E' ormai noto come il carbone sia il combustibile fossile più pericoloso per l'ambiente e la salute; anche le ultime tecnologie (impropriamente chiamate "carbone pulito") non sono altro che una foglia di fico messa sopra i devastanti effetti che la combustione del carbone ha sul clima e sulla salute umana. Il carbone è sempre il combustibile che emette più CO2 per unità bruciata (rispetto a petrolio e gas naturale), insieme a tutta una serie di elementi tossici che minano pesantemente la salute (dal particolato fine e ultrafine, mercurio, ossidi di zolfo, etc...) che, come orami dimostra una serie sterminata di studi, causano svariate patologie.▶▶bit.ly/stopcarbonedossier
Rimediare all'inquinamento ambientale certificando i nostri edifici attravers...Andrea Ursini Casalena
Visti i problemi ambientali che procuriamo, vediamo come possiamo iniziare a rimediare certificando i nostri edifici attraverso una progettazione sapiente e rivolta alla sostenibilità
E' ormai noto come il carbone sia il combustibile fossile più pericoloso per l'ambiente e la salute; anche le ultime tecnologie (impropriamente chiamate "carbone pulito") non sono altro che una foglia di fico messa sopra i devastanti effetti che la combustione del carbone ha sul clima e sulla salute umana. Il carbone è sempre il combustibile che emette più CO2 per unità bruciata (rispetto a petrolio e gas naturale), insieme a tutta una serie di elementi tossici che minano pesantemente la salute (dal particolato fine e ultrafine, mercurio, ossidi di zolfo, etc...) che, come orami dimostra una serie sterminata di studi, causano svariate patologie.▶▶bit.ly/stopcarbonedossier
Rimediare all'inquinamento ambientale certificando i nostri edifici attravers...Andrea Ursini Casalena
Visti i problemi ambientali che procuriamo, vediamo come possiamo iniziare a rimediare certificando i nostri edifici attraverso una progettazione sapiente e rivolta alla sostenibilità
Il carbone non serve all'Italia: il nostro paese, con una potenza installata che già supera i 106 GW, a fronte di una punta massima della domanda di circa 57 GW, ha una sovraccapacità di produzione di energia elettrica tale da costringere le centrali a funzionare a scartamento ridotto. Non abbiamo quindi alcun bisogno di investire in impianti a carbone.
CRISI ECOLOGICA E SOCIALE - UN FUTURO SOSTENIBILE IN EUROPA? M. Morosini, ...morosini1952
Come ospitare degnamente 9-10 miliardi di abitanti della Terra, quanti arriveremo a essere nel 2050, senza stravolgere gli equilibri ecologici su cui si fondano l’alimentazione, il benessere e l’intera economia? Il progetto «Futuro sostenibile» da cui è scaturito un rapporto 1 del Wuppertal Institut 2 (cfr la scheda a p. XXX) vuole dare una risposta a questa domanda drammatica, offrendo un’opportunità di condurre anche in Italia una campagna per una svolta del nostro Paese verso la sostenibilità sociale ed ecologica secondo criteri d’equità globale. In questo momento storico il conflitto tra ecologia e giustizia palesa la sostenibilità come vero programma di sopravvivenza, perché la drammatica alternativa è tra la sostenibilità o l’autodistruzione. Lungi dal servire solo alla protezione dei panda e delle balene, l’ecologia è l’unica opzione per garantire sulla Terra il diritto d’ospitalità a un numero crescente di esseri umani. «Dobbiamo portare davanti agli occhi dell’opinione pubblica due ingiustizie: che i beni di questo mondo siano ripartiti in modo così sproporzionato e che quest’iniqua distribuzione non venga modificata». Quando nel 1958 il cardinale Joseph Frings pronunciò queste parole nel discorso di fondazione di Misereor, l’organizzazione tedesca cattolica per la cooperazione allo sviluppo che finanziò lo studio del 1996, forse non immaginava che 50 anni dopo i numeri di miliardari e di malnutriti nonché il grado di disuguaglianza che li separa avrebbero raggiunto record storici su un pianeta che già oggi potrebbe nutrire tutti i suoi abitanti. Fedele a quella consegna del 1958, lo scienziato tedesco Wolfgang Sachs Sachs, curatore del progetto, documenta