IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Lauree Abilitanti
1. [Cartella Stampa]
LAUREE ABILITANTI:
LA NOSTRA SFIDA
PER IL FUTURO
Per info e approfondimenti:
Comitato Organizzatore
Julian Colabello - Tel. 393.3861952
Carlo Mazzei - Tel. 320.9189862
Lorenza Falcone - Tel. 339.3799823
Davide Sardo – Tel. 329.0065233
Comunicazione - Media Relations:
Stefano Bellu - Tel. 320.0130071
Con la collaborazione di
Sara De Marco - sara.demarco@uniroma1.it
2. Dopo quasi due anni di battaglie le richieste di “Studenti Democratici” cominciano ad essere
ascoltate. La possibilità di svolgere il praticantato abilitativo già durante gli studi universitari è stata
ipotizzata dal Rettore Frati nelle sue recenti dichiarazioni. Compito di “Studenti Democratici” è far
si che quella che ieri era una nostra battaglia ed oggi è un’ipotesi, domani divenga realtà. Per questo
abbiamo invitato il Magnifico Rettore Prof. Frati, il Preside di Giurisprudenza Prof. Caravale, il
Segretario Generale dell’ANF Avv. Perifano a discuterne con la nostra candidata al CNSU Elisa
Ljiljanic. La nostra è una richiesta di impegno concreto da parte delle istituzioni affinché il progetto
venga attuato, rendendone pubbliche le caratteristiche e i tempi di attuazione.
Ad ogni modo continueremo questa battaglia, ieri come oggi, nel CNSU come in tutti gli organi di
rappresentanza studentesca, perché siamo convinti che una vera formazione pubblica e di qualità
debba iniziare all'interno delle Università, auspicando un sistema che formi professionisti di livello
europeo.
Prof. Luigi Frati - Magnifico Rettore dell’Università de “La Sapienza”
Prof. Mario Caravale - Preside della Facoltà di Giurisprudenza de “La Sapienza”
Avv. Ester Perifano - Segretario Generale ANF(Associazione Nazionale Forense)
Elisa Ljiljanic – Candidata al CNSU
3. Via La Spezia, 79
00182 Roma
Tel. 320.9189862
Comunicato stampa
Contatti: Julian Colabello RILASCIO IMMEDIATO DEL
Telefono: 393.3861952 COMUNICATO
Contatti: Carlo Mazzei 02 Maggio 2010
Telefono: 320.9189862
Contatti: Stefano Bellu
Telefono: 320.0130071
Contatti: Sara De Marco
Telefono: 328.2765560 - 329.8007130
sara.demarco@uniroma1.it
LAUREE ABILITANTI:
LA NOSTRA SFIDA PER IL FUTURO
ROMA, 02 MAGGIO 2010: “Dobbiamo immaginare un’Università più
vicina al mondo del lavoro”, dichiara Elisa Ljiljanic, candidata al CNSU
nelle liste dell’UDU per gli Studenti Democratici. “Dopo quasi due anni di
battaglie le richieste degli Studenti Democratici cominciano ad essere
ascoltate. La possibilità di svolgere il praticantato già durante gli studi
universitari è stata ipotizzata dal Rettore de “La Sapienza” Frati nelle sue
recenti affermazioni. Compito di Studenti Democratici è far si che quella che
ieri era una nostra battaglia ed oggi è un’ipotesi, domani divenga realtà. Per
questo – conclude la candidata - abbiamo invitato il Rettore, il Preside Prof.
Caravale e il Segretario Generale dell’ANF Avv. Perifano a discuterne
pubblicamente con noi martedì 4 Maggio alle 10, presso la Facoltà di
Giurisprudenza de “La Sapienza”.
4. Lauree Abilitanti: la nostra sfida per il futuro
Una nuova generazione in Italia esiste. Sarà per questo che essa è da considerarsi demagogica e provocatoria.
E’, nelle corde dell’analisi dei maggiorenti di questo paese, caratterizzata dall’incapacità di elaborare
proposte e da una spiccata critica ad ogni proposta di riforma del sistema. Essa è inerme o nel migliore dei
casi negativa. Saranno spunti, ma la discussione inerente alla Riforma Forense sembra suggerire molte delle
deformazioni che oggi attraversano la nostra nazione e che impediscono un reale dialogo intergenerazionale.
La critica sull’attuale progetto di riforma forense è ormai nota, a tal punto dall’aver influenzato anche la
discussione parlamentare. Come sono note le reazioni dei fautori della riforma, governo in testa, che hanno
candidamente ammesso che “non hanno nessuna intenzione di emendare il testo”.
La critica alla riforma partì ormai più di un anno fa dalle università e dai tribunali, dagli studenti e praticanti,
in modo addirittura trasversale in alcuni casi. Nessuno pretende che questo, come non accade, sia
riconosciuto e valorizzato. Sta alle nuove generazioni imporsi, e il percorso è lungo e difficoltoso, anche se
non privo di successi.
Quello su cui è utile ragionare è invece il livello di proposta. Quando, ormai più di un anno fa, vi fu il primo
confronto pubblico tra le istituzioni universitarie e dell’avvocatura e i giovani professionisti, studenti e
praticanti, l’argomento su cui più difficilmente i fautori della riforma forense argomentarono furono i tempi
di accesso alla professione. Già allora molti studenti e praticanti invitarono le Istituzioni a prendere in esame
la possibilità di effettuare almeno un anno di pratica durante il percorso universitario, prevedendo un corso di
studi professionalizzante, caratterizzato da uno studio maggiormente applicativo del diritto. Quella proposta
fu accolta e ulteriormente discussa ed elaborata dagli studenti e giovani Democratici, attraverso la rete e gli
incontri, prendendo la forma di un disegno di legge.
Cominciò quindi a divenire noto che una sperimentazione simile era già in atto nelle Facoltà di Economia in
relazione al percorso di abilitazione alla professione di Commercialista. Si è quindi cominciato a parlare di
“Lauree Abilitanti”, ovvero lauree che consentono di svolgere una parte del tirocinio professionale già
durante l’università. L’ultimo atto è stato quello del Rettore dell’Università de “La Sapienza”, Luigi Frati,
poco tempo fa durante un Consiglio di Facoltà a Giurisprudenza, in cui ha annunciato che alla Sapienza il
progetto delle Lauree Abilitanti era in cantiere anche per ciò che riguardava l’Avvocatura.
Anche qui, l’iniziativa della “base” si è a suo modo diffusa verso i vertici, anche senza che questo fosse
esplicito. Chi parla, dai politici agli esponenti delle istituzioni, di una mancanza di proposta dalle nuove
generazioni, chi lamenta un mancato contatto con le realtà generazionali, dovrebbe forse chiedersi se si pone
in ascolto di esse per depredarle o per valorizzarle. Alternativa forte, ma che sembra confermata dall’attuale
realtà in cui praticanti e giovani professionisti sono sub-precari e parasubordinati, tenuti a rimborso spese e
vaghe promesse. Dalla prospettiva di giovane praticante, mi verrebbe da dire, “Loro vogliono che ci
chiudiamo? E noi apriamo!”. Apriamo nuovamente alla discussione, al confronto, elaboriamo la protesta,
affermiamola come proposta. Da qui nasce l’incontro organizzato dagli studenti democratici per martedì
prossimo, 4 Maggio, ore 10 alla Sapienza – aula Calasso, Giurisprudenza, sulle lauree abilitanti. Sono stati
invitati il Rettore de “La Sapienza” Luigi Frati, il Preside della facoltà Mario Caravale, il Segretario
Generale dell’ANF, Ester Perifano e la studentessa candidata al CNSU per la lista “UDU” Elisa Lijlijanic.
L’obbiettivo è quello di rendere pubblici da parte delle istituzioni universitarie, come ancora non è accaduto,
i tempi di attuazione e le caratteristiche del progetto. Ciò al fine di confrontarli con le proposte dei giovani
praticanti e studenti. La volontà è quella di portare sul piano attuativo quella che non è una semplice ipotesi
ma una reale possibilità e speranza di migliorare il sistema.
Quella che poi dovrebbe essere una riforma. L’invito è esteso a tutti gli interessati.
