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News 09/A/2016
Lunedì, 29 Febbraio 2016
Attività imprenditoriale ed illecita gestione.
Cass. Sez. III n. 5716 del 11 febbraio 2016 (Ud 7 gen 2016)
Pres. Ramacci Est. Riccardi Ric. PM in proc. Isoardi
Rifiuti.Attività imprenditoriale ed illecita gestione
Non è la astratta qualifica soggettiva, bensì la condotta concretamente posta in
essere di gestione abusiva di rifiuti a rilevare ai fini dell'applicabilità dell'art. 256
d.lgs. 15206, che può essere svolta anche di fatto o in modo secondario, purché
in assenza di uno dei titoli abilitativi, e che non sia caratterizzata da assoluta
occasionalità. Del resto, che l'attività imprenditoriale possa essere esercitata,
anche solo di fatto, in forma anche individuale implica che non è la forma
giuridica rivestita, bensì l'attività concretamente posta in essere ad assumere
rilievo ai fini dell'obbligo di autorizzazione (art. 212 T.U. amb.), e, di conseguenza,
ai fini dell'individuazione del soggetto attivo del reato. Peraltro, la rilevanza della
"assoluta occasionalità" ai fini dell'esclusione della tipicità deriva non già da una
arbitraria delimitazione interpretativa della norma, bensì dal tenore della
fattispecie penale, che, punendo la "attività" di raccolta, trasporto, recupero,
smaltimento, commercio ed intermediazione, concentra il disvalore d'azione su
un complesso di azioni, che, dunque, non può coincidere con la condotta
assolutamente occasionale.
Fonte: lexambiente.it
Attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali
Cass. Sez. III n. 5504 del 10 febbraio 2016 (Ud 12 gen 2016)
Pres. Amoresano Est. Di Nicola Ric. Lazzarini
Rifiuti.Attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali
Costituisce attività di gestione di rifiuti, esulando dalle normali pratiche agricole,
ogni attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali di cui
all'articolo 185, comma 1, lettera f), eseguita fuori dal luogo di produzione o, se
eseguita nel luogo di produzione, per una finalità diversa dal reimpiego dei
materiali come sostanze concimanti o ammendanti; ovvero che sia eseguita nel
luogo di produzione, per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o
ammendanti, ma in cumuli non piccoli o, se in cumuli piccoli, in quantità
giornaliere superiori a tre metri steri per ettaro.
Fonte: lexambiente.it
Rifiuti edili, Ance propone sconti alle imprese che li riciclano.
Incentivi fiscali e semplificazioni per l’acquisto di materiali edili riciclati, premialità per
la messa a punto di tecniche innovative per la demolizione selettiva e agevolazioni
per l’utilizzo del Bim nel monitorare l’intero ciclo di vita delle costruzioni.
Queste le possibili azioni proposte per favorire l’uso di materiali riciclati in edilizia
dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), nel corso dell'audizione del 23
febbraio 2016 al Senato sul pacchetto di misure presentate dalla Commissione
europea in materia di economia circolare.
Commissione UE e rifiuti in edilizia
In audizione l’Ance ha messo in evidenza che la Commissione Europea ha adottato
un pacchetto di misure sull’economia circolare che comprende la modifica di
alcune Direttive, tra cui la Direttiva quadro sui rifiuti per favorire l’utilizzo sostenibile
delle risorse e la gestione dei rifiuti.
Secondo la Commissione Europea il maggior contributo alla produzione annua di
rifiuti speciali a livello europeo è dato proprio dal settore delle costruzioni e
demolizioni. Per questo l’UE punta ad agevolare il recupero delle risorse attraverso
una adeguata gestione dei rifiuti (recupero o smaltimento), favorendo anche il
ricorso ai materiali riciclati nella realizzazione delle opere edili.
La Commissione Europea ha infatti fissato per il 2020 l’obiettivo di recuperare il 70%
in peso dei rifiuti da costruzione e demolizione; l’Ance però ha fatto notare come in
Italia la pratica del recupero di rifiuti da costruzione e demolizione sia largamente
trascurata a favore del conferimento in discarica.
Tra le motivazioni c’è in primis la questione dei costi, poi la persistente diffidenza o
non conoscenza sulla loro qualità e infine la mancanza di un’offerta diffusa sul
territorio.
