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LA MISURAZIONE DEL
BENESSERE OLTRE IL PIL
Francesco Balducci
f.balducci@univpm.it
La misurazione del benessere
e le linee guida internazionali
•  “Easterlin Paradox” (Easterlin, 1974)
•  Sviluppo Sostenibile (World Commission on Environment and Development, 1986)
•  Human Development Index, Agenda 21 (United Nations, 1992)

•  Commission on the Measurement of Economic Performance and social Progress (Stigliz, Sen,
     Fitoussi, 2009)
•    Conferenza Istituti di Statistica nazionali (“Sofia Memorandum”, 2010)
•    Statistics for sustainable Development (OECD-Eurostat, 2010)
•    Inequality-Adjusted Human Development Index IA-HDI (United Nations, 2010)
•    GDP and beyond (EU, 2010)

     Elementi chiave:
        •  dalla misura della produzione economica a quella del benessere
        •  estendere il PIL alle dimensioni ambientali e sociali
        •  attenzione ai temi della distribuzione e delle disuguaglianze
        •  utilizzare reddito disponibile e consumi delle famiglie
        •  valutare ricchezza e patrimonio in aggiunta al reddito
Il concetto di benessere
•  Benessere multidimensionale e complesso
  •  Standard di vita“materiale”: reddito, consumi, ricchezza
  •  Salute (personale e familiare)
  •  Istruzione
  •  Vita familiare: matrimonio duraturo, figli e relazioni
  •  Attività personali e lavoro
  •  Libertà di espressione e partecipazione politica
  •  Relazioni sociali
  •  Ambiente (condizioni presenti e future)
  •  Sicurezza
•  Teoria utilitarista: soddisfacimento dei bisogni individuali.
•  Amartya Sen: dalla quantità di beni e servizi utili a soddisfare i bisogni
 dell’uomo, ai concetti di funzionamenti, libertà e capacità.
  •  Possibilità di adoperarsi per il proprio benessere.
I limiti del PIL come misura del benessere
•  Si trascurano le attività produttive di beni o servizi che non
   passano attraverso il meccanismo di mercato.
•  Indicatore aggregato: non si considera la distribuzione di risorse
   fra individui.
•  Si misurano soltanto i flussi di reddito prodotti e non gli stock di
   patrimonio e di risorse accumulati.
•  Problemi riferiti all’utilizzo del sistema dei prezzi: esternalità e
   corretta valutazione dei beni da parte della società, riconoscimento
   della qualità.
La ricerca di indicatori di benessere alternativi
  •  Oggettivi
       Correttivi del PIL
       (MEW - Nordhaus e Tobin, 1972; ISEW - Cobb e Daly, 1989)
         •  Misure aggregate e di facile lettura, confrontabili con PIL e
            statistiche ufficiali
         •  Ricorso ai prezzi, criticità metodologiche e carenza dati

       Compositi
       (HDI-UN, 1992; IEWB - Osberg and Sharpe, 2002; GS-World Bank, 2005)
         •  Batterie di indicatori “parziali”, maggiore specificità
         •  Difficile interpretazione congiunta dei risultati, arbitrarietà nelle
            procedure di aggregazione
         •  BES (ISTAT) e Gross National Happiness (GNH)

  •  Soggettivi
    (Khaneman et al. 2004, Clark et al. 2007; Frey, 2002; Ferrer-i-Carbonnel, 2005)
         •  Analisi delle determinanti del benessere individuale e studio dei
           concetti di happiness e qualità della vita
Indicatori di benessere soggettivi
•  Approccio microeconomico: indagini individuali, risposte ordinali.
  “Complessivamente, quanto ti ritieni soddisfatto della tua vita (o del tuo lavoro, della
    condizione di salute, ecc.)?”
  “Nel complesso, puoi affermare di essere: molto felice, abbastanza felice, o non molto
    felice?”