Julian Gareth Colabello – 02-05-2010 - Mondoprofessionisti
5. Il varo di questa riforma è considerato di buon auspicio per l’altra riforma, quella dell’ordinamento
forense, che entrata nel vivo sta subendo gravissimi attacchi. “Ad un certo punto, la parola
liberalizzazione è stata applicata anche alle professioni e si è cominciato a parlare della necessità di
eliminare i supposti ostacoli al loro libero svolgimento. Ricordo che l’Autorità Antitrust ha
cominciato a parlare dell’esame di stato come un ostacolo da rimuovere, ma senza evidentemente
riflettere sulla circostanza che esso ha un chiaro ancoraggio costituzionale nell’articolo 33. Secondo
l’Antitrust, non avremmo diritto di autoregolarci e di esercitare il controllo deontologico interno”.
Eppure l’avvocatura svolge un servizio, partecipa al funzionamento della giurisdizione. La riforma
della professione, ora in aula al senato, “non è corporativa. Punta a imporre sacrifici ai legali, come
l’obbligo di assicurazioni obbligatoria, l’obbligo di formazione continua; punta a garantire una
maggiore qualità della prestazione tramite regole di accesso più stringenti, tariffe minime vincolanti
che svolgono anche una funzione di evitare sperequazioni tra clienti potenti e comuni cittadini, un
controllo deontologico più stringente”.
La riunione di ieri con il ministro della giustizia Alfano lascia intravedere speranze visto che i
principi nei quali la riforma delle professioni sarà inquadrata coincidono con quelli della riforma
forense. “Il nostro compito istituzionale è anche quello di difendere il progetto perché si sta facendo
delle parole modernità e concorrenza un uso ideologico”. Alpa ha chiuso il suo intervento con due
inviti all’avvocatura: impegnarsi anche per difendere l’università e rimanere fedeli all’etica
dell’avvocato, pur nella crisi economica e negli attacchi subiti, per superare le difficoltà del
momento.
15. Professioni
Riforma professioni
Benedetta P.Pacelli, Italia Oggi 20/5/2010 pag. 19
La riforma si sdoppia
Si apre un nuovo capitolo per la riforma delle professioni. Che dice addio al sistema duale
e alle sezioni B dei laureati triennali. Il testo base di partenza della riforma, depositato
martedì scorso nelle commissioni riunite giustizia e attività produttive, riparte, infatti,
proprio da questi due passaggi: riformare le professioni regolamentate da una lato, e le
associazioni dall'altro, e poi sancire il definitivo azzeramento delle sezioni dei laureati
triennali, quelle create con il dpr 328/01, che non hanno mai goduto di grande appeal. In
sostanza il nodo del sistema duale, causa nel passato del fallimento di molti tentativi di
riforma, sembra essere sciolto. Le intenzioni del parlamento, secondo quanto ha
annunciato il relatore al provvedimento Mariagrazia Siliquini (Pdl) sono quelle di separare
il lavoro delle commissioni, portando in discussione il testo sulle professioni ordinistiche in
commissione giustizia, e proseguendo con la riforma delle non regolamentate in
commissione attività produttive, riconoscendo loro il diritto di avere una legge che li
inquadri ma su principi diversi. Un percorso che, secondo la Siliquini, non dovrebbe
trovare ostacoli neppure nel governo e che anzi è in linea con le intenzioni del ministro
della giustizia Angelino Alfano. E proprio sull'incontro avuto con il guardasigilli lo scorso 15
aprile si è soffermato anche Siciliotti: «Ora il compito delle professioni ordinistiche è quello
di individuare con chiarezza e coraggio i temi prioritari di discussione attorno ai quali
costruire una vera riforma, non qualcosa che possa sembrare una controriforma». Le
priorità? L'introduzione di un modello societario ad hoc per i professionisti e una maggiore
trasparenza nei procedimenti disciplinari nei confronti degli iscritti che sbagliano.
Consiglio Nazionale Forense
- via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 -
20. ***
Avvocati
Riforma professione forense
Pietro Ichino (Pd), Italia Oggi (Avvocati Oggi) 26/4/2010 pag. 1
Ecco l'Ordine che vorrei per gli avvocati (estratto intervento in aula del 15/4)
Veniamo al problema di cancellare l'immagine del professionista rapace, del rapporto
professionale come trappola economica pericolosa per il cittadino. Oggi il cittadino che si
rivolge all'avvocato entra in un sistema di rapporti economico-professionali che per lui è
pericoloso. In caso di contrasto di interessi o di controversia su quanto sia dovuto
all'avvocato come compenso per la sua opera, a giudicare di quel conflitto sono, attraverso
l'Ordine, gli avvocati stessi, cioè una delle parti in causa. Questo è il dato attuale e questo
è il dato da correggere, e non da confermare come fa il ddl al nostro esame. Occorre dar
vita a un Ordine degli avvocati che sia posto non a tutela e promozione degli interessi
economici della categoria, ma dell'affidamento della collettività sulla qualità e correttezza
della prestazione forense. Questa è la sua funzione: quella che occorre mettere al primo
posto nell'articolo 1, e non al quarto posto, lettera d), dove attualmente è collocata. Se
questa è la funzione dell'ordine, ed è giusto che sia così, allora l'organo che decide
sull'eventuale conflitto tra l'avvocato e il suo cliente non può essere composto solo da
avvocati ma quantomeno pariteticamente da avvocati, magistrati e rappresentanti delle
associazioni degli utenti, dei consumatori. Questo è il minimo che come avvocati
dobbiamo chiedere all'ordinamento, e oggi al Parlamento. Perché qui sto parlando da
avvocato, prima che da senatore. Dobbiamo chiedere ed esigere questo per recuperare
prestigio, per spogliarci di quella brutta maschera di professionisti preoccupati di tutelare il
proprio interesse prima che l'interesse economico del cliente.
21. Il Sole 24 Ore 16/4/2010 pag. 8
Colpo di freno al Ddl avvocati
Primo contraccolpo del progetto di riforma delle professioni sul disegno di legge ad hoc
per l'avvocatura. Il testo aveva iniziato ieri il suo iter di discussione autonomo al Senato,
dopo il termine di presentazione degli emendamenti fissato per lo scorso mercoledì sera.
Ma le opposizioni hanno fatto quadrato chiedendo di sospendere l'esame in attesa di
conoscere le reali intenzioni dell'Esecutivo sul progetto di riordino complessivo del
comparto professionale. Con tutta probabilità martedì, il ministro della Giustizia, Angelino
Alfano, riferirà in Aula al Senato. A questo punto, la presidenza del Senato, accogliendo le
istanze di Pd e Udc, ha rinviato la scadenza della presentazione degli emendamenti sulla
riforma forense a dopo la comunicazione del Guardasigilli della prossima settimana. «Nei
nostri emendamenti– ha spiegato Anna Finocchiaro (Pd) –insisteremo moltissimo sulla
questione dei giovani professionisti. In particolare, sulle barriere che questo testo mette
anche alla pratica forense e all'equo compenso dei praticanti. Bisogna che i tirocinanti
siano pagati quando stanno in uno studio professionale a imparare il mestiere». I
professionisti non sono imprese, sottolinea Gianpiero D'Alia (Udc), «ma non ci convince
una riforma distaccata da quella europea, nè ci piaccionoi limiti per i giovani che accedono
all'avvocatura». Critiche con le opposizioni le Camere penali. «Inaccettabile lo stop chiesto
dal Pd. Forse la Finocchiaro –affermano in una nota –è rimasta l'unica a non accorgersi
della valanga di accessi indiscriminati di giovani, e meno giovani, alla professione forense
che ha devastato la qualità dell'avvocatura». Mentre per l'Ugai (Unione giovani avvocati)
sono tardive le parole della Finocchiaro perchè «il Pd sinora non ha fatto nulla per fermare
norme incostituzionali e illiberali», sull'accesso, la continuità professionale e le restrizioni
sui cassazionisti, «che rischiano di espellere migliaia di giovani dalla professione ».
22.
23.
