La Liguria è caratterizzata da molte valli. II Mongioie, 2630 metri, seconda cima più alta delle Alpi Liguri dopo il Marguareis di una ventina di metri più elevata, ricorda paesaggi fiabeschi e maestosi, dal versante sud con praterie e rocce di un calcare chiaro e levigato, richiamando invece, nel versante nord verso le valli Corsaglia ed Ellero, ambienti tetri e tormentati con pareti verticali di grigia roccia carsica
LIGURIA - IL GRUPPO DEL MONGIOIE - PIZZO D’ORMEA NELL’ENTROTERRA LIGURE.
1. LIGURIA - IL GRUPPO DEL MONGIOIE - PIZZO D’ORMEA
NELL’ENTROTERRA LIGURE.
La Liguria è caratterizzata da molte valli. II Mongioie, 2630 metri, seconda
cima più alta delle Alpi Liguri dopo il Marguareis di una ventina di metri
più elevata, ricorda paesaggi fiabeschi e maestosi, dal versante sud con
praterie e rocce di un calcare chiaro e levigato, richiamando invece, nel
versante nord verso le valli Corsaglia ed Ellero, ambienti tetri e tormentati
con pareti verticali di grigia roccia carsica. Dalla cima del Mongioie,
proseguendo a nord si giunge per cresta sulla cima della Brignola, che
divide la valle Ellero a ovest e la valle Corsaglia ad est. Verso est la cresta
prosegue verso cima Revelli e il Pizzo d'Ormea. verso sud si declina in alta
valle Tanaro e torrente Negrone mentre a ovest transitando per Cima
delle Colme, Pian Comune, Cima Saline. Pian Ballaur, Marguareis, si
raggiunge il Colle di Tenda.
La roccia calcarea è responsabile dell'ambiente carsico d'alta quota
caratterizzato da doline, depressioni tettonico-carsiche, inghiottitoi,
suggestivi pozzi a cielo aperto che rendono questo luogo unico e prezioso.
Aggirandosi sulle pendici del Mongioie, in superficie si possono osservare
curiose microforme carsiche tra cui i campi carreggiati (così chiamati
perché ricordano le impronte lasciate dai carri) che sono solchi nelle
rocce, in genere paralleli, originati nei millenni dal passaggio dell'acqua.
Sotto la superficie rocciosa si apre un mondo ipogeo imponente,
caratterizzato da un reticolo di grotte originatesi nel corso dei millenni a
2. causa delle varie epoche glaciali ed interglaciali, quando le enormi
quantità di ghiaccio che ricoprivano valli e versanti. si scioglievano e
l'acqua, infilandosi nelle fessure della roccia, allargava le fessure e le zone
di contatto tra lo strato di roccia calcarea e la roccia impermeabile
svolgendo un'azione meccanica, ma scioglieva anche il calcare che a
contatto con l'anidride carbonica diventa bicarbonato di calcio. che è
solubile.
L'effetto dell'acqua prosegue tuttora ma ovviamente l'azione è limitata ai
periodi primaverili di disgelo e alle piogge.11 Mongioie e le valli
circostanti costituiscono una delle zone più importanti d'Europa a livello
carsico, dove le esplorazioni tutt'ora proseguono per trovare i passaggi
che l'acqua ha creato in un mondo nascosto ai più. A pochi chilometri a
nord est della cima si trova la famosa Grotta di Bossea, la prima grotta in
Italia resa turistica nel 1874. Ma la zona del Mongioie racchiude un'altra
importante peculiarità: la biodiversità e l'elevata varietà botanica,
risultato di un vero e proprio crocevia climatico e diversità di substrato.
Infatti la cima del Mongioie è a pochissime decine di chilometri dal mare.
presentando un clima mediterraneo sui versanti sud. Mentre grazie alla
considerevole quota conserva valli fredde a nord con clima continentale.
Questa incredibile ricchezza vegetazionale fu oggetto di importanti studi
botanici nel secolo scorso: Emile Burnat compì vere e proprie spedizioni
botaniche, regalando contributi scientifici di primaria importanza ancora
oggi quali la Flore des Alpes Maritimes. Come lui anche Clarence Bicknell
3. svolse ricerche e catalogazioni della flora attorno al Mongioie e fu il primo
a catalogare le incisioni rupestri nella confinante valle Roya.