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                  I MANGIATORI DI ARSENICO

                                                                                  sergio benassai


        Nota: Come spiegherò successivamente, mentre cercavo qualche riferimento
        per queste considerazioni relative alla presenza di arsenico nelle acque
        potabili, mi sono imbattuto nella storia dei “mangiatori di arsenico” (che è
        descritta nella seconda parte di questo documento): di qui la scelta del titolo




1. L’arsenico nelle acque potabili italiane

Con la Direttiva 98/83/CE, recepita con il DLgs 31/2001, è stato stabilito un valore limite per la
concentrazione dell’arsenico nelle acque potabili pari a 10 µg/litro (valore inferiore a quello di 50
µg/litro, previsto dalla preesistente direttiva 80/778/CE).
Questo ha creato molti problemi in Italia, dal momento che in diversi comuni, in particolare nel
viterbese, la concentrazione dell’arsenico è ben superiore ai 10 µg/litro.

Per questo l’Italia aveva chiesto una norma transitoria per consentire di ritardare, in alcuni comuni,
l’applicazione del nuovo limite, ammettendo quindi che, per alcuni anni, si potesse ancora fare
riferimento al “vecchio” valore di 50 µg/litro.

La decisione della Commissione Europea fu comunque quella di concedere deroghe solo per
concentrazioni dell’arsenico nelle acque potabili non superiori a 20 µg/litro.
Ma tali deroghe sono scadute il 31 dicembre 2012.

Per questo l’affannarsi in questi giorni con autobotti e distribuzione di acqua minerale.




Anche perché, facendo riferimento al Lazio, l’ultima riunione del tavolo tecnico regionale del 27
dicembre 2012 ha confermato:

   a) il divieto di utilizzare acqua con concentrazioni di arsenico superiori a 10 µg/litro per:
          - uso potabile
          - cottura, reidratazione e ricostituzione di alimenti;
          - preparazione di alimenti e bevande (escluso lavaggio frutta e verdura sotto flusso
              d’acqua e utilizzando acqua potabile per l’ultimo risciacquo);
          - pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua
              (lavaggio denti e cavo orale);
          - imprese alimentari

   b) la possibilità di utilizzare acqua con concentrazioni di arsenico superiori a 10 µg/litro, ma
      inferiori a 50 µg/litro per:
          - tutte le operazioni di igiene domestica (lavaggio indumenti stoviglie ambienti)
              scarico wc e impianti riscaldamento)
          - igiene personale (es. doccia) tranne nei casi di presenza di specifiche patologie
              cutanee (eczema, patologie cutanee a rischio anche di tipo evolutivo o degenerativo)
2. I rischi per la salute

Ricordiamo che il GHS (il sistema globale armonizzato di classificazione dei prodotti chimici) e il
Regolamento (CE) 1272/2008 classificano l’arsenico come:
   - sostanza caratterizzata da tossicità acuta (cioè danni gravi alla salute a seguito di contatto o
       ingestione o inalazione di quantità significative) di categoria 3 (la categoria 1 è quella più
       pericolosa e la categoria 4 (o 5 per il GHS) è la meno pericolosa).
   - sostanza pericolosa per l’ambiente acquatico di categoria 1
ma NON classificano l’arsenico come cancerogeno o mutageno o pericoloso per la riproduzione.

Tuttavia GHS e Regolamento(CE) 1272/2008 classificano come cancerogeni gli ossidi e i sali di
arsenico.

E lo IARC (International Agency for Research on Cancer) considera l’arsenico come un provato
cancerogeno.

Lo Scientific Committee on Health and Environmental Risks (SCHER), incaricato dalla
Commissione Europea di analizzare la richiesta italiana di deroga per quanto riguarda la
concentrazione di arsenico nelle acque potabili, nel suo rapporto del 16 aprile 2010 “Derogation on
the Drinking Water Directive 98/83/EC”, giungeva alla seguente conclusione:

Le informazioni disponibili indicano che le deroghe richieste comportano solo un bassissimo
rischio di tumore, probabilmente inferiore a 1/1000000 (1 caso su 1 milione di persone).

Tenendo conto di ciò, fermo restando che va comunque garantito l’assoluto rispetto delle leggi e
delle direttive, può essere comunque di qualche conforto il parere degli esperti che sembrano
concordare sul fatto che al superamento del limite di 10 µg/litro non è associato un rischio
significativo.


3. Ma l’arsenico fa anche bene ?
E’ noto che l’arsenico è stato da tempo impiegato in campo medico, anche se il suo utilizzo è
andato sempre diminuendo.
In tempi recenti è stato tuttavia utilizzato nel trattamento di alcune leucemie.

Ma quello che più mi ha incuriosito è stato il fatto che sono ancora ben frequentate le terme di
Levico e Vetriolo (Trento), che si caratterizzano per la presenza di acque ad alto contenute di
arsenico.
In particolare la sorgente della “Acqua forte” si caratterizza per un contenuto di arsenico pari a 5260
µg/litro. Ad essa vengono attribuite le seguenti proprietà terapeutiche:
        .
    - Importante azione disinfettante e antinfiammatoria
    - Azione trofica sulle mucose;
    - Azione stimolante sulle cellule epiteliali
    - Azione miorilassante
    - Azione stabilizzante il tono dell’umore



4. Tossicità, ormesi e mitridatismo
In realtà non dovrebbe rappresentare una novità la scoperta del fatto che l’arsenico, oltre ad essere
            n
nocivo per la salute umana, può anche, a basse concentrazioni, avere effetti positivi.

Si tratta del ben noto fenomeno dell’
                                  dell’ormesi, la teoria che consiste appunto nell’assumere che molte
                                                                               ell’assumere
sostanze, nell'interagire con gli organismi viventi, possono esercitare un'azione stimolante (positiva)
a basse dosi e un’azione di inibizione (negativa) ad alte dosi.
Due esempi per tutti:
1) una sostanza chiaramente non tossica come l’acqua può essere letale: infatti l’assunzione in
poche ore di quantità di acqua nell’ordine di 3 litri può portare alla morte.
                                              3-5
2) una sostanza tossica, come lo iodio, a piccol concentrazioni è addirittura essenziale per garantire
                                          piccole
un buono stato di salute

Inoltre, limitandoci al caso dei veleni (e l’arsenico è sicuramente un veleno), è ben noto il fenomeno
del mitridatismo, vale a dire una condizione di immunità ad uno o più veleni raggiunta tramite
l'assuefazione dovuta all'assunzione costante di dosi non letali degli stessi.


5. I mangiatori di arsenico
 .
Nella ricerca di qualche dato significativo sulle eventuali caratteristiche ormetiche dell’arsenico o
                                 significativo
sulla possibilità di riscontrare un possibile fenomeno di mitridatismo ho dato una scorsa ad alcuni
                                                          mitridatismo,
articoli e notizie disponibili su Internet e nel far questo mi sono imbattuto in un interessante
                                    Internet,
articolo dove si faceva riferimento alla “arsenofagia” e ai “mangiatori di arsenico”.

Tale documento riporta il fatto che, nel XIX secolo, gli abitanti della Stiria (una provincia austriaca)
avevano la nomea di mangiare composti di arsenico, una condizione identificata come
“arsenicofagia” o “arsenofagia”.
E si fa riferimento ad alcune relazioni presentate a diversi convegni scientifici nella seconda metà
del XIX secolo, fornendo indicazioni abbastanza precise sulle quantità di arsenico ingerite dai
“mangiatori di arsenico”, sulle modalità, sui supposti effetti benefici, ecc.


