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Il LES
Un curricolo per la
cittadinanza attiva
Catania 16.12.2013
Prof. Angelo Morales

1
2

LES - LINEE GENERALI E COMPETENZE
Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i
linguaggi propri della cultura nelle molteplici dimensioni
attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e
come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e
dell’altro, le relazioni interpersonali, le forme di vita sociale e
di cura per il bene comune, le relazioni istituzionali in ambito
sociale, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori.
L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da
prevedere in stretto contatto con l’economia e le discipline
giuridiche, la matematica, la geografia, la filosofia, la storia, la
letteratura, fornisce allo studente le competenze utili:
2
3

1) a comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con
particolare attenzione al mondo del lavoro, ai servizi alla
persona, ai fenomeni interculturali e ai contesti della
convivenza e della costruzione della cittadinanza;
2) a comprendere le trasformazioni socio-politiche ed
economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione, le
tematiche relative alla gestione della multiculturalità e il
significato socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo
settore”;
3) a sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto
alle dinamiche psicosociali.
4) a padroneggiare i principi, i metodi e le tecniche di ricerca in
campo economico-sociale (!?)
3
4

La conoscenza della società in cui viviamo, data la
sua crescente complessità, non può essere affidata
esclusivamente al sapere intuitivo ed esperienziale
proprio del senso comune, ma richiede l’acquisizione di
competenze specifiche che solo la scuola può dare. I
licei “storici”, quali il classico e lo scientifico, delineano
dei percorsi formativi ben definiti e consolidati, ma non
coprono un’esigenza ormai sempre più avvertita nel
nostro sistema sociale, quella di un corso di studi
proiettato verso l’analisi della società contemporanea,
nella quale la dimensione umano-sociale riveste una
centralità che nei sistemi precedenti non era dato
avvertire.
4
5

Oggi è evidente l’influenza pervasiva nella vita di
tutti delle scelte fatte in ambito tecnico scientifico
ed economico, ma, come è stato efficacemente
osservato: “la cultura scientifica, privata di
riflessività sui problemi generali e globali,
diventa incapace di pensarsi e di pensare i
problemi sociali e umani che pone”. La
drammaticità della situazione attuale è data in
gran parte da una scienza, una tecnologia, e
naturalmente un’economia che appaiono fuori
controllo, e da specialisti dei diversi settori che
assomigliano ad apprendisti stregoni incapaci di
tenere a freno le forze da loro scatenate.
5
6

“Il perdurare del processo tecno-scientifico attuale,
processo del resto cieco che sfugge alla coscienza e alla
volontà degli stessi scienziati (ed economisti! – ndr),
conduce a una forte regressione di democrazia. Così,
mentre l’esperto perde la capacità di concepire il globale e il
fondamentale, il cittadino perde il diritto alla conoscenza”
(E. Morin, La testa ben fatta, R. Cortina Editore). Da qui la
necessità di quella che Morin definisce una democrazia
cognitiva, perché gli intellettuali, e i semplici cittadini, delle
future generazioni devono poter esercitare un controllo
democratico sui processi economico-sociali e sulle possibili
conseguenze della ricerca. La cittadinanza attiva non è
qualcosa che si può insegnare nelle ore di “cittadinanza e
costituzione”, ma deve caratterizzare l’intero curricolo
scolastico.
6
7

Ad una attenta riflessione non può sfuggire il ruolo che
il sistema economico ha oggi nel determinare il destino
di ognuno nel mondo globalizzato. La recente crisi
finanziaria ha avuto, e continua ad avere, un impatto
così devastante sui ceti e sui paesi più deboli da
ridisegnare ampiamente il modello di relazioni sociali
degli ultimi decenni. Proporre, quindi, una maggiore
conoscenza dei fondamenti dell’economia già a livello
liceale è un’idea del tutto condivisibile. E d’altra parte
sia nel Liceo Socio-Psico-Pedagogico che nel Liceo di
Scienze Sociali lo studio di questa disciplina era già
previsto da anni. Ma, quale economia, studiata come e
a qual fine?
7
8

“Why did economists fail to
foresee the crisis?”

