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The Espanet Conference
“Innovare il welfare. Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa”
                 Milano, 29 Settembre - 1 Ottobre 2011




                          Luciana Ridolfi
       Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione
            Università degli Studi di Urbino, “Carlo Bo”
                    luciana_ridolfi@hotmail.com
___________________________________________________________

                    Tutti gli attori del sistema-salute
  (medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, direttori di distretto,
   organizzazioni pubblico-private e non-profit, cittadini, pazienti…)

             sono chiamati a costruire reti di relazioni
       per scambiarsi idee e risorse per dar e impulso ad una

               community health governance:


       superamento della settorialità e autoreferenzialità di
interessi corporativi e di mercato e creazione della coordinazione
      (negoziata e condivisa) del sistema socio-sanitario, con
      ruolo di protagonista attribuito alla comunità locale.


         I professionisti del sistema-salute sono chiamati
  a ripensare e ri-negoziare i rispettivi ambiti di competenza…
                                                                                2
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    Verificare se l’aumento diversi profili prof.li,
             oltre a ovvi fattori positivi,
    comporta anche rischi di coordinamento
    tra figure professionali con conseguente
        - conflittualità interprofessionale,
      - mancata integrazione organizzativa
  - ricadute negative su continuità delle cure.


                                                              3
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      Combinazione di approcci metodologici qualitativi:

   revisione letteratura per approfondimento su concetti
    di professione, professionalizzazione e managerialismo;
   indagine su professioni sociali e sanitarie emergenti;
   revisione su definizioni, strumenti e misure di
    valutazione dell’integrazione prof.le e continuità
    assistenziale;
   riflessione sociologica su opportunità di utilizzo di
    nuovi strumenti e modelli di integrazione prof.le.

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  Professionisti:        nodi vitali della struttura organizzativa.
 Ieri = lavoro tayloristico: scissione tra management e produzione
 (due mondi separati, ciascuno con logiche e linguaggi diversi).
  Oggi = organizzazioni orizzontali: conoscenza, controllo,
 management , potere allocati in modo diffuso in tutta azienda.

                    Compito delle professioni:
    non più produzione conoscenze scientifiche e tecniche
   fine a sé stessa, ma loro applicazione ai problemi umani.


     Professionista delle organizzazioni sanitarie e sociali:
  knowledge worker, contribuisce a sviluppo e integrazione
 di conoscenze rilevanti per processi organizzativi aziendali.

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Principi teorici: enfatizza lavoro professionale come servizio
pubblico, dotato di codici etici come meccanismi di autoregolazione
e sul valore della conoscenza.

Professioni = forme di “vocazione laica” basate su competenze
certificate e da apprendistato intellettuale (es. prof.ne medica: il
prof.sta non è mosso solo da calcolo razionale volto a
massimizzare vantaggi individuali ma da orientamento a
interesse generale)

Principali teorici:
Durkheim, Carr Saunders e Wilson (The Professions 1933), Goode (1960),
Parsons (1968).

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W. Tousijn          Professionalizzazione = processo mediante il quale le
singole occupazioni si trasformano in professioni, ossia acquisiscono gli attributi
speciali del professionalismo (Professionalismo per attributi come
continuum: da occupazione a professione attraverso attribuiti specifici.)
E. Greenwood (1957), Approccio per attributi,
H. Wilensky (1964), 5 fasi del processo di profess.ne : occupazione a tempo
pieno, creazione di scuole di formaz. specialistica, nascita di associaz. prof.li,
tutela dello Stato verso la prof.ne, codice deontologico.



A. Abbott, si oppone: “status” di professione risente di fattori critici,
culturali, economici, politici e tecnologici che determinano estrema
mutabilità delle professioni.



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Anni ‘70, cambiamento epistemologico: nuova corrente
interpretativa (Neo-weberiani).

Professioni come gruppi sociali organizzati dotati di
competenza esclusiva di un mercato, controllo su altre
occupazioni, potere di definire i bisogni del consumatore e modo di
provvedervi.

T. Johnson (Professions and Power 1972), professioni = strumenti di
controllo della relazione fra professionista e cliente distinguendo
3 modalità: controllo collegiale, patronato, mediazione.



                                                                      8
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Anni ’90     managerialismo, sistema di gestione delle strutture
pubbliche con moduli privatistici, secondo il cd new management.
New management settore sanitario = trasformazione delle
organizzazioni sanitarie in Aziende.
Managerialismo incide su autonomia di categorie (medici in primis):
riassegna compiti in base a logiche di efficienza.
Professionalismo vs. managerialismo = soft bureaucracy, strategie di
controllo sull’operato dei professionisti.
Rapporto tra manager e profess.sti clinici = autonomia medico si
riduce con strumenti Clinical Governance, Managed Care.
Capacity building = strategia di sviluppo partecipativo, clima di dialogo
e partecipazione del personale.


