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I disturbi della deambulazione
       nell’anziano e nel
         parkinsoniano

         Dr med Chiara Prosperetti
      Neurocentro della Svizzera Italiana
       Ospedale Regionale di Lugano
• La deambulazione e’ uno dei compiti
  motori piu’ utlizzati nella vita di tutti i giorni
• E’ resa possibile da interazioni complesse
  fra sistemi: - motorio
                 - sensitivo
                 - cognitivo
Contribuiscono
alla
deambulazione
• sensi
• sistema cardiovascolare
• corteccia motoria
• sistema cerebellare
•sistema dei gangli della
base
•tronco dell’encefalo e
midollo spinale
  (ritmo = central pattern
               generators)
•radice e nervo periferico
• sistema muscolare
Central pattern generators:
movimento ritmico involontario
controllo soprasegmentario
Epidemiologia dei disturbi della
          deambulazione
cammina normalmente:
• 85% della popolazione > 60 anni
• 35% > 70
• 20% > 80
L’età è definito il principale fattore di rischio
per i disturbi della marcia (Stolze et al 2005),
  Importante discriminare fra modifiche
  fisiologiche legate all’invecchiamento e
  patologia
Disturbi della deambulazione
            nell’anziano
… mera conseguenza dell’invecchiamento?

 Il 20% della popolazione anziana cammina
 normalmente a dimostrazione che il disturbo
 della deambulazione non e’ una stigmate
 dell’eta’ geriatrica.
Dal punto di vista neurologico
• La deambulazione si sviluppa nel bambino e si
  compromette nell’anziano in parallelo con la
  funzione delle strutture corticali superiori. Riflette
  dunque lo stato di integrita’ dei sistemi cerebrali,
  che permettono:
  Inizio della marcia
  Arresto
  Cambiamenti di velocita’, direzione e reazioni di
  interferenza
Fattori implicati
                (spesso combinati fra loro)


• deficit sensoriali (visivi, vestibolari, uditivi)
• deficit motori (problemi ortopedici, esiti di
  ictus)
• malattie neurodegenerative
• fattori tossici (farmaci, alcool)
• disturbi psichiatrici (ansia)

      immobilità e cadute
importanza dell’anamnesi
• esordio (improvviso o lentamente progressivo)
• durata (episodica o continua)
• fattori favorenti (ambiente, situazione, farmaci)
• sintomi e segni accompagnatori (ansia, dolore,
  disturbi focali)
• farmaci
• comorbidità
• cadute
... e della clinica
Parametri deambulazione:
• velocità (si riduce fisiologicamente di 1% per anno dopo i
  60)
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dei piedi, stabilita’, pendolarismo arti)
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• Timed “Get up & go” test:
misura il tempo in cui un soggetto si
   alza da una sedia, percorre 3 mt,
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    la maggior parte degli adulti lo
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   all’IADL
Alcuni strumenti clinici 2
• Dual task paradigm
    interferenza di un altro compito motorio
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(i.e. parlare, contare, muovere il braccio)
    l’arresto della deambulazione (stop
   walking when talking) e’ indice di alterata
   integrazione cognitivo-motoria
Scala di Tinetti per l’equilibrio ed andatura
           (Tinetti ME: Performance-oriented assessement of
            mobility problems in elderly patients. JAGS 1986)


La “Tinetti balance and Gait Scale” è uno strumento di facile
utilizzo, diffuso e validato, buon indice predittivo di caduta.
Punteggi:
</= 1 soggetto non deambulante;
>2<19 deambulante a rischio di caduta;
>/= 20 deambulante a basso rischio di caduta.
Scala di valutazione delle attivita’ della vita quotidiana
   (Barthel Index) (Mahoney FI, Barthel DW: Mar.St.Med.J. 1965

 Punteggio indicativo delle capacità del soggetto di
 alimentarsi, vestirsi, gestire l'igiene personale, lavarsi,
 usare i servizi igienici, spostarsi dalla sedia al letto e
 viceversa, deambulare in piano, salire e scendere le
 scale, controllare defecazione e minzione.

