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Sommario 
Scienza&Società 
 Degrado culturale: attaccarlo alla radice, 
di Roberto Vacca 
 Quale destino per i grandi predatori? 
di Antonio De Marco 
 Comunicare scienza, di Luigi Campanella 
Alcuni anni fa / Parlamento europeo / Educazio- ne e plagi / La farmacopea / L’anfetamina / In- gestioni pericolose / Prurito e dermatite / Buro- crazia e imprenditorialità 
 La Germania: campione del mondo anche nel finanziare la ricerca, di Francesco Aiello 
EPS—EconomiaPoliticaSocietà 
 Il tetto sopra Berlino, di Claudio Comandini 
Recensioni e critica 
 Georg Trakl, cento anni fa di Anna Maria Curci 
 Il buon uso del mondo, di Giovanna Corchia 
 Un ragazzo d’oro / Perez / Il giovane favoloso 
di Alessandra Bailetti 
Sesta pagina: le segnalazioni 
 Evoluzione umana e gli “altri”, conversazione con Antonio De Marco e Concorso fotografico “Gli animali dell’Abatino”, [Gruppo Pentaprism] 
 Convegno: Federico Caffè, Centenario della na- scita 
 Francesco Sylos Labini, L’Università e i garage della California 
Immagini interne 
Street art a Roma: Valentino Bonacquisti et al. 
Notiziario aperiodico degli articoli pubblicati 
n. I n. 46 novembre 2014 
M. Agostinelli 
Energenze 
L. Agostini 
Note critiche 
P. L. Albini 
Labirinti di lettura 
P.L. Albini 
Recensioni di saggi 
Autori Vari 
EconomiaPoliticaSocietà 
Autori Vari 
Frodi&Favole 
Autori Vari 
Articoli di Scienza&Società 
Autori Vari 
R/C recensioni e critica 
A. Bailetti 
A proposito di film 
C. E. Bugatti 
900t’Arte 
G. Camarda 
Cronache di politica economica 
L. Campanella 
Comunicare scienza 
A. Castronuovo 
Meccanica della fantasia 
O. Cilona 
Democrazia&Impresa 
G. Corchia 
Cultura&Società 
A. M. Curci 
Il cielo indiviso 
E. D’Alessio 
Altrove e Dintorni 
A. De Marco 
Bioculture 
G. Grütter 
Disegno e Immagine 
M. Maggi 
Tecnorischio&Ambiente 
P. Manzelli 
Scienza e Arte 
L. Michelini 
Civitas 
R. Nobili 
Filosofia scientifica 
S. Ombuen 
Urbania 
P. Pallottino 
Figure 
P. Pignalosa 
Spettri musicali 
F. Rufo 
Biopolitiche 
R. Vacca 
Fuori dal coro 
F. Zucco 
Bioetica: Donne & Scienza 
Le rubriche aperiodiche di Ticonzero
Bioculture di Antonio De Marco 
75. Quale destino per i grandi predatori? 
Nell’azzardare, osare, tentare o cimentarsi si metto- no in campo una molteplicità di scelte, correlate a differenti soglie di rischio, che, più o meno frequen- temente, si è costretti o si è desiderosi di fare, in vista del raggiungimento di un obiettivo o spinti dal semplice piacere di mettersi alla prova. Può essere preminente la voglia di affermarsi sotto il tarlo di un narcisismo imperante o, più semplicemente, si è costretti dalle circostanze a caricarsi di una certa dose di fermezza sulla base di una valutazione dei rischi e dei benefici che determinati comportamenti possono implicare. In alcuni casi un’inadeguata in- formazione sui pericoli che si corrono può spingere ad accettare abitudini di vita che contengono livelli diversi di rischio. Ci si può assuefare a vivere in città altamente inquinate, ad assoggettarsi al fumo e all’alcol, a compiere dei lavori senza adeguate pro- tezioni o a fare tante altre cose la cui abitudinaria attuazione pare rendere meno pericolose. Si può costruire la propria casa a ridosso degli argini tra- ballanti di un fiume, lungo la china franosa di un colle o alle pendici di un vulcano; si accetta l’azzar- do di morire tra le lamiere contorte di una vettura, su un nastro di asfalto cotto dal Sole o viscido per la pioggia. 