Recupero dei rifiuti edili: le proposte dell’Ance
Diverse le strategie auspicate dall’Associazione Costruttori Edili per un decisivo
cambio di rotta a favore dei materiali riciclati in edilizia, prima fra tutte quella fiscale
con l’introduzione di “sconti” per coloro che acquistano materiali riciclati.
A ciò bisognerebbe aggiungere degli incentivi per la messa a punto di tecniche
innovative per la demolizione selettiva in modo da favorire il recupero dei materiali.
Molto utili, secondo l’Ance, sarebbero anche le semplificazioni amministrative e
regolamentari a favore del recupero e utilizzo, direttamente nel cantiere, del
materiale da costruzione e demolizione, e semplificazioni per la produzione e
commercializzazione di materiali riciclati mediante impianti fissi.
Inoltre i Costruttori Edili hanno evidenziato l’importanza dell’informazione e della
sensibilizzazione di operatori e consumatori (progettisti, stazioni appaltanti pubbliche
e private, imprese) sui possibili utilizzi dei materiali riciclati, al fine di promuovere le
migliori tecniche di riciclo.
Infine l’Ance ha proposto premialità e/o incentivi alle imprese che, mediante
l’utilizzo di sistemi di digitalizzazione delle informazioni, trasferiscano al
proprietario/utilizzatore del manufatto edilizio i dati per la gestione dell’opera
durante l’intero ciclo di vita della stessa.
In particolare, l’Ance sottolinea l’utilità di innalzare il livello di informazioni che
accompagnano il progetto e la costruzione in termini di caratteristiche dei materiali
impiegati e modalità di assemblaggio degli stessi attraverso l’utilizzo del BIM.
(Articolo di Alessandra Marra)
Fonte: edilportale.com
Energia ecosostenibile: i vantaggi della cogenerazione da biomassa in territorio
alpino.
Il progetto Gasification experiences in South Tyrol: energy and environmental
assessment (GAST – Esperienze di gassificazione in Alto Adige: valutazione
energetica e ambientale) stato realizzato dal 2013 al 2015 del gruppo di fisica
tecnica della Freie Universität Bozen – Libera Università di Bolzano (Unibz), guidato
diretto da Marco Baratieri, responsabile del laboratorio “Bioenergy & Biofuels”, che
ha analizzato le prestazioni di impianti di cogenerazione da biomasse presenti in Süd
Tirol/Alto Adige. Alla Unibz spiegano che «Lo studio individua negli impianti di
piccole dimensioni una soluzione energetica efficiente e conveniente, sia dal punto
di vista economico che ambientale. L’Alto Adige è la provincia italiana con la più
alta densità di impianti di cogenerazione – produzione combinata di elettricità e
calore – da biomassa. In diverse zone della provincia di Bolzano, imprese e privati
cittadini hanno deciso di investire su questa tecnologia».
Il progetto GAST, finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige,
Ripartizione Diritto alla studio, Università e ricerca scientifica – è stato svolto in
collaborazione con EcoResearch, con il consorzio RECORD e con l’Area Energia
dell’ex TIS innovation park – oggi IDM Alto Adige – che, attraverso la propria rete sul
territorio, ha favorito la selezione degli impianti idonei alla sperimentazione.
Attualmente, nel territorio sudtirolese sono in funzione più di 30 piccoli impianti che
producono energia tramite la gassificazione di materiali legnosi, appositamente
prodotti a fini energetici oppure derivanti dagli scarti della lavorazione del legno,
come pellet, bricchetti o cippato. L’energia termica viene sfruttata per il
teleriscaldamento, mentre quella elettrica – ricavata dalla combustione dei gas
ottenuti dalla biomassa – è immessa in rete e rivenduta.
Lo studio Unibz suggerisce che «I piccoli impianti di gassificazione potrebbero essere
una soluzione energetica alternativa cui ricorrere in ambito locale – soprattutto
montano, per la disponibilità di biomassa legnosa – quando l’obiettivo è
raggiungere alta efficienza energetica e minimizzare l’impatto ambientale in termini
di emissioni di gas serra». I ricercatori di unibz hanno misurato in scala reale – con gli
impianti in condizione di esercizio – le prestazioni di alcuni impianti di cogenerazione
rappresentativi, distinti tra di loro per dimensioni e produzione. Dai risultati emerge
che «I vantaggi che tale tecnologia presenta in impianti di piccole dimensioni
consistono in un rendimento elettrico molto più alto, che raggiunge – e spesso
supera – il 20%, rispetto al 10% degli impianti tradizionali a combustione».