•  “Felicità oggettiva” (Neuronomics, Khaneman et al. 2004), tramite studio
   delle risposte cerebrali
•  Limiti:
  •  difficile generalizzazione del campione (es. per confronti internazionali),
  •  validità e affidabilità delle risposte (capacità di quantificare la condizione
     individuale o di valutare su scala ordinale)
  •  contesto di riferimento e momento in cui la ricerca viene effettuata
  •  struttura del questionario, ordine delle domande, ecc…
Le determinanti della felicità
secondo l’approccio degli indicatori soggettivi
•  Relazione con il reddito: “Easterlin Paradox” (1974; 1995)
   •  A livello individuale esiste una correlazione positiva per bassi livelli di
      reddito, e assenza di correlazione per livelli alti
   •  Confronto fra paesi one point in time: correlazione elevata per bassi livelli
      di reddito, fino ad un valore soglia (oltre: assenza di correlazione)
     •  Felicità derivante dal soddisfacimento dei bisogni essenziali; oltre la soglia di
       reddito intervengono altri elementi preponderanti

  •  A livello aggregato, nel tempo, la felicità riportata non cresce
    all’aumentare del reddito:
     •  USA: nel periodo 1972-1993 il PIL pro-capite era aumentato del 30% mentre la
        “felicità” non era aumentata affatto
     •  Giappone: aumento del PIL di cinque volte dal 1958 al 1991, tasso di felicità
        costante
Il paradosso di Easterlin
        Reddito e media valutazioni individuali sulla felicità




Reddito e percentuale di individui che si dichiarano “molto soddisfatti”
10




Le risposte al paradosso di Easterlin
•  Importanza del reddito relativo (Easterlin, 1995; Ferrer-i-
  Carbonnel, 2005)

•  Evoluzione delle preferenze e delle aspirazioni (Hirschman:
  benessere nel passaggio fra condizioni), “insaziabilità”

•  Adattamento a standard di consumo superiori (es. studi su
  vincitori di lotterie, Brickman, 1978); set-point theory

•  Critiche nel metodo (variabili omesse, scala limitata per
  riportare i valori di happiness) e nei risultati (paradosso non
  verificato nei paesi Europei, Stevenson e Wolfers, 2008)
La relazione con altre variabili economiche
  •  Il ruolo del lavoro: la disoccupazione
      •  Altri fattori: perdita di autostima, ansia, depressione, disapprovazione
         sociale
  •  Inflazione
      •  Perdita di potere d’acquisto, riduzione del prestigio nazionale e della
         fiducia nel futuro economico del paese
  •  Disuguaglianze di reddito e povertà
     •  Correlazione negativa con la felicità significativa in Europa (inferiore
        mobilità sociale), non significativa negli USA
     •  Relazione verificata per specifici gruppi: i poveri, persone ricche di
        estrazione politica democratica negli USA (Alesina, Di Tella e
        MacCulloch, 2001)
  •  Aspetti istituzionali
     •  Libertà politica e di espressione importante nei paesi ricchi, ma non
        nei paesi poveri; viceversa per la libertà commerciale
La relazione con variabili non economiche

  •  Significativa correlazione fra felicità e salute: importanza
     del cambiamento nelle condizioni individuali (non
     verificata la set-point theory)
  •  Condizioni familiari: relazione positiva con il fatto di
     essere coniugati, con la durata del matrimonio e con la
     presenza di figli
  •  Età: relazione U-shaped, minimo durante i quaranta anni
  •  Importanza di norme sociali, valori e principi. Ruolo
     dell’altruismo (es. volontariato, open source software ecc.)
Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)
Cobb e Daly (1989): gli ambiti di intervento (I)
         ISEW = CISEW + IISEW + GISEW + W - D - E - N

   •  Ponderazione dei consumi privati sulla base della
      disuguaglianza distributiva.
   •  Si aggiungono degli elementi positivi che contribuiscono al
      benessere ma che non sono conteggiati tramite il meccanismo
      di mercato (W).
     •  Valutazione positiva dell’utilità derivante dal lavoro domestico e
        dall’uso del tempo libero che, in generale, non viene remunerata
        dal mercato.
     •  Si valuta il servizio reso negli anni dai beni durevoli (es.
        elettrodomestici, automobili) o offerti dal settore pubblico (es.
        l’istruzione o la sanità) anziché la spesa per l’acquisto di essi
Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)
Cobb e Daly (1989): gli ambiti di intervento (II)
•  Si sottraggono alcuni capitoli di spesa che producono dei costi
 per la collettività:
  •  Costi ambientali correnti (E): inquinamento idrico,
     acustico, atmosferico, perdita di aree naturali e agricole.
  •  Deterioramento degli stock di “capitale naturale” (N): danni
     ambientali a lungo termine, esaurimento di risorse non
     rinnovabili.
  •  Incidenti stradali, costi del pendolarismo,
  •  Si sottrae la componente di spese difensive (D), ovvero quelle
     spese “indotte” dal contesto di riferimento, ma non utili ad
     incrementare effettivamente il livello di benessere.
Principali componenti in sottrazione e addizione
(quota percentuale sul valore totale dell’ISEW)
Alcuni esempi di intervento: effetti prevalenti di risposta da
parte degli indicatori