 Il punteggio assegnato per ogni funzione può essere
 15, 10, 5 o 0 (+ alto + autonomia)
Classificazione di Nutt & Marsden
          (Neurology 1993)
• Livello inferiore:
   Disturbi di effettori periferici
   (muscoli, articolazioni, nervi periferici)
• Livello intermedio
   Disturbi che coinvolgono circuiti afferenti ed
   efferenti del SNC
   (paresi, deficit extrapiramidali/cerebellari)
• Livello superiore
   Disturbi che implicano una disfunzione corticale
   (atassia frontale, fobie…)
Diverse tipologie di disturbi
•   Andatura antalgica: zoppia
•   Paretica/ipotonica
•   Spastica               ictus
•   Vestibolare
•   Atassica sensitiva
•   Atassica cerebellare
•   Discinetica                neurodegenerazione
•   Rigida/ipocinetica
•   Cauta - Fobica
Andatura antalgica
Quadro classico
caratterizzata da:
• Impossibilita’ di caricare
   l’arto dolente
• Zoppia
• Dolore
• Limitazione funzionale
(i.e. sciatalgia, coxartrosi)
Andatura      Andatura
paretica      pareto-spastica

  • Steppage Circonduzione
  • Piede    dell’arto
    cadente  monolaterale/
             bilaterale
             (Falciante)
Deficit vestibolare
• Lateropulsione
• Aggravata dalla
  chiusura degli occhi
• Prova di
  Unterberger positiva
(> 45 gradi dopo 15-20”)
Atassia sensitiva/cerebellare
• Sensitiva:
o Difetto di afferenza
  propriocettiva
o Vacillante
o Base allargata
o Peggiorata dalla chiusura degli
  occhi
• Cerebellare:
o oscillazione
oNon peggiorata dalla chiusura degli occhi
oPossibile associazione di altri disturbi cerebellari (dismetria,
disartria, nistragmo)
Andatura cauta
• Fobica o su
  instabilita’ posturale:
o   Piccoli passi
o   Base larga
o   Lenta
o   Miglioramento con
    piccolo ausilio (braccio
    dell’accompagnatore)
Malattia di Parkinson
Caratteristiche peculiari:
• Bradi-ipocinesia
• Rigidita’
• Tremore
Deambulazione:
•   Rallentata
•   A piccoli passi
•   Ridotto pendolarismo degli arti
•   Blocchi motori (freezing)
•   Festinazione
•   Antero-retropulsione
Malattia di Parkinson
             altre caratteristiche:

• Instabilita’ posturale
Non motor symptoms (precoci!):
•   Disturbi dell’umore
•   Perdita dell’olfatto
•   Disfunzioni autonomiche
•   Sonnolenza diurna
•   Disturbi del sonno (RBD)
•   Disturbi cognitivi
Terapia della M. di Parkinson
• terapia farmacologica:
-   L-DOPA (1961)
-   DA agonisti

• il trattamento riabilitativo:
    insostituibile ausilio per contrastare e rallentare la
    progressione della malattia (aspetti posturali come la
    camptocormia; schema del passo; preservare
    l’autonomia anche con l’utilizzo di ausili specifici)
• la neurochirurgia funzionale (DBS)
Deep Brain Stimulation (DBS)
• La stimolazione elettrica del
  bersaglio anatomico
  consente l’interruzione di
  alcune trasmissioni
  neurofisiologiche e quindi il
  miglioramento della
  sintomatologia motoria del
  paziente parkinsoniano.
• I candidati per la chirurgia
  sono costituiti da pazienti che
  hanno severe fluttuazioni
  motorie o discinesie indotte
  dalla terapia dopaminergica
  (importante individuazione
  dei candidati)
Parkinsonismi e caratteristiche cliniche
Diverse forme            Caratteristiche             Terapia
                         cliniche
M.Di Parkinson           Sintomatologia              L-Dopa/ Dopamino
                         lateralizzata               agonisti
Vascolare                Sintomatologia              Scarsa risposta alla L-
                         simmetrica interessa gli    Dopa
                         arti inferiori              Fisioterapia specifica
Paralisi sopranucleare   Cadute frequenti, rigidita’ Iniziale e scarsa risposta
progressiva              del tronco, paralisi dello  alla L-Dopa
                         sguardo verticale,
                         demenza
Atrofia Multisistemica   Sintomi parkinsoniani,      Trattamento singole
                         cerebellari, cortico-       condizioni (i.e.
                         spinali ed autonomici       ipotensione ortostatica)
Demenza a corpi di       Sintomi parkinsoniani       Terapia cognitiva e
Levy                     preceduti da demenza        dopaminergica
                         ed allucinazioni
Idrocefalo
        normoteso
• Dilatazione del sistema ventricolare

