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www.avvocati.bz.it Dicembre 2018
LA GIURISPRUDENZA DEL MESE
a cura dell’avv. Federico Fava
da Il Foro Italiano, 2018, 12
DIRITTO E GIUSTIZIA COSTITUZIONALE
ORDINAMENTO PENITENZIARIO
Con sentenza n. 186 del 12 ottobre 2018 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 41-bis L.
354/1975 nella parte in cui vieta ai detenuti in regime differenziato di cuocere cibi;
per converso, è stato ritenuto legittimo l’art. 41-bis nella parte in cui consente all’amministrazione
penitenziaria – tra le misure di elevata sicurezza interna ed esterna volte a prevenire contatti del dentuto con
l’organizzazione criminale di appartenenza – il divieto di ricevere dall’esterno (e di spedire all’esterno)
libri e riviste di stampa (sentenza 26 maggio 2018, n. 22).
2
DIRITTO E PROCEDURA CIVILE
ASSICURAZIONE
Ad avviso di Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2018, n. 20786 nell’assicurazione obbligatoria r.c.a. ove è
prevalente la funzione sociale di protezione del danneggiato, la garanzia copre anche il danno
dolosamente provocato dall’assicurato; si tratta di un orientamento ormai consolidato, che si ritrova ad es.
anche nella pronuncia di Cass. 19638/2017.
CASSAZIONE CIVILE
L’ordinanza di Cass. civ., sez. III, 12 luglio 2018, n. 18316 ha ribadito e precisato alcuni principi in materia
di ricorso per cassazione: (1) la giurisprudenza della S.C. è consolidata (Cass. 4403/2006) nel ritenere che
il requisito della esposizione sommaria dei fatti di causa (prescritto a pena di inammissibilità dall’art.
366, co. 1, n. 3, c.p.c.) postula che il ricorso per cassazione – pur non dovendo necessariamente contenere
una parte relativa alla esposizione dei fatti strutturata come premessa autonoma e distinta rispetto ai motivi o
tradotta ina una narrativa analitica o particolareggiata dei termini della controversia – offra, almeno nella
trattazione dei motivi d’impugnazione, elementi tali da consentire una cognizione chiara e completa
non solo dei fatti che hanno ingenerato la lite, ma anche delle varie vicende delle processo e delle
posizioni eventualmente particolari dei vari soggetti che vi hanno partecipato, in mode che si possa
avere di tutto ciò conoscenza esclusivamente dal ricorso medesimo; la carenza di detto requisito non può
essere supplita né attingendo alla sentenza, né mediante l’estrapolazione di singoli dati riportati
nell’illustrazione dei motivi e neppure mediante riferimento alla memoria ex art. 378 c.p.c.; il principio
di autosufficiente, infatti, impone che dal “solo” contesto dell’atto introduttivo sia possibile desumere la
conoscenza del fatto, sostanziale e processuale, che consenta di intendere il significato e la portata dei vizi
denunciati; (2) quanto al requisito dell’art. 366, co. 1, n. 6, c.p.c., sulla scorta di quanto stabilito dalle S.U.
7161/2010, esso, oltre a richiedere l’indicazione degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi
collettivi posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento
risulti prodotto: tale prescrizione va correlata all’ulteriore requisito di procedibilità dell’art. 369, co. 2, n.
4, c.p.c., soddisfatto: (a) qualora il documento sia stato prodotto nelle fasi di merito dallo stesso
ricorrente e si trovi nel fascicolo di esse, mediante la produzione del fascicolo, purché nel ricorso si
specifichi che il fascicolo è stato prodotto e la sede in cui il documento è rinvenibile; (b) qualora il
documento sia stato prodotto, nelle fasi di merito, dalla controparte, mediante l’indicazione che il
documento è prodotto nel fascicolo del giudizio di merito di controparte, pur se cautelativamente si
rivela opportuna la produzione del documento, ai sensi dell’art. 369, co. 2, n. 4, c.p.c., per il caso in cui la
controparte non si costituisca o si costituisca senza produrre il fascicolo o lo produca senza il
documento.
CIRCOLAZIONE STRADALE
Con l’ordinanza 4 ottobre 2018, n. 24214 la II sez. civile della S.C. ha stabilito i seguenti principi di
diritto: è illegittimo il verbale di contestazione dell’eccesso di velocità a mezzo autovelox su una strada
extraurbana secondaria (i) qualora non siano indicati gli estremi del decreto prefettizio di
autorizzazione all’installazione del dispositivo ed alla contestazione differita; (ii) qualora il decreto
prefettizio abbia previsto l’installazione soltanto su un senso di marca e l’accertamento sia avvenuto nel
senso di marcia opposto.