8
9

I modelli matematici non possono sostituire la
conoscenza della struttura storico-sociale della
realtà. “…la matematica decontestualizza

i suoi oggetti, e in campo economico ciò
comporta il rischio del riduzionismo e
della falsa neutralità. L’unico antidoto è
la conoscenza della storia e la
consapevolezza della dimensione
politica dell’analisi economica”

G. Lunghini

9
10

“L'economia non è solo una materia tecnica, da
insegnare nell'ambito della formazione aziendale. E'
anche e soprattutto una materia d'insegnamento
formativa, di fondamentale importanza per aiutare i
giovani a comprendere la società in cui vivono e i
problemi che continuamente ci si presentano, come
quelli della recente crisi. Una formazione economica fin
dagli studi liceali, che può essere approfondita negli
studi universitari, è anche utilizzabile in via diretta in
molti campi di lavoro in rapido sviluppo nelle società
moderne, sia nelle imprese sia nel settore pubblico”
A. Roncaglia

10
11

A che serve dunque un Liceo economico-sociale?

Non a preparare ad una professione, come in
passato ad esempio il diploma di ragioniere. Un
liceo non abilita ad alcunché, tranne che alla
iscrizione a qualche facoltà universitaria. Il LES deve
quindi essere considerato propedeutico alla facoltà
di Economia? Anche, ma non solo. Lo studio liceale
può naturalmente orientare verso l’iscrizione a
diverse facoltà,ma deve mirare anzitutto ad una
formazione di carattere generale: formazione alla
cittadinanza.

11
12

Proponendo una didattica per competenze,
chi si è occupato della stesura delle indicazioni
generali per i nuovi indirizzi sa bene che oggi
un insegnamento centrato sui contenuti è
improponibile. In ogni ambito del sapere il
livello delle conoscenze muta così
rapidamente che non basterebbe una cultura
enciclopedica per tenere il passo. Ispirandosi
a Bruner si sottolinea correttamente la
necessità di far cogliere agli alunni i nuclei
fondanti delle discipline, la loro struttura.
12
13

Per Bruner una teoria dell’istruzione “deve
specificare il modo in cui un insieme di cognizioni
deve essere strutturato perché sia prontamente
compreso dal discente. Una ‘struttura ottimale’ si
riferisce ad un insieme di proposizioni da cui può
essere generato un più vasto insieme di
cognizioni: la formulazione di tale struttura
dipende dallo stato di progresso di un particolare
campo del conoscere…(e) l’efficacia di una
struttura dipende dalla sua capacità di
semplificare l’informazione, di generare nuove
proposizioni e di rendere più maneggevole un
insieme di cognizioni”.
13
14

Nelle indicazioni ministeriali sui nuovi indirizzi troviamo
diverse incongruenze rispetto agli obiettivi dichiarati. Se
prendiamo il profilo delle scienze umane per il LES, leggiamo
che riguardo alla Psicologia si devono “prendere in esame” per
il primo biennio (in realtà per tutto il ciclo di studi, perché lo
studio della disciplina finisce al secondo anno):
a) ”i diversi aspetti delle relazioni sui luoghi di lavoro”; b) “i
processi sociali di influenzamento, cooperazione, conflitto e
negoziazione nei luoghi di lavoro”…

Dove sono in questo contesto i concetti di base della
disciplina?
A parte un accenno alla conoscenza degli “aspetti principali
del funzionamento mentale” non è dato trovarli.
Ragazzi di 14-15 anni dovrebbero essere perciò in grado di
fare psicologia applicata al lavoro senza conoscere i
fondamenti della disciplina.

14
15

Riguardo alla Sociologia (secondo biennio e quinto
anno del LES) vengono indicati una serie di contenuti,
finalizzati alla acquisizione di competenze quali:
a)”comprendere le dinamiche proprie della realtà
sociale…”; b) “comprendere le trasformazioni sociopolitiche ed economiche indotte dal fenomeno della
globalizzazione…”; c) “sviluppare una adeguata
consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche
psicosociali”; d) “padroneggiare i principi, i metodi e le
tecniche di ricerca in campo economico sociale”.
Ma, cosa vuol dire acquisire tali competenze per uno
studente liceale? Che cosa distingue la sua preparazione
da quella di uno studente universitario o di un
ricercatore, che può essere indicata con gli stessi
termini?
15
PSICOLOGIA I° Biennio
(Nostra proposta)

•
•
•
•
•
•
-

Cenni di storia della disciplina:
I processi cognitivi
L’apprendimento
L’età evolutiva (cenni)
Interazioni sociali: I gruppi – La leadership
Stereotipi – Pregiudizi – Atteggiamenti
La scelta del lavoro
Dinamiche relazionali nei luoghi di
cooperazione, negoziazione e conflitti.

lavoro:

