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Il paesaggio mentale dei soldati Lettere, diari, poesie, cartoline…  espressione di un retroterra individuale.
Lettere Pagine di giornale              e                       propaganda Poesie Colori di trincea Cartoline Il linguaggio del cinema
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“ Ò  certezza assoluta che l’anno nuovo sia veramente l’ultimo di guerra. […] Non avremo fatto a tempo a mettere i capelli bianchi. […] noi si ride un po’ di tutto, siamo troppo abituati al peggio. […] La spada d’Italia non si è ancora spezzata.” Lettera privata, familiare  22 maggio 1918  “…  io non ho paura di niente. Vado sempre avanti al mio plotone e fino ad oggi il Signore mi guarda dal piombo che fischia da tutte le parti(…)stiamo benissimo, sempre allegri e sempre avanti: Viva l’Italia! […] sempre avanti, o si vive o si muore, purché si vada a piantare la nostra fanteria a Trieste.”  Sergente Maggiore Cesidio Mancini del 13° fanteria 1915
“ Mamma carissima,  fra poche ore lascio Aquila e non posso non inviarti un pensiero da qui.  Aquila mi ha tenuto quattro anni lontano da te e certo non ti è indifferente. Ci lascio molti ricordi; vi ho sciupato quasi tutta la mia migliore giovinezza e la lascio con un po’ di rammarico. Ora altre pagine si sfogliano per la mia vita. Saranno belle? Saranno brutte? Chi lo sa. […] So solo che segno sereno il mio destino e sarò contento di tutto quello che mi potrà succedere...”  Sottotenente Filippo Franceschelli della Brigata Pinerolo  1916   “ Tutto è da affidarsi al coraggio del soldato, alla fiducia del popolo italiano, alla pronta riorganizzazione per parte dei capi. Del resto ho imparato a conoscere quanto valga il nostro soldato se ha soltanto un poco di fiducia, non dico neanche di entusiasmo. “ Sottotenente del Genio della 68a Compagnia Zappatori Saccani Leandro  1917
“ Cari genitori,  vi invio questa mia sperando di rincuorarvi dal dolore provocato dalla mia forzata assenza. Le giornate qua passano lunghe e tediose, ed il vostro ricordo mi è di non poco di conforto. Ho ancora la foto che ci facemmo fare il giorno della mia partenza, anche se ormai è un poco sbiadita. La nebbia è da mesi nostra compagna, e solo raramente si riesce a scorgere una sfumatura di azzurro  sopra le colline. A volte piove, ma mai in modo violento, è sempre una pioggia fine e triste. Da voi c'è ancora il sole?” Lettera privata  “ Passato un po' di tempo non si pensava più alla vita, tanto ogni momento si vedevano morti e feriti. Così pure io mi feci coraggio e pensavo: "Se arriva una scheggia, o una pallottola intelligente che non mi ferisce gravemente bene; se mi ammazza è almeno finito questo patire”. […] Alla fine non ho avuto né medaglia al valore, né pacco vestiario e nemmeno premi di congedo solo per aver avuto la scapataggine di scrivere quella lettera senza alcun fine di male. Spero che almeno la croce al merito mi verrà concessa.” Elio Nerucci ,soldato toscano
La propaganda cercava di presentare ai civili la guerra in modo positivo e li incentivava a sostenerla, moralmente ed economicamente  Ben presto fu chiaro che il contributo più importante dell'Italia alla vittoria dell'Intesa sarebbe stato l'apertura di un terzo fronte, quello alpino, che alleggeriva la pressione sui fronti orientale e occidentale, compensando la caduta della Serbia.                                                               
“ E’ fatto per Voi soldati. Esso viene fra Voi, vicino a Voi il più possibile, come un buon amico per parlare ai vostri sentimenti. […] E’ il giornale Vostro.”
Dall'intreccio di queste competenze emerge l'immagine ottimistica di una nazione preparata ed efficiente. L’icona più adatta a rassicurare il pubblico borghese, non meno deformante delle suggestioni sentimentali e patriottiche.
