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Le associazioni di Volontariato
“ Don Di NanniDon Di NanniDon Di NanniDon Di Nanni ” aliasaliasaliasalias “ Li ScumbenatiLi ScumbenatiLi ScumbenatiLi Scumbenati ” ---- Lecce
“ La GirandolaLa GirandolaLa GirandolaLa Girandola ” – Lecce
Gli organizzatori del Concorso nazionale:Gli organizzatori del Concorso nazionale:Gli organizzatori del Concorso nazionale:Gli organizzatori del Concorso nazionale:
poesia dialettale salentinapoesia dialettale salentinapoesia dialettale salentinapoesia dialettale salentina
“ Il GalantuomoIl GalantuomoIl GalantuomoIl Galantuomo ” - LecceLecceLecceLecce
presentano la raccolta di verspresentano la raccolta di verspresentano la raccolta di verspresentano la raccolta di versi in lingua ed in grikoi in lingua ed in grikoi in lingua ed in grikoi in lingua ed in griko
VINCEREVINCEREVINCEREVINCERE
LALALALA
VITAVITAVITAVITA !!!!
didididi UMBERTO CAGNAZZOUMBERTO CAGNAZZOUMBERTO CAGNAZZOUMBERTO CAGNAZZO
A cura di:
Achille Arigliani
Franco Corlianò
Carlo Vincenzo Greco
2
Grafica: Achille Arigliani
Foto di copertina: Silvia Indellicati
Stampato presso la Cartotecnica Rosato – Lecce
nel mese di Settembre 2009
3
PREFAZIONE
Nel presentare la raccolta di poesie di Umberto Cagnazzo, è per me doveroso ringraziare
soprattutto il Centro Servizi Volontariato Salento, della sezione di Lecce che, con la sua
lungimiranza progettuale, rivolta a sostenere lo sviluppo e la qualificazione del volontariato
sul nostro territorio, ha voluto testimoniare fattivamente il proprio impegno verso chi,
volontariamente e costantemente è accanto a coloro che hanno bisogno di avere degli amici
per poter manifestare i propri pensieri, le proprie emozioni che diversamente non
saprebbero e non potrebbero comunicare.
Unitamente al C.S.V. Salento consentitemi di esprimere una sincera riconoscenza alla
signora Monica Agrosì presidente dell’Associazione “ La Girandola “; associazione che, se
pur giovane d’età, ha già dato prova di voler dedicare parte del proprio tempo al prossimo
nell’ambito dell’Assistenza sociale, promuovendo attività e progetti di tipo solidarìstico,
formativo, ricreativo e sanitario.
Associazione che, sin dalla sua costituzione, collabora con il Gruppo teatrale “Don Di
Nanni” alias “Li Scumbenati” condividendone gli obiettivi che sono riconducibili ad un
unico denominatore, ossia: “ Si può cambiare, migliorare, accettare il proprio destino se si
ha la consapevolezza di non essere più soli ”, come è saggiamente indicato sulla brochure
della stessa associazione.
Non posso esimermi, inoltre, di rivolgere un caro ed affettuoso saluto al presidente degli
“Scumbenati” perché è lui il vero talent-scout di Umberto Cagnazzo.
Senza Achille Arigliani, infatti, il nostro poeta calimerese sarebbe ancora nell’ombra pur
non meritandolo. Achille con la sua lenta e costante opera di persuasione, è riuscito nel
tempo e grazie anche al nostro concorso di poesia “Il Galantuomo”, a convincere Umberto
a tirar fuori dal cassetto i suoi componimenti, ed a partecipare al concorso facendogli
superare una testarda ritrosia che rischiava di renderlo sempre più solo.
L’incontro, poi, con l’Associazione di volontariato “La Girandola” e l’adesione al C.S.V.
Salento come accennato, hanno reso possibile questa pubblicazione, dopo un lusinghiero
successo di Umberto al nostro terzo concorso nazionale di poesia.
Per ultimo, ma non perché meno importante, sento il bisogno, in qualità di responsabile
culturale del gruppo teatrale “Don Di Nanni alias Li Scumbenati” di rivolgere un sincero
grazie all’amico Franco Corlianò, poeta, pittore, compositore musicale, non che studioso
appassionato di lingua e tradizione grika che con la pazienza ed il garbo che gli amici gli
riconoscono e lo rendono unico nel settore, è stato sempre vicino ad Umberto nel
consigliarlo e nell’aiutarlo a perfezionare la conoscenza della lingua grika. È, infatti, anche
per lui che oggi Umberto raccoglie un ulteriore riconoscimento, dopo quello che la giuria
del 3° concorso di poesia “Il Galantuomo” gli ha voluto riservare dedicandogli la copertina
dell’antologia con quella sua bellissima e toccante poesia dal titolo “Vivere” che da sola
basterebbe a farci conoscere e apprezzare la sensibilità d’animo del poeta: “…vincere è
qualcosa di bello, ti fa sentire libero come un augello, ma vincere è un po’ morire perché ti
fa soffrire se pensi a chi come te ha perso, allora quel giorno vincere ti sembrerà diverso”.
Non poteva esserci migliore apertura per una antologia di giovani poeti partecipanti ad un
concorso che non metteva in palio grossi premi e riconoscimenti, ma offriva, soltanto, la
possibilità a quanti credono nella poesia, di comunicare i propri sentimenti con amore e
passione sincera. Tra di loro vi è stato anche Umberto che ha vinto per aver sentito
nell’animo il dovere di rivolgere il suo più profondo pensiero a chi, amareggiato, sarebbe
ritornato a casa a mani vuote.
E tutta la produzione poetica del nostro calimerese è improntata a questo meraviglioso ed
altruistico sentimento che si concretizza nella sincera condivisione per il bello, la libertà, la
solidarietà nella vittoria e nella sconfitta.
4
In una delle sue liriche, il nostro, scrive: “…libertà è donarsi, libertà è piegarsi, libertà è
subire, libertà è amore. Libertà è un po’ morire, ma per rinascere più forte”; e lui che nella
vita ha vissuto tutti questi momenti non tace il suo dolore, ma nel contempo vuole con
amore e solidarietà essere d’aiuto a quanti come lui hanno sofferto o soffrono, invitandoli a
rinascere più forti.
Il suo obiettivo principale non è quello di vincere, o meglio… vuole vincere, ma nel
momento in cui gli altri vincono, godono, sono felici nel guardarsi attorno e vivono questa
vita con il rispetto per gli altri, nel cuore. Nessuna vittoria è a lui cara se non è anche la
vittoria del suo diretto concorrente, ed Umberto è con gli altri che vuole arrivare alla
vittoria e prima o poi, sa di poterci arrivare.
La sua è una sorta di corona; una corona delle amicizie e delle solidarietà con tutti coloro
che soffrono per i dolori della vita.
Per questo, egli, attraverso i suoi versi afferma con soddisfazione l’importanza di tutti
quei valori veri, duraturi, incrollabili, genuini che fanno parte della nostra tradizione, e che,
partendo dall’amore per gli affetti familiari, si irradiano verso rapporti umani sempre più
spontanei e ricchi di un altruismo senza confine. “ La famiglia è qualcosa di importante,
riesce a farti sentire sorridente (ed anche nelle avversità) riesce a farti apprezzare la vita”.
Una delicata sequenza di sentimenti quali: l’amore, la gioia di vivere, il senso di libertà,
la fede incrollabile nel divino, l’abbandono piacevole nell’ammirazione del creato,
determinano il corollario della sua poetica e fanno da deterrente contro ogni distorsione di
modernismo sociale e culturale, resistendo alle violenze ed ai calcoli materialistici del
nostro tempo; persino lo sconforto, la morte, le guerre, le continue vite spezzate sul nascere
“ tutto è, forse, necessario per capire meglio il valore della vita “.
Ma, difficilmente, Umberto si abbatte, difficilmente si fa vincere dalla solitudine,
difficilmente si strugge per non essere compreso, ed anche quando prova simili dolori,
anche quando a volte si sente solo, incompreso e debole, anche allora sa e vuole reagire
con dignità da quel dolore finendo con l’apprezzare di più la gioia di vivere “…e cercando
la forza per lottare ho ritrovato la gioia di vivere…a ringiovanire e trovare serenità. (Anche
tu, questo è il suo monito costante) riuscirai a vincere le tue paure (ma) solo quando avrai
imparato che esiste una sola via che può darti felicità ed è quella della Fede e
dell’Amore“.
E, fedeli alla tradizione e con affabilità, i suoi versi spirano una saggezza pacata, un senso
di fiducia nel prossimo, un desiderio di vedere, di parlare, di risolvere, di non assuefarsi alle
avversità, ma anche di abbandono per scaldare il cuore, sognare e ritornare a lottare:
“Quando fuggo vorrei tornare, quando vedo vorrei parlare, ma quando sogno lasciatemi
sognare“.
Si può ben asserire che, per Cagnazzo, l’Amore è veramente la molla che regge e
arricchisce l’esistenza individuale, la sfera familiare, quella sociale, quella più estesamente
relazionale, oltre che ad essere la forza che riesce a mettere le ali alla fantasia e che fa dire
al poeta, parlando della nonna:
“…fede incrollabile, vita infelice camminando a tentoni, ma la sua forza è nella speranza e
nella vita spesa con pazienza”.