16
17

A partire dal secondo anno ha inizio lo studio della
Metodologia della ricerca. Tutti i manuali di Scienze
umane approntati dopo il riordino riducono la
Metodologia alla Statistica, con rare eccezioni di alcuni
che premettono alcune pagine introduttive,
generalmente di difficile lettura e troppo sintetiche
per poter essere realmente comprese dagli alunni. La
statistica è una tecnica indubbiamente utile, e
costituisce uno degli elementi costitutivi della ricerca
sociale, ma ha senso, e ne può essere motivato lo
studio, se se ne comprende l’utilità nel quadro
complessivo della ricerca. E’ da lì, quindi, che occorre
partire, facendo capire sin dall’inizio il senso di uno
studio della società nei suoi diversi aspetti.
17
18

•
•
•
•
•
•
•
•
•

Uno studio introduttivo sulle scienze umane può essere
articolato come segue:
Natura Cultura Società
Mondo della natura e mondo dello spirito
La cultura materiale
Realtà concreta (le cose) e realtà astratta (valori, istituzioni
ecc.)
Mondo animale e mondo umano
L’uomo come animale sociale di cultura
La neotenia (Gehlen)
Il lavoro nel processo di ominizzazione
Le scienze naturali (oggetto – metodo – linguaggio)
Le scienze umane e sociali
18
19

Nella definizione del curricolo del LES abbiamo
sottolineato più volte la necessità di recuperare
nell’ambito di un insegnamento pluridisciplinare
(previsto dalle indicazioni ministeriali) la mancanza di
un asse culturale chiaro e condivisibile. Ci sembra che,
pur prevedendo l’attivazione di raccordi tra tutte le
discipline, oltre la distinzione tra materie umanistiche e
scientifiche, un orientamento significativo, rispondente
all’identità dell’indirizzo, possa essere individuato nella
definizione di un’area disciplinare “Scienze umaneDiritto-Economia politica”.

19
20

“Tutti gli errori degli economisti derivano dal fatto
che considerano la società come una società
cooperativa, cioè come se gli individui
producessero “merci” solo per soddisfare i
reciproci bisogni e lo scambio intervenisse solo a
questo livello. Ma questa rappresentazione non
regge, perché in realtà la società si fonda su una
base completamente diversa. Gli imprenditori
investono e chiamano la forza lavoro ad una
attività il cui scopo non è quello di “soddisfar
bisogni”.
J.M. Keynes
20
21

Abbiamo quindi rilevato come nel primo
biennio quest’ipotesi non sia facilmente
praticabile per il fatto che l’insegnamento delle
Scienze umane si limita alla Psicologia e (dal
secondo anno) alla Metodologia della ricerca.
Ci siamo perciò orientati verso un lavoro volto
(nel primo biennio) alla acquisizione
preliminare delle competenze trasversali di
base indicate negli assi di Fioroni e ai
fondamenti delle singole discipline (oggetto,
linguaggio, metodo di indagine).
21
22

Metodologia della ricerca
NB: Le competenze indicate dal Miur a nostro avviso
non sono adeguate alle effettive possibilità di
apprendimento degli alunni di un liceo. Condividiamo
la premessa: “Lo studente matura gradualmente alcune
competenze di base nell’ambito delle diverse
metodologie di ricerca”. Le competenze
successivamente elencate ci sembrano più adatte a
studenti universitari, e riteniamo pertanto che debbano
essere riformulate, tenendo conto del livello di
maturità di uno studente liceale e del fatto che
comunque la maturità liceale non abilita all’esercizio di
una attività di ricerca, che va demandata agli studi
universitari.
22
23

MdR - Competenze specifiche
(Nostra proposta)

• Comprendere il senso e l’importanza della ricerca scientifica
come strumento di analisi critica della realtà diverso dal
senso comune e da altre modalità cognitive.
• Acquisire consapevolezza delle affinità e delle differenze tra
le scienze naturali e quelle umano-sociali.
• Conoscere e saper applicare, pur nei limiti del lavoro che
può essere svolto in ambito scolastico, alcuni dei principali
metodi della ricerca sociale.
• Comprendere la necessità della ricerca pluridisciplinare e,
tendenzialmente, interdisciplinare, per affrontare in
maniera adeguata i molteplici problemi posti dalla realtà
umana e sociale.
23
24

ANTROPOLOGIA
Lo studio di questa disciplina nel LES va caratterizzato rispetto al LSU,
dedicando una attenzione specifica all’Antropologia economica,

partendo dal pioneristico “Saggio sul dono” di M. Mauss, e tenendo
presenti gli studi fondamentali di K. Polanyi, sino alle più recenti
ricerche di M. Godelier.
OSA (Nostra proposta)

