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I Simpson e la visione drammaturgica di Goffman
                                                      




                                          ©Cinzia Risaliti
Chi sono i
Simpson ?
I Simpson sono cinque personaggi che
fanno parte di un cartone animato nato
dalla matita di Matt Groening nella metà
degli anni’80 per la Fox Broadcasting
Company.


Il primo episodio di questa vera e propria
saga, andò in onda nel 1987 durante uno
show. Il successo fu immediato tant’è che
da semplici “corti”, diventarono un vero e
proprio cartone animato della durata di 25
minuti, trasmesso prima con cadenza
settimanale, poi giornaliera.

La storia di questa famiglia è ambientata a
Springfield, piccola cittadina degli Stati
Uniti, che rappresenta quel tipo di società
classica degli anni ’80 e successivi, in
quanto, è possibile trovarvi qualsiasi tipo di
personaggio e attività tipiche di ogni
comunità vivente.
Resi famosi dal colore della loro pelle,
giallo, hanno fatto la storia della comicità
irriverente americana raggiungendo picchi
di audience già dai primi episodi, ma
soprattutto un successo vasto ed ampio in
tutto il mondo.


                                                 ©Cinzia Risaliti
I protagonisti
Homer Jay Simpson                                    Bartholemew J. Simpson
                                                       ( maggiormente noto come Bart)

       Ha 39 anni                                    Ha 10 anni e frequenta la quarta
       Lavora come addetto alla sicurezza nella      elementare alla scuola di Springfield est.
       centrale nucleare della sua città.            E’ il personaggio irriverente dei Simpson,
       Nonostante abbia un impiego fisso, è          quello che dice maggiormente parolacce e
       sempre alla ricerca di nuove strade e         che è diventato famoso per le espressioni
       nuove carriere, che lo portano spesso a       come “ ciucciati il calzino” e “ non farti
       licenziarsi.                                  infartare”.
       Alcuni suoi impieghi : astronauta per la      E’ affiancato dal suo coetaneo Milhouse
       Nasa, giostraio, autista di limousine,        con il quale combina sempre qualche guaio
       spazzaneve, artista pop art, conducente       non assumendosi quasi mai la colpa e
       della mono rotaia, consulente                 facendola ricadere quindi sull’amico.
       matrimoniale, doppiatore, insegnante.          L’anagramma del suo nome, Brat che in
       Ha una passione sfrenata per la birra Duff,   inglese significa monello, rappresenta il
       per il baseball ed il football americano.     modo di essere di Bart al 100%. Egli si
       Ama le ciambelle glassate e tutto ciò che     diverte facendo scherzi telefonici al povero
       può fare alzare il diabete.                   Boe, proprietario di una taverna e
                                                     imbrattando i muri della città sotto il nome
                                                     di “ el Barto”                      ©Cinzia    Risaliti
Maggie Simpson
                                               Ha un anno
                                               Non ha mai detto una parola, tranne in un episodio quando,
                                               alla fine della puntata, dice “papà” ( titolo episodio La prima
                                               parola di Lisa)
Lisa Simpson                                   Nonostante la tenera età, ha un acerrimo nemico, un altro
                                               neonato con il quale si scambia sguardi inferociti.
        Ha 8 anni e frequenta la seconda
        elementare alla scuola di Springfield         Marge Bouvier
        est.
        Ha un Q.I. superiore ai suoi coetanei,
        e fa parte del Mensa(un’associazione
        di intellettuali).
        E’ la migliore studentessa che la
        scuola elementare abbia mai avuto,
        organizza le più svariate feste ed è la
        “cocca”del direttore Skinner.
        Non ha molti amici, ha una passione         Ha 34 anni
        sfrenata per il sassofono e adora i         E’ una casalinga ma ha provato anche qualche lavoro come
        pony.                                       per esempio l’insegnante di arte nel carcere della città,
        Ha portato il nome di Springfield alle      addetta in un settore della centrale nucleare, venditrice di
        olimpiadi nazionali di spelling dove si è   biscotti, scrittrice di libri.
        classificata seconda.                       E’ stata nominata la mamma ideale dalla Mother's Union.
                                                    Da piccola era innamorata di Ringo Star (con il quale riesce
                                                    ad avere un contatto grazie ad un ritratto che aveva creato
                                                    per lui.)                             ©Cinzia Risaliti
Gli altri personaggi




                       ©Cinzia Risaliti
Gli altri personaggi




                       ©Cinzia Risaliti
In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che
trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi
senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere
con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova
l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”.
Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar
della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci.
Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi
passando per tutta l’Europa.




                                                                                                 ©Cinzia Risaliti
In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che
trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi
senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere
con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova
l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”.
Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar
della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci.
Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi
passando per tutta l’Europa.




                                                                                                 ©Cinzia Risaliti
In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che
trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi
senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere
con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova
l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”.
Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar
della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci.
Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi
passando per tutta l’Europa.




                                                                                                 ©Cinzia Risaliti
In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la
censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che
il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio,
per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e
quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu
mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore
veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta
figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano
gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti
realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” .




                                                                  ©Cinzia Risaliti
In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la
censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che
il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio,
per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e
quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu
mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore
veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta
figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano
gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti
realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” .




                                                                  ©Cinzia Risaliti
In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la
censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che
il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio,
per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e
quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu
mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore
veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta
figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano
gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti
realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” .




                                                                  ©Cinzia Risaliti
In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la
censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che
il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio,
per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e
quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu
mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore
veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta
figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano
gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti
realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” .




                                                                  ©Cinzia Risaliti
In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la
censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che
il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio,
per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e
quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu
mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore
veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta
figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano
gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti
realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” .