In circostanze molto più drammatiche, che riman- dano ad inammissibili espressioni della condizione umana, specchio indegno di disuguaglianze infa- manti, si è disposti ad affrontare il mare affidando la propria vita e quella dei congiunti a dei legni a malapena galleggianti, indifesi di fronte al brusco cambiamento del moto ondoso, esposti alla sete, all’arsura accentuata dalla salsedine, al rischio con- creto di morire tra i flutti; una scelta che può risul- tare non del tutto comprensibile a chi vive nella cer- tezza del soddisfacimento dei propri bisogni più elementari […] [continua] 
Fuori dal coro di Roberto Vacca 
7. Degrado culturale: attaccarlo alla radice 
“A chi ha nel sangue l’imperativo dello scrivere 
non giova esser persuaso dell’inutilità dell’opera propria 
- eccomi di nuovo costretto a scrivere.” 
Luigi Einaudi, Introduzione alle Prediche Inutili, 1955 
La crisi dura da 7 anni. Gia agli inizi si capiva che sarebbe stata lunga. Quattro anni fa argomentai (v. Capitolo 3, Degrado culturale: come combat- terlo, del mio Salvare il prossimo decennio. [Garzanti, 2011] che in parte notevole la crisi era causata dal degrado culturale estremo in cui sia- mo caduti. Riassumo qui sotto la mia tesi. Sugge- rivo anche modi di combattere quel degrado: pe- ro non si profila affatto una (necessaria) rinasci- ta di studi e di ragione. Propongo, quindi, pro- grammi di apprendimento per bambini piccoli – che, in genere, fra i 3 e i 6 anni vengono trascura- ti. Sembreranno paradossali, ma li ritengo ade- guati a riedificare una societa non solo civile, ma colta e razionale. 
* * * 
“Gli italiani si interessano poco a studi e professioni tecniche. Decisori pubblici e privati, pubblico e mass media ignorano concetti scientifici e tecnici, e di- scorrono per astratti. Aumenta il divario fra alta tec- nologia e cultura media. I computer si usano spesso per scopi banali. Conseguiti progressi tecnico- scientifici straordinari, […] [continua] 
Bol 23 ed Eukary ota, Quarticciolo, by Valentino Bonacquisti 
ROA, Testaccio
Comunicare scienza di Luigi Campanella 
Alcuni anni fa ♦ Parlamento europeo ♦ Educazio- ne e plagi ♦ La farmacopea ♦ L’anfetamina ♦ In- gestioni pericolose ♦ Prurito e dermatite ♦ Buro- crazia e imprenditorialità 
Alcuni anni fa, una trentina, (purtroppo non sono riuscito a trovare il documento originario), l’UE denunciò uno sperpero di denaro dovuto a misure sperimentali di nessuna utilità in quanto inaffida- bili nell’esecuzione, nella tracciabilità e nel risul- tato. In questi trenta anni molti passi avanti sono stati fatti e da chimico ho un po’ l’orgoglio di dire che è stata la mia disciplina a sollevare per prima il problema della qualità della misura e delle necessarie garanzie che ogni determinazio- ne deve avere per fornire risultati attendibili e quindi usufruibili, ad esempio per assumere in base ad essi provvedimenti e norme, anche so- prattutto in difesa dell’ambiente e degli utenti. Un metodo analitico si caratterizza per accuratez- za, precisione, sensibilità, limite minimo di rive- labilità, selettività ed è dall’insieme di questi va- lori che deriva la qualità di un metodo ed il suo ranking. In particolare, l’accuratezza corrisponde alla capacità di un metodo di fornire il valore ve- ro: è chiaro pertanto come sia impossibile deter- minarne il valore analizzando un campione inco- gnito, come è ovvio sia nei casi pratici. I materia- li, i metodi e i processi di riferimento fortemente voluti e richiesti dai chimici negli anni 70 hanno fornito un supporto sostanziale e determinante e il loro sviluppo progressivamente esteso alle ma- trici ha consentito ai metodi […]. [continua] 
Articoli di Autori Vari 
59. Germania: campioni del mondo anche nel fi- nanziare la ricerca, di Francesco Aiello 
Dietro solo a Stati Uniti, Cina e Giappone per fondi destinati in R&S, la Germania decide di rilanciare e di impegnare circa 31,6 miliardi di dollari nei pros- simi sei anni per sostenere programmi speciali per la ricerca e l'istruzione superiore. 