Non è ammessa la circolazione con targa prova di un veicolo allestito per competizioni sportive oltre
l’ambito in cui tale circolazione è consentita (Cass. pen., sez. II, ordinanza 7 maggio 2018, n. 10868).
CIVILE, RESPONSABILITÀ
La nozione di attività pericolosa ex art. 2050 c.c. non è predeterminato in astratto, dovendo essere
integrato con tutte quelle attività che risultino in concreto dotate di spiccata potenzialità offensiva per la
loro natura o per le modalità concrete di svolgimento (Cass. pen., sez. III, 19 luglio 2018, n. 19180).
CONTRATTO (IN GENERE)
Le firme poste a margine del testo contrattuale non equivalgono a distinta dichiarazione in ordine
all’accettazione di condizioni generali vessatorie (quale è la clausola compromissoria), salva la
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sussistenza di elementi idonei a far desumere una diretta manifestazione di volontà in tal senso (Cass.
civ., sez. I, ord. 24 agosto 2018, n. 21185).
DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA
Nell’articolata pronuncia del Tribunale di Firenze, 22 ottobre 2018 (sentenza Tiziano Renzi) si leggono, fra
l’altro, due interessanti principi in materia di diffamazione: (i) l’attribuzione certa di un reato con le
parole «fa bancarotta», prima dell’accertamento del fatto stesso da parte dell’autorità giudiziaria che ha
un’indagine in corso, integra senz’altro gli estremi della diffamazione; (ii) può configurarsi violazione del
canone della continenza formale (onere di presentazione in maniera misurata di una notizia) anche sulla
base della considerazione autonoma del titolo di un articolo giornalistico rispetto al testo dell’articolo
stesso (e ciò a condizione che il titolo sia formulato in termini tali da recare un’affermazione compiuta,
chiara ed univoca, senza necessità di leggere l’articolo).
DIVORZIO
Si richiama la celebre pronuncia di Cass. civ., Sez. Un., 11 luglio 2018, n. 18287, con cui sono stati stabiliti
i seguenti principi in materia di determinazione dell’assegno divorzile ex L. 898/1970: (i) la funzione
dell’assegno non è soltanto assistenziale; (ii) il giudice, nel determinarlo, deve avere riguardo alla
comparazione delle condizioni economico-patrimoniali delle parti; (iii) ove il richiedente presenti mezzi
inadeguati, il giudice deve accertarne rigorosamente le cause, in particolare se la sperequazione sia
conseguenza o meno del contributo fornito dal richiedente alla formazione del patrimonio comune e
personale dei coniugi, con sacrificio delle proprie aspettative professionali; (iv) il giudice quantifica
l’assegno senza rapportarlo né al pregresso tenore di vita familiare, né al parametro
dell’autosufficienza economica, ma in misura tale da garantire all’avente diritto un livello reddituale
adeguato al contributo di cui sopra.
MARCHIO
Su Foro it., 2018, I, pp. 3870 – 3890 interessante rassegna giurisprudenziale in materia di marchio: tutela
del marchio “forte”, diluizione, corrosione parassitismo (Cass. civ., sez. I, ord. 17 ottobre 2018, n. 26001);
convalidazione del marchio nullo (Cass. civ., sez. I, ord. 13 luglio 2018, n. 18736) ed infine su marchio
“debole” e confondibilità dello stesso (Tribunale di Torino, sez. impresa, 9 gennaio 2018).
SERVITÙ PREDIALI
L’ordinanza di Cass. civ., sez. II, 7 giugno 2018, n. 14820 ha stabilito i seguenti principi di diritto: (a) se
risulta dal titolo o dagli altri elementi indicati dall’art. 1063 c.c., nel contenuto della servitù di passaggio
possono rientrare sia la facoltà di sostare nel fondo, anche con i mezzi, sia quella di effettuare
l’inversione di marcia sul fondo servente; tuttavia, (b) tra i c.d. “adminicula” della servitù di passaggio
non rientra la facoltà di sostare nel fondo, a piedi o con i mezzi, né l’effettuazione della manovra di
inversione di marcia sul fondo servente, in quanto attività che non sono generalmente necessarie
all’esercizio della servitù a norma dell’art. 1064 c.c.; pur tuttavia, tali facoltà possono rivelarsi
necessariamente implicite, in relazione allo stato dei luoghi.
