Origine della Modern Money Theory, diffusione nel mondo, il Cartalismo e il valore della moneta, le tasse, i saldi settoriali, la sovranità monetaria, l'eurozona, il Def, euro da sogno ad incubo, applicazione pratica MMT
"La distruzione dello stato sociale attraverso la catastrofe delle liberalizz...NoBigBanks.it
Grazie all’analisi di seguito proposta, l’idea per cui le liberalizzazioni e le privatizzazioni portino benefici all’economia, viene totalmente confutata.
Si dimostrerà che:
1 – le liberalizzazioni portano ad un aumento dei prezzi;
2 – le liberalizzazioni portano alla distruzione di posti di lavoro ed all’abbassamento degli stipendi dei lavoratori e dei fatturati delle piccole imprese;
3 – la liberalizzazione-privatizzazione dell’impresa pubblica nel periodo 1992-2000 non è stata conseguenza dell’inefficienza economica;
4 – i processi di liberalizzazione-privatizzazione non hanno minimamente migliorato la capacità produttiva italiana;
5 – le liberalizzazioni favoriscono i concentramenti di capitale in poche ricchissime mani;
6 – il rendimento finanziario delle aziende privatizzate è stato peggiore rispetto alla generalità del mercato finanziario italiano.
Origine della Modern Money Theory, diffusione nel mondo, il Cartalismo e il valore della moneta, le tasse, i saldi settoriali, la sovranità monetaria, l'eurozona, il Def, euro da sogno ad incubo, applicazione pratica MMT
"La distruzione dello stato sociale attraverso la catastrofe delle liberalizz...NoBigBanks.it
Grazie all’analisi di seguito proposta, l’idea per cui le liberalizzazioni e le privatizzazioni portino benefici all’economia, viene totalmente confutata.
Si dimostrerà che:
1 – le liberalizzazioni portano ad un aumento dei prezzi;
2 – le liberalizzazioni portano alla distruzione di posti di lavoro ed all’abbassamento degli stipendi dei lavoratori e dei fatturati delle piccole imprese;
3 – la liberalizzazione-privatizzazione dell’impresa pubblica nel periodo 1992-2000 non è stata conseguenza dell’inefficienza economica;
4 – i processi di liberalizzazione-privatizzazione non hanno minimamente migliorato la capacità produttiva italiana;
5 – le liberalizzazioni favoriscono i concentramenti di capitale in poche ricchissime mani;
6 – il rendimento finanziario delle aziende privatizzate è stato peggiore rispetto alla generalità del mercato finanziario italiano.
Breve analisi di come recuperare fondi dal Bilancio dello Stato per far fronte alla situazione economica di emergenza causata dalla Pandemia Covid 19 per il 2020.
La camicia di forza dell'eurozona vista dalla MMT - 6 dicembre 2013economiapericittadini
Lezioni di economia per uscire dalla crisi.
Come è nata l'UE, il divorzio Banca d'Italia e Tesoro. La camicia di forza dell'eurozona: la perdita della possibilità di spesa per Stato e Comuni.
Una serie di articoli sulle politiche di gestione e controllo dei bilanci nazionali nell'ambito dell'Unione Europea, partendo dal Trattato di Maastricht fino ad arrivare al Meccanismo europeo di Stabilità (MES), approfondendo di volta in volta i temi più rilevanti.
In questo primo numero si affronta il Trattato di Maastricht e la sua implementazione attraverso il Patto di Stabilità e Crescita, con approfondimenti sui limiti del 3% di deficit e del 60% debito/PIL
10 incontri a partire da mercoledì 2 ottobre 2013 a Jesi.
L’Italia si trova ad affrontare una tremenda crisi economica. Nata dal mondo della finanza, essa si è estesa sempre di più fino a contagiare l’economia reale; prova ne sono il numero massiccio di attività commerciali e piccole e medie imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti e, di conseguenza, la percentuale crescente - a giugno 2013 il 12,1% - di popolazione che si trova senza lavoro.
L’Unione fa la forza
La crisi che ha pesantemente colpito l’Europa nel 2008 non sembra ancora vedere un’effettiva ripresa generale. Il motivo, a nostro avviso, risiede nell’assenza di una reale unità di intenti all’interno dell’UE.
Breve analisi di come recuperare fondi dal Bilancio dello Stato per far fronte alla situazione economica di emergenza causata dalla Pandemia Covid 19 per il 2020.
La camicia di forza dell'eurozona vista dalla MMT - 6 dicembre 2013economiapericittadini
Lezioni di economia per uscire dalla crisi.
Come è nata l'UE, il divorzio Banca d'Italia e Tesoro. La camicia di forza dell'eurozona: la perdita della possibilità di spesa per Stato e Comuni.
Una serie di articoli sulle politiche di gestione e controllo dei bilanci nazionali nell'ambito dell'Unione Europea, partendo dal Trattato di Maastricht fino ad arrivare al Meccanismo europeo di Stabilità (MES), approfondendo di volta in volta i temi più rilevanti.
In questo primo numero si affronta il Trattato di Maastricht e la sua implementazione attraverso il Patto di Stabilità e Crescita, con approfondimenti sui limiti del 3% di deficit e del 60% debito/PIL
10 incontri a partire da mercoledì 2 ottobre 2013 a Jesi.
L’Italia si trova ad affrontare una tremenda crisi economica. Nata dal mondo della finanza, essa si è estesa sempre di più fino a contagiare l’economia reale; prova ne sono il numero massiccio di attività commerciali e piccole e medie imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti e, di conseguenza, la percentuale crescente - a giugno 2013 il 12,1% - di popolazione che si trova senza lavoro.
