In tema di federalismo, facendo seguito al commento sul decreto per la perequazione infrastrutturale (Short Note n. 1-2011), CeRM propone una analisi del decreto "gemello", quello che dovrebbe guidare la rimozione, o quantomeno il riassorbimento, degli squilibri economico-sociali territoriali.
Si intravedono alcune criticità che meriterebbero attenzione, soprattutto perché andrebbero ad incidere anche sul buon funzionamento degli altri decreti delegati dalla Legge n. 42-2009.
Queste criticità sono riassunte in otto punti e argomentate.
Si tratteggiano, inoltre, possibili correzioni/emendamenti all\'articolato, e su questi si sollecita l\'approfondimento del dibattito.
30 Mazro 2011 (Ncs)
Articolo per ALTROCONSUMO - Tassare gli alimenti dannosi per la salute e per ...Nicola_C_Salerno
Tassare o non tassare le bibite analcoliche zuccherine e i superalcolici? La domanda è parte della più generale questione se ricorrere o meno alla leva fiscale per correggere abitudini alimentari dannose per il singolo e, attraverso le esternalità e le interconnessioni economiche tra singolo e società, dannose per tutti i cittadini.
Se il discorso resta su un piano teorico-filosofico, la contrapposizione tra sovranità del consumatore nelle sue scelte quotidiane e principi di “raccordo” con equilibri collettivi è condannata a rimanere insoluta. È quanto ha dimostrato il rapido e incompleto dibattito che si è svolto in Italia nel mese di Agosto 2012, dopo la proposta, poi abbandonata, di adottare una “tassa pro salute”.
Bisogna cambiare prospettiva, e contestualizzare il più possibile per tenere conto della complessità dei mercati (potere del marketing, sollecitazioni multimediali, mode globalizzate, etc.), delle proporzioni macroeconomiche che le singole azioni di consumo possono raggiungere quando sono diffuse e frequenti (in primis sui conti della sanità e del welfare), e soprattutto delle interdipendenze sempre più forti che legano tra loro i comportamenti dei cittadini nelle società moderne, anche al di là dei confini nazionali.
Se così si procede, la tassa sugli alimenti dannosi smette di far paura e di apparire un residuato di qualche passato illiberale, e può trovare le sue fondamenta economiche e giuridiche. Bisogna, però, saperla disegnare e utilizzare bene, magari impostandola nella forma di una rimodulazione delle aliquote Iva e, visto che la materia Iva è da tempo oggetto di tentativi di convergenza europea, dandole da subito un respiro europeo.
In tema di federalismo, facendo seguito al commento sul decreto per la perequazione infrastrutturale (Short Note n. 1-2011), CeRM propone una analisi del decreto "gemello", quello che dovrebbe guidare la rimozione, o quantomeno il riassorbimento, degli squilibri economico-sociali territoriali.
Si intravedono alcune criticità che meriterebbero attenzione, soprattutto perché andrebbero ad incidere anche sul buon funzionamento degli altri decreti delegati dalla Legge n. 42-2009.
Queste criticità sono riassunte in otto punti e argomentate.
Si tratteggiano, inoltre, possibili correzioni/emendamenti all\'articolato, e su questi si sollecita l\'approfondimento del dibattito.
30 Mazro 2011 (Ncs)
Articolo per ALTROCONSUMO - Tassare gli alimenti dannosi per la salute e per ...Nicola_C_Salerno
Tassare o non tassare le bibite analcoliche zuccherine e i superalcolici? La domanda è parte della più generale questione se ricorrere o meno alla leva fiscale per correggere abitudini alimentari dannose per il singolo e, attraverso le esternalità e le interconnessioni economiche tra singolo e società, dannose per tutti i cittadini.
Se il discorso resta su un piano teorico-filosofico, la contrapposizione tra sovranità del consumatore nelle sue scelte quotidiane e principi di “raccordo” con equilibri collettivi è condannata a rimanere insoluta. È quanto ha dimostrato il rapido e incompleto dibattito che si è svolto in Italia nel mese di Agosto 2012, dopo la proposta, poi abbandonata, di adottare una “tassa pro salute”.
Bisogna cambiare prospettiva, e contestualizzare il più possibile per tenere conto della complessità dei mercati (potere del marketing, sollecitazioni multimediali, mode globalizzate, etc.), delle proporzioni macroeconomiche che le singole azioni di consumo possono raggiungere quando sono diffuse e frequenti (in primis sui conti della sanità e del welfare), e soprattutto delle interdipendenze sempre più forti che legano tra loro i comportamenti dei cittadini nelle società moderne, anche al di là dei confini nazionali.
Se così si procede, la tassa sugli alimenti dannosi smette di far paura e di apparire un residuato di qualche passato illiberale, e può trovare le sue fondamenta economiche e giuridiche. Bisogna, però, saperla disegnare e utilizzare bene, magari impostandola nella forma di una rimodulazione delle aliquote Iva e, visto che la materia Iva è da tempo oggetto di tentativi di convergenza europea, dandole da subito un respiro europeo.
Qualche giorno fa è stata resa nota una Ordinanza della Corte di Giustizia Europea di cui, ancora una volta, si tenta di fornire una lettura distorta e lobbysta. Il tema è la pianta organica (i.e. il contingentamento numerico delle farmacie).
Le due schede allegate (la prima di carattere generale, la seconda con focus sull’Ordinanza) contengono alcune considerazioni sulla chiave di lettura delle sentenze della Corte di Giustizia e della nostra Corte Costituzionale, quando le due Corti giudicano su tematiche attinenti settori protetti, in cui vari aspetti corporativistici si “puntellano” l’uno con l’altro, e la cui organizzazione coinvolge obiettivi multipli da perseguire contemporaneamente (come la salute e la libera intrapresa, nel caso delle farmacie).
Il Diritto è forma e sostanza assieme. È davvero paradossale che anche rinvii pregiudiziali del Tar e del Consiglio di Stato innanzi alla Corte di Giustizia continuino a chiudersi con un nulla di fatto, per la difficoltà a rappresentare, a chi poi deve emettere la sentenza, un quadro completo e approfondito della tematica.
In tutto ciò, sembra di sentire eco del dibattito che ha accompagnato la nascita dell’Agcm, quando ci si è chiesti se fosse opportuno permettere a questa nuova Istituzione di adire direttamente la Corte Costituzionale per risolvere problemi di chiusura al mercato e di corporativismo annidati in tutto il diritto costituito. Il passo fu giudicato, forse, troppo lungo. Ma fu scartata anche l’ipotesi più cauta di rendere passaggio formale necessario l’audizione dell’Agcm da parte della Corte Costituzionale su questioni di assetto di mercato e concorrenza.
L’augurio è gli scritti possano risultare di interesse e aiutare a preparare e sostenere una nuova stagione di riforme, tenuto conto che questi temi sono a cavallo tra finanza pubblica, costruzione del federalismo e politica industriale.
La spesa farmaceutica è parte importante della spesa sanitaria, e la sua ottimizzazione non è priva di effetti sulla finanza pubblica delle Regioni e sul processo di riorganizzazione federalista. Una prospettiva - quella delle connessioni tra riorganizzazione federalista e riforme strutturali sui mercati - che andrebbe valorizzata anche al di là del comparto della distribuzione del farmaco.