“ Si cancella e si ricostruisce” Mappa della battaglia di Caporetto L’editoria insiste sul filone di giustificazione morale e razionale dell’ interventismo. Esprime esasperata retorica patriottica e inquadra gli avvenimenti bellici in un'ottica economico-imprenditoriale. 
La visione della guerra  Esaltazione Orrore
Molti intellettuali, i Futuristi per eccellenza, ritenevano la guerra come un utile strumento per eliminare le idee di un mondo, che ritenevano vecchio, fatto di equivoci e falsi equilibri, per far nascere così un nuovo stile letterario e generare una nuova umanità.  “ Le lor nuvolette di fumo Bianche, color di rosa, nere Ondeggiano nel nuovo cielo d'Italia Come deliziose bandiere. […] La mitragliatrice canta, Le pallottole che sfiorano la nostra guancia Hanno il suono di un bacio lungo e fine che voli. […] E tranquillamente aspettare, Soldati gli uni agli altri più che fratelli, La morte; che forse non ci oserebbe toccare, Tanto siamo giovani e belli.”   Ardengo Soffici, Sul Kobilek "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo -, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.“ Marinetti Manifesto del Futurismo "Guerra! Quale senso di purificazione, di liberazione, di immane speranza ci pervase allora![...]. Era la guerra di per se stessa a entusiasmare i poeti, la guerra quale calamità, quale necessità morale.”  Thomas Mann  Pensieri di guerra, novembre 1914
I milioni di giovani, che in quei terribili anni hanno combattuto, affidano a poesie, racconti, romanzi e memorie tutto l'orrore della guerra. In questa situazione il poeta sottolinea la precarietà della sua esistenza, con l'unico modo che in trincea è permesso: la parola poetica. “ Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata […] Non son mai stato tanto attaccato alla vita” Ungaretti, Veglia Cima quattro il 23 dicembre 1915  “ Di che reggimento siete fratelli ? […] Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità” Ungaretti, Fratelli Mariano 15 giugno 1916 …  pietà di noi rimasti a rantolarci e non ha fine l'ora, affretta l'agonia, tu puoi finire e conforto ti sia nella demenza che non sa impazzire … Rebora, Viatico Canto anonimo, 1916 “ I medici lavoravano con le maniche rimboccate fino alle spalle ed erano rossi come macellai. Non c'erano abbastanza barelle” E. Hemingway,  Addio alle armi
Fernand Léger, La partie de cartes, 1917, huile sur toile, 129 x 193 cm, Kröller-Müller Museum, Otterlo.  C. R. W. Nevinson, French Troops Resting (Troupes au repos), 1916, huile sur toile, 71 x 91,5 cm, Imperial War Museum, Londres. C. R. W. Nevinson, Returning to the Trenches (Retour aux tranchées), 1914-15, huile sur toile, 51 x 76 cm, National Gallery of Canada, Ottawa.
Il titolo del quadro fu ripreso dal regista americano Stanley Kubrick per il film  Paths of Glory  ( Orizzonti di gloria ) C. R. W. Nevinson, Paths of Glory, 1917, oil on canvas, 45.7 x 61 cm, Imperial War Museum. Gino Severini Cannone in azione, 1915  368 x 279
Italia! Italia! Cartolina  austriaca
Sempre baldanzosi e forti per la patria nostra
Ricordi militari Vi annuncio la mia promozione a Caporale
Il regista americano Stanley Kubrick riprese il titolo del quadro di Nevinson per il suo film  Paths of Glory  (il titolo fu tradotto in italiano in Orizzonti di gloria).  È un capolavoro del cinema antimilitarista e quando apparve, nel 1957, suscitò violente proteste per il suo carattere pacifista (come era avvenuto per il dipinto di Nevinson). In  Francia  potè essere proiettato soltanto nel 1975. Nel 1959 fu proiettato un film di Mario Monicelli,  La Grande Guerra , che ne dava una raffigurazione non retorica, aprendo una strada che la storiografia avrebbe cominciato a seguire soltanto dieci anni più tardi con il libro Plotone d’esecuzione di Enzo Forcella e Alberto Monticone, pubblicato nel 1968.  Nel film, infatti, due soldati, il romano Oreste Jacovacci (Alberto Sordi) e il lombardo Giovanni Busacca (Vittorio Gassaman), fino ad allora intenti soprattutto a evitare i pericoli, dopo essere sati fatti prigionieri affrontavano eroicamente la morte perché umiliati, come Italiani, da una frase offensiva dell’ufficiale austriaco che li interrogava.