                                                                            9
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Doppia chiusura = strategia utilizzata da professioni per conquista
spazio d’azione: usurpazione verso l’alto e esclusione verso il basso.

Dominanza medica (E. Freidson): due elementi costitutivi: autonomia
professionale e posizione dominante nei confronti delle altre
occupazioni sanitarie. (3° elem. = potere esercitato sui pz?).
                    4 forme di dominanza medica:
               funzionale, gerarchica , scientifica, istituzionale


        Nuovi obiettivi perseguimento della salute: far confluire saperi
    e competenze detenute da professionisti diversi. Ciò favorisce
  processi di professionalizzazione di professioni sanitarie non mediche
                (nuove professioni sanitarie emergenti...)


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        Orizzontalizzazione delle organizzazioni sanitarie
 gerarchie del sistema perdono rilievo per la nascita di équipe
socio-assistenziali integrate e multi-professionali in cui avviene
     incontro interdisciplinare di conoscenze specializzate e
                          complementari.
 Con espansione del mercato sanitario = legittimazione di altre
professioni sanitarie. (Delega di compiti prima assolti da medici).
Nascita di figure tecnico-sanitarie (logopedisti, audioprotesisti,
tecnici di radiologia, tecnici laboratorio, fisioterapisti), a seguito
  di sviluppo tecnologico e diffusione nuove apparecchiature.


                                                                     11
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    Proliferazione di queste occupazioni/professioni parte dagli anni ’50 e
    raggiunge l’apice (con elevato ritardo rispetto ad altri paesi) con
    approvazione dei profili professionali che sostituiscono il “mansionario”
    (D.P.R. n° 225 /74).
   Nel ventennio 1974-1994, si assiste a rapida successione di
    provvedimenti normativi che adeguano il percorso di
    professionalizzazione delle attività sanitarie non-mediche ai rapidi
    mutamenti della realtà sanitari.
   D.M. n° 739 /94: approvazione 22 profili prof.li nei settori inferm.co,
    tecnico-sanitario e della riabilitazione in risposta a necessità di
    conoscenze specializzate per migliorare interventi assistenziali. Nuova
    situazione organizzativa (più flessibilità nell’interpretazione di
    ruoli/funzioni di ciascuna figura con modalità di lavoro per processi e
    obiettivi).
   Legge 42/99: abroga il mansionario e avvia revisione-rettifica dei codici
    deontologici.


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   Legge 251/2000 disciplina i settori profli     sottolineando
    autonomia e specificità prof.le per potenziare/sviluppare servizi
    di promozione, prevenzione, cura e assistenza al pz; percorsi
    formativi per le nuove professioni riqualificandoli con
    introduzione di corsi di laurea e master post-laurea.

   Ancora legge n. 43/2006 perfeziona tali aspetti del processo di
    riforma delle professioni sanitarie: la norma ratifica le prof.ni
    infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e
    della prevenzione alla cerchia delle “professioni intellettuali”.

   Legge 328/2000 (legge quadro di riforma del welfare locale)
    concerne anche percorso di riordino delle professioni sociali.



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    Schema Sinottico delle Prof. Sanitarie non mediche secondo la L. 251/00 e D.M. 29/3/01
Scienze                Scienze delle Prof. Sanitarie   Scienze delle Prof. Sanitarie   Scienze delle Prof. Sanitarie
infermieristiche       della Riabilitazione            Tecniche                        della Prevenzione
ed ostetriche
1. Infermiere          1. Podologo                     1. Tecnico Audiometrista        1.Tecnico della prev.
                                                                                        dell’amb. e nei luoghi
                                                                                        di lavoro
2. Ostetrico/a         2. Fisioterapista               2. Tecnico di Lab. Biom.        2. Assistente Sanitario

3. Infer. Pediatrico   3. Logopedista                  3. Tecnico di Radiol. Med.

                       4. Ortottista                   4. Tecnico di Neurofisiop.

                       5. Terapista della Neuro e      5. Tecnico ortopedico
                         Psicom. dell’età evolut.
                       6. Tecnico della Riabilit.      6. Tecnico
                         Psichiatrica                     audioprotesista
                       7. Terapista                    7. Tecnico della
                         Occupazionale                   fisiopatol. cardiocirc. e
                                                          perfusione cardiovasc.
                       8. Educatore Profess.le         8. Igienista dentale

                                                       9. Dietista

                               4 aree                  22 professioni con profilo
                                                                                                                 14
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                     Individuare le professioni sociali ?

Da un lato, abbiamo figure stabili all’interno delle istituzioni pubbliche e
private (psicologo, sociologo, animatore, ass. di base, ass. sociale,
educatore prof.le, operatore socio-sanitario).