24. G.Ventura, Italia Oggi 16/3/2010 pag. 30
Riforma, l'avvocatura rilancia
Avvocatura stretta d'assedio da politica e Antitrust. Da un lato, infatti, la categoria è sugli
scudi per i tempi lunghi del parlamento e le modifiche al testo della riforma forense
prospettate dal presidente del senato, Renato Schifani. Dall'altro, il presidente
dell'Antitrust, Antonio Catricalà, è tornato all'attacco definendo la riforma, al Forum di
Cernobbio della Confcommercio, «...talmente restrittiva che non permetterebbe a quasi
nessuno che non sia parente di avvocati di accedere a questo lavoro». Per questo, il
presidente del consiglio nazionale forense, Guido Alpa, ha usato parole dure nei confronti
della politica alla tavola rotonda conclusiva del V congresso di aggiornamento
giuridicoforense,
che in tre giornate ha visto la partecipazione di 2700 avvocati che si sono
aggiornati in ogni branca del diritto. E il presidente dell'Oua, Maurizio de Tilla, ha
duramente replicato a Catricalà. La riforma forense. «I tempi lunghi del parlamento e
le modifiche al testo della riforma forense così come approvato unitariamente
dall'avvocatura mettono a rischio l'efficacia dell'intervento riformatore per
qualificare professionalmente e deontologicamente l'avvocatura», si legge nella
nota diramata dal Cnf, «E i legali incominciano a chiedersi se la politica non
risponda a logiche diverse da quella della mediazione tra contrapposti interessi, che
dovrebbe essere un suo preciso compito». «Come mai non c'è stata alcuna levata di
scudi delle Autorità di garanzia contro le riforme delle altre professioni, come quella
notarile e dei commercialisti?», afferma Alpa. «Come mai Bankitalia correla
l'inefficienza della giustizia con il numero degli avvocati e la Banca mondiale degli
investimenti fa lo stesso?». Il timore che serpeggia tra i legali, insomma, è che il
parlamento non porti in porto la riforma della professione, che il 18 sarà in aula al senato
ma sulla quale «gli auspici, nonostante le promesse, non sembrano essere dei più
favorevoli». Alessandro Bonzo, consigliere che si è occupato della redazione del
testo di riforma, ha evidenziato come alcune delle modifiche apportate dalla
commissione giustizia del Senato abbiamo indebolito l'impianto e annacquato il
vigore. «Se la riforma non si farà, il pericolo è che si consolidi la situazione di crisi in cui
versa attualmente la categoria forense, stretta tra crisi economica e decreto Bersani, che è
tutt'ora in vigore», ha sottolineato invece il presidente dell'Oua Maurizio De Tilla. Il quale
tra l'altro ha risposto alle critiche di Catricalà. «Ci risiamo è la stessa litania di sempre,
come si può parlare di casta e di nepotismo, quando abbiamo in Italia già ora oltre 230
mila avvocati, in Francia sono solo 45 mila, e sapendo, oltretutto, che il numero è
destinato a crescere in modo esponenziale». Giuseppe Sileci, presidente dell'Aiga, ha
posto una questione relativa alla strategia da adottare nel silenzio della politica: «Andiamo
a trattare direttamente con quei poteri che ci vogliono deboli».
Gli studi di settore: Al congresso di aggiornamento forense sono stati poi resi noti i dati
dell'Agenzia delle entrate e della Sose. Dai quali emerge che nel 2007 e nel 2008, l'83%
degli avvocati sono risultati congrui agli studi di settore. Così come il 50% dei
professionisti che ha dichiarato redditi inferiori al nove mila euro. «È dunque un segno
obiettivo che la categoria professionale contribuisce correttamente rispetto ai redditi
prodotti. Eppure, il rapporto tra professionisti e fisco è un rapporto tendenzialmente
iniquo», ha sottolineato Claudio Berliri, che segue per conto del Cnf la predisposizione
degli studi dei settore.
25.
26. 30 Sabato 21 Novembre 2009
C O N F E R E N Z A O UA
Alla conferenza dell’Organismo unitario
DI BENEDETTA P. PACELLI
EGABRIELE VENTURA Riforma forense
S
ulla riforma forense il
cantiere resta aperto. E
in particolare sul tema
dell’accesso con paletti,
che rappresenta uno dei punti
irrinunciabili dell’avvocatura.
Schifani e Alfano
A mettere tutto in discussione n
niugare la meritocrazia con la nella loro caratterizzazione prova di saggezza consegnan-
è il presidente del Senato, Re- d
disponibilità della classe fo- principale, che è il rapporto do al Governo e al Parlamen-
nato Schifani, che si appresta Maurizio de Tilla rense ad arricchirsi di nuove fiduciario avvocato-cliente. «È to una proposta unitaria che
a esaminare il testo di riordi- in discussione al Senato, in- risorse umane che costituisco- la forza dei cognomi», ha af- si articola su principi ben
no dell’avvocatura approvato cidono in misura in qualche no sempre un patrimonio del- fermato, «che rendono grandi precisi: ristabilire l’indero-
dalla Commissione giustizia modo limitativa su quanti, le professioni e dello scibile». i nostri studi. Rispetto ai 27 gabilità dei minimi tariffari,
mercoledì scorso e approdato in giovane età, si accingono Ma a infiammare le speranze paesi dell’Unione europea la ripristinare il divieto di patto
in Aula. Lo ha detto ieri alla a intraprendere questa pro- dell’avvocatura ci ha pensato cultura giuridica italiana ha quota-lite, prevedere l’esclusi-
VI conferenza dell’avvocatura fessione così delicata e di il ministro della giustizia, An- infatti assoluta prevalenza
targata Oua, che si chiuderà altissima valenza morale». gelino Alfano, che alla platea nell’ambito del diritto euro-
oggi a Roma. Schifani, nel me- «Occorre che i giovani meri- di 1.500 avvocati ha ribadito peo. Gran parte di questi pa-
rito, è stato chiaro: «Occorre tevoli», ha sottolineato, «ven- che la riforma forense sarà esi sono aggredibili dai nostri Occorre riflettere
riflettere se alcune modifiche, gano adeguatamente tutelati approvata da Senato e Came- studi importanti e anche da se alcune modifiche
contenute nel disegno di legge con disposizioni che agevolino ra così com’è. «Diventerà ri- quelli in fase di crescita, se-
il loro percorso formativo, per forma del Parlamento la rifor- guendo il percorso delle im- sono limitative per
consentire loro di crescere e di ma proposta dagli avvocati», prese italiane che esportano il futuro dei giovani
raggiungere gli stessi risulta- ha ribadito. E ha apprezzato all’estero. Dobbiamo dar vita
ti e obiettivi che avvocati, che la riforma soprattutto perché a una vera competizione lega-
svolgono da tempo la profes- lancia una grande sfida per le in Europa».
sione, hanno già conseguito. gli studi legali italiani, «che vità della consulenza legale e
Con questo spirito, sono con- devono fermare l’aggressio- L’accesso non ammettere le società di
vinto che sul ddl già esitato ne delle firm internazionali». capitale e con soci di solo ca-
dalla commissione giustizia «Perché gli studi stranieri Sul tema dell’accesso alla pitale». «Si chiede, inoltre»,
in Senato, l’aula di Palazzo che vengono in Italia voglio- professione il presidente ha sottolineato il presidente
Madama saprà esaminare no affermare il loro primato dell’Oua, Maurizio de Tilla, dell’Oua, «che si l’introduca il
con attenzione alcuni delica- lasciando all’avvocatura ita- non ammette vie di mezzo. numero chiuso all’università
ti passaggi che toccano alcuni liana le liti di serie B», ha «Oggi in Italia ci sono oltre e l’accesso programmato alle
aspetti relativi alla loro pro- detto senza mezze misure. Per 230 mila avvocati», ha detto, scuole di formazione forense,
gressione in carriera». «Biso- il Guardasigilli, al contrario, «in attesa da settanta anni di ma anche che si definiscano
gna guardare con attenzione sono i grandi studi italiani una nuova legge professiona- con rigore i criteri della for-
ai giovani», ha ribadito ancora a dover affermarsi in Euro- le moderna e competitiva. Fi- mazione continua e dell’ag-
la seconda carica dello stato. pa. Mentre le boutique legali nalmente l’avvocatura, spesso giornamento permanente. È
«La loro selezione dovrà co- non possono essere sostituite divisa al suo interno, ha dato necessaria la previsione di
SULLE PROFESSIONI...