l’evoluzione globale di povertà e ricchezza, constata l’inadeguatezza di molte ricette di sviluppo e conclude che «voler mitigare la povertà senza mitigare la ricchezza è ipocrisia» 3. Quel fuoco d’artificio di risorse che l’Europa brucia non è ripetibile nel mondo, non di certo con un numero crescente d’esseri umani. I due patrimoni che permisero l’ascesa dell’Europa non sono più a disposizione all’infinito: i combustibili fossili destabilizzano il clima e vanno esaurendosi, e per le materie prime biotiche 4 non sono più disponibili colonie oltreoceano. È questa la tragedia attuale: l’immaginario dei Paesi emergenti s’ispira alla civiltà euroatlantica, ma i mezzi per la sua realizzazione non sono più a disposizione. I ceti dei consumatori globali nel Nord e nel Sud, degli imprenditori e degli investitori sono chiamati a cedere alla natura e a chi sta peggio nel mondo una parte del loro potere in termini di capitale e confort. Se non lo faranno, resterà ben poco di ciò che ora rende la loro posizione così desiderabile. Il vero problema non è se vi sono risorse sufficienti, ma a chi sono destinate e per che cosa esse sono ripartite quando diventano scarse. Una politica ambientale che non si occupi anche di politica sociale non avrà successo.
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Per dare un futuro al nostro pianeta ed alle nuove generazioni e contrastare efficacemente il riscaldamento globale, occorre affiancare, alle indispensabili politiche per l’efficienza energetica e per l’aumento dell’uso di fonti rinnovabili, una grande mobilitazione per ridare alla Terra la capacità di assorbire e stoccare la CO2 in eccesso.
Il progetto “300 miliardi di alberi” si inquadra nella strategia mondiale per il contrasto al global warming e si propone di contribuire al raggiungimento degli obiettivi degli accordi internazionali sul clima, che prevedono, accanto a misure per la riduzione delle emissioni, di favorire l’aumento delle capacità di assorbimento e stoccaggio della C02 (foreste, oceani) anche attraverso appositi strumenti economici (emission trading, certificazioni del carbonio).
Si stima che, per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050 nel Mondo, dovrebbero essere piantati 300 miliardi di nuovi alberi (senza abbatterne di vecchi), e tutti i Paesi del mondo dovrebbero essere chiamati a raggiungere la propria quota di quest’obiettivo.
Il progetto “300 miliardi di alberi” si propone dunque di raggiungere e coinvolgere ogni istituzione, impresa, associazione, ogni cittadino e di mobilitare ogni risorsa e tutti gli strumenti idonei per incentivare, favorire e realizzare la piantumazione di nuovi alberi in ogni luogo adatto.
Relazione di Corrado Truffi all'incontro "Copenaghen nel Lazio", tenuto presso la sede nazionale del PD il 3 marzo 2010, con la partecipazione di Gaetano Benedetto del WWF, Cristiana Alicata, Luca Iozzino, Ivan Scalfarotto e Gianluca Baccarini. I video degli interventi sono qui: http://www.imille.org/2010/03/video-degli-incontri-di-roma-e-venezia-sullenergia/
erremoti, staminali, big data, energia, nucleare, inquinamento, sostenibilità, malattie rare, OGM, miliardi di euro spesi per la ricerca spaziale, il bosone di Higgs, ITER! Ricercare costa sempre di più e solo i paesi ricchi possono permetterselo. In un periodo economicamente difficile è ancora più complesso capire quale debba essere il rapporto fra tecnologia e ricerca e quali siano le responsabilità dei ricercatori? attraverso un gioco di domande e lettura di testi si animerà un dibattito con gli studenti sul problema delle rapporto fra ricerca, tecnologia e società e le responsabilità del ricercatore. (seminario in cui si chiede a gli studenti di partecipare)
Il carbone non serve all'Italia: il nostro paese, con una potenza installata che già supera i 106 GW, a fronte di una punta massima della domanda di circa 57 GW, ha una sovraccapacità di produzione di energia elettrica tale da costringere le centrali a funzionare a scartamento ridotto. Non abbiamo quindi alcun bisogno di investire in impianti a carbone.
