Carmen Hernandez - la vittoria certa - shema.it - rassegna stampaGiovanni Nocera
Rassegna stampa degli articoli pubblicati in occasione sella nascita al cielo di Carmen Hernandez, iniziatrice del Cammino Neocatecumenale con Kiko Arguello, avvenuta il 19 luglio 2016.
Santificare la festa - Intervento del card. O'Malley al Family 2012Raffaele Nappi
"Essere un fedele discepolo di Gesu’ Cristo nella Chiesa Cattolica e’ molto di piu’ che un viaggio immaginario. E’un modo di vivere insieme; la persona intera e’ coinvolta nel processo. L’educazione a questo cammino deve essere percio’esperienziale, personale, coinvolgente e vivificante. Impariamo ad essere discepoli come impariamo una lingua, cioe’ facendo parte di una comunita’ che parla quella lingua. I giovani cattolici devono essere guidati dalla fede di chi e’ intorno, coetanei o adulti cattolici che stanno facendo lo stesso cammino."
DIA MUNDIAL DO MIGRANTE E DO REFUGIADO 2021Maike Loes
O documento defende que Deus criou todos os seres humanos como iguais e complementares, destinados a formar um "NÓS" cada vez maior. Pretende-se construir uma sociedade mais inclusiva onde não existam "os outros", mas apenas um único povo unido. A Igreja deve acolher a todos sem preconceitos para promover a comunhão entre pessoas de diversas origens.
JORNADA MUNDIAL DEL MIGRANTE Y DEL REFUGIADO 2021Maike Loes
El documento habla sobre la necesidad de construir un "Nosotros" cada vez más grande que incluya a toda la humanidad. Dios nos creó a todos como iguales, pero actualmente el mundo está fragmentado y marginan a los migrantes y refugiados. Debemos esforzarnos por derribar los muros entre las personas y construir puentes de encuentro para crear una comunión entre todos. El futuro depende de que trabajemos juntos como un solo pueblo para el cuidado de nuestro planeta y las generaciones futuras.
This document discusses the need for greater unity and inclusion among all people. It argues that God created humanity as both male and female in order to form a "we" that would grow together. However, today divisions exist that separate people into "them" and "those." The document calls for embracing diversity and building communion between all, including foreigners, migrants and refugees. It envisions an ever wider "we" that encompasses all of humanity as God intended. Borders should become places where people of different backgrounds encounter each other and form new bonds of shared humanity.
[1] A carta agradece às irmãs pelo trabalho missionário realizado nos últimos anos e convida a refletir sobre o tema do Dia Mundial do Migrante e do Refugiado, contemplando a Sagrada Família como exemplo de família migrante. [2] A carta também agradece o apoio dado às missionárias, especialmente no aprendizado de línguas e culturas estrangeiras, e deixa uma mensagem de gratidão e oração por todas as irmãs.
Este documento es una carta de la Consejera para las Misiones Sor Alaíde Deretti a las hermanas de su orden religiosa. En la carta, ella agradece a las hermanas por su apoyo al trabajo misionero durante los últimos 10 años, y las anima a apoyar a los migrantes y refugiados como lo hizo la Sagrada Familia cuando tuvo que huir a Egipto. También les desea lo mejor para su misión presente y futura.
1. The document is a letter from Sr. Alaide Deretti, Councilor for Missions, thanking the sisters for their support of missionary work over the past year.
2. It encourages sisters to reflect on Pope Francis' message for the upcoming World Day of Migrants and Refugees, seeing migrants as fellow human beings in need of welcome and support.
3. It draws a parallel between the Holy Family's flight into Egypt to escape danger and the current reality of families forced to migrate and live as foreigners, urging sisters to support migrant brothers and sisters through welcome and non-judgement.
Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 august 2021 engMaike Loes
The document is a letter from Sr. Alaide Deretti, Councilor for Missions, to her sisters reflecting on the figure of St. Joseph and the importance of the initial proclamation of Christ. She highlights how Joseph witnessed key events in Jesus' life like his birth and the visits of the shepherds and Magi. The initial proclamation is communicating one's personal encounter with Christ in order to transform lives and share joy with others. As FMAs, each sister should strive to renew her encounter with Christ daily and live her missionary life with greater joy and creativity, becoming a witness of God's love through her actions.
Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 porMaike Loes
A carta discute São José como testemunha do primeiro anúncio de Jesus e como modelo para as Irmãs Salesianas. São José presenciou o nascimento de Jesus e encontros de Jesus com pastores, magos e outros. Da mesma forma, as Irmãs devem ser testemunhas do amor de Deus por meio de seus próprios encontros com Jesus e anúncios do Evangelho.
Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 por
Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 maggio 2021 ita
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Roma, 14 maggio 2021
«Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a
mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù
rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia
ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Vi erano là sei
giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o
tre barili. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le giare”; e le
riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e
portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E
come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di
tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi
che avevano attinto l’acqua) chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti
servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli,
quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino
buono”». (Gv 2, 1-10)
Carissime sorelle,
vi saluto con grande affetto e vi ringrazio perché insieme siamo arrivate al mese di maggio,
un mese tanto caro per noi, un mese tutto MARIANO. Con il presente appuntamento concludiamo
la nostra riflessione sul brano delle Nozze di Cana, riflessione che vi incoraggio a continuare nel
vostro quotidiano, intensificando ancora di più la preparazione al Capitolo Generale XXIV.
