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Elevazione spirituale
In quadri
2
MaryMcDonald
GodofGlory,LordofLove
L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler
amare; quando si vuole amare, si ama; quando si vuole
amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa.
(Charles de Foucauld)
3
God of Glory, Lord of Love
Hear us from Your heavn’ly home above.
You’re the Way, Truth and Life;
Lead us from our earthly strife.
GodofPower,Lordof Grace,inthisHour
We seek Your Holy face.
Master, Saviour, dearest friends
Keep us to the end
God of love, God of lights,
May we walk forever in Your sight
God of life, Lord of all
Lord to You we offer our life, our all
Lord, forever be our Guide,
Safely in Your arms abide
Lead us Lord from the earth to Heav’n
Our sin’s for giv’n
Now our Lord we pray
Bless our Church this Holy day
Joyful songs we raise!
Unto God, our hymn of prise of prise!
God for love, God of lights
May we walk forever in Your sight!
God of life , Lord of all
Lord to You, we give our life, our all!
Lord to You, we give our life, our all!
God of glory, Lord of love.
Dio della Gloria, Signore dell’Amore,
Ascoltaci dalla tua casa celeste,
Tu sei Via, Verità e Vita;
Guidaci attraverso le difficoltà terrene.
Dio di Giustizia, Signore della Grazia,
inquest’oranoicerchiamoiltuoSantovolto
Maestro, Salvatore, migliore amico,
conservaci sino alla fine.
Dio d’Amore e della Luce
Lasciaci camminare davanti a Te
Signore della vita, Dio dell’immensità
Signore, a te noi offriamo la nostra vita, il
nostro tutto.
Sia tu sempre la nostra Guida,
Protetti dalle tue braccia,
conducici dalla terra al Paradiso
Anche se I nostri peccati sono perdonati,
ora Signore, noi preghiamo:
Benedici la nostra Chiesa in questo giorno
Santo, canti di gioia innalziamo! A Dio un
inno di preghiera!
Dio dell’amore, Signore della Luce!
Lasciaci camminare davanti a Te!
Dio della vita, Signore dell’universo
Signore, a te diamo la nostra
Vita, il nostro tutto.
Dio della Gloria, Signore dell’Amore.
4
“omnia vincit amor”
L’amore vince tutto.
Quando si vive l’amore a fondo si sente e si tocca Dio ed è l’unico istante in cui su
questa povera terra si può dire con esultanza “per sempre”.
L’amore è sempre primavera!...Non c’è medicina più potente di un autentico amore.
Tutto si ricompone, si vivifica; e colui che minacciava di isterilirsi in una melanconia
vuota, riparte con slancio come se la vita ricominciasse a pulsare nelle vene…
L’amore, il vero, è il tocco di Dio nel cuore dell’uomo.
Sì, l’amore vince tutto e sempre! Vince anche le cose orribili!...Ebbene l’amo-
re di Gesù trasforma l’orribile in sublime, la sua accettazione, la sua umiltà, la sua
mansuetudine cambiano l’aspetto delle cose e il quadro più osceno della storia diven-
ta il quadro più bello, più dolce, più grandioso, più esemplare, più affascinante di un
Dio che il mondo perdona e sorride all’uomo suo uccisore. Solo l’amore ha tanto
potere di trasformazione, di sublimazione, di redenzione, di fecondità, di vita in cielo
e in terra! Solo l’amore ha il primato su ogni cosa e può sostituire ogni cosa, toccan-
do l’irraggiungibile per l’uomo sulla terra: la perfezione…la carità è il vincolo della
perfezione (col. 3,14). Saper trasformare in amore tutto ciò che mi capiterà ad imita-
zione di Gesú: ecco una vita degna di essere vissuta giacché ciò che conta è amare.
Quando incontrerò un fratello che nella mia vita passata mi ha fatto soffrire calun-
niandomi e dicendo di me ogni sorta di mali, io lo amerò e amandolo trasformerò in
bene il male fattomi perché ciò che conta è amare.
Quando mi toccherà vivere con uomini che non la pensano come me, che
si dicono nemici della mia fede, io li amerò e amandoli metterò nel mio e nel loro
cuore il principio possibile di un dialogo futuro perché ciò che conta è amare.