La Germania, che celebra il venticinquesimo anni- versario della caduta del muro di Berlino, è la na- zione più popolosa dell'Unione europea e l’econo- mia più importante del Vecchio Continente. Con una spesa in ricerca e sviluppo di circa 100 miliardi ogni anno. I finanziamenti per programmi speciali sono rimasti costanti anche durante la crisi finan- ziaria globale. Fra il 2005 ed il 2010, nonostante la recessione e il risanamento dei conti pubblici, i fi- nanziamenti destinati per gli istituti di ricerca stata- li si sono ampliati annualmente del 4,7%. 
Le promesse fatte durante l’ultima campagna elet- torale della cancelliera Angela Merkel sono diven- tate quindi realtà e saranno approvate l’11 dicem- bre. Proprio la campagna elettorale del 2013 ha segnato un punto di svolta. Mentre tutti i partiti erano in contrasto su economia, politica estera, welfare hanno concordato su un aspetto: ricerca e sviluppo. 
Nei loro programmi elettorali, i partiti rappresenta- ti nel parlamento attuale - tra cui i Verdi e il partito di sinistra - hanno assunto una posizione decisa- mente pro-scienza. 
Tutti, ad esempio, hanno sostenuto l’importanza della ricerca energetica come una priorità per so- stenere la transizione pianificata […] [continua] 
Solo, Trullo, by Valentino Bonacquisti 
Blu, Ostiense, by Valentino Bonacquisti 
9.1. 
Alcuni anni fa
Il cielo indiviso di Anna Maria Curci 
2. Georg Trakl, cento anni fa 
Cade il suono come il tonfo di un remo nel silenzio. 
(A.M. Curci) 
Il 3 novembre 2014, cento anni fa, moriva all’ospe- dale di Cracovia, probabilmente suicida per una do- se eccessiva di cocaina, il poeta austriaco Georg Trakl. Nelle sue poesie, che si possono leggere an- che nelle traduzioni di Elio Gianturco (1925), Leo- ne Traverso (1938), di Giaime Pintor (1939-40), di Ida Porena (1963), di Ervino Pocar (1974), di Enri- co De Angelis (1999; l’elenco prosegue, ché la poe- sia di Trakl continua a essere frequentata assidua- mente anche in quella lettura ‘al quadrato’ che è la traduzione) la «azzurritudine» (Bläue) della natura limpida e, insieme, trasfigurata, si affianca alla ca- denza, come attutita dal manto di nebbia, del remo nelle acque che scorrono, chiare o torbide, lente e inesorabili e, ancora, alla visione inequivocabile del disfacimento (Verfall) all’orrore della guerra – la lirica Grodek ne è l’esempio più esplicito e sconvol- gente – che schiaccia, maciulla, stravolge, annienta l’umanità. 
Nel centenario della morte di Georg Trakl propon- go, in ordine cronologico di composizione (dall’autunno 1912 all’inizio di ottobre 1914), alcu- ne sue liriche nell’originale e nella mia traduzione. 
Verklärter Herbst 
Gewaltig endet so das Jahr Mit goldnem Wein und Frucht der Gärten. Rund schweigen Wälder wunderbar Und sind des Einsamen Gefährten. 