L’Unione fa la forza
La crisi che ha pesantemente colpito l’Europa nel 2008 non sembra ancora vedere un’effettiva ripresa generale. Il motivo, a nostro avviso, risiede nell’assenza di una reale unità di intenti all’interno dell’UE.
Аналитическая биохимия: 01. Суть и принципыValery Zaitsev
Лекция 1 по аналитической биохимии (биоаналитической химии); курс 2012 года на медико-биологическом факультете Волгоградского государственного медицинского университета (ВолгГМУ)
"Balzelli d'italia" di Confesercenti ItaliaSimone D.
Balzelli d'Italia - "Fisco: le cento trappole per imprese e famiglie"
Un documento di Confesercenti che spiega "per tutti" 100 tasse (assurde e non) che gli italiani (e le imprese) devono pagare
CONTI PUBBLICI, IL GOVERNO CORREGGE IL TIROtelosaes
L’11 aprile il Consiglio dei Ministri approva il Documento di Economia e Finanza 2017 (DEF): il Governo aveva inoltre annunciato un Decreto Legge, la manovrina, che include una serie di misure finanziarie, per un totale di 3,4 miliardi di euro (0,2% del PIL), per allineare i conti pubblici. Ecco cosa prevede la manovrina di primavera.
La tesi di laurea su Welfare e lotta alla povertà. L'opera è distrubuita sotto licenza Creative Commons. Puoi distribuire, copiare o rielaborare l'opera sempre citando l'autore. Non puoi utilizzare l'opera a scopi commerciali.
Ho pubblicato questo mio modesto lavoro nella speranza che possa essere utile a qualcun'altro. Credo nella condivisione dei saperi e nel riconoscimento del lavoro svolto dagli altri.
Bortoletti, corruzione e prescrizione, transparency international, pavia,30 n...Maurizio Bortoletti
I risultati sono, quindi, soddisfacenti?
Ritengo di sì, anche per la preziosa garanzia dell’indipendenza del nostro sistema repressivo. Si tratta di risultati, però, assolutamente diversi da quelli che si ascoltano abitualmente, che potremmo definire “false verità” o “vere bugie”: notizie e informazioni false, diventate vere grazie ad un effetto eco paradossale, dopo che qualcuno le ha messe in circolazione, custodendo poi con caparbietà - dopo non essere riuscito a “… resistere alla tentazione di avventurarsi sul rischioso terreno dei paralleli e dei calcoli…”, come ha ricordato il prof. Emanuele Narducci nel suo saggio Processi ai politici nella Roma antica per Laterza - il segreto di questi risultati allegati e non dimostrati, facendo riferimento a parametri noti solo a lui stesso ed eludendo con allegria una serie di evidenti interrogativi.
The results are, therefore, satisfactory?
I think so, too valuable guarantee for the independence of our law enforcement system. These results, however, totally different from what you usually hear, that could be called "false truth" or "true lies": false news and information, become real thanks to a paradoxical echo effect, after someone has put in circulation, keeping then with stubbornness - after failing to "... resist the temptation to venture into the risky terrain of parallel calculations ...", as pointed out by prof. Emanuele Narducci in his essay in political processes in ancient Rome for Laterza - the secret of these results, attachments and unproven, referring to parameters known only to himself and eluding with joy a number of obvious questions.
Bortoletti, corruzione e prescrizione, transparency international, pavia,30 n...Maurizio Bortoletti
I risultati sono, quindi, soddisfacenti?
Ritengo di sì, anche per la preziosa garanzia dell’indipendenza del nostro sistema repressivo. Si tratta di risultati, però, assolutamente diversi da quelli che si ascoltano abitualmente, che potremmo definire “false verità” o “vere bugie”: notizie e informazioni false, diventate vere grazie ad un effetto eco paradossale, dopo che qualcuno le ha messe in circolazione, custodendo poi con caparbietà - dopo non essere riuscito a “… resistere alla tentazione di avventurarsi sul rischioso terreno dei paralleli e dei calcoli…”, come ha ricordato il prof. Emanuele Narducci nel suo saggio Processi ai politici nella Roma antica per Laterza - il segreto di questi risultati allegati e non dimostrati, facendo riferimento a parametri noti solo a lui stesso ed eludendo con allegria una serie di evidenti interrogativi. The results are, therefore, satisfactory?
I think so, too valuable guarantee for the independence of our law enforcement system. These results, however, totally different from what you usually hear, that could be called "false truth" or "true lies": false news and information, become real thanks to a paradoxical echo effect, after someone has put in circulation, keeping then with stubbornness - after failing to "... resist the temptation to venture into the risky terrain of parallel calculations ...", as pointed out by prof. Emanuele Narducci in his essay in political processes in ancient Rome for Laterza - the secret of these results, attachments and unproven, referring to parameters known only to himself and eluding with joy a number of obvious questions.
Le regole della permanenza dell'italia nella zona euro (materiale partecipanti)
1.
2. LA PERMANENZA DELL’ITALIA NELLA ZONA EURO
LE REGOLE
…..stabilite da un processo…..
• IL FISCAL COMPACT
DEMOCRATICO?
• DECRETO 13 ottobre 1995, n. 561
• EUROPACT
• GLI ARCHITETTI DELLA MONETA UNICA
• IL MES (Fondo Salva Stati)
• IL MODUS OPERANDI NELLA ZONA EURO
• TWO PACT
• CHI HA SCRITTO DAVVERO I TRATTATI EUROPEI?
http://memmt.info/site/
http://memmttoscana.wordpress.com/
2
5. IL FISCAL COMPACT
Dal primo gennaio del 2015, entrerà in vigore il nuovo “Trattato sulla
stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e
monetaria”, noto come “Fiscal compact”, firmato il 2 marzo 2012 da tutti gli
stati dell’Unione europea ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica
Ceca.
