2. Green Marketing
La richiesta di qualità della vita porta a
nuovi bisogni da soddisfare e quindi
=> esigenze nuove dei consumatori
Un’opportunità “virtuosa” di fare
business partecipando in modo attivo
alla costruzione di un mondo migliore!
3. identikit dei cittadini
L'Environmental Monitor 1997: importante e significativa la crescente attenzione
che i cittadini hanno dimostrato per la salute del Pianeta, ed in particolare per la
tutela delle future generazioni.
•Ambientalisti convinti (22%)
Affermano la gravità del problema ambiente, chiedono azioni immediate per la sua tutela,
anche se si deve pagare un prezzo economico. Vivono nei centri urbani, sono istruiti ed
hanno comportamenti coerenti con quanto afferamano. Presenti in tutti i Paesi analizzati.
•Ambientalisti moderati (22%)
Approccio meno forte ma abbastanza sensibili al rapporto ambiente/ economia. Sono
orientati verso la dimensione globale e le future generazioni, ma meno propensi a ritenere
l'ambiente preoccupante per la propria salute. Sono più presenti nei paesi industrializzati,
sopprattutto in UK. Ne fanno parte più le donne e i cittadini tra i 25 e i 44 anni.
•Ambientalisti cinici (15%)
Sono preoccupati per l'attuale degrado ambientale ma più a livello locale ed in particolare
temono la minaccia per la loro salute. Pensano più ai propri immediati bisogni economici che
non a quelli futuri. Abbiamo esclusivamente cittadini che vivono nei centri urbani, dei Paesi
poveri e in via di sviluppo e dell'Europa orientale.
4. identikit dei cittadini
•Ambientalisti ottimisti (16%)
Il problema ambiente è solo intellettuale e teorico, con pochi effetti sulla propria salute.
Hanno fiducia nelle istituzioni, che sicuramente saranno in grado di salvaguardare il Pianeta.
Sono cittadini benestanti dei Paesi industrializzati e di elevata istruzione che hanno fatto
propri alcuni valiori della cultura ambientale.
•Ambientalisti scettici (14%)
Preoccupati per il degrado ambientale - in ambito locale - solo per gli effetti negativi
sull'economia per le misure intraprese dalle istituzioni, soprattutto se toccano il loro reddito e
meno preoccupati per gli effetti sulla salute. Cittadini con basso livello di istruzione, che vive
in prevalenza nei Paesi ex-sovietici in transizione ed in quelli emergenti come Corea e
Messico.
•Anti - Ambientalisti (11%)
Sono fortemente preoccupati per i problemi economici e non per quelli ambientali. Cittadini:
uomini di otre 65 anni, con basso livello di istruzione e che vivono in aree rurali, in particolare
di Paesi europei industrializzati dove i conflitti ambientali sono spesso presenti.
5. Sondaggio sulle preoccupazioni dei Consumatori Coop
La più importante è quella per i temi ambientali.
Preoccupati, molto preoccupati per i problemi ambientali e di
inquinamento. Più che per la situazione economica o per il rischio di
guerre, più che per l’ordine pubblico o i problemi di traffico.
In assoluto l’ambiente è al primo posto (con un punteggio di 7,99 in una
scala da 1 a 10) tra le tematiche che più inquietano circa l’immediato
futuro.
Alla forte preoccupazione per l’ambiente, non fa seguito una altrettanto
chiara indicazione sul piano dei comportamenti concreti, delle azioni che
singolarmente o come collettività abbiamo intrapreso o possiamo
intraprendere per difendere davvero il nostro pianeta. Anzi, sembra
emergere uno scarto, tra livello di timori e preoccupazioni, da un lato, e
capacità di sapere cosa davvero e in concreto si può fare per migliorare
le cose, dall’altro.
Il 48,3% dice di aver cambiato per questa ragione i propri stili di vita.
6. Colpa forse anche di una informazione non sempre chiara e a volte
contraddittoria (solo per il 44,6% le notizie in materia ambientale sono
affidabili), ma anche di una inadeguata capacità dei soggetti preposti
(istituzioni pubbliche e associazioni ambientaliste) di indicare con chiarezza
cosa sia possibile, da parte dei singoli e delle famiglie, fare.
Andando oltre il dovere civico della raccolta differenziata (l’azione più
indicata, col 34,5%, come comportamento concreto a difesa dell’ambiente).