Un cordiale saluto e grazie per l’attenzione, CeRM
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per etàNicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Qualche giorno fa è stata resa nota una Ordinanza della Corte di Giustizia Europea di cui, ancora una volta, si tenta di fornire una lettura distorta e lobbysta. Il tema è la pianta organica (i.e. il contingentamento numerico delle farmacie).
Le due schede allegate (la prima di carattere generale, la seconda con focus sull’Ordinanza) contengono alcune considerazioni sulla chiave di lettura delle sentenze della Corte di Giustizia e della nostra Corte Costituzionale, quando le due Corti giudicano su tematiche attinenti settori protetti, in cui vari aspetti corporativistici si “puntellano” l’uno con l’altro, e la cui organizzazione coinvolge obiettivi multipli da perseguire contemporaneamente (come la salute e la libera intrapresa, nel caso delle farmacie).
Il Diritto è forma e sostanza assieme. È davvero paradossale che anche rinvii pregiudiziali del Tar e del Consiglio di Stato innanzi alla Corte di Giustizia continuino a chiudersi con un nulla di fatto, per la difficoltà a rappresentare, a chi poi deve emettere la sentenza, un quadro completo e approfondito della tematica.
In tutto ciò, sembra di sentire eco del dibattito che ha accompagnato la nascita dell’Agcm, quando ci si è chiesti se fosse opportuno permettere a questa nuova Istituzione di adire direttamente la Corte Costituzionale per risolvere problemi di chiusura al mercato e di corporativismo annidati in tutto il diritto costituito. Il passo fu giudicato, forse, troppo lungo. Ma fu scartata anche l’ipotesi più cauta di rendere passaggio formale necessario l’audizione dell’Agcm da parte della Corte Costituzionale su questioni di assetto di mercato e concorrenza.
L’augurio è gli scritti possano risultare di interesse e aiutare a preparare e sostenere una nuova stagione di riforme, tenuto conto che questi temi sono a cavallo tra finanza pubblica, costruzione del federalismo e politica industriale.
La spesa farmaceutica è parte importante della spesa sanitaria, e la sua ottimizzazione non è priva di effetti sulla finanza pubblica delle Regioni e sul processo di riorganizzazione federalista. Una prospettiva - quella delle connessioni tra riorganizzazione federalista e riforme strutturali sui mercati - che andrebbe valorizzata anche al di là del comparto della distribuzione del farmaco.
Un cordiale saluto e grazie per l’attenzione, CeRM
Vi racconto perchè ho votato FARE-FiD alla Camera e M5S al Sento.
Me lo chiedono in tanti.
A tutti rispondo con queste poche righe, mano alla coscienza.
Non è stato un voto facile.
Che viva l'Italia! nicola
Crucci e delizie della leva finanziaria alla italianaNicola_C_Salerno
Oltre ad essere titolari di attivi finanziari cospicui, le famiglie italiane detengono un patrimonio in obbligazioni e azioni/equity significativamente più consistente, in percentuale di Pil, rispetto alle famiglie dei Partner Ue. Non si riscontra, tra le famiglie, quell’eccesso di avversione al rischio e di "conservatorismo finanziario" spesso additato tra i motivi della poca capacità di crescita dell’Italia. Queste caratteristiche, invece, si riscontrano proprio in capo agli intermediari finanziari italiani che, sempre in termini di Pil e dopo consolidamento, hanno attivi di dimensioni significativamente più piccole della media Ue, soprattutto nella componente di azioni/equity. E a livello Paese questa conclusione si ritrova rafforzata, in particolare, per il patrimonio azionario, di oltre 136 p.p. di Pil sotto la media Ue.
A determinare questa posizione singolare dell’Itala nel panorama internazionale concorrono diversi fattori. Tra questi, sicuramente l’alto stock di debito pubblico, che porta con sé degli effetti di crowding-out degli investimenti privati. C’è poi la mole dell’interbancario, il cui stock in Italia pesa per 580-590 miliardi di Euro, circa un terzo dello stock totale dei prestiti erogati dal sistema bancario11. Su questo punto, e su quello dei debiti/crediti commerciali, sarebbe utile un approfondimento, soprattutto in chiave di comparazione internazionale, per verificare sia il livello di efficienza/efficacia dell’interbancario, sia la concorrenzialità dei servizi che banche e intermediari finanziari si prestano tra loro. E un approfondimento meriterebbero anche le ragioni che possono esserci alla base di partecipazioni incrociate (che "scompaiono" nel consolidato) tra banche, tra intermediari finanziari e tra banche e intermediari finanziari; questi "incroci, oltre che fonte di possibili effetti anticoncorrenziali, potrebbero esser tutt’uno con la relativa chiusura a capitali esteri che l’Italia mostra rispetto ai Partner europei.
L’allineamento all’Europa della durata del pensionamento implicherebbe che, da subito, tutti (uomini e donne) cominciassero ad andare in pensione con non meno di 65 anni di età, di fatto eliminando le uscite per anzianità.
Alcune stime elaborate da CeRM dimostrano che in questo modo sarebbe possibile liberare risorse crescenti lungo un quinquennio, da 4,5 miliardi il primo anno sino a quasi 19 miliardi il quinto anno.
Il totale sul quinquennio supererebbe i 60 miliardi di Euro. Una cifra di tutta significatività, di cui è ipocrita stigmatizzare, nell’urgenza del momento, possibili utilizzi ai fini della manovra correttiva. Si tratterebbe, infatti, di una riforma di struttura che va comunque nella direzione giusta (qualcosa che avremmo giù dovuto fare anche prima dello scoppio della crisi), e non di un abuso estemporaneo delle regole pensionistiche in funzione “tappa buchi”.
Rispetto a questa ipotesi di allineamento all’Europa, l’intervento sulle pensioni contenuto nel Decreto Legge n. 98 del 6 Luglio 2011 (la manovra correttiva di finanza pubblica) è molto debole.
- 8 Luglio 2011 -
Federalismo o Iperlocalismo nelle rifome italiane?Nicola_C_Salerno
Sono passati quasi dodici anni dal D. Lgs. n. 56-2000, il primo atto normativo che ha tentato di reimpostare il finanziamento e la governance della sanità su basi federaliste. Da allora, il Legislatore è intervenuto più volte sul tema, dalla riforma costituzionale del 2001 sino alla Legge n. 42-2009 e alla sua scia attuativa, passando per varie ipotesi di realizzazione del federalismo, alcune rimaste in bozza, altre arenatesi nella discussione parlamentare, una anche respinta con referendum costituzionale nel 2006. Quasi dodici anni di “cantiere” federalista, senza riuscire ad approdare ad un rinnovato modello di governance, completo in tutte le sue parti, economico-finanziarie, istituzionali, di regolazione, di rappresentanza e responsabilizzazione politica.