Sintomi:
•Disturbo della deambulazione,
incontinenza urinaria, demenza
•Postura eretta instabile,tendenza alla
retropulsione. Marcia a passi piccoli e
strascicati (marcia magnetica)
•Esami neuroradiologici (TC ed RM)
•Test di sottrazione liquorale (puntura
lombare e/o drenaggio spinale)
•Terapia: sistema di derivazione
ventricoloperitoneale
Claudicatio spinale
• Stenosi vertebrale con conseguente
   "strozzamento" delle strutture nervose
   da essa accolte.
• Sintomi:
1) dolore
2) claudicatio neurogena                   3)
   disestesie (freddo/bruciore/crampi)
   4) debolezza muscolare.
   5) riduzione dell'autonomia di marcia
   6) i disturbi si attenuano con il riposo
• Cause: compressione delle strutture
   vascolo-nervose che ostacola una
   aumentata richiesta di ossigeno
• Terapia chirurgica nei casi gravi
Nel valutare una deambulazione
           patologica
• Indispensabile esame clinico specialistico
  (geriatra, fisiatra, neurologo)
• Identificare componenti         gait analysis
• Valutare se sensibili ad una terapia
  farmacologica specifica (i.e. parkinson,
  idrocefalia, ansia)
• Impostare fisioterapia specifica
• Identificare ausili

     Obiettivo: mantenimento dell’autonomia
“Take home messages”

1. Le alterazioni motorie, sebbene caratteristiche
   non sono fisiologiche nell’anziano
2. Spesso i disturbi della deambulazione che
   compaiono nell’invecchiamento sono
   multifattoriali
3. Una valutazione specialistica multidisciplinare
   e’ utile nell’identificare aspetti reversibili o
   curabili con terapie specifiche (fisiche,
   farmacologiche, chirurgiche)

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Intervento Dott.ssa Chiara Prosperetti, Medico neurologo eoc lugano