-

L'oggetto dell'antropologia economica.
L'antropologia economica come parte dell'antropologia sociale.
Economia formale ed economia sostanziale
Reciprocità – Redistribuzione – Mercato
La differenza tra bande, tribù, società contadine e regni. Tipologie dei sistemi
economico-sociali precoloniali, coloniali e postcoloniali.
- Economie aborigene nelle società tribali senza Stato.
- Economie aborigene nei regni tribali
- Il mutamento determinato dal colonialismo nelle società tribali: 1500-1960.
24
25

La tendenza attuale dell’Antropologia ad estendere il
proprio ambito di indagine dai popoli “primitivi” o lontani
al mondo occidentale richiede un confronto sistematico
con la Sociologia. La Storia è un costante punto di
riferimento dell’una e dell’altra. E l’Economia? Se torna ad
essere una “Scienza morale e sociale”, come era intesa
dai classici, se quindi ridiventa Economia politica (e non
Economics, come pretende l’ortodossia dominante), la
sua relazione con le scienze umane è, direi, intuitiva. Lo
studio di un sistema sociale è monco se non riesce ad
assumere un’ottica interdisciplinare, in cui l’Economia
politica è parte essenziale. Ma, appunto, occorre fare
delle scelte molto impegnative.
25
26a

La Scolastica non si è dissolta con la fine del
Medio Evo. Si presenta continuamente sotto
nuove forme. Oggi la nuova “Scolastica”
(sistema di pensiero funzionale al
mantenimento di un dato sistema sociale) ha
assunto la forma dell’attuale ortodossia
economica. Per uscirne forse occorre una
nuova “rivoluzione copernicana”, che deve
necessariamente investire il mondo della
scuola, dell’università e della cultura.
26
“Vuoi dirmi che
strada dovrei
prendere per uscire
di qui?”
“Dipende molto da
dove vuoi andare”
27
27

SOCIOLOGIA
Da una lato, occorre ridimensionare le competenze
specifiche che troviamo nelle indicazioni nazionali.
Dall’altro è ragionevole anticipare al secondo biennio
parte degli OSA previsti per il quinto anno, e
specificamente:
a) il contesto socio-culturale ed economico in cui nasce e
si sviluppa il modello occidentale di welfare state;
b) le trasformazioni socio-politiche ed economiche
indotte dal fenomeno della globalizzazione, le tematiche
relative alla gestione della multiculturalità, il significato
socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo
settore”.
28
28

PLURIDISCIPLINARITA’
Diversamente da quanto sin qui detto in relazione alla
necessità di acquisire i nuclei fondanti delle diverse discipline,
ora occorre “prendere le mosse non tanto da definizioni di
concetti e da esposizioni di teorie, quanto piuttosto dalla
considerazione dei fenomeni concreti e dei loro vari aspetti,
per risalire da questi ai contesti disciplinari che forniscono una
base adatta per il loro inquadramento teorico” (AAVV, Scienze
sociali e riforma della scuola secondaria, Einaudi, 1977).
“Questa base può essere offerta…dall’individuazione di alcuni
‘blocchi problematici’ la cui trattazione trascende l’ambito di
c o m p e t e n z a d i u n a s i n g o l a d i s c i p l i n a ”.

29
29

Tali “blocchi problematici” vengono così indicati:
• Il rapporto tra società e natura – a cui corrisponde il
“blocco” concernente il territorio, la popolazione e le
risorse;
• Il rapporto tra economia e società – a cui corrisponde il
“blocco” concernente i processi di produzione, di
distribuzione e di consumo dei beni;
• Il rapporto tra potere e società – a cui corrisponde il
“blocco” concernente l’organizzazione politica e il
diritto;
• Il rapporto tra cultura e società – a cui corrisponde il
“blocco” concernente la personalità, la cultura e i
processi di comunicazione.
30
30

Ipotesi di lavoro pluridisciplinare per il IV anno
Tema: Economia e società
Discipline interessate: Antropologia, Sociologia, Economia
Politica e Storia.
• Antropologia: Eguaglianza e diseguaglianza sociale dalle
società acquisitive alla rivoluzione agricola.
• Sociologia: La divisione sociale del lavoro.
• Economia politica: Analisi dell’economia di mercato.
• Storia: La transizione dal feudalesimo al capitalismo (o
la prima Rivoluzione industriale)

31
31

Gli argomenti indicati corrispondono in linea generale a
quanto previsto per lo studio delle diverse discipline nel
secondo biennio. Le competenze da fare acquisire
concernono la comprensione: a)della relazione tra un
sistema sociale e il modello di economia in esso
prevalente; b)del nesso esistente tra la stratificazione
sociale (o la sua assenza, nel caso delle società
acquisitive) e la divisione sociale del lavoro; c)del carattere
storico-sociale delle categorie economiche; d)della
importanza di uno studio pluridisciplinare per affrontare
problemi complessi come quello in oggetto.
Il modulo proposto richiede una programmazione
integrata tra le discipline interessate per circa un
trimestre.