Dall’altro, abbiamo figure professionali emergenti, con intervento più
esteso socialmente (non solo “vita degli assistiti e il loro recupero”, ma
anche azioni verso il contesto sociale, produttivo e formativo).
Sono: mediatore interculturale, operatore di comunità, criminologo clinico,
manager servizi sociali, manager reti di servizi sociali, mediatore di lavoro
per categorie svantaggiate, esperto di form.psico-sociale)

Figure professionali “circoscritte” (non esistono percorsi di studio
omogenei , la loro richiesta è ancora delimitata).

                                                                           15
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                                                              16
______________________________________________________
     L’integrazione socio-sanitaria è volta a soddisfare le esigenze di tutela della
    salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d’inserimento
                    sociale e miglioramento delle condizioni di vita.

                                           Integrazione istituzionale
                                 Strumenti: accordo di programma, Piani di
                                 Attività Territoriali, Piani di Zona
                                 Contenuti: Responsabilità istituzionali
                                 Finanziamento, Programmazione


      Integrazione gestionale                                                Integrazione professionale
Strumenti: deleghe, associazioni,                                    Strumenti: Valutazione
accesso unitario                                                     multidimensionale del bisogno,
Contenuti: Modalità gestionali,                Integrazione          Cartella unitaria, Lavoro per progetti
Ambito gestionale (distretto), Aree           sociosanitaria         Contenuti: Gruppi multiprofessionali
di bisogno, Livelli ass.li, Prestazioni                              Professioni sociosanitarie


  Gli interventi sono assicurati dall’erogazione integrata delle prestazioni sanitarie e
     sociali necessarie a garantire una risposta unitaria e globale ai bisogni di salute.
                                                                                                          17
______________________________________________________
     La multifattorialità del disagio richiede assunzione di un
      nuovo paradigma: una nuova cultura della salute
e nuove metodologie di intervento per ricollocare in un processo
    unitario apporti sanitari, psicologici, socio-ass.li, educativi.


                                             da “integro”, cioè
                                        completo degli elementi
  Integrazione                              relativi alla propria
                                         interezza e funzionalità


           Integrazione interprofessionale:
 processo di perfezionamento della qualità organizzativa e prof.le.
       in cui i diversi tipi di professionisti sanno interagire,
                      con coerenza e unitarietà,
           rinegoziando i rispettivi ambiti di competenza.
                                                                       18
___________________________________________________________




                                               Adozione di strumenti
                                             e metodi di lavoro condivisi

                          Elaborazione di strumenti e metodi di lavoro
                               condivisi (sistema informativo…)
                          Definizione di protocolli, accordi
                      interistituzionali(percorsi, linee guida,…)
        Consapevolezza della comune mission organizzativa
            (progettualità comuni, ruoli di coordinamento…)
Consapevolezza della necessità di una presa in carico
        e valutazione multidimensionale


                                 Fonte: M. Minelli, 2010
                                                                            19
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                                Premessa:
       una ridotta collaborazione interprofessionale determina
               “… peggiori esiti e minore efficienza…”.


    Analisi di 328 Eventi Avversi o near miss in reparti chirurgici




                                                                      Williams, 2007
     Cause                                                %
     Errori di comunicazione                            20,4
     Responsabilità non chiare                          26,5


    Analisi di 1985 casi di morte tra 20 settimane gestazionale ed 1
    anno di vita, UK 1995-1999




                                                                            Rode, 2001
     Cause                                                %
     Errori gravi di comunicazione                      13-19

                            Fonte: F. Focarile, 2010                                     20
___________________________________________________________

Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti?

   1. Strumento utilizzato: Relational coordination scale
         (esplora aree della comunicazione e della relazione).

       Miglior coordinamento relazionale migliora gli esiti
 (variazioni per 1 punto di incremento della scala. Pz ortopedici)




                                                                         Gittel, 2000
                                Esito                   % variazione
      Riduce                  Durata della degenza             - 53,7
      Riduce                  Dolore postoperatorio            -10,9
      Migliora                Funzionalità postoperatoria        +7,7



                      Fonte: F. Focarile, 2010
                                                                        21
___________________________________________________________

    Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti?

           2. Strumento utilizzato: Team functioning scale
(esplora: clima sociale, relazioni interprof.li, pratiche manageriali, leadership)

               Associazione positiva in:




                                                                              Strasser, 2005
       •        Organizzazione di gruppo
       •        Orientamento ai compiti assegnati
       •        Efficacia manageriale
       •        Utilità delle informazioni trasmesse
              Con esiti (pazienti con ictus):
               Migliore punteggio di funzionalità motoria
               Minore durata della degenza

                                                                                               22
                              Fonte: F. Focarile, 2010
___________________________________________________________

    Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti?