  • 1. I disturbi della deambulazione nell’anziano e nel parkinsoniano Dr med Chiara Prosperetti Neurocentro della Svizzera Italiana Ospedale Regionale di Lugano
  • 2. • La deambulazione e’ uno dei compiti motori piu’ utlizzati nella vita di tutti i giorni • E’ resa possibile da interazioni complesse fra sistemi: - motorio - sensitivo - cognitivo
  • 3. Contribuiscono alla deambulazione • sensi • sistema cardiovascolare • corteccia motoria • sistema cerebellare •sistema dei gangli della base •tronco dell’encefalo e midollo spinale (ritmo = central pattern generators) •radice e nervo periferico • sistema muscolare
  • 6. Epidemiologia dei disturbi della deambulazione cammina normalmente: • 85% della popolazione > 60 anni • 35% > 70 • 20% > 80 L’età è definito il principale fattore di rischio per i disturbi della marcia (Stolze et al 2005), Importante discriminare fra modifiche fisiologiche legate all’invecchiamento e patologia
  • 7. Disturbi della deambulazione nell’anziano … mera conseguenza dell’invecchiamento? Il 20% della popolazione anziana cammina normalmente a dimostrazione che il disturbo della deambulazione non e’ una stigmate dell’eta’ geriatrica.
  • 8. Dal punto di vista neurologico • La deambulazione si sviluppa nel bambino e si compromette nell’anziano in parallelo con la funzione delle strutture corticali superiori. Riflette dunque lo stato di integrita’ dei sistemi cerebrali, che permettono: Inizio della marcia Arresto Cambiamenti di velocita’, direzione e reazioni di interferenza
  • 9. Fattori implicati (spesso combinati fra loro) • deficit sensoriali (visivi, vestibolari, uditivi) • deficit motori (problemi ortopedici, esiti di ictus) • malattie neurodegenerative • fattori tossici (farmaci, alcool) • disturbi psichiatrici (ansia) immobilità e cadute
  • 10. importanza dell’anamnesi • esordio (improvviso o lentamente progressivo) • durata (episodica o continua) • fattori favorenti (ambiente, situazione, farmaci) • sintomi e segni accompagnatori (ansia, dolore, disturbi focali) • farmaci • comorbidità • cadute
  • 11. ... e della clinica Parametri deambulazione: • velocità (si riduce fisiologicamente di 1% per anno dopo i 60) • ampiezza del passo • autonomia di marcia Esame neurologico (postura, asimmetrie, sollevamento dei piedi, stabilita’, pendolarismo arti) Neuroimaging Altri esami complementari
  • 12. Alcuni strumenti clinici 1 • Timed “Get up & go” test: misura il tempo in cui un soggetto si alza da una sedia, percorre 3 mt, si gira e ritorna seduto sulla sedia. la maggior parte degli adulti lo completa in circa 10 secondi, fra gli anziani >11 <20 Punteggi > 14 sono patologici Correlato al rischio di cadute ed all’IADL
  • 13. Alcuni strumenti clinici 2 • Dual task paradigm interferenza di un altro compito motorio con la deambualzione (i.e. parlare, contare, muovere il braccio) l’arresto della deambulazione (stop walking when talking) e’ indice di alterata integrazione cognitivo-motoria
  • 14. Scala di Tinetti per l’equilibrio ed andatura (Tinetti ME: Performance-oriented assessement of mobility problems in elderly patients. JAGS 1986) La “Tinetti balance and Gait Scale” è uno strumento di facile utilizzo, diffuso e validato, buon indice predittivo di caduta. Punteggi: </= 1 soggetto non deambulante; >2<19 deambulante a rischio di caduta; >/= 20 deambulante a basso rischio di caduta.
  • 15. Scala di valutazione delle attivita’ della vita quotidiana (Barthel Index) (Mahoney FI, Barthel DW: Mar.St.Med.J. 1965 Punteggio indicativo delle capacità del soggetto di alimentarsi, vestirsi, gestire l'igiene personale, lavarsi, usare i servizi igienici, spostarsi dalla sedia al letto e viceversa, deambulare in piano, salire e scendere le scale, controllare defecazione e minzione. Il punteggio assegnato per ogni funzione può essere 15, 10, 5 o 0 (+ alto + autonomia)
  • 16. Classificazione di Nutt & Marsden (Neurology 1993) • Livello inferiore: Disturbi di effettori periferici (muscoli, articolazioni, nervi periferici) • Livello intermedio Disturbi che coinvolgono circuiti afferenti ed efferenti del SNC (paresi, deficit extrapiramidali/cerebellari) • Livello superiore Disturbi che implicano una disfunzione corticale (atassia frontale, fobie…)
  • 17. Diverse tipologie di disturbi • Andatura antalgica: zoppia • Paretica/ipotonica • Spastica ictus • Vestibolare • Atassica sensitiva • Atassica cerebellare • Discinetica neurodegenerazione • Rigida/ipocinetica • Cauta - Fobica
