed ai quali vengono date le seguenti risposte: Non è del mio settore; Senta il collega; Non conosco il paziente; È nell’altro modulo Etc…. Senso di abbandono dei pazienti; Ridotto scambio e valutazione fra gli operatori a causa dell’abolizione della visita d’equipe sostituita dal “Briefing” che non avviene più al capezzale del paziente.
35. CRITICITA’ (OPERATORI) INSUFFICIENZA DI: Protocolli organizzativi; Protocolli di responsabilità; Strutture nel territorio capaci di supportare la post-degenza; Medici, Infermieri e OSS per attuare il nuovo Modello Organizzativo.