Con il “Fiscal compact” viene introdotta una maggiore disciplina di bilancio,
con l’introduzione della “regola d’oro” e sanzioni per quei Paesi che non
rispettano i sistemi di riduzione del deficit.
Il Fiscal compact, in sintesi, si compone di due regole che riguardano
rispettivamente:
• il “pareggio di bilancio”
• l’obiettivo della riduzione del debito pubblico.
http://memmt.info/site/ trattato
Il
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5
6. Regola numero uno: Il pareggio di bilancio
ARTICOLO 3
1. Le parti contraenti applicano le regole enunciate nel presente paragrafo in
aggiunta e fatti salvi i loro obblighi ai sensi del diritto dell'Unione europea:
a) la posizione di bilancio della pubblica amministrazione di una parte
contraente è in pareggio o in avanzo;
b) la regola di cui alla lettera a) si considera rispettata se il saldo strutturale annuo
della pubblica amministrazione è pari all'obiettivo di medio termine specifico per il
paese, quale definito nel patto di stabilità e crescita rivisto, con il limite inferiore di
un disavanzo strutturale dello 0,5% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.
2. Le regole enunciate al paragrafo 1 producono effetti nel diritto nazionale delle
parti contraenti al più tardi un anno dopo l'entrata in vigore del presente trattato
tramite disposizioni vincolanti e di natura permanente – preferibilmente
costituzionale – o il cui rispetto fedele è in altro modo rigorosamente garantito
lungo tutto il processo nazionale di bilancio.
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6
7. IL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE
http://www.youtube.com/watch?v=Ix3IytbEge8
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7
8. quindi ………….
- uno Stato che dà ai propri cittadini e alle proprie aziende più denaro di
quanto gliene tolga in tasse, cioè che spenda a deficit di bilancio, sarà
illegale e anti costituzionale. Dovrà come minimo fare il pareggio di bilancio
(cioè darci 100 e toglierci subito dopo 100), ma meglio ancora se farà il
surplus di bilancio (ci darà 100 e ci toglierà 120), cioè dovrà impoverirci,
matematicamente. Questa regola è stata inserita nella nostra Costituzione.
Sancito dal Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 a) - 3/.
- uno Stato che volesse ignorare questa regola verrà messo sotto accusa
automaticamente (excessive deficit procedure), e automaticamente dovrà
correggersi presentando un piano dettagliato di correzioni, che sono le
famigerate austerità che ben conosciamo. Le correzioni saranno dettate dalla
Commissione Europea di tecnocrati non eletti. Sancito dal Fiscal Compact nel
TITOLO III art. 3/1 e) - 3/.
(traduzione e semplificazione di Paolo Barnard).
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8
9. quindi ………….
- se lo Stato sotto accusa non si corregge, la Commissione Europea lo
denuncerà agli altri Stati, che lo denunceranno alla Corte Europea di
Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cioè vincolanti per
tutti gli Stati aderenti. Se questa Corte condannerà lo Stato recalcitrante,
e se quest’ultimo comunque si rifiuterà di impoverire i propri cittadini e
aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, la Corte
potrà condannare lo Stato disubbidiente a una multa che per l’Italia
sarebbe di 2 miliardi di Euro.
Sancito dal Fiscal Compact nel TITOLO III art. 5/1 a) – art. 8/1 – 8/2.
- il potere di denunciare alla Corte Europea di Giustizia uno Stato che si
rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di
bilancio o il surplus di bilancio, e quindi di sottoporlo al processo
ulteriore della Corte per le punizioni monetarie finali, è riservato anche a
un solo singolo Stato della zona Euro, e anche se la Commissione
Europea non ha dato alcun parere negativo conto lo Stato sotto accusa.
Sancito dal Fiscal Compact nel TITOLO III art. 8/1 – 8/2.
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9
10. ……………conseguenze ?
Essendo sempre dimostrata la seguente uguaglianza:
x
Saldo Settore Pubblico + Saldo Settore Privato + Saldo Settore Estero = 0
Se il Settore Pubblico è costretto al pareggio allora è=0, quindi, il Settore Privato
(cioè cittadini e imprese) se non vuole distruggere la sua ricchezza è OBBLIGATO
a competere con il Settore Estero, ovvero le Esportazioni devono risultare
maggiori delle Importazioni.
Ma come possiamo competere con il Settore Estero?
In economia esistono solo due leve:
1) Agire sul tasso di cambio della valuta (svalutazione competitiva);
2) Agire sui costi di produzione.
Possiamo noi agire sul tasso di cambio della moneta?
NO, non possiamo!
Quindi non ci resta che utilizzare la seconda leva, dobbiamo agire sui costi di
produzione, cioè deve essere ridotto il costo del LAVORO (salari e stipendi) che è
uno dei costi di produzione.
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10
11. Il pareggio di bilancio è una follia, parola di premi Nobel
Lettera dei premi nobel per l'ecnomia contro la norma Costituzionale
sul pareggio di Bilancio
KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972
PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010
WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990
CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon
Johnson, animatore della Great Society Agenda
ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della
Princeton University
ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007
ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1087
LAURA TYSON, ex direttrice del Natonal Economic Council
martedì 6 marzo 2012
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11
12. Regola numero due:
Il percorso di riduzione del debito pubblico
L’art. 4 introduce la seconda regola che va ad integrare il patto di bilancio, gli
art. 5 e 6 ne stabiliscono le regole.
In sintesi gli Stati il cui debito pubblico non è inferiore al 60% sul PIL
dovranno attuare un programma (che comprenda una descrizione
dettagliata delle riforme previste) di riduzione del debito che dovrà scendere
ogni anno di almeno 1/20 della distanza tra il valore effettivo e la soglia del
60%. L’approvazione di tali programmi spettano al Consiglio e alla
Commissione che dovranno essere anche informati preventivamente di tutte
le spese a deficit previste dai piani annuali.