Ai presidenti degli ordini piace la legge
L
a legge di principi in
Una storia infinita materia di professio-
ni accoglie il consen-
1997 - L’Antitrust rileva un sistema professionale troppo rigido su accesso, barriere territoriali e tariffe
so degli ordini pro-
minime.
f
fessionali. L’apertura fatta
1999 - Piero Fassino, guardasigilli, prova a riformare il sistema. L’intento naufraga. d
dal ministro della giustizia
A
Angelino Alfano, durante la
2003 - A fare la riforma ci prova il sottosegretario alla giustizia Michele Vietti. C’è un testo condiviso, ma un c
conferenza annuale dei com-
fronte trasversale dice no. m
mercialisti e degli esperti
c
contabili, di procedere ver-
2005 - Scende in campo Roberto Castelli, guardasigilli. Troppo tardi, finisce la legislatura.
s
so la strada di una riforma
2005 - L’Antitrust avverte che il sistema è ancora ingessato. E chiede una riforma urgente. d
di principi che affidi, poi, a
s
singoli ordinamenti il compi-
2005 - La Commissione europea avvia tre procedure di infrazione nei confronti dell’Italia su avvocati, architetti, t
to di stabilire le specificità
ingegneri. d
di ogni singola professione,
p
piace agli ordini professio-
2006 – Il Parlamento approvata prima legge sulle liberalizzazioni. Via i minimi tariffari e i divieti su pubblicità
e società. Gli ordini devono adeguare i propri codici deontologici entro il primo gennaio 2007. Si chiudono così
n
nali. Che nella giornata di
le procedure di infrazione. i
ieri, in occasione della VI
c
conferenza dell’Organismo
2006 - Il consiglio dei ministri approva un disegno di legge delega. u
unitario dell’avvocatura, lo
h
hanno ribadito senza troppi
2007 - Il ddl del ministro della giustizia, Clemente Mastella, passa all’esame della Camera. g
giri di parole evidenziando
2007 - A gennaio parte la nuova indagine conoscitiva dell’Antitrust per verificare l’aggiornamento dei codici
l
l’opportunità di una legge
deontologici delle categorie. c
costituita appunto su due
l
livelli. Un approccio, quin-
2007 - A marzo il garante Antonio Catricalà riferisce alla Camera sull’indagine: la situazione è sconfortante, gli d
di, completamente diverso
ordini affossano l’apertura alla concorrenza. Parte una nuova richiesta di adegueamento. d
da quello annunciato dallo
s
stesso guardasigilli oltre un
2007 - A novembre la situazione non è cambiata. L’Autorithy dà un aggiornamento: le professioni resistono al a
anno fa quando, all’indomani
cambiamento. Intanto la riforma resta impantanata alla Camera. d
del suo insediamento, aveva
2008 - Conclusa ad aprile l’indagine conoscitiva. Il garante denuncia pochi cambiamenti rispetto al passato e d
dichiarato di voler procedere
prepara l’ennesimo appello a riformare il sistema per la nuova compagine governativa che si sta per formare. a
ad una riforma per aree di
c
competenza.
2008 – Ad agosto ministro della giustizia Angelino Alfano apre le porte alla riforma delle professioni a comparti. S
Si riapre quindi con l’uffi-
E chiede a dottori commercialisti, avvocati e notai di proporre dei testi condivisi. c
cialità del governo, l’infinito
c
cantiere, in movimento da
2009 – A ottobre parte l’indagine conoscitiva alla camera per arrivare ad un testo di principi per tutte le
o
oltre 15 anni, della riforma
professioni. Nel frattempo molte categorie (avvocatura in testa) hanno presentato singoli progetti di riforma
d
delle professioni, complici
2009 – A Novembre il guardasigilli Alfano cambia idea. E avalla l’idea di una riforma di principi. n
non solo le audizioni in com-
Renato Schifani
27. C O N F E R E N Z A O UA Saba
Sabato 21 Novembre 2009 31
dell’avvocatura critiche al testo (e non solo)
in evoluzione, c
che costituiscono l’articolazione
c
culturale, politica e territoriale
su fronti opposti
d
dell’avvocatura nel Paese e che
r
riconoscono il ruolo istituziona-
l
le del Cnf».
L
La riforma della previdenza
f
forense
titoli di specializzazione come re di regolamentare la propria svolgere compiti anche socia- La Cassa di previdenza e
elemento di ulteriore qualifi- professione», ha spiegato Alpa li, come nella conciliazione». a
assistenza forense, guidata da
cazione e sicurezza del servizio riferendosi alla previsione del I giovani avvocati dell’Aiga, Guido Alpa M
Marco Ubertini, ha poi comuni-
dell’avvocato. Per l’iscrizione testo che assegna al ministro invece, contestano la mancata pari dignità ad avvocati e magi- cato ieri, nel corso della confe-
all’albo, inoltre, si deve fissare il della giustizia il potere di ap- previsione dell’equo compenso strati. Battaglia che al momen- renza dell’Oua, che è pervenuta
limite massimo di 50 anni d’età provare i regolamenti attuativi per i praticanti. «Nel testo che to sta combattendo solo l’Oua. Il la comunicazione ufficiale dal
e si deve possedere il certifica- abbiamo consegnato alla poli- Cnf, da una parte, resta sulla parte del ministero del lavoro
to di abilitazione valido entro i tica la norma era presente», sua posizione storica, e cioè che (prot. 24/IX/0021733) circa l’in-
cinque anni. Serve, inoltre, che afferma il presidente Giuseppe l’avvocatura è già riconosciuta tervenuta approvazione della
ci sia continuità ed effettivi- In Italia 230 mila Sileci, «ma è stata rimossa dal come soggetto costituzionale. riforma previdenziale forense.
tà nell’esercizio dell’attività e avvocati in attesa parlamento. Sul numero chiu- Mentre l’Unione delle camere L’approvazione prevede una ri-
l’applicazione dei criteri stabi- so all’università, invece, siamo penali ha attaccato duramente modulazione dello scalone per
liti dalla Cassa forense. Auspi- da 70 anni di convinti che questo paese ne l’Organismo unitario dell’av- l’aumento a 70 anni dell’età
chiamo che questo progetto di una nuova legge abbia bisogno». Resta critica vocatura e il suo presidente de pensionabile, con entrata a regi-
legge sia approvato velocemen- professionale la posizione dell’Associazione Tilla. «La costituzionalizzazio- me nel 2021 e un limite tempo-
te, senza essere stravolto da chi nazionale forense. «Il ddl deve ne dell’avvocatura è il cavallo rale di sei anni all’aumento dal
vorrebbe trasformare una libe- essere migliorato», dice il segre- di Troia per non fare le riforme. 2 al 4% dell’aliquo-
ra professione, prima garanzia tario nazionale, Ester Perifano, L’Oua non rappresenta che se ta per il calcolo
per i cittadini, in una categoria della riforma. «Vorremmo ora «L’esame a tappe forzate ha pro- stessa», si legge nella nota di- del contributo
professionale ostaggio di questo leggere la riforma in Gazzetta vocato più di una incongruenza, ramata dal presidente e dal integrativo,
o quel gruppo economico». Alla Ufficiale», ha aggiunto il presi- in particolare sul procedimento vicepresidente Ucpi, Oreste con veri-
conferenza dell’Oua è interve- dente del Cnf, «è una riforma disciplinare e l’accesso per i gio- Dominioni e Renato Borzo- fica dopo
nuto anche il presidente del che non arreca privilegi agli vani». ne. «La vera rappresentan- il secondo
Consiglio nazionale forense, avvocati, come erroneamente za dell’avvocatura, come bilancio
Guido Alpa, che ha posto l’ac- viene riferito. Non è una rifor- L’avvocatura come soggetto ha dimostrato il metodo tecnico.