Quando entrerò in un mercato per comperare qualcosa - vestito o cibo per me -
penserò ai miei fratelli piú poveri, a quelli che hanno fame e sono ignudi e mi
farò regolare da quel pensiero negli acquisti, sforzandomi per amore di essere
stretto con me e largo per essi perché ciò che conta è amare.
Quando vedrò la devastazione del tempo sul mio corpo e l'avvicinarsi dell'orribile
vecchiaia, io cercherò d'amare di piú per trasformare con l'amore la piú fredda
stagione della vita in un dono totale di me nell'avvicinarsi imminente dell'olocau-
sto perché ciò che conta è amare.
Quando verrà la sera della mia vita o sull'asfalto in un incidente di strada o
nell'angoscia di una malattia mortale o nei corridoi di un freddo ricovero di vec-
chi sentirò avvicinarsi la fine, io mi afferrerò ancora e solo all'amore sforzandomi
di accettare gioiosamente il passaggio voluto da Dio perché ciò che conta è ama-
re.
[ da : Ciò che conta è amare di Carlo Carretto ]
5
LOVEIS KarenDillan(trad.SuorNoemi)
Alcuni dicono che l’amore è un fiume
che scorre senza posa.
Alcuni dicono che l’amore è una lama
che lascia il tuo cuore sanguinare.
Alcuni dicono che l’amore è una fame
e un dolore senza fine.
Io dico che l’amore è un fiore
e tu che è solo un seme!
E’ un cuore timoroso di rompersi
che non impara mai a morire,
E’ un sogno timoroso del risveglio
che non corre mai il rischio.
E’ colui che non sarà coinvolto,
che non saprà dare.
E l’anima che ha paura di morire
non imparerà mai a vivere.
Quando la notte è stata così solitaria
e la strada troppo lunga
e tu pensi che l’amore sia solo per i
fortunati e i forti,
allora ricordati:
in inverno, sotto quel poco di neve,
giace quel seme che l’amore del sole,
in primavera,
farà divenire una rosa.
Some say love it is a river
that runs extendenly,
some say love it is a raiser
that leaves your soul to bleed,
some say love it is a hunger
an endless aching need.
I say love is a flower
and you it's only seed;
it is a heart afraid of breaking,
that never learns to die.
It is a dream afraid of waking,
that never takes the chance.
It is the one who won't be taken,
who cannot seem to give.
And the soul afraid of diing,
that never learns to live.
When the night has been too lonely,
and the road has been too long,
and you think that love
it is only for the lucky and the strong,
just remember :
in winter,underneath the bit of snow,
lies the seed
that with the sun's love,
in spring, becomes the rose.
I l’amore di Dio
6
For the beauty of the earth
For the beauty of the skyes
For the love wich from our birth
Over and around us lies
Over and around us lies
Lord of all to thee we raise
This our joy ful hymn of praise
For the beauty of the hour
Of the day and of the night
Hill and vale
And tree and flower
Sun and moon and stars of light
Lord of all to thee we raise
This our joy ful hymn of praise
For the joy of human love
Brother, sister, parent, child
Friends on earth
And friends above
For a gentle
Thoughts and mild
For a gentle
Thoughts and mild
Lord of all to thee we raise
This our joy ful hymn of praise
For each perfect gift of thine
To our race so freely given
Graces human and divine
Flow'rs of earth and buds of heav'n
Flow'rs of earth and buds of heav'n
Lord of all to thee we raise
This our joyful hymn,
our joy ful hymn of praise
This our joyful hymn of praise
Per la bellezza della terra,
Per l’immensità dei cieli,
Per l'amore che dalla nostra nascita
ci circonda,
Signore di tutti, a te eleviamo
Questo nostro inno di lode
riconoscente.
Per la bellezza di ogni ora
del giorno e della notte,
di montagne e valli,
alberi e fiori,
Del sole, della luna e delle
stelle luminose,
Signore di tutti, a te eleviamo
Questo nostro inno di lode
riconoscente.
Per la gioia dell'amore umano,
Fratello, sorella, genitore, figlio,
Amici della terra,
e gli amici di cui sopra,
Per i pensieri puri e miti
Signore di tutti, a te eleviamo
Questo nostro inno di lode
riconoscente.
Per ogni tuo dono perfetto
Per averci creato liberi
Grazie umana e divina,
Fiori e boccioli di terra del cielo,
Signore di tutti, a te eleviamo
Questo nostro gioioso inno di lode
riconoscente.