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13. quindi ………….
Il governo italiano, avendo ratificato il fiscal compact dovrà nei prossimi
20 anni, portare il debito pubblico al 60% del PIL mediante una maxi
manovra finanziaria all'anno.
Stando ai numeri attuali che vedono il debito pubblico superare i 2075
miliardi di euro, con un rapporto tra debito pubblico e PIL del 133%, i
governi che si susseguiranno per rientrare nei parametri richiesti
dovranno impegnarsi a recuperare oltre 1000 miliardi di euro, che
dilazionati nei 20 anni fa oltre 50 miliardi all'anno: praticamente per un
ventennio gli italiani dovranno sostenere tutti gli anni una stangata come
l'ultima montiana manovra.
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14. In tale scenario economico, lo Stato ha poche strade per cancellare molto
debito in breve tempo (oltre 50 miliardi di euro all’anno, per 20 anni), come
imposto dal Fiscal Compact.
Le strategie possibili sono:
1. aumentare le tasse
2. vendere il patrimonio pubblico (privatizzare)
3. ridurre la spesa pubblica (ottimizzare la spesa e privatizzare i servizi)
La prima soluzione può essere efficace nel tempo, ma ha un grave effetto
collaterale: deprime l’economia. Aumentare le tasse equivale a ridurre la
ricchezza di famiglie e aziende. Ciò automaticamente fa calare i consumi,
la produzione e dunque l’offerta di lavoro, generando disoccupazione,
diminuzione del PIL e, in ultimo, anche una riduzione del gettito fiscale
(redditi più bassi e consumi minori danno luogo a meno tasse), dando vita
a un circolo vizioso che genera una forte depressione dell’economia, fino
ad arrivare al collasso del sistema, con le gravi conseguenze sociali che
ciò comporterebbe.
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14
15. Vendere il patrimonio pubblico (fatto di proprietà immobiliari ma anche di
siti archeologici, beni naturali, aziende a partecipazione pubblica, ecc.) può
produrre effetti temporanei sulle casse dello Stato, ma il risultato
complessivo sarebbe modesto (rispetto all’entità del debito) e col tempo gli
effetti della vendita finirebbero per annullarsi e lo Stato si troverebbe privo
di risorse potenzialmente fruttuose.
Ridurre la spesa pubblica è un’operazione più complessa. È bene distinguere
due casi:
la spesa “utile”, che serve a finanziare i servizi sociali, le pensioni, l’istruzione,
le infrastrutture, la cultura, la tutela del patrimonio ambientale e storico, ecc.;
quella “superflua”, o “cattiva”, che non si traduce in un aumento di benessere
o ricchezza per i cittadini, ma alimenta sprechi, corruttele, inefficienze, ecc.
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16. -POSTE ITALIANE
Svolge, accanto alla tradizionale attività postale gestita sulla base di un contratto di servizio con
lo Stato, anche un importante (e redditizio) ruolo come gruppo bancario e assicurativo. Nel
piano del governo si comincia con la dismissione a privati del 30-40% della società, in larga
parte a investitori istituzionali.
- ENAV
È la società a cui lo Stato ha affidato la gestione e il controllo del traffico aereo civile nei cieli e
negli aeroporti italiani. Interamente controllata dal Tesoro e vigilata dal Ministero dei Trasporti.
Anche in questo caso si ipotizza la cessione di una quota pari al 30-40%
- ENI
Core business nel petrolio e nel gas: la società guidata da Paolo Scaroni è la prima azienda
italiana per capitalizzazione a Piazza Affari, 66,4 miliardi a fine 2012. Un gigante dell’Energia con
un fatturato oltre i 127 miliardi alla chiusura dell’ultimo bilancio, presente in 90 Paesi, 78.000
dipendenti. Il Tesoro ha oggi in Eni una partecipazione del 4,34% mentre la Cassa Depositi e
Prestiti (all’80,1% del Tesoro) ha una quota del 25,76%.
- STM
Leader globale nel mercato dei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi
dell’elettronica. Nel 2012 i ricavi netti sono stati pari a 8,49 miliardi di dollari. Gruppo italofrancese della microelettronica, con sede a Ginevra, è partecipato indirettamente dal Tesoro
tramite la StMicroelectronics Holding N.V. di cui ha il 50% (il restante 50% è del francese Fonds
strate’gique d’investissement).
http://memmt.info/site/
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17. -POSTE ITALIANE
Svolge, accanto alla tradizionale attività postale gestita sulla base di un contratto di servizio con
lo Stato, anche un importante (e redditizio) ruolo come gruppo bancario e assicurativo. Nel
piano del governo si comincia con la dismissione a privati del 30-40% della società, in larga
parte a investitori istituzionali.
- ENAV
È la società a cui lo Stato ha affidato la gestione e il controllo del traffico aereo civile nei cieli e
negli aeroporti italiani. Interamente controllata dal Tesoro e vigilata dal Ministero dei Trasporti.
Anche in questo caso si ipotizza la cessione di una quota pari al 30-40%
- ENI
Core business nel petrolio e nel gas: la società guidata da Paolo Scaroni è la prima azienda
italiana per capitalizzazione a Piazza Affari, 66,4 miliardi a fine 2012. Un gigante dell’Energia con
un fatturato oltre i 127 miliardi alla chiusura dell’ultimo bilancio, presente in 90 Paesi, 78.000
dipendenti. Il Tesoro ha oggi in Eni una partecipazione del 4,34% mentre la Cassa Depositi e
Prestiti (all’80,1% del Tesoro) ha una quota del 25,76%.