Ben il 56,9% degli intervistati dice che il tema ambiente incide sulle scelte al
momento della spesa.
Ma come? Un 28,3% dice che si cautela acquistando solo prodotti con
determinate caratteristiche (biologici, non Ogm, ecc.). C’è poi un 25,8% che
"acquista solo marchi di cui si fida" e un 20% che cerca di scegliere prodotti
ricavati da materiali riciclati.
E se un prodotto, per garantire migliori tutele all’ambiente dovesse costare di
più, cosa succederebbe? Un 33,8% ha detto che comprerebbe un prodotto
di questo tipo a prescindere dal prezzo. Un 26,8% lo acquisterebbe solo se
costasse al massimo il 10% in più, mentre un 15,4% sarebbe disponibile
solo se lo scarto fosse entro il 20%. Infine un 22,8% lo comprerebbe solo
allo stesso prezzo degli altri.
7. Eurisko: cresce la sensibilita' degli italiani sui temi ambientali
Nel novembre 2007 l'indice di sensibilita' ambientale era pari a 67 contro il
63 di maggio 2005 e di ottobre 2004.
Il 53% dei nostri connazionali, inoltre, parla ''molto frequentemente'' o
''abbastanza frequentemente'' di ambiente mentre il 47% ne parla poco.
L'86% e' attento all'ambiente mentre l'88% contribuisce in qualche modo
a ridurre l'inquinamento. In particolare, il 59% degli italiani ritiene che le
istituzioni dovrebbero incentivare l'energia solare per combattere
l'inquinamento, seguita dall'energia eolica (13%), energia nucleare (8%)
ed energia idroelettrica (8%). Addirittura, il 77% (in media con un aggravio
di 23 euro in bolletta) e' disposto a pagare di piu' per incentivare le fonti
rinnovabili.
Ben il 78% non e' soddisfatto dell'informazione istituzionale sull'ambiente.
Ed il 64% desiderebbe avere piu' notizie sulla gestione dei rifiuti mentre il
54% sulle polveri sottili. Secondo il 53% degli italiani dovrebbero essere le
istituzioni locali ad ascoltare ed informare maggiormente il cittadini contro
il 43% che reputa debbano essere le istituzioni nazionali.
8. I possibili freni:
• trade-off accettabili (prezzi / prestazioni)
• cambiamenti onerosi per le filiere (piccoli?)
• valutazione realistica delle priorità “verdi”
• confusione nella valutazione oggettiva e comunicazione
strumentale
• il cambiamento deve riguardare la cultura complessiva aziendale
• ritardo in Italia nella creazione di una opinione pubblica diffusa e
moderata
• commistione fra problematiche tecnologiche, organizzative e
normative e la correttezza dei controlli
9. Green Marketing
Una nuova motivazione d’acquisto si affianca alle tradizionali
“leve di marketing”:
la compatibilità ambientale.
A parità di prodotto, la potenzialità del verde è
determinante per oltre il 70% dei consumatori americani
(es. riciclabilità del prodotto o dell’imballaggio). Ciò è
tanto più vero per le commodities (es. energia, benzina)
10. Green Marketing
Molti prodotti a valore aggiunto ambientale, rappresentano
un’opportunità per aumentare margini (senza
necessariamente ridurre le quantità).
Un caso che conosciamo bene:
11. Le opportunità oggi
Liberalizzazione
del mercato
energetico
Aumento dei costi
energetici
Inquinamento
ambientale
(protocollo di Kyoto)
Certificazione
energetica degli
edifici
Nuove necessità di
comfort per gli utenti
Apertura di nuovi mercati ad alto margine
12. Il Nostro Posizionamento
nel Mercato Margine
Clienti
Innovativo
Consumo
Competenze
Tecniche
Competenze
Gestionali
Competenze
Commerciali
RUOLO
PROFESSIONALE
13. Acquisire un nuovo ruolo
professionale
Margine
Clienti
Innovativo
Competenze
Tecniche
Consumo
Competenze
Gestionali
Competenze
Commerciali
…ed operare nei settori ad alto margine
15. Chi è lo
Quel Professionista che con le sue conoscenze
e competenze propone ed installa SISTEMI
di IMPIANTI che integrano
DIVERSE TECNOLOGIE
con
DIVERSE FONTI DI ENERGIA
?