J. RutterJ. Rutter——For the beauty of the earthFor the beauty of the earth
7
Sesapraistarmivicino,
epotremo esserediversi,
seilsoleillumineràentrambi
senzachelenostreombresisovrappongano,
seriusciremo ad essere“noi”
in mezzo al mondo
einsiemeal mondo, piangere, ridere,vivere.
Seognigiorno saràscoprirequello chesiamo
enon il ricordo di come eravamo,
sesapremo darcil’un l’altro
senzasaperechisarà ilprimo echil’ultimo
seiltuo corpo canteràcon il mio
perchéinsieme ègioia…
Allorasaràamore
enon saràstatovano aspettarsi tanto.
(Pablo Neruda)
II Amore sponsale
Thomas Tallis - If ye love me - Pietro Cattaneo
8
«Ti amo» – disse il Piccolo Principe.
«Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa.
Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. –
«Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Si-
gnifica cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di
affetto, di compagnia. Voler bene significa rendere nostro ciò che non
ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo
che ci manca qualcosa.»
Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a se-
conda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo.
Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo
frustrati e delusi.
Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra
persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è
che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diver-
so da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere
umano è un universo a sé stante.
Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le moti-
vazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, an-
che quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disin-
teressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente
dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di
sofferenza.
Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha soffer-
to per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama
davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro.
Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cam-
bio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo
offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è
conoscenza.
9
Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, per-
ché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e
la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi signi-
fica sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono
le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia,
la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri.
Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà
sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta
di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compa-
gnia.
Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tor-
mente né con gli inverni.
Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti
in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare
è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi.
Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ri-
cambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi ama-
re.
J.S.Bach - Liebster Jesu, wir sind hier BWV 731—Pietro Cattaneo
10
Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai
sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non
sarei mai stato in grado di vedere.
Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente den-
tro di me.
Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra stranie-
ra, dove mi pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: « lo sono il
cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo
del corpo, ma sarai tu a essere trasformato in me ».
Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per go-dere di te, e
non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il « mediatore fra Dio e gli
uomini, l'uomo Cristo Gesù » ( 1 Tm 2, 5 ), « che è sopra ogni cosa, Dio
benedetto nei secoli »(Rm 9, 5).
Egli mi chiamò e disse: « lo sono la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6) ; e unì
quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché « il Verbo
si è fatto carne»(Gv1, 14).
Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva
alimento della nostra debolezza da bambini.
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed
ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi av-
ventavo sulle cose belle da te create. Eri con me e io non ero con te. Mi tene-
vano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esi-
sterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai
abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato
su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e
ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire
la tua pace.
[Dalle « Confessioni » di sant'Agostino, vescovo.]
11
1. E giunse la sera dell'ultima cena
In cui ti chinasti lavandoci i piedi.
Poi ti donasti nel pane e nel vino,
ci rivelasti l'amore del Padre.
E noi stupiti a veder le tue mani piegate a servire,
mentre il tuo sguardo diceva:
Rit: Non c'è amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici.
Amate sino alla fine,
fate questo in memoria di me.
2. E fu pieno giorno lassù sul calvario,
e noi ti vedemmo straziato sul legno.
Tutto attirasti, elevato da terra,
figli ci hai reso nel cuore trafitto.
E noi impauriti a veder le tue mani ferite d'amore,
mentre il tuo sguardo diceva: Rit.
3. E venne il mattino di grazia al sepolcro
e fu grande gioia alla luce di Pasqua:
''Dite ai fratelli che sono risorto!
Lo Spirito Santo vi confermerà!''
E noi, rinati, al veder le tue mani splendenti di luce,
mentre il tuo sguardo diceva: Rit.
III Amore oblativo
12
Quando l’ho messo al mondo sapevo già quale sarebbe stato il suo destino:
morire per salvare l’umanità… ma… non si è mai preparati alla sofferenza
ealdoloredelpropriofiglio.
Le madri sono l’antidoto più forte contro le nostre tendenze individualistiche ed
egoistiche, contro le nostre chiusure e apatie. Una società senza madri sarebbe non
soltanto una società fredda, ma una società che ha perduto il cuore, che ha perduto il
“sapore di famiglia”.