32

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Morales

  • 1. Il LES Un curricolo per la cittadinanza attiva Catania 16.12.2013 Prof. Angelo Morales 1
  • 2. 2 LES - LINEE GENERALI E COMPETENZE Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i linguaggi propri della cultura nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e dell’altro, le relazioni interpersonali, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le relazioni istituzionali in ambito sociale, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori. L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da prevedere in stretto contatto con l’economia e le discipline giuridiche, la matematica, la geografia, la filosofia, la storia, la letteratura, fornisce allo studente le competenze utili: 2
  • 3. 3 1) a comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, ai servizi alla persona, ai fenomeni interculturali e ai contesti della convivenza e della costruzione della cittadinanza; 2) a comprendere le trasformazioni socio-politiche ed economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione, le tematiche relative alla gestione della multiculturalità e il significato socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo settore”; 3) a sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche psicosociali. 4) a padroneggiare i principi, i metodi e le tecniche di ricerca in campo economico-sociale (!?) 3
  • 4. 4 La conoscenza della società in cui viviamo, data la sua crescente complessità, non può essere affidata esclusivamente al sapere intuitivo ed esperienziale proprio del senso comune, ma richiede l’acquisizione di competenze specifiche che solo la scuola può dare. I licei “storici”, quali il classico e lo scientifico, delineano dei percorsi formativi ben definiti e consolidati, ma non coprono un’esigenza ormai sempre più avvertita nel nostro sistema sociale, quella di un corso di studi proiettato verso l’analisi della società contemporanea, nella quale la dimensione umano-sociale riveste una centralità che nei sistemi precedenti non era dato avvertire. 4
  • 5. 5 Oggi è evidente l’influenza pervasiva nella vita di tutti delle scelte fatte in ambito tecnico scientifico ed economico, ma, come è stato efficacemente osservato: “la cultura scientifica, privata di riflessività sui problemi generali e globali, diventa incapace di pensarsi e di pensare i problemi sociali e umani che pone”. La drammaticità della situazione attuale è data in gran parte da una scienza, una tecnologia, e naturalmente un’economia che appaiono fuori controllo, e da specialisti dei diversi settori che assomigliano ad apprendisti stregoni incapaci di tenere a freno le forze da loro scatenate. 5
  • 6. 6 “Il perdurare del processo tecno-scientifico attuale, processo del resto cieco che sfugge alla coscienza e alla volontà degli stessi scienziati (ed economisti! – ndr), conduce a una forte regressione di democrazia. Così, mentre l’esperto perde la capacità di concepire il globale e il fondamentale, il cittadino perde il diritto alla conoscenza” (E. Morin, La testa ben fatta, R. Cortina Editore). Da qui la necessità di quella che Morin definisce una democrazia cognitiva, perché gli intellettuali, e i semplici cittadini, delle future generazioni devono poter esercitare un controllo democratico sui processi economico-sociali e sulle possibili conseguenze della ricerca. La cittadinanza attiva non è qualcosa che si può insegnare nelle ore di “cittadinanza e costituzione”, ma deve caratterizzare l’intero curricolo scolastico. 6
  • 7. 7 Ad una attenta riflessione non può sfuggire il ruolo che il sistema economico ha oggi nel determinare il destino di ognuno nel mondo globalizzato. La recente crisi finanziaria ha avuto, e continua ad avere, un impatto così devastante sui ceti e sui paesi più deboli da ridisegnare ampiamente il modello di relazioni sociali degli ultimi decenni. Proporre, quindi, una maggiore conoscenza dei fondamenti dell’economia già a livello liceale è un’idea del tutto condivisibile. E d’altra parte sia nel Liceo Socio-Psico-Pedagogico che nel Liceo di Scienze Sociali lo studio di questa disciplina era già previsto da anni. Ma, quale economia, studiata come e a qual fine? 7
  • 8. 8 “Why did economists fail to foresee the crisis?” 8
  • 9. 9 I modelli matematici non possono sostituire la conoscenza della struttura storico-sociale della realtà. “…la matematica decontestualizza i suoi oggetti, e in campo economico ciò comporta il rischio del riduzionismo e della falsa neutralità. L’unico antidoto è la conoscenza della storia e la consapevolezza della dimensione politica dell’analisi economica” G. Lunghini 9