17. Depliant utente
Comunicazione massiva a
migliaia di FAMIGLIE
e a centinaia di AZIENDE
Idroservice Impianti Via Montalto Dora, 5 – Chiaverano (TO)
Tel. 0125.798970 fax 0125.798975
www.idroservice-impianti.it – email info@idroservice-impianti.it
18. C’è una grande opportunità oggi in
questo settore?
€ 2.500/anno
r. + a.c.s.
19. Consumatori reagiscono con diverse velocità
Come abbiamo già visto, il punto di partenza dei diversi
segmenti di popolazione è molto differenziato.
Nel 1990 solo un quarto della popolazione era sensibile
ai prodotti “ecologici”, mentre oggi è superiore all’80%.
Anche nella traduzione di tali aspettative in
atteggiamenti concreti, occorre attendere che “i tempi
maturino”, ma la coscienza dei disastri ambientali che si
ripetono con continuità fa scattare un coinvolgimento
progressivo dei consumatori.
Occorre quindi … muoversi per tempo!
22. Sempre più nuovi prodotti con plus “ambientali”
vengono lanciati sul mercato
I baby boomers (1946 - 1964) rappresentano la prima
generazione ad avere coscienza dell’importanza del
benessere fisico e del livello di qualità “globale” della vita,
quindi anche delle problematiche ambientali.
Molti di loro sono numerosi, istruiti e informati. Inoltre hanno
raggiunto una buona capacità economica e sono spesso
disponibili a “pagare” per avere una migliore qualità.
Sono quindi la forza trainante del cambiamento culturale che
sospinge il “consumerismo ambientale” ed una nuova etica
d’acquisto.
25. Censis: i giovani (tra i 16 e i 21 anni) e l’ambiente
Il ‘problema ambientale’ è al 7° posto in una classifica ‘dei problemi
sociali più urgenti da affrontare’ dove prima è la criminalità, seguita sul
podio dall’immigrazione extracomunitaria e dalla corruzione nella
politica e nel mondo finanziario. Prima dell’ambiente arrivano anche
prostituzione / tratta degli esseri umani e disoccupazione.
L’aspetto emozionale e diretto della criminalità sembra avere un impatto
più forte delle problematiche ambientali perché i giovani le
percepiscono come cose che accadranno nel futuro
I problemi dell’ambiente più urgenti risultano essere nell’ordine:
l’energia (petrolio, nucleare, ecc); la gestione dei rifiuti; l’effetto serra
riscaldamento del pianeta; l’inquinamento atmosferico.
I più urgenti per i giovani sono: smaltimento dei rifiuti 72,5;
inquinamento atmosferico 67,2; inquinamento fluviale, marino e
degrado delle coste 47,0; gestione del traffico 35,2; urbanizzazione
intensiva e trasformazione del territorio 26,9; rumore 8,2.
26. Comunque è innegabile che oggi i consumatori
siano più esigenti in materia di valori richiesti
all’impresa, con particolare riferimento a quelli
legati all’ambiente, alla natura ed al benessere
generale.
Vediamo a tale proposito alcuni risultati di
un’indagine Eurisko del 2005.
27. Le responsabilità delle imprese
secondo gli Italiani
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 8
90
87
83
82
69
69
61
55
55
54
41
37
25
28. Le responsabilità delle imprese:
“Assicurare che i loro prodotti siano sani e sicuri”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 9
29. Le responsabilità delle imprese:
“Non danneggiare l’ambiente”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 10
30. Le responsabilità delle imprese:
“Assicurare che tutti i materiali utilizzati siano
prodotti nel rispetto della società e dell’ambiente”
Italia 83
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 11
31. “Le aziende si stanno impegnando
per costruire una società migliore per tutti”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 20
32. “Le aziende si stanno impegnando
per costruire una società migliore per tutti”
Italia - Variazioni nei segmenti (1)
TOTALE 30
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 22
26
26
26
38
33
30
28
26
29
31
33. “Le aziende si stanno impegnando
per costruire una società migliore per tutti”
Italia - Variazioni nei segmenti (2)
TOTALE 30
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 23
22
27
31
30
27
38
40
37
24
30
30
32
35
33
34. La valutazione delle aziende di High Tech/Computer
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 26
35. La valutazione delle banche
e delle società finanziarie
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 33
36. I settori più/meno responsabili secondo gli Italiani
Per ciascun tipo di azienda che ora Le leggerò mi dica quanto secondo Lei adempie bene
alle proprie responsabilità nei confronti della società.