                                                                  ©Cinzia Risaliti
I Simpson divennero talmente trionfali da ospitare nei loro episodi delle vere e proprie “guest star” come
doppiatori, e in Italia per esempio, hanno prestato la loro voce personaggi del calibro di Luciana Littizzetto,
Paolo Bonolis, Valeria Marini, Leo Gullotta, Francesco Totti, Marco Materazzi e molti altri ancora.
Molte star di Hollywood, e non solo, sono anche stati rappresentati in versione cartone animato, prendendo
parte agli episodi e interpretando se stessi, come per esempio:




                                                                                              ©Cinzia Risaliti
Non è stato semplice rintracciare una sola teoria con cui analizzare i Simpson, perché sono fonte continua di studi di
ogni tipo, dal linguaggio alla comunicazione, dalla psicologia al comportamento.
L’analisi che ho deciso di affrontare, però, riguarda una puntata dei Simpson nella quale è descritta la famiglia come
un gruppo di attori che, una volta a telecamere spente, raccontano i retroscena della fortunata serie, riguardo al
successo mirabile, ma anche ai problemi che l’intera famiglia ha avuto, su tutte, la droga, i disordini finanziari e lo
scioglimento del senso familiare dei cinque gialli.
L’episodio si intitola “ Dietro la risata”, è stato mandato in onda per la prima volta il 21 Maggio del 2000.


L’argomento teorico con cui si può comparare questo episodio
riguarda l’analisi della vita quotidiana come rappresentazione di
Erving Goffman, specie per quanto concerne la ribalta, gli attori
sociali, il palcoscenico e, in tema, il retroscena.
Ciò che voglio ottenere con questa mia piccola analisi è
dimostrare come i Simpson in questo episodio rappresentino in
pieno la teoria di Goffman con la visione drammaturgica della
comunicazione e della vita in generale.




                                                                                                   ©Cinzia Risaliti
Erving Goffman nacque nel 1922 in Canada e morì nel 1982. Sociologo, è stato
identificato come appartenente alla corrente degli interazionisti simbolici. A lui si
devono molti studi sull’interazione, ma non solo, ha pubblicato“Asylums”riguardo
ai centri d’istituzione totale, oltre a “ l’ordine dell’interazione” e “ la vita
quotidiana come rappresentazione”.
In quest’ultima, egli esamina la vita sociale come un insieme di relazioni,
comportamenti, reazioni, che fanno parte del teatro quotidiano dove la messa in
scena è opera di “équipes” che si muovono su di un palcoscenico, dividendosi tra
ribalta (ciò che vediamo) e retroscena (il dietro, ciò che noi non possiamo
vedere).
E’ suddivisa in più capitoli, tutti riguardanti il ruolo dell’attore nella vita
quotidiana, ma ciò che è maggiormente preso in analisi in questo mio studio, è il
capitolo terzo, cioè “comportamento e ambito territoriale” dove l’autore dà la
definizione di ribalta e retroscena, per poi proseguire con “i ruoli incongruenti”,
nel quarto capitolo, in cui si ha una differenza fra gli attori, coloro che vanno in
scena, e tutti quelli che invece collaborano dietro le scene per permettere ai
personaggi di essere sulla ribalta, concludendo con “l’arte di controllare le
espressioni”.
                                                                    ©Cinzia Risaliti
©Cinzia Risaliti
Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si
svolge la scena. La rappresentazione di un
qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere
che la sua attività, all’interno di quel
determinato territorio, segue delle norme che
si possono racchiudere in due grandi
categorie: la cortesia e il decoro.
  La prima riguarda il modo in cui l’attore
interagisce e si pone col pubblico senza l’uso
della parola ma tramite i gesti, la seconda
come l’attore si pone al pubblico quando sa
che può essere udito e visto dal pubblico,
benché non sia direttamente impegnato a
parlargli.




                                                   ©Cinzia Risaliti
Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si     Per quanto riguarda il retroscena, egli lo definisce come il
svolge la scena. La rappresentazione di un         luogo dove l’attore può abbandonare la facciata, dove
qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere   l’équipe può gestire la rappresentazione e correggere gli
che la sua attività, all’interno di quel           eventuali errori. Aggiunge che il passaggio dalla ribalta al
determinato territorio, segue delle norme che      retroscena rimane inaccessibile al pubblico poiché nel
si possono racchiudere in due grandi               retroscena i “segni vitali” dello spettacolo sono visibili e
categorie: la cortesia e il decoro.                soprattutto perché quando si trovano in questa zona, gli
  La prima riguarda il modo in cui l’attore        attori rientrano nel “loro personaggio”, abbandonando quindi
interagisce e si pone col pubblico senza l’uso     i panni che indossano in scena.
della parola ma tramite i gesti, la seconda
come l’attore si pone al pubblico quando sa
che può essere udito e visto dal pubblico,
benché non sia direttamente impegnato a
parlargli.