cento sulla necessità di indi- ma corporativa ma comporterà costituzionale di lavoro che ha portato
pendenza e autonomia dell’av- piuttosto alcuni sacrifici: un alle proposte dell’avvoca-
vocatura. Anche dall’esecutivo. accesso più difficile, l’aggior- Se all’interno dell’avvocatu- tura sulla nuova legge pro-
«Se l’ordinamento dell’avvoca- namento per tutta la durata ra c’è unità di intenti sulla ri- fessionale appena approvata
tura si regge sul sistema or- della carriera, l’assicurazione forma forense, non altrettanto dalla Commissione Giustizia
dinistico e sul Cnf, mi chiedo obbligatoria a copertura degli può dirsi per quanto riguarda del Senato», prosegue la nota,
perché allora non riconoscere eventuali errori professionali; la richiesta di modifica della «è quella plurale delle associa-
alla stessa avvocatura il pote- gli Ordini saranno chiamati a Costituzionale per riconoscere zioni forensi e degli ordini
di principi
missioni cultura in materia, ma mercialisti e degli esperti contabili, non affidare alla delega il
soprattutto il via libera in commis- «è rappresentata proprio da questa compito di distribuire le
sione giustizia del senato della ri- sinergia tra una riforma parlamen- competenze. Ma attenzio-
forma dell’ordinamento forense. Ma tare che fissa i principi uniformi per ne, precisa la Calderone,
si riparte in un altro modo. Con una le professioni intellettuali e quello «se ci dovesse essere una
legge snella, composta da circa una che poi si farà in relazione alle fun- riorganizzazione di com-
dozzina di articoli e da puri principi zioni e alle competenze delle singole petenze o di albi, questo
che definirà in modo chiaro cosa si professioni, ovviamente per comparti non dovrà comportare
intende per professione intellettua- omogenei». È importante soprattut- una rivisitazione di
le, mettendo nero su bianco i confini: to, precisa ancora il consigliere dei competenze profes-
dal sistema di accesso a quello della dottori commercialisti ed esperti sionali di altri ordini
formazione, dalle disposizioni sul contabili, «l’appoggio di Alfano per esistenti, sottrarre in-
tirocinio a quelle sulle tariffe, dalle un’ iniziativa che ridisegna in modo somma competenze ad
agevolazioni fiscali alle responsabi- riformatore i principi fondanti delle una categoria che per
lità civile. Principi inderogabili a cui professioni intellettuali. E che, fa- legge già ce l’ha». Ad
seguiranno singoli decreti legislativi cendo saldi questi, non potranno es- accogliere favorevol-
di delega che stabiliranno poi le spe- sere confuse con altri soggetti». Il che mente la strada di una
cificità di ogni singola professione. vuol dire, in sostanza, da una parte legge di principi è anche
Una prospettiva di riforma che, per mettere in chiaro che le professioni Paolo Piccoli, presidente
le categorie professionali, infatti, intellettuali sono collegate ad una del Consiglio nazionale del
ben si accorda con l’iniziativa par- formazione ben definita e all’esame notariato: «siamo favorevo-
lamentare in commissione giustizia di stato, dall’altro dire addio al vec- li», dice Piccoli, «ad una legge
della Camera dove sono in corso le chio sistema duale che aveva fino ad che definisca i principi di una
audizioni per aree professionali di ora caratterizzato qualsiasi approc- riforma per le professioni rego-
competenza. cio riformatore. E la linea tracciata lamentate. Anche alla luce del dibat-
Ma una prospettiva che soprattutto da Alfano è anche quella che il Comi- tito svolto in questi anni e tenendo
mette d’accordo tutti. Perché, come tato unitario delle professioni (Cup) conto dei chiarimenti dell’Unione
dice Mariagrazia Siliquini, relatore aveva auspicato proprio nell’audizio- europea a proposito di percorsi for-
in commissione giustizia della came- ne in commissione giustizia alla Ca- mativi e selettivi che garantiscono le
ra sulla riforma delle professioni, «il mera di pochi giorni fa. «Abbiamo ri- professioni ordinistiche, l’ipotesi del-
concetto di fondo di una legge così badito», spiega il presidente del Cup la riforma complessiva che riguardi
concepita è vincete: questa legge Marina Calderone, «l’opportunità di tutto il sistema ha dimostrato di non
mette al riparo le professioni da nuo- una riforma di principi che indichi le poter procedere. Piccoli ricorda come
ve bufere ideologiche che potrebbero linee di convergenza di tutte le pro- il notariato, da parte sua, abbia già
esserci anche nel futuro. E il tutto fessioni declinando poi, attraverso anticipato moltissimi temi della ri-
tenendo conto anche delle direttive decreti legislativi di delega sentiti i forma. In ogni caso, chiude, «abbiamo
europee». Una quadratura del cer- pareri dei consigli nazionali, le spe- comunque dato la nostra disponibi-
chio che per Andrea Bonechi con- cificità di ogni singola professione. lità a lavorare sulle altre questioni
sigliere dell’ordine dei dottori com- «Abbiamo chiesto, precisa ancora, «di da risolvere».
Angelino Alfano
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31. Gd, Raciti: "Bloccare ddl sulla riforma dell'Avvocatura" 10/03/2010
“La forzatura dell’Ordine degli Avvocati, che chiede la discussione della riforma per il 18 Marzo, è
inaccettabile”, dichiara il Segretario Nazionale dei Giovani Democratici Fausto Raciti. “Mi appello
al Segretario Bersani, affinché il gruppo PD al Senato si impegni a bloccare un disegno di legge che
vessa i giovani praticanti e professionisti, e che non si pone minimamente il problema di rendere
l’avvocatura italiana più concorrenziale e in linea con gli standard europei e globali”. “ Siamo
sempre stati convinti che una riforma non solo dell’Avvocatura ma di tutte le professioni sia utile e
necessaria – spiega Raciti -, ma i nostri inviti al dialogo sono rimasti senza risposta. Di fatto il testo
di legge che il Senato si appresta a discutere è identico a quello per cui scendemmo in piazza a
Novembre.”. Raciti chiude ricordando e ammonendo “Il giorno della manifestazione ricevemmo
attestati di solidarietà da parte di molti esponenti del PD. Ora è il momento di dimostrare con i fatti
la vicinanza alla nostra battaglia. Il PD voti in maniera contraria al disegno di legge e spinga
affinché si riapra il tavolo di discussione sulla riforma.”
Gd, Raciti: “Aderiamo alla manifestazione di protesta del 28 Novembre contro la riforma
dell’accesso alla professione forense” 19/11/2009
“L'atteggiamento del Governo e di parte dell'opposizione sulla Riforma dell'Avvocatura è
inaccettabile. Non si può spingere per la rapida approvazione di un testo che non è stato in alcun
modo né presentato né discusso con chi subirà le conseguenze più pesanti della Riforma, ovvero gli
studenti universitari e i giovani praticanti ed avvocati. Come organizzazione giovanile ci sentiamo
in dovere di reagire per tutelare i loro interessi, per questo aderiamo con convinzione alla
manifestazione del 28 Novembre a Piazza Navona. Vogliamo dare un forte segnale sia al governo
che al nostro Partito, le nuove generazioni non devono essere abbandonate.” Così Fausto Raciti,
Segretario Nazionale dei GD che rilancia “ Saremo in tanti, da tutta Italia. Contestualmente
presenteremo un ddl di iniziativa popolare che raccolga le proposte che abbiamo elaborato in questi
mesi, dalla disciplina contrattuale del praticantato alla necessità di integrare la formazione
professionale con quella universitaria. La priorità è accorciare i tempi di accesso e garantire a tutti
le pari opportunità, in linea con i modelli adottati in tutto il resto di Europa. Su questi punti –
assicura - non resteremo in silenzio.”
32. La riforma per l'accesso alla professione non piace
ai giovani praticanti avvocati
di Massimiliano Nespola – Articolo 21.info
Gli avvocati italiani sono quasi 160.000. Ventimila in più di quelli tedeschi, 25.000 più che in
Spagna. L’unico dato particolarmente rilevante a livello comparativo è quello della Francia, dove
sono intorno ai 30.000. In realtà analizzando la situazione europea è più anomalo il dato francese di
quello italiano. Però questo non vuol dire che il problema non esista, sia per l’accesso che per
l´esercizio della professione. Il fatto è che l’intero sistema è rimasto invariato, salvo piccoli
accorgimenti, dal 1933. Un sistema che negli ultimi decenni ha prodotto un overload di formazione
ed accesso alla professione. Un difetto sistemico così marcato richiede di concepire ex novo sia le
logiche di accesso che di esercizio della professione. Ne abbiamo parlato con Julian Colabello,
praticante avvocato, esponente dei Giovani democratici.