SPORT E ORDINAMENTO SPORTIVO
La pronuncia di Cass. civ., Sez. Un., 9 novembre 2018, n. 28652 ha stabilito l’inammissibilità del ricorso
per cassazione avverso la pronuncia con la quale il Consiglio di Stato ha confermato la decisione di
inammissibilità, per difetto di giurisdizione, dell’impugnazione della sentenza dell’Alta corte di
giustizia sportiva che, in via definitiva, aveva inflitto all’ex dirigente di una società calcistica la sanzione
della preclusione a vita dai ranghi dell’associazione.
4
DIRITTO E PROCEDURA PENALE
ABBREVIATO, GIUDIZIO
Cass. pen., Sez. Un., 22 febbraio 2018, n. 35852 ha risolto il contrasto giurisprudenziale fra le sezioni
semplici, affermando il principio di diritto per cui l’applicazione della continuazione tra reati giudicati
con rito ordinario ed altri giudicati con rito abbreviato comporta che soltanto nei confronti di questi
ultimi deve operare la riduzione di un terzo della pena prevista dall’art. 442, co. 2, c.p.p.
CONFISCA
Nell’articolata pronuncia di Cass. pen., sez. V, 18 gennaio 2018, n. 5459 la S.C. ha stabilito diversi principi
di diritto in materia di (1) confisca e (2) ricettazione/riciclaggio; (1) in primo luogo, ha stabilito che quanto
il prezzo o il profitto del reato sia costituito da denaro, la confisca delle somme depositate su conto
corrente bancario, di cui il soggetto abbia la disponibilità, dev’essere qualificata come confisca diretta;
inoltre, in considerazione della natura del bene, non necessita della prova del nesso di derivazione diretta
tra la somma materialmente oggetto dell’ablazione e il reato (sul punto si richiamano Cass. pen., Sez.
Un. 26 giugno 2015, Lucci su confisca in caso di prescrizione del reato e Cass. pen., Sez. Un., 30 gennaio
2014 sulla confusione fra le somme di denaro accresciute dal prezzo o dal profitto del reato); (2) in
secondo luogo, ha affermato che i delitti di ricettazione e riciclaggio riguardanti il provento di bancarotta
fraudolenta distrattiva pre-fallimentare sono configurabili anche prima della sentenza dichiarativa di
fallimento, qualora dette condotte siano qualificabili ab origine come appropriazione indebita ex art. 646
c.p. (di cui l’art. 216 L. Fall. rappresenta una progressione criminosa); inoltre, è ammesso il sequestro
preventivo finalizzato alla confisca per equivalente relativo al delitto di riciclaggio (ai sensi dell’art.
648-quater c.p., introdotto con L. 231/2007) anche ai beni acquisiti dall’indagato prima dell’entrata in
vigore della norma, applicandosi il principio di irretroattività soltanto alla commissione della condotta e
non anche al tempo di acquisizione dei beni.
OMICIDIO E LESIONI COLPOSE «STRADALI»
Secondo la pronuncia di Cass. pen., sez. IV, 29 marzo 2018, n. 40050, la regola cautelare non può essere
individuata dal giudice a posteriori, soprattutto con riferimento alle regole cautelari c.d. “elastiche”, in
accordo con la sentenza Thyssen delle Sezioni Unite: il giudice è infatti consumatore e non produttore di
leggi scientifiche e di prescrizioni cautelari, pena l’errore cognitivo (e motivazionale) del noto brocardo post
hoc ergo propter hoc; inoltre, sempre secondo la Sezione quarta, deve ribadirsi il principio della
“concretizzazione del rischio” (e di “causalità della colpa”) della regola cautelare: «… alla colpa
dell’agente va ricondotto non qualsiasi evento realizzatosi, ma solo quello causalmente riconducibile alla
condotta posta in essere dalla violazione della regola cautelare».
QUERELA, PROCEDIBILITÀ
A seguito della riforma di cui al D. Lgs. 36/2018, ad avviso di Cass. pen., Sez. Un., 21 giugno 2018, n.
40150: (i) in caso di ricorso inammissibile non deve darsi alla persona offesa l’avviso previsto dalla
nuova disciplina in tema di procedibilità di cui al D. Lgs. 36/2018; (ii) con riguardo ai delitti divenuti
procedibili a querela a seguito del D. Lgs. 36/2018 l’avviso dato alla persona offesa al fine di consentire
la manifestazione della volontà di punizione non comporta la sospensione del termine di prescrizione.