L’attestazione dell’incapacità a chiudere la trasformazione federalista è arrivata adesso. L’urgenza della crisi ha obbligato a cambiare prospettiva. Da un approccio sistemico e strutturale si è passati, con la spending review “Monti-Giarda”, a focalizzare l’attenzione su poche significative poste di bilancio, fissando per loro dei livelli standard. La ricerca di risparmi rapidi ha reso necessario ripiegare su strumenti di governance già sperimentati in passato, come i target su singole voci di spesa, in contraddizione con tutto il processo legislativo condotto almeno dal 2009 ad oggi, che aveva scelto di impostare la standardizzazione a livello macro e secondo una logica top-down. Il livello macro per lasciare alle Regioni una sufficiente sfera di autonomia organizzativa nell’allocazione delle risorse tra funzioni e capitoli di spesa. La logica top-down per inserire il finanziamento all’interno di un andamenti sostenibili delle finanze pubbliche.
È stata proprio quella sfera di autonomia organizzativa a costituire uno dei punti deboli della via italiana al federalismo. Non perché di principio essa non sia corretta e anzi auspicabile, ma perché è rimasta solo a livello di disegno del meccanismo di finanziamento, e non si è approfondita sul piano operativo, non è stata sorretta da un sufficiente disegno delle Istituzioni e delle relazioni tra livelli di governo e amministrazione.
Utile portare un esempio concreto di questa incompletezza del federalismo che, a fronte di un tentativo di costruire un finanziamento in prospettiva strutturale e sistemica, ha sottovalutato l’esigenza di un parallelo approccio sistemico anche per quanto riguarda lo svolgimento operativo delle varie funzioni (Il famoso “chi fa che cosa?”). Questo punto di debolezza ha sinora esposto al rischio di iperlocalismo, che è una delle degenerazioni del federalismo.
Tempo fa ho ricevuto in CeRM questa mail di una cittadina che mi chiedeva lumi sulla disorganizzazione che pervade i rapporti tra Regioni e tra Regioni e Enti Locali. Suggerisco di leggerla per intero questa mail, perché porta un riscontro concreto della frammentazione e sistemica e delle sovraspese evitabili.
Within welfare systems, health care is the expenditure that poses the most urgent problems for long term sustainability. Without policy interventions and structural reforms, its physiological tendency towards increases over Gdp will inevitably require access restrictions and cutting off of demand for services.
This paper highlights the need to renew the current health care financing scheme. In the presence of ageing populations and rising incidences of health care expenditures over Gdp, this scheme cannot remain fully in charge of the working income of active people (pay-as-you-go), if we want to avoid depressive effects on employment, investments and productivity. Such effects, besides hampering economic growth, would have a negative impact on health care itself, with resources becoming more and more scarce with respect to needs.
The financing scheme must become multipillar, with pay-as-you-go complemented by a private channel based on the real capitalisation of contributions. This channel would be capable of allocating savings, supporting productive investments and generating resources to be dedicated to health care.
The best structuring and concrete functioning of the private pillar is less clear and under discussion. This position paper puts forward an operational proposal: the open capitalisation fund for welfare should offer both pension and health care provisions through real accumulation of contributions on individual accounts, and should be linked to collective insurance coverage against major risks and lack of self-sufficiency.
This tool presents numerous positive characteristics, compared to the public pay-as-you-go monopillar as well as to a multipillar system in which the private component consists exclusively or mainly of insurance contracts. In fact, it is necessary to restrict the recourse to pure insurance coverage only to a limited group of treatments, because this kind of coverage is not equipped to deal with the dynamics of future expenses. As the difficulties American insurance companies are experiencing demonstrate, the pure insurance coverage ends up with the recurrence, in the private area, of the same defects as the pay-as-you-go in the public health care systems. Insurance pooling is not but a pay-as-you-go scheme applied over the group of insured members.
An open and conclusive debate is necessary.
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per età (F. Pammolli, N...Nicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Finanziare il Welfare - Presente e Futuro del Pay-as-you-go in Italia, Europa...Nc Salerno
The book explores the "epochal" challenges that current mechanisms for welfare financing have to face and overcome.
These challenges are common to the public pay-as-you-go, the private mutuality as well as to the private insurance pooling. The books describes and analyses the roots of the structural similarities across financing mechanisms apparently so different from each other.
These similarities imply that a reforming perspective is necessary both in Europe and in the Us. A key factor will be to be capable of counterbalancing the current over-reload on pay-as-you-go resources with the injection of sufficient real accumulation of resources.
This leads to the proposal of new instruments, the so called Welfare Funds providing for pensions and health care (acute and ltc). Welfare Funds work on a real accumulation basis, but they are connected with collective insurance policies to cover against big risks.
Abundance of data and evidence is a strong point of this book.
The analysis opens a variety of questions and of issue on which future investigation is needed. First of all, the regulatory framework in which Welfare Funds will operate, in order the get the best results from the dosage of pay-go and real accumulation.
This book is the first issue of the Welfare Reforming Books series. Stay tuned for the following issues.
BR, Nicola C. Salerno
Qualche giorno fa è stata resa nota una Ordinanza della Corte di Giustizia Europea di cui, ancora una volta, si tenta di fornire una lettura distorta e lobbysta. Il tema è la pianta organica (i.e. il contingentamento numerico delle farmacie).
Le due schede allegate (la prima di carattere generale, la seconda con focus sull’Ordinanza) contengono alcune considerazioni sulla chiave di lettura delle sentenze della Corte di Giustizia e della nostra Corte Costituzionale, quando le due Corti giudicano su tematiche attinenti settori protetti, in cui vari aspetti corporativistici si “puntellano” l’uno con l’altro, e la cui organizzazione coinvolge obiettivi multipli da perseguire contemporaneamente (come la salute e la libera intrapresa, nel caso delle farmacie).
Il Diritto è forma e sostanza assieme. È davvero paradossale che anche rinvii pregiudiziali del Tar e del Consiglio di Stato innanzi alla Corte di Giustizia continuino a chiudersi con un nulla di fatto, per la difficoltà a rappresentare, a chi poi deve emettere la sentenza, un quadro completo e approfondito della tematica.
In tutto ciò, sembra di sentire eco del dibattito che ha accompagnato la nascita dell’Agcm, quando ci si è chiesti se fosse opportuno permettere a questa nuova Istituzione di adire direttamente la Corte Costituzionale per risolvere problemi di chiusura al mercato e di corporativismo annidati in tutto il diritto costituito. Il passo fu giudicato, forse, troppo lungo. Ma fu scartata anche l’ipotesi più cauta di rendere passaggio formale necessario l’audizione dell’Agcm da parte della Corte Costituzionale su questioni di assetto di mercato e concorrenza.
L’augurio è gli scritti possano risultare di interesse e aiutare a preparare e sostenere una nuova stagione di riforme, tenuto conto che questi temi sono a cavallo tra finanza pubblica, costruzione del federalismo e politica industriale.
La spesa farmaceutica è parte importante della spesa sanitaria, e la sua ottimizzazione non è priva di effetti sulla finanza pubblica delle Regioni e sul processo di riorganizzazione federalista. Una prospettiva - quella delle connessioni tra riorganizzazione federalista e riforme strutturali sui mercati - che andrebbe valorizzata anche al di là del comparto della distribuzione del farmaco.
Un cordiale saluto e grazie per l’attenzione, CeRM
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per etàNicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Qualche giorno fa è stata resa nota una Ordinanza della Corte di Giustizia Europea di cui, ancora una volta, si tenta di fornire una lettura distorta e lobbysta. Il tema è la pianta organica (i.e. il contingentamento numerico delle farmacie).