Una società senza madri sarebbe una società senza pietà, che ha lasciato il
posto soltanto al calcolo e alla speculazione. Perché le madri, perfino nei momenti
peggiori, sanno testimoniare la tenerezza, la dedizione incondizionata, la forza della
speranza. Ho imparato molto da quelle madri che, avendo i figli in carcere o prostrati
in un letto di ospedale o soggiogati dalla schiavitù della droga, col freddo e il caldo,
con la pioggia e la siccità, non si arrendono e continuano a lottare per dare loro il
meglio. O quelle madri che, nei campi-profughi, o addirittura in mezzo alla guerra,
riescono ad abbracciare e a sostenere senza vacillare la sofferenza dei loro figli. Ma-
dri che danno letteralmente la vita perché nessuno dei figli si perda. Dove c’è la ma-
dre c’è unità, c’è appartenenza, appartenenza di figli.
Nei Vangeli, Maria appare come donna di poche parole, senza grandi discorsi
né protagonismi, ma con uno sguardo attento che sa custodire la vita e la missione
del suo Figlio e, perciò, di tutto quello che Lui ama.
Dal suo grembo imparò ad ascoltare il battito del cuore di suo Figlio. Que-
sto le insegnò, per tutta la sua vita, a scoprire il palpitare di Dio nella storia. Imparò
ad essere madre e, in quell’apprendistato, donò a Gesù la bella esperienza di sapersi
Figlio. In Maria, il Verbo eterno non soltanto si fece carne ma imparò a riconoscere
la tenerezza materna di Dio. Con Maria, il Dio-Bambino imparò ad ascoltare gli ane-
liti, le angosce, le gioie e le speranze del popolo della promessa. Con Lei scoprì sé
stesso come Figlio del santo popolo fedele di Dio.
Ha saputo custodire gli albori della prima comunità cristiana, e così ha imparato ad
essere madre di una moltitudine. Si è avvicinata alle situazioni più diverse per semi-
nare speranza. Ha accompagnato le croci caricate nel silenzio del cuore dei suoi figli.
Maria ci ha dato il calore materno, quello che ci avvolge in mezzo alle difficoltà; il
calore materno che permette che niente e nessuno spenga in seno alla Chiesa la rivo-
luzione della tenerezza inaugurata dal suo Figlio. Dove c’è una madre, c’è tenerezza.
E Maria con la sua maternità ci mostra che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei
deboli ma dei forti.
[ Omelia Papa Francesco]
Nicolas Lebègue - Noël pour l’amour de Marie—Pietro Cattaneo
13
E te ne vai, Maria, fra l’altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.
Sai che fra un’ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.
Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.
Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente.
[ Da La Buona Novella— F. de Andrè]
IV L’amore materno
14
15
Se fai entrare Dio, lo seguiranno gioia e armonia
Vorrei soffermarmi soprattutto sulla gioia. La vera gioia che si speri-
menta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito.
È una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare
la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della
vita. Ma alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amo-
re accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la
porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia per-
de l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece
la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la
comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito
per tutta la società.
È vicino il Natale, è vicino il Signore! È vicino il Natale, è vicino il
Signore. E il Signore quando è nato era lì, in quella mangiatoia,
nessuno se ne accorgeva che era Dio
Il Natale ci rivela l’amore immenso di Dio per l’umanità. Da qui l’entu-
siasmo, la speranza di noi cristiani, che nella nostra povertà sappiamo
di essere amati, di essere visitati, di essere accompagnati da Dio; e
guardiamo al mondo e alla storia come il luogo in cui camminare insie-
me con Lui verso i cieli nuovi e la terra nuova. Con la nascita di Gesù
nasce una promessa nuova, nasce un mondo nuovo, un mondo che po-
trà essere sempre rinnovato.
Angelus, tempo di Natale– Papa Francesco
V La famiglia
16
La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda,
e vede i due miracoli più belli che ha fatto:
donare la vita e donare l’amore.
(SanGiovanni Paolo II)
Braccia aperte incontro a chi viene.
Braccia tese verso chi da solo se ne va
rialzano e sostengono chi cade e chi sale
in famiglia è così che si fa.
In famiglia si sta l’uno per l’altro,
in famiglia si dà senza “però”,
l’abbraccio poi si allarga e va, e va al di là di noi,
in famiglia il mondo intero ci sta.
Braccia forti per incoraggiare.
Braccia che ti accolgono così come tu sei,
consolano e proteggono chi ha spine nel suo cuore,
in famiglia è così che si fa.
E’ una cordata che si arrampica,
tribù di mille cuori,
sa di casa e di semplicità,
di pane e di colori.