Prof. Carlo Vincenzo Greco
5
“La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia” - diceva il grande
filosofo, Platone. Un grande dei versi, invece, Charles Baudelaire, scriveva:”Ogni uomo di
buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai”.
Due citazioni autorevoli che mi consentono, meglio di tante inutili parole, di
entrare nel vivo dell'argomento in questione: la raccolta di poesie di un salentino doc,
Umberto Cagnazzo. L' omaggio, in realtà, di un valente giovane alla sua terra, il Salento,
che si lascia raccontare in versi, ripercorrendo le sonorità di un'antica lingua: il griko. Poesia
e storia s'intrecciano per disvelare l'animo di un giovane, i sentimenti che lo animano, ma
anche le pieghe nascoste e i sussulti intimi di un territorio che, attraverso l'arte poetica e il
suono griko, racconta di un tempo che fu e che continua ad essere. Oggi come ieri e come
domani!
Il lettore non può non farsi rapire da tutto questo, ma c'è qualcosa in più che
conquista il cuore e incanta la mente, annullando, anche solo per un istante, i riferimenti
spazio-temporali di una realtà, che sempre più spesso sacrifica la fantasia sull'altare
dell'ovvietà. È l'entusiasmo che aleggia tra questi versi e lo sconfinato amore per la vita che
affiora già ad una prima riflessione ad affascinare il lettore, a trasportarlo in una dimensione
dove contano le cose più semplici, quelle più autentiche e veramente importanti.
In questi versi ci sono l'amore e l'entusiasmo di chi la vita non solo la contempla,
ma la conosce a fondo, affrontandone, ogni giorno, prove e difficoltà, delusioni e
sofferenze. È questa la marcia in più del poeta Umberto Cagnazzo: aver trovato nella poesia
la propria personale rivincita nei confronti di una vita non sempre benevola. La poesia, del
resto, trova la propria ispirazione migliore proprio nei percorsi alterni dell'esistenza,
bevendo alla fonte della sensibilità profonda di quanti hanno il raro dono di trasformare in
canto la quotidianità.
È un onore per me presentare una raccolta di poesie destinata a lasciare un segno
profondo, come tutto ciò che viene fatto con amore e per amore. Un plauso particolare
intendo rivolgerlo ad Achille Arigliani, Presidente dell’Associazione di Volontariato “Don
Di Nanni”, per aver per primo creduto, in maniera assolutamente entusiastica, al talento
poetico di Umberto Cagnazzo, tanto da sostenere la pubblicazione di questa raccolta
poetica.
Ad Umberto va, invece, il mio personale ringraziamento per aver stupito e
affascinato attraverso versi antichi e sempre nuovi, omaggiando una terra che tanto può dire
a quanti hanno la capacità di cogliere il significato profondo di una storia mai conclusa.
Sono certo che del poeta Cagnazzo avremo modo di conoscere, in futuro, nuove
gemme preziose di poesia e di vita, in un canto ininterrotto di speranza, di coraggio e di
accoglienza.
Del resto, come direbbero gli abitanti della Grecìa Salentina: ”to calò vrischi to
calò” - il bene trova il bene!
Antonio Buccoliero
Consigliere Regione Puglia
ed Exallievo salesiano
6
1963 - Nascita
7
ALLA MIA MAMMA
Sul volto la stanchezza di una vita vissuta
all’insegna dell’amore,
in testa la tristezza della tua vecchiaia
che forse ti renderà sola, ma
in cuore la gioia d’essere madre.
TI’ MÀNA-MMU
Pànu sto sòma e strakkosìni fse mia zoì zimèni
ma to simài tis agàpi,
sti ciofàli e prikìa tu jeràma-ssu
ti selèste su kànni na noistì manechì-ssu, ma
ecès’ ti kardìa vasta ‘i charà ti ise màna.
8
IL TEMPO
Il tempo reo delle tue paure,
il tempo perso della tua natura,
il tempo vivo delle nostre menti
fa che io non resti tra gli impazienti.
‘O CERÒ
‘O cerò attìo tos tròmo-ssu,
‘o cerò chamèno àttì natura-ssu,
‘o cerò ìo tos mialò-mma
kàme na mì mìno evò ma cìnu pu èn èchun’ flèmma.
9
FELICITÀ
La felicità è un attimo di vita,
ma la vita è un attimo di infinito,
vivi, quindi, la tua vita con gioia,
ma sappi apprezzare il dolore.
CHARÀ
E charà ène èna pùntima fse zoì,
ma e zoì ène ena pùntima fse ametrìa,
zìse, pòkka, i zoì-ssu ma charà,
ma màse na pprezzèzzi to pòno.
10
ATTIMI D’IMMENSITÀ
Tutto può essere un attimo,
tutto può
e deve finire,
allora tu mi dirai:
A che serve lottare?
Io ti dico: Lotta per qualcosa
ma se ciò che desideri
non l’avrai, è perché non lo avrai meritato
o forse non ti è stato concesso
per non farti del male,
ma comunque ciò che desideri non è
nulla al confronto di ciò che potrai avere
se sarai come Chi, dall’alto ci guarda,
ti vorrebbe.
11
PUNTÌMATA FSE AMETRÌA
Òlo sòzi ène èna pùntima,
olo sòzi ce ‘nghìzi na spiccèzzi,
pòka ‘sù mu lei:
tin’ nghiàzete n’ ankòsi?
Evo’ su leo: ankòse jà kane’ prama
ma ane cìno pu tèli n’ esù
‘è ton èchi, è’ jatì ‘è ton ìse mmeritàta
o soggèste ti ‘è su ‘rte domèno
na mì su kàmune kakò,
ma pòska cìno pu ‘su tèli en è’
tìpo ambròs cìno pu sòzi èchi
an esù fitèse na ìse kùndu Cìno ka ‘pu pànu mas kanonì
ìtele na ìse esù.
12
Prima comunione
13
MIA NONNA
Volto canuto
pieno di rughe
occhi, purtroppo chiusi,
fede incrollabile
vita infelice
camminando a tentoni
ma la sua forza è nella speranza
e nella vita
spesa con pazienza.
E MÀLI-MMU
Maddhìa àspra
muso gomào fse simàddia tu cerù
ammàddhia klimmèna
pìsti ka en èfike mai
zoì lipì
pratònta fsikkònnonta ‘s emèna
ma e sosìni-tti stei stèi sti fìda
ce stei sti zoì
zoimmèni ma kriànza.
14
1973 - Licenza elementare
15
L’INCOMPRESO
Hai mai provato a cercare qualcosa di diverso,
senza sentirti dire che sei diverso?
Hai mai provato a cercare comprensione,
dove sai che troverai solo incomprensione?
Hai mai cercato qualcosa in più del solito;
Andirivieni della vita?
Hai mai cercato di addossarti colpe che forse non hai?
Se solo per un istante avrai fatto tutto questo,
forse saprai cosa vuol dire essere un incompreso.
TO SPÙRIO
Esù jùrezze mai kanè prama fse zzenoistò,
senza na su pùne ka ìse spùrio?
Esù jùrezze mai na se kumpiatèzzune,
ecì pu èchi manechò na kumbiàsi?
Esù jùrezze mai kanè prama pleo mèa àtti zoì-ssu?
Esù ise mai permèna ‘o Stavrò tus addhrù?
An esù kammìa forà, puru ja ena spirì, èkame òlon tuo
fòrsi fsèri ti èrkete sto pì ka esù ise spùrio.
16
La Cresima
17
VITA MIA
Quando penso al mio passato
ripeto sempre: Ho sbagliato,
ma pensando al mio futuro
ecco che dico sono insicuro.
Ma la mia vita non cambierà mai
anche se essa è piena di guai
perché per vivere ci vuole coraggio
senza mai dire vado all’arrembaggio.
Perché nella vita ci vuole pazienza
ci vuole costanza in quest’esistenza,
ma quando la vita ti sembra un po’ scura
ecco che ritorni ad avere paura;
paura di chi ancora non so,
ma nel mio cuore, son certo, lo vedrò.
ZOÌ-MMU
Mòtti pensèo sta pràmata pu èkama sti zoì-mmu
pànta stèo lèonta: sbajiezza.
ma àrte’ pu pensèo es cìno pu mu sòzi ftàsi
lèo pànta ka èn efsèro.
Ma e zoì-mmu è’ sòzi dhàssi mai
pùru ka cìni èn’ gomài fse guai,
jatì jò zìsi è’ na ‘chi kuràggio
senza mai na pì ka ìse pànta pronto.
Jatì sti zoì è’ na ‘chi kriànza
è’ na ‘chi kustànza sti zoì
ma mòtti ‘o zìsi su fènete skotinò
esù jurìzi na ‘chi fòo;
fòo pus cìno ti ‘nkòra en efsèro
ma ecès’ ti kardìa-mu, ìme certo, torò.
18
1984
19
AMORE
Amore è qualcosa di bello,
amore è qualcosa di dolce,
a volte può essere amaro,
a volte può esser duro,
ma non potrà mai andarsene dal nostro cuore
perché fa parte di esso.