CRISI ECOLOGICA E SOCIALE - UN FUTURO SOSTENIBILE IN EUROPA? M. Morosini, ...morosini1952
Come ospitare degnamente 9-10 miliardi di abitanti della Terra, quanti arriveremo a essere nel 2050, senza stravolgere gli equilibri ecologici su cui si fondano l’alimentazione, il benessere e l’intera economia? Il progetto «Futuro sostenibile» da cui è scaturito un rapporto 1 del Wuppertal Institut 2 (cfr la scheda a p. XXX) vuole dare una risposta a questa domanda drammatica, offrendo un’opportunità di condurre anche in Italia una campagna per una svolta del nostro Paese verso la sostenibilità sociale ed ecologica secondo criteri d’equità globale. In questo momento storico il conflitto tra ecologia e giustizia palesa la sostenibilità come vero programma di sopravvivenza, perché la drammatica alternativa è tra la sostenibilità o l’autodistruzione. Lungi dal servire solo alla protezione dei panda e delle balene, l’ecologia è l’unica opzione per garantire sulla Terra il diritto d’ospitalità a un numero crescente di esseri umani. «Dobbiamo portare davanti agli occhi dell’opinione pubblica due ingiustizie: che i beni di questo mondo siano ripartiti in modo così sproporzionato e che quest’iniqua distribuzione non venga modificata». Quando nel 1958 il cardinale Joseph Frings pronunciò queste parole nel discorso di fondazione di Misereor, l’organizzazione tedesca cattolica per la cooperazione allo sviluppo che finanziò lo studio del 1996, forse non immaginava che 50 anni dopo i numeri di miliardari e di malnutriti nonché il grado di disuguaglianza che li separa avrebbero raggiunto record storici su un pianeta che già oggi potrebbe nutrire tutti i suoi abitanti. Fedele a quella consegna del 1958, lo scienziato tedesco Wolfgang Sachs Sachs, curatore del progetto, documenta l’evoluzione globale di povertà e ricchezza, constata l’inadeguatezza di molte ricette di sviluppo e conclude che «voler mitigare la povertà senza mitigare la ricchezza è ipocrisia» 3. Quel fuoco d’artificio di risorse che l’Europa brucia non è ripetibile nel mondo, non di certo con un numero crescente d’esseri umani. I due patrimoni che permisero l’ascesa dell’Europa non sono più a disposizione all’infinito: i combustibili fossili destabilizzano il clima e vanno esaurendosi, e per le materie prime biotiche 4 non sono più disponibili colonie oltreoceano. È questa la tragedia attuale: l’immaginario dei Paesi emergenti s’ispira alla civiltà euroatlantica, ma i mezzi per la sua realizzazione non sono più a disposizione. I ceti dei consumatori globali nel Nord e nel Sud, degli imprenditori e degli investitori sono chiamati a cedere alla natura e a chi sta peggio nel mondo una parte del loro potere in termini di capitale e confort. Se non lo faranno, resterà ben poco di ciò che ora rende la loro posizione così desiderabile. Il vero problema non è se vi sono risorse sufficienti, ma a chi sono destinate e per che cosa esse sono ripartite quando diventano scarse. Una politica ambientale che non si occupi anche di politica sociale non avrà successo.
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Per dare un futuro al nostro pianeta ed alle nuove generazioni e contrastare efficacemente il riscaldamento globale, occorre affiancare, alle indispensabili politiche per l’efficienza energetica e per l’aumento dell’uso di fonti rinnovabili, una grande mobilitazione per ridare alla Terra la capacità di assorbire e stoccare la CO2 in eccesso.