Calore di falò, calore nel freddo di un igloo,
avvolge l’universo e un po’ di più.
[ In Famiglia—Gen Verde]
17
18
Grazie a chi ci ospita,
Grazie a tutti i membri del coro,
A chi ha prestato le mani per dirigere
A chi ha dato le mani per suonare,
A chi ha fornito i testi,
A chi ha donato il suo tempo per questo pro-
getto
Grazie a chi ci ascolta,
a chi vive con lo stesso entusiasmo
le nostre stesse emozioni.
Di tutto Cuore:
19
L'amore ha tutto in ogni cosa

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L'amore ha tutto in ogni cosa

  • 2. 2 MaryMcDonald GodofGlory,LordofLove L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuole amare, si ama; quando si vuole amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. (Charles de Foucauld)
  • 3. 3 God of Glory, Lord of Love Hear us from Your heavn’ly home above. You’re the Way, Truth and Life; Lead us from our earthly strife. GodofPower,Lordof Grace,inthisHour We seek Your Holy face. Master, Saviour, dearest friends Keep us to the end God of love, God of lights, May we walk forever in Your sight God of life, Lord of all Lord to You we offer our life, our all Lord, forever be our Guide, Safely in Your arms abide Lead us Lord from the earth to Heav’n Our sin’s for giv’n Now our Lord we pray Bless our Church this Holy day Joyful songs we raise! Unto God, our hymn of prise of prise! God for love, God of lights May we walk forever in Your sight! God of life , Lord of all Lord to You, we give our life, our all! Lord to You, we give our life, our all! God of glory, Lord of love. Dio della Gloria, Signore dell’Amore, Ascoltaci dalla tua casa celeste, Tu sei Via, Verità e Vita; Guidaci attraverso le difficoltà terrene. Dio di Giustizia, Signore della Grazia, inquest’oranoicerchiamoiltuoSantovolto Maestro, Salvatore, migliore amico, conservaci sino alla fine. Dio d’Amore e della Luce Lasciaci camminare davanti a Te Signore della vita, Dio dell’immensità Signore, a te noi offriamo la nostra vita, il nostro tutto. Sia tu sempre la nostra Guida, Protetti dalle tue braccia, conducici dalla terra al Paradiso Anche se I nostri peccati sono perdonati, ora Signore, noi preghiamo: Benedici la nostra Chiesa in questo giorno Santo, canti di gioia innalziamo! A Dio un inno di preghiera! Dio dell’amore, Signore della Luce! Lasciaci camminare davanti a Te! Dio della vita, Signore dell’universo Signore, a te diamo la nostra Vita, il nostro tutto. Dio della Gloria, Signore dell’Amore.
  • 4. 4 “omnia vincit amor” L’amore vince tutto. Quando si vive l’amore a fondo si sente e si tocca Dio ed è l’unico istante in cui su questa povera terra si può dire con esultanza “per sempre”. L’amore è sempre primavera!...Non c’è medicina più potente di un autentico amore. Tutto si ricompone, si vivifica; e colui che minacciava di isterilirsi in una melanconia vuota, riparte con slancio come se la vita ricominciasse a pulsare nelle vene… L’amore, il vero, è il tocco di Dio nel cuore dell’uomo. Sì, l’amore vince tutto e sempre! Vince anche le cose orribili!...Ebbene l’amo- re di Gesù trasforma l’orribile in sublime, la sua accettazione, la sua umiltà, la sua mansuetudine cambiano l’aspetto delle cose e il quadro più osceno della storia diven- ta il quadro più bello, più dolce, più grandioso, più esemplare, più affascinante di un Dio che il mondo perdona e sorride all’uomo suo uccisore. Solo l’amore ha tanto potere di trasformazione, di sublimazione, di redenzione, di fecondità, di vita in cielo e in terra! Solo l’amore ha il primato su ogni cosa e può sostituire ogni cosa, toccan- do l’irraggiungibile per l’uomo sulla terra: la perfezione…la carità è il vincolo della perfezione (col. 3,14). Saper trasformare in amore tutto ciò che mi capiterà ad imita- zione di Gesú: ecco una vita degna di essere vissuta giacché ciò che conta è amare. Quando incontrerò un fratello che nella mia vita passata mi ha fatto soffrire calun- niandomi e dicendo di me ogni sorta di mali, io lo amerò e amandolo trasformerò in bene il male fattomi perché ciò che conta è amare. Quando mi toccherà vivere con uomini che non la pensano come me, che si dicono nemici della mia fede, io li amerò e amandoli metterò nel mio e nel loro cuore il principio possibile di un dialogo futuro perché ciò che conta è amare. Quando entrerò in un mercato per comperare qualcosa - vestito o cibo per me - penserò ai miei fratelli piú poveri, a quelli che hanno fame e sono ignudi e mi farò regolare da quel pensiero negli acquisti, sforzandomi per amore di essere stretto con me e largo per essi perché ciò che conta è amare. Quando vedrò la devastazione del tempo sul mio corpo e l'avvicinarsi dell'orribile vecchiaia, io cercherò d'amare di piú per trasformare con l'amore la piú fredda stagione della vita in un dono totale di me nell'avvicinarsi imminente dell'olocau- sto perché ciò che conta è amare. Quando verrà la sera della mia vita o sull'asfalto in un incidente di strada o nell'angoscia di una malattia mortale o nei corridoi di un freddo ricovero di vec- chi sentirò avvicinarsi la fine, io mi afferrerò ancora e solo all'amore sforzandomi di accettare gioiosamente il passaggio voluto da Dio perché ciò che conta è ama- re. [ da : Ciò che conta è amare di Carlo Carretto ]