                                                                                              ©Cinzia Risaliti
Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si      Per quanto riguarda il retroscena, egli lo definisce come il
svolge la scena. La rappresentazione di un          luogo dove l’attore può abbandonare la facciata, dove
qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere    l’équipe può gestire la rappresentazione e correggere gli
che la sua attività, all’interno di quel            eventuali errori. Aggiunge che il passaggio dalla ribalta al
determinato territorio, segue delle norme che       retroscena rimane inaccessibile al pubblico poiché nel
si possono racchiudere in due grandi                retroscena i “segni vitali” dello spettacolo sono visibili e
categorie: la cortesia e il decoro.                 soprattutto perché quando si trovano in questa zona, gli
  La prima riguarda il modo in cui l’attore         attori rientrano nel “loro personaggio”, abbandonando quindi
interagisce e si pone col pubblico senza l’uso      i panni che indossano in scena.
della parola ma tramite i gesti, la seconda
come l’attore si pone al pubblico quando sa
che può essere udito e visto dal pubblico,
benché non sia direttamente impegnato a
parlargli.
 Secondo il sociologo, esistono tre tipi di ruoli cruciali durante lo spettacolo: l’attore, il pubblico e gli estranei. Da
 questi nascono dei punti di osservazione che complicano la loro relazione, come gli informatori, che spacciandosi
 per un membro dell’equipe possono ottenere notizie altrimenti impossibili, oppure il compare, che agisce come
 se fosse d’accordo con gli attori, pur essendo tra il pubblico, o ancora gli spotters, degli agenti in borghese
 espliciti o non manifesti o infine l’intermediario, colui che conosce i segreti di entrambe le parti e dà a ognuno
 l’impressione che li manterrà.
 Aggiunge un’analisi di quei ruoli che non sono presenti direttamente durante la scena, ma che ne sono
 comunque parte, come ad esempio gli addetti ai servizi, coloro che sono specializzati nel costruire o riparare lo
 spettacolo oppure il confidente che non specula sulle informazioni ricevute, o infine il collega, con cui condivide
 la stessa routine, la stessa sorte.
                                                                                                    ©Cinzia Risaliti
Concludendo, egli affronta la questione dei disturbi della
rappresentazione o incidenti, che minacciano la realtà che gli attori
voglio far apparire provocando disagio, nervosismo e imbarazzo,
ovvero i gesti non intenzionali, le intrusioni non opportune, i passi falsi
chiamati anche “gaffe”. Esistono, inoltre, delle situazioni definite
“scenate” in cui l’individuo agisce in modo tale da rovinare l’equilibrio
dell’equipe. Per esempio, alcune scene nascono quando i membri di
un gruppo non riescono più a sopportare la recitazione non perfetta
né precisa gli altri membri colleghi, lasciandosi sfuggire delle critiche
che diventano poi pubbliche e quindi conosciute da tutti.
Una conseguenza di tali scenate è quella, dice Goffman, di offrire una
visione del retroscena a chi in realtà non ne avrebbe accesso.




                                                                              ©Cinzia Risaliti
L’episodio che ho deciso di prendere in analisi, inizia con
l’inquadratura di ogni personaggio del cartone animato preso in una
sede ognuna differente dall’altra, infatti troviamo Marge in giardino,
Homer nel dietro le quinte degli scenari per gli episodi, Bart su un
gioco presente nel parco della scuola e Lisa in camera sua.




                                                                ©Cinzia Risaliti
Appare, dopo qualche discorso da parte della famiglia,
l’inquadratura della ribalta, ovvero la cittadina di Springfield
e la casa dei cinque gialli che si trova in evergreen terrace
743 dove hanno, in genere, luogo gli episodi del cartone
animato.




                     All’interno della ribalta, come già anticipato, ci sono due grandi categorie come il
                     decoro e la cortesia, e proprio la prima è possibile ritrovarla in un fotogramma di
                     questo episodio : Boe Szyslak (a sinistra) il proprietario di una taverna in città,
                     parla di questioni private credendo di non essere ripreso, in questo modo il
                     pubblico può sentire ciò che egli esclama. Può anche rappresentare un principio di
                     “gaffe”.




                                                                                      ©Cinzia Risaliti
Dopo alcune immagini della vita privata e dell’infanzia dei
piccoli Bart, Lisa e Meggie, la scena è conquistata dal vicino
di casa Ned Flanders (a destra) ,che in questo caso
interpreta uno di quei disturbi che può rovinare l’ambiente e
provocare imbarazzo e vergogna : l’intrusione inopportuna.
Egli critica il modo di occupare il tempo libero dei Simpson,
commentando che essi sono sempre e comunque posizionati
di fronte alla tv, senza mai vivere al di fuori del loro mondo
casalingo, nel mondo esterno


Non è la sola intrusione fatta dai cittadini di Springfield in questo episodio,
infatti se ne contano molto altre che per di più assomigliano a delle
scenate, in quanto, molti personaggi decidono di “vuotare il sacco” come:


                                         L’uomo dei fumetti che dichiara la pessima situazione
                                         economica dei Simpson ed in particolare di Lisa Simpson ;




                                                                                            ©Cinzia Risaliti
Il commerciante proprietario del
                                                   supermercato che dichiara l’evasione
                                                   delle tasse da parte della famiglia
                                                   Simpson. Egli può anche rappresentare la
                                                   figura dell’informatore che ha accesso a
                                                   notizie altrimenti irraggiungibili.




Per quanto riguarda invece gli addetti ai servizi, in questa
scena se ne possono notare due che, una volta sulla ribalta,
durante la registrazione dell’ennesimo episodio, consigliano
ai due attori le adeguate mosse da fare sul set.




                                                                                       ©Cinzia Risaliti
Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare
riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta
che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena
poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe,
o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi
non possiamo vedere.
Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno
dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci
mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei
momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il
commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio
“dietro le quinte” :




                                                                    ©Cinzia Risaliti
Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare
riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta
che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena
poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe,
o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi
non possiamo vedere.
Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno
dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci
mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei
momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il
commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio
“dietro le quinte” :


   Homer infatti divenne analgesico dipendente, l’unico modo
   per far sì che si esibisse in scene atroci diventate però
   famosissime :




                                                                    ©Cinzia Risaliti
Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare
riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta
che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena
poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe,
o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi
non possiamo vedere.
Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno
dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci
mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei
momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il
commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio
“dietro le quinte” :


   Homer infatti divenne analgesico dipendente, l’unico modo
   per far sì che si esibisse in scene atroci diventate però
   famosissime :