          3. Strumento: Nurse-Physician Collaboration Scale
                          (collaborazione Infermiere-Medico)
Esplora: Partecipazione a proc. decisionali, Condivisione info, Collaborazione


    Cominciano a definirsi misure validate su:
  • miglior passaggio delle informazioni (conseguente riduzione
   del disagio del personale soprattutto infermieristico);

  • conoscenze aggiornate di ogni caso clinico (conseguente




                                                                           Ushiro, 2009
   aumento qualità dell’assistenza verso il pz e suoi familiari);

  • maggior soddisfazione del gruppo di lavoro;

                            Fonte: F. Focarile, 2010                                      23
Migliorare l’integrazione interprofessionale:
                       strumenti e metodi
     ___________________________________________________________

                     Crew Resources Management
 Obv: migliorare lavoro in team, comunicare meglio con altri membri, gestire
                                   i conflitti…


                   Prevede 5 fasi del processo assertivo:
1. Puntare l’attenzione (rivolgersi all’operatore chiamandolo per nome),
2. Esprimere il problema (dichiarare la propria analisi della situazione e
                         le eventuali emozioni),
3. Descrivere il problema (fornire elementi oggettivi),
4.   Proporre la soluzione (dichiarare proposte per soluzioni alternative),
5. Ottenere l’assenso (rivolgersi chiaramente a chi deve decidere).


                              Fonte: F. Focarile, 2010
                                                                          24
Migliorare l’integrazione interprofessionale:
                    strumenti e metodi
___________________________________________________________

                    Simulation training
   Obv: annullare gap tra pratica clinica e insegnamento teorico ,
                migliorare capacità di lavoro in équipe

                       Metodologia:
  simulazione di situazioni reali con ausilio di audiovisivi,
     software, manichini… per sviluppare la sicurezza
   nell'esecuzione di tecniche e procedure assistenziali.

    utilizzare attori per simulare conflitti e migliorare la
capacità di gestione di gruppi interprofessionali di operatori.



                          Fonte: F. Focarile, 2010
                                                                     25
___________________________________________________________
Presa in carico con infermiere di comunità al centro della rete socio-
assist.le territoriale: interfaccia privilegiata tra utenti e care-givers e attori
                    dell’équipe multiprofessionale di cura
        (MMG, assistenti sociali, assistenti domiciliari, volontari…)

                                        Rete socio assistenziale



                                                   Cure a Domicilio
                                                                                    Ambulatorio MMG
                           Strutture Ospedaliere                                  Nuclei di cure primarie




            Associazioni


                                                                                  Hospice


            Professionisti
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                                                                      Residenze         Comune
                                    Ambulatori


                                            Infermiere di comunità
                                                                                                            26
Collaborazione interprofessionale: best practices
    ___________________________________________________________

                Family Health Teams (FTH) Ontario, Canada




           MMG, infermieri, ass. sociali, dietisti, farmacisti e manager
               lavorano insieme per la salute della comunità.

                         Risultati della ricerca canadese:
                    (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2954101/)
            benefici dell’approccio interprofessionale ai processi di
                          Community care in termini di:

 riconoscimento reciproci ruoli/competenze,
 condivisione OBV,
 necessità di usare strumenti di supporto al lavoro interprofessionale (di tipo
 informatico, comunicativo, procedurale),
 esigenza di una leadership riconosciuta
                                                          Fonte: J. Goldman, 2010
                                                                                27
Collaborazione interprofessionale: best practices
    ___________________________________________________________

                               RAI-MDS
             (Resident Assessment Instrument-Minimum Data Set),
    strumento che consente Valutazione Multidimensionale (VMD)
                dell’anziano fragile ospite in residenza.

   E’ uno strumento di valutazione globale,
   E’ basato sulla valutazione dello stato funzionale,
   E’ finalizzato alla formulazione di un piano di assistenza,
   E’ strutturato secondo la filosofia del “problem solving”.
           Studio USA su anziani in “nursing home” =
     RAI-MDS migliora staff di pianificazione dell’assistenza:
   partecipa da 2 a 5 volte in più alla pianificazione dell’assistenza
   personale inf.co partecipa incontri di pianificazione dell’assistenza
    nel 27% delle strutture (Fonte: V. Mor et al. JAGS 1997) .

                                                                            28
Collaborazione interprofessionale: best practices
___________________________________________________________

                                  V.A.O.R.
                             tr. It. del RAI-MDS
                 (Valutazione Anziano Ospite Residenza)
 Studio italiano rileva opinioni di operatori di staff multi-professionali sugli
 effetti del VAOR applicato all’Assistenza Domiciliare Integrata, rispetto ai
                             precedenti strumenti
             Effetti dell’implementazione del VAOR - ADI




     (Fonte: Bernabei R, Landi F. Journal Gerontology MS, special issue,March 2008)


                                                                                      29
Conclusioni
     ___________________________________________________________
            L’integrazione prof.le è sempre “efficace e funzionale”?