Numero chiuso per l’accesso alla professione forense. Scuole private durante la pratica,
obbligatorie e a pagamento. Nuove modalità per l’esame di Stato: lo si può sostenere al
massimo 3 volte e fino a 50 anni, senza l’aiuto dei codici commentati. La riforma in
discussione cosa vuol cambiare?
La riforma che si sta portando avanti – come ammesso sia da Guido Alpa che da Giuseppe Sileci,
Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati – si ferma solo al livello post laurea. Non
c’è invece nessun intervento rispetto alla formazione universitaria. Una serie di interessi forti
impedisce di intervenire su questo aspetto. Una riforma vera avrebbe bisogno di un coraggio che
oggi non c’è, per cambiare veramente le cose. Per usare una metafora, la crisi dell’attuale
avvocatura richiederebbe un intervento che tracci un nuovo corso del fiume. L’attuale riforma
invece non fa che costruire una diga ancora più alta. Così facendo si danneggiano tanti ragazzi
meritevoli in modo indiscriminato e su base economica e classista. Al di là dei test di ingresso, che
ho sempre ritenuto uno strumento opinabile, come è possibile che non si tengano in nessun conto i
tempi di accesso alla professione? Tornando al dato comparativo, in Francia si diventa avvocati a 24
anni, addirittura in Inghilterra a 23, mentre oggi in Italia si vuole proporre che dopo essersi laureati
a 24, 25, o anche 26 anni, i ragazzi dovrebbero fare altri due anni di praticantato pagandosi le scuole
forensi e senza alcuna possibilità di percepire un reddito. È praticamente una falcidia che forse
otterrà gli effetti sperati a breve termine ma che alla lunga produrrà un blocco della mobilità sociale
all´interno della professione. Questo non potrà che abbassare il livello qualitativo dei giovani
avvocati.
Possibile che nessuno abbia sollevato la questione nelle sedi istituzionali?
Una delle poche norme che il Consiglio nazionale forense aveva proposto e che la Commissione
Giustizia del Senato ha bloccato è stata proprio quella sul compenso, previsto in via generica e dopo
un anno, per i praticanti. Il senatore Casson aveva chiesto di mantenerla, ma alla fine l’opposizione
si è astenuta e il testo è passato in Commissione con i voti favorevoli della maggioranza. In questo
senso la nostra battaglia ha anche lo scopo di chiedere a Partito democratico un’opposizione più
netta.
L’attuale proposta di riforma sembra voler cancellare anche le liberalizzazioni introdotte da
Bersani, reintroducendo ad esempio i minimi tariffari. Anche questo è un motivo della vostra
protesta?
Le norme volute da Bersani hanno avuto il pregio di muovere una situazione incancrenita e sono
33. comunque state deviate, eseguite a metà. Ad ogni modo, l’abbattimento completo dei minimi
tariffari e l’inserimento senza limiti del patto di quota lite – quello tra la parte e l´avvocato sulla
percentuale che verrà pagata al professionista in caso di successo della causa – è avvenuto in un
contesto, quello italiano, dove gli studi legali sono per la maggior parte piccoli o medi, a differenza
che in America o in Inghilterra. Il problema che si è creato riguarda il rapporto tra avvocati e i
grandi soggetti economici: banche e assicurazioni, per esempio. Un avvocato non ha un grande
potere contrattuale nei confronti dei grandi poteri economici, a meno che non abbia lui stesso
grande potere. Eliminati completamente i minimi tariffari, le parcelle degli avvocati sono state
decurtate del 20% da parte di molte banche e assicurazioni. E nessun avvocato si è opposto, perché
avrebbe perso un grosso cliente. L’avvocatura, e a maggior ragione i giovani avvocati, hanno
dovuto quindi subire il peso contrattuale dei clienti più importanti. In questo senso la reintroduzione
dei minimi tariffari potrebbe avere un senso. Ma…
Dica…
…Ma molto meno senso avrebbero se il rapporto non riguardasse grandi imprese o enti pubblici ma
singoli imprenditori e consumatori. Qui il mercato dovrebbe essere aperto alla competizione e
consentire lo sviluppo di una sana concorrenza anche al ribasso, visto che a parità di potere
contrattuale è più difficile che la situazione si sbilanci a favore di una piuttosto che di un’altra parte.
Il problema dell’attuale riforma, a mio avviso, è che reintroduce i minimi tariffari tout court. Una
norma che simboleggia tutto il disperato slancio di una parte dell’avvocatura che vorrebbe
conservare ed ampliare i propri privilegi corporativi.
Perché lo definisce disperato?
Perché molte parti di essa – mio modesto parere – saranno giudicate in contrasto con le normative
europee vigenti e ancor di più con quelle che entreranno a breve in vigore. Penso agli interventi che
riguarderanno in generale il mercato del lavoro.
Allora non c’è pericolo.
Vedi, il problema non è impedire la riforma. È farne una migliore.
Una riforma migliore è possibile?
Non solo, è necessaria. Ma per essere efficace e duratura deve essere coerente e fondata su principi
condivisi. Riprendendo il discorso sui minimi tariffari, se riconosciamo da un lato che il
professionista nei confronti delle grandi imprese può essere considerato un soggetto in un certo
senso debole, allora bisogna a maggior ragione riconoscere che i neolaureati non hanno nessun peso
contrattuale nei confronti degli studi dove svolgono la pratica. In ogni mercato sano ci vogliono
regole che favoriscano i soggetti più deboli. Senza regole vince sempre il più forte.
Voi proponete anche il contratto di praticantato.
Esatto. Il praticantato ha caratteristiche eterogenee, è insieme un lavoro ed un periodo di
formazione. Ciò non toglie che in entrambi i casi dovrebbe essere certificato da contratto. Sia per
una maggior serietà della pratica sia per fornire uno strumento che garantisca le tutele minime al
praticante, sia economiche, che previdenziali, che assicurative.
Non si rischia che molti studi legali smettano di prendere praticanti?
Sempre meglio di quello che accade oggi, dove gli studi licenziano le segretarie e le sostituiscono
con i praticanti a costo zero. Ripeto, io non credo nel numero chiuso, ma qualsiasi lavoro serio è
selettivo. Preferisco perciò pensare ad un sistema in cui vengo preso perché valgo che ad uno in cui
vengo scelto perché posso essere sfruttato. Ad ogni modo, nella bozza di legge che vorremmo
lanciare come iniziativa popolare prevediamo che tutte le spese degli studi a favore dei praticanti
siano fiscalmente detraibili nella loro complessità in quanto considerate contributi alla formazione.
34. In questo modo l’impatto non sarebbe così drammatico. E poi, parliamoci chiaro, se il problema è
dare 700-800 euro ad un praticante, vuol dire che c’è una volontà di fondo che mira a spremere il
più possibile le nuove generazioni. Inoltre bisognerebbe dare la possibilità ai ragazzi di fare la
pratica sia presso gli uffici giudiziari che presso la PA, oltre che presso gli studi legali. In questo
modo si migliorerebbe sia la formazione che la tutela dei giovani praticanti. L’Ordine degli
Avvocati di Roma ha mosso passi importanti in questo senso.
Insomma, più tutele e tempi di accesso più brevi…
Non solo, anche l’istituzione di borse di studio e finanziamenti per i più meritevoli. In questo il
ruolo delle università dovrebbe essere centrale. Garantire continuità tra gli studi universitari e la
formazione professionale è imprescindibile, sia per garantire i più deboli ma meritevoli che per fare
in modo che il percorso sia più celere e serio. Non si capisce perché non ci siano corsi universitari
ad indirizzo forense che consentano di svolgere una parte della pratica già durante l’università. Ad
economia si sta sperimentando con successo qualcosa del genere per i commercialisti, perché non
cogliere l’occasione per allargare la sperimentazione?
Crede che tutto ciò possa trovare spazio in parlamento come tra gli avvocati?