                                                                    ©Cinzia Risaliti
Scorrendo con le immagini è possibile trovare le cosiddette scenate che rovinano l’equilibrio
             dell’equipe mentre è sulla ribalta :



                                    La famiglia Simpson è stata invitata ad
                                    un festival agrario in una cittadina del
                                    sud per tentare di risistemare i loro
                                    problemi finanziari, ma durante
                                    l’esibizione inizia una diatriba che
                                    suscita imbarazzo in Lisa, la quale
                                    prende il microfono annunciando che
                                    “è in corso un piccolo bisticcio di
                                    famiglia, se cortesemente..” ma viene
                                    interrotta poi da Bart, riprendendo ed
                                    aumentando quindi il livello della
                                    litigata
 L’unico modo per uscire da questa situazione di vergogna apparente degli organizzatori dell’evento, era quello di
mandare sul palco un altro artista, che intratteneva il pubblico .




                                                                                                 ©Cinzia Risaliti
Arriva anche il momento dell’intermediario, interpretato per
quest’occasione dal dottor Hibbert, il quale conosce un modo per
far riappacificare la famiglia dopo i litigi continuati durante gli
anni, e quindi la definitiva chiusura della collaborazione sul set
lavorativo. Egli infatti ha un amico che può aiutarli, perché sa che
a lui non avrebbero mai detto di no. Li fa quindi partecipare ad
una premiazione fasulla dove tutta la famiglia viene invitata e
dove quindi si riappacificano.




                        L’episodio si conclude con l’ennesima immagine di retroscena,
                        dove i Simpson montano le loro puntate e dove tutto torna alla
                        vita familiare di sempre.




                                                                                         ©Cinzia Risaliti
L’analisi di questa puntata dei Simpson mi ha permesso di
applicare i concetti elaborati da Goffman: ribalta, retroscena,
comportamento attori, equipes e altre figure correlate.
Esistono circa 400 episodi delle strisce dei “gialli”,
sicuramente in tutte si potrebbero isolare gli elementi
studiati e scritti da Goffman , in quanto prendono sempre
spunto dalla società e la esaminano in varie sfaccettature .
E’ significativa l’idea del cartone animato , che come parola
rimanda a pensieri infantili, nel quale in realtà puoi trovare il
fondamento teorico di tali elevati studi sociologici.




                                                ©Cinzia Risaliti
La scelta , azzardata, di studio sui Simpson mi ha portato ad analizzare ancora di più rispetto a
quanto già faccio autonomamente, ma stavolta con un occhio più scientifico, le varie tematiche legate
a questo cartone animato che, volendo, può essere risorsa per la nostra cultura generale.
Certo, per comprendere a pieno il loro significato bisogna essere di mentalità “aperta”, capire quindi
che nonostante rappresentino una società americana del tutto contraria a ciò che ogni europeo si
aspetta e si immagina ( la famiglia ripetutamente offende la propria patria, spesso negli episodi si
vedono bandiere americane maltrattate, e sono frequenti le occasioni per schernire la madre
America), i Simpson sono lo stereotipo di una vera e propria famiglia moderna, purtroppo troppe
volte reale. Ci sono tutti gli elementi per discutere:c’è il padre di famiglia che passa le ore stando sul
divano a guardare la tv, bevendo birra, mangiando noccioline, patatine e ciambelle, saltando il lavoro;
c’è il figlio bullo, che odia la scuola e imbratta tutti i muri di Springfield; c’è la figlia intelligentissima e
“secchiona” che sa tutto lei ma che non ha amici; c’è la madre casalinga che si preoccupa del colore
delle tendine della casa e non dei problemi economici della famiglia, ed infine c’è una bambina che
non parla, non parlerà mai nel corso di 20 anni di episodi.




                                                                                                 ©Cinzia Risaliti
Nel loro mondo-società non manca niente, c’è il venditore del Jet Market, c’è il poliziotto comico, gli attori famosi,
il clown, il giornalista, l’amante della musica anni ’70, il genio, il dottore malfidato e via dicendo.
I Simpson rappresentano, ironicamente, quella parte di popolazione non colta che ama le cose semplici e
perché no, un po’ stupide della vita, che adora guardare la tv e farsi conquistare da quel tubo catodico
dandogli sempre ragione( Homer ripete più volte che tutto ciò che dice la tv è sacro), sono credenti
praticanti, ma non perdono occasione per schernire tutto ciò che riguardi Dio, ironizzano su tutti, in
particolare sugli europei e su noi italiani che veniamo rappresentati, senza nemmeno dirlo, come mafiosi e
amanti della cucina.

                                    Insomma, ed eccomi tornare alla loro valenza di cultura generale, i
                                    Simpson rappresentano quella che potrebbe essere chiamata una vera
                                    e propria critica nei confronti di questa società piena di pregiudizi,di
                                    ipocrisia, di vittime e oppressori, di ricchezza e estrema povertà. Il
                                    loro porsi di fronte alle più svariate situazioni ti porta , se osservi
                                    l’evolversi delle varie puntate con occhio critico e presente, a porti a
                                    tua volta certi interrogativi. Un altro aspetto, diverso ma non meno
                                    importante , è l’affrontare di frequente situazioni “vere” con citazione di
                                    avvenimenti storici, politici , economici effettivamente accaduti , senza
                                    che la trasposizione in cartoni animati tolga loro serietà , ma tutt’altro
                                    dandogli visibilità .
                                    Talvolta , per gli amanti dei Simpson, sono anche l’unica conoscenza di
                                    certi avvenimenti, da qui il tornare a parlare di cultura generale è
                                    naturale.