Il film di Tavernier, La   vita e nient’altro  (1989) , è una delle poche nella storia del cinema d'ispirazione antimilitarista, che riesca a parlarci della guerra e del suo orrore dopo che essa è già conclusa, senza mostrarci immagini più o meno sconvolgenti ed agghiaccianti. La vita che sprofonda nella morte, il nulla che si fa padrone del mondo. Il freddo autunnale, messo in evidenza dalla campagna spoglia e dalla condensa del fiato, suggerisce l'idea di un accantonamento delle passioni della vita. La storia ambientata nel 1920 vede protagonista una vedova di guerra, alla ricerca del marito disperso nel '18. La sua storia si intreccia con quella di un’altra donna. Tratto dal libro autobiografico di Emilio Lussu "Un anno sull'altipiano", il film  Uomini contro , rievoca le vicende di un giovane ufficiale italiano durante la Grande Guerra.   Il film denuncia la guerra in tutta la sua crudele assurdità: l'inutilità del grande massacro, l'incapacità e il cinico disprezzo della vita dei soldati da parte dei capi, le terribili condizioni di vita della trincea.   Per il suo contenuto antimilitarista suscitò molte polemiche e venne osteggiato e boicottato dalla distribuzione .   Fu interamente girato in una zona della Bosnia che riproduceva perfettamente l'ambiente di guerra descritto da Lussu.

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Il Paesaggio Mentale dei Soldati

  • 1. Il paesaggio mentale dei soldati Lettere, diari, poesie, cartoline… espressione di un retroterra individuale.
  • 2. Lettere Pagine di giornale e propaganda Poesie Colori di trincea Cartoline Il linguaggio del cinema
  • 3.
  • 4. “ Ò certezza assoluta che l’anno nuovo sia veramente l’ultimo di guerra. […] Non avremo fatto a tempo a mettere i capelli bianchi. […] noi si ride un po’ di tutto, siamo troppo abituati al peggio. […] La spada d’Italia non si è ancora spezzata.” Lettera privata, familiare 22 maggio 1918 “… io non ho paura di niente. Vado sempre avanti al mio plotone e fino ad oggi il Signore mi guarda dal piombo che fischia da tutte le parti(…)stiamo benissimo, sempre allegri e sempre avanti: Viva l’Italia! […] sempre avanti, o si vive o si muore, purché si vada a piantare la nostra fanteria a Trieste.” Sergente Maggiore Cesidio Mancini del 13° fanteria 1915
  • 5. “ Mamma carissima, fra poche ore lascio Aquila e non posso non inviarti un pensiero da qui. Aquila mi ha tenuto quattro anni lontano da te e certo non ti è indifferente. Ci lascio molti ricordi; vi ho sciupato quasi tutta la mia migliore giovinezza e la lascio con un po’ di rammarico. Ora altre pagine si sfogliano per la mia vita. Saranno belle? Saranno brutte? Chi lo sa. […] So solo che segno sereno il mio destino e sarò contento di tutto quello che mi potrà succedere...” Sottotenente Filippo Franceschelli della Brigata Pinerolo 1916 “ Tutto è da affidarsi al coraggio del soldato, alla fiducia del popolo italiano, alla pronta riorganizzazione per parte dei capi. Del resto ho imparato a conoscere quanto valga il nostro soldato se ha soltanto un poco di fiducia, non dico neanche di entusiasmo. “ Sottotenente del Genio della 68a Compagnia Zappatori Saccani Leandro 1917
  • 6. “ Cari genitori, vi invio questa mia sperando di rincuorarvi dal dolore provocato dalla mia forzata assenza. Le giornate qua passano lunghe e tediose, ed il vostro ricordo mi è di non poco di conforto. Ho ancora la foto che ci facemmo fare il giorno della mia partenza, anche se ormai è un poco sbiadita. La nebbia è da mesi nostra compagna, e solo raramente si riesce a scorgere una sfumatura di azzurro sopra le colline. A volte piove, ma mai in modo violento, è sempre una pioggia fine e triste. Da voi c'è ancora il sole?” Lettera privata “ Passato un po' di tempo non si pensava più alla vita, tanto ogni momento si vedevano morti e feriti. Così pure io mi feci coraggio e pensavo: "Se arriva una scheggia, o una pallottola intelligente che non mi ferisce gravemente bene; se mi ammazza è almeno finito questo patire”. […] Alla fine non ho avuto né medaglia al valore, né pacco vestiario e nemmeno premi di congedo solo per aver avuto la scapataggine di scrivere quella lettera senza alcun fine di male. Spero che almeno la croce al merito mi verrà concessa.” Elio Nerucci ,soldato toscano