                                                                       PIL   ISEW
Maggiore equità distributiva                                                  +
Riduzione dell’inquinamento e del consumo di risorse non rinnovabili          +
Aumento della produzione a forte impatto ambientale                    +      -
Incremento delle spese connesse agli incidenti stradali                +      -
Aumento del tempo libero e del lavoro domestico                        (-)    +
Ristrutturazione di edifici secondo criteri di risparmio energetico    +      +
Incentivi all’espansione dell’edilizia in aree naturali                +      -
Indicazioni di policy:
che cosa favorisce il benessere misurato dall’ISEW?
•  Politica volta alla riduzione delle disparità di reddito
•  Politiche ambientali: riduzione delle emissioni di inquinanti,
   limitare l’urbanizzazione che causi perdita di terreni agricoli e aree
   naturali e il consumo di risorse non rinnovabili
•  Riduzione degli incidenti stradali e dei costi connessi al
   pendolarismo
•  Riconoscimento del valore del tempo libero dedicato al lavoro
   domestico e “all’autoproduzione” di servizi e beni
•  Incremento del ciclo di vita medio dei prodotti
•  Incremento della spesa pubblica in istruzione, sanità, ambiente,
   a carattere non difensivo (es. spese preventive)
Conclusioni e sviluppi di ricerca

•  Studio degli indicatori soggettivi per comprendere le determinanti del
   benessere a livello individuale
•  Consenso e omogeneità nella struttura e nella metodologia
•  Sviluppare disponibilità di dati di base
•  Sviluppare ricerca sulla valutazione economica delle esternalità
   (valutazione contingente, willingness to pay)

•  Work in progress:
   •  Valutare più indici di disuguaglianza e povertà
   •  Applicazione a tutte le regioni italiane

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La misurazione del benessere oltre il PIL