- STM
Leader globale nel mercato dei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi
dell’elettronica. Nel 2012 i ricavi netti sono stati pari a 8,49 miliardi di dollari. Gruppo italofrancese della microelettronica, con sede a Ginevra, è partecipato indirettamente dal Tesoro
tramite la StMicroelectronics Holding N.V. di cui ha il 50% (il restante 50% è del francese Fonds
strate’gique d’investissement).
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18. - SACE
Offre servizi di export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero,
garanzie finanziarie, cauzioni e factoring, con 70 miliardi di euro di operazioni assicurate in 189
paesi. Dal novembre 2012 è controllata al 100% da Cassa Depositi e Prestiti.
- FINCANTIERI
È uno dei gruppi cantieristici più grandi al mondo, erede della grande tradizione italiana in
campo navale. Con ricavi a quota 2,4 miliardi nel 2012 con una quota di export oltre il 70%. È
controllato da Fintecna (al 100% della Cdp) che ha in portafoglio una quota oltre il 99%.
- CDP RETI
È un veicolo di investimento, costituito nel mese di ottobre 2012 e posseduto al 100% da Cassa
Depositi e Prestiti. Ha in portafoglio, acquisita nel 2012 da Eni, una partecipazione del 30% in
Snam, la società protagonista della metanizzazione dell’Italia a partire dal 1941, realizza e
gestisce le infrastrutture del gas.
- TAG
Trans Austria Gasleitung è la società che gestisce in esclusiva il trasporto di gas nel tratto
austriaco del gasdotto che dalla Russia giunge in Italia attraverso Ucraina, Slovacchia e
Austria. Asset strategico perché garantisce circa il 30% delle importazioni nazionali. Cassa
Depositi e Prestiti ha rilevato a fine 2011 dall’Eni, tramite Cdp Gas, una quota dell’89%.
- GRANDI STAZIONI
Controllata al 60% da Ferrovie dello Stato (al 100% del Tesoro) è la società creata nel 1998 con
l’obiettivo di riqualificare, valorizzare e gestire le tredici principali stazioni ferroviarie italiane:
oltre 1.500.000 mq di asset immobiliari con più di 600 milioni di visitatori l’anno
http://memmt.info/site/
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18
21. infine ………….
il Fiscal Compact impone il rispetto a tutti gli Stati firmatari
dell'Europact.
Adottato dai capi di governo dell’Eurozona il 24 marzo 2011,
stabilisce che:
• la competitività sia giudicata in termini di riduzione dei salari
pubblici e privati, e contemporaneo aumento della produttività
del lavoro;
• che la sostenibilità della politica fiscale sia giudicata in base
alla spesa per previdenza, sanità, servizi pubblici e
ammortizzatori sociali: se un Paese spende troppo per questi
capitoli, è pesantemente sanzionato.
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22
24. IL M.E.S.
“Il fondo salva – stati”
Il meccanismo europeo di stabilità è lo strumento scelto dalla politica di
Bruxelles per fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà, sulla base,
si badi bene, del rispetto da parte dello Stato (potenziale) debitore di
determinate condizioni di politica economica negoziate con il MES
attraverso l'intervento mediato delle istituzioni europee.
Il trattato non è semplicemente un insieme di regole finalizzate ad
ottenere la stabilità finanziaria della zona euro ma, si presti molta
attenzione a questo passaggio, si tratta di un documento che disciplina
l'istituzione di un organismo finanziario internazionale dove i 17 paesi
aderenti, compresa l'Italia, dovranno negoziare, non in qualità di stati
sovrani ma di soci e di debitori, scelte di politica economica, monetaria e
fiscale al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default.
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Il trattato
http://memmttoscana.wordpress.com/
25
25. Il MES non è un “meccanismo” ma l'atto istitutivo di un'organizzazione
intergovernativa, ossia un'entità giuridica distinta dai soggetti
istituzionali democraticamente e costituzionalmente legittimati ad
incidere sulle tematiche in questione.
Il trattato istitutivo del MES prevede che il capitale del fondo sia pari a
700 miliardi di euro di cui 125 miliardi a carico dell'Italia, e dispone che,
in un primo momento, gli stati finanziatori (ovvero i 17 aderenti alla
moneta unica), dovranno versare solamente la quota di 80 miliardi di
euro, somma sufficiente a conferirgli lo status di Istituzione
Internazionale della UE. Nel caso dell'Italia, questa quota è stabilita in
euro in circa 14 miliardi di euro, da versare in cinque tranche fino al
2014.
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26
26. ARTICOLO 4
Struttura e regole di voto
1. Il MES è dotato di un consiglio dei governatori e di un consiglio di
amministrazione, nonché di un direttore generale e dell'altro personale
ritenuto necessario.
2. __________________________________________________________
3 __________________________________________________________
4 _________________________________________________________
5 __________________________________________________________
6 __________________________________________________________
7. Il numero dei diritti di voto di ciascun membro del MES, esercitati dalla
persona da esso designata o dal rappresentante di quest'ultimo in seno al
consiglio dei governatori o al consiglio di amministrazione, è pari al numero
di quote assegnate a tale membro a valere sul totale di capitale versato
del MES conformemente all’allegato II.
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27
28. ARTICOLO 6
Consiglio di amministrazione
1. Ogni governatore nomina un amministratore e un amministratore
supplente tra persone dotate di elevata competenza in campo economico
e finanziario.
ARTICOLO 7
Direttore generale
1. Il direttore generale è nominato dal consiglio dei governatori fra i
candidati aventi la nazionalità di un membro del MES, dotati di esperienza
internazionale pertinente e di elevato livello di competenza in campo
economico e finanziario.
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29
29. ARTICOLO 9
Richiesta di capitale
1. Il consiglio dei governatori può richiedere il versamento in qualsiasi momento
del capitale autorizzato non versato e fissare un congruo termine per il relativo
pagamento da parte dei membri del MES.
