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Il consumo
    Piste per un percorso multidisciplinare


1
Il consumo come tema multidisciplinare
•   Si propone qui una breve pista
    di indagine su alcuni aspetti
    connessi al tema del
    “consumo”, al fine di:
    o   individuare un tema di natura
        economica;
    o   leggere le sue articolazioni in
        rapporto prevalente con le
        altre scienze umane;
    o   proporre un esempio di
        attività multidisciplinare da
        svolgere nel LES, in
        particolare nel 5^ anno.
2
Il consumo come tema multidisciplinare



Il consumo è studiato:
• dalle scienze umane presenti nel
   LES (economia, diritto,
   antropologia, sociologia, psicologia,
   metodologia della ricerca);
• dalle discipline umanistiche
   (filosofia, storia).




3
Cenni di storia del consumo in Occidente:
                                                  il mondo antico
Nel mondo antico e per gran parte medievale il consumo era
considerato nel contesto di una natura limitata, dalle risorse
finite, dall’ordine stabilito.
Da qui:
• l’ideale di un uso regolato dei beni;
• l’accumulo di denaro (mezzo, mai fine) come contro natura;
• il ricorso alla ricchezza per il bene della famiglia e della polis,
   non come interesse esclusivamente privato;
• un’idea di virtù come uso regolato dei beni.
(vedi Aristotele, Etica Nicomachea, Libro IV)



4
Cenni di storia del consumo in Occidente:
                                       la società mercantile moderna
•       Con il formarsi della società mercantile
        in Italia e nelle più avanzate regioni
        europee, fin dal tardo medioevo si
        modifica l’idea negativa dell’uso del
        denaro e in generale della ricchezza.
•       Ciò comporta:
         o una legittimazione via via crescente
           della ricchezza come valore;
         o un uso individuale del denaro e dei
           beni non più giustificato dalla sua
           dimensione sociale;
         o l’uso del tempo, del denaro, dei
           beni come fattore di ascesa sociale.

    5
Cenni di storia del consumo in Occidente:
                               la società industriale


                 •   Con l’avvento della società
                     industriale e l’affermarsi della
                     cultura borghese la produzione
                     di beni diventa fattore decisivo
                     della prosperità di una nazione.
                 •   Il denaro e il consumo di beni
                     diventano fattore trainante
                     dell’ascesa sociale.
                 •   Si crea un circuito “virtuoso”
                     tra    produzione,     ricchezza,
                     consumo, prestigio sociale.

6
Cenni di storia del consumo in Occidente:
                              la società post-industriale
     •   Lo sviluppo planetario del modello industriale
         pone dei problemi via via crescenti, apparsi fin
         dalla pubblicazione de I limiti dello sviluppo,
         commissionato al MIT dal Club di Roma nel 1972.
     •   In questa simulazione del processo di
         produzione e consumo si predicono le
         conseguenze della continua crescita della
         popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla
         stessa sopravvivenza della specie umana.
     •   Con l'attuale tasso di crescita della popolazione,
         dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della
         produzione e dello sfruttamento delle risorse
         naturali, si andrà incontro a un declino
         improvviso e incontrollato.
7
Cenni di storia del consumo in Occidente:
                                         la società post-industriale
Nel 1992 è stato pubblicato un primo
aggiornamento del Rapporto e nel 2004 un
secondo aggiornamento, dal titolo Limits to
Growth: The 30-Year Update.
Sposta l'accento dall'esaurimento delle
risorse alla degradazione dell'ambiente,
vi si afferma che la crescita della popolazione
e della produzione industriale comporta sia il
rapido consumo delle risorse, che
l'incontrollato inquinamento dell’ecosistema.
Si riaffaccia così la consapevolezza, che
riprende in altra forma il pensiero antico, che
la Terra non è infinita né come serbatoio di
risorse, né come discarica di rifiuti.
8
Le teorie economiche del consumo
•   Il primo economista a formulare una funzione di consumo fu l'inglese
    John Maynard Keynes, secondo il quale il reddito di cui dispongono le
    famiglie rappresenta la componente principale della spesa per consumi.
•   Altri economisti hanno evidenziato come il consumo attuale dipenda,
    oltre che dal reddito attuale, anche dal reddito futuro, dalle possibilità
    di risparmio, dalla disponibilità di credito e dagli interessi offerti dalle
    banche.
•   Secondo la teoria del ciclo vitale, che è stata formulata principalmente
    dall'economista Franco Modigliani, le scelte di consumo dipendono dal
    reddito che si percepisce nonché dal rapporto tra gli anni che
    prevediamo di vivere e quelli che presumiamo di trascorrere lavorando.
•   La teoria del reddito permanente, elaborata dallo statunitense Milton
    Friedman, parte dall'ipotesi che non tutto il reddito guadagnato
    dall'individuo resta fisso nel corso dell'intera vita lavorativa. Esso infatti
    è soggetto a fluttuazioni continue nel corso del tempo, alcune delle
    quali si rivelano transitorie mentre altre sono definitive. Il consumo è
    considerato funzione solo del reddito permanente.
    9
Il consumo come sistema simbolico
•   Il consumo, da elemento del sistema economico, diventa sempre
    più chiaramente un fattore simbolico.
•   Esso si collega all’immaginario e soddisfa desideri legati sempre
    più all’identità e sempre meno ai bisogni vitali.
•   La nascita e la diffusione della pubblicità accentua questa
    tendenza, portando sempre più alla costruzione dei bisogni e la
    loro saturazione tramite il consumo.
•   La pubblicità, da illustrazione del bene diventa progressivamente
    costruzione del mondo vitale che il bene pubblicizzato permette
    di abitare.
•   Dalla merce come bene pregevole alla
    merce come “atmosfera”.