                                                                                                  ©Cinzia Risaliti
Bibliografia
E.Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna, Il Mulino, 1969
W. Irwin - M. t. Conard - A. J. Skoble, i Simpson e la filosofia, Milano, Mondadori, 2005
http://www.thesimpson.it
http://www.simpsonlife.com
Immagini prese da : http://download.lardlad.com/




                                                                               ©Cinzia Risaliti
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I simpson e la visione drammaturgica di Goffman

  • 1. I Simpson e la visione drammaturgica di Goffman   ©Cinzia Risaliti
  • 2. Chi sono i Simpson ? I Simpson sono cinque personaggi che fanno parte di un cartone animato nato dalla matita di Matt Groening nella metà degli anni’80 per la Fox Broadcasting Company. Il primo episodio di questa vera e propria saga, andò in onda nel 1987 durante uno show. Il successo fu immediato tant’è che da semplici “corti”, diventarono un vero e proprio cartone animato della durata di 25 minuti, trasmesso prima con cadenza settimanale, poi giornaliera. La storia di questa famiglia è ambientata a Springfield, piccola cittadina degli Stati Uniti, che rappresenta quel tipo di società classica degli anni ’80 e successivi, in quanto, è possibile trovarvi qualsiasi tipo di personaggio e attività tipiche di ogni comunità vivente. Resi famosi dal colore della loro pelle, giallo, hanno fatto la storia della comicità irriverente americana raggiungendo picchi di audience già dai primi episodi, ma soprattutto un successo vasto ed ampio in tutto il mondo. ©Cinzia Risaliti
  • 3. I protagonisti Homer Jay Simpson Bartholemew J. Simpson ( maggiormente noto come Bart) Ha 39 anni Ha 10 anni e frequenta la quarta Lavora come addetto alla sicurezza nella elementare alla scuola di Springfield est. centrale nucleare della sua città. E’ il personaggio irriverente dei Simpson, Nonostante abbia un impiego fisso, è quello che dice maggiormente parolacce e sempre alla ricerca di nuove strade e che è diventato famoso per le espressioni nuove carriere, che lo portano spesso a come “ ciucciati il calzino” e “ non farti licenziarsi. infartare”. Alcuni suoi impieghi : astronauta per la E’ affiancato dal suo coetaneo Milhouse Nasa, giostraio, autista di limousine, con il quale combina sempre qualche guaio spazzaneve, artista pop art, conducente non assumendosi quasi mai la colpa e della mono rotaia, consulente facendola ricadere quindi sull’amico. matrimoniale, doppiatore, insegnante. L’anagramma del suo nome, Brat che in Ha una passione sfrenata per la birra Duff, inglese significa monello, rappresenta il per il baseball ed il football americano. modo di essere di Bart al 100%. Egli si Ama le ciambelle glassate e tutto ciò che diverte facendo scherzi telefonici al povero può fare alzare il diabete. Boe, proprietario di una taverna e imbrattando i muri della città sotto il nome di “ el Barto” ©Cinzia Risaliti
  • 4. Maggie Simpson Ha un anno Non ha mai detto una parola, tranne in un episodio quando, alla fine della puntata, dice “papà” ( titolo episodio La prima parola di Lisa) Lisa Simpson Nonostante la tenera età, ha un acerrimo nemico, un altro neonato con il quale si scambia sguardi inferociti. Ha 8 anni e frequenta la seconda elementare alla scuola di Springfield Marge Bouvier est. Ha un Q.I. superiore ai suoi coetanei, e fa parte del Mensa(un’associazione di intellettuali). E’ la migliore studentessa che la scuola elementare abbia mai avuto, organizza le più svariate feste ed è la “cocca”del direttore Skinner. Non ha molti amici, ha una passione Ha 34 anni sfrenata per il sassofono e adora i E’ una casalinga ma ha provato anche qualche lavoro come pony. per esempio l’insegnante di arte nel carcere della città, Ha portato il nome di Springfield alle addetta in un settore della centrale nucleare, venditrice di olimpiadi nazionali di spelling dove si è biscotti, scrittrice di libri. classificata seconda. E’ stata nominata la mamma ideale dalla Mother's Union. Da piccola era innamorata di Ringo Star (con il quale riesce ad avere un contatto grazie ad un ritratto che aveva creato per lui.) ©Cinzia Risaliti
  • 5. Gli altri personaggi ©Cinzia Risaliti
  • 6. Gli altri personaggi ©Cinzia Risaliti
  • 7. In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”. Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci. Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi passando per tutta l’Europa. ©Cinzia Risaliti
  • 8. In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”. Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci. Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi passando per tutta l’Europa. ©Cinzia Risaliti
  • 9. In Italia il primo episodio del cartone animato andò in onda il 24 dicembre del 1991, su canale cinque che trasmise la puntata dal titolo “ un Natale da cani”, dove Homer non riceve la tredicesima, e si ritrova quindi senza soldi e con l’impossibilità di fare regali alla famiglia per il Natale imminente. Andando a scommettere con un amico alle corse dei cani, per sperare in qualche centesimo, perde tutto ciò che possedeva, ma trova l’amore di un cane che porterà poi in casa, chiamandolo “ Il piccolo aiutante di Babbo Natale”. Tra il 1991 e il 1992 iniziarono ad arrivare i primi riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Emmy Award (gli oscar della televisione) che nel corso degli anni sono arrivati a quota dieci. Dal 1994 in poi, tutto il mondo ammirava i Simpson che erano trasmessi dagli Stati Uniti ai paesi arabi passando per tutta l’Europa. ©Cinzia Risaliti
  • 10. In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio, per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” . ©Cinzia Risaliti
  • 11. In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio, per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” . ©Cinzia Risaliti