Da sagt der Landmann: Es ist gut. Ihr Abendglocken lang und leise […] [continua] 
EPS—EconomiaPoliticaSocietà 
62. Il tetto sopra Berlino, di Claudio Comandini 
1. L’equivoco del Muro 
Venticinque anni fa, un mio conoscente berlinese fu informato dell’apertura del Muro dalla televisio- ne e, avendo bevuto un po’, inizialmente pensò fos- se un film. Da parte sua, anche Robert Darnton, storico americano dell’illuminismo e della rivolu- zione francese, avvezzo ad indagare nei bassifondi di una cultura spesso considerata soltanto dalle vet- te, trovandosi a Berlino nei giorni intorno al 9 no- vembre 1989, considera la caduta del Muro come “un colossale equivoco, un evento letteralmente creato dai mass-media” (Berlin Journal 1989-1990, 1991). Potrebbe quindi capovolgersi l’assunto di Goodbye Lenin (2003) di Wolfgang Becker ed esse- re così l’occidente capitalista a raccontarsi menzo- gne per credere alla vittoria del mercato, incapace di sopportare la possibilità della sconfitta. 
Il vecchio muro sovietico è ormai demolito, ha la- sciato alcuni frammenti nell’arredo urbano della metropoli permettendo l’unificazione di due nuclei distinti per istituzioni e funzionalità. Possiamo però sollevare i rottami del Muro da ogni bidimensiona- lità e metterli in una prospettiva che restituisca loro una storia. 
Ai tempi delle divisioni Est e Ovest, il Muro rap- presentava lo specchio sul quale una concezione politica si definiva nell’esclusione del suo opposto, che continuava ad esserne una condizione d’esi- stenza. Quel che accade quando una sola opzione risulta praticabile, lo hanno scoperto tutti di fronte allo schermo televisivo: infatti, è proprio questo schermo il nuovo Muro sul quale si svolge il pro- cesso di rappresentazione con cui il potere si costi- tuisce, sostituendo alla realtà un’immagine confor- me […][continua] 
JBrock, Outdoor Festival 2014, by Valentino Bonacquisti 
Ammara Bako Bakr, Prenestina, by Valentino Bonacquisti
Cultura&Società di Giovanna Corchia 
74. Il buon uso del mondo. Percorsi di letttura 
Vivre sa vie 
Vivere la propria vita: quale il significato 
profondo di questo breve enunciato? 
Libro guida “Il buon uso del mondo Agire nell’età del rischio” 
di Salvatore Natoli (1) 
In un mondo sempre più difficile da leggere, in cui la chiusura in se stessi sembra avere il sopravvento, in cui non la condivisione ma la globalizzazione dell’indifferenza è di casa come non essere attratti dal- la lettura di un libro dal titolo illuminante Il buon uso del mondo? Il professor Salvatore Natoli ci aiuterà nel nostro viaggio. Come ci aiuterà un percorso di altre letture, qui di seguito delineato. 
Se si naviga in mare aperto i rischi di fare naufragio sono sempre in agguato: compito non facile sa- per tenere la rotta. 
Le immagini che si affollano nelle nostre menti sono le numerose vittime di guerre nel mondo e i tanti naufraghi che non riescono a raggiungere il porto agognato, fuggendo dall’assurdo dei loro paesi. [continua] 
A proposito di film di Alessandra Bailetti 
36. Un ragazzo d’oro 
Perez 
Il giovane favoloso 
[leggi] 
Carlos Atoche, Tuscolano, by Valentino Bonacquisti 
Tiuna el Fuerte, Montesacro
Segnalazioni 
Le News di Ticonzero sono anche visibili su 
Facebook 
Pentatonic—Ticonzero 
11 gennaio 2015, ore 17 
Conversazione con Antonio De Marco 
Evoluzione umana e gli “altri” 
e 
Concorso fotografico 
Gli animali dell’Abatino 
Federico Caffé 
Centenario della nascita di Federico Caffè Roma, 4 - 5 dicembre 2014 
Aula “Ezio Tarantelli” - Facoltà di Economia via del Castro Laurenziano 9, 00161 Roma 
Roars 
“Hanno scelto l’ignoranza” 
Un articolo su Roars di Francesco Sylos Labini 
L’università e i garage della California 