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 38
13
-3
-4
-6
-15
-22
-48
-56
-59
-65
-25
37. Nel corso dell’ultimo anno hanno punito un’azienda perché
socialmente “irresponsabile”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 41
39. Le percentuali di chi non sa citare neppure un’azienda
socialmente responsabile
“CORPO RATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 46
40. “Sono molto interessato a saperne di più sui modi in cui le
aziende stanno cercando di essere
socialmente più responsabili”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 48
42. “Le aziende comunicano onestamente il loro impegno
in campo ambientale e sociale”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 49
43. “Le aziende comunicano onestamente il loro impegno
in campo ambientale e sociale”
Trend 2003-2005
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 50
44. “Rispetterei di più un’azienda se questa collaborasse
con associazioni non profit o con ONG”
“CORP ORATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 51
45. “Rispetterei di più un’azienda se questa collaborasse
con associazioni non profit o con ONG”
Trends: 2003–2005
“CORPO RATE SOCIAL RESPONSIBILITY MONIT OR 2005”
- Seminario Eurisko – 22 settembre 2005 52
46. Parallelamente cresce la consapevolezza dell’esistenza di
un forte legame tra danni subiti dall’ambiente e il loro impatto
su salute e benessere dell’uomo.
Ad esempio:
Stoccaggio dei rifiuti, degli imballaggi, dei prodotti
“vecchi” non biodegradabili
Qualità dell’aria e conseguenti malattie dell’apparato
circolatorio
Conservanti e sostanze chimiche negli alimenti e nelle
falde acquifere
Sconvolgimento del clima e dei fenomeni naturali.
Cresce il desiderio di un’informazione sicura
47. Cresce la presenza nelle case italiane di cibi “ecologici, integrali e naturali”
INDAGINE 2006 COLDIRETTI
LE ABITUDINI DI CONSUMO ALIMENTARE DEGLI ITALIANI
· Prodotti a denominazione di origine controllata e protetta 77% (+2 %)
· Cibi biologici 71% (+3%)
· Alimenti garantiti come OGM free 60% (+2%)
· Prodotti del commercio equo e solidale 44% (-2 %)
· Arricchiti con nutrienti 41% (+3 %)
IL MADE IN ITALY SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
· 88 per cento degli italiani preferisce consumare prodotti made in Italy
· Il 49 per cento degli italiani è disponibile a pagare di piu' per assicurarsi
l'origine nazionale degli alimenti
· La preferenza al made in Italy è accordata per migliori caratteristiche
qualitative (39 per cento), per sicurezza per la salute (22 per cento), per
l'eticità del processo di produzione (16 per cento)
· Il 92 per cento ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il
luogo di origine della componente agricola
48.
49.
50.
51.
52. L’ambientalista è … il miglior cliente!
Colui che ricerca attivamente prodotti con scarso
impatto sull’ambiente è di norma istruito, agiato ed
aggiornato = target appetibile e redditizio.
Sono prevalentemente di sesso femminile, quindi più
incidenti nelle decisioni d’acquisto frequenti, e hanno
più a cuore le generazioni future.
53. Psicologia e strategie d’acquisto dell’ambientalista
ecco le attività svolte con maggiore costanza:
Effettuo sempre la raccolta differenziata dei rifiuti
Acquisto prodotti ottenuti e/o confezionati con materiali riciclabili
Leggo attentamente le etichette dei prodotti (manuali)
Non compero prodotti in confezione spray
Utilizzo sacchetti per la spesa biodegradabili
Acquisto prodotti con confezione ricaricabile
Evito prodotti di determinate aziende
NOTA: fonte USA e un po’ datata
54. Le più importanti fonti di informazione
NOTA: fonte USA e un po’ datata
56. Obiettivi del Green Marketing
Sviluppare prodotti a compatibilità ambientale “garantita”
che soddisfino le esigenze dei consumatori (anche dal punto
di vista del prezzo e del servizio).
Trasmettere un’elevata immagine di qualità estesa all’intera
azienda produttrice (reputazione globale, conformità
ambientale e responsabilità sociale).
Attenzione ai boomerang legati alla
“superficialità delle promesse” !