Nel documento in questione però non si fa riferimento a dati più recenti su questo fenomeno se non
ai seguenti:

           Nel 1933 H.A. Schroeder, un medico, e due studenti di medicina stavano facendo
           escursioni nel Tirolo Austriaco. La guida locale prese una manciata di un materiale
           cristallino grigio-nero da una roccia, ne mangiò un grammo o due, mettendo da
           parte il resto per consumarla in futuro. Si disse che il materiale fosse arsenico,
           possibilmente arsenico elementare, sebbene non fosse fornita alcuna indicazione di
           dettaglio.

           J.J.Balassa, un candidato al Ph.D. ai tempi della sua gioventù, in Svizzera, osservò
           un montanaro che spalmava arsenico su pane e burro per consumarlo come tonico.

Quindi le informazioni dettagliate relative ai mangiatori di arsenico sono da ricercarsi in documenti
del XIX secolo.



7. Evviva il New York Times
E allora sono andato alla ricerca di questi documenti. Non ho certo fatto una ricerca approfondita,
ma mi sono imbattuto in una serie di articoli pubblicati sul New York Times di quell’epoca e ne
sono rimasto conquistato.

Ho quindi deciso di tradurli e di proporveli in allegato.

Naturalmente non ho provveduto in tal senso per tutti glia articoli, ma solo per quelli che mi sono
sembrati più significativi.

Ne ho quindi scelti 5, pubblicati nel periodo che va dal 1854 al 1885.


Il primo articolo è dell’8 novembre 1854 (vedi Allegato 1). Fra i molti dettagli riportati:
    - c’è un preciso riferimento alle quantità di arsenico che possono essere ingerite giornalmente:
       si parla di 3 – 4 grani1, il che corrisponde a 0,2 – 0,3 grammi al giorno (cioè da 2 a 3 volte la
       dose considerata letale)
    - l’assunzione dell’arsenico avviene in genere in coincidenza con la luna nuova
    - la somministrazione dell’arsenico anche agli animali (interessante il fatto che, con
       l’arsenico, gli animali aumentano di dimensioni, ma non di peso: e per questo i macellai non
       li vogliono !)
    -



1
    Ho fatto riferimento al grano inglese, per cui 1 grano è all’incirca 65 mg
Il secondo articolo è del 23 giugno 1860 (vedi Allegato 2). Vi si precisa che:
     - la pratica è illegale
     - l’assunzione di arsenico migliora l’aspetto, la respirazione e previene la stanchezza



Il terzo articolo è del 4 agosto 1860 (vedi Allegato 3). E’ sottolineato il fatto che i mangiatori di
arsenico appartengono in genere alle classi più basse, come boscaioli e allevatori (ma nel primo
articolo si parla del direttore di una miniera: pur se di una miniera di arsenico !) e che in genere non
ne fanno parte le donne.



Il quarto articolo è del 16 ottobre 1875 (vedi Allegato 4). Da notare, all’inizio dell’articolo, come a
quell’epoca gli studiosi di scienze naturali erano chiamati “natural philosophers”
Il quinto articolo è del 26 luglio 1885 (vedi Allegato 5). Interessanti i tre tentativi di spiegazione al
fenomeno dei mangiatori di arsenico:
    - una specie di mitridatismo
    - un qualcosa che assomiglia alla teoria dell’evoluzione naturale
    - una specie di neutralizzazione dell’arsenico causata dal gran consumo di alimenti grassi,
        come latte e burro