  • 5. 5 LOVEIS KarenDillan(trad.SuorNoemi) Alcuni dicono che l’amore è un fiume che scorre senza posa. Alcuni dicono che l’amore è una lama che lascia il tuo cuore sanguinare. Alcuni dicono che l’amore è una fame e un dolore senza fine. Io dico che l’amore è un fiore e tu che è solo un seme! E’ un cuore timoroso di rompersi che non impara mai a morire, E’ un sogno timoroso del risveglio che non corre mai il rischio. E’ colui che non sarà coinvolto, che non saprà dare. E l’anima che ha paura di morire non imparerà mai a vivere. Quando la notte è stata così solitaria e la strada troppo lunga e tu pensi che l’amore sia solo per i fortunati e i forti, allora ricordati: in inverno, sotto quel poco di neve, giace quel seme che l’amore del sole, in primavera, farà divenire una rosa. Some say love it is a river that runs extendenly, some say love it is a raiser that leaves your soul to bleed, some say love it is a hunger an endless aching need. I say love is a flower and you it's only seed; it is a heart afraid of breaking, that never learns to die. It is a dream afraid of waking, that never takes the chance. It is the one who won't be taken, who cannot seem to give. And the soul afraid of diing, that never learns to live. When the night has been too lonely, and the road has been too long, and you think that love it is only for the lucky and the strong, just remember : in winter,underneath the bit of snow, lies the seed that with the sun's love, in spring, becomes the rose. I l’amore di Dio
  • 6. 6 For the beauty of the earth For the beauty of the skyes For the love wich from our birth Over and around us lies Over and around us lies Lord of all to thee we raise This our joy ful hymn of praise For the beauty of the hour Of the day and of the night Hill and vale And tree and flower Sun and moon and stars of light Lord of all to thee we raise This our joy ful hymn of praise For the joy of human love Brother, sister, parent, child Friends on earth And friends above For a gentle Thoughts and mild For a gentle Thoughts and mild Lord of all to thee we raise This our joy ful hymn of praise For each perfect gift of thine To our race so freely given Graces human and divine Flow'rs of earth and buds of heav'n Flow'rs of earth and buds of heav'n Lord of all to thee we raise This our joyful hymn, our joy ful hymn of praise This our joyful hymn of praise Per la bellezza della terra, Per l’immensità dei cieli, Per l'amore che dalla nostra nascita ci circonda, Signore di tutti, a te eleviamo Questo nostro inno di lode riconoscente. Per la bellezza di ogni ora del giorno e della notte, di montagne e valli, alberi e fiori, Del sole, della luna e delle stelle luminose, Signore di tutti, a te eleviamo Questo nostro inno di lode riconoscente. Per la gioia dell'amore umano, Fratello, sorella, genitore, figlio, Amici della terra, e gli amici di cui sopra, Per i pensieri puri e miti Signore di tutti, a te eleviamo Questo nostro inno di lode riconoscente. Per ogni tuo dono perfetto Per averci creato liberi Grazie umana e divina, Fiori e boccioli di terra del cielo, Signore di tutti, a te eleviamo Questo nostro gioioso inno di lode riconoscente. J. RutterJ. Rutter——For the beauty of the earthFor the beauty of the earth
  • 7. 7 Sesapraistarmivicino, epotremo esserediversi, seilsoleillumineràentrambi senzachelenostreombresisovrappongano, seriusciremo ad essere“noi” in mezzo al mondo einsiemeal mondo, piangere, ridere,vivere. Seognigiorno saràscoprirequello chesiamo enon il ricordo di come eravamo, sesapremo darcil’un l’altro senzasaperechisarà ilprimo echil’ultimo seiltuo corpo canteràcon il mio perchéinsieme ègioia… Allorasaràamore enon saràstatovano aspettarsi tanto. (Pablo Neruda) II Amore sponsale Thomas Tallis - If ye love me - Pietro Cattaneo
  • 8. 8 «Ti amo» – disse il Piccolo Principe. «Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa. Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. – «Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Si- gnifica cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia. Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo che ci manca qualcosa.» Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a se- conda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi. Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diver- so da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante. Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le moti- vazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, an- che quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disin- teressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza. Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha soffer- to per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cam- bio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza.