  • 1. LA MISURAZIONE DEL BENESSERE OLTRE IL PIL Francesco Balducci f.balducci@univpm.it
  • 2. La misurazione del benessere e le linee guida internazionali •  “Easterlin Paradox” (Easterlin, 1974) •  Sviluppo Sostenibile (World Commission on Environment and Development, 1986) •  Human Development Index, Agenda 21 (United Nations, 1992) •  Commission on the Measurement of Economic Performance and social Progress (Stigliz, Sen, Fitoussi, 2009) •  Conferenza Istituti di Statistica nazionali (“Sofia Memorandum”, 2010) •  Statistics for sustainable Development (OECD-Eurostat, 2010) •  Inequality-Adjusted Human Development Index IA-HDI (United Nations, 2010) •  GDP and beyond (EU, 2010) Elementi chiave: •  dalla misura della produzione economica a quella del benessere •  estendere il PIL alle dimensioni ambientali e sociali •  attenzione ai temi della distribuzione e delle disuguaglianze •  utilizzare reddito disponibile e consumi delle famiglie •  valutare ricchezza e patrimonio in aggiunta al reddito
  • 3. Il concetto di benessere •  Benessere multidimensionale e complesso •  Standard di vita“materiale”: reddito, consumi, ricchezza •  Salute (personale e familiare) •  Istruzione •  Vita familiare: matrimonio duraturo, figli e relazioni •  Attività personali e lavoro •  Libertà di espressione e partecipazione politica •  Relazioni sociali •  Ambiente (condizioni presenti e future) •  Sicurezza •  Teoria utilitarista: soddisfacimento dei bisogni individuali. •  Amartya Sen: dalla quantità di beni e servizi utili a soddisfare i bisogni dell’uomo, ai concetti di funzionamenti, libertà e capacità. •  Possibilità di adoperarsi per il proprio benessere.
  • 4. I limiti del PIL come misura del benessere •  Si trascurano le attività produttive di beni o servizi che non passano attraverso il meccanismo di mercato. •  Indicatore aggregato: non si considera la distribuzione di risorse fra individui. •  Si misurano soltanto i flussi di reddito prodotti e non gli stock di patrimonio e di risorse accumulati. •  Problemi riferiti all’utilizzo del sistema dei prezzi: esternalità e corretta valutazione dei beni da parte della società, riconoscimento della qualità.
  • 5. La ricerca di indicatori di benessere alternativi •  Oggettivi Correttivi del PIL (MEW - Nordhaus e Tobin, 1972; ISEW - Cobb e Daly, 1989) •  Misure aggregate e di facile lettura, confrontabili con PIL e statistiche ufficiali •  Ricorso ai prezzi, criticità metodologiche e carenza dati Compositi (HDI-UN, 1992; IEWB - Osberg and Sharpe, 2002; GS-World Bank, 2005) •  Batterie di indicatori “parziali”, maggiore specificità •  Difficile interpretazione congiunta dei risultati, arbitrarietà nelle procedure di aggregazione •  BES (ISTAT) e Gross National Happiness (GNH) •  Soggettivi (Khaneman et al. 2004, Clark et al. 2007; Frey, 2002; Ferrer-i-Carbonnel, 2005) •  Analisi delle determinanti del benessere individuale e studio dei concetti di happiness e qualità della vita
  • 6. Indicatori di benessere soggettivi •  Approccio microeconomico: indagini individuali, risposte ordinali. “Complessivamente, quanto ti ritieni soddisfatto della tua vita (o del tuo lavoro, della condizione di salute, ecc.)?” “Nel complesso, puoi affermare di essere: molto felice, abbastanza felice, o non molto felice?” •  “Felicità oggettiva” (Neuronomics, Khaneman et al. 2004), tramite studio delle risposte cerebrali •  Limiti: •  difficile generalizzazione del campione (es. per confronti internazionali), •  validità e affidabilità delle risposte (capacità di quantificare la condizione individuale o di valutare su scala ordinale) •  contesto di riferimento e momento in cui la ricerca viene effettuata •  struttura del questionario, ordine delle domande, ecc…
  • 7. Le determinanti della felicità secondo l’approccio degli indicatori soggettivi •  Relazione con il reddito: “Easterlin Paradox” (1974; 1995) •  A livello individuale esiste una correlazione positiva per bassi livelli di reddito, e assenza di correlazione per livelli alti •  Confronto fra paesi one point in time: correlazione elevata per bassi livelli di reddito, fino ad un valore soglia (oltre: assenza di correlazione) •  Felicità derivante dal soddisfacimento dei bisogni essenziali; oltre la soglia di reddito intervengono altri elementi preponderanti •  A livello aggregato, nel tempo, la felicità riportata non cresce all’aumentare del reddito: •  USA: nel periodo 1972-1993 il PIL pro-capite era aumentato del 30% mentre la “felicità” non era aumentata affatto •  Giappone: aumento del PIL di cinque volte dal 1958 al 1991, tasso di felicità costante
  • 8. Il paradosso di Easterlin Reddito e media valutazioni individuali sulla felicità Reddito e percentuale di individui che si dichiarano “molto soddisfatti”
  • 9.