2. Il consiglio di amministrazione può richiedere il versamento del capitale
autorizzato non versato mediante una decisione adottata a maggioranza
semplice…..
3. Il direttore generale richiede in tempo utile il capitale autorizzato non versato se
questo è necessario ad evitare che il MES risulti inadempiente rispetto ai previsti
obblighi di pagamento, o di altro tipo, nei confronti dei propri creditori.
ARTICOLO 10
Adeguamenti del capitale autorizzato
1. Il consiglio dei governatori riesamina periodicamente e, almeno ogni cinque
anni, la capacità massima erogabile e l’adeguatezza del capitale autorizzato del
MES.
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30. ARTICOLO 21
Operazioni di assunzione di prestiti
1.
Nella realizzazione del suo obiettivo il MES è autorizzato ad
indebitarsi sui mercati dei capitali con banche, istituzioni
finanziarie o altri soggetti o istituzioni.
2.
Le modalità delle operazioni di indebitamento sono definite dal
direttore generale sulla base delle direttive particolareggiate
adottate dal consiglio di amministrazione.
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31. ARTICOLO 32
Status giuridico, privilegi e immunità
1.
2.
Al fine di consentire al MES di realizzare il suo obiettivo, allo stesso sono
conferiti nel territorio di ogni suo membro lo status giuridico ed i privilegi
e le immunità definiti nel presente articolo. Il MES si adopera per
ottenere il riconoscimento del proprio status giuridico e dei propri privilegi
e delle proprie immunità negli altri territori in cui opera o detiene attività.
Il MES è dotato di piena personalità giuridica e ha piena capacità
giuridica per:
a) acquisire e alienare beni mobili e immobili;
b) stipulare contratti;
c) convenire in giudizio; e
d) concludere un accordo e/o i protocolli eventualmente necessari per garantire
che il suo status giuridico e i suoi privilegi e le sue immunità siano riconosciuti
e che siano efficaci.
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32. 3. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e
da chiunque siano detenute, godono dell’immunità da ogni forma di
giurisdizione, salvo qualora il MES rinunci espressamente alla propria
immunità in pendenza di determinati procedimenti o in forza dei
termini contrattuali, compresa la documentazione inerente gli
strumenti di debito.
4. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da
chiunque siano detenute, non possono essere oggetto di perquisizione,
sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o
pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o
normative.
5. Gli archivi del MES e tutti i documenti appartenenti al MES o da esso
detenuti sono inviolabili.
6. I locali del MES sono inviolabili.
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33. ARTICOLO 35
Immunità delle persone
1.
Nell'interesse del MES, il presidente del consiglio dei governatori, i
governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli
amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri
membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per
gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e
godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti
ufficiali redatti.
ARTICOLO 36
Esenzione fiscale
1.
Nell’ambito delle sue attività istituzionali, il MES, i suoi attivi, le sue
entrate, i suoi beni nonché le operazioni e transazioni autorizzate
dal presente trattato sono esenti da qualsiasi imposta diretta.
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34. Il M.E.S. in sintesi………..:
1) La nuova Autorità a cui gli Stati dell’area Euro dovranno trasferire risorse
illimitate (si parte con 700 miliardi di euro) è una “S.P.A.”;
2) Una S.P.A. in cui chi conferisce più capitale comanda;
3) Una S.P.A. che potrà dominare gli Stati dell’area euro, di cui avrà il controllo della
politica economica nazionale;
4) Una S.P.A. con una delega in bianco per gestire le ricchezze di un Paese;
5) Una S.P.A. che ha il potere di incriminare e che non potrà essere incriminata;
6) Una S.P.A. su cui nessuna legge esistente avrà effetto;
7) Una S.P.A. verso cui nessun Governo attuale e futuro potrà agire;
8) Una S.P.A. i cui organi, funzionari, dipendenti, beni, disponibilità e proprietà
godono della totale immunità ed inviolabilità da ogni forma di giurisdizione;
9) Una S.P.A. i cui affari godono della totale esenzione da qualsiasi imposizione
fiscale;
http://www.youtube.com/watch?v=9zsEw8Fxv4A
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35. IL TWO PACT
Il Two Pact è un pacchetto normativo composto da due regolamenti volti a
rafforzare il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’Eurozona:
• il primo recepisce misure speciali per il monitoraggio e la valutazione delle
politiche economiche degli Stati alle prese con deficit eccessivi;
• il secondo tende a fissare i criteri d’intervento verso quegli Stati in difficoltà
finanziaria.
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36
36. In particolare, queste nuove misure, obbligheranno i singoli governi nazionali a
presentare alla Commissione Europea, entro il 15 ottobre di ciascun anno e prima
dell’approvazione da parte dei singoli parlamenti nazionali, le rispettive manovre di
finanza pubblica al fine di consentire di verificare il rispetto degli impegni presi con
le autorità europee nei primi sei mesi dell’anno (il così detto semestre europeo). In
caso di mancato o carente rispetto degli accordi sottoscritti, la Commissione
Europea potrà chiederne la modifica.
Nel caso in cui il paese dovesse disattendere le raccomandazioni, oltre a subire
azioni legali, potrà incorrere in procedure per deficit eccessivo e nel caso anche in
sanzioni economiche.
Inoltre, sempre la Commissione Europea (organo autoreferenziale privo di qualsiasi
investitura democratica) potrà mettere sotto stretta sorveglianza i Paesi “minacciati
da difficoltà finanziarie”, obbligando governi a colmare e redimere le cause
strutturali, sottoponendo il proprio operato a controlli trimestrali stringenti da
parte di una taskforce dedicata.
Riassumendo, potremmo agevolmente affermare che il Two Pack costituisce
un'ulteriore cessione di pezzi di sovranità nazionale verso strutture non elette ed
autoreferenziali, in assenza di qualsiasi criterio solidaristico, di mutualità e senza
alcuna contropartita.