NOTA: mi scuso per eventuali imprecisioni ed errori nelle traduzioni
ALLEGATO 1

dal New York Times dell’8 novembre 1854



                                    ARSENIC-EATERS


Due o tre anni fa sono state pubblicate alcune affermazioni, relative ai “Mangiatori di arsenico”
che si è detto vivano in alcune parti dell’Austria e dell’Ungheria, alle quali la gran parte di noi
riteneva difficile credere. Si affermava che ci sarebbero state persone abituate all’uso di questo
virulento veleno in quanto necessario alla loro salute e alla loro sopravvivenza. Le donne lo
usavano per migliorare il loro aspetto. Gli uomini lo prendevano quando dovevano ascendere in
montagna e ritenevano che migliorasse il loro “fiato” e il Dr. TSCHUDI, su tale base, prescriveva
la soluzione di Fowler di Arsenico per l’asma, con evidenti benefici. Queste affermazioni sono state
pubblicate su Belgian Medical Press dal suddetto signore sotto la sua autorità. Successivamente il
Dr TSCHUDI ha scritto un altro articolo in proposito. Ne abbiamo trovato una traduzione da
French Medical Periodical a cura di uno scrittore sul Boston Medical Journal .
                           SUI TOSSICOFAGI, A cura del Dr TSCHUDI
L’immenso interesse suscitato dalle mie comunicazioni sui tossicofagi nel 28° numero del primo
anno di questo Journal mi ha indotto a dedicare per un anno tutta la mia attenzione a questo fatto
così interessante dal punto di vista medico e legale che, se non negato, e stato almeno messo in
dubbio da diversi giornali inglesi. In questo periodo ho potuto confermare perfettamente le mie
precedenti affermazioni e incrementarle con esempi molto simili. Uno dei più inveterati mangiatori
di arsenico che, in un primo momento, come d’uso, aveva negato molto ostinatamente l’uso
personale di arsenico, alla fine lo ha completamente ammesso, e mi ha detto di aver assunto la sua
dose di arsenico con grande regolarità da 27 a 63 anni, diverse (da 8 a 10) volte al mese, in
corrispondenza della luna nuova. Iniziò con un piccolo frammento delle dimensioni di un seme di
lino, e per molti anni non ha superato una dose da lui indicata come corrispondente a un piccolo
pezzo di carbone. Mi sono preso la briga di pesare un pezzo di arsenico ungherese delle stesse
dimensioni: il peso è fra 3 e 4 grani. Quando gli ho chiesto perché non ha mai accresciuto la
quantità, mi ha risposto che non aveva osato farlo perché anni prima si era ammalato proprio per
questo. A quel tempo aveva ingerito una grande quantità, che gli aveva provocato una violenta
colica, un’infiammazione della gola, una chiusura dello stomaco, ecc. La ragione per cui si è
astenuto dall’assumere arsenico per circa due anni è stata la morte di un suo amico, pure lui un
mangiatore di arsenico, morto di idropisia dopo molte sofferenze. Aveva pensato che la causa fosse
l’arsenico e, temendo una fine simile, non aveva più assunto “hidri”, sebbene questa astinenza gli
provocasse molti inconvenienti.
Da quando smesso di assumere arsenico ha sofferto di gastrodinia. Durante tutto il periodo di
assunzione si è ammalato solo una volta, di polmonite. Un fatto degno di attenzione è l’immunità di
questo individuo dal prurito, mentre i suoi familiari ne erano attaccati. Secondo un calcolo
approssimativo quest’uomo ha ingerito in 35 anni da 20 a 22 once di arsenico; e questa spaventosa
quantità di uno dei più potenti veleni metallici non ha prodotto alcune significativa alterazione della
sua salute se si eccettua una certa raucedine, che comunque era più marcata pochi anni fa. Questo
fenomeno è molto generalizzato fra i mangiatori di arsenico.
Sottometto qui un estratto di una lettera di un sacerdote, A*** de M***, relativa a questo fatto –
‘Le informazioni ottenute mostrano che l’individuo in questione ha accuratamente celato a tutti il
suo segreto; era comunque opinione comunque che fosse un caso di ingestione di arsenico.
Quest’uomo ha 55 anni, appare di ottima salute e non è mai stato seriamente malato, ma è sempre
rauco. Nasconde l’uso dell’arsenico per paura di incorrere nei rigori della legge per possesso e uso
di questo veleno. Si troverebbe privato di un rimedio indispensabile per la sua salute e non potrebbe
ottenerlo. Si dice che aumenti la dose ad ogni luna nuova e la diminuisca al suo svanire.’
Il modo di assumere l’arsenico varia molto fra i diversi tossicofagi. Alcuni assumono la loro dose
tutta assieme, lasciandola scogliere lentamente in bocca, e a stomaco vuoto. Altri la riducono in
polvere e la spalmano sul pane o su una piccola fetta di lardo fresco. La maggior parte di loro
seguono le fasi lunari, che rivestono una parte importante nelle terapie popolari, e sospendono, o
diminuiscono significativamente a luna calante. Quelli che lo usano per rendere più facili le ascese
in montagna, lo assumono alla partenza, senza curarsi del periodo lunare.
Non posso trattenermi qui dal far riferimento ad un tentativo di avvelenamento riportato da molti
giornali, se non vado errato, verso la fine del 1852 o all’inizio del 1853.
Un domestico in un paese del nord della Francia voleva liberarsi di una sovrintendente che riteneva
troppo severa. A tale scopo, per molto tempo, miscelò con l’arsenico il cibo della signora, sperando
di evitare ogni sospetto di omicidio grazie al lento agire del veleno e dei sintomi risultanti. Con sua
grande meraviglia vide la signora guadagnare per molti mesi in carne, apparenza e spirito.
Percependo che le piccole dosi producevano un effetto contrario a quello desiderato, mischio una
quantità più consistente con una fricassea di pollo. La violenza dei sintomi rapidamente prodotti da
questo piatto portò alla scoperta del tentativo di avvelenamento e del suo autore, che fu arrestato. In
questo caso assistiamo agli stessi fenomeni presentati dai tossicofagi dei nostri paesi.
Al momento delle mie prime comunicazioni su questo soggetto, ero a conoscenza di mangiatori di
arsenico solo in piccoli distretti della Bassa Austria e della Stiria; da allora ho ricevuto
comunicazioni da altre e rispettabilissime fonti dalle quali risulta che l’uso di questo veleno è quasi
generalizzato nelle montagne dell’Austria, della Stiria, e specialmente a Salisburgo e in Tirolo fra i
cacciatori di camosci. M. SCHNEIDER, nel suo lavoro in “Chimie Legale” (pp 169, 1851), parla di
questo, facendo riferimento a massicce dosi di arsenico prescritte da alcuni medici, senza effetti
dannosi. Mentre questo articolo era già nelle mani dell’editore ho ricevuto una interessantissima
comunicazione da una fonte amica molto rispettabile: M. F*** St***, direttore delle miniere di
arsenico appartenenti a M.F.S., a M***, in L**au, per molti anni ha ingerito ogni mattina un
pizzico (quanto ne può tenere la punta di un coltello) di polvere di arsenico per preservarsi dagli
effetti perniciosi dell’arsenico. Il gentiluomo inviò ad un distinto medico del posto uno di questi
pizzichi, che risultò pesare 3 e ¾ grani. Dunque ingerisce ogni giorno fra 3 e 4 grani di arsenico e
gode di eccellente salute. Si dice che dia istruzioni ai suoi operai sul modo di usare l’arsenico come
profilassi contro gli effetti nocivi derivanti dal lavorare in una miniera di questo veleno.
Passiamo quindi agli animali. I cavalli sono quelli ai quali viene in genere dato l’arsenico. Ho già
spegato l’oggetto di questa pratica e completerò la mia comunicazione descrivendo il modo di
procedere. Ogni allevatore ha un modo diverso, al quale però si attiene rigorosamente; sono
comunque tutti d’accordo su un punto, che l’arsenico dovrebbe essere somministrato ai cavalli solo
a luna nuova. Alcuni lo somministrano in questo periodo ogni giorno, in dosi di 3 o 4 grani. Altri lo
somministrano a luna piena per due giorni, sospendendo per due giorni, e accrescendo la dose nei
due giorn i seguenti. In questi intervalli danno ai cavalli, una volta alla settimana, una purga
aloetica. Essi osservano rigorosamente la regola di dare arsenico ai cavalli solo dopo aver dato loro
cibo e acqua. Un pezzo di pane serve per veicolare la polvere di arsenico. Se una animale deve
prendere l’arsenico mentre è impiegato, il pezzo è tagliato a strisce, o un po’ di polvere è dispersa
su un pezzo di lardo, e il tutto viene attaccato al morso o alla briglia. Succede che parte del veleno è
eliminata con gli escrementi, per questo spesso si nota che i polli muoiono dopo aver mangiato
l’avena contenuta nel letame provenienti da cavalli soggetti al regime arsenicale. Gli allevatori
ritengono che l’arsenico sia una infallibile prevenzione contro la colica dei cavalli alimentati con la
segale, che notoriamente predispone a questa malattia.
L’uso dell’arsenico per gli animali con le corna è meno frequente; viene dato solo ai buoi e ai vitelli
destinati ad ingrassare. E’ osservato il rispetto delle fasi lunari sopra descritte, e la polvere
arsenicale è data all’animale con la biada mischiata con paglia infusa in acqua calda. L’effetto è
molto sorprendente poiché aumentano le dimensioni dell’animale, ma non altrettanto il peso. Per
questo raramente i macellai acquistano a vista animali ingrassati in questo modo, poiché il loro peso
è inferiore a quello deducibile dall’apparenza. Non c’è bisogno di rimarcare che questo processo è
utilizzato solo per animali destinati all’ingrasso e non per animali da traino. In Stiria, così come in
Austria, ci sono contadini che, a seguito di questa pratica, sono noti sotto il nome di hidri-bauer
(arsenico-paesani). L’arsenico è spesso dato in piccole dosi ai cani, specialmente per ingrassarli;
talvolta ogni giorno viene loro data anche una dose di solforato di antimonio. E’ stato trovato che il
solforato di antimonio purificato (antimonium sulphuratumnigrum laevigatum) preparato dai
farmacisti è inerte, e che è solo il prodotto commerciale che esercita il suo noto effetto. Ciò può
essere dovuto alla quantità non insignificante di solforato di arsenico normalmente contenuto in
quest’ultimo prodotto.
Si noterà che l’impiego di arsenico con gli animali è soggetto alle stesse regole osservate per loro
stessi dai tossicofagi. Sarebbe interessante sapere se se gli effetti benefici di piccole dosi di questo
veleno osservati negli animali hanno condotto a sperimentazioni sulle persone, o, viceversa, se
questa pratica è passata dal campo delle terapeutiche umane a quelle degli animali.
ALLEGATO 2




dal New York Times del 23 giugno 1860



                                  ARSENIC-EATING

Il Dr. CHARLES FLEISH ha recentemente condotto un’indagine sulla controversa questione dei
mangiatori di arsenico in Stiria, tenendo presente la difficoltà di ottenere informazioni dal momento
che i mangiatori di arsenico mantengono il più stretto segreto. Essi lo ottengono in maniera illecita
dai Tirolesi, dal momento che è difficile procurarselo in altro modo, poiché la legge proibisce la sua
vendita senza il certificato di un medico. Ma il Dr. HEISH ha adesso stabilito, al di là di ogni
ulteriore discussione, che l’arsenico è effettivamente mangiato dai paesani della Stiria, e nelle
quantità più incredibili. Una persona che ha confessato di aver iniziato con tre grani al giorno – una
dose che noi considereremmo letale – finora, al suo 45° anno, assume giornalmente 23 grani di puro
arsenico bianco col suo caffè ! Si dice che il suo aspetto sia molto migliorato e appare come
eccessivamente giovanile a seguito dell’uso di questa potente droga. Anche i boscaioli e i cacciatori
del Tirolo la prendono per migliorare la respirazione e prevenire la stanchezza. Di regola i
mangiatori di arsenico vivono molto a lungo, ma invariabilmente muoiono di morte improvvisa.
L’effetto di abbandonare l’uso dell’arsenico dopo che uno si è abituato equivale agli orrori narrati
da DE QUINCEY a seguito della sua rinuncia all’oppio.
ALLEGATO 3