‘O GAPÌSI
‘O gapìsi ene ènan òrrio pràma,
‘o gapisi e’ kanè pràma fse gglicèo,
kammìa forà soggèste na e’ prikò,
kuài foràe soggèste na e’ fselorò,
ma ‘è sozzi mai pai atti kardìa-mma,
jatì ène kardìa stessu.
20
FORZA E VITA
Cercando la forza per lottare
ritrovai la gioia di vivere.
Vissi i momenti difficili come se
fossero quelli più importanti e riuscii a
ritrovare la giusta via, a ringiovanire e trovare serenità.
“Riuscirai a vincere le tue paure
solo quando avrai imparato
che esiste una sola via che può darti
felicità ed è quella della Fede
e dell’amore”.
DINAMÌA CE ZOÌ
Votònta na vrìko ti dinamìa na ankòso
ìvrika ti charà tis zoì.
Zìsi ta pràmata dìskula kùndu
an’ìsane cìna plèo simàta ce fitètti na
anavrìko ti stràa alesinì, na chlorìso ce na vrìko ghelarìa.
Fitèse na guàli tes tròme-ssu
manechò mòtti ìse masimèna
ti èchi mìa stràa manechò ti su sòzi dòki
alocharìa ce è’ cìni tis Pìsti
ce tis agàpi.
21
DEBOLEZZE
Quando non potrai più vincere
e non potrai più donare,
quando non riuscirai nemmeno a stare in piedi
e non avrai più desideri,
se non quello di fuggire lontano
per poter cominciare a credere in qualcosa o in qualcuno,
oppure quando negherai a te stesso
d’essere fatto così come ti giudicano
e non riuscirai più a difenderti,
forse, allora, capirai cosa vuol dire essere un debole.
ADINAMÌE
Mòtti ‘è sòzi sìri plèo
ce ‘è sòzi plèo charìsi,
mòtti ‘è sòzi mànku na stasì tiso
ce èn èchi plèo telìmata,
andè cìni na trèzzi làrga
na sòzi nsignàsi na pistèzzi es kanè pràma o es kanè kristianò,
òji mòtti nnighèse
ti ‘su ìse janomèno ìu kùndu se dikiàzune
ce ‘è fitèse plèo na defendettì
selèste ti tòa noà ti tèli sto pì na ise adìnamo.
22
1984
23
LA GUERRA
Quanta gente morta per le strade
quanti volti in cerca di conforto
quanti sguardi persi nel deserto
quante vite spezzate sul nascere
eppure tutto è, forse, necessario
per capire meglio il valore della vita.
‘O PÒLEMA
Pòsson jèno pesammèno mes’ te stràe
pòssa sòmata pu pa’ jurèonta kunfòrto
pòssa vlèmmata chamèna ston deserto
pòsse zoìe sfammène pròppi na jennìsune
ce pùru olo tuo, forsi, 'nghiàzete
na noìsome kàjo to chrìmma tis zoì.
24
LA MIA MORTE
Qual è la via da scegliere
per promettersi il futuro?
Quale la strada da cogliere
per non sbatter contro il muro?
Se riuscirai a rispondere a questo quesito
potrai dire: Questa è la vita e questa è la morte.
‘O TÀNATO-MMU
na mì tuzzèzzi to frontìli es èna tìcho?
An esù fitèse na apantìsi es ùtti rotimà
sòzi pì: tui ène e zoì ce tuo ène ‘o tànato.
Plèan’ ène e stràa jà jaddhèzzi
na prumettettì to ‘mbrosèrti?
Plèan’ène e stràa jà piài
25
PER NON LASCIARMI ANDARE
Vorrei saper volare
per non lasciarmi andare,
vorrei saper cantare
per non lasciarmi andare,
vorrei saper vivere
per non poter morire.
NA MÌ KÀMO FESSERÌE
Ìsela na petàso
na mì kàmo fesserìe
isela na traudìso
na mì kàmo fesserìe
isela na fsèro zìsi
na mì mu èrti ‘o tànato.
26
LA MIA FAMIGLIA
La mia famiglia è qualcosa di importante
riesce a farti sentire sorridente
qualche volta ti fa sentire male
quando non riesci più a pensare,
ma la mia famiglia è unita
riesce a farti apprezzare la vita.
Se un giorno avrai una famiglia così
riuscirai a superare ogni dì.
La mia famiglia è una sola
e non ha bisogno d’andare a scuola
perché le ha già insegnato
a vivere alla giornata.
E DIKÌ -MMU
‘E dikì-mmu ène poddhrì simàta jà ‘mèna
jatì me kànni na kustò ghelastò
kammìa forà su kànni na stasì kakò
mòtti n’esù ‘è pensèi es tinò
ma e dikì-mmu è’ nomèni
su kànni na prezzèzzi ti zoì.
An esù mìan emèra èchi mia famìja ìu
kuai n’emèra ‘è su ponì e fsichì.
E dikì-mmu è mìa manechì
ce en èchi bisogno na pài sti skòla
jatì già tò‘mase attì zoì
ka ‘nghizi na zìsi ‘mèra ma ‘mèra.
27
IL CIELO
Quante volte ti sei messo a guardare il cielo
senza capire l’essenza del vero,
quante volte hai provato a guardare le stelle
ma non ti sei accorto di quanto siano belle,
quante volte ti sei messo a guardare la luna
dicendo a te stesso: Ho poca fortuna.
Ma guardando il cielo con insistenza
riuscirai a vivere meglio la tua esistenza.
E ANGHÈRA
Pòsse foràe esù valòsi na kanonìsi tin anghèra
senza na noìsi plèan ene i jalissìa,
pòsses foràe ìse provàta na kanonìsi t’astèria
ma èn dunètti ja posson ìn’ òrrie,
pòsse foràe valòsi na kanonìsi ‘o fèngo
leonta ecèssu s’esena: en ècho kalochàri.
Ma kanonònta tin anghèra mia forà ce depòi mìan àddhi forà
torì ti fitèse na zìsi kàjo ti zoì-ssu.
28
LIBERTÀ
Libertà è donarsi,
Libertà è piegarsi,
Libertà è subire,
Libertà è amare,
Libertà è un po’ morire,
ma per rinascere più forte.
DEMOCRATÌA
Democratìa ène na charistì,
Democratìa ène na nducciettì,
Democratìa ène na muttìsi puru an èchi dìgghio,
Democratìa ène na gapìsi,
Democratìa ène lìo sa’ na pesàni,
ma jà anajennìsi plèon dinatò.
29
PAROLE
Parole, miriadi di parole spese inutilmente
per una vita vuota e tu che cerchi
invano di ricondurmi a te.
Parole tese a ricevere encomi e
che ricevono solo sguardi sprezzanti.
Parole che volano istintivamente,
parole che ora mancano perché
nessuno vuol più parlare con te.
LÒJA
Lòja, mijàre fse lòja pejammèna ston ànemo,
Jà mia zoì èrceri, c’esù pu teli
na stasò ma sèna.
Lòja kudammèna na‘chune chàre
ce èchune manechò àscime kanonimàe.
Lòja ka petùne pànu stin anghèra,
lòja ka àrtena ‘en echo plèo, jatì
tinò tèli plèo na milìsi ma mèna.
30
PRIMAVERA
Quando gli augelli cantano
ed i mandorli tornano a fiorire
vuol dire che è arrivata la bella stagione,
ma nel tuo cuore senti un gran languore
perché nessuno vuole dividere con te
la grande stagione che sta per cominciare,
ma vivi ugualmente
trascinandoti in vaghi pensieri
che ti portano lontano
su mondi infiniti
dove il tempo scandisce
la tua solitudine
e ti perdi pensando
che un giorno cambierà,
anche se sai che quel giorno è lontano
forse irraggiungibile, ma senza dubbio
quel giorno tu riuscirai ad essere felice.
31
E KALÌ STAGIÙNA
Mòtti ‘a pikulàcia traudùne
ce e mendulèe jùrizune na luludìsune
tèli sto pì ti èftase e kalì stagiùna
ma sti kardìa-ssu echi ‘o matrikùna
jatì tinò tèli na misìsi ma ‘sèna
ìttin òrria stagiùna ka nzignàzi
ma e zoì-ssu pratì to stesso
ce su pèrni ecèssu sta mialà pensèrria
ka se pèrnune sto làrga
pànu es kòsmu amètritu
ecì pu ‘o cerò metrà
‘i manechìa-ssu
ca esù chànnese pensèonta
ti mìan emèra dhàssi
pùru an efsèri ka ‘ttin emèra e’ poddhrì làrga
forsi ka eì sòzi ftàsi mai, ma àrte pu ftàzi
ìttin emèra esù fitèse na ìse alocharò.
32
1990
33
PENSIERI DI VITA
Quando ascolti
sappi ascoltare,
quando tremi
non ti fermare,
quando lotti
torna a pensare
al giorno in cui dovrai morire.
PENSÈRRIA TIS ZOÌ
Mòtti kùi
è’ na fsèri na kùsi
mòtti tramàssi
na mì fermettì
mòtti ankònni
amo pensèonta
stin emèra tu tànatu.
34
QUANTE VOLTE
Quante volte ti sei chiesto
se sai perdonare un’offesa ricevuta.
Quante volte ti sei posto la domanda:
Perché vivo?
Quante volte potevi donare e non lo hai fatto?