SEQUESTRO PENALE
Cass. pen., Sez. Un., 31 maggio 2018, n. 46201 ha chiarito che, in materia di misure cautelari reali, così
come per quelle personali (si veda anche Sez. Un., 8 luglio 1994), può sempre essere revocata la misura
per mancanza delle condizioni originarie di applicabilità ed in assenza di fatti sopravvenuti, anche se
non sia stato tempestivamente chiesto il suo riesame.
SEQUESTRO PREVENTIVO
Secondo Cass. pen., sez. V, 12 giugno 2018, n. 38917: (i) in tema di sequestro preventivo la previsione di
una «autonoma valutazione» del fumus e delle esigenze cautelari non implica la necessità di una
riscrittura degli elementi o delle circostanze rilevanti ai fini della disposizione della misura, bensì quella
di esplicitare i criteri adottati a fondamento della decisione, anche mediante il richiamo, in tutto o in
parte, ad atti del procedimento; (ii) il sequestro preventivo può essere disposto non solo in relazione ai
beni che l’autore del reato apprenda alla sua disponibilità per effetto diretto ed immediato dell’illecito, ma
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altresì con riguardo ad ogni altra utilità che lo stesso realizzi come conseguenza anche indiretta o
mediata della sua attività criminosa.
TRUFFA E TRUFFA AGGRAVATA
Ad avviso di Cass. pen., sez. II, 13 luglio 2018, n. 38997 commette truffa aggravata il dirigente medico
che, attraverso l’alterazione dei sistemi di timbratura del badge, attesti ripetutamente la propria
presenza in servizio; esclusa poi, vista l’abitualità della condotta, l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p.
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DIRITTO E PROCESSO AMMINISTRATIVO
EDILIZIA ED URBANISTICA
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (Cons. Stato, Ad. Plen., 30 agosto 2018, n. 12) ha stabilito (e
chiarito) diversi principi in materia di importi con i quali la pubblica amministrazione determina e liquida
il contributo di costruzione di cui all’art. 16 D.P.R. 380/2001: sono atti di diritto privato, soggetti a
termine di prescrizione decennale, che devono essere impugnati (nello stesso termine e non quindi in
quello di decadenza di sessanta giorni) avanti al giudice amministrativo, in virtù della giurisdizione
esclusiva in materia ex art. 133, co. 1, lett. f), D. Lgs. 104/2010.
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
Ad avviso di Cons. Stato, sez. IV, 23 maggio 2018, n. 3075: (i) la «piena conoscenza» dell’atto ex art. 41,
co. 2, D. Lgs. 104/2010 (quale momento da cui decorre il termine per impugnare) richiede non la
conoscenza piena ed integrale dell’atto, ma la mera percezione della sua esistenza e degli aspetti che ne
comportano la lesività, in modo da rendere riconoscibile per il ricorrente l’attualità dell’interesse ad
agire; (ii) il termine per impugnare un titolo edilizio decorre dall’inizio dei lavori, nel caso in cui si
contesti l’an dell’edificazione, oppure dal loro completamento o da un momento antecedente al loro
completamento che renda chiare le caratteristiche dell’erigendo manufatto, nel caso in cui si contesti il
quomodo dell’edificazione, ferma restando la possibilità – per chi intenda sollevare eccezione di tardività
– di provare, anche tramite presunzioni, una conoscenza anteriore del provvedimento in capo al
ricorrente e l’onere da parte di chi intende contestare il titolo edilizio di esercitare sollecitamente
l’accesso, il cui esercizio non è però idoneo a differire il termine per il ricorso.
ISTRUZIONE PUBBLICA
Nella pronuncia cautelare di Cons. Stato, sez. VI, ord. 24 ottobre 2018, n. 5169 è stato affermato che
l’ammissione alla classe successiva nella scuola secondaria di primo grado: (a) deve fondarsi su un
giudizio che faccia riferimento unitario e complessivo a periodi più ampi rispetto al singolo anno
scolastico; (b) non è preclusa dal fatto che in sede di scrutinio finale venga attribuita una valutazione con
voto inferiore a 6/10 in una o più discipline.
SANZIONI AMMINISTRATIVE
Ad avviso di Cons. Stato, sez. V, 3 ottobre 2018, n. 5695 l’assenza, nella disciplina generale contenuta
nella L. 689/1981, di un termine massimo per la conclusione del procedimento sanzionatorio, non
esclude che norme settoriali di rango primario possano demandare a fonti secondarie la fissazione di
termini per l’avvio, la conduzione e la conclusione del medesimo procedimento in deroga alla
disciplina generale, consentendo a tale stregua di qualificarli come perentori; in generale, sulla non
perentorietà del termine per la conclusione del procedimento sanzionatorio ex L. 689/1981, si veda Cons.