Baratieri sottolinea che «In Alto Adige, abbiamo un’abbondante disponibilità di
biomassa. La filiera, quindi, può essere corta. Il cippato, una possibile tipologia di
combustibile per gli impianti di cogenerazione, non deve viaggiare per centinaia di
chilometri prima di essere gassificato» Secondo lui quella degli impianti di piccole
dimensioni è «la soluzione ideale per decentralizzare e rilocalizzare la produzione di
energia nei centri abitati. Idealmente, sfruttando questo tipo di tecnologia, ogni
comune potrebbe produrre tutta l’energia che gli serve per scaldare gli edifici e
fare funzionare le attività produttive».
Ma la tecnologia degli impianti di cogenerazione a biomassa presenta anche
alcuni svantaggi: «Durante il processo di gassificazione si formano sostanze di scarto
come i catrami (tar) e un residuo carbonioso simile alla carbonella (char) – dicono
alla Unibz – Il follow-up del progetto GAST prevede però una ricerca per ottimizzare il
funzionamento degli impianti di cogenerazione. Stiamo lavorando per sfruttare il
char come catalizzatore per promuovere il cracking termico del catrame che ci
permetterebbe di bruciare gas più pulito, aumentando l’efficienza complessiva
delle macchine e abbattendo un costo. Attualmente, infatti, sia i catrami che il char
vanno smaltiti».
Fonte: greenreport.it
combustibile per gli impianti di cogenerazione, non deve viaggiare per centinaia di
chilometri prima di essere gassificato» Secondo lui quella degli impianti di piccole
dimensioni è «la soluzione ideale per decentralizzare e rilocalizzare la produzione di
energia nei centri abitati. Idealmente, sfruttando questo tipo di tecnologia, ogni
comune potrebbe produrre tutta l’energia che gli serve per scaldare gli edifici e
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Ma la tecnologia degli impianti di cogenerazione a biomassa presenta anche
alcuni svantaggi: «Durante il processo di gassificazione si formano sostanze di scarto
come i catrami (tar) e un residuo carbonioso simile alla carbonella (char) – dicono
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funzionamento degli impianti di cogenerazione. Stiamo lavorando per sfruttare il
char come catalizzatore per promuovere il cracking termico del catrame che ci
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  • 1. News 09/A/2016 Lunedì, 29 Febbraio 2016 Attività imprenditoriale ed illecita gestione. Cass. Sez. III n. 5716 del 11 febbraio 2016 (Ud 7 gen 2016) Pres. Ramacci Est. Riccardi Ric. PM in proc. Isoardi Rifiuti.Attività imprenditoriale ed illecita gestione Non è la astratta qualifica soggettiva, bensì la condotta concretamente posta in essere di gestione abusiva di rifiuti a rilevare ai fini dell'applicabilità dell'art. 256 d.lgs. 15206, che può essere svolta anche di fatto o in modo secondario, purché in assenza di uno dei titoli abilitativi, e che non sia caratterizzata da assoluta occasionalità. Del resto, che l'attività imprenditoriale possa essere esercitata, anche solo di fatto, in forma anche individuale implica che non è la forma giuridica rivestita, bensì l'attività concretamente posta in essere ad assumere rilievo ai fini dell'obbligo di autorizzazione (art. 212 T.U. amb.), e, di conseguenza, ai fini dell'individuazione del soggetto attivo del reato. Peraltro, la rilevanza della "assoluta occasionalità" ai fini dell'esclusione della tipicità deriva non già da una arbitraria delimitazione interpretativa della norma, bensì dal tenore della fattispecie penale, che, punendo la "attività" di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione, concentra il disvalore d'azione su un complesso di azioni, che, dunque, non può coincidere con la condotta assolutamente occasionale. Fonte: lexambiente.it Attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali Cass. Sez. III n. 5504 del 10 febbraio 2016 (Ud 12 gen 2016) Pres. Amoresano Est. Di Nicola Ric. Lazzarini Rifiuti.Attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali Costituisce attività di gestione di rifiuti, esulando dalle normali pratiche agricole,