Ma ti sei mai chiesto perché non lo hai fatto?
Ti sei mai chiesto chi oltre alla tua volontà
poteva portarti a tutto ciò?
Forse cercherai di scusarti, dicendo che la colpa
non è stata tutta tua, ma proprio in questo sta
la tua colpa.
PÒSSE FORÀE
Pòsse foràe esù rotìsti
an efsèri na eleìsi ènan vrìmma pu su kàmanane.
Pòsse foràe esù rotìsti :
jatì evò zìo?
Pòsse foràe ìsoze charìsi ce è’ ton’èkame?
Ma ‘su rotìsti mai jatì è’ ton’èkame?
Rotìsti mai ìs pu fìnnonta stèi to tèlima-ssu
ìsoze na pàri es òlo tùo?
Na mì vrìki skuse, lèonta ka ‘o straò
èn ène òlo dikò-ssu, ma pròbbio ‘ttù stèi
‘o straò-ssu.
35
QUANDO SOGNO
Quando fuggo
vorrei tornare,
quando vedo
vorrei parlare,
ma quando sogno…
lasciatemi sognare.
MÒTTI TORÒ ‘S ÌPUNO
Mòtti fèo,
ìsela na jurìso,
mòtti torò,
ìsela na milìso,
ma mòtti torò ‘s ìpuno
àimme ka è’ na torìso.
36
RIFLESSIONI
Nel grande cielo della mia vita,
ho trovato il vuoto della solitudine
e dell’utopia. Sono un grande sognatore,
uno che crede di poter
cambiare l’intero universo, ma
che in realtà, vorrebbe cambiare il suo
modo di pensare ed agire, per non coinvolgere la
gente che lo ama nel suo turbinio di pensieri assurdi.
L’irrealizzabile è qualcosa che lo attira,
ma che sa essere un sogno che non potrà mai avverarsi.
Ma perché continuare ad ostinarsi a
credere di poter vincere quando sai che hai perso?
Quando ti sei lasciato andare nel vortice del sentimento
che ora, però, è divenuto la parte più importante della tua vita?
L’unica cosa per la quale valga la pena di esistere è lottare.
Ora sai per cosa devi lottare, sai per cosa esistere;
devi esistere per amare, per sorridere, per piangere
ma per qualcosa che ne valga la pena.
CÌNO KA ÈCHO STA MIALÀ
Stìn màli anghèra àtti zoì-mmu
ìvrika to èrcero àtti manechìa-mmu
ce àttin utopìa. Ime ènan mèa ipunerò
èna pu pistèi ka sòzi
dhàssi òlo to kòsmo, ma
stin alìssia, ìtele na dhàssi
‘o mòdo-ttu fse pensèfsi ce fse kàmi, na mìn vàli
to jèno ti ‘on ‘gapà amès’ to skarkanìzzo tos pensèrrio-ttu.
Cìno pu è’ sòzi ‘ftàsi ène cìno pu to sìrni,
ma pu ‘fsèri ti ène ènan ìpuno pu è’ sòzi mai ‘ftàsi.
Ma jatì kulusìsi na fissettì
na pistèzzi ti sòzi sìri mòtti efsèri ti èchase
mòtti fikòsi pài sto skarkanìzzo tin agàpi
ti àrtena, però, jùrise to pràma plèo simàto tis zoì-ssu.
Manechò jà tùo chrìzi e pèna na zìsi ce na ankòsi.
Àrte esù ‘fsèri jatì è’ na ankòsi, èfsèri jatì è’ na zìsi;
è’ na zìsi na ‘gapìsi, na jelàsi, na klàfsi
ma jà kanè pràma pu krìzi.
37
SOGNO
Sogno d’essere un grande uomo,
e mi ritrovo bambino;
sogno d’essere un uccello
e mi ritrovo un cagnolino,
ma se sogno ciò che è vero
riesco ad essere felice.
ÌPUNO
Torò es ìpuno ti ìme ènan àntrepo mèa
ce ‘fsunnònta torìome pedài,
es ìpuno torò ti ìme èna pikulài
ce to pornò torìome sciddhuzzài
ma ane torò es ìpuno cìno pu ìme jìn alìssia
tin emèran dopu fitèome na ìme alocharò.
38
SOLITUDINE
Il tempo scorre lentamente
sui miei ricordi d’adolescente,
ora la penso diversamente
da una volta, ma, forse,
avrei fatto meglio a non cambiare,
poiché son rimasto solo.
MANECHÌA
‘O cerò diaènni ssadìa ssadìa
pànu sta pràmata-mmu fse pedài,
àrtena ti pensèo es àddhon modo
pu mìa forà, ma fòrsi,
ìcha kàmonta kàjo na mìn eddhàsso
jatì èmina manechò-mmu.
.
39
SOLO
Le carezze che ti ho dato
i baci che ti ho dato
un giorno mi fecero affermare:
Tu mi piaci.
Ma tutto passa e tutto se ne va
e sono rimasto solo un’altra volta.
MANECHÒ
Es karìzze pa su dòka
ta filìmata pu su dòka
mìan emèra mu kàmane na su pò:
esù mu piacèi.
Ma òlon diaènni ce òlo pai
ce èmina mapàle manechò-mmu.
40
UNA NUOVA VITA
Quando nasce una nuova vita,
nasce un tuo simile; parole scontate, dirai,
ma prova un po’ a darci peso
e vedrai che, forse, tanto scontate non sono
in quanto, tante, troppe volte senza rendertene conto,
anziché farla nascere, una nuova vita, tu
l’hai abbattuta, demolita, schernendola solo per
il semplice fatto che era in ritardo col suo
appuntamento con l’amore.
MIA NEA ZOÌ
Mòtti jennìete mia nea zoì
jennìete èna kùndu ‘sèna: lòja pimèna, esù mu lei,
ma ‘nghìzi na provèzzi na dòki misura es cìtta lòja
ce torì ti, fòrsi, tòsso kumèna depòi en ìne,
jatì poddhès foràe senza na dunettì,
‘nvèce ni kàmi na jennìsi mia nea zoì, esù
ti pèjase, tin èsfazze, kuffiàzonta cìni manechò
jatì ìcha chàsonta
‘on appuntamento-tti mìn agàpi.
41
VERITÀ
Vorrei poter sapere la verità,
vorrei poter conoscere la vera differenza
tra il bene ed il male,
vorrei saper amare.
Vorrei è solo un modo per dire
che non so se potrei.
ALÌSSIA
Ìsela na fsèro tin alìssia,
ìsela na sòzo fsèri tin differenza
pu echì ‘o kalò ma to kakò,
ìsela na ‘fsèro gapìsi
ìsela è’ manechò tòsso na pùme
ti en efsèro an evò ìsoza.
42
Vincere
“Il Galantuomo” 2009
“Premio del Presidente”
43
VINCERE
Vincere è qualcosa di importante
ti fa sentire gioioso ed aitante.
Vincere è qualcosa di bello
ti fa sentire libero come un augello, ma…
Vincere è un po’ morire
perché ti fa soffrire
se pensi a chi come te ha perso;
allora quel giorno
Vincere ti sembrerà diverso.
NA SÌRI
Na sìri è’ prama pu poddhrì chrìzi
se kànni na kustì cherùmeno ce sterèo
na sìri è’ pràma poddhìn òrrio
se kànni na kustì elèttera sa pikulài
ma na sìri ène lìo kùndu na pesàni
jatì se kanni patèfsi
a’ pensèfsi cinù ti kùndu sèna èchase
ce ìttin emèra na sìri su fènete diverso.
44
A NEPÙTEMA
Prima, quandu 'rriàa nepùtema a casa mia,
se sentìa lu 'llièzzu e,
ci retìa de quài, ci retìa de ddhrài,
‘nsòmma 'nu se capìa
se era Natale, Pasca o Epifania,
se era menzanotte o menzatìa.
Moi nepùtema ene a casa, doi tre vote l'annu;
lu 'llièzzu se sente 'ncora, ma ete diversu, stranu.
Percène m’àne dittu ca te quandu te casa stae luntanu,
à misu la capu a postu,
s'à trovatu 'nna fatìa, ‘na casa in affittu e, 'na bèddhra carùsa pe
cumpagnìa.
E ieu nci crìsciu, percè in fondu 'nu 'bbète fiàccu.
ma ete lu mùnnu te òsce ca ete a dire pocu, stranu.
M’è cangiàtu a 'mie, ca nun era preparatu,
figuràmuci se nun pote cangiare a 'cci intra stu novu mundu è natu.
'Nzòmma cari amici, cari pariènti,
de lu mundu te òsce, nui nun ‘nde capìmu quasi niènti.