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37. Il FISCAL COMPACT, insieme al MES , al TWO PACK e al Trattato di Lisbona,
costituiscono (al momento) i principali strumenti di compressione della
sovranità dei singoli stati, in nome della realizzazione di procedure di
convergenze di politiche fiscali ed economiche dei paesi dell’Eurozona,
secondo gli eurocrati, propedeutiche a colmare le divergenze strutturali
delle varie economie europee.
http://www.youtube.com/watch?v=XcD0r49rnsk
Queste per ora sono le regole
da rispettare se l’Italia resta
nella zona euro!
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38. Queste regole sono il
risultato di un percorso
…….democratico?
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39. DECRETO 13 ottobre 1995, n. 561
“Regolamento recante norme per la disciplina di
categorie di documenti formati o comunque rientranti
nell'ambito delle attribuzioni del Ministero del tesoro e
degli organi periferici in qualsiasi forma da questi
dipendenti sottratti al diritto di accesso.”
Il Ministro: LAMBERTO DINI
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40. Art. 2.
Categorie di documenti attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale e alle
relazioni internazionali
(……..)
c) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana
nell'ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria e sulla politica creditizia
e finanziaria;
d) atti preparatori del Consiglio della Comunita' europea;
e) atti preparatori dei negoziati della Comunita' europea, nonche' degli accordi
multilaterali di ristrutturazione del debito estero;
f) documenti, studi, proposte, relazioni, indagini e atti relativi alla partecipazione
italiana alle istituzioni creditizie internazionali;
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41. Art. 3.
Categorie di documenti attinenti alla determinazione ed attuazione della
politica monetaria valutaria
a) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni
e comunicazioni sui flussi finanziari di entrata e di spesa, sulle previsioni del
fabbisogno dello Stato, sulla evoluzione, la consistenza, la gestione, il
risanamento del debito pubblico e provvedimenti per il contenimento ed il
risanamento della spesa e del deficit pubblico, sulla struttura e sull'andamento
dei mercati finanziari e valutari nonche' sulla politica fiscale e di spesa pubblica;
b) elaborazioni, simulazioni e previsioni concernenti misure di contenimento della
spesa per interessi e, in generale, del fabbisogno del settore statale e di quello
pubblico allargato;
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42. (……..)
c) atti, anche preparatori, relativi alla emissione o ad altre determinazioni in
materia di titoli di Stato e di autorizzazione all'emissione di prestiti in eurolire;
d) atti relativi agli interventi dell'Amministrazione in campo monetario e
valutario, se connessi ai procedimenti di cui alla successiva lettera e);
e) atti di programmazione e di iniziativa dell'attivita' di vigilanza e di ispezione,
nonche' verbali, atti e relazioni dei servizi ispettivi ed atti sanzionatori, quando
possa derivarne pregiudizio ai processi di formazione, di determinazione e di
attuazione della politica monetaria e valutaria.
Insomma, quanto il Governo sta facendo per
realizzare il progetto europeo non si deve sapere,
men che meno in ambito di politica monetaria.
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43
44. Enrico Letta ha candidamente ammesso nel suo libro, L’Europa è finita
(scritto con Lucio Caracciolo nel 2010):
”……… l’euro è l’anticamera dell’unione politica. Ed è
l’unica anticamera possibile. Perché all’unione politica
non si potrà mai arrivare, e non si arriverà mai, per
semplice volontarismo dei governi, che su questi temi
si muovono soltanto sull’impeto dell’urgenza e della
necessità. “
“ …….. tutti i leader politici europei chiedono oggi un
vincolo esterno per imporre a elettorati, corporazioni e
corpi intermedi riluttanti, scelte necessarie che nessuno
ha la forza di imporre autonomamente.”
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45
45. Mario Monti, 1998, dal libro Intervista sull’Italia in Europa di Federico Rampini
Federico Rampini: «Perché la Commissione
europea ha accettato di diventare il capro
espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei
sacrifici?».
Risposta di Monti:
«Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi
facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere
dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE, PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO
ELETTORALE. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera
l’immagine dell’Europa presso i cittadini».
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46
46. Jean Claude Juncker (ex presidente dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999, Der
Spiegel, sul modus operandi della Commissione Europea:
«Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’
per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché LA
MAGGIOR PARTE DELLA GENTE NON CAPISCE NIENTE DI COSA E’ STATO
DECISO, andiamo avanti passo dopo passo fino al PUNTO DI NON
RITORNO».
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48
47. Tommaso Padoa Schioppa, autunno 1999, Commenataire , sulla nascita
dell’Unione Europea
«La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei
cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei
professori. […] L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra
il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti,
l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di
DISPOTISMO ILLUMINATO».
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49
48. Romano Prodi, 4 dicembre 2001, Financial Times , sui futuri problemi
che l’Euro avrebbe causato:
«Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di
strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente
impossibile. MA UN BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e si creeranno i
nuovi strumenti».
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50
49. Giuliano Amato, 12 luglio 2007, EuObserver, sulle modalità con cui fu scritto
il Trattato Lisbona
«Essi [i leader Europei] hanno deciso che il documento sarebbe dovuto
essere illeggibile. Essendo illeggibile allora non sarebbe stato di materia
costituzionale […] Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni
per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era
qualcosa di nuovo [il riferimento qui è alla Costituzione Europea bocciata
nel 2005, nda]. I primi ministri non produrranno niente direttamente
perché si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile. Essi possono
presentarla meglio, in modo da EVITARE PERICOLOSI REFERENDUM».