57. Tematiche legate allo sviluppo di prodotti ecologici
Approvvigionamento e lavorazione delle materie prime:
Conservazione e tutela delle risorse naturali: acqua, terra, aria
Protezione degli habitat naturali e delle specie animali a rischio di
estinzione
Riduzione al minimo dei rifiuti e prevenzione dell’inquinamento
(trattamento delle sostanze tossiche)
Trasporto
Impiego sostenibile di risorse rigenerabili
Utilizzo di materiali riciclati
58. Tematiche legate allo sviluppo di prodotti ecologici
Fabbricazione e distribuzione:
Massimo utilizzo dei materiali
Riduzione delle emissioni di sostanze tossiche
Produzione ridotta al minimo dei rifiuti
Risparmio energetico
Utilizzo dell’acqua
Alterazioni nell’aria, terra, acqua
59. Tematiche legate allo sviluppo di prodotti ecologici
Imballaggio e utilizzo del prodotto:
Risparmio energetico
Conservazione delle risorse naturali (ad esempio dell’acqua)
necessarie all’utilizzo del prodotto
Salute del cittadino
Sicurezza dell’ambiente
Promuovere consumo responsabile
60. Tematiche legate allo sviluppo di prodotti ecologici
Postconsumo / smaltimento:
Riciclabilità e facilità d’uso, nuova produzione, recupero
Riutilizzabilità e/o durata del prodotto
Biodegradabilità
Sicurezza se destinato a discarica o a inceneritore
61.
62. Comunicare in modo credibile ed efficace
Non è facile, a meno che:
• le caratteristiche ecologiche siano evidenti, significative e
riconosciute
• i benefici ambientali siano tangibili
• vi sia in atto una evidente trasformazione globale dell’azienda
in senso ecologico
E’ sempre un fattore positivo
il coinvolgimento diretto dei consumatori
63. Comunicare in modo credibile ed efficace
Altri fattori importanti:
• Essere positivi ed ottimisti
• Fare informazione “seria” ed autorevole (meglio se con
evidenza scientifica e/o testimonial accreditati)
• Rassicurare anche sulle performances del prodotto
• Essere credibili (no affermazioni “fumose” o ingannevoli)
ed evitare potenziali reazioni negative
• Eventuale comarketing con aziende “giuste”
• Far certificare le dichiarazioni da organismi esterni.
66. Cos'è l'eco-contributo?
L’eco-contributo è stato introdotto dal Decreto Legislativo
n°151 del 25 luglio 2005, che detta una serie di
disposizioni finalizzate a migliorare nel complesso la
gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed
Elettroniche (RAEE).
L’eco-contributo serve a finanziare il sistema di trasporto,
trattamento, recupero e smaltimento derivante dalla
dismissione di vecchi dispositivi elettrici ed elettronici. Si
tratta di un sovrapprezzo che IKEA rende visibile e che
si aggiunge al prezzo di vendita del prodotto. Questo
contributo è versato poi da IKEA al sistema collettivo di
gestione dei RAEE, che lo utilizzerà per far fronte ai costi di
trasporto, trattamento, recupero e smaltimento dei RAEE.
67. Sono considerati inclusi nell’ambito di applicazione del
decreto e oggetto di eco-contributo:
• Grandi elettrodomestici: frigoriferi/freezer, cappe, forni,
piani cottura a induzione, lavastoviglie, microonde,
ventilatori, ecc..
• Piccoli elettrodomestici: bilance, sveglie, orologi (da tavolo
e da polso) e apparecchiature per misurare il tempo,
frullatori, macinacaffè elettrici, ….
• Apparecchiature per illuminazione: lampade, tubi
fluorescenti, …
I prodotti inclusi nell’ambito di applicazione del
decreto sono riconoscibili tramite questo simbolo:
68. Esempio IKEA e l’ecocontributo
Ecco alcuni casi concreti:
• Grandi apparecchi di refrigerazione …. € 12
• Lavastoviglie …. € 4,50
• Apparecchi per la cottura …. € 1
• Piastre riscaldanti elettriche …. € 1,50
• Forni a microonde …. € 2
Dal 12 novembre 2007 i prezzi delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche presenti nei negozi IKEA e su
ESHOP IKEA sono compresi dei valori di eco-contributo
indicati sopra.
69. Il valore legato alla responsabilità sociale e ambientale
è ben chiaro nell’immagine globale IKEA:
L’impegno ambientale fa parte della nostra responsabilità nei
confronti del cliente.