45
INDICE
PREFAZIONE – Prof. Carlo V. Greco………………….. pag. 3
SALUTO - Dott. Antonio Buccoliero...……………...…pag. 7
ASSESSORE ATTILIO MONOSI.…………………….. pag. 7
ALLA MIA MAMMA …………………………………...pag. 9
IL TEMPO……………...………………………………. pag. 10
FELICITÀ……………...……………………………….. pag. 11
ATTIMI D’IMMENSITÀ…………...…………………. pag. 12
MIA NONNA…………………...……………………… pag. 15
L’INCOMPRESO………………………………………. pag. 17
VITA MIA…...…………………………………………. pag. 19
AMORE………………………………………………… pag. 21
FORZA E VITA………………………...……………… pag. 22
DEBOLEZZE…………………………………………... pag. 23
LA GUERRA……………………...……………………. pag. 25
LA MIA MORTE……………………………………….. pag. 26
46
PER NON LASCIARMI ANDARE………………...….. pag. 27
LA MIA FAMIGLIA………………………...…………. pag. 28
IL CIELO…………………………………………...….. pag. 29
LIBERTÀ……………….………………………...…….. pag. 30
PAROLE…………………..……………………..……... pag. 31
PRIMAVERA………………..…………………..…….. pag. 32
PENSIERI DI VITA…………………………..…..……. pag. 35
QUANTE VOLTE………………………..………..…… pag. 36
QUANDO SOGNO…………………...……………..….. pag. 37
RIFLESSIONI……………………………………….….. pag. 38
SOGNO……………………………………….………… pag. 39
SOLITUDINE……………………………….………….. pag. 40
SOLO…………………………………………………… pag. 41
UNA NUOVA VITA…………………………………… pag. 42
VERITÀ………………………………………………… pag. 43
VINCERE.……………………………………………… pag. 45
A NEPÙTEMA…………………………………………. pag. 46

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  • 2. 2 Grafica: Achille Arigliani Foto di copertina: Silvia Indellicati Stampato presso la Cartotecnica Rosato – Lecce nel mese di Settembre 2009
  • 3. 3 PREFAZIONE Nel presentare la raccolta di poesie di Umberto Cagnazzo, è per me doveroso ringraziare soprattutto il Centro Servizi Volontariato Salento, della sezione di Lecce che, con la sua lungimiranza progettuale, rivolta a sostenere lo sviluppo e la qualificazione del volontariato sul nostro territorio, ha voluto testimoniare fattivamente il proprio impegno verso chi, volontariamente e costantemente è accanto a coloro che hanno bisogno di avere degli amici per poter manifestare i propri pensieri, le proprie emozioni che diversamente non saprebbero e non potrebbero comunicare. Unitamente al C.S.V. Salento consentitemi di esprimere una sincera riconoscenza alla signora Monica Agrosì presidente dell’Associazione “ La Girandola “; associazione che, se pur giovane d’età, ha già dato prova di voler dedicare parte del proprio tempo al prossimo nell’ambito dell’Assistenza sociale, promuovendo attività e progetti di tipo solidarìstico, formativo, ricreativo e sanitario. Associazione che, sin dalla sua costituzione, collabora con il Gruppo teatrale “Don Di Nanni” alias “Li Scumbenati” condividendone gli obiettivi che sono riconducibili ad un unico denominatore, ossia: “ Si può cambiare, migliorare, accettare il proprio destino se si ha la consapevolezza di non essere più soli ”, come è saggiamente indicato sulla brochure della stessa associazione. Non posso esimermi, inoltre, di rivolgere un caro ed affettuoso saluto al presidente degli “Scumbenati” perché è lui il vero talent-scout di Umberto Cagnazzo. Senza Achille Arigliani, infatti, il nostro poeta calimerese sarebbe ancora nell’ombra pur non meritandolo. Achille con la sua lenta e costante opera di persuasione, è riuscito nel tempo e grazie anche al nostro concorso di poesia “Il Galantuomo”, a convincere Umberto a tirar fuori dal cassetto i suoi componimenti, ed a partecipare al concorso facendogli superare una testarda ritrosia che rischiava di renderlo sempre più solo. L’incontro, poi, con l’Associazione di volontariato “La Girandola” e l’adesione al C.S.V. Salento come accennato, hanno reso possibile questa pubblicazione, dopo un lusinghiero successo di Umberto al nostro terzo concorso nazionale di poesia. Per ultimo, ma non perché meno importante, sento il bisogno, in qualità di responsabile culturale del gruppo teatrale “Don Di Nanni alias Li Scumbenati” di rivolgere un sincero grazie all’amico Franco Corlianò, poeta, pittore, compositore musicale, non che studioso appassionato di lingua e tradizione grika che con la pazienza ed il garbo che gli amici gli riconoscono e lo rendono unico nel settore, è stato sempre vicino ad Umberto nel consigliarlo e nell’aiutarlo a perfezionare la conoscenza della lingua grika. È, infatti, anche per lui che oggi Umberto raccoglie un ulteriore riconoscimento, dopo quello che la giuria del 3° concorso di poesia “Il Galantuomo” gli ha voluto riservare dedicandogli la copertina dell’antologia con quella sua bellissima e toccante poesia dal titolo “Vivere” che da sola basterebbe a farci conoscere e apprezzare la sensibilità d’animo del poeta: “…vincere è qualcosa di bello, ti fa sentire libero come un augello, ma vincere è un po’ morire perché ti fa soffrire se pensi a chi come te ha perso, allora quel giorno vincere ti sembrerà diverso”. Non poteva esserci migliore apertura per una antologia di giovani poeti partecipanti ad un concorso che non metteva in palio grossi premi e riconoscimenti, ma offriva, soltanto, la possibilità a quanti credono nella poesia, di comunicare i propri sentimenti con amore e passione sincera. Tra di loro vi è stato anche Umberto che ha vinto per aver sentito nell’animo il dovere di rivolgere il suo più profondo pensiero a chi, amareggiato, sarebbe ritornato a casa a mani vuote. E tutta la produzione poetica del nostro calimerese è improntata a questo meraviglioso ed altruistico sentimento che si concretizza nella sincera condivisione per il bello, la libertà, la solidarietà nella vittoria e nella sconfitta.
  • 4. 4 In una delle sue liriche, il nostro, scrive: “…libertà è donarsi, libertà è piegarsi, libertà è subire, libertà è amore. Libertà è un po’ morire, ma per rinascere più forte”; e lui che nella vita ha vissuto tutti questi momenti non tace il suo dolore, ma nel contempo vuole con amore e solidarietà essere d’aiuto a quanti come lui hanno sofferto o soffrono, invitandoli a rinascere più forti. Il suo obiettivo principale non è quello di vincere, o meglio… vuole vincere, ma nel momento in cui gli altri vincono, godono, sono felici nel guardarsi attorno e vivono questa vita con il rispetto per gli altri, nel cuore. Nessuna vittoria è a lui cara se non è anche la vittoria del suo diretto concorrente, ed Umberto è con gli altri che vuole arrivare alla vittoria e prima o poi, sa di poterci arrivare. La sua è una sorta di corona; una corona delle amicizie e delle solidarietà con tutti coloro che soffrono per i dolori della vita. Per questo, egli, attraverso i suoi versi afferma con soddisfazione l’importanza di tutti quei valori veri, duraturi, incrollabili, genuini che fanno parte della nostra tradizione, e che, partendo dall’amore per gli affetti familiari, si irradiano verso rapporti umani sempre più spontanei e ricchi di un altruismo senza confine. “ La famiglia è qualcosa di importante, riesce a farti sentire sorridente (ed anche nelle avversità) riesce a farti apprezzare la vita”. Una delicata sequenza di sentimenti quali: l’amore, la gioia di vivere, il senso di libertà, la fede incrollabile nel divino, l’abbandono piacevole nell’ammirazione del creato, determinano il corollario della sua poetica e fanno da deterrente contro ogni distorsione di modernismo sociale e culturale, resistendo alle violenze ed ai calcoli materialistici del nostro tempo; persino lo sconforto, la morte, le guerre, le continue vite spezzate sul nascere “ tutto è, forse, necessario per capire meglio il valore della vita “. Ma, difficilmente, Umberto si abbatte, difficilmente si fa vincere dalla solitudine, difficilmente si strugge per non essere compreso, ed anche quando prova simili dolori, anche quando a volte si sente solo, incompreso e debole, anche allora sa e vuole reagire con dignità da quel dolore finendo con l’apprezzare di più la gioia di vivere “…e cercando la forza per lottare ho ritrovato la gioia di vivere…a ringiovanire e trovare serenità. (Anche tu, questo è il suo monito costante) riuscirai a vincere le tue paure (ma) solo quando avrai imparato che esiste una sola via che può darti felicità ed è quella della Fede e dell’Amore“. E, fedeli alla tradizione e con affabilità, i suoi versi spirano una saggezza pacata, un senso di fiducia nel prossimo, un desiderio di vedere, di parlare, di risolvere, di non assuefarsi alle avversità, ma anche di abbandono per scaldare il cuore, sognare e ritornare a lottare: “Quando fuggo vorrei tornare, quando vedo vorrei parlare, ma quando sogno lasciatemi sognare“. Si può ben asserire che, per Cagnazzo, l’Amore è veramente la molla che regge e arricchisce l’esistenza individuale, la sfera familiare, quella sociale, quella più estesamente relazionale, oltre che ad essere la forza che riesce a mettere le ali alla fantasia e che fa dire al poeta, parlando della nonna: “…fede incrollabile, vita infelice camminando a tentoni, ma la sua forza è nella speranza e nella vita spesa con pazienza”. Prof. Carlo Vincenzo Greco
