HAYEZ
Milano, Gallerie d’Italia - Piazza Scala
7 novembre 2015 – 21 febbraio 2016
Mostra a cura di Fernando Mazzocca
“Il genio democratico” di Hayez
Un grande pittore italiano interprete delle speranze e delle delusioni del Romanticismo
Estratti dal saggio in catalogo di Fernando Mazzocca
E l’opera sua è la Consacrazione della Vita…
(Giuseppe Mazzini, 1841)
2. Dopo la conversione Manzoni scrive gli Inni
sacri (1812-1815), esempio di una nuova
poesia che si allontana dal modello
classicistico dominante in quegli anni.
3. Manzoni sente la materia mitologica e
classica come un repertorio ormai morto di
temi e di elementi formali, come qualcosa di
“falso”.
Decide così di trattare temi che siano vivi
nella coscienza contemporanea, aderenti cioè
al “vero”.
4. La nuova poesia vuole avere un orizzonte
“popolare”, occuparsi di ciò che è sentito da
una larga massa di persone.
Il poeta quindi si propone come interprete
corale della coscienza cristiana, rinunciando
all’ egocentrismo della poesia precedente.
5. Fondamentale è la scelta della metrica:
usa settenari, ottonari, decasillabi, cioè metri
agili e popolareggianti, dal ritmo incalzante,
per rendere il fervore delle masse dei fedeli.
Il linguaggio rimane alto, ma si allontana dalle
forme auliche del classicismo.
6. Nel 1815 Manzoni pubblica quattro degli
undici inni progettati: La Risurrezione, Il
Natale, La Passione, Il nome di Maria.
Il modello è quello degli antichi inni cristiani, il
materiale è preso dalla tradizione che va dai
Vangeli, ai Padri della Chiesa, agli oratori del
‘600 francese.
7. Lo schema ricorrente è:
- enunciazione del tema;
- rievocazione dell’ episodio centrale;
- commento che analizza le conseguenze
dottrinali e morali.
8. Nel 1822 Manzoni pubblica un quinto inno, La
Pentecoste, che rompe lo schema usato in
precedenza.
In questo testo insiste sul mutamento
portato dallo Spirito nella sua discesa e
culmina con un’ invocazione affinché esso
scenda ancora sull’ umanità.