    10
Psicologia dei consumi
                             •   Sempre più la relazione che i consumatori
                                 instaurano con le marche dei prodotti è di
                                 tipo simbolico. Il consumo di certi prodotti
                                 diviene una via privilegiata per esprimere
                                 le proprie preferenze, i propri gusti, le
                                 proprie possibilità economiche.
                             •   Si costruiscono stili di vita attraverso la
                                 scelta di beni che esprimono la nostra
                                 identità.
                             •   La Psicologia dei Consumi studia i fattori e
                                 le    dinamiche      che     spiegano     gli
                                 atteggiamenti, le opinioni, le scelte e i
                                 comportamenti legati al consumo. Mira a
                                 comprendere i fenomeni di consumo
                                 studiando la percezione, l'apprendimento,
                                 la memoria, gli effetti della persuasione, i
                                 processi     identitari    nella     società
     Pubblicità di un’auto
                                 contemporanea.
11
Politica e consumo

     •   Sul piano dell’identità politica emerge
         una strisciante trasformazione da
         cittadino a consumatore. La proposta
         politica, non solo in fase elettorale,
         utilizza le strategie del marketing e
         vende un prodotto più che aggregare
         in un progetto politico.
     •   I margini di azione e la capacità di
         critica e controllo da parte dei cittadini
         è sempre più simile a quella di un
         consumatore rispetto al produttore
         (minacce     di     boicottaggio,    class
         action…).