              ?                                                 ?
              La relazione tra i membri del gruppo deve basarsi su:
   interdipendenza (consapevolezza dei membri di dipendere gli uni dagli altri,
    in una sorta di unità nella differenza),
   integrazione (equilibrio tra somiglianze e differenze, bisogni individuali e
    bisogni del gruppo, esigenze interne e richieste esterne)
   omogeneità (persone che hanno un obiettivo comune o persone con lo stesso
    ruolo organizzativo o lo stesso background professionale).

                                Rischio:
            gruppi disomogenei uniti solo da illusione gruppale
                                                                                   30

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Le professioni sociali e sanitarie nelle loro differenze di ruolo. Nuovi modelli e strumenti di integrazione professionale

  • 1. The Espanet Conference “Innovare il welfare. Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa” Milano, 29 Settembre - 1 Ottobre 2011 Luciana Ridolfi Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione Università degli Studi di Urbino, “Carlo Bo” luciana_ridolfi@hotmail.com
  • 2. ___________________________________________________________ Tutti gli attori del sistema-salute (medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, direttori di distretto, organizzazioni pubblico-private e non-profit, cittadini, pazienti…) sono chiamati a costruire reti di relazioni per scambiarsi idee e risorse per dar e impulso ad una community health governance: superamento della settorialità e autoreferenzialità di interessi corporativi e di mercato e creazione della coordinazione (negoziata e condivisa) del sistema socio-sanitario, con ruolo di protagonista attribuito alla comunità locale. I professionisti del sistema-salute sono chiamati a ripensare e ri-negoziare i rispettivi ambiti di competenza… 2
  • 3. ___________________________________________________________ Verificare se l’aumento diversi profili prof.li, oltre a ovvi fattori positivi, comporta anche rischi di coordinamento tra figure professionali con conseguente - conflittualità interprofessionale, - mancata integrazione organizzativa - ricadute negative su continuità delle cure. 3
  • 4. ___________________________________________________________ Combinazione di approcci metodologici qualitativi:  revisione letteratura per approfondimento su concetti di professione, professionalizzazione e managerialismo;  indagine su professioni sociali e sanitarie emergenti;  revisione su definizioni, strumenti e misure di valutazione dell’integrazione prof.le e continuità assistenziale;  riflessione sociologica su opportunità di utilizzo di nuovi strumenti e modelli di integrazione prof.le. 4
  • 5. ______________________________________________________________ Professionisti: nodi vitali della struttura organizzativa. Ieri = lavoro tayloristico: scissione tra management e produzione (due mondi separati, ciascuno con logiche e linguaggi diversi). Oggi = organizzazioni orizzontali: conoscenza, controllo, management , potere allocati in modo diffuso in tutta azienda. Compito delle professioni: non più produzione conoscenze scientifiche e tecniche fine a sé stessa, ma loro applicazione ai problemi umani. Professionista delle organizzazioni sanitarie e sociali: knowledge worker, contribuisce a sviluppo e integrazione di conoscenze rilevanti per processi organizzativi aziendali. 5
  • 6. ___________________________________________________________ Principi teorici: enfatizza lavoro professionale come servizio pubblico, dotato di codici etici come meccanismi di autoregolazione e sul valore della conoscenza. Professioni = forme di “vocazione laica” basate su competenze certificate e da apprendistato intellettuale (es. prof.ne medica: il prof.sta non è mosso solo da calcolo razionale volto a massimizzare vantaggi individuali ma da orientamento a interesse generale) Principali teorici: Durkheim, Carr Saunders e Wilson (The Professions 1933), Goode (1960), Parsons (1968). 6
  • 7. ___________________________________________________________ W. Tousijn Professionalizzazione = processo mediante il quale le singole occupazioni si trasformano in professioni, ossia acquisiscono gli attributi speciali del professionalismo (Professionalismo per attributi come continuum: da occupazione a professione attraverso attribuiti specifici.) E. Greenwood (1957), Approccio per attributi, H. Wilensky (1964), 5 fasi del processo di profess.ne : occupazione a tempo pieno, creazione di scuole di formaz. specialistica, nascita di associaz. prof.li, tutela dello Stato verso la prof.ne, codice deontologico. A. Abbott, si oppone: “status” di professione risente di fattori critici, culturali, economici, politici e tecnologici che determinano estrema mutabilità delle professioni. 7