Il progetto “300 miliardi di alberi” si inquadra nella strategia mondiale per il contrasto al global warming e si propone di contribuire al raggiungimento degli obiettivi degli accordi internazionali sul clima, che prevedono, accanto a misure per la riduzione delle emissioni, di favorire l’aumento delle capacità di assorbimento e stoccaggio della C02 (foreste, oceani) anche attraverso appositi strumenti economici (emission trading, certificazioni del carbonio).
Si stima che, per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050 nel Mondo, dovrebbero essere piantati 300 miliardi di nuovi alberi (senza abbatterne di vecchi), e tutti i Paesi del mondo dovrebbero essere chiamati a raggiungere la propria quota di quest’obiettivo.
Il progetto “300 miliardi di alberi” si propone dunque di raggiungere e coinvolgere ogni istituzione, impresa, associazione, ogni cittadino e di mobilitare ogni risorsa e tutti gli strumenti idonei per incentivare, favorire e realizzare la piantumazione di nuovi alberi in ogni luogo adatto.
Relazione di Corrado Truffi all'incontro "Copenaghen nel Lazio", tenuto presso la sede nazionale del PD il 3 marzo 2010, con la partecipazione di Gaetano Benedetto del WWF, Cristiana Alicata, Luca Iozzino, Ivan Scalfarotto e Gianluca Baccarini. I video degli interventi sono qui: http://www.imille.org/2010/03/video-degli-incontri-di-roma-e-venezia-sullenergia/
erremoti, staminali, big data, energia, nucleare, inquinamento, sostenibilità, malattie rare, OGM, miliardi di euro spesi per la ricerca spaziale, il bosone di Higgs, ITER! Ricercare costa sempre di più e solo i paesi ricchi possono permetterselo. In un periodo economicamente difficile è ancora più complesso capire quale debba essere il rapporto fra tecnologia e ricerca e quali siano le responsabilità dei ricercatori? attraverso un gioco di domande e lettura di testi si animerà un dibattito con gli studenti sul problema delle rapporto fra ricerca, tecnologia e società e le responsabilità del ricercatore. (seminario in cui si chiede a gli studenti di partecipare)
Buone azioni per rispettare la Terra. Energia, effetto serra, cambiamenti climatici, innalzamento dei mari e ispessimento delle foglie: effetti sulla vita!
http://en.wikipedia.org/wiki/2000-watt_society
La visione della società 2000 Watt mira ad
un approccio sostenibile ed equilibrato nell’utilizzo
delle risorse globali di materie prime. A
tal proposito, un presupposto indispensabile è
l’aumento dell’efficienza nell’impiego dell’energia
e delle materie ed un maggiore impiego delle
risorse energetiche rinnovabili. Novatlantis, il
programma per la sostenibilità nel settore dei
politecnici federali (PF), riunisce le forze che a livello
nazionale ed internazionale si orientano
verso l’obiettivo 2000 Watt seguente: il fabbisogno
di energia va ridotto di un fattore da 3 a 4.
E la quota parte di fossile va diminuita in modo
che le emissioni di gas ad effetto serra scendano
a 1 tonnellata per persona e per anno. Questi
obiettivi corrispondono alle raccomandazioni
dell’IPCC, il consiglio mondiale sul clima,
per stabilizzare i cambiamenti climatici a + 2 °C.
Tesla Revolution 2016 - Rinnovabili e mobilità elettrica: le sfide per il futuroTesla Club Italy
Marco Giunti, Membro di Giunta di assoRinnovabili
Le emissioni legate alla produzione di energia da fonti fossili come petrolio, carbone e gas provocano danni al clima e alla salute umana. In particolare, si può distinguere tra emissioni di gas (come, ad esempio, la CO2), che sono i principali responsabili del riscaldamento climatico discusso alla recente Conferenza Internazionale sul Clima di Parigi, ed emissioni di gas (come, ad esempio, le polveri sottili), che rappresentano un grave problema sanitario soprattutto nelle città. L’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente è allarmante: l’Italia vanta purtroppo il triste primato europeo di 84.000 morti premature all'anno dovute all’inquinamento atmosferico! Come reagire? Siccome circa 1/3 dei consumi energetici è legato ai trasporti, sviluppare e diffondere la mobilità elettrica è certamente un’opportunità. Favorire quindi l’elettrificazione dei consumi energetici grazie a auto elettriche, pompe di calore e piastre a induzione, investire in energie rinnovabili, costruire abitazioni sostenibili, sono le principali risposte.