12
Produzione, consumo e deumanizzazione
•   Alcuni intellettuali, a partire dalla fine degli anni ’60,
    espressero una critica serrata alla società dei consumi. La
    scuola di Francoforte, e in particolare Herbert Marcuse,
    con L’uomo ad una dimensione (1964), critica la svolta
    consumistica della società tardo-industriale.
•   L’uomo contemporaneo si è ridotto ad una sola
    dimensione, quella del produrre e del consumare, avendo
    perso il senso di ciò che rende la vita degna di essere
    vissuta: l’eros, l’immaginazione, la creatività, il sentimento,
    l’espressione di sé.
•   Analogamente Erich Fromm, nel suo Avere o essere? (1976),
    mostra che l’uomo si trova a dover scegliere tra i valori
    dell’avere (possesso, consumo, denaro) e                i valori
    dell’essere (le relazioni interpersonali, l’amore, l’apertura
    all’altro).
•   In ogni caso consumismo e produttivismo riducono l’uomo
    alla sola dimensione dell’agire economico, di fatto
    deumanizzandolo.
    13
Etica e consumo
•   In ambito filosofico, soprattutto dopo la riflessione di Hans
    Jonas (Il principio responsabilità, 1979) si affaccia il
    problema ecologico e il nesso con una nuova etica della
    responsabilità.
•   La     potenza        tecnologica      espressa     dall’uomo
    contemporaneo lo ha reso pericoloso per sé, per la natura
    e per gli equilibri dell’ecosistema, al punto da minacciare la
    stessa sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta.
•   Si impone quindi un’etica responsabile verso l’ambiente e
    le generazioni future, garantendo a chi verrà dopo noi
    almeno le stesse condizioni di vita e di libertà di cui oggi
    godiamo.
•   Di fronte ai mutamenti climatici, all’esaurimento delle
    risorse, alla pericolosità intrinseca di certe produzioni si
    impone quindi una revisione degli attuali modelli di
    sviluppo e di consumo.
    14
Dalla crescita alla decrescita
•   Contro il modello di sviluppo basato su produzione e
    consumo si è sviluppato un complesso di idee che propone
    modelli culturali alternativi al consumismo.
•   Le proposte dei sostenitori della decrescita si sviluppano:
    o a livello micro con la scelta di stili di vita detti di
       semplicità volontaria;
    o a livello macro ristrutturando le attività economiche al
       fine di ridurre l'impronta ecologica, gli sprechi energetici,
       l'impatto ambientale, le disuguaglianze sociali.              Serge Latouche
•   I sostenitori della decrescita affermano che la crescita
    economica - intesa come accrescimento costante del
    Prodotto Interno Lordo (PIL) - non porta a un maggior
    benessere.
•   Il miglioramento delle condizioni di vita deve quindi essere
    ottenuto non con l'aumento dei consumo di merci ma con
    il miglioramento dei rapporti sociali, dei servizi collettivi,
    della qualità ambientale.
    15
Il consumo digitale
La diffusione di Internet e la digitalizzazione di molti prodotti
culturali hanno prodotto una nuova tipologia di consumo, quello
digitale, rivolto a prodotti riproducibili e scambiabili a costi
insignificanti.
Video, musica, libri, software, ecc. possono essere condivisi:
• costruendo un ambito di scambio gratuito peer to peer;
• azzerando il costo del bene in fase di acquisto;
• costruendo forme inedite di mercato (ad es. Spotify, noleggio
  in streaming);
• violando le leggi vigenti sul copyright.
E’ in atto un dibattito su condizioni, potenzialità e legittimità di
questo mercato, quando non è mirante alla frode ma al solo
consumo individuale.
16
Un nuovo concetto: i beni comuni
I "beni comuni" (commons) sono risorse che
diversi individui utilizzano per interessi privati
e nella quale i diritti di proprietà non sono
chiaramente definiti ed assicurati in modo da
preservarli.
Ne sono un esempio, l’aria, l’acqua, il
paesaggio, le risorse ittiche, ecc. Tale difficoltà
ha portato a coniare il termine “tragedia dei
beni comuni” introdotto da Garrett James
Hardin in un suo famoso articolo, The Tragedy
of the Commons , pubblicato su “Science” nel
1968.
La società dei consumi sta portando ad
allargare il concetto di bene comune e a
definirne un utilizzo sostenibile.
17
Le parole chiave:

     produzione

                   consumo

                        domanda-offerta

                         teorie del consumo
                              crescita- decrescita
              mercato
                                        sostenibilità
18
Le parole chiave:


          Status sociale




     Pubblicità


                           Moda
19
Le parole chiave:

          diritti del consumatore


                               class action

                       etichette

     copyright

                 beni comuni
20
Le parole chiave:

     rito

               collasso




                          cultura materiale


21
Le parole chiave:


     persuasione


               consenso


                    simbolo

                              desiderio
22
Le parole chiave:



                         natura


        etica ambientale


     deumanizzazione

                       responsabilità
23
mercato              etica ambientale

                                        responsabilità
 marketing
                                                    moda
                         consumo
sostenibilità
                                              pubblicità


  crescita- decrescita
                                        copyright

                         beni comuni
   24
Verifiche e attività

 •   Utilizzando le competenze fornite dalla Metodologia
     della ricerca, la classe può, oltre alle verifiche
     tradizionali, affrontare un’analisi sul territorio, ecc.
 •   delle forme di consumo di determinati prodotti per
     settori di popolazione (bevande alcoliche, tabacco,
     alimenti equo-solidali, ecc.)
 •   della diffusione di determinati
     comportamenti (gioco d’azzardo,
 •   uso di social network, condivisione
     peer to peer di musica o video, ecc.)


25
Verifiche e attività
     •   Costruire un video, o scrivere un
         racconto, o stendere un breve saggio
         su (ad esempio:)

                        La merce
                  se venduta si perde,
                  se usata si consuma;
                         le idee
                      se condivise
               arricchiscono chi le riceve
              senza impoverire chi le dona.