  • 8. ___________________________________________________________ Anni ‘70, cambiamento epistemologico: nuova corrente interpretativa (Neo-weberiani). Professioni come gruppi sociali organizzati dotati di competenza esclusiva di un mercato, controllo su altre occupazioni, potere di definire i bisogni del consumatore e modo di provvedervi. T. Johnson (Professions and Power 1972), professioni = strumenti di controllo della relazione fra professionista e cliente distinguendo 3 modalità: controllo collegiale, patronato, mediazione. 8
  • 9. ___________________________________________________________ Anni ’90 managerialismo, sistema di gestione delle strutture pubbliche con moduli privatistici, secondo il cd new management. New management settore sanitario = trasformazione delle organizzazioni sanitarie in Aziende. Managerialismo incide su autonomia di categorie (medici in primis): riassegna compiti in base a logiche di efficienza. Professionalismo vs. managerialismo = soft bureaucracy, strategie di controllo sull’operato dei professionisti. Rapporto tra manager e profess.sti clinici = autonomia medico si riduce con strumenti Clinical Governance, Managed Care. Capacity building = strategia di sviluppo partecipativo, clima di dialogo e partecipazione del personale. 9
  • 10. ___________________________________________________________ Doppia chiusura = strategia utilizzata da professioni per conquista spazio d’azione: usurpazione verso l’alto e esclusione verso il basso. Dominanza medica (E. Freidson): due elementi costitutivi: autonomia professionale e posizione dominante nei confronti delle altre occupazioni sanitarie. (3° elem. = potere esercitato sui pz?). 4 forme di dominanza medica: funzionale, gerarchica , scientifica, istituzionale Nuovi obiettivi perseguimento della salute: far confluire saperi e competenze detenute da professionisti diversi. Ciò favorisce processi di professionalizzazione di professioni sanitarie non mediche (nuove professioni sanitarie emergenti...) 10
  • 11. ___________________________________________________________ Orizzontalizzazione delle organizzazioni sanitarie gerarchie del sistema perdono rilievo per la nascita di équipe socio-assistenziali integrate e multi-professionali in cui avviene incontro interdisciplinare di conoscenze specializzate e complementari. Con espansione del mercato sanitario = legittimazione di altre professioni sanitarie. (Delega di compiti prima assolti da medici). Nascita di figure tecnico-sanitarie (logopedisti, audioprotesisti, tecnici di radiologia, tecnici laboratorio, fisioterapisti), a seguito di sviluppo tecnologico e diffusione nuove apparecchiature. 11
  • 12. ___________________________________________________________ Proliferazione di queste occupazioni/professioni parte dagli anni ’50 e raggiunge l’apice (con elevato ritardo rispetto ad altri paesi) con approvazione dei profili professionali che sostituiscono il “mansionario” (D.P.R. n° 225 /74).  Nel ventennio 1974-1994, si assiste a rapida successione di provvedimenti normativi che adeguano il percorso di professionalizzazione delle attività sanitarie non-mediche ai rapidi mutamenti della realtà sanitari.  D.M. n° 739 /94: approvazione 22 profili prof.li nei settori inferm.co, tecnico-sanitario e della riabilitazione in risposta a necessità di conoscenze specializzate per migliorare interventi assistenziali. Nuova situazione organizzativa (più flessibilità nell’interpretazione di ruoli/funzioni di ciascuna figura con modalità di lavoro per processi e obiettivi).  Legge 42/99: abroga il mansionario e avvia revisione-rettifica dei codici deontologici. 12
  • 13. ________________________________________________________  Legge 251/2000 disciplina i settori profli sottolineando autonomia e specificità prof.le per potenziare/sviluppare servizi di promozione, prevenzione, cura e assistenza al pz; percorsi formativi per le nuove professioni riqualificandoli con introduzione di corsi di laurea e master post-laurea.  Ancora legge n. 43/2006 perfeziona tali aspetti del processo di riforma delle professioni sanitarie: la norma ratifica le prof.ni infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione alla cerchia delle “professioni intellettuali”.  Legge 328/2000 (legge quadro di riforma del welfare locale) concerne anche percorso di riordino delle professioni sociali. 13
  • 14. ________________________________________________________ Schema Sinottico delle Prof. Sanitarie non mediche secondo la L. 251/00 e D.M. 29/3/01 Scienze Scienze delle Prof. Sanitarie Scienze delle Prof. Sanitarie Scienze delle Prof. Sanitarie infermieristiche della Riabilitazione Tecniche della Prevenzione ed ostetriche 1. Infermiere 1. Podologo 1. Tecnico Audiometrista 1.Tecnico della prev. dell’amb. e nei luoghi di lavoro 2. Ostetrico/a 2. Fisioterapista 2. Tecnico di Lab. Biom. 2. Assistente Sanitario 3. Infer. Pediatrico 3. Logopedista 3. Tecnico di Radiol. Med. 4. Ortottista 4. Tecnico di Neurofisiop. 5. Terapista della Neuro e 5. Tecnico ortopedico Psicom. dell’età evolut. 6. Tecnico della Riabilit. 6. Tecnico Psichiatrica audioprotesista 7. Terapista 7. Tecnico della Occupazionale fisiopatol. cardiocirc. e perfusione cardiovasc. 8. Educatore Profess.le 8. Igienista dentale 9. Dietista 4 aree 22 professioni con profilo 14