[…]”Il Presidente Renzi spiega che, come soluzione, vorrebbe che le unive- rità italiane fossero come i garage della Silicon Valley, dove, nell’immagina- rio collettivo, nascerebbero l’innovazione e il business grazie a giovani sca- miciati e geniali aiutati dalle forze del libero mercato. In questa fantasiosa rappresentazione della realtà ci si dimentica del fatto che, nel paese per altri versi paladino del libero mercato, la ricerca di base è finanziata dal go- verno federale per 40 miliardi di dollari all’anno.” […] [tabelle significative] 
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News 46 novembre 2014

  • 1. Ticonzero news I commenti posi- tivi dei clienti consentono di dimostrare i suc- cessi raggiunti e di porre in risalto Sommario Scienza&Società  Degrado culturale: attaccarlo alla radice, di Roberto Vacca  Quale destino per i grandi predatori? di Antonio De Marco  Comunicare scienza, di Luigi Campanella Alcuni anni fa / Parlamento europeo / Educazio- ne e plagi / La farmacopea / L’anfetamina / In- gestioni pericolose / Prurito e dermatite / Buro- crazia e imprenditorialità  La Germania: campione del mondo anche nel finanziare la ricerca, di Francesco Aiello EPS—EconomiaPoliticaSocietà  Il tetto sopra Berlino, di Claudio Comandini Recensioni e critica  Georg Trakl, cento anni fa di Anna Maria Curci  Il buon uso del mondo, di Giovanna Corchia  Un ragazzo d’oro / Perez / Il giovane favoloso di Alessandra Bailetti Sesta pagina: le segnalazioni  Evoluzione umana e gli “altri”, conversazione con Antonio De Marco e Concorso fotografico “Gli animali dell’Abatino”, [Gruppo Pentaprism]  Convegno: Federico Caffè, Centenario della na- scita  Francesco Sylos Labini, L’Università e i garage della California Immagini interne Street art a Roma: Valentino Bonacquisti et al. Notiziario aperiodico degli articoli pubblicati n. I n. 46 novembre 2014 M. Agostinelli Energenze L. Agostini Note critiche P. L. Albini Labirinti di lettura P.L. Albini Recensioni di saggi Autori Vari EconomiaPoliticaSocietà Autori Vari Frodi&Favole Autori Vari Articoli di Scienza&Società Autori Vari R/C recensioni e critica A. Bailetti A proposito di film C. E. Bugatti 900t’Arte G. Camarda Cronache di politica economica L. Campanella Comunicare scienza A. Castronuovo Meccanica della fantasia O. Cilona Democrazia&Impresa G. Corchia Cultura&Società A. M. Curci Il cielo indiviso E. D’Alessio Altrove e Dintorni A. De Marco Bioculture G. Grütter Disegno e Immagine M. Maggi Tecnorischio&Ambiente P. Manzelli Scienza e Arte L. Michelini Civitas R. Nobili Filosofia scientifica S. Ombuen Urbania P. Pallottino Figure P. Pignalosa Spettri musicali F. Rufo Biopolitiche R. Vacca Fuori dal coro F. Zucco Bioetica: Donne & Scienza Le rubriche aperiodiche di Ticonzero
  • 2. Bioculture di Antonio De Marco 75. Quale destino per i grandi predatori? Nell’azzardare, osare, tentare o cimentarsi si metto- no in campo una molteplicità di scelte, correlate a differenti soglie di rischio, che, più o meno frequen- temente, si è costretti o si è desiderosi di fare, in vista del raggiungimento di un obiettivo o spinti dal semplice piacere di mettersi alla prova. Può essere preminente la voglia di affermarsi sotto il tarlo di un narcisismo imperante o, più semplicemente, si è costretti dalle circostanze a caricarsi di una certa dose di fermezza sulla base di una valutazione dei rischi e dei benefici che determinati comportamenti possono implicare. In alcuni casi un’inadeguata in- formazione sui pericoli che si corrono può spingere ad accettare abitudini di vita che contengono livelli diversi di rischio. Ci si può assuefare a vivere in città altamente inquinate, ad assoggettarsi al fumo e all’alcol, a compiere dei lavori senza adeguate pro- tezioni o a fare tante altre cose la cui abitudinaria attuazione pare rendere meno pericolose. Si può costruire la propria casa a ridosso degli