26
Note bibliografiche
•    Bibliografia
•    Aristotele, Etica Nicomachea
•    Denaro e Bellezza. I Banchieri, Botticelli e il rogo delle
     vanità, Giunti Editore 2011
•    N. Olivero , V. Russo, Manuale di Psicologia dei
     Consumi , McGraw-Hill, Milano 2008
•    Garrett Hardin, The Tragedy of the Commons , Science,
     162, pp.1243-1248
•    E. Fromm, Avere o essere?, Mondadori, Milano, 1977
•    H. Marcuse, L’uomo a una dimensione (1964) Einaudi,
     Torino 1967
•    Diamond, Collasso,
•    H. Jonas, Il principio responsabilità. Un'etica per la
     civiltà tecnologica, (1979), Einaudi, Torino, 1990
•    S. Latouche Come si esce dalla società dei consumi.
     Corsi e percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri,
     Torino, 2011
•    M. Pallante, Meglio e meno. Decrescere per progredire,
     Bruno Mondadori, Milano, 2011



    27

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Il consumo: tracce di un percorso multidisciplinare per i LICEI ECONOMICO SOCIALI

  • 1. Il consumo Piste per un percorso multidisciplinare 1
  • 2. Il consumo come tema multidisciplinare • Si propone qui una breve pista di indagine su alcuni aspetti connessi al tema del “consumo”, al fine di: o individuare un tema di natura economica; o leggere le sue articolazioni in rapporto prevalente con le altre scienze umane; o proporre un esempio di attività multidisciplinare da svolgere nel LES, in particolare nel 5^ anno. 2
  • 3. Il consumo come tema multidisciplinare Il consumo è studiato: • dalle scienze umane presenti nel LES (economia, diritto, antropologia, sociologia, psicologia, metodologia della ricerca); • dalle discipline umanistiche (filosofia, storia). 3
  • 4. Cenni di storia del consumo in Occidente: il mondo antico Nel mondo antico e per gran parte medievale il consumo era considerato nel contesto di una natura limitata, dalle risorse finite, dall’ordine stabilito. Da qui: • l’ideale di un uso regolato dei beni; • l’accumulo di denaro (mezzo, mai fine) come contro natura; • il ricorso alla ricchezza per il bene della famiglia e della polis, non come interesse esclusivamente privato; • un’idea di virtù come uso regolato dei beni. (vedi Aristotele, Etica Nicomachea, Libro IV) 4
  • 5. Cenni di storia del consumo in Occidente: la società mercantile moderna • Con il formarsi della società mercantile in Italia e nelle più avanzate regioni europee, fin dal tardo medioevo si modifica l’idea negativa dell’uso del denaro e in generale della ricchezza. • Ciò comporta: o una legittimazione via via crescente della ricchezza come valore; o un uso individuale del denaro e dei beni non più giustificato dalla sua dimensione sociale; o l’uso del tempo, del denaro, dei beni come fattore di ascesa sociale. 5
  • 6. Cenni di storia del consumo in Occidente: la società industriale • Con l’avvento della società industriale e l’affermarsi della cultura borghese la produzione di beni diventa fattore decisivo della prosperità di una nazione. • Il denaro e il consumo di beni diventano fattore trainante dell’ascesa sociale. • Si crea un circuito “virtuoso” tra produzione, ricchezza, consumo, prestigio sociale. 6
  • 7. Cenni di storia del consumo in Occidente: la società post-industriale • Lo sviluppo planetario del modello industriale pone dei problemi via via crescenti, apparsi fin dalla pubblicazione de I limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma nel 1972. • In questa simulazione del processo di produzione e consumo si predicono le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. • Con l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione e dello sfruttamento delle risorse naturali, si andrà incontro a un declino improvviso e incontrollato. 7
  • 8. Cenni di storia del consumo in Occidente: la società post-industriale Nel 1992 è stato pubblicato un primo aggiornamento del Rapporto e nel 2004 un secondo aggiornamento, dal titolo Limits to Growth: The 30-Year Update. Sposta l'accento dall'esaurimento delle risorse alla degradazione dell'ambiente, vi si afferma che la crescita della popolazione e della produzione industriale comporta sia il rapido consumo delle risorse, che l'incontrollato inquinamento dell’ecosistema. Si riaffaccia così la consapevolezza, che riprende in altra forma il pensiero antico, che la Terra non è infinita né come serbatoio di risorse, né come discarica di rifiuti. 8