Le due schede allegate (la prima di carattere generale, la seconda con focus sull’Ordinanza) contengono alcune considerazioni sulla chiave di lettura delle sentenze della Corte di Giustizia e della nostra Corte Costituzionale, quando le due Corti giudicano su tematiche attinenti settori protetti, in cui vari aspetti corporativistici si “puntellano” l’uno con l’altro, e la cui organizzazione coinvolge obiettivi multipli da perseguire contemporaneamente (come la salute e la libera intrapresa, nel caso delle farmacie).
Il Diritto è forma e sostanza assieme. È davvero paradossale che anche rinvii pregiudiziali del Tar e del Consiglio di Stato innanzi alla Corte di Giustizia continuino a chiudersi con un nulla di fatto, per la difficoltà a rappresentare, a chi poi deve emettere la sentenza, un quadro completo e approfondito della tematica.
In tutto ciò, sembra di sentire eco del dibattito che ha accompagnato la nascita dell’Agcm, quando ci si è chiesti se fosse opportuno permettere a questa nuova Istituzione di adire direttamente la Corte Costituzionale per risolvere problemi di chiusura al mercato e di corporativismo annidati in tutto il diritto costituito. Il passo fu giudicato, forse, troppo lungo. Ma fu scartata anche l’ipotesi più cauta di rendere passaggio formale necessario l’audizione dell’Agcm da parte della Corte Costituzionale su questioni di assetto di mercato e concorrenza.
L’augurio è gli scritti possano risultare di interesse e aiutare a preparare e sostenere una nuova stagione di riforme, tenuto conto che questi temi sono a cavallo tra finanza pubblica, costruzione del federalismo e politica industriale.
La spesa farmaceutica è parte importante della spesa sanitaria, e la sua ottimizzazione non è priva di effetti sulla finanza pubblica delle Regioni e sul processo di riorganizzazione federalista. Una prospettiva - quella delle connessioni tra riorganizzazione federalista e riforme strutturali sui mercati - che andrebbe valorizzata anche al di là del comparto della distribuzione del farmaco.
Un cordiale saluto e grazie per l’attenzione, CeRM
Vi racconto perchè ho votato FARE-FiD alla Camera e M5S al Sento.
Me lo chiedono in tanti.
A tutti rispondo con queste poche righe, mano alla coscienza.
Non è stato un voto facile.
Che viva l'Italia! nicola
Crucci e delizie della leva finanziaria alla italianaNicola_C_Salerno
Oltre ad essere titolari di attivi finanziari cospicui, le famiglie italiane detengono un patrimonio in obbligazioni e azioni/equity significativamente più consistente, in percentuale di Pil, rispetto alle famiglie dei Partner Ue. Non si riscontra, tra le famiglie, quell’eccesso di avversione al rischio e di "conservatorismo finanziario" spesso additato tra i motivi della poca capacità di crescita dell’Italia. Queste caratteristiche, invece, si riscontrano proprio in capo agli intermediari finanziari italiani che, sempre in termini di Pil e dopo consolidamento, hanno attivi di dimensioni significativamente più piccole della media Ue, soprattutto nella componente di azioni/equity. E a livello Paese questa conclusione si ritrova rafforzata, in particolare, per il patrimonio azionario, di oltre 136 p.p. di Pil sotto la media Ue.
A determinare questa posizione singolare dell’Itala nel panorama internazionale concorrono diversi fattori. Tra questi, sicuramente l’alto stock di debito pubblico, che porta con sé degli effetti di crowding-out degli investimenti privati. C’è poi la mole dell’interbancario, il cui stock in Italia pesa per 580-590 miliardi di Euro, circa un terzo dello stock totale dei prestiti erogati dal sistema bancario11. Su questo punto, e su quello dei debiti/crediti commerciali, sarebbe utile un approfondimento, soprattutto in chiave di comparazione internazionale, per verificare sia il livello di efficienza/efficacia dell’interbancario, sia la concorrenzialità dei servizi che banche e intermediari finanziari si prestano tra loro. E un approfondimento meriterebbero anche le ragioni che possono esserci alla base di partecipazioni incrociate (che "scompaiono" nel consolidato) tra banche, tra intermediari finanziari e tra banche e intermediari finanziari; questi "incroci, oltre che fonte di possibili effetti anticoncorrenziali, potrebbero esser tutt’uno con la relativa chiusura a capitali esteri che l’Italia mostra rispetto ai Partner europei.
L’allineamento all’Europa della durata del pensionamento implicherebbe che, da subito, tutti (uomini e donne) cominciassero ad andare in pensione con non meno di 65 anni di età, di fatto eliminando le uscite per anzianità.
Alcune stime elaborate da CeRM dimostrano che in questo modo sarebbe possibile liberare risorse crescenti lungo un quinquennio, da 4,5 miliardi il primo anno sino a quasi 19 miliardi il quinto anno.
Il totale sul quinquennio supererebbe i 60 miliardi di Euro. Una cifra di tutta significatività, di cui è ipocrita stigmatizzare, nell’urgenza del momento, possibili utilizzi ai fini della manovra correttiva. Si tratterebbe, infatti, di una riforma di struttura che va comunque nella direzione giusta (qualcosa che avremmo giù dovuto fare anche prima dello scoppio della crisi), e non di un abuso estemporaneo delle regole pensionistiche in funzione “tappa buchi”.
Rispetto a questa ipotesi di allineamento all’Europa, l’intervento sulle pensioni contenuto nel Decreto Legge n. 98 del 6 Luglio 2011 (la manovra correttiva di finanza pubblica) è molto debole.
- 8 Luglio 2011 -
Federalismo o Iperlocalismo nelle rifome italiane?Nicola_C_Salerno
Sono passati quasi dodici anni dal D. Lgs. n. 56-2000, il primo atto normativo che ha tentato di reimpostare il finanziamento e la governance della sanità su basi federaliste. Da allora, il Legislatore è intervenuto più volte sul tema, dalla riforma costituzionale del 2001 sino alla Legge n. 42-2009 e alla sua scia attuativa, passando per varie ipotesi di realizzazione del federalismo, alcune rimaste in bozza, altre arenatesi nella discussione parlamentare, una anche respinta con referendum costituzionale nel 2006. Quasi dodici anni di “cantiere” federalista, senza riuscire ad approdare ad un rinnovato modello di governance, completo in tutte le sue parti, economico-finanziarie, istituzionali, di regolazione, di rappresentanza e responsabilizzazione politica.
L’attestazione dell’incapacità a chiudere la trasformazione federalista è arrivata adesso. L’urgenza della crisi ha obbligato a cambiare prospettiva. Da un approccio sistemico e strutturale si è passati, con la spending review “Monti-Giarda”, a focalizzare l’attenzione su poche significative poste di bilancio, fissando per loro dei livelli standard. La ricerca di risparmi rapidi ha reso necessario ripiegare su strumenti di governance già sperimentati in passato, come i target su singole voci di spesa, in contraddizione con tutto il processo legislativo condotto almeno dal 2009 ad oggi, che aveva scelto di impostare la standardizzazione a livello macro e secondo una logica top-down. Il livello macro per lasciare alle Regioni una sufficiente sfera di autonomia organizzativa nell’allocazione delle risorse tra funzioni e capitoli di spesa. La logica top-down per inserire il finanziamento all’interno di un andamenti sostenibili delle finanze pubbliche.