  • 2. ogni attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali vegetali di cui all'articolo 185, comma 1, lettera f), eseguita fuori dal luogo di produzione o, se eseguita nel luogo di produzione, per una finalità diversa dal reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o ammendanti; ovvero che sia eseguita nel luogo di produzione, per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o ammendanti, ma in cumuli non piccoli o, se in cumuli piccoli, in quantità giornaliere superiori a tre metri steri per ettaro. Fonte: lexambiente.it Rifiuti edili, Ance propone sconti alle imprese che li riciclano. Incentivi fiscali e semplificazioni per l’acquisto di materiali edili riciclati, premialità per la messa a punto di tecniche innovative per la demolizione selettiva e agevolazioni per l’utilizzo del Bim nel monitorare l’intero ciclo di vita delle costruzioni. Queste le possibili azioni proposte per favorire l’uso di materiali riciclati in edilizia dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), nel corso dell'audizione del 23 febbraio 2016 al Senato sul pacchetto di misure presentate dalla Commissione europea in materia di economia circolare. Commissione UE e rifiuti in edilizia In audizione l’Ance ha messo in evidenza che la Commissione Europea ha adottato un pacchetto di misure sull’economia circolare che comprende la modifica di alcune Direttive, tra cui la Direttiva quadro sui rifiuti per favorire l’utilizzo sostenibile delle risorse e la gestione dei rifiuti. Secondo la Commissione Europea il maggior contributo alla produzione annua di rifiuti speciali a livello europeo è dato proprio dal settore delle costruzioni e demolizioni. Per questo l’UE punta ad agevolare il recupero delle risorse attraverso una adeguata gestione dei rifiuti (recupero o smaltimento), favorendo anche il ricorso ai materiali riciclati nella realizzazione delle opere edili. La Commissione Europea ha infatti fissato per il 2020 l’obiettivo di recuperare il 70% in peso dei rifiuti da costruzione e demolizione; l’Ance però ha fatto notare come in Italia la pratica del recupero di rifiuti da costruzione e demolizione sia largamente trascurata a favore del conferimento in discarica. Tra le motivazioni c’è in primis la questione dei costi, poi la persistente diffidenza o
  • 3. non conoscenza sulla loro qualità e infine la mancanza di un’offerta diffusa sul territorio. Recupero dei rifiuti edili: le proposte dell’Ance Diverse le strategie auspicate dall’Associazione Costruttori Edili per un decisivo cambio di rotta a favore dei materiali riciclati in edilizia, prima fra tutte quella fiscale con l’introduzione di “sconti” per coloro che acquistano materiali riciclati. A ciò bisognerebbe aggiungere degli incentivi per la messa a punto di tecniche innovative per la demolizione selettiva in modo da favorire il recupero dei materiali. Molto utili, secondo l’Ance, sarebbero anche le semplificazioni amministrative e regolamentari a favore del recupero e utilizzo, direttamente nel cantiere, del materiale da costruzione e demolizione, e semplificazioni per la produzione e commercializzazione di materiali riciclati mediante impianti fissi. Inoltre i Costruttori Edili hanno evidenziato l’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione di operatori e consumatori (progettisti, stazioni appaltanti pubbliche e private, imprese) sui possibili utilizzi dei materiali riciclati, al fine di promuovere le migliori tecniche di riciclo. Infine l’Ance ha proposto premialità e/o incentivi alle imprese che, mediante l’utilizzo di sistemi di digitalizzazione delle informazioni, trasferiscano al proprietario/utilizzatore del manufatto edilizio i dati per la gestione dell’opera durante l’intero ciclo di vita della stessa. In particolare, l’Ance sottolinea l’utilità di innalzare il livello di informazioni che accompagnano il progetto e la costruzione in termini di caratteristiche dei materiali impiegati e modalità di assemblaggio degli stessi attraverso l’utilizzo del BIM. (Articolo di Alessandra Marra) Fonte: edilportale.com Energia ecosostenibile: i vantaggi della cogenerazione da biomassa in territorio alpino. Il progetto Gasification experiences in South Tyrol: energy and environmental