  • 9. Le teorie economiche del consumo • Il primo economista a formulare una funzione di consumo fu l'inglese John Maynard Keynes, secondo il quale il reddito di cui dispongono le famiglie rappresenta la componente principale della spesa per consumi. • Altri economisti hanno evidenziato come il consumo attuale dipenda, oltre che dal reddito attuale, anche dal reddito futuro, dalle possibilità di risparmio, dalla disponibilità di credito e dagli interessi offerti dalle banche. • Secondo la teoria del ciclo vitale, che è stata formulata principalmente dall'economista Franco Modigliani, le scelte di consumo dipendono dal reddito che si percepisce nonché dal rapporto tra gli anni che prevediamo di vivere e quelli che presumiamo di trascorrere lavorando. • La teoria del reddito permanente, elaborata dallo statunitense Milton Friedman, parte dall'ipotesi che non tutto il reddito guadagnato dall'individuo resta fisso nel corso dell'intera vita lavorativa. Esso infatti è soggetto a fluttuazioni continue nel corso del tempo, alcune delle quali si rivelano transitorie mentre altre sono definitive. Il consumo è considerato funzione solo del reddito permanente. 9
  • 10. Il consumo come sistema simbolico • Il consumo, da elemento del sistema economico, diventa sempre più chiaramente un fattore simbolico. • Esso si collega all’immaginario e soddisfa desideri legati sempre più all’identità e sempre meno ai bisogni vitali. • La nascita e la diffusione della pubblicità accentua questa tendenza, portando sempre più alla costruzione dei bisogni e la loro saturazione tramite il consumo. • La pubblicità, da illustrazione del bene diventa progressivamente costruzione del mondo vitale che il bene pubblicizzato permette di abitare. • Dalla merce come bene pregevole alla merce come “atmosfera”. 10
  • 11. Psicologia dei consumi • Sempre più la relazione che i consumatori instaurano con le marche dei prodotti è di tipo simbolico. Il consumo di certi prodotti diviene una via privilegiata per esprimere le proprie preferenze, i propri gusti, le proprie possibilità economiche. • Si costruiscono stili di vita attraverso la scelta di beni che esprimono la nostra identità. • La Psicologia dei Consumi studia i fattori e le dinamiche che spiegano gli atteggiamenti, le opinioni, le scelte e i comportamenti legati al consumo. Mira a comprendere i fenomeni di consumo studiando la percezione, l'apprendimento, la memoria, gli effetti della persuasione, i processi identitari nella società Pubblicità di un’auto contemporanea. 11
  • 12. Politica e consumo • Sul piano dell’identità politica emerge una strisciante trasformazione da cittadino a consumatore. La proposta politica, non solo in fase elettorale, utilizza le strategie del marketing e vende un prodotto più che aggregare in un progetto politico. • I margini di azione e la capacità di critica e controllo da parte dei cittadini è sempre più simile a quella di un consumatore rispetto al produttore (minacce di boicottaggio, class action…). 12
  • 13. Produzione, consumo e deumanizzazione • Alcuni intellettuali, a partire dalla fine degli anni ’60, espressero una critica serrata alla società dei consumi. La scuola di Francoforte, e in particolare Herbert Marcuse, con L’uomo ad una dimensione (1964), critica la svolta consumistica della società tardo-industriale. • L’uomo contemporaneo si è ridotto ad una sola dimensione, quella del produrre e del consumare, avendo perso il senso di ciò che rende la vita degna di essere vissuta: l’eros, l’immaginazione, la creatività, il sentimento, l’espressione di sé. • Analogamente Erich Fromm, nel suo Avere o essere? (1976), mostra che l’uomo si trova a dover scegliere tra i valori dell’avere (possesso, consumo, denaro) e i valori dell’essere (le relazioni interpersonali, l’amore, l’apertura all’altro). • In ogni caso consumismo e produttivismo riducono l’uomo alla sola dimensione dell’agire economico, di fatto deumanizzandolo. 13
  • 14. Etica e consumo • In ambito filosofico, soprattutto dopo la riflessione di Hans Jonas (Il principio responsabilità, 1979) si affaccia il problema ecologico e il nesso con una nuova etica della responsabilità. • La potenza tecnologica espressa dall’uomo contemporaneo lo ha reso pericoloso per sé, per la natura e per gli equilibri dell’ecosistema, al punto da minacciare la stessa sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta. • Si impone quindi un’etica responsabile verso l’ambiente e le generazioni future, garantendo a chi verrà dopo noi almeno le stesse condizioni di vita e di libertà di cui oggi godiamo. • Di fronte ai mutamenti climatici, all’esaurimento delle risorse, alla pericolosità intrinseca di certe produzioni si impone quindi una revisione degli attuali modelli di sviluppo e di consumo. 14