Stato, sez. VI, 29 gennaio 2013, n. 542.

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La giurisprudenza del mese dicembre 2018

  • 1. 1 www.avvocati.bz.it Dicembre 2018 LA GIURISPRUDENZA DEL MESE a cura dell’avv. Federico Fava da Il Foro Italiano, 2018, 12 DIRITTO E GIUSTIZIA COSTITUZIONALE ORDINAMENTO PENITENZIARIO Con sentenza n. 186 del 12 ottobre 2018 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 41-bis L. 354/1975 nella parte in cui vieta ai detenuti in regime differenziato di cuocere cibi; per converso, è stato ritenuto legittimo l’art. 41-bis nella parte in cui consente all’amministrazione penitenziaria – tra le misure di elevata sicurezza interna ed esterna volte a prevenire contatti del dentuto con l’organizzazione criminale di appartenenza – il divieto di ricevere dall’esterno (e di spedire all’esterno) libri e riviste di stampa (sentenza 26 maggio 2018, n. 22).
  • 2. 2 DIRITTO E PROCEDURA CIVILE ASSICURAZIONE Ad avviso di Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2018, n. 20786 nell’assicurazione obbligatoria r.c.a. ove è prevalente la funzione sociale di protezione del danneggiato, la garanzia copre anche il danno dolosamente provocato dall’assicurato; si tratta di un orientamento ormai consolidato, che si ritrova ad es. anche nella pronuncia di Cass. 19638/2017. CASSAZIONE CIVILE L’ordinanza di Cass. civ., sez. III, 12 luglio 2018, n. 18316 ha ribadito e precisato alcuni principi in materia di ricorso per cassazione: (1) la giurisprudenza della S.C. è consolidata (Cass. 4403/2006) nel ritenere che il requisito della esposizione sommaria dei fatti di causa (prescritto a pena di inammissibilità dall’art. 366, co. 1, n. 3, c.p.c.) postula che il ricorso per cassazione – pur non dovendo necessariamente contenere una parte relativa alla esposizione dei fatti strutturata come premessa autonoma e distinta rispetto ai motivi o tradotta ina una narrativa analitica o particolareggiata dei termini della controversia – offra, almeno nella trattazione dei motivi d’impugnazione, elementi tali da consentire una cognizione chiara e completa non solo dei fatti che hanno ingenerato la lite, ma anche delle varie vicende delle processo e delle posizioni eventualmente particolari dei vari soggetti che vi hanno partecipato, in mode che si possa avere di tutto ciò conoscenza esclusivamente dal ricorso medesimo; la carenza di detto requisito non può essere supplita né attingendo alla sentenza, né mediante l’estrapolazione di singoli dati riportati nell’illustrazione dei motivi e neppure mediante riferimento alla memoria ex art. 378 c.p.c.; il principio di autosufficiente, infatti, impone che dal “solo” contesto dell’atto introduttivo sia possibile desumere la conoscenza del fatto, sostanziale e processuale, che consenta di intendere il significato e la portata dei vizi denunciati; (2) quanto al requisito dell’art. 366, co. 1, n. 6, c.p.c., sulla scorta di quanto stabilito dalle S.U. 7161/2010, esso, oltre a richiedere l’indicazione degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento risulti prodotto: tale prescrizione va correlata all’ulteriore requisito di procedibilità dell’art. 369, co. 2, n. 4, c.p.c., soddisfatto: (a) qualora il documento sia stato prodotto nelle fasi di merito dallo stesso ricorrente e si trovi nel fascicolo di esse, mediante la produzione del fascicolo, purché nel ricorso si specifichi che il fascicolo è stato prodotto e la sede in cui il documento è rinvenibile; (b) qualora il documento sia stato prodotto, nelle fasi di merito, dalla controparte, mediante l’indicazione che il documento è prodotto nel fascicolo del giudizio di merito di controparte, pur se cautelativamente si rivela opportuna la produzione del documento, ai sensi dell’art. 369, co. 2, n. 4, c.p.c., per il caso in cui la controparte non si costituisca o si costituisca senza produrre il fascicolo o lo produca senza il documento. CIRCOLAZIONE STRADALE Con l’ordinanza 4 ottobre 2018, n. 24214 la II sez. civile della S.C. ha stabilito i seguenti principi di diritto: è illegittimo il verbale di contestazione dell’eccesso di velocità a mezzo autovelox su una strada extraurbana secondaria (i) qualora non siano indicati gli estremi del decreto prefettizio di autorizzazione all’installazione del dispositivo ed alla contestazione differita; (ii) qualora il decreto prefettizio abbia previsto l’installazione soltanto su un senso di marca e l’accertamento sia avvenuto nel senso di marcia opposto. Non è