  • 12. In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio, per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” . ©Cinzia Risaliti
  • 13. In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio, per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” . ©Cinzia Risaliti
  • 14. In paesi come Giappone e Argentina però venne applicata la censura sugli episodi dei gialli, per paura delle influenze che il cartone animato poteva avere sulle masse. Un episodio, per esempio, che aveva come tema centrale il Giappone e quindi un viaggio della famiglia in questa terra, non fu mandato in onda in territorio nipponico perché l’imperatore veniva deriso da Homer ( e quindi traspariva una gran brutta figura del sovrano),ma ancora, i Simpson si prendevano gioco dell’economia del paese e soprattutto dei prodotti realizzati come la famosa marca “Hello Kitty” . ©Cinzia Risaliti
  • 15. I Simpson divennero talmente trionfali da ospitare nei loro episodi delle vere e proprie “guest star” come doppiatori, e in Italia per esempio, hanno prestato la loro voce personaggi del calibro di Luciana Littizzetto, Paolo Bonolis, Valeria Marini, Leo Gullotta, Francesco Totti, Marco Materazzi e molti altri ancora. Molte star di Hollywood, e non solo, sono anche stati rappresentati in versione cartone animato, prendendo parte agli episodi e interpretando se stessi, come per esempio: ©Cinzia Risaliti
  • 16. Non è stato semplice rintracciare una sola teoria con cui analizzare i Simpson, perché sono fonte continua di studi di ogni tipo, dal linguaggio alla comunicazione, dalla psicologia al comportamento. L’analisi che ho deciso di affrontare, però, riguarda una puntata dei Simpson nella quale è descritta la famiglia come un gruppo di attori che, una volta a telecamere spente, raccontano i retroscena della fortunata serie, riguardo al successo mirabile, ma anche ai problemi che l’intera famiglia ha avuto, su tutte, la droga, i disordini finanziari e lo scioglimento del senso familiare dei cinque gialli. L’episodio si intitola “ Dietro la risata”, è stato mandato in onda per la prima volta il 21 Maggio del 2000. L’argomento teorico con cui si può comparare questo episodio riguarda l’analisi della vita quotidiana come rappresentazione di Erving Goffman, specie per quanto concerne la ribalta, gli attori sociali, il palcoscenico e, in tema, il retroscena. Ciò che voglio ottenere con questa mia piccola analisi è dimostrare come i Simpson in questo episodio rappresentino in pieno la teoria di Goffman con la visione drammaturgica della comunicazione e della vita in generale. ©Cinzia Risaliti
  • 17. Erving Goffman nacque nel 1922 in Canada e morì nel 1982. Sociologo, è stato identificato come appartenente alla corrente degli interazionisti simbolici. A lui si devono molti studi sull’interazione, ma non solo, ha pubblicato“Asylums”riguardo ai centri d’istituzione totale, oltre a “ l’ordine dell’interazione” e “ la vita quotidiana come rappresentazione”. In quest’ultima, egli esamina la vita sociale come un insieme di relazioni, comportamenti, reazioni, che fanno parte del teatro quotidiano dove la messa in scena è opera di “équipes” che si muovono su di un palcoscenico, dividendosi tra ribalta (ciò che vediamo) e retroscena (il dietro, ciò che noi non possiamo vedere). E’ suddivisa in più capitoli, tutti riguardanti il ruolo dell’attore nella vita quotidiana, ma ciò che è maggiormente preso in analisi in questo mio studio, è il capitolo terzo, cioè “comportamento e ambito territoriale” dove l’autore dà la definizione di ribalta e retroscena, per poi proseguire con “i ruoli incongruenti”, nel quarto capitolo, in cui si ha una differenza fra gli attori, coloro che vanno in scena, e tutti quelli che invece collaborano dietro le scene per permettere ai personaggi di essere sulla ribalta, concludendo con “l’arte di controllare le espressioni”. ©Cinzia Risaliti
  • 19. Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si svolge la scena. La rappresentazione di un qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere che la sua attività, all’interno di quel determinato territorio, segue delle norme che si possono racchiudere in due grandi categorie: la cortesia e il decoro. La prima riguarda il modo in cui l’attore interagisce e si pone col pubblico senza l’uso della parola ma tramite i gesti, la seconda come l’attore si pone al pubblico quando sa che può essere udito e visto dal pubblico, benché non sia direttamente impegnato a parlargli. ©Cinzia Risaliti
  • 20. Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si Per quanto riguarda il retroscena, egli lo definisce come il svolge la scena. La rappresentazione di un luogo dove l’attore può abbandonare la facciata, dove qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere l’équipe può gestire la rappresentazione e correggere gli che la sua attività, all’interno di quel eventuali errori. Aggiunge che il passaggio dalla ribalta al determinato territorio, segue delle norme che retroscena rimane inaccessibile al pubblico poiché nel si possono racchiudere in due grandi retroscena i “segni vitali” dello spettacolo sono visibili e categorie: la cortesia e il decoro. soprattutto perché quando si trovano in questa zona, gli La prima riguarda il modo in cui l’attore attori rientrano nel “loro personaggio”, abbandonando quindi interagisce e si pone col pubblico senza l’uso i panni che indossano in scena. della parola ma tramite i gesti, la seconda come l’attore si pone al pubblico quando sa che può essere udito e visto dal pubblico, benché non sia direttamente impegnato a parlargli. ©Cinzia Risaliti