  • 4. assessment (GAST – Esperienze di gassificazione in Alto Adige: valutazione energetica e ambientale) stato realizzato dal 2013 al 2015 del gruppo di fisica tecnica della Freie Universität Bozen – Libera Università di Bolzano (Unibz), guidato diretto da Marco Baratieri, responsabile del laboratorio “Bioenergy & Biofuels”, che ha analizzato le prestazioni di impianti di cogenerazione da biomasse presenti in Süd Tirol/Alto Adige. Alla Unibz spiegano che «Lo studio individua negli impianti di piccole dimensioni una soluzione energetica efficiente e conveniente, sia dal punto di vista economico che ambientale. L’Alto Adige è la provincia italiana con la più alta densità di impianti di cogenerazione – produzione combinata di elettricità e calore – da biomassa. In diverse zone della provincia di Bolzano, imprese e privati cittadini hanno deciso di investire su questa tecnologia». Il progetto GAST, finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Ripartizione Diritto alla studio, Università e ricerca scientifica – è stato svolto in collaborazione con EcoResearch, con il consorzio RECORD e con l’Area Energia dell’ex TIS innovation park – oggi IDM Alto Adige – che, attraverso la propria rete sul territorio, ha favorito la selezione degli impianti idonei alla sperimentazione. Attualmente, nel territorio sudtirolese sono in funzione più di 30 piccoli impianti che producono energia tramite la gassificazione di materiali legnosi, appositamente prodotti a fini energetici oppure derivanti dagli scarti della lavorazione del legno, come pellet, bricchetti o cippato. L’energia termica viene sfruttata per il teleriscaldamento, mentre quella elettrica – ricavata dalla combustione dei gas ottenuti dalla biomassa – è immessa in rete e rivenduta. Lo studio Unibz suggerisce che «I piccoli impianti di gassificazione potrebbero essere una soluzione energetica alternativa cui ricorrere in ambito locale – soprattutto montano, per la disponibilità di biomassa legnosa – quando l’obiettivo è raggiungere alta efficienza energetica e minimizzare l’impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra». I ricercatori di unibz hanno misurato in scala reale – con gli impianti in condizione di esercizio – le prestazioni di alcuni impianti di cogenerazione rappresentativi, distinti tra di loro per dimensioni e produzione. Dai risultati emerge che «I vantaggi che tale tecnologia presenta in impianti di piccole dimensioni consistono in un rendimento elettrico molto più alto, che raggiunge – e spesso supera – il 20%, rispetto al 10% degli impianti tradizionali a combustione». Baratieri sottolinea che «In Alto Adige, abbiamo un’abbondante disponibilità di biomassa. La filiera, quindi, può essere corta. Il cippato, una possibile tipologia di
  • 5. combustibile per gli impianti di cogenerazione, non deve viaggiare per centinaia di chilometri prima di essere gassificato» Secondo lui quella degli impianti di piccole dimensioni è «la soluzione ideale per decentralizzare e rilocalizzare la produzione di energia nei centri abitati. Idealmente, sfruttando questo tipo di tecnologia, ogni comune potrebbe produrre tutta l’energia che gli serve per scaldare gli edifici e fare funzionare le attività produttive». Ma la tecnologia degli impianti di cogenerazione a biomassa presenta anche alcuni svantaggi: «Durante il processo di gassificazione si formano sostanze di scarto come i catrami (tar) e un residuo carbonioso simile alla carbonella (char) – dicono alla Unibz – Il follow-up del progetto GAST prevede però una ricerca per ottimizzare il funzionamento degli impianti di cogenerazione. Stiamo lavorando per sfruttare il char come catalizzatore per promuovere il cracking termico del catrame che ci permetterebbe di bruciare gas più pulito, aumentando l’efficienza complessiva delle macchine e abbattendo un costo. Attualmente, infatti, sia i catrami che il char vanno smaltiti». Fonte: greenreport.it
  • 6. combustibile per gli impianti di cogenerazione, non deve viaggiare per centinaia di chilometri prima di essere gassificato» Secondo lui quella degli impianti di piccole dimensioni è «la soluzione ideale per decentralizzare e rilocalizzare la produzione di energia nei centri abitati. Idealmente, sfruttando questo tipo di tecnologia, ogni comune potrebbe produrre tutta l’energia che gli serve per scaldare gli edifici e fare funzionare le attività produttive». Ma la tecnologia degli impianti di cogenerazione a biomassa presenta anche alcuni svantaggi: «Durante il processo di gassificazione si formano sostanze di scarto come i catrami (tar) e un residuo carbonioso simile alla carbonella (char) – dicono alla Unibz – Il follow-up del progetto GAST prevede però una ricerca per ottimizzare il funzionamento degli impianti di cogenerazione. Stiamo lavorando per sfruttare il char come catalizzatore per promuovere il cracking termico del catrame che ci permetterebbe di bruciare gas più pulito, aumentando l’efficienza complessiva delle macchine e abbattendo un costo. Attualmente, infatti, sia i catrami che il char vanno smaltiti». Fonte: greenreport.it