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51
50. Jacques Attali (uno dei padri fondatori dell’Unione europea e dei Trattati
europei), 24 gennaio 2011, all’Università partecipativa
http://www.youtube.com/watch?v=jXBLvGuNVuU&feature=player_embedded
«Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire
da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne
fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del
Trattato di Maastricht, hanno…o meglio ci siamo incoraggiati a fare in
modo che uscirne … fosse stato impossibile. Abbiamo attentamente
“dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne. NON È STATO
MOLTO DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per
rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».
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52
51. Mario Monti, 22 febbraio 2011, convegno Finanza: comportamenti,
regole istituzioni, Università Liuss Guido Carli, sul bisogno crisi come
strumento di governo.
http://www.youtube.com/watch?v=XcD0r49rnsk
“ È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini ad una
collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo
politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una
crisi in atto, visibile conclamata!”
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53
52. Conferenza stampa della Bce del 4 Aprile 2013
“La gente come me ha investito tutte le
sue fortune, la sua autorità, carriere e
prestigio nella costruzione dell’euro. Se
l’euro si spacca, noi persone veramente
importanti andiamo a pallino: perdiamo
tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e
potere. Perciò non ci sarà mai un’uscita
dall’euro. Troppo grande è il capitale
politico che ci abbiamo investito.”
"L’euro non è una porta scorrevole” …….
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54
53. Helmuth Kohl, 9 aprile 2013, Telegraph sull’ingresso nell’Euro da parte
della Germania
«Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania.
Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è
abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. […] NEL CASO DELL’EURO,
SONO STATO COME UN DITTATORE».
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55
55. Da giovedì 24 ottobre, il Codice Penale della Grecia ha inserito l’articolo 458 a,
ossia il provvedimento relativo alle “Violazioni alla normativa UE”, con il quale
si prevede la reclusione fino a due anni per chi agisce contro le strutture
europee, protestando o manifestando dissenso o contrarietà verso le sanzioni, i
governi, i rappresentanti dell’UE.
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58
57. CHI HA SCRITTO DAVVERO I
TRATTATI EUROPEI?
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60
58. L’Unione Europea e il ruolo delle lobbies
• A Bruxelles ci sono circa 5000 mila lobbies e oltre 15000
lobbisti che quotidianamente lavorano per indirizzare e
influenzare il ruolo delle istituzioni europee.
• Alcuni esempi: due delle più potenti e ben finanziate lobbies
sono l’EUROPEAN ROUND TABLE OF INDUSTRIALIST e
BUSINESS EUROPE.
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61
59. Chi sono i membri e finanziatori?
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61. Chi ha scritto (davvero) i Trattati Europei?
• European semester, Europact, Fiscal Compact,
Macroeconomic Procedure Imbalances sono stati
scritti dalle istituzioni e dai tecnocrati europei sotto
dettatura di queste lobbies e poi imposti agli Stati
nazionali.
• Non ci credete? Allora leggiamo…..
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64
62. Daniel Janssen, Ex presidente ERT nel 2000 e membro comitato
esecutivo della Commissione Trilaterale
«Da una parte stiamo riducendo il
potere dello Stato e del settore
pubblico con le privatizzazioni e
la deregolamentazione (…)
Dall’altra stiamo trasferendo molti
dei poteri nazionali dagli Stati a
una struttura più moderna a livello
europeo, che aiuta i business
internazionali come il nostro».
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65
63. Nel 2002 l’European Roundtable of Industrialists chiedeva
che le «implicazioni dei bilanci nazionali delle politiche di
spesa allo stadio della prima ideazione siano controllati al
livello della UE».
L’European Semester è entrato in vigore nel 2011 e
stabilisce che i governi degli Stati nazionali
dovranno sottoporre i bilanci nazionali alla Commissione
Europea e al Consiglio Europeo nell’aprile di ogni anno per
essere esaminati ed eventualmente modificati.
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64. Nel 2010 Business Europe chiedeva «un meccanismo forte
di costrizione che assicuri obbedienza» da parte degli
Stati e «un sistema di penalità graduali e di multe in caso
di ripetuta indisciplina» nei bilanci nazionali.
Nel
2011
il
Preventing
Macroeconomic
Imbalances delinea le sanzioni a cui gli Stati
“disobbedienti” vanno incontro in caso di mancata
applicazione delle correzioni indicate dalla Commissione
Europea.
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65. Nel 2010 Business Europe chiedeva «una maggiore flessibilità
nelle strutture di contrattazione dei salari» oltre a «un legame
più stretto tra l’età pensionabile e l’aspettativa di vita» (in
soldoni: aumentare l’età pensionabile). Nel marzo 2011 B.E.
sottolineava «il bisogno di dare un ruolo di primo piano alla
Commissione, e di limitare il potere degli Stati membri».
Nel marzo 2011 l’Europact stabilisce la necessità di
«riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario, il grado
di accentramento del processo negoziale»; oltre a imporre ai
governi di «allineare l’età pensionabile con l’aspettativa di
vita». Inoltre, la sostenibilità delle finanze pubbliche deve
essere valutata in base a «regimi pensionistici, assistenza
sanitaria e previdenza sociale»
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66. Nel giugno 2010 e nel marzo 2011 Business Europe suggeriva
«la trasposizione di regole sul deficit (pubblico) e sul debito
(pubblico) in leggi nazionali» e «barriere al debito pubblico
introdotte nelle leggi nazionali».
Nel marzo 2012 il cosiddetto Fiscal Compact sancisce
«l’obbligo di trasporre la regola del pareggio [di bilancio] nel
sistema giuridico nazionale a livello costituzionale o
equivalente» (nuovo articolo 81 della Costituzione Italiana
entrato in vigore il 17 aprile 2012). Inoltre gli Stati «devono
fare rapporto ex-ante (prima, nda) alla Commissione e al
Consiglio Europeo sui loro piani di emissione di debito».
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