  • 10. 10 “L'economia non è solo una materia tecnica, da insegnare nell'ambito della formazione aziendale. E' anche e soprattutto una materia d'insegnamento formativa, di fondamentale importanza per aiutare i giovani a comprendere la società in cui vivono e i problemi che continuamente ci si presentano, come quelli della recente crisi. Una formazione economica fin dagli studi liceali, che può essere approfondita negli studi universitari, è anche utilizzabile in via diretta in molti campi di lavoro in rapido sviluppo nelle società moderne, sia nelle imprese sia nel settore pubblico” A. Roncaglia 10
  • 11. 11 A che serve dunque un Liceo economico-sociale? Non a preparare ad una professione, come in passato ad esempio il diploma di ragioniere. Un liceo non abilita ad alcunché, tranne che alla iscrizione a qualche facoltà universitaria. Il LES deve quindi essere considerato propedeutico alla facoltà di Economia? Anche, ma non solo. Lo studio liceale può naturalmente orientare verso l’iscrizione a diverse facoltà,ma deve mirare anzitutto ad una formazione di carattere generale: formazione alla cittadinanza. 11
  • 12. 12 Proponendo una didattica per competenze, chi si è occupato della stesura delle indicazioni generali per i nuovi indirizzi sa bene che oggi un insegnamento centrato sui contenuti è improponibile. In ogni ambito del sapere il livello delle conoscenze muta così rapidamente che non basterebbe una cultura enciclopedica per tenere il passo. Ispirandosi a Bruner si sottolinea correttamente la necessità di far cogliere agli alunni i nuclei fondanti delle discipline, la loro struttura. 12
  • 13. 13 Per Bruner una teoria dell’istruzione “deve specificare il modo in cui un insieme di cognizioni deve essere strutturato perché sia prontamente compreso dal discente. Una ‘struttura ottimale’ si riferisce ad un insieme di proposizioni da cui può essere generato un più vasto insieme di cognizioni: la formulazione di tale struttura dipende dallo stato di progresso di un particolare campo del conoscere…(e) l’efficacia di una struttura dipende dalla sua capacità di semplificare l’informazione, di generare nuove proposizioni e di rendere più maneggevole un insieme di cognizioni”. 13
  • 14. 14 Nelle indicazioni ministeriali sui nuovi indirizzi troviamo diverse incongruenze rispetto agli obiettivi dichiarati. Se prendiamo il profilo delle scienze umane per il LES, leggiamo che riguardo alla Psicologia si devono “prendere in esame” per il primo biennio (in realtà per tutto il ciclo di studi, perché lo studio della disciplina finisce al secondo anno): a) ”i diversi aspetti delle relazioni sui luoghi di lavoro”; b) “i processi sociali di influenzamento, cooperazione, conflitto e negoziazione nei luoghi di lavoro”… Dove sono in questo contesto i concetti di base della disciplina? A parte un accenno alla conoscenza degli “aspetti principali del funzionamento mentale” non è dato trovarli. Ragazzi di 14-15 anni dovrebbero essere perciò in grado di fare psicologia applicata al lavoro senza conoscere i fondamenti della disciplina. 14
  • 15. 15 Riguardo alla Sociologia (secondo biennio e quinto anno del LES) vengono indicati una serie di contenuti, finalizzati alla acquisizione di competenze quali: a)”comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale…”; b) “comprendere le trasformazioni sociopolitiche ed economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione…”; c) “sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche psicosociali”; d) “padroneggiare i principi, i metodi e le tecniche di ricerca in campo economico sociale”. Ma, cosa vuol dire acquisire tali competenze per uno studente liceale? Che cosa distingue la sua preparazione da quella di uno studente universitario o di un ricercatore, che può essere indicata con gli stessi termini? 15
  • 16. PSICOLOGIA I° Biennio (Nostra proposta) • • • • • • - Cenni di storia della disciplina: I processi cognitivi L’apprendimento L’età evolutiva (cenni) Interazioni sociali: I gruppi – La leadership Stereotipi – Pregiudizi – Atteggiamenti La scelta del lavoro Dinamiche relazionali nei luoghi di cooperazione, negoziazione e conflitti. lavoro: 16