dal New York Times del 4 agosto 1860


              THE ARSENIC EATERS OF STEIERMARK

Un interessante rapporto è stato presentato all’Accademia delle Scienze di Vienna, in relazione ai
mangiatori di arsenico di Steiermark, sud di Salisburgo. Il nord e il nordovest della provincia sono
la sede dei mangiatori di arsenico, quaranta dei quali sono conosciuti nel singolo distretto di
Hartberg. Iniziano con una dose delle dimensioni di un grano di miglio e crescono gradualmente
fino a dosi delle dimensioni di un pisello, in quantità da 2, 4 e mezzo, fino a 5 e mezzo grani.
Alcuni assumono l’arsenico giornalmente, altri quasi ogni giorno, e altri ancora una o due volte per
settimana. In Hartberg è usanza interrompere ad ogni luna nuova, e iniziare di nuovo con dosi molto
piccole. Immediatamente dopo aver preso l’arsenico, si astengono dal bere e dal mangiare carne e
sostanze grasse. In media sono una popolazione forte, in salute, in gran parte delle classi più basse,
come boscaioli, allevatori, ecc. Le donne raramente prendono arsenico. Gli uomini iniziano a 18
anni e alcuni vivono fino a 76 anni e oltre. Sono generalmente coraggiosi, litigiosi, e di forti
passioni animali. Ritengono che l’uso della droga li preservi forti e in salute e li protegga da
malattie di ogni tipo.
ALLEGATO 4

dal New York Times del 16 ottobre 1875

Alla riunione dei “German natural philosophers” in Vienna, il Dr. Knapp ha presentato due
mangiatori di arsenico in Stiria; uno mangiava 0,30 grammi di solforato giallo di arsenico, l’altro
0,40 grammi di acido arsenico. Nella sua presentazione sui mangiatori di arsenico il Dr. Knapp ha
detto, fra le altre cose:

E’ difficile fornire dati certi sull’aumento del numero dei mangiatori di arsenico. Mi sono convinto
che ne esistono molti nell’Alta Stiria e anche nella Stiria Centrale; moltissimi stallieri, taglialegna e
forestali mi sono noti come mangiatori di arsenico; anche il sesso femminile è dedito a tale pratica.
Molti hanno iniziato a 17 o 18 anni ad assumere arsenico e hanno continuato fino a tarda età. Molti
mangiatori di arsenico tengono la cosa segreta, quindi è impossibile fornire statistiche accurate.
Tutti giustificano tale pratica con la motivazione che essa previene le malattie; e inoltre col
desiderio di apparire rosei e in salute; che è un rimedio contro le difficoltà respiratorie e consente la
digestione di cibi indigeribili. Un bracconiere nell’Alta Stiria, che fece l’esperimento di mangiare
arsenico in mia presenza, mi disse che in tal modo aveva acquistato coraggio. Tutti i mangiatori di
arsenico mi sono apparsi in salute e robusti. Credo che solo una persona robusta possa abituarsi a
questa pratica. Alcuni raggiungono una età avanzata. Così, a Zeiring, ho visto un addetto alla
combustione del carbone, di oltre 70 anni, ancora forte e sano, il quale, mi è stato detto, aveva preso
arsenico per più di 40 anni. Ho sentito inoltre di un cacciatore di camosci di 81 anni, che ha
mangiato arsenico per lungo tempo. Non ho mai osservato cachessia da arsenico tra gli assuefatti a
questa pratica. Certamente è accaduto una volta che un mangiatore di arsenico (un apprendista
dell’industria del cuoio in Ligist 1865), essendosi troppo intossicato, si avvelenò gravemente.
Secondo il suo racconto aveva preso un pezzo grande come un fagiolo. Egli comunque si riprese
completamente e continuò a mangiare arsenico, ma con maggior cautela. Secondo le mie
osservazioni, l’arsenico bianco, cioè l’acido arsenico, As.O3, (chiamato anche fiori di arsenico) e
l’arsenico giallo, As.S3, (orpimento) sono assunti, allo stato secco, da soli o sul pane. Naturalmente
all’inizio la dose è molto piccola, e viene accresciuta gradualmente. La maggior quantità mangiata
in mia presenza da un bracconiere in Zeiring è stata 14 grammi. Un certo Matthew Schober, in
Ligist, mangiò 7 grammi e mezzo davanti a me il 17 aprile 1865. Gli intervalli di assunzione
dell’arsenico variano – ogni quindici giorni, ogni settimana, due o tre volte alla settimana. Ma ogni
dubbio sull’esistenza dei mangiatori di arsenico è adesso rimosso dai presenti esperimenti.
ALLEGATO 5




dal New York Times del 26 luglio 1885


                                 ARSENIC EATERS

Non si deve comunque supporre che chi si dedica all’hedri (cibarsi di arsenico) lo faccia
apertamente. Al contrario, si inizia in segreto, a luna crescente, e, in alcuni villaggi, osservando
regole superstiziose. All’inizio si prende una dose piccolissima, una volta alla settimana – pane e
burro sono i supporti preferiti – quindi due volte alla settimana, e così via; quando l’individuo arriva
ad una dose giornaliera, la dose viene accresciuta fino a quella che in circostanze ordinarie
ucciderebbe due o tre persone. Ma non si deve ritenere che queste persone possano consumare la
droga in piena impunità. Quando iniziano con una dose piccolissima soffrono di nausea e bruciori
alla bocca, alla gola e allo stomaco e probabilmente si sentono molto peggio di un ragazzo col suo
primo sigaro. Ma una peculiarità del mangiare arsenico è che, quando si è iniziato, poi si deve
continuare; per chi cessa di assumere arsenico l’arsenico presente nel suo organismo lo avvelena; o,
come dice un’espressione popolare, l’ultima dose lo uccide. E invero il mangiatore di arsenico egli
non solo deve continuare, egli deve anche incrementare la quantità di droga, così che è
estremamente difficile smettere; perché, dal momento che un’improvvisa cessazione causa la morte,
una cessazione graduale produce un logorio cardiaco così terribile che nessun mangiatore di
arsenico ha mai smesso di mangiare arsenico finché in vita. E’ curioso che, mentre da un lato
l’organismo umano è così altamente sensibile all’arsenico, dall’altro un uomo possa assumere
queste dosi tossiche per anni. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che l’arsenico agisce sulla pelle,
ed è quindi costantemente rimosso dall’organismo, e anche perché viene facilmente eliminato dai
reni. Il che comporta che non si abbia un accumulo nei tessuti e quindi quello che appare quasi
mitico è alla fine ricondotto nel campo delle possibilità. E’ stato calcolato che il processo di
eliminazione deve proseguire per 14 giorni prima che l’intera dose sia rimossa. Ma resta il fatto che
questi paesani Austriaci posso ingoiare arsenico in quantità e con un’impunità sconosciute negli
annali della tossicologia. Per la soluzione del problema possiamo offrire le seguente considerazioni:
Prima di tutto l’organismo umano a molti, se non a tutti, i veleni, se somministrati all’inizio in dosi
piccolissime; e in tal modo un veleno, come ben noto, può divenire un “mitridate” per se stesso. In
secondo luogo, sebbene l’organismo umano sia estremamente sensibile all’arsenico, alcuni
organismi possono esserlo meno di altri; così, per esempio, i mangiatori di arsenico della Stiria sono
tutti dei robusti montanari, i cui antenati hanno mangiato arsenico per generazioni così che, si può
supporre, ogni generazione è divenuta più resistente all’arsenico della precedente. In terzo luogo gli
Stiriani, come molti montanari, consumano grandi quantità di latte e burro, così come altri alimenti
ricchi in grassi, e le materie oleate unite a un certo grado con l’arsenico formano un sapone
arsenicale che non entra facilmente nel sangue, così che la quantità totale di arsenico assimilato è
proporzionalmente ridotta. Di qui possiamo vedere che se uno Stiriano condivide un quantitativo
inusuale di questa droga mortale, egli è non solo meno suscettibile alla sua influenza per la sua
discendenza ereditaria e le sue abitudini, ma inoltre la sua alimentazione gli fornisce una sorta di
antidoto.