  • 7. La propaganda cercava di presentare ai civili la guerra in modo positivo e li incentivava a sostenerla, moralmente ed economicamente Ben presto fu chiaro che il contributo più importante dell'Italia alla vittoria dell'Intesa sarebbe stato l'apertura di un terzo fronte, quello alpino, che alleggeriva la pressione sui fronti orientale e occidentale, compensando la caduta della Serbia.                                                              
  • 8. “ E’ fatto per Voi soldati. Esso viene fra Voi, vicino a Voi il più possibile, come un buon amico per parlare ai vostri sentimenti. […] E’ il giornale Vostro.”
  • 9. Dall'intreccio di queste competenze emerge l'immagine ottimistica di una nazione preparata ed efficiente. L’icona più adatta a rassicurare il pubblico borghese, non meno deformante delle suggestioni sentimentali e patriottiche.
  • 10. “ Si cancella e si ricostruisce” Mappa della battaglia di Caporetto L’editoria insiste sul filone di giustificazione morale e razionale dell’ interventismo. Esprime esasperata retorica patriottica e inquadra gli avvenimenti bellici in un'ottica economico-imprenditoriale. 
  • 11. La visione della guerra Esaltazione Orrore
  • 12. Molti intellettuali, i Futuristi per eccellenza, ritenevano la guerra come un utile strumento per eliminare le idee di un mondo, che ritenevano vecchio, fatto di equivoci e falsi equilibri, per far nascere così un nuovo stile letterario e generare una nuova umanità. “ Le lor nuvolette di fumo Bianche, color di rosa, nere Ondeggiano nel nuovo cielo d'Italia Come deliziose bandiere. […] La mitragliatrice canta, Le pallottole che sfiorano la nostra guancia Hanno il suono di un bacio lungo e fine che voli. […] E tranquillamente aspettare, Soldati gli uni agli altri più che fratelli, La morte; che forse non ci oserebbe toccare, Tanto siamo giovani e belli.” Ardengo Soffici, Sul Kobilek "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo -, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.“ Marinetti Manifesto del Futurismo "Guerra! Quale senso di purificazione, di liberazione, di immane speranza ci pervase allora![...]. Era la guerra di per se stessa a entusiasmare i poeti, la guerra quale calamità, quale necessità morale.” Thomas Mann Pensieri di guerra, novembre 1914
  • 13. I milioni di giovani, che in quei terribili anni hanno combattuto, affidano a poesie, racconti, romanzi e memorie tutto l'orrore della guerra. In questa situazione il poeta sottolinea la precarietà della sua esistenza, con l'unico modo che in trincea è permesso: la parola poetica. “ Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata […] Non son mai stato tanto attaccato alla vita” Ungaretti, Veglia Cima quattro il 23 dicembre 1915 “ Di che reggimento siete fratelli ? […] Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità” Ungaretti, Fratelli Mariano 15 giugno 1916 … pietà di noi rimasti a rantolarci e non ha fine l'ora, affretta l'agonia, tu puoi finire e conforto ti sia nella demenza che non sa impazzire … Rebora, Viatico Canto anonimo, 1916 “ I medici lavoravano con le maniche rimboccate fino alle spalle ed erano rossi come macellai. Non c'erano abbastanza barelle” E. Hemingway, Addio alle armi
  • 14. Fernand Léger, La partie de cartes, 1917, huile sur toile, 129 x 193 cm, Kröller-Müller Museum, Otterlo. C. R. W. Nevinson, French Troops Resting (Troupes au repos), 1916, huile sur toile, 71 x 91,5 cm, Imperial War Museum, Londres. C. R. W. Nevinson, Returning to the Trenches (Retour aux tranchées), 1914-15, huile sur toile, 51 x 76 cm, National Gallery of Canada, Ottawa.