  • 5. 5 “La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia” - diceva il grande filosofo, Platone. Un grande dei versi, invece, Charles Baudelaire, scriveva:”Ogni uomo di buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai”. Due citazioni autorevoli che mi consentono, meglio di tante inutili parole, di entrare nel vivo dell'argomento in questione: la raccolta di poesie di un salentino doc, Umberto Cagnazzo. L' omaggio, in realtà, di un valente giovane alla sua terra, il Salento, che si lascia raccontare in versi, ripercorrendo le sonorità di un'antica lingua: il griko. Poesia e storia s'intrecciano per disvelare l'animo di un giovane, i sentimenti che lo animano, ma anche le pieghe nascoste e i sussulti intimi di un territorio che, attraverso l'arte poetica e il suono griko, racconta di un tempo che fu e che continua ad essere. Oggi come ieri e come domani! Il lettore non può non farsi rapire da tutto questo, ma c'è qualcosa in più che conquista il cuore e incanta la mente, annullando, anche solo per un istante, i riferimenti spazio-temporali di una realtà, che sempre più spesso sacrifica la fantasia sull'altare dell'ovvietà. È l'entusiasmo che aleggia tra questi versi e lo sconfinato amore per la vita che affiora già ad una prima riflessione ad affascinare il lettore, a trasportarlo in una dimensione dove contano le cose più semplici, quelle più autentiche e veramente importanti. In questi versi ci sono l'amore e l'entusiasmo di chi la vita non solo la contempla, ma la conosce a fondo, affrontandone, ogni giorno, prove e difficoltà, delusioni e sofferenze. È questa la marcia in più del poeta Umberto Cagnazzo: aver trovato nella poesia la propria personale rivincita nei confronti di una vita non sempre benevola. La poesia, del resto, trova la propria ispirazione migliore proprio nei percorsi alterni dell'esistenza, bevendo alla fonte della sensibilità profonda di quanti hanno il raro dono di trasformare in canto la quotidianità. È un onore per me presentare una raccolta di poesie destinata a lasciare un segno profondo, come tutto ciò che viene fatto con amore e per amore. Un plauso particolare intendo rivolgerlo ad Achille Arigliani, Presidente dell’Associazione di Volontariato “Don Di Nanni”, per aver per primo creduto, in maniera assolutamente entusiastica, al talento poetico di Umberto Cagnazzo, tanto da sostenere la pubblicazione di questa raccolta poetica. Ad Umberto va, invece, il mio personale ringraziamento per aver stupito e affascinato attraverso versi antichi e sempre nuovi, omaggiando una terra che tanto può dire a quanti hanno la capacità di cogliere il significato profondo di una storia mai conclusa. Sono certo che del poeta Cagnazzo avremo modo di conoscere, in futuro, nuove gemme preziose di poesia e di vita, in un canto ininterrotto di speranza, di coraggio e di accoglienza. Del resto, come direbbero gli abitanti della Grecìa Salentina: ”to calò vrischi to calò” - il bene trova il bene! Antonio Buccoliero Consigliere Regione Puglia ed Exallievo salesiano
  • 7. 7 ALLA MIA MAMMA Sul volto la stanchezza di una vita vissuta all’insegna dell’amore, in testa la tristezza della tua vecchiaia che forse ti renderà sola, ma in cuore la gioia d’essere madre. TI’ MÀNA-MMU Pànu sto sòma e strakkosìni fse mia zoì zimèni ma to simài tis agàpi, sti ciofàli e prikìa tu jeràma-ssu ti selèste su kànni na noistì manechì-ssu, ma ecès’ ti kardìa vasta ‘i charà ti ise màna.
  • 8. 8 IL TEMPO Il tempo reo delle tue paure, il tempo perso della tua natura, il tempo vivo delle nostre menti fa che io non resti tra gli impazienti. ‘O CERÒ ‘O cerò attìo tos tròmo-ssu, ‘o cerò chamèno àttì natura-ssu, ‘o cerò ìo tos mialò-mma kàme na mì mìno evò ma cìnu pu èn èchun’ flèmma.
  • 9. 9 FELICITÀ La felicità è un attimo di vita, ma la vita è un attimo di infinito, vivi, quindi, la tua vita con gioia, ma sappi apprezzare il dolore. CHARÀ E charà ène èna pùntima fse zoì, ma e zoì ène ena pùntima fse ametrìa, zìse, pòkka, i zoì-ssu ma charà, ma màse na pprezzèzzi to pòno.
  • 10. 10 ATTIMI D’IMMENSITÀ Tutto può essere un attimo, tutto può e deve finire, allora tu mi dirai: A che serve lottare? Io ti dico: Lotta per qualcosa ma se ciò che desideri non l’avrai, è perché non lo avrai meritato o forse non ti è stato concesso per non farti del male, ma comunque ciò che desideri non è nulla al confronto di ciò che potrai avere se sarai come Chi, dall’alto ci guarda, ti vorrebbe.
  • 11. 11 PUNTÌMATA FSE AMETRÌA Òlo sòzi ène èna pùntima, olo sòzi ce ‘nghìzi na spiccèzzi, pòka ‘sù mu lei: tin’ nghiàzete n’ ankòsi? Evo’ su leo: ankòse jà kane’ prama ma ane cìno pu tèli n’ esù ‘è ton èchi, è’ jatì ‘è ton ìse mmeritàta o soggèste ti ‘è su ‘rte domèno na mì su kàmune kakò, ma pòska cìno pu ‘su tèli en è’ tìpo ambròs cìno pu sòzi èchi an esù fitèse na ìse kùndu Cìno ka ‘pu pànu mas kanonì ìtele na ìse esù.
  • 13. 13 MIA NONNA Volto canuto pieno di rughe occhi, purtroppo chiusi, fede incrollabile vita infelice camminando a tentoni ma la sua forza è nella speranza e nella vita spesa con pazienza. E MÀLI-MMU Maddhìa àspra muso gomào fse simàddia tu cerù ammàddhia klimmèna pìsti ka en èfike mai zoì lipì pratònta fsikkònnonta ‘s emèna ma e sosìni-tti stei stèi sti fìda ce stei sti zoì zoimmèni ma kriànza.
  • 14. 14 1973 - Licenza elementare
  • 15. 15 L’INCOMPRESO Hai mai provato a cercare qualcosa di diverso, senza sentirti dire che sei diverso? Hai mai provato a cercare comprensione, dove sai che troverai solo incomprensione? Hai mai cercato qualcosa in più del solito; Andirivieni della vita? Hai mai cercato di addossarti colpe che forse non hai? Se solo per un istante avrai fatto tutto questo, forse saprai cosa vuol dire essere un incompreso. TO SPÙRIO Esù jùrezze mai kanè prama fse zzenoistò, senza na su pùne ka ìse spùrio? Esù jùrezze mai na se kumpiatèzzune, ecì pu èchi manechò na kumbiàsi? Esù jùrezze mai kanè prama pleo mèa àtti zoì-ssu? Esù ise mai permèna ‘o Stavrò tus addhrù? An esù kammìa forà, puru ja ena spirì, èkame òlon tuo fòrsi fsèri ti èrkete sto pì ka esù ise spùrio.
  • 17. 17 VITA MIA Quando penso al mio passato ripeto sempre: Ho sbagliato, ma pensando al mio futuro ecco che dico sono insicuro. Ma la mia vita non cambierà mai anche se essa è piena di guai perché per vivere ci vuole coraggio senza mai dire vado all’arrembaggio. Perché nella vita ci vuole pazienza ci vuole costanza in quest’esistenza, ma quando la vita ti sembra un po’ scura ecco che ritorni ad avere paura; paura di chi ancora non so, ma nel mio cuore, son certo, lo vedrò. ZOÌ-MMU Mòtti pensèo sta pràmata pu èkama sti zoì-mmu pànta stèo lèonta: sbajiezza. ma àrte’ pu pensèo es cìno pu mu sòzi ftàsi lèo pànta ka èn efsèro. Ma e zoì-mmu è’ sòzi dhàssi mai pùru ka cìni èn’ gomài fse guai, jatì jò zìsi è’ na ‘chi kuràggio senza mai na pì ka ìse pànta pronto. Jatì sti zoì è’ na ‘chi kriànza è’ na ‘chi kustànza sti zoì ma mòtti ‘o zìsi su fènete skotinò esù jurìzi na ‘chi fòo; fòo pus cìno ti ‘nkòra en efsèro ma ecès’ ti kardìa-mu, ìme certo, torò.
  • 19. 19 AMORE Amore è qualcosa di bello, amore è qualcosa di dolce, a volte può essere amaro, a volte può esser duro, ma non potrà mai andarsene dal nostro cuore perché fa parte di esso. ‘O GAPÌSI ‘O gapìsi ene ènan òrrio pràma, ‘o gapisi e’ kanè pràma fse gglicèo, kammìa forà soggèste na e’ prikò, kuài foràe soggèste na e’ fselorò, ma ‘è sozzi mai pai atti kardìa-mma, jatì ène kardìa stessu.