  • 21. Goffman definisce la ribalta, il luogo dove si Per quanto riguarda il retroscena, egli lo definisce come il svolge la scena. La rappresentazione di un luogo dove l’attore può abbandonare la facciata, dove qualsiasi personaggio sulla ribalta fa intendere l’équipe può gestire la rappresentazione e correggere gli che la sua attività, all’interno di quel eventuali errori. Aggiunge che il passaggio dalla ribalta al determinato territorio, segue delle norme che retroscena rimane inaccessibile al pubblico poiché nel si possono racchiudere in due grandi retroscena i “segni vitali” dello spettacolo sono visibili e categorie: la cortesia e il decoro. soprattutto perché quando si trovano in questa zona, gli La prima riguarda il modo in cui l’attore attori rientrano nel “loro personaggio”, abbandonando quindi interagisce e si pone col pubblico senza l’uso i panni che indossano in scena. della parola ma tramite i gesti, la seconda come l’attore si pone al pubblico quando sa che può essere udito e visto dal pubblico, benché non sia direttamente impegnato a parlargli. Secondo il sociologo, esistono tre tipi di ruoli cruciali durante lo spettacolo: l’attore, il pubblico e gli estranei. Da questi nascono dei punti di osservazione che complicano la loro relazione, come gli informatori, che spacciandosi per un membro dell’equipe possono ottenere notizie altrimenti impossibili, oppure il compare, che agisce come se fosse d’accordo con gli attori, pur essendo tra il pubblico, o ancora gli spotters, degli agenti in borghese espliciti o non manifesti o infine l’intermediario, colui che conosce i segreti di entrambe le parti e dà a ognuno l’impressione che li manterrà. Aggiunge un’analisi di quei ruoli che non sono presenti direttamente durante la scena, ma che ne sono comunque parte, come ad esempio gli addetti ai servizi, coloro che sono specializzati nel costruire o riparare lo spettacolo oppure il confidente che non specula sulle informazioni ricevute, o infine il collega, con cui condivide la stessa routine, la stessa sorte. ©Cinzia Risaliti
  • 22. Concludendo, egli affronta la questione dei disturbi della rappresentazione o incidenti, che minacciano la realtà che gli attori voglio far apparire provocando disagio, nervosismo e imbarazzo, ovvero i gesti non intenzionali, le intrusioni non opportune, i passi falsi chiamati anche “gaffe”. Esistono, inoltre, delle situazioni definite “scenate” in cui l’individuo agisce in modo tale da rovinare l’equilibrio dell’equipe. Per esempio, alcune scene nascono quando i membri di un gruppo non riescono più a sopportare la recitazione non perfetta né precisa gli altri membri colleghi, lasciandosi sfuggire delle critiche che diventano poi pubbliche e quindi conosciute da tutti. Una conseguenza di tali scenate è quella, dice Goffman, di offrire una visione del retroscena a chi in realtà non ne avrebbe accesso. ©Cinzia Risaliti
  • 23. L’episodio che ho deciso di prendere in analisi, inizia con l’inquadratura di ogni personaggio del cartone animato preso in una sede ognuna differente dall’altra, infatti troviamo Marge in giardino, Homer nel dietro le quinte degli scenari per gli episodi, Bart su un gioco presente nel parco della scuola e Lisa in camera sua. ©Cinzia Risaliti
  • 24. Appare, dopo qualche discorso da parte della famiglia, l’inquadratura della ribalta, ovvero la cittadina di Springfield e la casa dei cinque gialli che si trova in evergreen terrace 743 dove hanno, in genere, luogo gli episodi del cartone animato. All’interno della ribalta, come già anticipato, ci sono due grandi categorie come il decoro e la cortesia, e proprio la prima è possibile ritrovarla in un fotogramma di questo episodio : Boe Szyslak (a sinistra) il proprietario di una taverna in città, parla di questioni private credendo di non essere ripreso, in questo modo il pubblico può sentire ciò che egli esclama. Può anche rappresentare un principio di “gaffe”. ©Cinzia Risaliti
  • 25. Dopo alcune immagini della vita privata e dell’infanzia dei piccoli Bart, Lisa e Meggie, la scena è conquistata dal vicino di casa Ned Flanders (a destra) ,che in questo caso interpreta uno di quei disturbi che può rovinare l’ambiente e provocare imbarazzo e vergogna : l’intrusione inopportuna. Egli critica il modo di occupare il tempo libero dei Simpson, commentando che essi sono sempre e comunque posizionati di fronte alla tv, senza mai vivere al di fuori del loro mondo casalingo, nel mondo esterno Non è la sola intrusione fatta dai cittadini di Springfield in questo episodio, infatti se ne contano molto altre che per di più assomigliano a delle scenate, in quanto, molti personaggi decidono di “vuotare il sacco” come: L’uomo dei fumetti che dichiara la pessima situazione economica dei Simpson ed in particolare di Lisa Simpson ; ©Cinzia Risaliti
  • 26. Il commerciante proprietario del supermercato che dichiara l’evasione delle tasse da parte della famiglia Simpson. Egli può anche rappresentare la figura dell’informatore che ha accesso a notizie altrimenti irraggiungibili. Per quanto riguarda invece gli addetti ai servizi, in questa scena se ne possono notare due che, una volta sulla ribalta, durante la registrazione dell’ennesimo episodio, consigliano ai due attori le adeguate mosse da fare sul set. ©Cinzia Risaliti
  • 27. Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe, o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi non possiamo vedere. Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio “dietro le quinte” : ©Cinzia Risaliti
  • 28. Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe, o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi non possiamo vedere. Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio “dietro le quinte” : Homer infatti divenne analgesico dipendente, l’unico modo per far sì che si esibisse in scene atroci diventate però famosissime : ©Cinzia Risaliti