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i mangiatori di arsenico

  • 1. Estratto dal sito www.ilfuturomigliore.org I MANGIATORI DI ARSENICO sergio benassai Nota: Come spiegherò successivamente, mentre cercavo qualche riferimento per queste considerazioni relative alla presenza di arsenico nelle acque potabili, mi sono imbattuto nella storia dei “mangiatori di arsenico” (che è descritta nella seconda parte di questo documento): di qui la scelta del titolo 1. L’arsenico nelle acque potabili italiane Con la Direttiva 98/83/CE, recepita con il DLgs 31/2001, è stato stabilito un valore limite per la concentrazione dell’arsenico nelle acque potabili pari a 10 µg/litro (valore inferiore a quello di 50 µg/litro, previsto dalla preesistente direttiva 80/778/CE).
  • 2. Questo ha creato molti problemi in Italia, dal momento che in diversi comuni, in particolare nel viterbese, la concentrazione dell’arsenico è ben superiore ai 10 µg/litro. Per questo l’Italia aveva chiesto una norma transitoria per consentire di ritardare, in alcuni comuni, l’applicazione del nuovo limite, ammettendo quindi che, per alcuni anni, si potesse ancora fare riferimento al “vecchio” valore di 50 µg/litro. La decisione della Commissione Europea fu comunque quella di concedere deroghe solo per concentrazioni dell’arsenico nelle acque potabili non superiori a 20 µg/litro. Ma tali deroghe sono scadute il 31 dicembre 2012. Per questo l’affannarsi in questi giorni con autobotti e distribuzione di acqua minerale. Anche perché, facendo riferimento al Lazio, l’ultima riunione del tavolo tecnico regionale del 27 dicembre 2012 ha confermato: a) il divieto di utilizzare acqua con concentrazioni di arsenico superiori a 10 µg/litro per: - uso potabile - cottura, reidratazione e ricostituzione di alimenti; - preparazione di alimenti e bevande (escluso lavaggio frutta e verdura sotto flusso d’acqua e utilizzando acqua potabile per l’ultimo risciacquo); - pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua (lavaggio denti e cavo orale); - imprese alimentari b) la possibilità di utilizzare acqua con concentrazioni di arsenico superiori a 10 µg/litro, ma inferiori a 50 µg/litro per: - tutte le operazioni di igiene domestica (lavaggio indumenti stoviglie ambienti) scarico wc e impianti riscaldamento) - igiene personale (es. doccia) tranne nei casi di presenza di specifiche patologie cutanee (eczema, patologie cutanee a rischio anche di tipo evolutivo o degenerativo)
  • 3. 2. I rischi per la salute Ricordiamo che il GHS (il sistema globale armonizzato di classificazione dei prodotti chimici) e il Regolamento (CE) 1272/2008 classificano l’arsenico come: - sostanza caratterizzata da tossicità acuta (cioè danni gravi alla salute a seguito di contatto o ingestione o inalazione di quantità significative) di categoria 3 (la categoria 1 è quella più pericolosa e la categoria 4 (o 5 per il GHS) è la meno pericolosa). - sostanza pericolosa per l’ambiente acquatico di categoria 1 ma NON classificano l’arsenico come cancerogeno o mutageno o pericoloso per la riproduzione. Tuttavia GHS e Regolamento(CE) 1272/2008 classificano come cancerogeni gli ossidi e i sali di arsenico. E lo IARC (International Agency for Research on Cancer) considera l’arsenico come un provato cancerogeno. Lo Scientific Committee on Health and Environmental Risks (SCHER), incaricato dalla Commissione Europea di analizzare la richiesta italiana di deroga per quanto riguarda la concentrazione di arsenico nelle acque potabili, nel suo rapporto del 16 aprile 2010 “Derogation on the Drinking Water Directive 98/83/EC”, giungeva alla seguente conclusione: Le informazioni disponibili indicano che le deroghe richieste comportano solo un bassissimo rischio di tumore, probabilmente inferiore a 1/1000000 (1 caso su 1 milione di persone). Tenendo conto di ciò, fermo restando che va comunque garantito l’assoluto rispetto delle leggi e delle direttive, può essere comunque di qualche conforto il parere degli esperti che sembrano concordare sul fatto che al superamento del limite di 10 µg/litro non è associato un rischio significativo. 3. Ma l’arsenico fa anche bene ? E’ noto che l’arsenico è stato da tempo impiegato in campo medico, anche se il suo utilizzo è andato sempre diminuendo. In tempi recenti è stato tuttavia utilizzato nel trattamento di alcune leucemie. Ma quello che più mi ha incuriosito è stato il fatto che sono ancora ben frequentate le terme di Levico e Vetriolo (Trento), che si caratterizzano per la presenza di acque ad alto contenute di arsenico.
  • 4. In particolare la sorgente della “Acqua forte” si caratterizza per un contenuto di arsenico pari a 5260 µg/litro. Ad essa vengono attribuite le seguenti proprietà terapeutiche: . - Importante azione disinfettante e antinfiammatoria - Azione trofica sulle mucose; - Azione stimolante sulle cellule epiteliali - Azione miorilassante - Azione stabilizzante il tono dell’umore 4. Tossicità, ormesi e mitridatismo In realtà non dovrebbe rappresentare una novità la scoperta del fatto che l’arsenico, oltre ad essere n nocivo per la salute umana, può anche, a basse concentrazioni, avere effetti positivi. Si tratta del ben noto fenomeno dell’ dell’ormesi, la teoria che consiste appunto nell’assumere che molte ell’assumere sostanze, nell'interagire con gli organismi viventi, possono esercitare un'azione stimolante (positiva) a basse dosi e un’azione di inibizione (negativa) ad alte dosi. Due esempi per tutti: 1) una sostanza chiaramente non tossica come l’acqua può essere letale: infatti l’assunzione in poche ore di quantità di acqua nell’ordine di 3 litri può portare alla morte. 3-5 2) una sostanza tossica, come lo iodio, a piccol concentrazioni è addirittura essenziale per garantire piccole un buono stato di salute Inoltre, limitandoci al caso dei veleni (e l’arsenico è sicuramente un veleno), è ben noto il fenomeno del mitridatismo, vale a dire una condizione di immunità ad uno o più veleni raggiunta tramite l'assuefazione dovuta all'assunzione costante di dosi non letali degli stessi. 5. I mangiatori di arsenico . Nella ricerca di qualche dato significativo sulle eventuali caratteristiche ormetiche dell’arsenico o significativo sulla possibilità di riscontrare un possibile fenomeno di mitridatismo ho dato una scorsa ad alcuni mitridatismo, articoli e notizie disponibili su Internet e nel far questo mi sono imbattuto in un interessante Internet, articolo dove si faceva riferimento alla “arsenofagia” e ai “mangiatori di arsenico”. Tale documento riporta il fatto che, nel XIX secolo, gli abitanti della Stiria (una provincia austriaca) avevano la nomea di mangiare composti di arsenico, una condizione identificata come “arsenicofagia” o “arsenofagia”.