  • 20. 20 FORZA E VITA Cercando la forza per lottare ritrovai la gioia di vivere. Vissi i momenti difficili come se fossero quelli più importanti e riuscii a ritrovare la giusta via, a ringiovanire e trovare serenità. “Riuscirai a vincere le tue paure solo quando avrai imparato che esiste una sola via che può darti felicità ed è quella della Fede e dell’amore”. DINAMÌA CE ZOÌ Votònta na vrìko ti dinamìa na ankòso ìvrika ti charà tis zoì. Zìsi ta pràmata dìskula kùndu an’ìsane cìna plèo simàta ce fitètti na anavrìko ti stràa alesinì, na chlorìso ce na vrìko ghelarìa. Fitèse na guàli tes tròme-ssu manechò mòtti ìse masimèna ti èchi mìa stràa manechò ti su sòzi dòki alocharìa ce è’ cìni tis Pìsti ce tis agàpi.
  • 21. 21 DEBOLEZZE Quando non potrai più vincere e non potrai più donare, quando non riuscirai nemmeno a stare in piedi e non avrai più desideri, se non quello di fuggire lontano per poter cominciare a credere in qualcosa o in qualcuno, oppure quando negherai a te stesso d’essere fatto così come ti giudicano e non riuscirai più a difenderti, forse, allora, capirai cosa vuol dire essere un debole. ADINAMÌE Mòtti ‘è sòzi sìri plèo ce ‘è sòzi plèo charìsi, mòtti ‘è sòzi mànku na stasì tiso ce èn èchi plèo telìmata, andè cìni na trèzzi làrga na sòzi nsignàsi na pistèzzi es kanè pràma o es kanè kristianò, òji mòtti nnighèse ti ‘su ìse janomèno ìu kùndu se dikiàzune ce ‘è fitèse plèo na defendettì selèste ti tòa noà ti tèli sto pì na ise adìnamo.
  • 23. 23 LA GUERRA Quanta gente morta per le strade quanti volti in cerca di conforto quanti sguardi persi nel deserto quante vite spezzate sul nascere eppure tutto è, forse, necessario per capire meglio il valore della vita. ‘O PÒLEMA Pòsson jèno pesammèno mes’ te stràe pòssa sòmata pu pa’ jurèonta kunfòrto pòssa vlèmmata chamèna ston deserto pòsse zoìe sfammène pròppi na jennìsune ce pùru olo tuo, forsi, 'nghiàzete na noìsome kàjo to chrìmma tis zoì.
  • 24. 24 LA MIA MORTE Qual è la via da scegliere per promettersi il futuro? Quale la strada da cogliere per non sbatter contro il muro? Se riuscirai a rispondere a questo quesito potrai dire: Questa è la vita e questa è la morte. ‘O TÀNATO-MMU na mì tuzzèzzi to frontìli es èna tìcho? An esù fitèse na apantìsi es ùtti rotimà sòzi pì: tui ène e zoì ce tuo ène ‘o tànato. Plèan’ ène e stràa jà jaddhèzzi na prumettettì to ‘mbrosèrti? Plèan’ène e stràa jà piài
  • 25. 25 PER NON LASCIARMI ANDARE Vorrei saper volare per non lasciarmi andare, vorrei saper cantare per non lasciarmi andare, vorrei saper vivere per non poter morire. NA MÌ KÀMO FESSERÌE Ìsela na petàso na mì kàmo fesserìe isela na traudìso na mì kàmo fesserìe isela na fsèro zìsi na mì mu èrti ‘o tànato.
  • 26. 26 LA MIA FAMIGLIA La mia famiglia è qualcosa di importante riesce a farti sentire sorridente qualche volta ti fa sentire male quando non riesci più a pensare, ma la mia famiglia è unita riesce a farti apprezzare la vita. Se un giorno avrai una famiglia così riuscirai a superare ogni dì. La mia famiglia è una sola e non ha bisogno d’andare a scuola perché le ha già insegnato a vivere alla giornata. E DIKÌ -MMU ‘E dikì-mmu ène poddhrì simàta jà ‘mèna jatì me kànni na kustò ghelastò kammìa forà su kànni na stasì kakò mòtti n’esù ‘è pensèi es tinò ma e dikì-mmu è’ nomèni su kànni na prezzèzzi ti zoì. An esù mìan emèra èchi mia famìja ìu kuai n’emèra ‘è su ponì e fsichì. E dikì-mmu è mìa manechì ce en èchi bisogno na pài sti skòla jatì già tò‘mase attì zoì ka ‘nghizi na zìsi ‘mèra ma ‘mèra.
  • 27. 27 IL CIELO Quante volte ti sei messo a guardare il cielo senza capire l’essenza del vero, quante volte hai provato a guardare le stelle ma non ti sei accorto di quanto siano belle, quante volte ti sei messo a guardare la luna dicendo a te stesso: Ho poca fortuna. Ma guardando il cielo con insistenza riuscirai a vivere meglio la tua esistenza. E ANGHÈRA Pòsse foràe esù valòsi na kanonìsi tin anghèra senza na noìsi plèan ene i jalissìa, pòsses foràe ìse provàta na kanonìsi t’astèria ma èn dunètti ja posson ìn’ òrrie, pòsse foràe valòsi na kanonìsi ‘o fèngo leonta ecèssu s’esena: en ècho kalochàri. Ma kanonònta tin anghèra mia forà ce depòi mìan àddhi forà torì ti fitèse na zìsi kàjo ti zoì-ssu.
  • 28. 28 LIBERTÀ Libertà è donarsi, Libertà è piegarsi, Libertà è subire, Libertà è amare, Libertà è un po’ morire, ma per rinascere più forte. DEMOCRATÌA Democratìa ène na charistì, Democratìa ène na nducciettì, Democratìa ène na muttìsi puru an èchi dìgghio, Democratìa ène na gapìsi, Democratìa ène lìo sa’ na pesàni, ma jà anajennìsi plèon dinatò.
  • 29. 29 PAROLE Parole, miriadi di parole spese inutilmente per una vita vuota e tu che cerchi invano di ricondurmi a te. Parole tese a ricevere encomi e che ricevono solo sguardi sprezzanti. Parole che volano istintivamente, parole che ora mancano perché nessuno vuol più parlare con te. LÒJA Lòja, mijàre fse lòja pejammèna ston ànemo, Jà mia zoì èrceri, c’esù pu teli na stasò ma sèna. Lòja kudammèna na‘chune chàre ce èchune manechò àscime kanonimàe. Lòja ka petùne pànu stin anghèra, lòja ka àrtena ‘en echo plèo, jatì tinò tèli plèo na milìsi ma mèna.
  • 30. 30 PRIMAVERA Quando gli augelli cantano ed i mandorli tornano a fiorire vuol dire che è arrivata la bella stagione, ma nel tuo cuore senti un gran languore perché nessuno vuole dividere con te la grande stagione che sta per cominciare, ma vivi ugualmente trascinandoti in vaghi pensieri che ti portano lontano su mondi infiniti dove il tempo scandisce la tua solitudine e ti perdi pensando che un giorno cambierà, anche se sai che quel giorno è lontano forse irraggiungibile, ma senza dubbio quel giorno tu riuscirai ad essere felice.
  • 31. 31 E KALÌ STAGIÙNA Mòtti ‘a pikulàcia traudùne ce e mendulèe jùrizune na luludìsune tèli sto pì ti èftase e kalì stagiùna ma sti kardìa-ssu echi ‘o matrikùna jatì tinò tèli na misìsi ma ‘sèna ìttin òrria stagiùna ka nzignàzi ma e zoì-ssu pratì to stesso ce su pèrni ecèssu sta mialà pensèrria ka se pèrnune sto làrga pànu es kòsmu amètritu ecì pu ‘o cerò metrà ‘i manechìa-ssu ca esù chànnese pensèonta ti mìan emèra dhàssi pùru an efsèri ka ‘ttin emèra e’ poddhrì làrga forsi ka eì sòzi ftàsi mai, ma àrte pu ftàzi ìttin emèra esù fitèse na ìse alocharò.
  • 33. 33 PENSIERI DI VITA Quando ascolti sappi ascoltare, quando tremi non ti fermare, quando lotti torna a pensare al giorno in cui dovrai morire. PENSÈRRIA TIS ZOÌ Mòtti kùi è’ na fsèri na kùsi mòtti tramàssi na mì fermettì mòtti ankònni amo pensèonta stin emèra tu tànatu.
  • 34. 34 QUANTE VOLTE Quante volte ti sei chiesto se sai perdonare un’offesa ricevuta. Quante volte ti sei posto la domanda: Perché vivo? Quante volte potevi donare e non lo hai fatto? Ma ti sei mai chiesto perché non lo hai fatto? Ti sei mai chiesto chi oltre alla tua volontà poteva portarti a tutto ciò? Forse cercherai di scusarti, dicendo che la colpa non è stata tutta tua, ma proprio in questo sta la tua colpa. PÒSSE FORÀE Pòsse foràe esù rotìsti an efsèri na eleìsi ènan vrìmma pu su kàmanane. Pòsse foràe esù rotìsti : jatì evò zìo? Pòsse foràe ìsoze charìsi ce è’ ton’èkame? Ma ‘su rotìsti mai jatì è’ ton’èkame? Rotìsti mai ìs pu fìnnonta stèi to tèlima-ssu ìsoze na pàri es òlo tùo? Na mì vrìki skuse, lèonta ka ‘o straò èn ène òlo dikò-ssu, ma pròbbio ‘ttù stèi ‘o straò-ssu.