  • 9. 9 Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, per- ché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi signi- fica sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri. Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compa- gnia. Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tor- mente né con gli inverni. Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ri- cambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi ama- re. J.S.Bach - Liebster Jesu, wir sind hier BWV 731—Pietro Cattaneo
  • 10. 10 Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente den- tro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra stranie- ra, dove mi pareva di udire la tua voce dall'alto che diceva: « lo sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu a essere trasformato in me ». Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per go-dere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il « mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù » ( 1 Tm 2, 5 ), « che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli »(Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: « lo sono la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6) ; e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché « il Verbo si è fatto carne»(Gv1, 14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini. Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi av- ventavo sulle cose belle da te create. Eri con me e io non ero con te. Mi tene- vano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esi- sterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace. [Dalle « Confessioni » di sant'Agostino, vescovo.]
  • 11. 11 1. E giunse la sera dell'ultima cena In cui ti chinasti lavandoci i piedi. Poi ti donasti nel pane e nel vino, ci rivelasti l'amore del Padre. E noi stupiti a veder le tue mani piegate a servire, mentre il tuo sguardo diceva: Rit: Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Amate sino alla fine, fate questo in memoria di me. 2. E fu pieno giorno lassù sul calvario, e noi ti vedemmo straziato sul legno. Tutto attirasti, elevato da terra, figli ci hai reso nel cuore trafitto. E noi impauriti a veder le tue mani ferite d'amore, mentre il tuo sguardo diceva: Rit. 3. E venne il mattino di grazia al sepolcro e fu grande gioia alla luce di Pasqua: ''Dite ai fratelli che sono risorto! Lo Spirito Santo vi confermerà!'' E noi, rinati, al veder le tue mani splendenti di luce, mentre il tuo sguardo diceva: Rit. III Amore oblativo
  • 12. 12 Quando l’ho messo al mondo sapevo già quale sarebbe stato il suo destino: morire per salvare l’umanità… ma… non si è mai preparati alla sofferenza ealdoloredelpropriofiglio. Le madri sono l’antidoto più forte contro le nostre tendenze individualistiche ed egoistiche, contro le nostre chiusure e apatie. Una società senza madri sarebbe non soltanto una società fredda, ma una società che ha perduto il cuore, che ha perduto il “sapore di famiglia”. Una società senza madri sarebbe una società senza pietà, che ha lasciato il posto soltanto al calcolo e alla speculazione. Perché le madri, perfino nei momenti peggiori, sanno testimoniare la tenerezza, la dedizione incondizionata, la forza della speranza. Ho imparato molto da quelle madri che, avendo i figli in carcere o prostrati in un letto di ospedale o soggiogati dalla schiavitù della droga, col freddo e il caldo, con la pioggia e la siccità, non si arrendono e continuano a lottare per dare loro il meglio. O quelle madri che, nei campi-profughi, o addirittura in mezzo alla guerra, riescono ad abbracciare e a sostenere senza vacillare la sofferenza dei loro figli. Ma- dri che danno letteralmente la vita perché nessuno dei figli si perda. Dove c’è la ma- dre c’è unità, c’è appartenenza, appartenenza di figli. Nei Vangeli, Maria appare come donna di poche parole, senza grandi discorsi né protagonismi, ma con uno sguardo attento che sa custodire la vita e la missione del suo Figlio e, perciò, di tutto quello che Lui ama. Dal