  • 5. E si fa riferimento ad alcune relazioni presentate a diversi convegni scientifici nella seconda metà del XIX secolo, fornendo indicazioni abbastanza precise sulle quantità di arsenico ingerite dai “mangiatori di arsenico”, sulle modalità, sui supposti effetti benefici, ecc. Nel documento in questione però non si fa riferimento a dati più recenti su questo fenomeno se non ai seguenti: Nel 1933 H.A. Schroeder, un medico, e due studenti di medicina stavano facendo escursioni nel Tirolo Austriaco. La guida locale prese una manciata di un materiale cristallino grigio-nero da una roccia, ne mangiò un grammo o due, mettendo da parte il resto per consumarla in futuro. Si disse che il materiale fosse arsenico, possibilmente arsenico elementare, sebbene non fosse fornita alcuna indicazione di dettaglio. J.J.Balassa, un candidato al Ph.D. ai tempi della sua gioventù, in Svizzera, osservò un montanaro che spalmava arsenico su pane e burro per consumarlo come tonico. Quindi le informazioni dettagliate relative ai mangiatori di arsenico sono da ricercarsi in documenti del XIX secolo. 7. Evviva il New York Times E allora sono andato alla ricerca di questi documenti. Non ho certo fatto una ricerca approfondita, ma mi sono imbattuto in una serie di articoli pubblicati sul New York Times di quell’epoca e ne sono rimasto conquistato. Ho quindi deciso di tradurli e di proporveli in allegato. Naturalmente non ho provveduto in tal senso per tutti glia articoli, ma solo per quelli che mi sono sembrati più significativi. Ne ho quindi scelti 5, pubblicati nel periodo che va dal 1854 al 1885. Il primo articolo è dell’8 novembre 1854 (vedi Allegato 1). Fra i molti dettagli riportati: - c’è un preciso riferimento alle quantità di arsenico che possono essere ingerite giornalmente: si parla di 3 – 4 grani1, il che corrisponde a 0,2 – 0,3 grammi al giorno (cioè da 2 a 3 volte la dose considerata letale) - l’assunzione dell’arsenico avviene in genere in coincidenza con la luna nuova - la somministrazione dell’arsenico anche agli animali (interessante il fatto che, con l’arsenico, gli animali aumentano di dimensioni, ma non di peso: e per questo i macellai non li vogliono !) - 1 Ho fatto riferimento al grano inglese, per cui 1 grano è all’incirca 65 mg
  • 6. Il secondo articolo è del 23 giugno 1860 (vedi Allegato 2). Vi si precisa che: - la pratica è illegale - l’assunzione di arsenico migliora l’aspetto, la respirazione e previene la stanchezza Il terzo articolo è del 4 agosto 1860 (vedi Allegato 3). E’ sottolineato il fatto che i mangiatori di arsenico appartengono in genere alle classi più basse, come boscaioli e allevatori (ma nel primo articolo si parla del direttore di una miniera: pur se di una miniera di arsenico !) e che in genere non ne fanno parte le donne. Il quarto articolo è del 16 ottobre 1875 (vedi Allegato 4). Da notare, all’inizio dell’articolo, come a quell’epoca gli studiosi di scienze naturali erano chiamati “natural philosophers”
  • 7. Il quinto articolo è del 26 luglio 1885 (vedi Allegato 5). Interessanti i tre tentativi di spiegazione al fenomeno dei mangiatori di arsenico: - una specie di mitridatismo - un qualcosa che assomiglia alla teoria dell’evoluzione naturale - una specie di neutralizzazione dell’arsenico causata dal gran consumo di alimenti grassi, come latte e burro NOTA: mi scuso per eventuali imprecisioni ed errori nelle traduzioni
  • 8. ALLEGATO 1 dal New York Times dell’8 novembre 1854 ARSENIC-EATERS Due o tre anni fa sono state pubblicate alcune affermazioni, relative ai “Mangiatori di arsenico” che si è detto vivano in alcune parti dell’Austria e dell’Ungheria, alle quali la gran parte di noi riteneva difficile credere. Si affermava che ci sarebbero state persone abituate all’uso di questo virulento veleno in quanto necessario alla loro salute e alla loro sopravvivenza. Le donne lo usavano per migliorare il loro aspetto. Gli uomini lo prendevano quando dovevano ascendere in montagna e ritenevano che migliorasse il loro “fiato” e il Dr. TSCHUDI, su tale base, prescriveva la soluzione di Fowler di Arsenico per l’asma, con evidenti benefici. Queste affermazioni sono state pubblicate su Belgian Medical Press dal suddetto signore sotto la sua autorità. Successivamente il Dr TSCHUDI ha scritto un altro articolo in proposito. Ne abbiamo trovato una traduzione da French Medical Periodical a cura di uno scrittore sul Boston Medical Journal . SUI TOSSICOFAGI, A cura del Dr TSCHUDI L’immenso interesse suscitato dalle mie comunicazioni sui tossicofagi nel 28° numero del primo anno di questo Journal mi ha indotto a dedicare per un anno tutta la mia attenzione a questo fatto così interessante dal punto di vista medico e legale che, se non negato, e stato almeno messo in dubbio da diversi giornali inglesi. In questo periodo ho potuto confermare perfettamente le mie precedenti affermazioni e incrementarle con esempi molto simili. Uno dei più inveterati mangiatori di arsenico che, in un primo momento, come d’uso, aveva negato molto ostinatamente l’uso personale di arsenico, alla fine lo ha completamente ammesso, e mi ha detto di aver assunto la sua dose di arsenico con grande regolarità da 27 a 63 anni, diverse (da 8 a 10) volte al mese, in corrispondenza della luna nuova. Iniziò con un piccolo frammento delle dimensioni di un seme di lino, e per molti anni non ha superato una dose da lui indicata come corrispondente a un piccolo pezzo di carbone. Mi sono preso la briga di pesare un pezzo di arsenico ungherese delle stesse dimensioni: il peso è fra 3 e 4 grani. Quando gli ho chiesto perché non ha mai accresciuto la quantità, mi ha risposto che non aveva osato farlo perché anni prima si era ammalato proprio per questo. A quel tempo aveva ingerito una grande quantità, che gli aveva provocato una violenta colica, un’infiammazione della gola, una chiusura dello stomaco, ecc. La ragione per cui si è astenuto dall’assumere arsenico per circa due anni è stata la morte di un suo amico, pure lui un mangiatore di arsenico, morto di idropisia dopo molte sofferenze. Aveva pensato che la causa fosse l’arsenico e, temendo una fine simile, non aveva più assunto “hidri”, sebbene questa astinenza gli provocasse molti inconvenienti. Da quando smesso di assumere arsenico ha sofferto di gastrodinia. Durante tutto il periodo di assunzione si è ammalato solo una volta, di polmonite. Un fatto degno di attenzione è l’immunità di questo individuo dal prurito, mentre i suoi familiari ne erano attaccati. Secondo un calcolo approssimativo quest’uomo ha ingerito in 35 anni da 20 a 22 once di arsenico; e questa spaventosa quantità di uno dei più potenti veleni metallici non ha prodotto alcune significativa alterazione della sua salute se si eccettua una certa raucedine, che comunque era più marcata pochi anni fa. Questo fenomeno è molto generalizzato fra i mangiatori di arsenico. Sottometto qui un estratto di una lettera di un sacerdote, A*** de M***, relativa a questo fatto – ‘Le informazioni ottenute mostrano che l’individuo in questione ha accuratamente celato a tutti il suo segreto; era comunque opinione comunque che fosse un caso di ingestione di arsenico. Quest’uomo ha 55 anni, appare di ottima salute e non è mai stato seriamente malato, ma è sempre