Penso che il fronte a favore dell’attuale riforma sia molto meno compatto di quanto sembri. Molti
riconoscono le criticità dell’attuale disegno di legge. Noi ci siamo mossi per primi in una nuova
direzione, ora staremo a vedere cosa succederà.
35. In piazza contro la riforma dell'Avvocatura
di Lorenzo De Cicco
In migliaia avevano aderito su internet, e ieri in piazza Farnese a Roma si sono riversati studenti di
tutta Italia per aderire alla manifestazione nazionale contro la riforma dell'Avvocatura indetta dai
Giovani Democratici, Cgil e Ugai (Unione Giovani Avvocati Italiani). Alla manifestazione hanno
aderito anche i Radicali Italiani, gli studenti Luca Coscioni, e decine di sigle di associazioni
studentesche dei principali atenei del Paese (Roma, Napoli e Milano in testa).
Gli studenti sono scesi in piazza contro il disegno di legge presentato dal senatore Mugnai (Pdl) per
il riordino della professione di avvocato, che il ministro Alfano vorrebbe inserire nella riforma della
Giustizia. Le novità principali della manovra sono l’introduzione, durante il periodo di pratica, di
scuole forensi obbligatorie e a pagamento, un test di preselezione al momento dell’iscrizione
all’albo dei praticanti, il reddito minimo per rimanere iscritti all'albo con la reintroduzione dei
minimi tariffari, il rafforzamento del ruolo degli ordini nei procedimenti disciplinari e nello
svolgimento dell'esame di abilitazione.
Universitari, praticanti e giovani avvocati di Roma, Salerno, Torre Annunziata, Milano, Lecce,
Urbino, hanno preso parte alla protesta nonostante il sindaco di Roma Alemanno avesse chiesto lo
spostamento della manifestazione (inizialmente convocata a Piazza Navona) a due giorni dal suo
svolgimento, nonostante l'autorizzazione della Questura.
“Come organizzazione giovanile – spiega il segretario nazionale dei Giovani del Pd, Fausto Raciti -
ci sentiamo in dovere di reagire. Vogliamo dare un forte segnale sia al governo che al nostro Partito:
le nuove generazioni non devono essere abbandonate”. “Presenteremo un ddl di iniziativa popolare
che raccolga le proposte che abbiamo elaborato in questi mesi: la priorità è accorciare i tempi di
accesso e garantire a tutti le pari opportunità, in linea con i modelli adottati in tutto il resto di
Europa. Su questi punti – assicura - non resteremo in silenzio.” Non solo “no” dunque dalla
manifestazione, ma anche proposte concrete per migliorare l'accesso alla professione: riduzione dei
tempi, formazione forense durante l'università, disciplina contrattuale del praticantato, sostegni
economici a studenti e tutele assicurative per i praticanti.
“I praticanti hanno mostrato il loro libretto della pratica, un libretto verde in cartoncino,
sventolandolo in aria come simbolo del loro stato di precarietà e malessere – racconta Julian
Colabello, praticante avvocato, uno dei promotori della protesta - Gli studenti invece hanno portato
il loro manuale di procedura civile, l’esame notoriamente più difficile del percorso universitario,
che hanno tenuto sopra la testa come metafora del peso e dei sacrifici che gli studenti devono
affrontare ogni giorno, già prima di intraprendere il duro percorso del praticantato”.
Anche il centro-destra è spaccato: “Non ci vengano a dire che siamo i soliti comunisti – alzano la
voce alcuni ragazzi di Libertiamo, il movimento politico vicino al deputato del Pdl Benedetto Della
Vedova, schieratosi contro il ddl Mugnai – Non è una riforma. È un attacco contro lo spirito del
Popolo della Libertà. Siamo sicuri che convenga portare a casa una legge che piace alla
corporazione forense, ma distrugge le premesse ideali e riformiste del berlusconismo classico,
quello che ha allevato una generazione di autonomi e partite Iva?”
Durante la manifestazione arriva anche la solidarietà del Partito Democratico: “Il disegno di legge –
si legge nella nota di Stefano Fassina, segreteria Pd – rappresenta un evidente passo indietro rispetto
alle norme introdotte nel 2006 dall’allora ministro Bersani. Se il testo diventerà legge, ne faranno le
36. spese i cittadini, le imprese ed i giovani avvocati. La contro-riforma peserà negativamente
sull'equità, sulla mobilità sociale, sulla distribuzione del reddito e sulla competitività dell'Italia. Il
Partito Democratico è per una riforma organica di tutti gli ordini professionali e di tutte le
professioni secondo i principi guida contenuti nelle misure di liberalizzazione realizzate nel 2006
dal Governo Prodi”.
29 novembre 2009 – L’Unità
37. PROFESSIONISTI - ORDINI E PENSIONI
Riforma degli avvocati , è polemica
No di Confindustria: è contro il mercato
Possibile slittamento dell’esame al 2010
ROMA - Parte al rallentatore la riforma dell’ordinamento forense il cui esame in aula al
Senato potrebbe slittare al 2010 per lasciare spazio al disegno di legge sul processo breve. La legge,
attesa da 236 mila avvocati, ridisegna la professione legale dalla A alla Z: confermati gli esami più
severi per l’accesso, l’albo selettivo e la reintroduzione delle tariffe minime mentre cade, almeno
per ora, la soglia minima di reddito per potersi iscrivere all’ordine.
Il provvedimento è passato in commissione Giustizia con un voto bipartisan. L’Udc, tuttavia,
ha scelto l’astensione perché, ha spiegato Gianpiero D’Alia, «la mancata calendarizzazione in aula
evidenzia l’esigenza della maggioranza di lasciare il campo libero all’approvazione, prima di Nata-
le, del ddl Gasparri sul processo breve». Invece Giuseppe Valentino (Pdl), relatore dei due
provvedimenti, minimizza. «Nell’affidare il mandato al relatore per l’aula c’è comunque l’impegno
ad accelerare i tempi». E anche il presidente della commissione, Filippo Berselli (Pdl) rassicura gli
avvocati pur non potendo offrire una data certa. Il testo di 65 articoli varato ieri ha incassato il
plauso del presidente del Consiglio nazionale forense, professor Guido Alpa, che ha parlato di «una
riforma senza spirito corporativo».
Alpa ha anche tentato di fugare le preoccupazioni della Confindustria che da tempo aveva
bocciato le norme sull’esclusività dell’attività legale: «Alcuni emendamenti approvati al Senato
sono contrari ai principi del libero mercato perché queste norme potrebbero impedire alle asso-
ciazioni d’imprese di assistere sul piano legale i propri associati ». Confindustria, quindi, è tornata a
chiedere una modifica in aula. Critiche, poi, arrivano dall’Associazione nazionale forense («La ri-
forma nasce già vecchia»), dai giovani avvocati dell’Ugai («Approvata una controriforma contro i
cittadini») e dalla senatrice del Pd Silvia Della Monica («Riforma carente e corporativa»). Invece,
per Maurizio De Tilla (Oua) «la commissione ha avuto coraggio »: ora «il prossimo passo è il
numero programmato dalle Università alla professione».
Dino Martirano
19 novembre 2009 – Corriere della Sera
38. L’Antitrust: “Ordini professionali agiscono
come caste”
Architetti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri,
medici e odontoiatri, notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti ed esperti contabili.
Ordini professionali che, secondo l’Antitrust, agiscono come delle “caste”. Con privilegi
ingiustificati e un’elevata resistenza al cambiamento. L’organismo che vigila sulla concorrenza ha
terminato un’indagine in corso dal 2007 sugli ordini professionali. E per il garante il risultato è
preoccupante: “Dall’indagine conoscitiva su 13 ordini professionali, avviata a gennaio 2007 e
emerge una scarsa propensione delle categorie, sia pur con positive eccezioni, ad accogliere nei
codici deontologici quelle innovazioni necessarie per aumentare la spinta competitiva all’interno dei
singoli comparti”. Anzi, ”la liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la
possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari - si legge nelle
conclusioni - non sono state colte come importanti opportunità di crescita ma come un ostacolo allo
svolgimento della professione”. Gli ordini, secondo l’Antitrust, non possono più tardare
nell’adeguarsi alle normative europee. Così il garante invita ad agire con gli strumenti legislativi
contro l’immobilismo degli ordini. E propone alcune modifiche “necessarie”, come “prevedere
percorsi più agevoli di accesso alle professioni” attraverso corsi universitari e “tirocinii
proporzionati alle effettive esigenze di apprendimento”, non stage infiniti. Sarebbe poi giusto,
secondo l’organismo, che la nozione di “decoro professionale” sia “elemento che incentivi la
concorrenza tra professionisti e rafforzi i doveri di correttezza professionale nei confronti della
clientela e non per guidare i comportamenti economici dei professionisti”.
