1. RELAZIONE SUL GIORNO DEL
RICORDO
Il Giorno del Ricordo è una commemorazione che ricade tutti gli
anni il 10 febbraio 2013 ed è stata istituita nel 2004; si festeggia il
10 febbraio, poiché in questa data del 1947 viene firmato il
trattato di pace tra Italia e Jugoslavia che sancisce i confini tra i
due stati e la fine delle discriminazioni.
In questo giorno si ricordano i circa 10/12 mila italiani (secondo
gli slavi non sono più di 5.000), che furono uccisi nelle foibe, tra il
1943-46 in Jugoslavia, dai partigiani slavi. Si ricordano inoltre i
350.000 profughi, che riuscirono a scappare, ma all’ arrivo in
Italia furono accolti come dei fascisti da parte dei comunisti.
Le foibe (derivazione latina) sono delle voragini, cioè delle fosse
naturali che si aprono per il passaggio di acque sotterranee,
situate nelle zone della Dalmazia, del Carso, dell’ Istria e della
Venezia Giulia. Queste zone, attorno al 1947 appartenevano alla
Jugoslavia, mentre adesso queste sono della Slovenia e della
Croazia. Qui in passato c’erano delle forti minoranze di
popolazione italiana.
L’uccisione dei circa 10.000 italiani avveniva nel modo di seguito
spiegato. Durante la notte, i partigiani slavi, massacravano tutti
gli Italiani che trovavano in giro, poiché erano tutti considerati dei
fascisti. I prigionieri venivano legati tra di loro ai piedi e alle mani,
2. attraverso un fil di ferro che stringeva e faceva molto male e
portati vicino alla foiba attraverso sentieri di montagna. Qui i
soldati slavi sparavano al primo della fila, il quale gli era stato
legato un masso al collo, in modo che morendo e cadendo,
trascinasse tutti quelli a lui legati nella fossa che poteva essere
profonda anche 200 m. Sopra ai cadaveri i partigiani slavi
lasciavano cadere un cane, dopo averlo ucciso, poiché credevano
che in questo modo le anime delle persone uccise non potevano
uscire dalla fossa e vendicarsi per le torture subite. Torture
perché prima di mettersi in marcia per dirigersi alle foibe, i
prigionieri venivano torturati. La morte nella foiba, poteva
avvenire sul colpo, ma altri morivano anche per dissanguamento
o per fatica, dovendo dunque soffrire molto prima di morire.
Tutti questi episodi di violenza nei confronti degli Italiani
avvengono per vendetta. Infatti, dal 6 al 15 aprile 1941, i soldati
italiani, aiutati da quelli tedeschi, conquistano i territori
precedentemente citati, comportandosi da assassini. Il 28
febbraio infatti Mussolini aveva dichiarato guerra alla Grecia,
senza però ottenere successo in essa; a quel punto Hitler, alleato
con l’Italia ha mandato le sue truppe ad aiutare quelle italiane.
Per arrivare in Grecia però, l’esercito tedesco dovette passare
dalla Jugoslavia, decidendo così di conquistarla, tenendosi la
parte orientale e dando agli Italiani il controllo di quella
occidentale. Qui i vennero licenziati tutti gli insegnanti di lingua
slava, venne insegnato nelle scuole l’Italiano, vennero italianizzati
i nomi delle vie e delle città, vennero distrutti villaggi, violentate
donne, uccisi bambini e creati campi di concentramento dove
vengono fatte morire tantissime persone, indifferentemente
3. dall’età. Gli Slavi, esasperati, decidono dunque di vendicarsi e non
andare più per il sottile, prendendosela con gli Italiani presenti
nella zona occidentale della Jugoslavia.
Questo giorno è poco conosciuto, perché tutti in questa storia
hanno commesso dei crimini e dunque per convenienza se ne
parla poco. La destra italiana, infatti, avrebbe dovuto ammettere
le colpe del fascismo mentre la sinistra italiana avrebbe dovuto
ammettere la complicità con l’esercito slavo negli episodi di
infoibamento. Tanto è vero che, anche da quando è stata
introdotta la commemorazione, si ricordano soltanto i crimini
attuati contro gli Italiani e non quelli da essi commessi.
Questo giorno è meno conosciuto rispetto a quello della memoria
soprattutto per il numero di vittime (oltre che per le cose
precedentemente citate), ma non è meno importante, poiché ci
sono state vittime e queste vittime sono morte in episodi razziali
e vendicativi che non dovrebbero mai succedere.
Mattia Gandini 1^c