  • 9. rauco. Nasconde l’uso dell’arsenico per paura di incorrere nei rigori della legge per possesso e uso di questo veleno. Si troverebbe privato di un rimedio indispensabile per la sua salute e non potrebbe ottenerlo. Si dice che aumenti la dose ad ogni luna nuova e la diminuisca al suo svanire.’ Il modo di assumere l’arsenico varia molto fra i diversi tossicofagi. Alcuni assumono la loro dose tutta assieme, lasciandola scogliere lentamente in bocca, e a stomaco vuoto. Altri la riducono in polvere e la spalmano sul pane o su una piccola fetta di lardo fresco. La maggior parte di loro seguono le fasi lunari, che rivestono una parte importante nelle terapie popolari, e sospendono, o diminuiscono significativamente a luna calante. Quelli che lo usano per rendere più facili le ascese in montagna, lo assumono alla partenza, senza curarsi del periodo lunare. Non posso trattenermi qui dal far riferimento ad un tentativo di avvelenamento riportato da molti giornali, se non vado errato, verso la fine del 1852 o all’inizio del 1853. Un domestico in un paese del nord della Francia voleva liberarsi di una sovrintendente che riteneva troppo severa. A tale scopo, per molto tempo, miscelò con l’arsenico il cibo della signora, sperando di evitare ogni sospetto di omicidio grazie al lento agire del veleno e dei sintomi risultanti. Con sua grande meraviglia vide la signora guadagnare per molti mesi in carne, apparenza e spirito. Percependo che le piccole dosi producevano un effetto contrario a quello desiderato, mischio una quantità più consistente con una fricassea di pollo. La violenza dei sintomi rapidamente prodotti da questo piatto portò alla scoperta del tentativo di avvelenamento e del suo autore, che fu arrestato. In questo caso assistiamo agli stessi fenomeni presentati dai tossicofagi dei nostri paesi. Al momento delle mie prime comunicazioni su questo soggetto, ero a conoscenza di mangiatori di arsenico solo in piccoli distretti della Bassa Austria e della Stiria; da allora ho ricevuto comunicazioni da altre e rispettabilissime fonti dalle quali risulta che l’uso di questo veleno è quasi generalizzato nelle montagne dell’Austria, della Stiria, e specialmente a Salisburgo e in Tirolo fra i cacciatori di camosci. M. SCHNEIDER, nel suo lavoro in “Chimie Legale” (pp 169, 1851), parla di questo, facendo riferimento a massicce dosi di arsenico prescritte da alcuni medici, senza effetti dannosi. Mentre questo articolo era già nelle mani dell’editore ho ricevuto una interessantissima comunicazione da una fonte amica molto rispettabile: M. F*** St***, direttore delle miniere di arsenico appartenenti a M.F.S., a M***, in L**au, per molti anni ha ingerito ogni mattina un pizzico (quanto ne può tenere la punta di un coltello) di polvere di arsenico per preservarsi dagli effetti perniciosi dell’arsenico. Il gentiluomo inviò ad un distinto medico del posto uno di questi pizzichi, che risultò pesare 3 e ¾ grani. Dunque ingerisce ogni giorno fra 3 e 4 grani di arsenico e gode di eccellente salute. Si dice che dia istruzioni ai suoi operai sul modo di usare l’arsenico come profilassi contro gli effetti nocivi derivanti dal lavorare in una miniera di questo veleno. Passiamo quindi agli animali. I cavalli sono quelli ai quali viene in genere dato l’arsenico. Ho già spegato l’oggetto di questa pratica e completerò la mia comunicazione descrivendo il modo di procedere. Ogni allevatore ha un modo diverso, al quale però si attiene rigorosamente; sono comunque tutti d’accordo su un punto, che l’arsenico dovrebbe essere somministrato ai cavalli solo a luna nuova. Alcuni lo somministrano in questo periodo ogni giorno, in dosi di 3 o 4 grani. Altri lo somministrano a luna piena per due giorni, sospendendo per due giorni, e accrescendo la dose nei due giorn i seguenti. In questi intervalli danno ai cavalli, una volta alla settimana, una purga aloetica. Essi osservano rigorosamente la regola di dare arsenico ai cavalli solo dopo aver dato loro cibo e acqua. Un pezzo di pane serve per veicolare la polvere di arsenico. Se una animale deve prendere l’arsenico mentre è impiegato, il pezzo è tagliato a strisce, o un po’ di polvere è dispersa su un pezzo di lardo, e il tutto viene attaccato al morso o alla briglia. Succede che parte del veleno è eliminata con gli escrementi, per questo spesso si nota che i polli muoiono dopo aver mangiato l’avena contenuta nel letame provenienti da cavalli soggetti al regime arsenicale. Gli allevatori ritengono che l’arsenico sia una infallibile prevenzione contro la colica dei cavalli alimentati con la segale, che notoriamente predispone a questa malattia. L’uso dell’arsenico per gli animali con le corna è meno frequente; viene dato solo ai buoi e ai vitelli destinati ad ingrassare. E’ osservato il rispetto delle fasi lunari sopra descritte, e la polvere arsenicale è data all’animale con la biada mischiata con paglia infusa in acqua calda. L’effetto è
  • 10. molto sorprendente poiché aumentano le dimensioni dell’animale, ma non altrettanto il peso. Per questo raramente i macellai acquistano a vista animali ingrassati in questo modo, poiché il loro peso è inferiore a quello deducibile dall’apparenza. Non c’è bisogno di rimarcare che questo processo è utilizzato solo per animali destinati all’ingrasso e non per animali da traino. In Stiria, così come in Austria, ci sono contadini che, a seguito di questa pratica, sono noti sotto il nome di hidri-bauer (arsenico-paesani). L’arsenico è spesso dato in piccole dosi ai cani, specialmente per ingrassarli; talvolta ogni giorno viene loro data anche una dose di solforato di antimonio. E’ stato trovato che il solforato di antimonio purificato (antimonium sulphuratumnigrum laevigatum) preparato dai farmacisti è inerte, e che è solo il prodotto commerciale che esercita il suo noto effetto. Ciò può essere dovuto alla quantità non insignificante di solforato di arsenico normalmente contenuto in quest’ultimo prodotto. Si noterà che l’impiego di arsenico con gli animali è soggetto alle stesse regole osservate per loro stessi dai tossicofagi. Sarebbe interessante sapere se se gli effetti benefici di piccole dosi di questo veleno osservati negli animali hanno condotto a sperimentazioni sulle persone, o, viceversa, se questa pratica è passata dal campo delle terapeutiche umane a quelle degli animali.
  • 11. ALLEGATO 2 dal New York Times del 23 giugno 1860 ARSENIC-EATING Il Dr. CHARLES FLEISH ha recentemente condotto un’indagine sulla controversa questione dei mangiatori di arsenico in Stiria, tenendo presente la difficoltà di ottenere informazioni dal momento che i mangiatori di arsenico mantengono il più stretto segreto. Essi lo ottengono in maniera illecita dai Tirolesi, dal momento che è difficile procurarselo in altro modo, poiché la legge proibisce la sua vendita senza il certificato di un medico. Ma il Dr. HEISH ha adesso stabilito, al di là di ogni ulteriore discussione, che l’arsenico è effettivamente mangiato dai paesani della Stiria, e nelle quantità più incredibili. Una persona che ha confessato di aver iniziato con tre grani al giorno – una dose che noi considereremmo letale – finora, al suo 45° anno, assume giornalmente 23 grani di puro arsenico bianco col suo caffè ! Si dice che il suo aspetto sia molto migliorato e appare come eccessivamente giovanile a seguito dell’uso di questa potente droga. Anche i boscaioli e i cacciatori del Tirolo la prendono per migliorare la respirazione e prevenire la stanchezza. Di regola i mangiatori di arsenico vivono molto a lungo, ma invariabilmente muoiono di morte improvvisa. L’effetto di abbandonare l’uso dell’arsenico dopo che uno si è abituato equivale agli orrori narrati da DE QUINCEY a seguito della sua rinuncia all’oppio.