  • 15. ___________________________________________________________ Individuare le professioni sociali ? Da un lato, abbiamo figure stabili all’interno delle istituzioni pubbliche e private (psicologo, sociologo, animatore, ass. di base, ass. sociale, educatore prof.le, operatore socio-sanitario). Dall’altro, abbiamo figure professionali emergenti, con intervento più esteso socialmente (non solo “vita degli assistiti e il loro recupero”, ma anche azioni verso il contesto sociale, produttivo e formativo). Sono: mediatore interculturale, operatore di comunità, criminologo clinico, manager servizi sociali, manager reti di servizi sociali, mediatore di lavoro per categorie svantaggiate, esperto di form.psico-sociale) Figure professionali “circoscritte” (non esistono percorsi di studio omogenei , la loro richiesta è ancora delimitata). 15
  • 17. ______________________________________________________ L’integrazione socio-sanitaria è volta a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d’inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita. Integrazione istituzionale Strumenti: accordo di programma, Piani di Attività Territoriali, Piani di Zona Contenuti: Responsabilità istituzionali Finanziamento, Programmazione Integrazione gestionale Integrazione professionale Strumenti: deleghe, associazioni, Strumenti: Valutazione accesso unitario multidimensionale del bisogno, Contenuti: Modalità gestionali, Integrazione Cartella unitaria, Lavoro per progetti Ambito gestionale (distretto), Aree sociosanitaria Contenuti: Gruppi multiprofessionali di bisogno, Livelli ass.li, Prestazioni Professioni sociosanitarie Gli interventi sono assicurati dall’erogazione integrata delle prestazioni sanitarie e sociali necessarie a garantire una risposta unitaria e globale ai bisogni di salute. 17
  • 18. ______________________________________________________ La multifattorialità del disagio richiede assunzione di un nuovo paradigma: una nuova cultura della salute e nuove metodologie di intervento per ricollocare in un processo unitario apporti sanitari, psicologici, socio-ass.li, educativi. da “integro”, cioè completo degli elementi Integrazione relativi alla propria interezza e funzionalità Integrazione interprofessionale: processo di perfezionamento della qualità organizzativa e prof.le. in cui i diversi tipi di professionisti sanno interagire, con coerenza e unitarietà, rinegoziando i rispettivi ambiti di competenza. 18
  • 19. ___________________________________________________________ Adozione di strumenti e metodi di lavoro condivisi Elaborazione di strumenti e metodi di lavoro condivisi (sistema informativo…) Definizione di protocolli, accordi interistituzionali(percorsi, linee guida,…) Consapevolezza della comune mission organizzativa (progettualità comuni, ruoli di coordinamento…) Consapevolezza della necessità di una presa in carico e valutazione multidimensionale Fonte: M. Minelli, 2010 19
  • 20. ___________________________________________________________ Premessa: una ridotta collaborazione interprofessionale determina “… peggiori esiti e minore efficienza…”. Analisi di 328 Eventi Avversi o near miss in reparti chirurgici Williams, 2007 Cause % Errori di comunicazione 20,4 Responsabilità non chiare 26,5 Analisi di 1985 casi di morte tra 20 settimane gestazionale ed 1 anno di vita, UK 1995-1999 Rode, 2001 Cause % Errori gravi di comunicazione 13-19 Fonte: F. Focarile, 2010 20
  • 21. ___________________________________________________________ Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti? 1. Strumento utilizzato: Relational coordination scale (esplora aree della comunicazione e della relazione). Miglior coordinamento relazionale migliora gli esiti (variazioni per 1 punto di incremento della scala. Pz ortopedici) Gittel, 2000 Esito % variazione Riduce Durata della degenza - 53,7 Riduce Dolore postoperatorio -10,9 Migliora Funzionalità postoperatoria +7,7 Fonte: F. Focarile, 2010 21
  • 22. ___________________________________________________________ Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti? 2. Strumento utilizzato: Team functioning scale (esplora: clima sociale, relazioni interprof.li, pratiche manageriali, leadership) Associazione positiva in: Strasser, 2005 • Organizzazione di gruppo • Orientamento ai compiti assegnati • Efficacia manageriale • Utilità delle informazioni trasmesse Con esiti (pazienti con ictus):  Migliore punteggio di funzionalità motoria  Minore durata della degenza 22 Fonte: F. Focarile, 2010