Le fonti di energia rinnovabili sono quelle fonti (energia solare, geotermica, idrica, eolica) che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani e il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.
Presenta i vantaggi dell'Ecologia Partecipativa, ovvero dell'uso dei social network per promuovere lo sviluppo sostenibile e una coscienza ecologica collettiva
Similar to I quaderni dell'isea - la transizione energetica (20)
Dossier Impianti Alternativi agli Inceneritori.pdfISEA ODV
Gestione dei Rifiuti:
BREVI CONSIDERAZIONI SULLE ALTERNATIVE IMPIANTISTICHE PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE DI RIFIUTI INDIFFERENZIATI PROVENIENTI DALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
- IL TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO
- LA GASSIFICAZIONE
- L’INCENERIMENTO (TERMOVALORIZZAZIONE)
26.03.2019 - PROPOSTA REGOLAMENTO DEL VERDE URBANO.pdfISEA ODV
L'azione promossa dai soci di ISEA Onlus intende favorire il rapporto tra cittadini, associazioni di volontariato e Ente Comune: un rapporto che si dovrà sempre di più basare sulla collaborazione e sulla reciproca disponibilità ad ideare, progettare e realizzare azioni positive per la comunità.
I QUADERNI DELL'ISEA - DIETA VEGETARIANA.pdfISEA ODV
Una presentazione della serie "I Quaderni dell'ISEA" ideata, progettata e realizzata da ISEA ODV.
I Quaderni dell'ISEA, percorsi di informazione e di educazione ambientale.
A - I QUADERNI DELL'ISEA - LINEE GUIDA SULL'IMPATTO ACUSTICO - COMPLETO.pdfISEA ODV
Il rumore è un importante problema di salute pubblica. Ha impatti negativi sulla salute e sul benessere umano ed è una preoccupazione crescente. L'Ufficio regionale dell'OMS per l'Europa ha sviluppato linee guida, basate sulla crescente comprensione di questi impatti sulla salute dell'esposizione al rumore ambientale.
I QUADERNI DELL'ISEA - INQUINAMENTO AMBIENTALE: INQUINANTI E TIPI DI INQUINAM...ISEA ODV
L'ultimo "Quaderno" del 2022 prende in esame un tema di grande attualità: l'inquinamento ambientale.
In questo lavoro prendiamo in esame gli inquinanti e i tipi di inquinamento.
ISEA ODV - Volontari per passione
3. La transizione energetica è il passaggio dall'utilizzo di
fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili e fa
parte della più estesa transizione verso economie
sostenibili attraverso l'uso di energie rinnovabili,
l'adozione di tecniche di risparmio energetico e di
sviluppo sostenibile.
4. Il passaggio può essere portato avanti seguendo
diversi approcci, preferenzialmente in parallelo, in
modo da eliminare la dipendenza da combustibili
fossili e migliorare l'efficienza energetica dalla parte
della produzione di energia e del consumo degli utenti,
nonché nella sua distribuzione e conservazione.
5. Le fonti rinnovabili principali sono quella idrica, eolica, solare,
biomassa, geotermica e mareomotrice. Il passaggio può
consistere nella sostituzione degli impianti produttivi, oppure
nella loro conversione o ripotenziamento, in modo da ottenere
una produzione più efficiente e di minore impatto ambientale.
Oppure si può operare un miglioramento nell'efficienza dei
sistemi utilizzati dai consumatori, come l'utilizzo di tecnologie a
risparmio energetico o in generale più efficienti. Similmente si
può operare un maggiore isolamento, termico o elettrico, laddove
si intenda trasportare o conservare dell'energia.
6. La transizione energetica è in corso in diversi paesi, in
particolare i più tecnologicamente avanzati o i più
motivati verso la conservazione dell'ambiente
naturale.