argini tra- ballanti di un fiume, lungo la china franosa di un colle o alle pendici di un vulcano; si accetta l’azzar- do di morire tra le lamiere contorte di una vettura, su un nastro di asfalto cotto dal Sole o viscido per la pioggia. In circostanze molto più drammatiche, che riman- dano ad inammissibili espressioni della condizione umana, specchio indegno di disuguaglianze infa- manti, si è disposti ad affrontare il mare affidando la propria vita e quella dei congiunti a dei legni a malapena galleggianti, indifesi di fronte al brusco cambiamento del moto ondoso, esposti alla sete, all’arsura accentuata dalla salsedine, al rischio con- creto di morire tra i flutti; una scelta che può risul- tare non del tutto comprensibile a chi vive nella cer- tezza del soddisfacimento dei propri bisogni più elementari […] [continua] Fuori dal coro di Roberto Vacca 7. Degrado culturale: attaccarlo alla radice “A chi ha nel sangue l’imperativo dello scrivere non giova esser persuaso dell’inutilità dell’opera propria - eccomi di nuovo costretto a scrivere.” Luigi Einaudi, Introduzione alle Prediche Inutili, 1955 La crisi dura da 7 anni. Gia agli inizi si capiva che sarebbe stata lunga. Quattro anni fa argomentai (v. Capitolo 3, Degrado culturale: come combat- terlo, del mio Salvare il prossimo decennio. [Garzanti, 2011] che in parte notevole la crisi era causata dal degrado culturale estremo in cui sia- mo caduti. Riassumo qui sotto la mia tesi. Sugge- rivo anche modi di combattere quel degrado: pe- ro non si profila affatto una (necessaria) rinasci- ta di studi e di ragione. Propongo, quindi, pro- grammi di apprendimento per bambini piccoli – che, in genere, fra i 3 e i 6 anni vengono trascura- ti. Sembreranno paradossali, ma li ritengo ade- guati a riedificare una societa non solo civile, ma colta e razionale. * * * “Gli italiani si interessano poco a studi e professioni tecniche. Decisori pubblici e privati, pubblico e mass media ignorano concetti scientifici e tecnici, e di- scorrono per astratti. Aumenta il divario fra alta tec- nologia e cultura media. I computer si usano spesso per scopi banali. Conseguiti progressi tecnico- scientifici straordinari, […] [continua] Bol 23 ed Eukary ota, Quarticciolo, by Valentino Bonacquisti ROA, Testaccio
  • 3. Comunicare scienza di Luigi Campanella Alcuni anni fa ♦ Parlamento europeo ♦ Educazio- ne e plagi ♦ La farmacopea ♦ L’anfetamina ♦ In- gestioni pericolose ♦ Prurito e dermatite ♦ Buro- crazia e imprenditorialità Alcuni anni fa, una trentina, (purtroppo non sono riuscito a trovare il documento originario), l’UE denunciò uno sperpero di denaro dovuto a misure sperimentali di nessuna utilità in quanto inaffida- bili nell’esecuzione, nella tracciabilità e nel risul- tato. In questi trenta anni molti passi avanti sono stati fatti e da chimico ho un po’ l’orgoglio di dire che è stata la mia disciplina a sollevare per prima il problema della qualità della misura e delle necessarie garanzie che ogni determinazio- ne deve avere per fornire risultati attendibili e quindi usufruibili, ad esempio per assumere in base ad essi provvedimenti e norme, anche so- prattutto in difesa dell’ambiente e degli utenti. Un metodo analitico si caratterizza per accuratez- za, precisione, sensibilità, limite minimo di rive- labilità, selettività ed è dall’insieme di questi va- lori che deriva la qualità di un metodo ed il suo ranking. In particolare, l’accuratezza corrisponde alla capacità di un metodo di fornire il valore ve- ro: è chiaro pertanto come sia impossibile deter- minarne il valore analizzando un campione inco- gnito, come è ovvio sia nei casi pratici. I materia- li, i metodi e i processi di riferimento fortemente voluti e richiesti dai chimici negli anni 70 hanno fornito un supporto sostanziale e determinante e il