È stata proprio quella sfera di autonomia organizzativa a costituire uno dei punti deboli della via italiana al federalismo. Non perché di principio essa non sia corretta e anzi auspicabile, ma perché è rimasta solo a livello di disegno del meccanismo di finanziamento, e non si è approfondita sul piano operativo, non è stata sorretta da un sufficiente disegno delle Istituzioni e delle relazioni tra livelli di governo e amministrazione.
Utile portare un esempio concreto di questa incompletezza del federalismo che, a fronte di un tentativo di costruire un finanziamento in prospettiva strutturale e sistemica, ha sottovalutato l’esigenza di un parallelo approccio sistemico anche per quanto riguarda lo svolgimento operativo delle varie funzioni (Il famoso “chi fa che cosa?”). Questo punto di debolezza ha sinora esposto al rischio di iperlocalismo, che è una delle degenerazioni del federalismo.
Tempo fa ho ricevuto in CeRM questa mail di una cittadina che mi chiedeva lumi sulla disorganizzazione che pervade i rapporti tra Regioni e tra Regioni e Enti Locali. Suggerisco di leggerla per intero questa mail, perché porta un riscontro concreto della frammentazione e sistemica e delle sovraspese evitabili.
Within welfare systems, health care is the expenditure that poses the most urgent problems for long term sustainability. Without policy interventions and structural reforms, its physiological tendency towards increases over Gdp will inevitably require access restrictions and cutting off of demand for services.
This paper highlights the need to renew the current health care financing scheme. In the presence of ageing populations and rising incidences of health care expenditures over Gdp, this scheme cannot remain fully in charge of the working income of active people (pay-as-you-go), if we want to avoid depressive effects on employment, investments and productivity. Such effects, besides hampering economic growth, would have a negative impact on health care itself, with resources becoming more and more scarce with respect to needs.
The financing scheme must become multipillar, with pay-as-you-go complemented by a private channel based on the real capitalisation of contributions. This channel would be capable of allocating savings, supporting productive investments and generating resources to be dedicated to health care.
The best structuring and concrete functioning of the private pillar is less clear and under discussion. This position paper puts forward an operational proposal: the open capitalisation fund for welfare should offer both pension and health care provisions through real accumulation of contributions on individual accounts, and should be linked to collective insurance coverage against major risks and lack of self-sufficiency.
This tool presents numerous positive characteristics, compared to the public pay-as-you-go monopillar as well as to a multipillar system in which the private component consists exclusively or mainly of insurance contracts. In fact, it is necessary to restrict the recourse to pure insurance coverage only to a limited group of treatments, because this kind of coverage is not equipped to deal with the dynamics of future expenses. As the difficulties American insurance companies are experiencing demonstrate, the pure insurance coverage ends up with the recurrence, in the private area, of the same defects as the pay-as-you-go in the public health care systems. Insurance pooling is not but a pay-as-you-go scheme applied over the group of insured members.
An open and conclusive debate is necessary.
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per età (F. Pammolli, N...Nicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Finanziare il Welfare - Presente e Futuro del Pay-as-you-go in Italia, Europa...Nc Salerno
The book explores the "epochal" challenges that current mechanisms for welfare financing have to face and overcome.
These challenges are common to the public pay-as-you-go, the private mutuality as well as to the private insurance pooling. The books describes and analyses the roots of the structural similarities across financing mechanisms apparently so different from each other.
These similarities imply that a reforming perspective is necessary both in Europe and in the Us. A key factor will be to be capable of counterbalancing the current over-reload on pay-as-you-go resources with the injection of sufficient real accumulation of resources.
This leads to the proposal of new instruments, the so called Welfare Funds providing for pensions and health care (acute and ltc). Welfare Funds work on a real accumulation basis, but they are connected with collective insurance policies to cover against big risks.
Abundance of data and evidence is a strong point of this book.
The analysis opens a variety of questions and of issue on which future investigation is needed. First of all, the regulatory framework in which Welfare Funds will operate, in order the get the best results from the dosage of pay-go and real accumulation.
This book is the first issue of the Welfare Reforming Books series. Stay tuned for the following issues.
BR, Nicola C. Salerno
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italianoMassimo Resce
L'articolo analizza le sollecitazioni della BCE sulla contrattazione a livello di impresa con un'analisi delle dinamiche della produttività e dei salari nell’Eurozona. Infine, descrive le dinamiche in Italia ed i primi interventi per la crescita della produttività evidenziando il dualismo territoriale tra Centro Nord e Mezzogiorno.
L'articolo a colonna sul lato destro, con titolo evidenziato in verde, riporta alcuni commenti degli esperti. Tra questi, anche il mio (Nicola Salerno, CeRM), riguardante il contributo applicabile alle pensioni per riassorbire, almeno in parte, i generosi vantaggi elargiti dalle regole di calcolo retributive.
Tra il Gennaio 2001 e il Settembre 2012, sono poste a confronto le seguenti tre serie:
1) Commercio al dettaglio a valori nominali;
2)Prezzi al consumo (indice armonizzato Europa, HICP);
3) Commercio al dettaglio in termini reali (depurato dalla dinamica dei prezzi).
Ne emerge una forbice impressionante, con in mezzo le famiglie.
Le serie sono quelle Istat destagionalizzate. Valori del Gennaio 2011 normalizzati all\'unita\'.
::: IL VIAGGIO ::: Una versione moderna dell\'ippogrifo. Un po\' vascello un po\' lampara, un po\' macchina fuoristrada un po\' pullman a più piani, un po\' casa semovente un po\' Carro della Bruna. Ce n\'è per tutti i gusti. Sembra lì lì per collassare su di sè, ma poi dura finchè va. Più o meno è così la mia valigia quando parto. Un grazie all\'immaginazione e alla mano di Paolo Freuli.
Ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici al primo pilastro. Una prim...Nicola_C_Salerno
La prima quantificazione di una ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici obbligatori per gli under 40 lavoratori dipendenti regolari (pubblici e privati, full time e part time).
Le elaborazioni sono descritte passo passo.
