Il ventennio fascista raccontato attraverso le tappe principali dell'ascesa e caduta del suo fondatore, Benito Mussolini. La presentazione è composta da una lunga serie di foto che illustrano meglio di tante parole i momenti più salienti della vicenda storica e umana che condurrà il nostro paese allo sfacelo della II^ Guerra Mondiale.
Il ventennio fascista raccontato attraverso le tappe principali dell'ascesa e caduta del suo fondatore, Benito Mussolini. La presentazione è composta da una lunga serie di foto che illustrano meglio di tante parole i momenti più salienti della vicenda storica e umana che condurrà il nostro paese allo sfacelo della II^ Guerra Mondiale.
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2. Nel 1922, quando sono tornato a Mosca, l’ho trovata semidistrutta, deserta. Così era uscita dalle prove dei primi anni della rivoluzione e così è rimasta tutt’oggi. La popolazione si è diradata, non si costruiscono nuove case e non si riparano le vecchie. Ma, anche sotto questo aspetto, rimane una grande città moderna, l’unica ispiratrice di una nuova arte veramente attuale. L’enumerazione caotica di oggetti e concetti, in apparenza incompatibili, accostati in modo che sembra arbitrario, così come è nei simbolisti, in Blok, Verharen e Whitman, è tutt’altro che un capriccio stilistico. È un nuovo ordine di impressioni, ricalcato sulla vita e sulla natura. Come nei loro versi, si librano lunghe file di immagini rozze, i suoi landò, l’affaccendata strada cittadina del diciannovesimo secolo, e, all’inizio del successivo, le vetture dei suoi tram elettrici e delle sue metropolitane. La semplicità pastorale non può sussistere nelle condizioni odierne. La sua falsa naturalezza è una mistificazione letteraria, un artificiale manierismo, un fenomeno libresco: non nasce dalla campagna, ma dagli scaffali delle biblioteche accademiche. Il linguaggio vivo, nato sul vivo e che corrisponde allo spirito d’oggi, è il linguaggio dell’urbanesimo. Io abito in un popoloso crocevia della città. Mosca estiva abbagliata dal sole, arroventata dagli asfalti dei nuovi cortili, che getta riflessi dalle finestre dei piani superiori e respira la fioritura delle nuvole e dei viali, rotea intorno a me e mi fa girare la testa, e vuole che a sua gloria io faccia girare la testa agli altri. A questo scopo essa mi ha educato e mi ha messo l’arte tra le mani. Boris Pasternak, Doktor Živago , 1955