loro sviluppo progressivamente esteso alle ma- trici ha consentito ai metodi […]. [continua] Articoli di Autori Vari 59. Germania: campioni del mondo anche nel fi- nanziare la ricerca, di Francesco Aiello Dietro solo a Stati Uniti, Cina e Giappone per fondi destinati in R&S, la Germania decide di rilanciare e di impegnare circa 31,6 miliardi di dollari nei pros- simi sei anni per sostenere programmi speciali per la ricerca e l'istruzione superiore. La Germania, che celebra il venticinquesimo anni- versario della caduta del muro di Berlino, è la na- zione più popolosa dell'Unione europea e l’econo- mia più importante del Vecchio Continente. Con una spesa in ricerca e sviluppo di circa 100 miliardi ogni anno. I finanziamenti per programmi speciali sono rimasti costanti anche durante la crisi finan- ziaria globale. Fra il 2005 ed il 2010, nonostante la recessione e il risanamento dei conti pubblici, i fi- nanziamenti destinati per gli istituti di ricerca stata- li si sono ampliati annualmente del 4,7%. Le promesse fatte durante l’ultima campagna elet- torale della cancelliera Angela Merkel sono diven- tate quindi realtà e saranno approvate l’11 dicem- bre. Proprio la campagna elettorale del 2013 ha segnato un punto di svolta. Mentre tutti i partiti erano in contrasto su economia, politica estera, welfare hanno concordato su un aspetto: ricerca e sviluppo. Nei loro programmi elettorali, i partiti rappresenta- ti nel parlamento attuale - tra cui i Verdi e il partito di sinistra - hanno assunto una posizione decisa- mente pro-scienza. Tutti, ad esempio, hanno sostenuto l’importanza della ricerca energetica come una priorità per so- stenere la transizione pianificata […] [continua] Solo, Trullo, by Valentino Bonacquisti Blu, Ostiense, by Valentino Bonacquisti 9.1. Alcuni anni fa
  • 4. Il cielo indiviso di Anna Maria Curci 2. Georg Trakl, cento anni fa Cade il suono come il tonfo di un remo nel silenzio. (A.M. Curci) Il 3 novembre 2014, cento anni fa, moriva all’ospe- dale di Cracovia, probabilmente suicida per una do- se eccessiva di cocaina, il poeta austriaco Georg Trakl. Nelle sue poesie, che si possono leggere an- che nelle traduzioni di Elio Gianturco (1925), Leo- ne Traverso (1938), di Giaime Pintor (1939-40), di Ida Porena (1963), di Ervino Pocar (1974), di Enri- co De Angelis (1999; l’elenco prosegue, ché la poe- sia di Trakl continua a essere frequentata assidua- mente anche in quella lettura ‘al quadrato’ che è la traduzione) la «azzurritudine» (Bläue) della natura limpida e, insieme, trasfigurata, si affianca alla ca- denza, come attutita dal manto di nebbia, del remo nelle acque che scorrono, chiare o torbide, lente e inesorabili e, ancora, alla visione inequivocabile del disfacimento (Verfall) all’orrore della guerra – la lirica Grodek ne è l’esempio più esplicito e sconvol- gente – che schiaccia, maciulla, stravolge, annienta l’umanità. Nel centenario della morte di Georg Trakl propon- go, in ordine cronologico di composizione (dall’autunno 1912 all’inizio di ottobre 1914), alcu- ne sue liriche nell’originale e nella mia traduzione. Verklärter Herbst Gewaltig endet so das Jahr Mit goldnem Wein und Frucht der Gärten. Rund schweigen Wälder wunderbar Und sind des Einsamen Gefährten. Da sagt der Landmann: Es ist gut. Ihr Abendglocken lang und leise […] [continua] EPS—EconomiaPoliticaSocietà 62. Il tetto sopra Berlino, di Claudio Comandini 1. L’equivoco del Muro Venticinque anni fa, un mio conoscente berlinese fu informato dell’apertura del Muro dalla televisio- ne e, avendo bevuto un po’, inizialmente pensò fos- se un film. Da parte sua, anche Robert Darnton, storico americano dell’illuminismo e della rivolu- zione francese, avvezzo ad indagare nei bassifondi di una cultura spesso considerata soltanto dalle vet- te, trovandosi