CeRM, Settembre 2012
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Nicola_C_Salerno
PROPOSTA CERM DI <<Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di raccordo con il mercato del lavoro e il welfare system>>
1. NICOLA C. SALERNO
INFORMAZIONI PERSONALI
• Nazionalità: Italiana
• Residenza: Roma, Via Sanremo n. 3, 00182
• Luogo e data di nascita: Matera, 16/9/1970
• E-mail: nsalerno@fondazionecerm.it o nsalerno@cermlab.it
Tel: +39 347 90.23.927
POSIZIONE ATTUALE
Direttore d’Area “Finanzia Pubblica e Regolazione” presso il CERM - Competitività, Regole, Mercati di
Roma (www.cermlab.it) dove si occupa delle seguenti tematiche:
• liberalizzazioni e regolazione dei mercati
• ricostruzione del quadro legislativo-regolatorio e analisi di impatto dei provvedimenti
normativi
• pensioni e sistema pensionistico multipillar
• sanità e farmaceutica (sia dal punto di vista macro e welfarista, sia dal punto di vista
industriale)
• welfare system e crescita
• sostenibilità di medio-lungo termine delle finanze pubbliche
• federalismo e politiche economiche in contesto federalista
• analisi della congiuntura
Su questi temi è curatore della produzione editoriale del CeRM (Commenti congiunturali, Note,
Editoriali, Working Paper, Quaderni, Rapporti). Tutti lavori sono liberamente disponibili al sito web
d’istituto: www.cermlab.it
FORMAZIONE
• 1995/1998 - Dottorato in Economia Politica, Università di Siena. Titolo della tesi:
“Confronto fra le performance macroeconomiche di un sistema pensionistico contributivo a capitalizzazione e
di uno retributivo a ripartizione, all'interno di un contesto di crescita endogena tramite accumulazione di
capitale umano”. Relatori: Prof. F. Hahn (Cambridge University), Prof. G. Costa (University
of Pisa). Premio SIE (Società Italiana degli Economisti)
• 1996 - Master in Economics presso l’“Université Catholique de Louvain” (Belgio).
Votazione finale: distinction. Titolo della tesi: “A comparison between the macroeconomic performances
of a Private and a Public Pension System”. Relatori: Prof. D. De la Croix (Université Catholique
de Louvain) e Prof. P. Pestieau (Université de Liege)
• 1994 - Laurea in Economia Politica presso l’Università “L. Bocconi”, Milano. Votazione:
110/110. Titolo della tesi “Stima delle agevolazioni fiscali concesse ai fondi pensione”. Relatore: Prof.
R. Artoni (Universtià “L. Bocconi”)
2. • 1989 Diploma di maturità scientifica. Liceo Scientifico “D. Alighieri”, Matera. Votazione:
60/60
ESPERIENZE PROFESSIONALI
• Gennaio 2010/presente – Direttore d’Area “Finanza Pubblica e Regolazione” presso il
CERM - Competitività, Regole, Mercati di Roma (www.cermlab.it)
• 2003/2009 - Senior economist presso il CERM - Competitività, Regole, Mercati di Roma
(www.cermlab.it)
• 2000/2004 - Consulente economico-finanziario presso il Dipartimento del Tesoro del
Ministero dell’Economia e delle Finanze (partecipazione ai lavori del Working Group on
Ageing di Ecofin, alla stesura della parte del Programma di Stabilità dedicata alla sostenibilità
macroeconomica di lungo termine, alla valutazione delle riforme delle pensioni e del
mercato del lavoro)
• 2001/2003 - Funzionario presso l’Area Mercato Elettrico del Gestore del Mercato Elettrico
S.p.A., Roma (partecipazione ai lavori di scrittura delle regole dei mercati e di
inquadramento della normativa fiscale per gli scambi di energia e potenza in borsa)
• 2000/2001 - Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Economia Pubblica
dell’Università di Siena (esercitatore nei corsi di Economia Pubblica e Scienza delle Finanze)
• 1999/2001 - Assegnista di ricerca presso l’Area Microsimulazioni e Finanza Pubblica
dell’ISAE, Roma (analisi dei sistemi pensionistici e sanitari, simulazioni di impatto dello
smobilizzo del Tfr italiano, sviluppo di indicatori di benessere, valutazioni sull’applicazione
dell’Isee)
• 1997/1999 - Analista presso l’Ufficio Finanziario di Mediobanca S.p.A. (consulenza per i
fondi pensione e i fondi sanitari e assistenza nelle operazioni di quotazione in borsa)
• 1994/1996 - Esercitatore e assistente alla ricerca per le cattedre di Economia Politica e di
Scienza delle Finanze presso l’Università “L. Bocconi”, Milano
PARTECIPAZIONE A GRUPPI DI LAVORO
• 2007-2008: gruppo di lavoro su regolazione del mercato farmaceutico presso l’ASTRID,
Roma (avanzamenti lavori e contributi finali visionabili su http://www.astrid-
online.it/farmaci/index.htm)
• 2008-2009: gruppo di lavoro su riforma del welfare system italiano presso l’ASTRID, Roma
(avanzamenti lavori e contributi finali visionabili su (http://www.astrid-
online.it/Amministra/-Commissio/index.htm)
• 2009-2010: gruppo di lavoro sui sistemi sanitari presso l’ASTRID, Roma (avanzamenti
lavori e contributi finali visionabili su (http://www.astrid-online.it/Politiche-/Studi--
ric/index.htm)
2
3. PUBBLICAZIONI
1) SELEZIONE A TEMA MISTO DI PUBBLICAZIONI NELLE COLLANE CERM
• “La Sostenibilità dei Sistemi Sanitari Regionali – SaniMod-Reg 2012-2030” (con F.
Pammolli), Working Paper CERM n. 1-2012
• “La farmaceutica ospedaliera nella manovra correttiva” (con F. Pammolli), Short Note
CERM n. 3-2011
• “Lavorare più a lungo, per lavorare tutti” (con F. pammolli), Short Note CERM n. 4-2011
• “Le differenze regionali nella governance della spesa sanitaria – SaniRegio-2011” (con F.
Pammolli), Working Paper CERM n. 2-2011
• “Commento al taglio dei prezzi di rimborso degli off-patent da parte di Aifa” (con F.
Pammolli), Documento di discussione CERM
• “I numeri del federalismo - Benchmark e Standard per la Sanità Italiana” (con F. Pammolli),
Working Paper CERM n. 2- 2010
• “I servizi pubblici locali all’indomani del decreto Ronchi - Spunti di riflessione tra aspetti
positivi e criticità vecchie e nuove” (con F. Pammolli), Nota CERM n. 2-2009
• “La spesa sanitaria pubblica in Italia: dentro la «scatola nera» delle differenze regionali - Il
modello SaniRegio” (con F. Pammolli, G. Papa), Quaderno CERM n. 2-2009
• “Demografia, occupazione, produttività: il federalismo e la sfida della crescita nel
Mezzogiorno”, Quaderno CERM n. 2-2008
• “(Ri)Qualificazione della spesa e fondi per le non autosufficienze e gli asili nido: una
possibile fonte di finanziamento strutturale annua tra 200 e 400 milioni di Euro”, Editoriale
CERM n. 8-2008 del 24/06/2008
• “Il prezzo del petrolio aumenta per tutti, ma in Italia benzina, gasolio e riscaldamento sono
più cari che in Francia, Germania e Regno Unito”, Editoriale CERM n. 5-2008 del
19/04/2008
• “I servizi pubblici locali: in attesa di una vera riforma”, Editoriale CERM n. 20-2007 del
15/12/2007
• “Uno scontrino ‘intelligente’ a supporto della regolazione della filiera del farmaco”,
Editoriale CERM n. 13-2007 del 05/09/2007
• “I farmaci ‘C’ tra regolazione e mercato”, Editoriale CERM n. 14-2007 del 25/09/2007
• “La rete di telecomunicazioni italiana: esistono davvero soluzioni diverse dalla separazione
proprietaria?: verso una public company con capitale flottante e gestione indipendente”,
Editoriale CERM n. 8-2007 del 30/04/2007
4. • “I margini di ricavo della distribuzione sui farmaci rimborsabili - Un confronto della
normativa in Italia, Francia, Germania e Spagna”, Nota CERM n. 5-2005
2) LIBRI
• “La Sanità in Italia - Federalismo, regolazione dei mercati, sostenibilità delle finanze
pubbliche”, (con F. Pammolli), Il Mulino, Bologna, 2008
3) RIVISTE REFERATE
• “La distribuzione dei farmaci tra progetti di riforma e incertezze” (con F. Pammolli), in
Economia e Politica Industriale, 38(2), 125-148, Giugno 2011
• “Sul problema del doppio inquadramento previdenziale del socio amministratore di società
commerciale (Corte di Cassazione, Sezioni Unite, 12 Febbraio 2010, n. 3240)” , in Rivista del
diritto della sicurezza sociale, n. 2/2010, Il Mulino, Bologna, 2010
• “Come velocizzare il passaggio al sistema di calcolo contributivo delle pensioni?” (con F.