  • 17. 17 A partire dal secondo anno ha inizio lo studio della Metodologia della ricerca. Tutti i manuali di Scienze umane approntati dopo il riordino riducono la Metodologia alla Statistica, con rare eccezioni di alcuni che premettono alcune pagine introduttive, generalmente di difficile lettura e troppo sintetiche per poter essere realmente comprese dagli alunni. La statistica è una tecnica indubbiamente utile, e costituisce uno degli elementi costitutivi della ricerca sociale, ma ha senso, e ne può essere motivato lo studio, se se ne comprende l’utilità nel quadro complessivo della ricerca. E’ da lì, quindi, che occorre partire, facendo capire sin dall’inizio il senso di uno studio della società nei suoi diversi aspetti. 17
  • 18. 18 • • • • • • • • • Uno studio introduttivo sulle scienze umane può essere articolato come segue: Natura Cultura Società Mondo della natura e mondo dello spirito La cultura materiale Realtà concreta (le cose) e realtà astratta (valori, istituzioni ecc.) Mondo animale e mondo umano L’uomo come animale sociale di cultura La neotenia (Gehlen) Il lavoro nel processo di ominizzazione Le scienze naturali (oggetto – metodo – linguaggio) Le scienze umane e sociali 18
  • 19. 19 Nella definizione del curricolo del LES abbiamo sottolineato più volte la necessità di recuperare nell’ambito di un insegnamento pluridisciplinare (previsto dalle indicazioni ministeriali) la mancanza di un asse culturale chiaro e condivisibile. Ci sembra che, pur prevedendo l’attivazione di raccordi tra tutte le discipline, oltre la distinzione tra materie umanistiche e scientifiche, un orientamento significativo, rispondente all’identità dell’indirizzo, possa essere individuato nella definizione di un’area disciplinare “Scienze umaneDiritto-Economia politica”. 19
  • 20. 20 “Tutti gli errori degli economisti derivano dal fatto che considerano la società come una società cooperativa, cioè come se gli individui producessero “merci” solo per soddisfare i reciproci bisogni e lo scambio intervenisse solo a questo livello. Ma questa rappresentazione non regge, perché in realtà la società si fonda su una base completamente diversa. Gli imprenditori investono e chiamano la forza lavoro ad una attività il cui scopo non è quello di “soddisfar bisogni”. J.M. Keynes 20
  • 21. 21 Abbiamo quindi rilevato come nel primo biennio quest’ipotesi non sia facilmente praticabile per il fatto che l’insegnamento delle Scienze umane si limita alla Psicologia e (dal secondo anno) alla Metodologia della ricerca. Ci siamo perciò orientati verso un lavoro volto (nel primo biennio) alla acquisizione preliminare delle competenze trasversali di base indicate negli assi di Fioroni e ai fondamenti delle singole discipline (oggetto, linguaggio, metodo di indagine). 21
  • 22. 22 Metodologia della ricerca NB: Le competenze indicate dal Miur a nostro avviso non sono adeguate alle effettive possibilità di apprendimento degli alunni di un liceo. Condividiamo la premessa: “Lo studente matura gradualmente alcune competenze di base nell’ambito delle diverse metodologie di ricerca”. Le competenze successivamente elencate ci sembrano più adatte a studenti universitari, e riteniamo pertanto che debbano essere riformulate, tenendo conto del livello di maturità di uno studente liceale e del fatto che comunque la maturità liceale non abilita all’esercizio di una attività di ricerca, che va demandata agli studi universitari. 22
  • 23. 23 MdR - Competenze specifiche (Nostra proposta) • Comprendere il senso e l’importanza della ricerca scientifica come strumento di analisi critica della realtà diverso dal senso comune e da altre modalità cognitive. • Acquisire consapevolezza delle affinità e delle differenze tra le scienze naturali e quelle umano-sociali. • Conoscere e saper applicare, pur nei limiti del lavoro che può essere svolto in ambito scolastico, alcuni dei principali metodi della ricerca sociale. • Comprendere la necessità della ricerca pluridisciplinare e, tendenzialmente, interdisciplinare, per affrontare in maniera adeguata i molteplici problemi posti dalla realtà umana e sociale. 23
  • 24. 24 ANTROPOLOGIA Lo studio di questa disciplina nel LES va caratterizzato rispetto al LSU, dedicando una attenzione specifica all’Antropologia economica, partendo dal pioneristico “Saggio sul dono” di M. Mauss, e tenendo presenti gli studi fondamentali di K. Polanyi, sino alle più recenti ricerche di M. Godelier. OSA (Nostra proposta) - L'oggetto dell'antropologia economica. L'antropologia economica come parte dell'antropologia sociale. Economia formale ed economia sostanziale Reciprocità – Redistribuzione – Mercato La differenza tra bande, tribù, società contadine e regni. Tipologie dei sistemi economico-sociali precoloniali, coloniali e postcoloniali. - Economie aborigene nelle società tribali senza Stato. - Economie aborigene nei regni tribali - Il mutamento determinato dal colonialismo nelle società tribali: 1500-1960. 24
