1. LA MODA DEI
BORGHESI
B U R G I O A G A T A , C A R U S O N A T A L I A , C O S T A V I O L A , M A G R Ì A R I A N N A ,
A R D I N I A L E S S A N D R O , F E R R A R O P I E T R O
2. CARATTERISTICHE GENERALI
• Caratteristica di questo modo di vestire era la semplicità delle forme e dei tagli, la
comodità dei materiali e dei modelli, la sobrietà delle decorazioni: uomini e donne
indossavano entrambi tuniche e mantelli lunghi fino a terra, con maniche lunghe e
larghe fino a coprire le mani.
• Vi erano sostanziali differenze tra l’abbigliamento nobile e quello popolano: i nobili erano
“vestiti dall’autorità divina” e quindi indossavano stoffe pregiate ed accessori di ogni
genere (mantelli, veli, guanti e copricapi a punta); il popolo spesso non indossava mantello
né calzature complesse ma semplicemente delle suole cucite sotto le calzebrache.
3. MODA FEMMINILE
• le camicie delle donne erano prive di bottoni e
tasche; sopra di essa indossavano la tunica, un abito
lungo di tradizione bizantina con maniche molto
larghe; spesso praticavano dei lunghi spacchi sulla
tunica per lasciare intravedere la camicia sottostante
di colore diverso.
• indossavano abiti stretti che rialzavano il petto
contenuto, nonché veli e copricapi in grado di celare
i capelli; le loro tuniche erano confezionate in
zendàli seta simile al taffetà), broccati (velluti
impreziositi da fili d’argento e oro), e applicazioni di
perle e pietre preziose.
• Le donne preferivano scarpe basse chiuse alla
caviglia o allacciate con un passante; dalla Francia si
diffonde l’uso della pantofola.
4. ACCESSORI
FEMMINILI
• Accessori fondamentali erano i copricapi, come la
diffusissima corona turrita, una fascia circolare su
cui si appoggiavano merli con applicazioni di
pietre e perle. I loro capelli erano sempre
acconciati, anche se non eccessivamente:
un’acconciatura comune era realizzata con bende
o nastri, detti anche intrezatorium, che venivano
intrecciati nei capelli. Un copricapo famoso fu
l’hennin a forma di cono rigido, in velluto o in
seta, al cui vertice veniva applicato un velo o un
pizzo; le fate delle fiabe di origine medievale
vengono infatti tutt’oggi raffigurate così
5. MODA MASCHILE
• la tunica degli uomini poteva avere diverse lunghezze. Era
priva di bottoni e prevedeva una scollatura a punta sul
davanti; sopra la tunica vi infilavano la guarnacca, una
sopraveste senza maniche o con maniche lunghe con uno
spacco sotto l’ascella o gomito, con cinture di vario tipo in
metallo o corda, un capo della quale pendeva fino all’orlo;
l’unica prerogativa in più che l’uomo aveva era l’utilizzo dei
pantaloni (brache).
• Le scarpe per gli uomini potevano essere a punta o a forma
quadrata nell’estremità, diffusi erano gli stivaletti in pelle alti
al polpaccio
6. ACCESSORI
MASCHILI
• Accessori importanti nella moda maschile erano
le borse realizzate in cuoio, in forma
rettangolare (scarselle), trapezoidale
(elemosiniera), a forma di bisaccia, tipologia
particolarmente usata dai pellegrini in viaggio, o
sotto forma di eleganti valigie per la clientela
raffinata. Le scarselle venivano legate alle cinture,
confezionate in cuoio con applicazioni
Tuttavia mai borse o bisacce venivano portate
direttamente in cintura: le prime erano messe a
tracolla mentre le seconde erano spesso
alla vista.
7. GLI ELEMENTI DISTINTIVI
DELLA CLASSE NOBILIARE
• erano concentrati in particolar modo sull’oggettistica,
gioielli pregiati con forme e colori elaborati, nonché
sui tessuti decorati, damascati e lavorati con molta
cura. Questi ultimi venivano raccolti e raffinati dalle
donne del popolo, mentre le dame si dedicavano alla
tessitura ed al ricamo nel tempo libero.
8. STOFFE
• Le stoffe più diffuse in quell’epoca erano il lino,
la canapa e il fustagno (misto di lino e cotone):
mentre il primo veniva impiegato in lenzuola e
camice, la seconda era utilizzata per gli abiti da
lavoro e le fodere (grazie alla sia grande
resistenza); infine, il fustagno era molto
apprezzato sia per gli abiti che per il
complemento d’arredo. Non mancavano
comunque vesti di cotone e lana.
9. I COLORI
• I colori erano un elemento molto importante e curato
nell’abbigliamento: più un tessuto era luminoso e
decorato, più era ritenuto lussuoso e prestigioso; per
questa ragione spesso venivano preferiti i colori caldi e
vivaci, lasciando le tinte scure al popolo; infatti alcuni
colori come il verde erano adoperati esclusivamente degli
esponenti dei ceti alti, cortigiani e signori.
• Chi poteva, invece, indossava abiti dai colori decisi: il più
prezioso era lo scarlatto, il morello era un colore paonazzo
scuro, il lionato (giallo fulvo) era molto ricercato e
l’alessandrino (azzurro screziato) andava per la maggiore.
10. ED IN FINE…
• Questo quasi eccessivo sfarzo da
parte del ceto nobiliare rese famose
in tutta Europa le corti palermitana e
messinese per i loro tessuti ricamati
con le pietre preziose che venivano
applicate sulle tuniche e sui mantelli.
Le tecniche di lavorazione erano
segrete, condizione essenziale
affinché i manufatti fossero
considerati “esclusivi”; gli stessi
tessitori, considerati alla pari degli
artisti, erano chiamati a preservare il
“mistero” delle raffinate ed antiche
tecniche. Grazie al loro prestigio
arrivarono a colmare il guardaroba
reale di tuniche in seta, mantelli
ricamati in oro, perle, filigrane e
smalti.