  • 12. ALLEGATO 3 dal New York Times del 4 agosto 1860 THE ARSENIC EATERS OF STEIERMARK Un interessante rapporto è stato presentato all’Accademia delle Scienze di Vienna, in relazione ai mangiatori di arsenico di Steiermark, sud di Salisburgo. Il nord e il nordovest della provincia sono la sede dei mangiatori di arsenico, quaranta dei quali sono conosciuti nel singolo distretto di Hartberg. Iniziano con una dose delle dimensioni di un grano di miglio e crescono gradualmente fino a dosi delle dimensioni di un pisello, in quantità da 2, 4 e mezzo, fino a 5 e mezzo grani. Alcuni assumono l’arsenico giornalmente, altri quasi ogni giorno, e altri ancora una o due volte per settimana. In Hartberg è usanza interrompere ad ogni luna nuova, e iniziare di nuovo con dosi molto piccole. Immediatamente dopo aver preso l’arsenico, si astengono dal bere e dal mangiare carne e sostanze grasse. In media sono una popolazione forte, in salute, in gran parte delle classi più basse, come boscaioli, allevatori, ecc. Le donne raramente prendono arsenico. Gli uomini iniziano a 18 anni e alcuni vivono fino a 76 anni e oltre. Sono generalmente coraggiosi, litigiosi, e di forti passioni animali. Ritengono che l’uso della droga li preservi forti e in salute e li protegga da malattie di ogni tipo.
  • 13. ALLEGATO 4 dal New York Times del 16 ottobre 1875 Alla riunione dei “German natural philosophers” in Vienna, il Dr. Knapp ha presentato due mangiatori di arsenico in Stiria; uno mangiava 0,30 grammi di solforato giallo di arsenico, l’altro 0,40 grammi di acido arsenico. Nella sua presentazione sui mangiatori di arsenico il Dr. Knapp ha detto, fra le altre cose: E’ difficile fornire dati certi sull’aumento del numero dei mangiatori di arsenico. Mi sono convinto che ne esistono molti nell’Alta Stiria e anche nella Stiria Centrale; moltissimi stallieri, taglialegna e forestali mi sono noti come mangiatori di arsenico; anche il sesso femminile è dedito a tale pratica. Molti hanno iniziato a 17 o 18 anni ad assumere arsenico e hanno continuato fino a tarda età. Molti mangiatori di arsenico tengono la cosa segreta, quindi è impossibile fornire statistiche accurate. Tutti giustificano tale pratica con la motivazione che essa previene le malattie; e inoltre col desiderio di apparire rosei e in salute; che è un rimedio contro le difficoltà respiratorie e consente la digestione di cibi indigeribili. Un bracconiere nell’Alta Stiria, che fece l’esperimento di mangiare arsenico in mia presenza, mi disse che in tal modo aveva acquistato coraggio. Tutti i mangiatori di arsenico mi sono apparsi in salute e robusti. Credo che solo una persona robusta possa abituarsi a questa pratica. Alcuni raggiungono una età avanzata. Così, a Zeiring, ho visto un addetto alla combustione del carbone, di oltre 70 anni, ancora forte e sano, il quale, mi è stato detto, aveva preso arsenico per più di 40 anni. Ho sentito inoltre di un cacciatore di camosci di 81 anni, che ha mangiato arsenico per lungo tempo. Non ho mai osservato cachessia da arsenico tra gli assuefatti a questa pratica. Certamente è accaduto una volta che un mangiatore di arsenico (un apprendista dell’industria del cuoio in Ligist 1865), essendosi troppo intossicato, si avvelenò gravemente. Secondo il suo racconto aveva preso un pezzo grande come un fagiolo. Egli comunque si riprese completamente e continuò a mangiare arsenico, ma con maggior cautela. Secondo le mie osservazioni, l’arsenico bianco, cioè l’acido arsenico, As.O3, (chiamato anche fiori di arsenico) e l’arsenico giallo, As.S3, (orpimento) sono assunti, allo stato secco, da soli o sul pane. Naturalmente all’inizio la dose è molto piccola, e viene accresciuta gradualmente. La maggior quantità mangiata in mia presenza da un bracconiere in Zeiring è stata 14 grammi. Un certo Matthew Schober, in Ligist, mangiò 7 grammi e mezzo davanti a me il 17 aprile 1865. Gli intervalli di assunzione dell’arsenico variano – ogni quindici giorni, ogni settimana, due o tre volte alla settimana. Ma ogni dubbio sull’esistenza dei mangiatori di arsenico è adesso rimosso dai presenti esperimenti.
  • 14. ALLEGATO 5 dal New York Times del 26 luglio 1885 ARSENIC EATERS Non si deve comunque supporre che chi si dedica all’hedri (cibarsi di arsenico) lo faccia apertamente. Al contrario, si inizia in segreto, a luna crescente, e, in alcuni villaggi, osservando regole superstiziose. All’inizio si prende una dose piccolissima, una volta alla settimana – pane e burro sono i supporti preferiti – quindi due volte alla settimana, e così via; quando l’individuo arriva ad una dose giornaliera, la dose viene accresciuta fino a quella che in circostanze ordinarie ucciderebbe due o tre persone. Ma non si deve ritenere che queste persone possano consumare la droga in piena impunità. Quando iniziano con una dose piccolissima soffrono di nausea e bruciori alla bocca, alla gola e allo stomaco e probabilmente si sentono molto peggio di un ragazzo col suo primo sigaro. Ma una peculiarità del mangiare arsenico è che, quando si è iniziato, poi si deve continuare; per chi cessa di assumere arsenico l’arsenico presente nel suo organismo lo avvelena; o, come dice un’espressione popolare, l’ultima dose lo uccide. E invero il mangiatore di arsenico egli non solo deve continuare, egli deve anche incrementare la quantità di droga, così che è estremamente difficile smettere; perché, dal momento che un’improvvisa cessazione causa la morte, una cessazione graduale produce un logorio cardiaco così terribile che nessun mangiatore di arsenico ha mai smesso di mangiare arsenico finché in vita. E’ curioso che, mentre da un lato l’organismo umano è così altamente sensibile all’arsenico, dall’altro un uomo possa assumere queste dosi tossiche per anni. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che l’arsenico agisce sulla pelle, ed è quindi costantemente rimosso dall’organismo, e anche perché viene facilmente eliminato dai reni. Il che comporta che non si abbia un accumulo nei tessuti e quindi quello che appare quasi mitico è alla fine ricondotto nel campo delle possibilità. E’ stato calcolato che il processo di eliminazione deve proseguire per 14 giorni prima che l’intera dose sia rimossa. Ma resta il fatto che questi paesani Austriaci posso ingoiare arsenico in quantità e con un’impunità sconosciute negli annali della tossicologia. Per la soluzione del problema possiamo offrire le seguente considerazioni: Prima di tutto l’organismo umano a molti, se non a tutti, i veleni, se somministrati all’inizio in dosi piccolissime; e in tal modo un veleno, come ben noto, può divenire un “mitridate” per se stesso. In secondo luogo, sebbene l’organismo umano sia estremamente sensibile all’arsenico, alcuni organismi possono esserlo meno di altri; così, per esempio, i mangiatori di arsenico della Stiria sono tutti dei robusti montanari, i cui antenati hanno mangiato arsenico per generazioni così che, si può supporre, ogni generazione è divenuta più resistente all’arsenico della precedente. In terzo luogo gli Stiriani, come molti montanari, consumano grandi quantità di latte e burro, così come altri alimenti ricchi in grassi, e le materie oleate unite a un certo grado con l’arsenico formano un sapone arsenicale che non entra facilmente nel sangue, così che la quantità totale di arsenico assimilato è proporzionalmente ridotta. Di qui possiamo vedere che se uno Stiriano condivide un quantitativo inusuale di questa droga mortale, egli è non solo meno suscettibile alla sua influenza per la sua discendenza ereditaria e le sue abitudini, ma inoltre la sua alimentazione gli fornisce una sorta di antidoto.