  • 23. ___________________________________________________________ Obv: Efficace collaborazione interprofessionale migliora esiti? 3. Strumento: Nurse-Physician Collaboration Scale (collaborazione Infermiere-Medico) Esplora: Partecipazione a proc. decisionali, Condivisione info, Collaborazione Cominciano a definirsi misure validate su: • miglior passaggio delle informazioni (conseguente riduzione del disagio del personale soprattutto infermieristico); • conoscenze aggiornate di ogni caso clinico (conseguente Ushiro, 2009 aumento qualità dell’assistenza verso il pz e suoi familiari); • maggior soddisfazione del gruppo di lavoro; Fonte: F. Focarile, 2010 23
  • 24. Migliorare l’integrazione interprofessionale: strumenti e metodi ___________________________________________________________ Crew Resources Management Obv: migliorare lavoro in team, comunicare meglio con altri membri, gestire i conflitti… Prevede 5 fasi del processo assertivo: 1. Puntare l’attenzione (rivolgersi all’operatore chiamandolo per nome), 2. Esprimere il problema (dichiarare la propria analisi della situazione e le eventuali emozioni), 3. Descrivere il problema (fornire elementi oggettivi), 4. Proporre la soluzione (dichiarare proposte per soluzioni alternative), 5. Ottenere l’assenso (rivolgersi chiaramente a chi deve decidere). Fonte: F. Focarile, 2010 24
  • 25. Migliorare l’integrazione interprofessionale: strumenti e metodi ___________________________________________________________ Simulation training Obv: annullare gap tra pratica clinica e insegnamento teorico , migliorare capacità di lavoro in équipe Metodologia:  simulazione di situazioni reali con ausilio di audiovisivi, software, manichini… per sviluppare la sicurezza nell'esecuzione di tecniche e procedure assistenziali.  utilizzare attori per simulare conflitti e migliorare la capacità di gestione di gruppi interprofessionali di operatori. Fonte: F. Focarile, 2010 25
  • 26. ___________________________________________________________ Presa in carico con infermiere di comunità al centro della rete socio- assist.le territoriale: interfaccia privilegiata tra utenti e care-givers e attori dell’équipe multiprofessionale di cura (MMG, assistenti sociali, assistenti domiciliari, volontari…) Rete socio assistenziale Cure a Domicilio Ambulatorio MMG Strutture Ospedaliere Nuclei di cure primarie Associazioni Hospice Professionisti Terzo settore Residenze Comune Ambulatori Infermiere di comunità 26
  • 27. Collaborazione interprofessionale: best practices ___________________________________________________________ Family Health Teams (FTH) Ontario, Canada MMG, infermieri, ass. sociali, dietisti, farmacisti e manager lavorano insieme per la salute della comunità. Risultati della ricerca canadese: (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2954101/) benefici dell’approccio interprofessionale ai processi di Community care in termini di:  riconoscimento reciproci ruoli/competenze,  condivisione OBV,  necessità di usare strumenti di supporto al lavoro interprofessionale (di tipo informatico, comunicativo, procedurale),  esigenza di una leadership riconosciuta Fonte: J. Goldman, 2010 27
  • 28. Collaborazione interprofessionale: best practices ___________________________________________________________ RAI-MDS (Resident Assessment Instrument-Minimum Data Set), strumento che consente Valutazione Multidimensionale (VMD) dell’anziano fragile ospite in residenza.  E’ uno strumento di valutazione globale,  E’ basato sulla valutazione dello stato funzionale,  E’ finalizzato alla formulazione di un piano di assistenza,  E’ strutturato secondo la filosofia del “problem solving”. Studio USA su anziani in “nursing home” = RAI-MDS migliora staff di pianificazione dell’assistenza:  partecipa da 2 a 5 volte in più alla pianificazione dell’assistenza  personale inf.co partecipa incontri di pianificazione dell’assistenza nel 27% delle strutture (Fonte: V. Mor et al. JAGS 1997) . 28
  • 29. Collaborazione interprofessionale: best practices ___________________________________________________________ V.A.O.R. tr. It. del RAI-MDS (Valutazione Anziano Ospite Residenza) Studio italiano rileva opinioni di operatori di staff multi-professionali sugli effetti del VAOR applicato all’Assistenza Domiciliare Integrata, rispetto ai precedenti strumenti Effetti dell’implementazione del VAOR - ADI (Fonte: Bernabei R, Landi F. Journal Gerontology MS, special issue,March 2008) 29
  • 30. Conclusioni ___________________________________________________________ L’integrazione prof.le è sempre “efficace e funzionale”? ? ? La relazione tra i membri del gruppo deve basarsi su:  interdipendenza (consapevolezza dei membri di dipendere gli uni dagli altri, in una sorta di unità nella differenza),  integrazione (equilibrio tra somiglianze e differenze, bisogni individuali e bisogni del gruppo, esigenze interne e richieste esterne)  omogeneità (persone che hanno un obiettivo comune o persone con lo stesso ruolo organizzativo o lo stesso background professionale). Rischio: gruppi disomogenei uniti solo da illusione gruppale 30