Qui puoi vedere quali sono le nostre priorità ambientali e le
soluzioni che abbiamo adottato per salvaguardare l’ambiente.
• Prezzo basso sì, ma non a qualsiasi prezzo
• Il codice di condotta IKEA
• Uso efficiente delle risorse
• I progetti internazionali
• I progetti in Italia
70. Prezzo basso sì, ma non a qualsiasi prezzo
Sono più di 60 anni che IKEA cerca sistemi sempre più efficaci per
creare il prezzo basso. Produciamo i nostri articoli nel modo più
economico possibile. Ci costruiamo i nostri negozi. Imballiamo i
mobili in pacchi piatti e chiediamo ai clienti di montarli.
Ma la responsabilità di IKEA non si ferma qui. Vogliamo anche che i
nostri prodotti non contengano sostanze pericolose. Il legno usato
per realizzare librerie, tavolini e qualsiasi altro prodotto IKEA non
deve provenire da aree in cui le foreste vengono devastate.
Ovunque vengano prodotti gli articoli IKEA, i fornitori devono seguire
regole fondamentali. Non devono ricorrere al lavoro minorile,
devono garantire condizioni lavorative accettabili ai collaboratori e
tenere un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente.
L’obiettivo è ridurre al minimo l’impatto ambientale degli articoli IKEA
e produrli in maniera responsabile dal punto di vista sociale.
71. Il codice di condotta IKEA
Il nostro Codice di Comportamento che fissa i requisiti minimi richiesti a
tutti i fornitori IKEA.
Il Codice definisce gli standard riguardanti le condizioni lavorative e sociali,
il lavoro minorile, l'ambiente e la silvicoltura.
IKEA vuole costruire relazioni di lungo periodo con fornitori che
condividono il suo impegno di promuovere comportamenti corretti e che
vogliono crescere e svilupparsi insieme con IKEA. IKEA richiede ai suoi
fornitori di rispettare i diritti umani fondamentali e di trattare i propri
dipendenti correttamente e con rispetto. I fornitori sono anche obbligati a
sforzarsi di ridurre al minimo l'impatto ambientale della propria attività
produttiva.
72. Il codice di condotta IKEA
Il lavoro minorile è un aspetto inaccettabile della realtà odierna.
E' un fenomeno che esiste in alcuni dei paesi dove IKEA effettua i propri
acquisti ed è un problema complesso che può essere risolto solo agendo
alle sue radici, insieme ad un ampio coinvolgimento di diversi attori nelle
società locali.
Attraverso un team aziendale e la sua rete di uffici acquisti, IKEA aiuta i
propri fornitori a migliorare le loro attività. Il tutto viene poi verificato da tre
società esterne di certificazione: KPMG, Intertek Testing Services (ITS),
PricewaterhouseCoopers.
Se il fornitore non riesce o non vuole mettere in atto i provvedimenti indicati
da IKEA, resta solo una possibilità: terminare i rapporti con quel fornitore.
73. IKEA e l’ambiente
Tre i punti fermi dell'impegno ambientale di IKEA:
1- Attenzione ai costi e all'uso efficiente delle risorse, che si traduce in
un minore utilizzo delle materie prime, minori sprechi e minor
produzione di rifiuti.
2- Uso preferenziale del legno nei prodotti: un materiale riciclabile,
biodegradabile, rinnovabile ed eccellente sotto l'aspetto ambientale.
3- Formazione e coinvolgimento dei nostri collaboratori nelle tematiche
ambientali.
In tutto il Gruppo IKEA agiscono i coordinatori ambientali che, in
diverse maniere, lavorano per aumentare la consapevolezza
ambientale attraverso una continua azione di formazione e
informazione per i colleghi.
74. IKEA e la Selvicoltura
In IKEA sviluppiamo internamente i nostri articoli, spesso a stretto
contatto con i fornitori. Questo ci dà l'opportunità di considerare tutti gli
aspetti della vita di un prodotto: dalla scelta delle materie prime alla
produzione e alla distribuzione, fino all'utilizzo da parte del cliente.
L'oculatezza nella scelta delle materie prime è un requisito naturale per
un responsabile di prodotto in IKEA. Se è possibile, il materiale residuo
della produzione di un articolo è utilizzato nel processo produttivo di un
altro oggetto.