suo grembo imparò ad ascoltare il battito del cuore di suo Figlio. Que- sto le insegnò, per tutta la sua vita, a scoprire il palpitare di Dio nella storia. Imparò ad essere madre e, in quell’apprendistato, donò a Gesù la bella esperienza di sapersi Figlio. In Maria, il Verbo eterno non soltanto si fece carne ma imparò a riconoscere la tenerezza materna di Dio. Con Maria, il Dio-Bambino imparò ad ascoltare gli ane- liti, le angosce, le gioie e le speranze del popolo della promessa. Con Lei scoprì sé stesso come Figlio del santo popolo fedele di Dio. Ha saputo custodire gli albori della prima comunità cristiana, e così ha imparato ad essere madre di una moltitudine. Si è avvicinata alle situazioni più diverse per semi- nare speranza. Ha accompagnato le croci caricate nel silenzio del cuore dei suoi figli. Maria ci ha dato il calore materno, quello che ci avvolge in mezzo alle difficoltà; il calore materno che permette che niente e nessuno spenga in seno alla Chiesa la rivo- luzione della tenerezza inaugurata dal suo Figlio. Dove c’è una madre, c’è tenerezza. E Maria con la sua maternità ci mostra che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti. [ Omelia Papa Francesco] Nicolas Lebègue - Noël pour l’amour de Marie—Pietro Cattaneo
  • 13. 13 E te ne vai, Maria, fra l’altra gente che si raccoglie intorno al tuo passare, siepe di sguardi che non fanno male nella stagione di essere madre. Sai che fra un’ora forse piangerai poi la tua mano nasconderà un sorriso: gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso. Ave Maria, adesso che sei donna, ave alle donne come te, Maria, femmine un giorno per un nuovo amore povero o ricco, umile o Messia. Femmine un giorno e poi madri per sempre nella stagione che stagioni non sente. [ Da La Buona Novella— F. de Andrè] IV L’amore materno
  • 14. 14
  • 15. 15 Se fai entrare Dio, lo seguiranno gioia e armonia Vorrei soffermarmi soprattutto sulla gioia. La vera gioia che si speri- menta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. È una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amo- re accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia per- de l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. È vicino il Natale, è vicino il Signore! È vicino il Natale, è vicino il Signore. E il Signore quando è nato era lì, in quella mangiatoia, nessuno se ne accorgeva che era Dio Il Natale ci rivela l’amore immenso di Dio per l’umanità. Da qui l’entu- siasmo, la speranza di noi cristiani, che nella nostra povertà sappiamo di essere amati, di essere visitati, di essere accompagnati da Dio; e guardiamo al mondo e alla storia come il luogo in cui camminare insie- me con Lui verso i cieli nuovi e la terra nuova. Con la nascita di Gesù nasce una promessa nuova, nasce un mondo nuovo, un mondo che po- trà essere sempre rinnovato. Angelus, tempo di Natale– Papa Francesco V La famiglia
  • 16. 16 La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita e donare l’amore. (SanGiovanni Paolo II) Braccia aperte incontro a chi viene. Braccia tese verso chi da solo se ne va rialzano e sostengono chi cade e chi sale in famiglia è così che si fa. In famiglia si sta l’uno per l’altro, in famiglia si dà senza “però”, l’abbraccio poi si allarga e va, e va al di là di noi, in famiglia il mondo intero ci sta. Braccia forti per incoraggiare. Braccia che ti accolgono così come tu sei, consolano e proteggono chi ha spine nel suo cuore, in famiglia è così che si fa. E’ una cordata che si arrampica, tribù di mille cuori, sa di casa e di semplicità, di pane e di colori. Calore di falò, calore nel freddo di un igloo, avvolge l’universo e un po’ di più. [ In Famiglia—Gen Verde]
  • 17. 17
  • 18. 18 Grazie a chi ci ospita, Grazie a tutti i membri del coro, A chi ha prestato le mani per dirigere A chi ha dato le mani per suonare, A chi ha fornito i testi, A chi ha donato il suo tempo per questo pro- getto Grazie a chi ci ascolta, a chi vive con lo stesso entusiasmo le nostre stesse emozioni. Di tutto Cuore:
  • 19. 19