ammessa la circolazione con targa prova di un veicolo allestito per competizioni sportive oltre l’ambito in cui tale circolazione è consentita (Cass. pen., sez. II, ordinanza 7 maggio 2018, n. 10868). CIVILE, RESPONSABILITÀ La nozione di attività pericolosa ex art. 2050 c.c. non è predeterminato in astratto, dovendo essere integrato con tutte quelle attività che risultino in concreto dotate di spiccata potenzialità offensiva per la loro natura o per le modalità concrete di svolgimento (Cass. pen., sez. III, 19 luglio 2018, n. 19180). CONTRATTO (IN GENERE) Le firme poste a margine del testo contrattuale non equivalgono a distinta dichiarazione in ordine all’accettazione di condizioni generali vessatorie (quale è la clausola compromissoria), salva la
  • 3. 3 sussistenza di elementi idonei a far desumere una diretta manifestazione di volontà in tal senso (Cass. civ., sez. I, ord. 24 agosto 2018, n. 21185). DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA Nell’articolata pronuncia del Tribunale di Firenze, 22 ottobre 2018 (sentenza Tiziano Renzi) si leggono, fra l’altro, due interessanti principi in materia di diffamazione: (i) l’attribuzione certa di un reato con le parole «fa bancarotta», prima dell’accertamento del fatto stesso da parte dell’autorità giudiziaria che ha un’indagine in corso, integra senz’altro gli estremi della diffamazione; (ii) può configurarsi violazione del canone della continenza formale (onere di presentazione in maniera misurata di una notizia) anche sulla base della considerazione autonoma del titolo di un articolo giornalistico rispetto al testo dell’articolo stesso (e ciò a condizione che il titolo sia formulato in termini tali da recare un’affermazione compiuta, chiara ed univoca, senza necessità di leggere l’articolo). DIVORZIO Si richiama la celebre pronuncia di Cass. civ., Sez. Un., 11 luglio 2018, n. 18287, con cui sono stati stabiliti i seguenti principi in materia di determinazione dell’assegno divorzile ex L. 898/1970: (i) la funzione dell’assegno non è soltanto assistenziale; (ii) il giudice, nel determinarlo, deve avere riguardo alla comparazione delle condizioni economico-patrimoniali delle parti; (iii) ove il richiedente presenti mezzi inadeguati, il giudice deve accertarne rigorosamente le cause, in particolare se la sperequazione sia conseguenza o meno del contributo fornito dal richiedente alla formazione del patrimonio comune e personale dei coniugi, con sacrificio delle proprie aspettative professionali; (iv) il giudice quantifica l’assegno senza rapportarlo né al pregresso tenore di vita familiare, né al parametro dell’autosufficienza economica, ma in misura tale da garantire all’avente diritto un livello reddituale adeguato al contributo di cui sopra. MARCHIO Su Foro it., 2018, I, pp. 3870 – 3890 interessante rassegna giurisprudenziale in materia di marchio: tutela del marchio “forte”, diluizione, corrosione parassitismo (Cass. civ., sez. I, ord. 17 ottobre 2018, n. 26001); convalidazione del marchio nullo (Cass. civ., sez. I, ord. 13 luglio 2018, n. 18736) ed infine su marchio “debole” e confondibilità dello stesso (Tribunale di Torino, sez. impresa, 9 gennaio 2018). SERVITÙ PREDIALI L’ordinanza di Cass. civ., sez. II, 7 giugno 2018, n. 14820 ha stabilito i seguenti principi di diritto: (a) se risulta dal titolo o dagli altri elementi indicati dall’art. 1063 c.c., nel contenuto della servitù di passaggio possono rientrare sia la facoltà di sostare nel fondo, anche con i mezzi, sia quella di effettuare l’inversione di marcia sul fondo servente; tuttavia, (b) tra i c.d. “adminicula” della servitù di passaggio non rientra la facoltà di sostare nel fondo, a piedi o con i mezzi, né l’effettuazione della manovra di inversione di marcia sul fondo servente, in quanto attività che non sono generalmente necessarie all’esercizio della servitù a norma dell’art. 1064 c.c.; pur tuttavia, tali facoltà possono rivelarsi necessariamente implicite, in relazione allo stato dei luoghi. SPORT E ORDINAMENTO SPORTIVO La pronuncia di Cass. civ., Sez. Un., 9 novembre 2018, n. 28652 ha stabilito l’inammissibilità del ricorso per cassazione avverso la pronuncia con la quale il Consiglio di Stato ha confermato la decisione di inammissibilità, per difetto di giurisdizione, dell’impugnazione della sentenza dell’Alta corte di giustizia sportiva che, in via definitiva, aveva inflitto all’ex dirigente di una società calcistica la sanzione della preclusione a vita dai ranghi dell’associazione.