Pammolli), in Rivista del diritto della sicurezza sociale, n. 1/2010, Il Mulino, Bologna, 2010
• “Requisiti anagrafici di accesso alle pensioni differenziati tra pilastro pubblico e pilastro
privato, per riformare il welfare system rispettando le scelte individuali” (con F. Pammolli), in
Rivista del diritto della sicurezza sociale, n. 2/2009, Il Mulino, Bologna, 2009
• “Corte di giustizia, età di pensionamento di vecchiaia per le donne e riforma delle pensioni
e del welfare in Italia” (con F. Pammolli), in Rivista del diritto della sicurezza sociale, n. 1/2009, Il
Mulino, Bologna, 2009
• “Sistema pensionistico ed accumulazione di capitale umano in un approccio teorico”, in
Economia Politica n. 1/2001, Il Mulino, Bologna, 2001
• “Metodologia di stima delle agevolazioni fiscali concesse ai fondi pensione”, in Economia
pubblica n. 3/2005, CIRIEC, Franco Angeli, Milano, 1995
4) CAPITOLI IN LIBRI
• “L’ambito di validità della sentenza della Corte di Giustizia Europea sul’età di
pensionamento di vecchiaia delle donne”, in “Pensionata sarà lei”, a cura di E. Bonino, ed.
Rubettino, 2009
• “Il sistema pensionistico: quale riforma?” (con F. Pammolli), parte II, cap.9, pp. 335-353, in
La Riforma del Welfare - Dieci anni dopo la «Commissione Onofri», a cura di L. Guerzoni, Il
Mulino, Bologna, 2008
• “I livelli essenziali di assistenza, la regolazione e la riforma multipilastro” (con F. Pammolli,
G. Turchetti), parte IV, cap. 2, pp. 263-292, in La Sanità in Italia - Qualità del servizio e
sostenibilità finanziaria, a cura di A. Pedone, Edizioni Il Sole 24 Ore, Milano, 2008
• “Regolazione di prezzo, innovazione e ciclo di vita dei prodotti: per una riforma del sistema
di pricing nel settore farmaceutico” (con F. Pammolli, C. Bonassi, M. Riccaboni), cap. III,
4
5. pp. 79-132, in La salute e il mercato. La ricerca farmaceutica tra Stato, industria e cittadini, a cura di
G. Macciotta, collana Ricerche di Astrid, Il Sole 24 Ore, Milano, 2008
• “La distribuzione al dettaglio dei farmaci: tra regolazione efficiente e mercato” (con F.
Pammolli), cap. VI, pp 153-198, in La salute e il mercato. La ricerca farmaceutica tra Stato,
industria e cittadini, a cura di G. Macciotta, collana Ricerche di Astrid, Il Sole 24 Ore, Milano,
2008
• “Il settore farmaceutico tra barriere alla concorrenza e regolazione sul lato del consumo”
(con F. Pammolli e M. Riccaboni), cap. XI, pp. 325-350, in Politiche di liberalizzazione e
concorrenza in Italia, a cura di F. Pammolli, C. Cambini, A. Giannaccari, Il Mulino – Prismi,
Bologna, 2007
• “Spesa sanitaria, demografia, istituzioni” (con F. Pammolli), cap. 7, pp. 103-125 in Un
Welfare Anziano - Invecchiamento della popolazione o ringiovanimento della società?, a cura di M.
Madìa, Il Mulino – Arel, Bologna, 2007
• “Il sistema di istruzione italiano: un confronto internazionale” (con F. Pammolli e G.
Papa), vol. 13, parte I, cap. 4, pp. 81-125 , in Scuola, Università e Mercato del lavoro dopo la
Riforma Biagi - Le politiche per la transizione dai percorsi educativi e formativi al mercato del lavoro, a
cura di P. Reggiani Gelmini, M. Tiraboschi, Collana Adapt - Fondazione Marco Biagi,
Giuffré Editore, Milano, 2006
5) RAPPORTI DI RICERCA
• “Medical Devices Competitiveness and Impact on Public Health Expenditure” (con F. Pammolli, M.
Riccaboni, C. Oglialoro, L. Magazzini, G. Baio), Entreprise Directorate-General, European
Commission, Bruxelles, 2005
• “ISEE: che fare?” (con S. Gabriele, V. Polin), in Rapporto trimestrale Finanza Pubblica e
Redistribuzione, ISAE, Ottobre 2000
• “La costruzione di un indicatore di benessere della collettività romana” (con S. Gabriele, V.
Peragine, C. Declich, P. Tanda), progetto di ricerca ISAE, 2000
• “Un’analisi macroeconomica della riforma del sistema pensionistico italiano”, in Contributi di
ricerca IRS n. 34, Istituto per la Ricerca Sociale, Milano, 1995
6) WORKING PAPERS
• “La nuova fiscalità della previdenza complementare per il lavoratore, l’impresa, l’Erario”
(con F. Pammolli), Working Paper MEFOP n. 4/2006
• “Le imprese e il finanziamento del pilastro previdenziale privato” (con F. Pammolli)
Quaderni MEFOP, n. 12/2006
7) ATTIVITA’ EDITORIALE
• Il Sole 24 Ore quotidiano
5
6. • Sul cuneo del lavoro ci sono ancora margini (con F. Pammolli), 18/11/2009
• Pilastro flessibile per le pensioni, (con F. Pammolli), 24/06/2009
• Un patto tra Lavoro e Welfare (con F. Pammolli), 04/03/2009
• Pensioni, possibili risparmi per lo 0,8% del Pil (con F. Pammolli), 17/02/2009
• Per il Fisco modello Lombardia (con F. Pammolli), 26/05/2008
• Il Sole 24 Ore Sanità
• I margini di ricavo per la distribuzione dei farmaci rimborsabili: confronto internazionale e indicazioni
di policy per l’Italia (con F. Pammolli e G. Papa), 27/09/2005
• Commenti del CERM alla relazione sullo stato della finanza pubblica 2003-2004 della Corte dei
Conti (con F. Pammolli), 30/08/2005
• Quando e perchè non temere la rimozione del prezzo unico nazionale (anche per i farmaci di fascia
"A") (con F. Pammolli), 05/07/2005.