  • 35. 35 QUANDO SOGNO Quando fuggo vorrei tornare, quando vedo vorrei parlare, ma quando sogno… lasciatemi sognare. MÒTTI TORÒ ‘S ÌPUNO Mòtti fèo, ìsela na jurìso, mòtti torò, ìsela na milìso, ma mòtti torò ‘s ìpuno àimme ka è’ na torìso.
  • 36. 36 RIFLESSIONI Nel grande cielo della mia vita, ho trovato il vuoto della solitudine e dell’utopia. Sono un grande sognatore, uno che crede di poter cambiare l’intero universo, ma che in realtà, vorrebbe cambiare il suo modo di pensare ed agire, per non coinvolgere la gente che lo ama nel suo turbinio di pensieri assurdi. L’irrealizzabile è qualcosa che lo attira, ma che sa essere un sogno che non potrà mai avverarsi. Ma perché continuare ad ostinarsi a credere di poter vincere quando sai che hai perso? Quando ti sei lasciato andare nel vortice del sentimento che ora, però, è divenuto la parte più importante della tua vita? L’unica cosa per la quale valga la pena di esistere è lottare. Ora sai per cosa devi lottare, sai per cosa esistere; devi esistere per amare, per sorridere, per piangere ma per qualcosa che ne valga la pena. CÌNO KA ÈCHO STA MIALÀ Stìn màli anghèra àtti zoì-mmu ìvrika to èrcero àtti manechìa-mmu ce àttin utopìa. Ime ènan mèa ipunerò èna pu pistèi ka sòzi dhàssi òlo to kòsmo, ma stin alìssia, ìtele na dhàssi ‘o mòdo-ttu fse pensèfsi ce fse kàmi, na mìn vàli to jèno ti ‘on ‘gapà amès’ to skarkanìzzo tos pensèrrio-ttu. Cìno pu è’ sòzi ‘ftàsi ène cìno pu to sìrni, ma pu ‘fsèri ti ène ènan ìpuno pu è’ sòzi mai ‘ftàsi. Ma jatì kulusìsi na fissettì na pistèzzi ti sòzi sìri mòtti efsèri ti èchase mòtti fikòsi pài sto skarkanìzzo tin agàpi ti àrtena, però, jùrise to pràma plèo simàto tis zoì-ssu. Manechò jà tùo chrìzi e pèna na zìsi ce na ankòsi. Àrte esù ‘fsèri jatì è’ na ankòsi, èfsèri jatì è’ na zìsi; è’ na zìsi na ‘gapìsi, na jelàsi, na klàfsi ma jà kanè pràma pu krìzi.
  • 37. 37 SOGNO Sogno d’essere un grande uomo, e mi ritrovo bambino; sogno d’essere un uccello e mi ritrovo un cagnolino, ma se sogno ciò che è vero riesco ad essere felice. ÌPUNO Torò es ìpuno ti ìme ènan àntrepo mèa ce ‘fsunnònta torìome pedài, es ìpuno torò ti ìme èna pikulài ce to pornò torìome sciddhuzzài ma ane torò es ìpuno cìno pu ìme jìn alìssia tin emèran dopu fitèome na ìme alocharò.
  • 38. 38 SOLITUDINE Il tempo scorre lentamente sui miei ricordi d’adolescente, ora la penso diversamente da una volta, ma, forse, avrei fatto meglio a non cambiare, poiché son rimasto solo. MANECHÌA ‘O cerò diaènni ssadìa ssadìa pànu sta pràmata-mmu fse pedài, àrtena ti pensèo es àddhon modo pu mìa forà, ma fòrsi, ìcha kàmonta kàjo na mìn eddhàsso jatì èmina manechò-mmu. .
  • 39. 39 SOLO Le carezze che ti ho dato i baci che ti ho dato un giorno mi fecero affermare: Tu mi piaci. Ma tutto passa e tutto se ne va e sono rimasto solo un’altra volta. MANECHÒ Es karìzze pa su dòka ta filìmata pu su dòka mìan emèra mu kàmane na su pò: esù mu piacèi. Ma òlon diaènni ce òlo pai ce èmina mapàle manechò-mmu.
  • 40. 40 UNA NUOVA VITA Quando nasce una nuova vita, nasce un tuo simile; parole scontate, dirai, ma prova un po’ a darci peso e vedrai che, forse, tanto scontate non sono in quanto, tante, troppe volte senza rendertene conto, anziché farla nascere, una nuova vita, tu l’hai abbattuta, demolita, schernendola solo per il semplice fatto che era in ritardo col suo appuntamento con l’amore. MIA NEA ZOÌ Mòtti jennìete mia nea zoì jennìete èna kùndu ‘sèna: lòja pimèna, esù mu lei, ma ‘nghìzi na provèzzi na dòki misura es cìtta lòja ce torì ti, fòrsi, tòsso kumèna depòi en ìne, jatì poddhès foràe senza na dunettì, ‘nvèce ni kàmi na jennìsi mia nea zoì, esù ti pèjase, tin èsfazze, kuffiàzonta cìni manechò jatì ìcha chàsonta ‘on appuntamento-tti mìn agàpi.
  • 41. 41 VERITÀ Vorrei poter sapere la verità, vorrei poter conoscere la vera differenza tra il bene ed il male, vorrei saper amare. Vorrei è solo un modo per dire che non so se potrei. ALÌSSIA Ìsela na fsèro tin alìssia, ìsela na sòzo fsèri tin differenza pu echì ‘o kalò ma to kakò, ìsela na ‘fsèro gapìsi ìsela è’ manechò tòsso na pùme ti en efsèro an evò ìsoza.
  • 43. 43 VINCERE Vincere è qualcosa di importante ti fa sentire gioioso ed aitante. Vincere è qualcosa di bello ti fa sentire libero come un augello, ma… Vincere è un po’ morire perché ti fa soffrire se pensi a chi come te ha perso; allora quel giorno Vincere ti sembrerà diverso. NA SÌRI Na sìri è’ prama pu poddhrì chrìzi se kànni na kustì cherùmeno ce sterèo na sìri è’ pràma poddhìn òrrio se kànni na kustì elèttera sa pikulài ma na sìri ène lìo kùndu na pesàni jatì se kanni patèfsi a’ pensèfsi cinù ti kùndu sèna èchase ce ìttin emèra na sìri su fènete diverso.
  • 44. 44 A NEPÙTEMA Prima, quandu 'rriàa nepùtema a casa mia, se sentìa lu 'llièzzu e, ci retìa de quài, ci retìa de ddhrài, ‘nsòmma 'nu se capìa se era Natale, Pasca o Epifania, se era menzanotte o menzatìa. Moi nepùtema ene a casa, doi tre vote l'annu; lu 'llièzzu se sente 'ncora, ma ete diversu, stranu. Percène m’àne dittu ca te quandu te casa stae luntanu, à misu la capu a postu, s'à trovatu 'nna fatìa, ‘na casa in affittu e, 'na bèddhra carùsa pe cumpagnìa. E ieu nci crìsciu, percè in fondu 'nu 'bbète fiàccu. ma ete lu mùnnu te òsce ca ete a dire pocu, stranu. M’è cangiàtu a 'mie, ca nun era preparatu, figuràmuci se nun pote cangiare a 'cci intra stu novu mundu è natu. 'Nzòmma cari amici, cari pariènti, de lu mundu te òsce, nui nun ‘nde capìmu quasi niènti.
  • 45. 45 INDICE PREFAZIONE – Prof. Carlo V. Greco………………….. pag. 3 SALUTO - Dott. Antonio Buccoliero...……………...…pag. 7 ASSESSORE ATTILIO MONOSI.…………………….. pag. 7 ALLA MIA MAMMA …………………………………...pag. 9 IL TEMPO……………...………………………………. pag. 10 FELICITÀ……………...……………………………….. pag. 11 ATTIMI D’IMMENSITÀ…………...…………………. pag. 12 MIA NONNA…………………...……………………… pag. 15 L’INCOMPRESO………………………………………. pag. 17 VITA MIA…...…………………………………………. pag. 19 AMORE………………………………………………… pag. 21 FORZA E VITA………………………...……………… pag. 22 DEBOLEZZE…………………………………………... pag. 23 LA GUERRA……………………...……………………. pag. 25 LA MIA MORTE……………………………………….. pag. 26
  • 46. 46 PER NON LASCIARMI ANDARE………………...….. pag. 27 LA MIA FAMIGLIA………………………...…………. pag. 28 IL CIELO…………………………………………...….. pag. 29 LIBERTÀ……………….………………………...…….. pag. 30 PAROLE…………………..……………………..……... pag. 31 PRIMAVERA………………..…………………..…….. pag. 32 PENSIERI DI VITA…………………………..…..……. pag. 35 QUANTE VOLTE………………………..………..…… pag. 36 QUANDO SOGNO…………………...……………..….. pag. 37 RIFLESSIONI……………………………………….….. pag. 38 SOGNO……………………………………….………… pag. 39 SOLITUDINE……………………………….………….. pag. 40 SOLO…………………………………………………… pag. 41 UNA NUOVA VITA…………………………………… pag. 42 VERITÀ………………………………………………… pag. 43 VINCERE.……………………………………………… pag. 45 A NEPÙTEMA…………………………………………. pag. 46