  • 4. 4 DIRITTO E PROCEDURA PENALE ABBREVIATO, GIUDIZIO Cass. pen., Sez. Un., 22 febbraio 2018, n. 35852 ha risolto il contrasto giurisprudenziale fra le sezioni semplici, affermando il principio di diritto per cui l’applicazione della continuazione tra reati giudicati con rito ordinario ed altri giudicati con rito abbreviato comporta che soltanto nei confronti di questi ultimi deve operare la riduzione di un terzo della pena prevista dall’art. 442, co. 2, c.p.p. CONFISCA Nell’articolata pronuncia di Cass. pen., sez. V, 18 gennaio 2018, n. 5459 la S.C. ha stabilito diversi principi di diritto in materia di (1) confisca e (2) ricettazione/riciclaggio; (1) in primo luogo, ha stabilito che quanto il prezzo o il profitto del reato sia costituito da denaro, la confisca delle somme depositate su conto corrente bancario, di cui il soggetto abbia la disponibilità, dev’essere qualificata come confisca diretta; inoltre, in considerazione della natura del bene, non necessita della prova del nesso di derivazione diretta tra la somma materialmente oggetto dell’ablazione e il reato (sul punto si richiamano Cass. pen., Sez. Un. 26 giugno 2015, Lucci su confisca in caso di prescrizione del reato e Cass. pen., Sez. Un., 30 gennaio 2014 sulla confusione fra le somme di denaro accresciute dal prezzo o dal profitto del reato); (2) in secondo luogo, ha affermato che i delitti di ricettazione e riciclaggio riguardanti il provento di bancarotta fraudolenta distrattiva pre-fallimentare sono configurabili anche prima della sentenza dichiarativa di fallimento, qualora dette condotte siano qualificabili ab origine come appropriazione indebita ex art. 646 c.p. (di cui l’art. 216 L. Fall. rappresenta una progressione criminosa); inoltre, è ammesso il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente relativo al delitto di riciclaggio (ai sensi dell’art. 648-quater c.p., introdotto con L. 231/2007) anche ai beni acquisiti dall’indagato prima dell’entrata in vigore della norma, applicandosi il principio di irretroattività soltanto alla commissione della condotta e non anche al tempo di acquisizione dei beni. OMICIDIO E LESIONI COLPOSE «STRADALI» Secondo la pronuncia di Cass. pen., sez. IV, 29 marzo 2018, n. 40050, la regola cautelare non può essere individuata dal giudice a posteriori, soprattutto con riferimento alle regole cautelari c.d. “elastiche”, in accordo con la sentenza Thyssen delle Sezioni Unite: il giudice è infatti consumatore e non produttore di leggi scientifiche e di prescrizioni cautelari, pena l’errore cognitivo (e motivazionale) del noto brocardo post hoc ergo propter hoc; inoltre, sempre secondo la Sezione quarta, deve ribadirsi il principio della “concretizzazione del rischio” (e di “causalità della colpa”) della regola cautelare: «… alla colpa dell’agente va ricondotto non qualsiasi evento realizzatosi, ma solo quello causalmente riconducibile alla condotta posta in essere dalla violazione della regola cautelare». QUERELA, PROCEDIBILITÀ A seguito della riforma di cui al D. Lgs. 36/2018, ad avviso di Cass. pen., Sez. Un., 21 giugno 2018, n. 40150: (i) in caso di ricorso inammissibile non deve darsi alla persona offesa l’avviso previsto dalla nuova disciplina in tema di procedibilità di cui al D. Lgs. 36/2018; (ii) con riguardo ai delitti divenuti procedibili a querela a seguito del D. Lgs. 36/2018 l’avviso dato alla persona offesa al fine di consentire la manifestazione della volontà di punizione non comporta la sospensione del termine di prescrizione. SEQUESTRO PENALE Cass. pen., Sez. Un., 31 maggio 2018, n. 46201 ha chiarito che, in materia di misure cautelari reali, così come per quelle personali (si veda anche Sez. Un., 8 luglio 1994), può sempre essere revocata la misura per mancanza delle condizioni originarie di applicabilità ed in assenza di fatti sopravvenuti, anche se non sia stato tempestivamente chiesto il suo riesame. SEQUESTRO PREVENTIVO Secondo Cass. pen., sez. V, 12 giugno 2018, n. 38917: (i) in tema di sequestro preventivo la previsione di una «autonoma valutazione» del fumus e delle esigenze cautelari non implica la necessità di una riscrittura degli elementi o delle circostanze rilevanti ai fini della disposizione della misura, bensì quella di esplicitare i criteri adottati a fondamento della decisione, anche mediante il richiamo, in tutto o in parte, ad atti del procedimento; (ii) il sequestro preventivo può essere disposto non solo in relazione ai beni che l’autore del reato apprenda alla sua disponibilità per effetto diretto ed immediato dell’illecito, ma