• Un Patto "a servizio" del federalismo (con F. Pammolli), 14/06/2005
• Commenti del CERM al decreto sui prezzi dei farmaci di fascia "C" di Maggio 2005 (con F.
Pammolli), 07/06/2005
• Strumenti di regolazione a servizio del federalismo Reference pricing e copayment nei rapporti Stato-
Regioni di (con F. Pammolli), 10/05/2005
• Confronto prezzo-quantità tra generici e branded su 10 molecole rimborsate dal SSN, con (F.
Pammolli, L. Magazzini, G. Papa), 08/03/2005
• Strumenti di regolazione del mercato farmaceutico a confronto (con F. Pammolli, C. Oglialoro),
19/10/2004
• Federalismo, LEA e spesa sanitaria regionale alcuni punti critici del federalismo in sanità (con F.
Pammolli), 14/09/2004
• AboutPharma
• Dove va la spesa sanitaria (potenziale)? Analisi delle proiezioni OCSE e Awg-Ecofin per la spesa
sanitaria di medio e lungo termine. Tra acuti e lungodegenza, quali il ruolo delle policy?, Numero
Speciale n. 74, Gennaio 2010
• Il finanziamento della spesa sanitaria: i vantaggi del multipillar e la proposta del fondo welfare ( con
F. Pammolli), 07/10/2008
• La sanità alla base della sostenibilità dei conti pubblici (con F. Pammolli), 24/06/2008
• Reference pricing - la funzione nel contesto istituzionale e regolatorio , (con F. Pammolli, L.
6
7. Magazzini), 15/04/2008
• "Luci e ombre" per la governance farmaceutica nella Finanziaria-2008 (con F. Pammolli),
05/03/2008
• I margini della distribuzione dei farmaci rimborsabili - il benchmark europeo (con F. Pammolli,
G. Papa) 01/10/2005
• Le potenzialità inespresse dei farmaci generici in Italia (con F. Pammolli, L. Magazzini, G.
Papa) 01/04/2005
• La regolazione del mercato farma: obiettivi sociali e finanziari armonizzati (con F. Pammolli),
01/01/2005
• Lavoce.info
• Come evitare lo "scalone (con F. Pammolli), 02/04/2007
• Metti una farmacia tra Antitrust e Corte Costituzionale (con F. Pammolli, C. Bonassi),
14/02/2007
• Pil, fondi pensione e Tfr (con F. Pammolli), 25/01/2007
• Quei due fondi tra il Tfr e la previdenza privata (con F. Pammolli, S. Costagli), 30/10/2006
• Nelmerito.com
• Più concorrenza tra le farmacie risolve (anche) il problema degli extra sconti sui farmaci "a",
12/10/2010
• Più crucci che delizie nella leva finanziaria all’italiana, 27/11/2009
• Dinamiche dei prezzi e del Pil a confronto, 1996-2009, 7/10/2009
• Corte di giustizia e pensioni: “istruzioni per l’uso” cercansi, 24/04/2009
• Neodemos.it
• Dove va la spesa sanitaria? Impatto demografico ma non solo, 14/01/2010
• InGenere.it (http://www.ingenere.it/persone/salerno)
• RU486: la pillola che non c'è (con L. Sciandra)
• Pillola abortiva, regioni fuorilegge (con L. Sciandra)
• Donne in pensione più tardi: perché sì
• Che genere di sanità: le cure, le politiche, la spesa
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8. INTERVENTI COME RELATORE A CONVEGNI (2005-2011)
• “La governance della farmaceutica nella nuova sanità federalista” (presentazione su invito), 51°
Simposio di AFI - Associazione Farmaceutici Industria, Rimini, 8-10 Giugno 2011
• “La filiera distributiva del farmaco”, Convegno Business International (presentazione su invito),
Roma, Giugno 2010
• “Regioni e Sanità alla vigilia elettorale”, Convegno AboutPharma (presentazione su invito),
Milano, Marzo 2010
• “Rassegna su alcune metodologie utilizzate nelle indagini sull’efficienza ed efficacia e sulle
performance del Servizio sanitario nazionale”, Convegno Agenas (presentazione su invito),
Roma, Marzo 2010
• “Legge 42-2009 ed emanazione dei decreti delegati: alcune questioni ancora aperte in tema di
attuazione del federalismo”, Convegno Cnel (presentazione su invito), Roma, Gennaio 2010
• “La qualità della regolazione nella governance del sistema sanitario nazionale”, Conferenza
Annuale SIDE (Società Italiana di Economia e Diritto), Firenze, 5 Dicembre 2009
• “Il pilastro privato in sanità: perché e come?” (con F. Pammolli), Seminario MEFOP - LUISS
sul tema della previdenza pubblica e privata, Roma, 2 Dicembre 2009
• “I servizi pubblici locali all’indomani del decreto Ronchi - Spunti di riflessione tra aspetti
positivi e criticità vecchie e nuove”, tavola rotonda dal titolo Tra liberalizzazione e privatizzazione:
quale futuro per le aziende pubbliche dopo il Decreto Ronchi, AcegasAps e Comune di Padova, Padova,
18 Novembre 2009
• Presentazione del modello CERM SaniRegio (con F. Pammolli), Hotel de la Minerve, Piazza
della Minerva, Roma 5 Novembre 2009
• “Le tendenze di medio-lungo periodo della spesa sanitaria", convegno New drugs and technologies:
Innovation, Transferability, Sustainability, Accademia Nazionale di Medicina, Genova, 30 Giugno
2009
• Intervento al Convegno ACTA dal titolo Età pensionabile e nuovo welfare, Milano, 29 Giugno 2009
• Intervento al Convegno ACTA dal titolo Quale pensione attende collaboratrici, collaboratori e partite Iva
iscritti alla Gestione Separata INPS?, Milano, 3 Dicembre 2007
• “Dstribuzione dei farmaci tra regolazione e mercato”, presentazione alla X edizione della
Summer School in Applied Environmental and Regulatory Economics organizzata dalla Fondazione
Teobaldo Fenoglio, Torino, 25 Settembre 2007
• Presentazione del rapporto di ricerca "La Sanità in Italia - Federalismo, Regolazione dei
Mercati, Sostenibilità della Finanza Pubblica", presso l'AREL - Agenzia di Ricerche e
Legislazione, Roma, 21 Novembre 2007
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9. • “Spunti di riflessione sulla liberalizzazione della distribuzione dei farmaci”, convegno Farmaci:
per un mercato aperto, per abbassare i prezzi, per un consumo consapevole, organizzato dall'Associazione
Nazionale Cooperative di Consumatori – COOP, Hotel Nazionale, Roma, 13 Dicembre 2005
• “Un confronto dei margini di ricavo per la distribuzione dei farmaci rimborsabili” convegno I
processi di agglomerazione produttiva e l’evoluzione dello scenario nella filiera distributiva del farmaco: modelli di
integrazione in ambito cooperativo, organizzato da Confcooperative e Federfarmaservizi, sede di
Confcoopertaive, Roma, 30 Ottobre 2005
LINGUE
• Italiano (madrelingua)
• Inglese: buono scritto e orale
• Francese: essenziale scritto e orale
Roma, Marzo 2012
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