  • 10. 10 Le risposte al paradosso di Easterlin •  Importanza del reddito relativo (Easterlin, 1995; Ferrer-i- Carbonnel, 2005) •  Evoluzione delle preferenze e delle aspirazioni (Hirschman: benessere nel passaggio fra condizioni), “insaziabilità” •  Adattamento a standard di consumo superiori (es. studi su vincitori di lotterie, Brickman, 1978); set-point theory •  Critiche nel metodo (variabili omesse, scala limitata per riportare i valori di happiness) e nei risultati (paradosso non verificato nei paesi Europei, Stevenson e Wolfers, 2008)
  • 11.
  • 12. La relazione con altre variabili economiche •  Il ruolo del lavoro: la disoccupazione •  Altri fattori: perdita di autostima, ansia, depressione, disapprovazione sociale •  Inflazione •  Perdita di potere d’acquisto, riduzione del prestigio nazionale e della fiducia nel futuro economico del paese •  Disuguaglianze di reddito e povertà •  Correlazione negativa con la felicità significativa in Europa (inferiore mobilità sociale), non significativa negli USA •  Relazione verificata per specifici gruppi: i poveri, persone ricche di estrazione politica democratica negli USA (Alesina, Di Tella e MacCulloch, 2001) •  Aspetti istituzionali •  Libertà politica e di espressione importante nei paesi ricchi, ma non nei paesi poveri; viceversa per la libertà commerciale
  • 13. La relazione con variabili non economiche •  Significativa correlazione fra felicità e salute: importanza del cambiamento nelle condizioni individuali (non verificata la set-point theory) •  Condizioni familiari: relazione positiva con il fatto di essere coniugati, con la durata del matrimonio e con la presenza di figli •  Età: relazione U-shaped, minimo durante i quaranta anni •  Importanza di norme sociali, valori e principi. Ruolo dell’altruismo (es. volontariato, open source software ecc.)
  • 14. Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW) Cobb e Daly (1989): gli ambiti di intervento (I) ISEW = CISEW + IISEW + GISEW + W - D - E - N •  Ponderazione dei consumi privati sulla base della disuguaglianza distributiva. •  Si aggiungono degli elementi positivi che contribuiscono al benessere ma che non sono conteggiati tramite il meccanismo di mercato (W). •  Valutazione positiva dell’utilità derivante dal lavoro domestico e dall’uso del tempo libero che, in generale, non viene remunerata dal mercato. •  Si valuta il servizio reso negli anni dai beni durevoli (es. elettrodomestici, automobili) o offerti dal settore pubblico (es. l’istruzione o la sanità) anziché la spesa per l’acquisto di essi
  • 15. Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW) Cobb e Daly (1989): gli ambiti di intervento (II) •  Si sottraggono alcuni capitoli di spesa che producono dei costi per la collettività: •  Costi ambientali correnti (E): inquinamento idrico, acustico, atmosferico, perdita di aree naturali e agricole. •  Deterioramento degli stock di “capitale naturale” (N): danni ambientali a lungo termine, esaurimento di risorse non rinnovabili. •  Incidenti stradali, costi del pendolarismo, •  Si sottrae la componente di spese difensive (D), ovvero quelle spese “indotte” dal contesto di riferimento, ma non utili ad incrementare effettivamente il livello di benessere.
  • 16. Principali componenti in sottrazione e addizione (quota percentuale sul valore totale dell’ISEW)
  • 17. Alcuni esempi di intervento: effetti prevalenti di risposta da parte degli indicatori PIL ISEW Maggiore equità distributiva + Riduzione dell’inquinamento e del consumo di risorse non rinnovabili + Aumento della produzione a forte impatto ambientale + - Incremento delle spese connesse agli incidenti stradali + - Aumento del tempo libero e del lavoro domestico (-) + Ristrutturazione di edifici secondo criteri di risparmio energetico + + Incentivi all’espansione dell’edilizia in aree naturali + -
  • 18. Indicazioni di policy: che cosa favorisce il benessere misurato dall’ISEW? •  Politica volta alla riduzione delle disparità di reddito •  Politiche ambientali: riduzione delle emissioni di inquinanti, limitare l’urbanizzazione che causi perdita di terreni agricoli e aree naturali e il consumo di risorse non rinnovabili •  Riduzione degli incidenti stradali e dei costi connessi al pendolarismo •  Riconoscimento del valore del tempo libero dedicato al lavoro domestico e “all’autoproduzione” di servizi e beni •  Incremento del ciclo di vita medio dei prodotti •  Incremento della spesa pubblica in istruzione, sanità, ambiente, a carattere non difensivo (es. spese preventive)
  • 19. Conclusioni e sviluppi di ricerca •  Studio degli indicatori soggettivi per comprendere le determinanti del benessere a livello individuale •  Consenso e omogeneità nella struttura e nella metodologia •  Sviluppare disponibilità di dati di base •  Sviluppare ricerca sulla valutazione economica delle esternalità (valutazione contingente, willingness to pay) •  Work in progress: •  Valutare più indici di disuguaglianza e povertà •  Applicazione a tutte le regioni italiane