  • 15. Dalla crescita alla decrescita • Contro il modello di sviluppo basato su produzione e consumo si è sviluppato un complesso di idee che propone modelli culturali alternativi al consumismo. • Le proposte dei sostenitori della decrescita si sviluppano: o a livello micro con la scelta di stili di vita detti di semplicità volontaria; o a livello macro ristrutturando le attività economiche al fine di ridurre l'impronta ecologica, gli sprechi energetici, l'impatto ambientale, le disuguaglianze sociali. Serge Latouche • I sostenitori della decrescita affermano che la crescita economica - intesa come accrescimento costante del Prodotto Interno Lordo (PIL) - non porta a un maggior benessere. • Il miglioramento delle condizioni di vita deve quindi essere ottenuto non con l'aumento dei consumo di merci ma con il miglioramento dei rapporti sociali, dei servizi collettivi, della qualità ambientale. 15
  • 16. Il consumo digitale La diffusione di Internet e la digitalizzazione di molti prodotti culturali hanno prodotto una nuova tipologia di consumo, quello digitale, rivolto a prodotti riproducibili e scambiabili a costi insignificanti. Video, musica, libri, software, ecc. possono essere condivisi: • costruendo un ambito di scambio gratuito peer to peer; • azzerando il costo del bene in fase di acquisto; • costruendo forme inedite di mercato (ad es. Spotify, noleggio in streaming); • violando le leggi vigenti sul copyright. E’ in atto un dibattito su condizioni, potenzialità e legittimità di questo mercato, quando non è mirante alla frode ma al solo consumo individuale. 16
  • 17. Un nuovo concetto: i beni comuni I "beni comuni" (commons) sono risorse che diversi individui utilizzano per interessi privati e nella quale i diritti di proprietà non sono chiaramente definiti ed assicurati in modo da preservarli. Ne sono un esempio, l’aria, l’acqua, il paesaggio, le risorse ittiche, ecc. Tale difficoltà ha portato a coniare il termine “tragedia dei beni comuni” introdotto da Garrett James Hardin in un suo famoso articolo, The Tragedy of the Commons , pubblicato su “Science” nel 1968. La società dei consumi sta portando ad allargare il concetto di bene comune e a definirne un utilizzo sostenibile. 17
  • 18. Le parole chiave: produzione consumo domanda-offerta teorie del consumo crescita- decrescita mercato sostenibilità 18
  • 19. Le parole chiave: Status sociale Pubblicità Moda 19
  • 20. Le parole chiave: diritti del consumatore class action etichette copyright beni comuni 20
  • 21. Le parole chiave: rito collasso cultura materiale 21
  • 22. Le parole chiave: persuasione consenso simbolo desiderio 22
  • 23. Le parole chiave: natura etica ambientale deumanizzazione responsabilità 23
  • 24. mercato etica ambientale responsabilità marketing moda consumo sostenibilità pubblicità crescita- decrescita copyright beni comuni 24
  • 25. Verifiche e attività • Utilizzando le competenze fornite dalla Metodologia della ricerca, la classe può, oltre alle verifiche tradizionali, affrontare un’analisi sul territorio, ecc. • delle forme di consumo di determinati prodotti per settori di popolazione (bevande alcoliche, tabacco, alimenti equo-solidali, ecc.) • della diffusione di determinati comportamenti (gioco d’azzardo, • uso di social network, condivisione peer to peer di musica o video, ecc.) 25
  • 26. Verifiche e attività • Costruire un video, o scrivere un racconto, o stendere un breve saggio su (ad esempio:) La merce se venduta si perde, se usata si consuma; le idee se condivise arricchiscono chi le riceve senza impoverire chi le dona. 26
  • 27. Note bibliografiche • Bibliografia • Aristotele, Etica Nicomachea • Denaro e Bellezza. I Banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità, Giunti Editore 2011 • N. Olivero , V. Russo, Manuale di Psicologia dei Consumi , McGraw-Hill, Milano 2008 • Garrett Hardin, The Tragedy of the Commons , Science, 162, pp.1243-1248 • E. Fromm, Avere o essere?, Mondadori, Milano, 1977 • H. Marcuse, L’uomo a una dimensione (1964) Einaudi, Torino 1967 • Diamond, Collasso, • H. Jonas, Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, (1979), Einaudi, Torino, 1990 • S. Latouche Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri, Torino, 2011 • M. Pallante, Meglio e meno. Decrescere per progredire, Bruno Mondadori, Milano, 2011 27