  • 15. Il titolo del quadro fu ripreso dal regista americano Stanley Kubrick per il film Paths of Glory ( Orizzonti di gloria ) C. R. W. Nevinson, Paths of Glory, 1917, oil on canvas, 45.7 x 61 cm, Imperial War Museum. Gino Severini Cannone in azione, 1915 368 x 279
  • 17. Sempre baldanzosi e forti per la patria nostra
  • 18. Ricordi militari Vi annuncio la mia promozione a Caporale
  • 19. Il regista americano Stanley Kubrick riprese il titolo del quadro di Nevinson per il suo film Paths of Glory (il titolo fu tradotto in italiano in Orizzonti di gloria). È un capolavoro del cinema antimilitarista e quando apparve, nel 1957, suscitò violente proteste per il suo carattere pacifista (come era avvenuto per il dipinto di Nevinson). In Francia potè essere proiettato soltanto nel 1975. Nel 1959 fu proiettato un film di Mario Monicelli, La Grande Guerra , che ne dava una raffigurazione non retorica, aprendo una strada che la storiografia avrebbe cominciato a seguire soltanto dieci anni più tardi con il libro Plotone d’esecuzione di Enzo Forcella e Alberto Monticone, pubblicato nel 1968. Nel film, infatti, due soldati, il romano Oreste Jacovacci (Alberto Sordi) e il lombardo Giovanni Busacca (Vittorio Gassaman), fino ad allora intenti soprattutto a evitare i pericoli, dopo essere sati fatti prigionieri affrontavano eroicamente la morte perché umiliati, come Italiani, da una frase offensiva dell’ufficiale austriaco che li interrogava.
  • 20. Il film di Tavernier, La vita e nient’altro (1989) , è una delle poche nella storia del cinema d'ispirazione antimilitarista, che riesca a parlarci della guerra e del suo orrore dopo che essa è già conclusa, senza mostrarci immagini più o meno sconvolgenti ed agghiaccianti. La vita che sprofonda nella morte, il nulla che si fa padrone del mondo. Il freddo autunnale, messo in evidenza dalla campagna spoglia e dalla condensa del fiato, suggerisce l'idea di un accantonamento delle passioni della vita. La storia ambientata nel 1920 vede protagonista una vedova di guerra, alla ricerca del marito disperso nel '18. La sua storia si intreccia con quella di un’altra donna. Tratto dal libro autobiografico di Emilio Lussu "Un anno sull'altipiano", il film Uomini contro , rievoca le vicende di un giovane ufficiale italiano durante la Grande Guerra. Il film denuncia la guerra in tutta la sua crudele assurdità: l'inutilità del grande massacro, l'incapacità e il cinico disprezzo della vita dei soldati da parte dei capi, le terribili condizioni di vita della trincea. Per il suo contenuto antimilitarista suscitò molte polemiche e venne osteggiato e boicottato dalla distribuzione . Fu interamente girato in una zona della Bosnia che riproduceva perfettamente l'ambiente di guerra descritto da Lussu.