Una gran parte delle materie prime usate da IKEA è costituita da legno o
fibre di legno. Il legno è rinnovabile, riciclabile e biodegradabile. Il suo
utilizzo è una scelta ambientale responsabile a patto che il legno
provenga da foreste gestite correttamente.
IKEA richiede che il materiale utilizzato nei propri prodotti in legno
massiccio provenga da foreste gestite responsabilmente, ossia certificate
in base a standard di gestione forestale riconosciuti da IKEA stessa.
75. IKEA e la Selvicoltura
IKEA sostiene l’organizzazione no-profit Global Forest Watch nella
mappatura delle foreste vergini intatte in varie aree del mondo
IKEA ha istituito il programma “Sow a seed” con lo scopo di
ripristinare le foreste pluviali devastate dal taglio e trasporto dei
tronchi e dagli incendi nello stato di Sabah in Malesia, sull’isola del
Borneo.
IKEA e WWF stanno collaborando per sostenere la gestione
responsabile delle foreste mondiali. La cooperazione con il WWF
riguarda tre ambiti principali: la diffusione delle informazioni,
l’educazione e la promozione della certificazione della gestione
forestale responsabile.
Dal 2001 IKEA finanzia un corso di un anno sulla gestione forestale
sostenibile nella regione del Baltico.
76. IKEA: alcuni progetti internazionali sostenuti
• Il diritto di giocare: per aiutare i bambini feriti nei conflitti armati in
Angola e Uganda.
• Prevenzione del lavoro minorile: per i diritti dell'infanzia in India.
L'obiettivo è quello di prevenire ed eliminare il lavoro minorile nella
"cintura dei tappeti" indiana, prendendo di mira le cause radicali
come il debito, la povertà, la mancanza di accesso all'educazione,
l'invalidità e la malattia.
• Vaccinazione in India, avviato nel 2002, ha lo scopo di proteggere i
neonati da zero a dodici mesi dal rischio di contrarre le più comuni
malattie infantili. La vaccinazione è estesa anche a tutte le donne
incinte.
• IKEA collabora con International Save the Children Alliance per
ricreare un sistema scolastico per i bambini del Kosovo
occidentale dopo la guerra del 1999.
77. IKEA: alcuni progetti italiani:
Un catalogo che rivive
Ogni anno ti chiediamo di riportarci il vecchio catalogo, in questo modo la
carta che abbiamo utilizzato rivive e tu ricevi un regalo che premia il tuo
rispetto per l'ambiente.
Abbiamo raccolto 86 tonnellate di carta e le abbiamo trasformato in una
nuova carta che, senza ricorrere a processi di disinchiostrazione, è
diventata un ricettario per aiutarti a riutilizzare gli avanzi in cucina e ci è
servita anche per produrre la carta per il materiale didattico sull'energia.
Mettiamo radici insieme
Puoi partecipare anche tu al progetto: riportandoci l'albero acquistato in
IKEA con lo scontrino fiscale dal 7 al 15 gennaio riceverai un buono
acquisto di 9,95 € e ci aiuterai a sostenere un progetto a favore
dell'ambiente. Dallo scorso anno gli alberi di natale IKEA non vengono più
ripiantati, ma ritornano comunque in natura sotto forma di compost, un
fertilizzante naturale che può essere utilizzato in agricoltura.
Per ogni albero restituito IKEA donerà 3 € destinati al finanziamento di un
progetto di rimboschimento all'interno di un Parco Regionale italiano.
79. Si possono fare buoni affari in maniera corretta?
Ovvero è possibile far coesistere i tradizionali obiettivi del mondo
degli affari con la responsabilità sociale e ambientale, oppure sono in
conflitto tra loro?
Noi pensiamo che sia possibile.
Se portato avanti con buon senso, l'impegno sociale ed ambientale è
positivo per gli affari. Lo è perchè rassicura i nostri clienti, che
sentono di avere a che fare con un'azienda che condivide le loro
opinioni e i loro valori, e perché ci aiuta a contenere i costi.
Sfruttando efficacemente le risorse e le materie prime, risparmiando
energia, migliorando le condizioni lavorative presso i nostri fornitori e
circondandoci di persone più motivate, possiamo ridurre i costi e
quindi raggiungere i nostri obiettivi commerciali.
Anders Dahlvig
Presidente del Gruppo IKEA.
Editor's Notes
Per chi saprà coglierle, ci sono grandi opportunità per le nostre Aziende.