7. La transizione energetica è il processo che sta
conducendo l'umanità da un'epoca in cui le fonti
energetiche sono state relativamente convenienti,
verso un'altra epoca in cui le risorse energetiche
saranno più scarse.
8. L'attuale organizzazione della produzione è basata sulle fonti di
energia esauribili ( petrolio, gas naturale, carbone ) ed è frutto
delle scelte compiute dall'uomo a partire dalla prima Rivoluzione
industriale. Lo sviluppo economico accelerato del Novecento e la
crescita demografica della popolazione mondiale, passata da 3 a 7
miliardi di persone in soli cento anni, hanno spinto sul consumo
delle risorse di energia fossili, causando due problemi:
9. PRIMO PROBLEMA
Esaurimento risorse energetiche
Le risorse energetiche esauribili sono presenti in
quantità assoluta.
Ogni unità consumata equivale a una minore unità
disponibile.
I tempi di rigenerazione del petrolio, del carbone e del
gas naturale sono geologici e vanno ben al di là della
visione umana del tempo.
10. SECONDO PROBLEMA
Inquinamento
La combustione delle risorse energetiche fossili ha causato
dapprima fenomeni di inquinamento locale.
Con lo sviluppo e la crescita della produzione l'inquinamento ha
assunto una portata internazionale e globale.
La capacità di assorbimento dell'inquinamento da parte
dell'ambiente è ormai insufficiente.
In altri termini, l'inquinamento modifica l'ambiente in cui l'uomo
stesso vive.
11. Ne consegue un processo di cambiamento
tecnologico, produttivo e culturale verso nuove forme
di organizzazione sociale ed energetica.
La transizione energetica è un processo lento ma
inesorabile.
12. E’ iniziato probabilmente già negli anni '70 e proseguito negli anni
'90 del Novecento.
Essendo un cambiamento importante della produzione è spesso
stato osteggiato da chi detiene il potere economico sul mercato
per difendere la propria posizione e i propri interessi.
Tuttavia, per quanto possa essere rallentato, la transizione
energetica avrà una sua naturale evoluzione indipendentemente
dalle azioni dell'uomo.
La crescita dei paesi in via di sviluppo e dei paesi emergenti sta
accelerando il consumo delle riserve energetiche.
13. L'esaurimento progressivo delle risorse energetiche fossili spinge
al rialzo il prezzo dell'energia con turbolenze sempre più marcate
nei mercati mondiali.
La reazione umana è prevalentemente quella più semplice e
meno impegnativa.
Per affrontare il problema energetico i paesi ricorrono all'utilizzo
di fonti di energia fossili secondarie, le cosiddette fonti di "energia
sporche", che aggraveranno ulteriormente l'inquinamento
dell'ambiente e agli investimenti nell'efficienza energetica.
14. La vera e propria risposta al problema arriverà però dalla ricerca
scientifica e dalle innovazioni tecnologiche future nel settore
delle energie alternative.
15. In assenza di una risposta scientifica/tecnologica adeguata la
società è destinata comunque a mutare verso livelli di produzione
notevolmente più bassi e con conseguenze drammatiche dal
punto di vista umano, essendo la popolazione mondiale destinata
a raggiungere i 9 miliardi di persone entro il 2100.
16. Al problema energetico è, infatti, strettamente collegato il
problema alimentare, il problema ambientale e la scarsità di
risorse idriche mondiali.
Sia che l'uomo inventi un nuovo modo di produzione energetica o
meno, in entrambi gli scenari ambientali ed economici avrà
comunque luogo una transizione energetica.
Ciò che distingue i due scenari sono soprattutto le conseguenze
della transizione energetica sulla popolazione mondiale.
17. Al problema energetico è, infatti, strettamente collegato il
problema alimentare, il problema ambientale e la scarsità di
risorse idriche mondiali.
Sia che l'uomo inventi un nuovo modo di produzione energetica o
meno, in entrambi gli scenari ambientali ed economici avrà
comunque luogo una transizione energetica.
Ciò che distingue i due scenari sono soprattutto le conseguenze
della transizione energetica sulla popolazione mondiale.