Secondo l’associazione dei consumatori Aduc, le parole dell’Antitrust “rendono giustizia di una
situazione sotto gli occhi di tutti: i tentativi di riforma degli ordini sono inutili. Quand’anche
qualcosa dovesse apparire, si tratterebbe comunque di fumo negli occhi. Solo la loro abolizione
potrebbe democratizzare offerte e domande”.
Emanuele Rossi
Sabato 21 Marzo 2009 – Panorama Canale Economia
39. Riforma forense: l’Ordine apre
Articolo Apertura News di Attualità | 16 Marzo 2009 |
Un primo passo verso l’ascolto è stato fatto. L’appello di un serio confronto tra studenti, praticanti,
istituzioni accademiche e forensi – lanciato dagli Studenti Democratici della Facoltà di
Giurisprudenza de la ”Sapienza”, la Rete Degli Studenti (RDS) di Roma3 e gli Studenti in
Movimento di ”Tor Vergata – è stato accolto da Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale
Forense (CNF), e tra i principali redattori della bozza della riforma ora trasfusa nel ddl Mugnai.
Della riforma così se ne parla e se ne è parlato giovedì alla Facoltà di Giurisprudenza della
Sapienza durante un incontro organizzato per discutere i punti più caldi di un testo per l’accesso
alla carriera forense, che secondo i baby avvocati bloccherebbe l’ingresso a molti praticanti. Un
dibattito che ha visto anche un cambiamento di rotta e di apertura da parte di Guido Alpa.
Prima una prolusione sulla necessità di regolamentare la professione e poi una breve spiegazione
sulle proprie intenzioni. Al microfono – il presidente – ha ribadito più volte il suo intento di voler
tutelare e non colpire gli studenti e i praticanti senza un concreto supporto economico alle spalle. Il
pericolo, infatti, secondo gli Studenti Democratici è che possa profilarsi nella riforma una selezione
degli aspiranti su base economica, tramite maggiori spese e incombenze professionali.
Poi si passa a snocciolare una serie di numeri sugli avvocati presenti oggi in Italia e un confronto
con gli altri Paesi Europei. I dati, infatti, fanno un po’ paura specialmente quando sul tavolo sono
comparsi gli ultimi rapporti sulla professione: in Italia sono circa 200 mila gli iscritti all’ordine
forense, in Francia 47 mila.
Ma l’intento di un dietro front da parte degli studenti e futuri praticanti è fallito. L’immagine è
piuttosto quella di un ordine forense diviso, dove alcuni relatori plaudono alle battute dei ragazzi e
si schierano contro una riforma “che deve essere rivista in molte sue parti”.
A fare dietro front, invece, è stato proprio Alpa che, a conclusione del dibattito, ha dichiarato di non
avere alcuna “solidarietà politica” nei confronti del Governo dicendosi “disposto a recepire proposte
di modifica alla riforma” contenuta nel disegno di legge 1198”.
Al presidente del Cnf ha fatto eco Julian Colabello, promotore dell’incontro. “Ribadiamo il nostro
intento di non fermarci – ha dichiarato – costringendo al confronto chi finora pensava di poterne
fare a meno. Nessuno può prescindere dalla tutela delle nuove generazioni e delle pari opportunità”.
Anna Di Russo – Corriere dell’Università
40. Apc-Giustizia/Praticantato avvocati, Consiglio forense pronto dialogo
[1]Guido Alpa disposto ad accettare modifiche proposte da studenti
Roma, 12 mar. (Apcom) - Si è concluso con un dietro front del
Consiglio nazionale forense l'incontro sull'accesso alla
professione di avvocato, organizzato oggi all'università La
Sapienza di Roma dai giovani del Partito democratico. Il
presidente del Cnf, Guido Alpa ha dichiarato di non avere alcuna
"solidarietà politica" nei confronti del Governo dicendosi
"disposto a recepire proposte di modifica alla riforma" contenuta
nel disegno di legge 1198, a firma del senatore Franco Mugnai
(Pdl), attualmente in discussione al Senato e pronto a essere
recepito nella riforma Alfano sulla Giustizia.
Al presidente del Cnf ha fatto eco Julian Colabello,
promotore dell'incontro. "Ribadiamo il nostro intento di non
fermarci - ha dichiarato - costringendo al confronto chi finora
pensava di poterne fare a meno. Nessuno può prescindere dalla
tutela delle nuove generazioni e delle pari opportunità". Secondo
i promotori dell`iniziativa, il convegno di oggi, al quale hanno
partecipato studenti, giuristi ed esperti del settore provenienti
da tutta Italia e anche dall'estero, ha evidenziato numerose
criticità sul testo, alla cui redazione aveva contribuito lo
stesso Cnf.
La mobilitazione è partita dalla Sapienza lo scorso 10
febbraio e presto si è allargata ad altri atenei italiani. Gli
universitari contestano il disegno di legge nella parte in cui
prevede test d`ingresso a scuole forensi a pagamento obbligatorie
nel periodo di pratica, un esame conclusivo della scuola, una
pre-selezione per l`accesso all`esame di Stato e l`eliminazione,
in sede d`esame, dei codici commentati. Al contrario, le
modifiche di accesso alla professione forense sono ritenute
"necessarie" dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano per
"smaltire gli oltre 150mila avvocati italiani e per garantire al
pubblico professionisti più preparati e meglio selezionati".
41. PROFESSIONI: ATENEI ROMA IN PROTESTA CONTRO RIFORMA ALFANO
“PER MODIFICHE AD ACCESSO PROFESSIONE FORENSE ASCOLTI ANCHE
STUDENTI E ACCADEMICI”
Roma, 12 mar.(Adnkronos) - Sulla riforma dell'accesso alla
professione forense il ministro Alfano ascolti anche studenti,
accademici e professionisti. E' l'appello degli Studenti Democratici
della Facoltà di Giurisprudenza de la ''Sapienza'', la Rete Degli
Studenti (RDS) di Roma3 e gli Studenti in Movimento di ''Tor Vergata''
hanno lanciato un appello affinché la riforma sia rivista tramite un
serio confronto tra studenti, praticanti, istituzioni accademiche e
forensi.
Da questa mattina, infatti, sono già in opera banchetti
informativi in tutti e tre gli atenei per la sottoscrizione
dell'appello ed e' stato confermato l'incontro pubblico nella Facoltà
di Giurisprudenza de ''La Sapienza'' con Guido Alpa, presidente del
Consiglio Nazionale Forense (CNF), organo che si e' occupato di
redigere la bozza della riforma ora trasfusa nel ddl Mugnai. Il
pericolo, secondo gli Studenti Democratici e' che possa profilarsi
nella riforma una selezione degli aspiranti su base economica, tramite
maggiori spese e incombenze professionali e nel corso della pratica,
che nel migliore dei casi porteranno ad un aumento delle tariffe. Per
esempio, la previsione di una scuola forense a pagamento di due anni,
parallela al praticantato, obbligatoria per tutti coloro che vogliano
sostenere l'esame di Stato, con relative prove di accesso e di uscita
da essa e prova di preselezione per l'accesso all'esame di Stato.
Rimarrebbe disatteso, invece, l'avvio di una fondamentale
politica risolutoria volta a ridurre i tempi e a favorire i modi di
inserimento delle nuove leve nel sistema produttivo. Una delle
proposte maggiormente inascoltate e' infatti quella di introdurre
un obbligo di prepensionamento per gli avvocati
ultrasessantacinquenni, tale da liberare la gran parte del contenzioso
processuale in favore dei giovani avvocati e di quelli che lo stanno
per diventare.
(Sec/Ct/Adnkronos)
12-MAR-09 15:07