  • 25. 25 La tendenza attuale dell’Antropologia ad estendere il proprio ambito di indagine dai popoli “primitivi” o lontani al mondo occidentale richiede un confronto sistematico con la Sociologia. La Storia è un costante punto di riferimento dell’una e dell’altra. E l’Economia? Se torna ad essere una “Scienza morale e sociale”, come era intesa dai classici, se quindi ridiventa Economia politica (e non Economics, come pretende l’ortodossia dominante), la sua relazione con le scienze umane è, direi, intuitiva. Lo studio di un sistema sociale è monco se non riesce ad assumere un’ottica interdisciplinare, in cui l’Economia politica è parte essenziale. Ma, appunto, occorre fare delle scelte molto impegnative. 25
  • 26. 26a La Scolastica non si è dissolta con la fine del Medio Evo. Si presenta continuamente sotto nuove forme. Oggi la nuova “Scolastica” (sistema di pensiero funzionale al mantenimento di un dato sistema sociale) ha assunto la forma dell’attuale ortodossia economica. Per uscirne forse occorre una nuova “rivoluzione copernicana”, che deve necessariamente investire il mondo della scuola, dell’università e della cultura. 26
  • 27. “Vuoi dirmi che strada dovrei prendere per uscire di qui?” “Dipende molto da dove vuoi andare” 27
  • 28. 27 SOCIOLOGIA Da una lato, occorre ridimensionare le competenze specifiche che troviamo nelle indicazioni nazionali. Dall’altro è ragionevole anticipare al secondo biennio parte degli OSA previsti per il quinto anno, e specificamente: a) il contesto socio-culturale ed economico in cui nasce e si sviluppa il modello occidentale di welfare state; b) le trasformazioni socio-politiche ed economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione, le tematiche relative alla gestione della multiculturalità, il significato socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo settore”. 28
  • 29. 28 PLURIDISCIPLINARITA’ Diversamente da quanto sin qui detto in relazione alla necessità di acquisire i nuclei fondanti delle diverse discipline, ora occorre “prendere le mosse non tanto da definizioni di concetti e da esposizioni di teorie, quanto piuttosto dalla considerazione dei fenomeni concreti e dei loro vari aspetti, per risalire da questi ai contesti disciplinari che forniscono una base adatta per il loro inquadramento teorico” (AAVV, Scienze sociali e riforma della scuola secondaria, Einaudi, 1977). “Questa base può essere offerta…dall’individuazione di alcuni ‘blocchi problematici’ la cui trattazione trascende l’ambito di c o m p e t e n z a d i u n a s i n g o l a d i s c i p l i n a ”. 29
  • 30. 29 Tali “blocchi problematici” vengono così indicati: • Il rapporto tra società e natura – a cui corrisponde il “blocco” concernente il territorio, la popolazione e le risorse; • Il rapporto tra economia e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente i processi di produzione, di distribuzione e di consumo dei beni; • Il rapporto tra potere e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente l’organizzazione politica e il diritto; • Il rapporto tra cultura e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente la personalità, la cultura e i processi di comunicazione. 30
  • 31. 30 Ipotesi di lavoro pluridisciplinare per il IV anno Tema: Economia e società Discipline interessate: Antropologia, Sociologia, Economia Politica e Storia. • Antropologia: Eguaglianza e diseguaglianza sociale dalle società acquisitive alla rivoluzione agricola. • Sociologia: La divisione sociale del lavoro. • Economia politica: Analisi dell’economia di mercato. • Storia: La transizione dal feudalesimo al capitalismo (o la prima Rivoluzione industriale) 31
  • 32. 31 Gli argomenti indicati corrispondono in linea generale a quanto previsto per lo studio delle diverse discipline nel secondo biennio. Le competenze da fare acquisire concernono la comprensione: a)della relazione tra un sistema sociale e il modello di economia in esso prevalente; b)del nesso esistente tra la stratificazione sociale (o la sua assenza, nel caso delle società acquisitive) e la divisione sociale del lavoro; c)del carattere storico-sociale delle categorie economiche; d)della importanza di uno studio pluridisciplinare per affrontare problemi complessi come quello in oggetto. Il modulo proposto richiede una programmazione integrata tra le discipline interessate per circa un trimestre. 32