  • 5. 5 altresì con riguardo ad ogni altra utilità che lo stesso realizzi come conseguenza anche indiretta o mediata della sua attività criminosa. TRUFFA E TRUFFA AGGRAVATA Ad avviso di Cass. pen., sez. II, 13 luglio 2018, n. 38997 commette truffa aggravata il dirigente medico che, attraverso l’alterazione dei sistemi di timbratura del badge, attesti ripetutamente la propria presenza in servizio; esclusa poi, vista l’abitualità della condotta, l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p.
  • 6. 6 DIRITTO E PROCESSO AMMINISTRATIVO EDILIZIA ED URBANISTICA L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (Cons. Stato, Ad. Plen., 30 agosto 2018, n. 12) ha stabilito (e chiarito) diversi principi in materia di importi con i quali la pubblica amministrazione determina e liquida il contributo di costruzione di cui all’art. 16 D.P.R. 380/2001: sono atti di diritto privato, soggetti a termine di prescrizione decennale, che devono essere impugnati (nello stesso termine e non quindi in quello di decadenza di sessanta giorni) avanti al giudice amministrativo, in virtù della giurisdizione esclusiva in materia ex art. 133, co. 1, lett. f), D. Lgs. 104/2010. GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA Ad avviso di Cons. Stato, sez. IV, 23 maggio 2018, n. 3075: (i) la «piena conoscenza» dell’atto ex art. 41, co. 2, D. Lgs. 104/2010 (quale momento da cui decorre il termine per impugnare) richiede non la conoscenza piena ed integrale dell’atto, ma la mera percezione della sua esistenza e degli aspetti che ne comportano la lesività, in modo da rendere riconoscibile per il ricorrente l’attualità dell’interesse ad agire; (ii) il termine per impugnare un titolo edilizio decorre dall’inizio dei lavori, nel caso in cui si contesti l’an dell’edificazione, oppure dal loro completamento o da un momento antecedente al loro completamento che renda chiare le caratteristiche dell’erigendo manufatto, nel caso in cui si contesti il quomodo dell’edificazione, ferma restando la possibilità – per chi intenda sollevare eccezione di tardività – di provare, anche tramite presunzioni, una conoscenza anteriore del provvedimento in capo al ricorrente e l’onere da parte di chi intende contestare il titolo edilizio di esercitare sollecitamente l’accesso, il cui esercizio non è però idoneo a differire il termine per il ricorso. ISTRUZIONE PUBBLICA Nella pronuncia cautelare di Cons. Stato, sez. VI, ord. 24 ottobre 2018, n. 5169 è stato affermato che l’ammissione alla classe successiva nella scuola secondaria di primo grado: (a) deve fondarsi su un giudizio che faccia riferimento unitario e complessivo a periodi più ampi rispetto al singolo anno scolastico; (b) non è preclusa dal fatto che in sede di scrutinio finale venga attribuita una valutazione con voto inferiore a 6/10 in una o più discipline. SANZIONI AMMINISTRATIVE Ad avviso di Cons. Stato, sez. V, 3 ottobre 2018, n. 5695 l’assenza, nella disciplina generale contenuta nella L. 689/1981, di un termine massimo per la conclusione del procedimento sanzionatorio, non esclude che norme settoriali di rango primario possano demandare a fonti secondarie la fissazione di termini per l’avvio, la conduzione e la conclusione del medesimo procedimento in deroga alla disciplina generale, consentendo a tale stregua di qualificarli come perentori; in generale, sulla non perentorietà del termine per la conclusione del procedimento sanzionatorio ex L. 689/1981, si veda Cons. Stato, sez. VI, 29 gennaio 2013, n. 542.