a Berlino nei giorni intorno al 9 no- vembre 1989, considera la caduta del Muro come “un colossale equivoco, un evento letteralmente creato dai mass-media” (Berlin Journal 1989-1990, 1991). Potrebbe quindi capovolgersi l’assunto di Goodbye Lenin (2003) di Wolfgang Becker ed esse- re così l’occidente capitalista a raccontarsi menzo- gne per credere alla vittoria del mercato, incapace di sopportare la possibilità della sconfitta. Il vecchio muro sovietico è ormai demolito, ha la- sciato alcuni frammenti nell’arredo urbano della metropoli permettendo l’unificazione di due nuclei distinti per istituzioni e funzionalità. Possiamo però sollevare i rottami del Muro da ogni bidimensiona- lità e metterli in una prospettiva che restituisca loro una storia. Ai tempi delle divisioni Est e Ovest, il Muro rap- presentava lo specchio sul quale una concezione politica si definiva nell’esclusione del suo opposto, che continuava ad esserne una condizione d’esi- stenza. Quel che accade quando una sola opzione risulta praticabile, lo hanno scoperto tutti di fronte allo schermo televisivo: infatti, è proprio questo schermo il nuovo Muro sul quale si svolge il pro- cesso di rappresentazione con cui il potere si costi- tuisce, sostituendo alla realtà un’immagine confor- me […][continua] JBrock, Outdoor Festival 2014, by Valentino Bonacquisti Ammara Bako Bakr, Prenestina, by Valentino Bonacquisti
  • 5. Cultura&Società di Giovanna Corchia 74. Il buon uso del mondo. Percorsi di letttura Vivre sa vie Vivere la propria vita: quale il significato profondo di questo breve enunciato? Libro guida “Il buon uso del mondo Agire nell’età del rischio” di Salvatore Natoli (1) In un mondo sempre più difficile da leggere, in cui la chiusura in se stessi sembra avere il sopravvento, in cui non la condivisione ma la globalizzazione dell’indifferenza è di casa come non essere attratti dal- la lettura di un libro dal titolo illuminante Il buon uso del mondo? Il professor Salvatore Natoli ci aiuterà nel nostro viaggio. Come ci aiuterà un percorso di altre letture, qui di seguito delineato. Se si naviga in mare aperto i rischi di fare naufragio sono sempre in agguato: compito non facile sa- per tenere la rotta. Le immagini che si affollano nelle nostre menti sono le numerose vittime di guerre nel mondo e i tanti naufraghi che non riescono a raggiungere il porto agognato, fuggendo dall’assurdo dei loro paesi. [continua] A proposito di film di Alessandra Bailetti 36. Un ragazzo d’oro Perez Il giovane favoloso [leggi] Carlos Atoche, Tuscolano, by Valentino Bonacquisti Tiuna el Fuerte, Montesacro
  • 6. Segnalazioni Le News di Ticonzero sono anche visibili su Facebook Pentatonic—Ticonzero 11 gennaio 2015, ore 17 Conversazione con Antonio De Marco Evoluzione umana e gli “altri” e Concorso fotografico Gli animali dell’Abatino Federico Caffé Centenario della nascita di Federico Caffè Roma, 4 - 5 dicembre 2014 Aula “Ezio Tarantelli” - Facoltà di Economia via del Castro Laurenziano 9, 00161 Roma Roars “Hanno scelto l’ignoranza” Un articolo su Roars di Francesco Sylos Labini L’università e i garage della California […]”Il Presidente Renzi spiega che, come soluzione, vorrebbe che le unive- rità italiane fossero come i garage della Silicon Valley, dove, nell’immagina- rio collettivo, nascerebbero l’innovazione e il business grazie a giovani sca- miciati e geniali aiutati dalle forze del libero mercato. In questa fantasiosa rappresentazione della realtà ci si dimentica del fatto che, nel paese per altri versi paladino del libero mercato, la ricerca di base è finanziata dal go- verno federale per 40 miliardi di dollari all’anno.” […] [tabelle significative] Palomar Asilomar, il blog collegato Clicca sopra : Ctrl+cursore ↑ Coordinamento delle rubriche e editor di Ticonzero PierLuigi Albini