Nei mesi scorsi abbiamo cercato di approfondire il nostro rapporto con Maria, contemplando
il suo cuore, il suo sguardo, le sue parole, le sue mani, cioè, abbiamo contemplato una donna che ha
saputo coniugare i verbi guardare, custodire, agire.
Oggi, vi propongo gli ultimi due versetti del racconto giovanneo (1, 11-12): «Così Gesù
diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero
in lui. Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli».
Sarebbe bello poter riflettere sull’aspetto della fede, su quel “credettero in lui”, intanto,
quello che mi colpisce di più in queste poche righe è che Gesù, dopo aver dato inizio ai suoi
miracoli, lascia Cana di Galilea e va verso Cafarnao. E non parte da solo… con lui incontriamo
Maria, i fratelli e i discepoli. Possiamo dire che le Nozze di Cana formano e conformano la
comunità di Gesù. È una comunità in movimento, che partecipa alla vita della gente – il
matrimonio, la festa… – e che vive la dimensione della fede come comunità di credenti; una
comunità in “uscita”, discepola-missionaria, che indossa il ‘grembiule’ e si fa ospedale da campo
per «curare le ferite e riscaldare il cuore dei fedeli»; che si fa vicina, prossima… una comunità
samaritana!
Questo scendere a Cafarnao, ci suggerisce una riflessione non solo sul movimento della
comunità o sulla comunità in cammino, ma sui piedi di quelli che costruiscono sia la comunità sia
il cammino. «Caminante, no hay camino, se hace camino al andar» (Antonio Machado). «Viandante,
non c’è cammino, il cammino si fa andando».
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Insieme ai fratelli e ai discepoli di Gesù, incontriamo Maria. Ed è bello pensare ai piedi di
Maria, quale madre che cammina con il Figlio Gesù e si fa pellegrina nella fede. Maria, la madre
che partecipa alle Nozze di Cana, in modo molto attivo e proattivo, è la stessa che – dopo
l’Annuncio dell’Angelo Gabriele – ha saputo mettersi in viaggio verso la montagna perché aveva
fretta di raggiungere la città di Giuda (Lc 1, 39). «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero
di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion:
“Regna il tuo Dio”» (Is 52,7).
I piedi di Maria vanno in fretta sui monti… hanno bisogno di trovare la cugina Elisabetta per
dare compimento al volere di Dio e al Suo progetto di amore. I piedi di Maria sono i piedi di una
credente che ha deposto in Dio la sua fiducia e si è resa sua serva. Elisabetta l’accoglierà a casa sua
e, sotto l’azione dello Spirito, riconoscerà in Maria una donna di fede: «Beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore». (Lc 1, 45)
Papa Francesco, nel messaggio alle Pontificie Opere Missionarie, così scrisse: «Quando
andò da Elisabetta, Maria non lo fece come un gesto proprio: andò come una serva del Signore
Gesù che lei portava in grembo. Di sé stessa non disse nulla, soltanto portò il Figlio e lodò Dio. Non
era lei la protagonista. Andava come la serva di Colui che è anche l’unico protagonista della
missione. Ma non perse tempo, andò di fretta, a fare cose per accudire la sua congiunta. Lei ci
insegna questa prontezza, la fretta della fedeltà e dell’adorazione» (21 maggio 2020).
Osservando le diverse rappresentazioni di Maria Ausiliatrice, ci accorgiamo che «non si
tratta di una Madonna estatica, contemplante, orante, ma “agente”, e questo rientra perfettamente
nella spiritualità di don Bosco e nella sua percezione della Vergine come di una madre che guida,
protegge, addirittura combatte per i figli, accanto ai quali è presente in modo costante».
La Vergine di don Bosco di solito viene rappresentata con i piedi scalzi e sempre
nell’atteggiamento di chi cammina, con un piede avanti rispetto all’altro. Questa è la Madre di Gesù
presente alle Nozze di Cana, questa è l’Ausiliatrice che ci accompagna nel nostro quotidiano e ci
incoraggia a non fermarci davanti alle difficoltà. Questa è la Madre sempre presente che ci vuole
“ausiliatrici” in mezzo ai giovani e ai bambini.
Carissime sorelle, la nostra buona mamma – Maria Ausiliatrice – insieme al Bambino, ha i
piedi scalzi perché «i piedi nudi di Maria e di Gesù ci è stato tramandato dalla tradizione salesiana
come segno di umiltà e povertà». Quindi, siamo invitate a vivere la novena in onore alla Vergine di
Don Bosco con questo atteggiamento: umiltà e povertà, riconoscendo le grandi cose che Dio ha
fatto nella nostra storia e chiedendo l’aiuto potente di Maria per sconfiggere i mali del mondo,
soprattutto la pandemia, le guerre e la violenza che continua a mettere in ginocchio intere
popolazioni.
A Lei affidiamo tutte le missionarie e i missionari, le/i giovani e le/i bambine/i, le famiglie
in situazioni di disagio, le speranze del mondo e gli orizzonti della missione. Invochiamola
costantemente nelle nostre giornate, così come Don Bosco raccomandava: Auxilium Christianorum,
ora pro nobis.
Buona Novena di Maria Ausiliatrice, la Madonna dei tempi difficili!
Con affetto di sorella, un forte abbraccio e in comunione di preghiera.
Suor Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni