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Oggetto di questo breve contributo sono le ultime scoperte avvenute nell’area del com-
prensorio archeologico di Santa Croce in Gerusalemme dopo l’ultima sintesi pubblicata dello
stato delle conoscenze archeologiche e topografiche, a cui si rimanda per la precedente biblio-
grafia.1
Nella zona, situata all’estremità orientale del tessuto urbano della capitale e delimitata
esternamente dalle Mura Aureliane, in epoca medio-imperiale fu edificata la villa degli Horti
Variani, una sontuosa residenza che alla fine del II sec. d.C. entrò a far parte del demanio impe-
riale. Questa villa suburbana a nuclei sparsi fu notevolmente modificata in età costantiniana per
poter diventare sede di residenza imperiale, conosciuta con il nome di Sessorium o Palazzo Ses-
soriano (fig. 1).
Tra i più recenti interventi effettuati nell’area del comprensorio archeologico, si regi-
strano da una parte alcuni lavori di restauro, messa in sicurezza e valorizzazione dei monumenti
noti, dall’altra una serie di rinvenimenti archeologici, avvenuti in tempi e circostanze differenti,
che accrescono la nostra conoscenza topografica della zona.
Per ciò che concerne l’attività di tutela e conservazione, è stato portato a termine il re-
stauro di una porzione della domus di Aufidia Valentilla, ricca abitazione costruita agli inizi del
II sec. d.C. su precedenti strutture di età tardo-repubblicana e quindi annessa al suddetto com-
1) BORGIA et al. 2008
www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076
LAURA BOTTIGLIERI*, DONATO COLLI*, SERGIO PALLADINO**
IL COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO DI
SANTA CROCE IN GERUSALEMME A ROMA: NUOVI INTERVENTI DI
RIQUALIFICAZIONE E RECENTI SCOPERTE (2013-2014)
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE
DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA VII, 2016/1-2
133
The subject is about the latest discoveries in the archaeological area of Santa Croce in Gerusalemme emerged during works for
the protection and enhancement of the cultural Heritage. On the occasion of the apse restoration of the civil basilica there were
new data on the floor and marble decoration of the aula palatina, while another environment belonging to the right tower of
the carceres of the Circus Varianus emerged near the entrance of the archaelogical district. Finally a wall relevant to Thermae-
Helenianae was found in via G. Sommeiller, that conforms to position with the plan by Palladio
2) La domus situata presso il serbatoio ACEA di via Eleniana attualmente è visitabile previa prenotazione. I lavori, condotti a
cura della SSBAR, sono iniziati nel 2008; RUP: dott.ssa Mariarosaria Barbera, quindi dott.ssa Anna Paola Anzidei e infine
dott.ssa Anna De Santis. Dir. lavori: arch. Paolo Borri; Ass. tecnico-scientifici: dott.ssa Laura Leoni, poi Antonella Campana.
Il restauro è stato eseguito da L’Officina Consorzio.
3) Si veda, da ultimo, COLLI 2008, pp. 25-28.
4) Lavori a cura della SSBAR, RUP: dott.ssa Anna De Santis; Dir. lavori: arch. Paolo Borri; Ass. tecnico-scientifico Antonella
Campana. Coord. della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: arch. Orlando Loreti; strutturista: arch. Daniela Borgese.
www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076
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plesso imperiale nei primi del III sec.2
Nel corso dei lavori è stata installata una nuova copertura
che protegge le pareti affrescate dalla luce del sole e allo stesso tempo permette la veduta del
sito senza pali montanti che disturbino la visione d’insieme. E’stata inoltre effettuata la ripulitura
delle pareti dipinte, che restituiscono uno splendido ciclo di affreschi figurati di età severiana,
nonché il restauro e l’integrazione dei pavimenti musivi testimonianti varie fasi di vita dell’abi-
tazione, l’ultima delle quali è rappresentata dal mosaico a grandi tessere del corridoio ripavi-
mentato in epoca costantiniana.3
Altri lavori di ripulitura e consolidamento sono stati eseguiti sull’abside della basilica
civile o aula regia del Sessorium, nota come tempio di Venere e Cupido.4
Gli interventi hanno riguardato la messa in sicurezza tramite l’inserimento di catene fis-
sate da piastre, con la funzione di prevenire eventuali crolli di porzioni di cortina o di nucleo
cementizio dalle parti alte del monumento. Con l’occasione è stato possibile effettuare un esame
autoptico ravvicinato della cortina laterizia, distinguendo le parti originali di epoca costantiniana
da quelle reintegrate in occasione del restauro del Genio Militare del 1919. Si è potuto, inoltre,
osservare la precisa disposizione dei fori da grappa per il fissaggio delle lastre di marmi poli-
cromi del rivestimento originario delle pareti e alcune porzioni residuali degli incassi delle sud-
dette lastre, che attestano l’utilizzo di vari marmi: bianco di Luni, rosa antico, cipollino e
africano.
Per quanto concerne gli interventi di valorizzazione, si segnala il rifacimento di alcuni
pannelli didattici dislocati lungo il percorso storico-archeologico, lo studio scientifico del tempio
di Venere e Cupido che ha permesso la ricostruzione virtuale 3D, in occasione della mostra “Co-
stantino 313 d.C.”, e che, integrata con i dati emersi dallo scavo archeologico ultimato nel 2014
1. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PLANIMETRIA DEL COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO 1) IL TEMPIO
DI VENERE E CUPIDO; 2) IL CIRCO VARIANO; 3) LE TERME ELENIANE (elab. grafica di M. Solvi per SSCol)
LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
Acquedotto (I sec. d.C.)
Mura Aureliane (271-275 d.C.)
Età severiana (fine II-prima metà III sec. d.C.)
resti visibili
Età severiana (fine II-prima metà III sec. d.C.)
resti non visibili
Età costantiniana (inizi IV sec. d.C.)
resti visibili
Età costantiniana (inizi IV sec. d.C.)
resti non visibili
Ricostruzioni ipotetiche costantiniane
www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076
(cfr. infra),5
ha portato alla progettazione e realizzazione di un’applicazione multimediale, “Ar-
cheo360” (figg. 2-3).6
L'applicazione, sviluppata per i sistemi operativi Android e IOS, permette di visualizzare
immagini a 360 gradi in maniera dinamica attraverso l'uso dei sensori di movimento di cui sono
dotati gli smartphone e i tablet di ultima generazione. La peculiarità di “Archeo360” è quella di
riprodurre le ricostruzioni in modo che siano sovrapponibili alle architetture esistenti, permet-
tendo le migliori prestazioni in situ.
Le ultime scoperte topografiche e archeologiche emerse sul territorio, di seguito illustrate,
hanno portato a rivedere e arricchire la planimetria generale dell’area, in cui sono stati riportati
tutti i rinvenimenti archeologici noti.
L.B. - D.C. - S.P.
135
5) La campagna di scavo ha riportato alla luce una porzione della preparazione pavimentale che recava le impronte delle lastre
di rivestimento in base alle quali si è ricostruita la partizione geometrica del pavimento dell’abside. E’ stato possibile effettuare
un rilievo dei fori da grappa presenti sulla muratura in opera laterizia dell’abside, in base ai quali si sono desunti degli spunti
per ipotizzarne la trama della decorazione, che partiva al di sopra di una zoccolatura rivestita in marmo bianco. Le dimensioni
della lunghezza dell’aula sono state ipotizzate in un rapporto del doppio rispetto alla larghezza sulla base del confronto con mo-
numenti coevi, così come la decorazione e le partiture architettoniche dello spazio interno.
6) La redazione dei pannelli didattici si deve ai dott.ri D. Colli, A. De Santis e S. Palladino. La ricostruzione virtuale in 3D e
l’applicazione “Archeo360” sono state realizzate dagli arch. Pierfrancesco Balsimelli e Marco Solvi per Areatre09 e Kairòs
s.r.l. con la consulenza scientifica di D. Colli e S. Palladino.
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
2. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. RICOSTRUZIONE VIRTUALE DELL’ABSIDE DEL TEMPIO DI VENERE E
CUPIDO (a cura di P. Balsimelli - M. Solvi per SSCol)
www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076
LA SCOPERTA DEL PIANO PAVIMENTALE NELL’ABSIDE DEL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO
Tra i mesi di aprile e maggio 2014, durante l’esecuzione degli interventi conservativi ci-
tati, sono state effettuate alcune indagini in profondità per verificare lo stato di conservazione
delle murature interrate e per rilevare la quota del pavimento dell’edificio, fino a oggi scono-
sciuta.7
Lo scavo ha interessato il settore centro-meridionale dell’abside raggiungendo una quota
più o meno uniforme di m 46,29 s.l.m. (fig. 4 a/b). Rimossi gli strati moderni, pertinenti alla si-
stemazione a giardino dell’area avvenuta agli inizi del XX secolo, si trova uno strato di terreno
marrone con sporadici materiali, spesso m 2 ca e databile in età medievale, che a sua volta copre
un altro strato di terreno marrone misto ad un’alta concentrazione di macerie, frammenti di la-
terizi da copertura e frammenti di intonaco dipinto, interpretabile come il disfacimento di una
porzione di volta dell’abside, crollata in seguito all’abbandono dell’area e alle massicce spolia-
zioni che interessarono in più parti l’edificio in epoca medievale. I reperti più considerevoli
sono rappresentati da un frammento di transenna marmorea, forse pertinente alle grate delle fi-
nestre (fig. 5), e da due piccoli frammenti di statua in porfido rosso con resti del panneggio della
veste.
Al di sotto di questi strati di scarico è stato scoperto il lato interno del muro perimetrale
dell’abside, che alla base era rivestito da uno zoccolo in opera cementizia che conserva ancora
136
7) Per la SSBAR, R.U.P: dott.ssa Anna De Santis; Dir. lavori: arch. Paolo Borri. Le operazioni di scavo sono state effettuate
con l’ausilio di un mezzo meccanico e seguite da chi scrive e dal dott. Sergio Palladino, supportati dal dott. Emanuele Alberini.
Di recente è stata pubblicata un’analisi architettonica del monumento da E. Gallocchio (GALLOCCHIO 2013, pp. 39-41).
3. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. RICOSTRUZIONE VIRTUALE DEL LATO DI INGRESSO DEL CD. TEMPIO
DI VENERE E CUPIDO (a cura di P. Balsimelli - M. Solvi per SSCol)
LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
in situ parte del rivestimento in marmo bianco
(fig. 6).8
A quota m 46,29 s.l.m. è stata infine ri-
messa in luce una porzione del piano pavimen-
tale costituito da un massetto in opera
cementizia, spesso circa cm 20, con un letto di
malta pozzolanica gettato su uno strato di pre-
parazione composto da frammenti di laterizi,
pareti di anfore di produzione africana tardo-im-
periale e scapoli di tufo di piccole dimensioni
(fig. 7). Sotto il massetto è stato individuato uno
strato di terra di color arancio ben compattata,
priva di reperti datanti. Sulla superficie supe-
riore erano originariamente allettate delle lastre
di rivestimento, in seguito spoliate.
Le impronte consentono di ricostruire par-
zialmente la decorazione originaria: da una fa-
scia semicircolare di larghezza sesquipedale
(cm 44) che lambiva lo zoccolo alla base interna dell’abside, si dipartiva una decorazione a scac-
chiera con lastre marmoree quadrangolari (lato cm 88/89), disposte secondo l’asse longitudinale
dell’aula basilicale.9
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4. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. a) PLANIMETRIA DELL’AREA DI SCAVO E b) SEZIONE N/E - S/O DEL-
L’ABSIDE (a cura di L. Bottiglieri e M. Solvi per SSCol)
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
a b
5. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. FRAM-
MENTO DI TRANSENNA MARMOREA (foto AFSSCol)
8) Lo zoccolo (quote da m 46,91 a 46,37 s.l.m.) è alto 2 piedi (cm 58) e risulta aggettante di cm 14. Sulla sommità si conserva
la malta di allettamento della decorazione marmorea che lo rivestiva interamente. Un lacerto di una lastra di rivestimento è con-
servato ancora in situ alla base. Si tratta di una lastra di forma rettangolare in marmo bianco spessa circa cm 2 e larga cm 61,
conservata per un’altezza massima di cm 12,5.
9) In prossimità del margine settentrionale dell’area di scavo, il pavimento risultava gravemente danneggiato da una profonda
fossa risalente all’età post-antica.
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LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
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6. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICOLARE DELLO ZOCCOLO DEL MURO PERIMETRALE DELL’AB-
SIDE (foto AFSSCol)
7. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. LA PREPARAZIONE DEL PIANO PAVIMENTALE VISTO DALL’ALTO (foto
AFSSCol)
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10) Cfr. TEjA 1993, pp. 623 ss.: ‹‹Dentro il palazzo la stanza sacra per eccellenza è il luogo da cui l’imperatore agisce come
tale. La regia, o sala delle udienze, è concepita come una cappella e i diversi termini che le fonti utilizzano non fanno altro che
mettere in rilievo questo carattere: sacrarium, interiora. Collocazione ideale del trono sono le absidi scalinate che realizzano
l’elevarsi e l’isolarsi del seggio. Non senza un velo di ironia leggiamo la descrizione, fatta da Eusebio, della riunione d’apertura
del Concilio di Nicea, quando dice che Costantino passò ad occupare il luogo centrale nell’abside della sala delle sedute e si
pose a sedere su un piccolo trono, tutto d’oro massiccio››.
11) Il taglio è stato rimesso in luce solo sui limiti meridionale e orientale, ma prosegue oltre l’area scavata. Ha intaccato pro-
fondamente gli strati di livellamento, il massetto del pavimento e il sottostante strato di preparazione.
12) Cfr. MARLIANO 1544, f. 71b, in cui l’autore è il primo ad indicare col nome Palatium Sesoriani le rovine comprese tra la
Basilica di Santa Croce e Porta Maggiore; cfr. anche le piante di Roma di Bufalini (anno 1551, in FRUTAZ, vol. II, tav. 194) e di
Giovan Battista Nolli (anno 1756, in FRUTAZ, vol. II, tavv. 396, 408).
13) Il restauro della cortina dell’abside fu terminato nel 1918, com’è attestato da una targa murata nel rudere.
139
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
La struttura pavimentale descritta è interpretabile come il massetto di preparazione per
la posa del pavimento, in corrispondenza del punto dove presumibilmente era collocato il trono
riservato alle maestà imperiali, all’interno dell’aula basilicale del palazzo Sessoriano, residenza
dell’Augusta Elena, madre dell’imperatore Costantino.10
E’noto da fonti letterarie che l’edificio
fu in uso fino alla metà del VI secolo. Una volta abbandonato, fu poi progressivamente spoliato
dei suoi preziosi rivestimenti. Quindi le strutture, indebolite dall’incuria e dagli atti di spolia-
zione, crollarono a più riprese e parte delle macerie fu impiegata per livellare l’area, alzando la
quota del piano di campagna. In questo periodo fu anche praticato un grosso sbancamento indi-
rizzato verso il centro dell’abside che, in profondità, arrivò a distruggere anche una parte con-
sistente del piano pavimentale antico.11
Lo sbancamento fu poi riempito nuovamente con un
terreno incoerente misto a frequentissime macerie, in cui sono stati rinvenuti anche alcuni fram-
menti di maiolica arcaica e di ceramica invetriata di età medievale. Successivamente l’area fu
nuovamente interessata da un massiccio interro che rialzò la quota del piano di calpestio di oltre
un metro e mezzo. Questo dato è altresì confermato dalle vedute delle piante storiche che carat-
terizzano l’area limitrofa alla basilica di S. Croce come vigna annessa alla comunità religiosa
che qui risiedeva, in cui si vedono i ruderi dell’aula già per buona parte interrati.12
Tale situazione
rimase inalterata fino alla fine del XIX secolo quando, nella zona in cui svettavano i ruderi, fu
costruita la caserma Principe di Piemonte. Risalgono a questi anni gli ulteriori innalzamenti di
quota ed il restauro integrativo della cortina laterizia dell’abside.13
In sintesi, i risultati delle indagini effettuate nel 2014 hanno portato da un lato a verificare
la quota pavimentale finora mai rilevata, dall’altro è stato possibile registrare informazioni sul
modulo della pavimentazione in opus sectile e sulla presenza di uno zoccolo aggettante, an-
ch’esso rivestito in marmi preziosi. E’ stato inoltre possibile esaminare parte della cortina late-
rizia della parete interna dell’abside (fig. 8), su cui sono stati individuati alcuni fori per
l’inserimento delle grappe di fissaggio delle lastre marmoree di rivestimento, da cui si può rica-
vare il tipo di decorazione marmorea che rivestiva l’interno dell’edificio imperiale.
D.C.
8. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PROSPETTO DELLA CORTINA LATERIZIA ORIGINARIA DELL’ABSIDE
(rilievo di L. Bottiglieri per SSCol)
LA TORRE DEI CArCErES DEL CIRCO VARIANO
Nei mesi di dicembre 2013 e gennaio 2014 sono stati effettuati dei lavori Acea all’interno
dell’area di pertinenza del Ministero della Difesa, finalizzati alla posa di cavi per il potenzia-
mento della fornitura elettrica della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.14
Durante lo scavo di una stretta trincea, è stato inizialmente rinvenuto un lacerto di una
muratura antica in fase con un piano pavimentale in bipedali (fig. 9).15
Lo scavo della trincea è
poi proseguito verso S, dove è stato rimesso in luce un segmento di un poderoso muro in opus
latericium con orientamento NE-SO, della larghezza di m 1,65,16
legato ad angolo retto con un
adiacente tratto di muro,17
sempre in opus latericium, a delimitare un vano quadrangolare (fig. 10).
Tutti i rinvenimenti si presentavano in pessimo stato di conservazione, a causa di distru-
zioni perpetrate già in epoca post-antica fino ad anni ben più recenti. La comprensione di quanto
emerso è stata resa ulteriormente più complessa dall’esiguità delle porzioni scoperte, tanto che
per la loro interpretazione si possono fare soltanto ipotesi (fig. 11).
Le notevoli dimensioni dei muri perimetrali del vano quadrangolare, oltre al loro posi-
zionamento, ci inducono a pensare che questo possa essere riconducibile alla torre destra dei
carceres del circo Variano, risalente all’impianto originario voluto da Caracalla. Com’è noto,
infatti, il suo successore, Elagabalo, aveva diminuito la lunghezza del circo arretrando i carceres
fino all’altezza della torre rimessa in luce dagli scavi Scrinari negli anni ‘60 del secolo scorso.
In tempi recenti, il rinvenimento di altre porzioni dei vani di sostruzione del lato destro
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14) Dir. scientifica: dott.ssa A. De Santis. Le operazioni di scavo e la documentazione fotografica sono state eseguite dal dott.
S. Sherif per conto di Tellus s.r.l. In occasione del rinvenimento delle strutture sono stati disposti degli allargamenti per indagare
più approfonditamente il loro stato di conservazione e i rapporti stratigrafici.
15) Il muro, orientato NE/SO, scoperto per una lunghezza di m 1,07 con una larghezza di circa m 0,40, è realizzato in opus la-
tericium, con cortina costituita da laterizi di colore giallo chiaro e giallo ocra (spessore medio di 0,03 m). Si conservano quattro
filari in opera di mattoni legati da malta di colore grigiastro con inclusi neri, bianchi e bruni, per un’altezza di circa 30 cm. Sul
lato occidentale di questa struttura muraria è stata portata alla luce una porzione di un piano pavimentale in malta rivestito con
bipedali (m 0,59 x 0,59 ca), alternati a mattoni più piccoli di forma rettangolare (m 0,59 x 0,20). Quota: m 46,93 s.l.m.
16) Nucleo cementizio e paramento in opus latericium; su entrambi i lati, è presente un rivestimento d’intonaco dello spessore
di cm 2-3. Quota: m 46,88 s.l.m.
17) La cortina costituita da laterizi di colore giallo chiaro, giallo ocra, con uno spessore medio di cm 3, composta da tre/quattro
filari di mattoni legati da malta di colore grigiastro chiaro con inclusi neri, bianchi e bruni. Quota: m 47,44 s.l.m.
LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
140
9. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICO-
LARE DEL PIANO DI BIPEDALI (foto AFSSCol)
10. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICO-
LARE DEI MURI AD ANGOLO RETTO (foto AFSSCol)
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del circo avevano indotto C. Paterna a ritenere che l’impianto originario del monumento misu-
rasse circa 620 m.18
Se questo vano, dunque, perfettamente allineato, lungo il lato destro, con i
resti già noti, è effettivamente interpretabile come la torre posta in coincidenza della terminazione
occidentale del circo risalente a Caracalla, si può ipotizzare che questo misurasse oltre 630 m e,
quindi, fosse più lungo persino del circo Massimo.
La costruzione delle mura Aureliane (271-275), terminata in gran fretta, divise il circo
in due parti e determinò l’abbandono della porzione rimasta all’esterno, mentre quella interna
subì imponenti modifiche e ristrutturazioni per volere dell’imperatrice Elena, madre di Costan-
tino, che si era stabilita, agli inizi del IV sec., nella residenza severiana degli Horti Variani, ora
chiamata Palatium Sessorianum. E’ ipotizzabile che questa parte del complesso, compresa tra
l’atrio severiano e la basilica civile nota come tempio di Venere e Cupido, abbia subito, in età
costantiniana, notevoli interventi di ristrutturazione: è probabile che parte di questi elementi
strutturali, già appartenuti all’impianto originario del circo Variano, fossero riutilizzati per rea-
lizzare edifici di collegamento o locali di servizio (come sembra far pensare il vano con la pa-
vimentazione in bipedali) tra i vari nuclei monumentali del Palazzo.
S.P.
VIA G. SOMMEILLER: L’UNICA TESTIMONIANZA DEL CORPO CENTRALE DELLE TERME ELENIANE
Nel maggio 2014, durante le operazioni di scavo di una trincea per il ripristino di un col-
lettore fognario, lungo via Germano Sommeiller, è stata rinvenuta parte di una struttura muraria
antica con orientamento NE-SO (fig. 12).19
Il tratto di muratura esposto, che presenta una larghezza massima di m 1,12 ed è stato messo
in luce per una lunghezza di m 1,63, è costituito da un nucleo di conglomerato cementizio che non
presenta, nella facciavista sudorientale, alcuna cortina, mentre a N/O è stato tagliato per la costru-
zione di una fogna moderna la cui volta di copertura si appoggia al muro stesso (fig. 13 a/b).20
18) PATERNA 2008, pp. 3-7; da ultimo BARBERA 2013, pp. 12-26, con bibliografia precedente.
19) La trincea con orientamento NO/SE è stata scavata, per una lungh. di m 4,66 e una largh. di m 1,62, raggiungendo una prof.
di m 3,60 circa dal p.d.c. e attestandosi a una quota di m 41,00 ca s.l.m., in coincidenza della volta di un fognolo moderno in
cemento posto lungo il limite N/O della trincea. La sorveglianza archeologica è stata effettuata dalla scrivente, coadiuvata dal
dott. S. Palladino, con la dir. scientifica della dott.ssa A. De Santis. La documentazione grafica e il posizionamento topografico
sono stati eseguiti da chi scrive e dall’arch. M. Solvi per Kairòs s.r.l. I lavori, svolti con procedura di urgenza, sono stati finalizzati
alla riparazione del fognolo e al ripristino della sede stradale interessata da un profondo avvallamento. Al centro della carreggiata
stradale e all’interno del cortile privato del civico n. 11, lungo il perimetro dell’edificio (F° 503, part. 67), sono state scavate 3
trincee per la dismissione delle vecchie tubazioni e per la posa in opera del nuovo impianto fognario, indagando una superficie
pari a mq 47,60. Le trincee 2 e 3 hanno restituito una stratigrafia fortemente rimaneggiata in età moderna.
20) La parte di muratura esposta ha un’altezza variabile tra 0,85 e 1,00 m a una quota max. di m 42,60 s.l.m. e min. di m 41,65 s.l.m.
141
11. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PLANIMETRIA FINALE DELLO SCAVO DELLA TRINCEA (elab. grafica
Pragma srl per ADSSCol)
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
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La superficie S/E del muro è coperta da uno strato d’intonaco grossolano di preparazione,
con inclusi di dimensioni medie, che ha uno spessore massimo di cm 2.
L’intonaco presenta una lacuna di forma semicircolare nella parte inferiore del muro. In
prossimità della sezione di scavo, si conservavano esigui lacerti dell’arriccio (cm 1-1,5), recante
tracce di colore nero, steso uniformemente. Sulla facciavista meridionale si trova un incasso di
forma quadrangolare (7 x 9 cm) della profondità di 5-6 cm, praticato successivamente alla stesura
dell’intonaco (figg. 14-15).21
21) Nel settore meridionale della trincea è stata rinvenuta parte di una struttura muraria in stato di crollo con frammenti di con-
glomerato cementizio di grandi dimensioni misti a terra di colore marrone giallastro. Lo strato conteneva inoltre numerosi fram-
LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
142
12. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI SCAVO SU IMMAGINE SATELLI-
TARE (elab. L. Bottiglieri)
13. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. a) PLANIMETRIA E b) SEZIONE DELLA TRINCEA (a cura di L. Bottiglieri
per SSCol)
a b
Il muro si presenta come una struttura di
dimensioni poderose sebbene lo spessore conser-
vato non corrisponda alle reali dimensioni, es-
sendo lacunoso nella porzione settentrionale.
L’orientamento del tratto rinvenuto, con dire-
zione NE-SO, e il suo posizionamento fanno ri-
tenere che si tratti di un muro pertinente al
complesso delle Terme Eleniane. Tale ipotesi
trova conferma nella sovrapposizione del tratto
di struttura con la pianta delle terme disegnata da
Palladio e posizionata da Lanciani (fig. 16).22
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143
14.ROMA.S.CROCEINGERUSALEMME.ILTRATTODIMURATURA
RINVENUTOCONL’INTONACOINPRIMOPIANO(fotoAFSSCol)
15.ROMA.S.CROCEINGERUSALEMME.ILTRATTO
DI MURATURAVISTO DALL’ALTO (fotoAFSSCol)
menti d’intonaco con tracce di colore nero, del tutto analogo a quello conservato sulla struttura muraria messa in luce, numerosi
frammenti di laterizi e due bozzette di tufo. Il crollo era direttamente coperto da un interro di colore bruno rossiccio, contenente
materiali edilizi e ceramica moderni sul quale era direttamente posta la massicciata stradale.
22) LANCIANI, FUr, tav. XXXII.
BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
16. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. SOVRAPPOSIZIONE DEL CATASTO URBANO ALLA FUR CON EVIDEN-
ZIATO IL TRATTO DI STRUTTURA RINVENUTO (elab. grafica di L. Bottiglieri e M. Solvi per AFSSCol)
www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076
23) PALLADINO 2008, pp. 12-17.
24) PALLADINO 1996, pp. 859-861.
LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
144
Com’è noto, i ruderi della cisterna costituivano, fino ad ora, l’unica testimonianza esi-
stente di un articolato complesso termale d’impianto severiano e uso pubblico, che fu cospicua-
mente restaurato all’inizio del IV secolo d.C. per volere dell’imperatrice Elena, madre di
Costantino.23
Il muro messo in luce coincide con buona approssimazione con la parete N/O di una
delle sale del settore occidentale delle Terme rilevata da Palladio. Il rinvenimento occasionale
di questo tratto di muro è estremamente importante poiché costituisce la sola testimonianza
emersa del corpo centrale delle terme, dopo la completa distruzione dei ruderi operata in occa-
sione della costruzione delle case della Società dei Ferrovieri agli inizi del 1900.24
L’esatta lo-
calizzazione del muro ha confermato il posizionamento del disegno di Palladio che Lanciani
realizzò sul finire del XIX secolo, utilizzando i ruderi superstiti nella vigna Conti. Sulla base
della pianta di Palladio, il muro rinvenuto è identificabile con la parete tra il calidarium e la su-
datio.
L.B.
Bibliografia
BARBERA 2013 = M. BARBERA, Costantino e Roma. Costantino a Roma, in Costantino 313 d.C., pp. 12-26
BORGIA et al. 2008 = E. BORGIA, D. COLLI, S. PALLADINO, C. PATERNA Horti Spei Veteris e Palatium Sessorianum:
nuove acquisizioni da interventi urbani 1996-2008, in FOLD&r FastiOnLinedocuments&research nn. 124-125,
pp. 1-41 (parte I, www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-124.pdf,
parte II, www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-125.pdf), recentemente pubblicata in versione cartacea in H.
DI GIUSEPPE, E. FENTRESS (a cura di), Roma – Scavi archeologici e scoperte degli ultimi 10 anni, pp. 101-142,
Roma 2014, Scienze e Lettere
COLLI 2008 = D. COLLI, Domus all’interno della proprietà ACEA, in BORGIA et al. 2008, pp. 25-28
Costantino 313 d.C. = M. BARBERA (a cura di), Costantino 313 d. C. (cat. mostra), Milano 2013
GALLOCCHIO 2013 = E. GALLOCCHIO, Il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido nel contesto architettonico d’età co-
stantiniana, in Costantino 313 d.C., pp. 39-41
MARLIANO 1544 = B. MARLIANO, Antiquae Romae Topographia, Roma 1544
PALLADINO 1996= S. PALLADINO, Le terme Eleniane a Roma, pp. 855-871 in MEFrA, CVIII, 2, 1996
PALLADINO 2008 = S. PALLADINO, La Cisterna dell’acqua delle Terme Eleniane, in BORGIA et al. 2008, pp. 12-17
PATERNA 2008 = C. PATERNA, Il Circo Variano, pp. 3-7 in BORGIA et al. 2008.
TEjA 1993 = R. TEjA, Il cerimoniale imperiale, in A. CARANDINI, L. CRACCO RUGGINI, A. GIARDINA (a cura di),
Storia di Roma 3.I - Crisi e trasformazioni, Torino 1993, pp. 613-642
* Collaboratore SSCol
bottiglierilaura@gmail.com
colli.donato@tiscali.it
** Area servizi Cultura e Sport - Comune di Roma
sergio.palladino@libero.it

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Il comprensorio archeologico_di_santa_cr(1)

  • 1. Oggetto di questo breve contributo sono le ultime scoperte avvenute nell’area del com- prensorio archeologico di Santa Croce in Gerusalemme dopo l’ultima sintesi pubblicata dello stato delle conoscenze archeologiche e topografiche, a cui si rimanda per la precedente biblio- grafia.1 Nella zona, situata all’estremità orientale del tessuto urbano della capitale e delimitata esternamente dalle Mura Aureliane, in epoca medio-imperiale fu edificata la villa degli Horti Variani, una sontuosa residenza che alla fine del II sec. d.C. entrò a far parte del demanio impe- riale. Questa villa suburbana a nuclei sparsi fu notevolmente modificata in età costantiniana per poter diventare sede di residenza imperiale, conosciuta con il nome di Sessorium o Palazzo Ses- soriano (fig. 1). Tra i più recenti interventi effettuati nell’area del comprensorio archeologico, si regi- strano da una parte alcuni lavori di restauro, messa in sicurezza e valorizzazione dei monumenti noti, dall’altra una serie di rinvenimenti archeologici, avvenuti in tempi e circostanze differenti, che accrescono la nostra conoscenza topografica della zona. Per ciò che concerne l’attività di tutela e conservazione, è stato portato a termine il re- stauro di una porzione della domus di Aufidia Valentilla, ricca abitazione costruita agli inizi del II sec. d.C. su precedenti strutture di età tardo-repubblicana e quindi annessa al suddetto com- 1) BORGIA et al. 2008 www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 LAURA BOTTIGLIERI*, DONATO COLLI*, SERGIO PALLADINO** IL COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME A ROMA: NUOVI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E RECENTI SCOPERTE (2013-2014) BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA VII, 2016/1-2 133 The subject is about the latest discoveries in the archaeological area of Santa Croce in Gerusalemme emerged during works for the protection and enhancement of the cultural Heritage. On the occasion of the apse restoration of the civil basilica there were new data on the floor and marble decoration of the aula palatina, while another environment belonging to the right tower of the carceres of the Circus Varianus emerged near the entrance of the archaelogical district. Finally a wall relevant to Thermae- Helenianae was found in via G. Sommeiller, that conforms to position with the plan by Palladio
  • 2. 2) La domus situata presso il serbatoio ACEA di via Eleniana attualmente è visitabile previa prenotazione. I lavori, condotti a cura della SSBAR, sono iniziati nel 2008; RUP: dott.ssa Mariarosaria Barbera, quindi dott.ssa Anna Paola Anzidei e infine dott.ssa Anna De Santis. Dir. lavori: arch. Paolo Borri; Ass. tecnico-scientifici: dott.ssa Laura Leoni, poi Antonella Campana. Il restauro è stato eseguito da L’Officina Consorzio. 3) Si veda, da ultimo, COLLI 2008, pp. 25-28. 4) Lavori a cura della SSBAR, RUP: dott.ssa Anna De Santis; Dir. lavori: arch. Paolo Borri; Ass. tecnico-scientifico Antonella Campana. Coord. della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: arch. Orlando Loreti; strutturista: arch. Daniela Borgese. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 134 plesso imperiale nei primi del III sec.2 Nel corso dei lavori è stata installata una nuova copertura che protegge le pareti affrescate dalla luce del sole e allo stesso tempo permette la veduta del sito senza pali montanti che disturbino la visione d’insieme. E’stata inoltre effettuata la ripulitura delle pareti dipinte, che restituiscono uno splendido ciclo di affreschi figurati di età severiana, nonché il restauro e l’integrazione dei pavimenti musivi testimonianti varie fasi di vita dell’abi- tazione, l’ultima delle quali è rappresentata dal mosaico a grandi tessere del corridoio ripavi- mentato in epoca costantiniana.3 Altri lavori di ripulitura e consolidamento sono stati eseguiti sull’abside della basilica civile o aula regia del Sessorium, nota come tempio di Venere e Cupido.4 Gli interventi hanno riguardato la messa in sicurezza tramite l’inserimento di catene fis- sate da piastre, con la funzione di prevenire eventuali crolli di porzioni di cortina o di nucleo cementizio dalle parti alte del monumento. Con l’occasione è stato possibile effettuare un esame autoptico ravvicinato della cortina laterizia, distinguendo le parti originali di epoca costantiniana da quelle reintegrate in occasione del restauro del Genio Militare del 1919. Si è potuto, inoltre, osservare la precisa disposizione dei fori da grappa per il fissaggio delle lastre di marmi poli- cromi del rivestimento originario delle pareti e alcune porzioni residuali degli incassi delle sud- dette lastre, che attestano l’utilizzo di vari marmi: bianco di Luni, rosa antico, cipollino e africano. Per quanto concerne gli interventi di valorizzazione, si segnala il rifacimento di alcuni pannelli didattici dislocati lungo il percorso storico-archeologico, lo studio scientifico del tempio di Venere e Cupido che ha permesso la ricostruzione virtuale 3D, in occasione della mostra “Co- stantino 313 d.C.”, e che, integrata con i dati emersi dallo scavo archeologico ultimato nel 2014 1. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PLANIMETRIA DEL COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO 1) IL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO; 2) IL CIRCO VARIANO; 3) LE TERME ELENIANE (elab. grafica di M. Solvi per SSCol) LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme Acquedotto (I sec. d.C.) Mura Aureliane (271-275 d.C.) Età severiana (fine II-prima metà III sec. d.C.) resti visibili Età severiana (fine II-prima metà III sec. d.C.) resti non visibili Età costantiniana (inizi IV sec. d.C.) resti visibili Età costantiniana (inizi IV sec. d.C.) resti non visibili Ricostruzioni ipotetiche costantiniane
  • 3. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 (cfr. infra),5 ha portato alla progettazione e realizzazione di un’applicazione multimediale, “Ar- cheo360” (figg. 2-3).6 L'applicazione, sviluppata per i sistemi operativi Android e IOS, permette di visualizzare immagini a 360 gradi in maniera dinamica attraverso l'uso dei sensori di movimento di cui sono dotati gli smartphone e i tablet di ultima generazione. La peculiarità di “Archeo360” è quella di riprodurre le ricostruzioni in modo che siano sovrapponibili alle architetture esistenti, permet- tendo le migliori prestazioni in situ. Le ultime scoperte topografiche e archeologiche emerse sul territorio, di seguito illustrate, hanno portato a rivedere e arricchire la planimetria generale dell’area, in cui sono stati riportati tutti i rinvenimenti archeologici noti. L.B. - D.C. - S.P. 135 5) La campagna di scavo ha riportato alla luce una porzione della preparazione pavimentale che recava le impronte delle lastre di rivestimento in base alle quali si è ricostruita la partizione geometrica del pavimento dell’abside. E’ stato possibile effettuare un rilievo dei fori da grappa presenti sulla muratura in opera laterizia dell’abside, in base ai quali si sono desunti degli spunti per ipotizzarne la trama della decorazione, che partiva al di sopra di una zoccolatura rivestita in marmo bianco. Le dimensioni della lunghezza dell’aula sono state ipotizzate in un rapporto del doppio rispetto alla larghezza sulla base del confronto con mo- numenti coevi, così come la decorazione e le partiture architettoniche dello spazio interno. 6) La redazione dei pannelli didattici si deve ai dott.ri D. Colli, A. De Santis e S. Palladino. La ricostruzione virtuale in 3D e l’applicazione “Archeo360” sono state realizzate dagli arch. Pierfrancesco Balsimelli e Marco Solvi per Areatre09 e Kairòs s.r.l. con la consulenza scientifica di D. Colli e S. Palladino. BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4 2. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. RICOSTRUZIONE VIRTUALE DELL’ABSIDE DEL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO (a cura di P. Balsimelli - M. Solvi per SSCol)
  • 4. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 LA SCOPERTA DEL PIANO PAVIMENTALE NELL’ABSIDE DEL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO Tra i mesi di aprile e maggio 2014, durante l’esecuzione degli interventi conservativi ci- tati, sono state effettuate alcune indagini in profondità per verificare lo stato di conservazione delle murature interrate e per rilevare la quota del pavimento dell’edificio, fino a oggi scono- sciuta.7 Lo scavo ha interessato il settore centro-meridionale dell’abside raggiungendo una quota più o meno uniforme di m 46,29 s.l.m. (fig. 4 a/b). Rimossi gli strati moderni, pertinenti alla si- stemazione a giardino dell’area avvenuta agli inizi del XX secolo, si trova uno strato di terreno marrone con sporadici materiali, spesso m 2 ca e databile in età medievale, che a sua volta copre un altro strato di terreno marrone misto ad un’alta concentrazione di macerie, frammenti di la- terizi da copertura e frammenti di intonaco dipinto, interpretabile come il disfacimento di una porzione di volta dell’abside, crollata in seguito all’abbandono dell’area e alle massicce spolia- zioni che interessarono in più parti l’edificio in epoca medievale. I reperti più considerevoli sono rappresentati da un frammento di transenna marmorea, forse pertinente alle grate delle fi- nestre (fig. 5), e da due piccoli frammenti di statua in porfido rosso con resti del panneggio della veste. Al di sotto di questi strati di scarico è stato scoperto il lato interno del muro perimetrale dell’abside, che alla base era rivestito da uno zoccolo in opera cementizia che conserva ancora 136 7) Per la SSBAR, R.U.P: dott.ssa Anna De Santis; Dir. lavori: arch. Paolo Borri. Le operazioni di scavo sono state effettuate con l’ausilio di un mezzo meccanico e seguite da chi scrive e dal dott. Sergio Palladino, supportati dal dott. Emanuele Alberini. Di recente è stata pubblicata un’analisi architettonica del monumento da E. Gallocchio (GALLOCCHIO 2013, pp. 39-41). 3. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. RICOSTRUZIONE VIRTUALE DEL LATO DI INGRESSO DEL CD. TEMPIO DI VENERE E CUPIDO (a cura di P. Balsimelli - M. Solvi per SSCol) LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme
  • 5. in situ parte del rivestimento in marmo bianco (fig. 6).8 A quota m 46,29 s.l.m. è stata infine ri- messa in luce una porzione del piano pavimen- tale costituito da un massetto in opera cementizia, spesso circa cm 20, con un letto di malta pozzolanica gettato su uno strato di pre- parazione composto da frammenti di laterizi, pareti di anfore di produzione africana tardo-im- periale e scapoli di tufo di piccole dimensioni (fig. 7). Sotto il massetto è stato individuato uno strato di terra di color arancio ben compattata, priva di reperti datanti. Sulla superficie supe- riore erano originariamente allettate delle lastre di rivestimento, in seguito spoliate. Le impronte consentono di ricostruire par- zialmente la decorazione originaria: da una fa- scia semicircolare di larghezza sesquipedale (cm 44) che lambiva lo zoccolo alla base interna dell’abside, si dipartiva una decorazione a scac- chiera con lastre marmoree quadrangolari (lato cm 88/89), disposte secondo l’asse longitudinale dell’aula basilicale.9 www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 137 4. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. a) PLANIMETRIA DELL’AREA DI SCAVO E b) SEZIONE N/E - S/O DEL- L’ABSIDE (a cura di L. Bottiglieri e M. Solvi per SSCol) BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4 a b 5. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. FRAM- MENTO DI TRANSENNA MARMOREA (foto AFSSCol) 8) Lo zoccolo (quote da m 46,91 a 46,37 s.l.m.) è alto 2 piedi (cm 58) e risulta aggettante di cm 14. Sulla sommità si conserva la malta di allettamento della decorazione marmorea che lo rivestiva interamente. Un lacerto di una lastra di rivestimento è con- servato ancora in situ alla base. Si tratta di una lastra di forma rettangolare in marmo bianco spessa circa cm 2 e larga cm 61, conservata per un’altezza massima di cm 12,5. 9) In prossimità del margine settentrionale dell’area di scavo, il pavimento risultava gravemente danneggiato da una profonda fossa risalente all’età post-antica.
  • 6. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme 138 6. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICOLARE DELLO ZOCCOLO DEL MURO PERIMETRALE DELL’AB- SIDE (foto AFSSCol) 7. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. LA PREPARAZIONE DEL PIANO PAVIMENTALE VISTO DALL’ALTO (foto AFSSCol)
  • 7. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 10) Cfr. TEjA 1993, pp. 623 ss.: ‹‹Dentro il palazzo la stanza sacra per eccellenza è il luogo da cui l’imperatore agisce come tale. La regia, o sala delle udienze, è concepita come una cappella e i diversi termini che le fonti utilizzano non fanno altro che mettere in rilievo questo carattere: sacrarium, interiora. Collocazione ideale del trono sono le absidi scalinate che realizzano l’elevarsi e l’isolarsi del seggio. Non senza un velo di ironia leggiamo la descrizione, fatta da Eusebio, della riunione d’apertura del Concilio di Nicea, quando dice che Costantino passò ad occupare il luogo centrale nell’abside della sala delle sedute e si pose a sedere su un piccolo trono, tutto d’oro massiccio››. 11) Il taglio è stato rimesso in luce solo sui limiti meridionale e orientale, ma prosegue oltre l’area scavata. Ha intaccato pro- fondamente gli strati di livellamento, il massetto del pavimento e il sottostante strato di preparazione. 12) Cfr. MARLIANO 1544, f. 71b, in cui l’autore è il primo ad indicare col nome Palatium Sesoriani le rovine comprese tra la Basilica di Santa Croce e Porta Maggiore; cfr. anche le piante di Roma di Bufalini (anno 1551, in FRUTAZ, vol. II, tav. 194) e di Giovan Battista Nolli (anno 1756, in FRUTAZ, vol. II, tavv. 396, 408). 13) Il restauro della cortina dell’abside fu terminato nel 1918, com’è attestato da una targa murata nel rudere. 139 BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4 La struttura pavimentale descritta è interpretabile come il massetto di preparazione per la posa del pavimento, in corrispondenza del punto dove presumibilmente era collocato il trono riservato alle maestà imperiali, all’interno dell’aula basilicale del palazzo Sessoriano, residenza dell’Augusta Elena, madre dell’imperatore Costantino.10 E’noto da fonti letterarie che l’edificio fu in uso fino alla metà del VI secolo. Una volta abbandonato, fu poi progressivamente spoliato dei suoi preziosi rivestimenti. Quindi le strutture, indebolite dall’incuria e dagli atti di spolia- zione, crollarono a più riprese e parte delle macerie fu impiegata per livellare l’area, alzando la quota del piano di campagna. In questo periodo fu anche praticato un grosso sbancamento indi- rizzato verso il centro dell’abside che, in profondità, arrivò a distruggere anche una parte con- sistente del piano pavimentale antico.11 Lo sbancamento fu poi riempito nuovamente con un terreno incoerente misto a frequentissime macerie, in cui sono stati rinvenuti anche alcuni fram- menti di maiolica arcaica e di ceramica invetriata di età medievale. Successivamente l’area fu nuovamente interessata da un massiccio interro che rialzò la quota del piano di calpestio di oltre un metro e mezzo. Questo dato è altresì confermato dalle vedute delle piante storiche che carat- terizzano l’area limitrofa alla basilica di S. Croce come vigna annessa alla comunità religiosa che qui risiedeva, in cui si vedono i ruderi dell’aula già per buona parte interrati.12 Tale situazione rimase inalterata fino alla fine del XIX secolo quando, nella zona in cui svettavano i ruderi, fu costruita la caserma Principe di Piemonte. Risalgono a questi anni gli ulteriori innalzamenti di quota ed il restauro integrativo della cortina laterizia dell’abside.13 In sintesi, i risultati delle indagini effettuate nel 2014 hanno portato da un lato a verificare la quota pavimentale finora mai rilevata, dall’altro è stato possibile registrare informazioni sul modulo della pavimentazione in opus sectile e sulla presenza di uno zoccolo aggettante, an- ch’esso rivestito in marmi preziosi. E’ stato inoltre possibile esaminare parte della cortina late- rizia della parete interna dell’abside (fig. 8), su cui sono stati individuati alcuni fori per l’inserimento delle grappe di fissaggio delle lastre marmoree di rivestimento, da cui si può rica- vare il tipo di decorazione marmorea che rivestiva l’interno dell’edificio imperiale. D.C. 8. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PROSPETTO DELLA CORTINA LATERIZIA ORIGINARIA DELL’ABSIDE (rilievo di L. Bottiglieri per SSCol)
  • 8. LA TORRE DEI CArCErES DEL CIRCO VARIANO Nei mesi di dicembre 2013 e gennaio 2014 sono stati effettuati dei lavori Acea all’interno dell’area di pertinenza del Ministero della Difesa, finalizzati alla posa di cavi per il potenzia- mento della fornitura elettrica della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.14 Durante lo scavo di una stretta trincea, è stato inizialmente rinvenuto un lacerto di una muratura antica in fase con un piano pavimentale in bipedali (fig. 9).15 Lo scavo della trincea è poi proseguito verso S, dove è stato rimesso in luce un segmento di un poderoso muro in opus latericium con orientamento NE-SO, della larghezza di m 1,65,16 legato ad angolo retto con un adiacente tratto di muro,17 sempre in opus latericium, a delimitare un vano quadrangolare (fig. 10). Tutti i rinvenimenti si presentavano in pessimo stato di conservazione, a causa di distru- zioni perpetrate già in epoca post-antica fino ad anni ben più recenti. La comprensione di quanto emerso è stata resa ulteriormente più complessa dall’esiguità delle porzioni scoperte, tanto che per la loro interpretazione si possono fare soltanto ipotesi (fig. 11). Le notevoli dimensioni dei muri perimetrali del vano quadrangolare, oltre al loro posi- zionamento, ci inducono a pensare che questo possa essere riconducibile alla torre destra dei carceres del circo Variano, risalente all’impianto originario voluto da Caracalla. Com’è noto, infatti, il suo successore, Elagabalo, aveva diminuito la lunghezza del circo arretrando i carceres fino all’altezza della torre rimessa in luce dagli scavi Scrinari negli anni ‘60 del secolo scorso. In tempi recenti, il rinvenimento di altre porzioni dei vani di sostruzione del lato destro www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 14) Dir. scientifica: dott.ssa A. De Santis. Le operazioni di scavo e la documentazione fotografica sono state eseguite dal dott. S. Sherif per conto di Tellus s.r.l. In occasione del rinvenimento delle strutture sono stati disposti degli allargamenti per indagare più approfonditamente il loro stato di conservazione e i rapporti stratigrafici. 15) Il muro, orientato NE/SO, scoperto per una lunghezza di m 1,07 con una larghezza di circa m 0,40, è realizzato in opus la- tericium, con cortina costituita da laterizi di colore giallo chiaro e giallo ocra (spessore medio di 0,03 m). Si conservano quattro filari in opera di mattoni legati da malta di colore grigiastro con inclusi neri, bianchi e bruni, per un’altezza di circa 30 cm. Sul lato occidentale di questa struttura muraria è stata portata alla luce una porzione di un piano pavimentale in malta rivestito con bipedali (m 0,59 x 0,59 ca), alternati a mattoni più piccoli di forma rettangolare (m 0,59 x 0,20). Quota: m 46,93 s.l.m. 16) Nucleo cementizio e paramento in opus latericium; su entrambi i lati, è presente un rivestimento d’intonaco dello spessore di cm 2-3. Quota: m 46,88 s.l.m. 17) La cortina costituita da laterizi di colore giallo chiaro, giallo ocra, con uno spessore medio di cm 3, composta da tre/quattro filari di mattoni legati da malta di colore grigiastro chiaro con inclusi neri, bianchi e bruni. Quota: m 47,44 s.l.m. LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme 140 9. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICO- LARE DEL PIANO DI BIPEDALI (foto AFSSCol) 10. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PARTICO- LARE DEI MURI AD ANGOLO RETTO (foto AFSSCol)
  • 9. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 del circo avevano indotto C. Paterna a ritenere che l’impianto originario del monumento misu- rasse circa 620 m.18 Se questo vano, dunque, perfettamente allineato, lungo il lato destro, con i resti già noti, è effettivamente interpretabile come la torre posta in coincidenza della terminazione occidentale del circo risalente a Caracalla, si può ipotizzare che questo misurasse oltre 630 m e, quindi, fosse più lungo persino del circo Massimo. La costruzione delle mura Aureliane (271-275), terminata in gran fretta, divise il circo in due parti e determinò l’abbandono della porzione rimasta all’esterno, mentre quella interna subì imponenti modifiche e ristrutturazioni per volere dell’imperatrice Elena, madre di Costan- tino, che si era stabilita, agli inizi del IV sec., nella residenza severiana degli Horti Variani, ora chiamata Palatium Sessorianum. E’ ipotizzabile che questa parte del complesso, compresa tra l’atrio severiano e la basilica civile nota come tempio di Venere e Cupido, abbia subito, in età costantiniana, notevoli interventi di ristrutturazione: è probabile che parte di questi elementi strutturali, già appartenuti all’impianto originario del circo Variano, fossero riutilizzati per rea- lizzare edifici di collegamento o locali di servizio (come sembra far pensare il vano con la pa- vimentazione in bipedali) tra i vari nuclei monumentali del Palazzo. S.P. VIA G. SOMMEILLER: L’UNICA TESTIMONIANZA DEL CORPO CENTRALE DELLE TERME ELENIANE Nel maggio 2014, durante le operazioni di scavo di una trincea per il ripristino di un col- lettore fognario, lungo via Germano Sommeiller, è stata rinvenuta parte di una struttura muraria antica con orientamento NE-SO (fig. 12).19 Il tratto di muratura esposto, che presenta una larghezza massima di m 1,12 ed è stato messo in luce per una lunghezza di m 1,63, è costituito da un nucleo di conglomerato cementizio che non presenta, nella facciavista sudorientale, alcuna cortina, mentre a N/O è stato tagliato per la costru- zione di una fogna moderna la cui volta di copertura si appoggia al muro stesso (fig. 13 a/b).20 18) PATERNA 2008, pp. 3-7; da ultimo BARBERA 2013, pp. 12-26, con bibliografia precedente. 19) La trincea con orientamento NO/SE è stata scavata, per una lungh. di m 4,66 e una largh. di m 1,62, raggiungendo una prof. di m 3,60 circa dal p.d.c. e attestandosi a una quota di m 41,00 ca s.l.m., in coincidenza della volta di un fognolo moderno in cemento posto lungo il limite N/O della trincea. La sorveglianza archeologica è stata effettuata dalla scrivente, coadiuvata dal dott. S. Palladino, con la dir. scientifica della dott.ssa A. De Santis. La documentazione grafica e il posizionamento topografico sono stati eseguiti da chi scrive e dall’arch. M. Solvi per Kairòs s.r.l. I lavori, svolti con procedura di urgenza, sono stati finalizzati alla riparazione del fognolo e al ripristino della sede stradale interessata da un profondo avvallamento. Al centro della carreggiata stradale e all’interno del cortile privato del civico n. 11, lungo il perimetro dell’edificio (F° 503, part. 67), sono state scavate 3 trincee per la dismissione delle vecchie tubazioni e per la posa in opera del nuovo impianto fognario, indagando una superficie pari a mq 47,60. Le trincee 2 e 3 hanno restituito una stratigrafia fortemente rimaneggiata in età moderna. 20) La parte di muratura esposta ha un’altezza variabile tra 0,85 e 1,00 m a una quota max. di m 42,60 s.l.m. e min. di m 41,65 s.l.m. 141 11. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. PLANIMETRIA FINALE DELLO SCAVO DELLA TRINCEA (elab. grafica Pragma srl per ADSSCol) BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4
  • 10. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 La superficie S/E del muro è coperta da uno strato d’intonaco grossolano di preparazione, con inclusi di dimensioni medie, che ha uno spessore massimo di cm 2. L’intonaco presenta una lacuna di forma semicircolare nella parte inferiore del muro. In prossimità della sezione di scavo, si conservavano esigui lacerti dell’arriccio (cm 1-1,5), recante tracce di colore nero, steso uniformemente. Sulla facciavista meridionale si trova un incasso di forma quadrangolare (7 x 9 cm) della profondità di 5-6 cm, praticato successivamente alla stesura dell’intonaco (figg. 14-15).21 21) Nel settore meridionale della trincea è stata rinvenuta parte di una struttura muraria in stato di crollo con frammenti di con- glomerato cementizio di grandi dimensioni misti a terra di colore marrone giallastro. Lo strato conteneva inoltre numerosi fram- LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme 142 12. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI SCAVO SU IMMAGINE SATELLI- TARE (elab. L. Bottiglieri) 13. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. a) PLANIMETRIA E b) SEZIONE DELLA TRINCEA (a cura di L. Bottiglieri per SSCol) a b
  • 11. Il muro si presenta come una struttura di dimensioni poderose sebbene lo spessore conser- vato non corrisponda alle reali dimensioni, es- sendo lacunoso nella porzione settentrionale. L’orientamento del tratto rinvenuto, con dire- zione NE-SO, e il suo posizionamento fanno ri- tenere che si tratti di un muro pertinente al complesso delle Terme Eleniane. Tale ipotesi trova conferma nella sovrapposizione del tratto di struttura con la pianta delle terme disegnata da Palladio e posizionata da Lanciani (fig. 16).22 www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 143 14.ROMA.S.CROCEINGERUSALEMME.ILTRATTODIMURATURA RINVENUTOCONL’INTONACOINPRIMOPIANO(fotoAFSSCol) 15.ROMA.S.CROCEINGERUSALEMME.ILTRATTO DI MURATURAVISTO DALL’ALTO (fotoAFSSCol) menti d’intonaco con tracce di colore nero, del tutto analogo a quello conservato sulla struttura muraria messa in luce, numerosi frammenti di laterizi e due bozzette di tufo. Il crollo era direttamente coperto da un interro di colore bruno rossiccio, contenente materiali edilizi e ceramica moderni sul quale era direttamente posta la massicciata stradale. 22) LANCIANI, FUr, tav. XXXII. BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE VI, 2015/2-3-4 16. ROMA. S. CROCE IN GERUSALEMME. SOVRAPPOSIZIONE DEL CATASTO URBANO ALLA FUR CON EVIDEN- ZIATO IL TRATTO DI STRUTTURA RINVENUTO (elab. grafica di L. Bottiglieri e M. Solvi per AFSSCol)
  • 12. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 23) PALLADINO 2008, pp. 12-17. 24) PALLADINO 1996, pp. 859-861. LAURA BOTTIGLIERI et al., Il comprensorio archeologico di S. Croce in Gerusalemme 144 Com’è noto, i ruderi della cisterna costituivano, fino ad ora, l’unica testimonianza esi- stente di un articolato complesso termale d’impianto severiano e uso pubblico, che fu cospicua- mente restaurato all’inizio del IV secolo d.C. per volere dell’imperatrice Elena, madre di Costantino.23 Il muro messo in luce coincide con buona approssimazione con la parete N/O di una delle sale del settore occidentale delle Terme rilevata da Palladio. Il rinvenimento occasionale di questo tratto di muro è estremamente importante poiché costituisce la sola testimonianza emersa del corpo centrale delle terme, dopo la completa distruzione dei ruderi operata in occa- sione della costruzione delle case della Società dei Ferrovieri agli inizi del 1900.24 L’esatta lo- calizzazione del muro ha confermato il posizionamento del disegno di Palladio che Lanciani realizzò sul finire del XIX secolo, utilizzando i ruderi superstiti nella vigna Conti. Sulla base della pianta di Palladio, il muro rinvenuto è identificabile con la parete tra il calidarium e la su- datio. L.B. Bibliografia BARBERA 2013 = M. BARBERA, Costantino e Roma. Costantino a Roma, in Costantino 313 d.C., pp. 12-26 BORGIA et al. 2008 = E. BORGIA, D. COLLI, S. PALLADINO, C. PATERNA Horti Spei Veteris e Palatium Sessorianum: nuove acquisizioni da interventi urbani 1996-2008, in FOLD&r FastiOnLinedocuments&research nn. 124-125, pp. 1-41 (parte I, www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-124.pdf, parte II, www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-125.pdf), recentemente pubblicata in versione cartacea in H. DI GIUSEPPE, E. FENTRESS (a cura di), Roma – Scavi archeologici e scoperte degli ultimi 10 anni, pp. 101-142, Roma 2014, Scienze e Lettere COLLI 2008 = D. COLLI, Domus all’interno della proprietà ACEA, in BORGIA et al. 2008, pp. 25-28 Costantino 313 d.C. = M. BARBERA (a cura di), Costantino 313 d. C. (cat. mostra), Milano 2013 GALLOCCHIO 2013 = E. GALLOCCHIO, Il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido nel contesto architettonico d’età co- stantiniana, in Costantino 313 d.C., pp. 39-41 MARLIANO 1544 = B. MARLIANO, Antiquae Romae Topographia, Roma 1544 PALLADINO 1996= S. PALLADINO, Le terme Eleniane a Roma, pp. 855-871 in MEFrA, CVIII, 2, 1996 PALLADINO 2008 = S. PALLADINO, La Cisterna dell’acqua delle Terme Eleniane, in BORGIA et al. 2008, pp. 12-17 PATERNA 2008 = C. PATERNA, Il Circo Variano, pp. 3-7 in BORGIA et al. 2008. TEjA 1993 = R. TEjA, Il cerimoniale imperiale, in A. CARANDINI, L. CRACCO RUGGINI, A. GIARDINA (a cura di), Storia di Roma 3.I - Crisi e trasformazioni, Torino 1993, pp. 613-642 * Collaboratore SSCol bottiglierilaura@gmail.com colli.donato@tiscali.it ** Area servizi Cultura e Sport - Comune di Roma sergio.palladino@libero.it