  • 29. Proseguendo nella puntata analizzata, si possono trovare riferimenti al retroscena goffmaniano, in quanto ogni volta che la parola è singolarmente data, quello è un retroscena poiché vengono narrati, descritti ed evidenziati attimi, gaffe, o episodi che durante la ripresa delle normali puntate noi non possiamo vedere. Per esempio, dopo aver mostrato come Homer ha subìto uno dei suoi più gravi incidenti sulla scena, il narratore esterno ci mostra come, in realtà, sia stato il retroscena di quei momenti, esibendo immagini mai andate in onda con il commento dello stesso Homer, come in un vero e proprio “dietro le quinte” : Homer infatti divenne analgesico dipendente, l’unico modo per far sì che si esibisse in scene atroci diventate però famosissime : ©Cinzia Risaliti
  • 30. Scorrendo con le immagini è possibile trovare le cosiddette scenate che rovinano l’equilibrio dell’equipe mentre è sulla ribalta : La famiglia Simpson è stata invitata ad un festival agrario in una cittadina del sud per tentare di risistemare i loro problemi finanziari, ma durante l’esibizione inizia una diatriba che suscita imbarazzo in Lisa, la quale prende il microfono annunciando che “è in corso un piccolo bisticcio di famiglia, se cortesemente..” ma viene interrotta poi da Bart, riprendendo ed aumentando quindi il livello della litigata L’unico modo per uscire da questa situazione di vergogna apparente degli organizzatori dell’evento, era quello di mandare sul palco un altro artista, che intratteneva il pubblico . ©Cinzia Risaliti
  • 31. Arriva anche il momento dell’intermediario, interpretato per quest’occasione dal dottor Hibbert, il quale conosce un modo per far riappacificare la famiglia dopo i litigi continuati durante gli anni, e quindi la definitiva chiusura della collaborazione sul set lavorativo. Egli infatti ha un amico che può aiutarli, perché sa che a lui non avrebbero mai detto di no. Li fa quindi partecipare ad una premiazione fasulla dove tutta la famiglia viene invitata e dove quindi si riappacificano. L’episodio si conclude con l’ennesima immagine di retroscena, dove i Simpson montano le loro puntate e dove tutto torna alla vita familiare di sempre. ©Cinzia Risaliti
  • 32. L’analisi di questa puntata dei Simpson mi ha permesso di applicare i concetti elaborati da Goffman: ribalta, retroscena, comportamento attori, equipes e altre figure correlate. Esistono circa 400 episodi delle strisce dei “gialli”, sicuramente in tutte si potrebbero isolare gli elementi studiati e scritti da Goffman , in quanto prendono sempre spunto dalla società e la esaminano in varie sfaccettature . E’ significativa l’idea del cartone animato , che come parola rimanda a pensieri infantili, nel quale in realtà puoi trovare il fondamento teorico di tali elevati studi sociologici. ©Cinzia Risaliti
  • 33. La scelta , azzardata, di studio sui Simpson mi ha portato ad analizzare ancora di più rispetto a quanto già faccio autonomamente, ma stavolta con un occhio più scientifico, le varie tematiche legate a questo cartone animato che, volendo, può essere risorsa per la nostra cultura generale. Certo, per comprendere a pieno il loro significato bisogna essere di mentalità “aperta”, capire quindi che nonostante rappresentino una società americana del tutto contraria a ciò che ogni europeo si aspetta e si immagina ( la famiglia ripetutamente offende la propria patria, spesso negli episodi si vedono bandiere americane maltrattate, e sono frequenti le occasioni per schernire la madre America), i Simpson sono lo stereotipo di una vera e propria famiglia moderna, purtroppo troppe volte reale. Ci sono tutti gli elementi per discutere:c’è il padre di famiglia che passa le ore stando sul divano a guardare la tv, bevendo birra, mangiando noccioline, patatine e ciambelle, saltando il lavoro; c’è il figlio bullo, che odia la scuola e imbratta tutti i muri di Springfield; c’è la figlia intelligentissima e “secchiona” che sa tutto lei ma che non ha amici; c’è la madre casalinga che si preoccupa del colore delle tendine della casa e non dei problemi economici della famiglia, ed infine c’è una bambina che non parla, non parlerà mai nel corso di 20 anni di episodi. ©Cinzia Risaliti
  • 34. Nel loro mondo-società non manca niente, c’è il venditore del Jet Market, c’è il poliziotto comico, gli attori famosi, il clown, il giornalista, l’amante della musica anni ’70, il genio, il dottore malfidato e via dicendo. I Simpson rappresentano, ironicamente, quella parte di popolazione non colta che ama le cose semplici e perché no, un po’ stupide della vita, che adora guardare la tv e farsi conquistare da quel tubo catodico dandogli sempre ragione( Homer ripete più volte che tutto ciò che dice la tv è sacro), sono credenti praticanti, ma non perdono occasione per schernire tutto ciò che riguardi Dio, ironizzano su tutti, in particolare sugli europei e su noi italiani che veniamo rappresentati, senza nemmeno dirlo, come mafiosi e amanti della cucina. Insomma, ed eccomi tornare alla loro valenza di cultura generale, i Simpson rappresentano quella che potrebbe essere chiamata una vera e propria critica nei confronti di questa società piena di pregiudizi,di ipocrisia, di vittime e oppressori, di ricchezza e estrema povertà. Il loro porsi di fronte alle più svariate situazioni ti porta , se osservi l’evolversi delle varie puntate con occhio critico e presente, a porti a tua volta certi interrogativi. Un altro aspetto, diverso ma non meno importante , è l’affrontare di frequente situazioni “vere” con citazione di avvenimenti storici, politici , economici effettivamente accaduti , senza che la trasposizione in cartoni animati tolga loro serietà , ma tutt’altro dandogli visibilità . Talvolta , per gli amanti dei Simpson, sono anche l’unica conoscenza di certi avvenimenti, da qui il tornare a parlare di cultura generale è naturale. ©Cinzia Risaliti
  • 35. Bibliografia E.Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna, Il Mulino, 1969 W. Irwin - M. t. Conard - A. J. Skoble, i Simpson e la filosofia, Milano, Mondadori, 2005 http://www.thesimpson.it http://www.simpsonlife.com Immagini prese da : http://download.lardlad.com/ ©Cinzia Risaliti

Editor's Notes

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