  • 18. Andatura antalgica Quadro classico caratterizzata da: • Impossibilita’ di caricare l’arto dolente • Zoppia • Dolore • Limitazione funzionale (i.e. sciatalgia, coxartrosi)
  • 19. Andatura Andatura paretica pareto-spastica • Steppage Circonduzione • Piede dell’arto cadente monolaterale/ bilaterale (Falciante)
  • 20. Deficit vestibolare • Lateropulsione • Aggravata dalla chiusura degli occhi • Prova di Unterberger positiva (> 45 gradi dopo 15-20”)
  • 21. Atassia sensitiva/cerebellare • Sensitiva: o Difetto di afferenza propriocettiva o Vacillante o Base allargata o Peggiorata dalla chiusura degli occhi • Cerebellare: o oscillazione oNon peggiorata dalla chiusura degli occhi oPossibile associazione di altri disturbi cerebellari (dismetria, disartria, nistragmo)
  • 22. Andatura cauta • Fobica o su instabilita’ posturale: o Piccoli passi o Base larga o Lenta o Miglioramento con piccolo ausilio (braccio dell’accompagnatore)
  • 23. Malattia di Parkinson Caratteristiche peculiari: • Bradi-ipocinesia • Rigidita’ • Tremore Deambulazione: • Rallentata • A piccoli passi • Ridotto pendolarismo degli arti • Blocchi motori (freezing) • Festinazione • Antero-retropulsione
  • 24. Malattia di Parkinson altre caratteristiche: • Instabilita’ posturale Non motor symptoms (precoci!): • Disturbi dell’umore • Perdita dell’olfatto • Disfunzioni autonomiche • Sonnolenza diurna • Disturbi del sonno (RBD) • Disturbi cognitivi
  • 25. Terapia della M. di Parkinson • terapia farmacologica: - L-DOPA (1961) - DA agonisti • il trattamento riabilitativo: insostituibile ausilio per contrastare e rallentare la progressione della malattia (aspetti posturali come la camptocormia; schema del passo; preservare l’autonomia anche con l’utilizzo di ausili specifici) • la neurochirurgia funzionale (DBS)
  • 26. Deep Brain Stimulation (DBS) • La stimolazione elettrica del bersaglio anatomico consente l’interruzione di alcune trasmissioni neurofisiologiche e quindi il miglioramento della sintomatologia motoria del paziente parkinsoniano. • I candidati per la chirurgia sono costituiti da pazienti che hanno severe fluttuazioni motorie o discinesie indotte dalla terapia dopaminergica (importante individuazione dei candidati)
  • 27. Parkinsonismi e caratteristiche cliniche Diverse forme Caratteristiche Terapia cliniche M.Di Parkinson Sintomatologia L-Dopa/ Dopamino lateralizzata agonisti Vascolare Sintomatologia Scarsa risposta alla L- simmetrica interessa gli Dopa arti inferiori Fisioterapia specifica Paralisi sopranucleare Cadute frequenti, rigidita’ Iniziale e scarsa risposta progressiva del tronco, paralisi dello alla L-Dopa sguardo verticale, demenza Atrofia Multisistemica Sintomi parkinsoniani, Trattamento singole cerebellari, cortico- condizioni (i.e. spinali ed autonomici ipotensione ortostatica) Demenza a corpi di Sintomi parkinsoniani Terapia cognitiva e Levy preceduti da demenza dopaminergica ed allucinazioni
  • 28. Idrocefalo normoteso • Dilatazione del sistema ventricolare Sintomi: •Disturbo della deambulazione, incontinenza urinaria, demenza •Postura eretta instabile,tendenza alla retropulsione. Marcia a passi piccoli e strascicati (marcia magnetica) •Esami neuroradiologici (TC ed RM) •Test di sottrazione liquorale (puntura lombare e/o drenaggio spinale) •Terapia: sistema di derivazione ventricoloperitoneale
  • 29. Claudicatio spinale • Stenosi vertebrale con conseguente "strozzamento" delle strutture nervose da essa accolte. • Sintomi: 1) dolore 2) claudicatio neurogena 3) disestesie (freddo/bruciore/crampi) 4) debolezza muscolare. 5) riduzione dell'autonomia di marcia 6) i disturbi si attenuano con il riposo • Cause: compressione delle strutture vascolo-nervose che ostacola una aumentata richiesta di ossigeno • Terapia chirurgica nei casi gravi
  • 30. Nel valutare una deambulazione patologica • Indispensabile esame clinico specialistico (geriatra, fisiatra, neurologo) • Identificare componenti gait analysis • Valutare se sensibili ad una terapia farmacologica specifica (i.e. parkinson, idrocefalia, ansia) • Impostare fisioterapia specifica • Identificare ausili Obiettivo: mantenimento dell’autonomia
  • 31. “Take home messages” 1. Le alterazioni motorie, sebbene caratteristiche non sono fisiologiche nell’anziano 2. Spesso i disturbi della deambulazione che compaiono nell’invecchiamento sono multifattoriali 3. Una valutazione specialistica multidisciplinare e’ utile nell’identificare aspetti reversibili o curabili con terapie specifiche (fisiche, farmacologiche, chirurgiche)