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7° incontro. L’Anatomia umana e la Fisiologia cellulare:
                   osmoregolazione ed escrezione; sistema circolatorio;
                                 controllo ipotalamico




ANATOMIA UMANA E FISIOLOGIA
Osmoregolazione ed escrezione

• ambiente    interno stabile

• adeguata    quantità di acqua

• soluti   in concentrazioni adeguate

• eliminazione   di sostanze tossiche

• regolazione    pH plasmatico
Il problema dell’eliminazione di urea


• prodotta
        nel fegato dal catabolismo degli
 amminoacidi

• inviata
        ai reni per essere diluita in acqua e
 quindi eliminata

• (azotemia...?)
Osmoregolazione


• scambio    tra liquidi interstiziali e ambiente
 esterno

• nonsi esaurisce con l’assunzione o il rilascio di
 acqua

• richiede
         il mantenimento di concentrazioni
 adeguate dei diversi soluti
Scambi osmotici



• obbligatori

• regolati
Scambi osmotici obbligatori

• gradienti
         tra compartimento extracellulare e
 ambiente esterno

• rapporto     Superficie/Volume

• permeabilità    del tegumento

• T°   ambiente, respirazione

• fattori   metabolici
Epiteli osmoregolatori

• appartengono        alla categoria degli epiteli di
  trasporto

• asimmetria: polo    basale e polo apicale

• il polo basale è a contatto con il mezzo
  extracellulare

• il   polo apicale è a contatto con l’ambiente
• in  ambiente terrestre un epitelio permeabile
 all’acqua genera disidratazione

• l’ambienteè un mezzo ipertonico rispetto ai tessuti
 (come l’acqua di mare)
E allora... perché tutte le superfici epiteliali non
            sono impermeabili all’acqua?!
La perdita d’acqua attraverso la respirazione viene
 minimizzata dal fatto che le superfici respiratorie
           sono situate in cavità interne
L’epitelio renale: un epitelio di trasporto,
 specializzato nel trasporto transepiteliale
Organizzazione anatomica che esalta la
specializzazione della cellula: presenza di tubuli che
 sono disposti in modo da aumentare le possibilità
              di trasporto dell’epitelio
Regione retroperitoneale, ai lati della
        colonna vertebrale
Reni

• ricevono     il 25% della gittata cardiaca

• perfusione    renale: 500 ml plasma/min

• il   nefrone ne è l’unità strutturale e funzionale

• struttura    anatomica estremamente complessa ed
  efficiente
La formazione dell’urina è completata quando
    essa raggiunge le cavità delle pelvi renali
Controllo della vescica
• sistema   nervoso autonomo

• recettoripresenti nella parete epiteliale: percepiscono lo
 stiramento di essa

• neuroni      sensitivi portano la sensazione associata ai centri
 cerebrali

          dei motoneuroni che mantengono costantemente
• inibizione
 contratto lo sfintere

• contrazione     (SNA) della muscolatura liscia della vescica
Il nefrone


• tubo   epiteliale chiuso ad una estremità

• all’estremità   aperta sbocca nel dotto collettore

• all’estremità   chiusa si espande a formare la capsula
 di Bowman
• nefrone prossimale: capsula di Bowman + tubulo
 prossimale (contorto e diritto)

• ansa   di Henle (ramo discendente + ramo ascendente)

• nefrone   distale (contorto e diritto)
Nella capsula di Bowman di realizza la prima tappa
      del processo di formazione dell’urina: la
        formazione dell’ultrafiltrato renale
Endotelio capillare fenestrato >> spazio
interstiziale >> membrana basale >> interno delle
    cellule della capsula >> lume della capsula
L’ultrafiltrato passa poi dal lume della capsula
all’interno del complesso sistema del tubulo
renale, che condurrà fino al dotto collettore
Il sistema vascolare che si colloca all’interno dello
spazio della capsula di Bowman è detto glomerulo
Notevole differenza di pressione tra sangue
    nell’arteriola afferente e sangue nell’arteriola
efferente: è la causa della filtrazione del sangue nel
                   lume della capsula
Il sangue, uscito dal glomerulo con l’arteriola
efferente, abbandona definitivamente il nefrone
 solo dopo un lungo percorso anastomizzato
            attorno all’ansa di Henle
Stadio 1. Filtrazione del plasma e accumulo
dell’ultrafiltrato nel lume della capsula di Bowman
glomerulare contiene tutti i costituenti
• l’ultrafiltrato
  del sangue eccettuate le cellule e la quasi totalità
  delle proteine

• Na+,    K+, Cl-, acqua, urea, glucosio

• processo  non selettivo (criterio è la dimensione
  della molecola)

• 125    ml/min (=200 l/die)

• ....
     necessità di un riassorbimento successivo di
  acqua e soluti!
La filtrazione dipende da...

• differenza di pressione idrostatica (tra il lume del
 capillare e il lume della capsula)> favorisce

• differenza     di pressione osmotica colloidale >
 contrasta

• pressione    netta di filtrazione: +45 torr
Stadio 2. Riassorbimento tubulare di alcune
                  sostanze
• processo    selettivo, garantito dalla presenza di un
  tipico orletto a spazzola (microvilli)

• 99%    dell’acqua presente nell’ultrafiltrato viene
  riassorbita

•i     prodotti di rifiuto vengono così concentrati

• il riassorbimento di acqua viene trascinato dal
  riassorbimento, per trasporto attivo, del 75% del
  Na  +
Alla fine del percorso lungo il tubulo prossimale, si
 ha una pre-urina isoosmotica rispetto al plasma
Stadio 3. Secrezione nel lume tubulare di alcune
                    sostanze
Stadio 1+2+3 > clearance renale
La clearance per una sostanza è nulla se essa viene
  completamente riassorbita dopo la filtrazione
             glomerulare (es. glucosio)
Tornando allo stadio 2...: l’ansa si Henle
• tipico   ‘moltiplicatore controcorrente’

• ottimizzala rimozione osmotica di acqua, iniziata
 nel tubulo prossimale

• genera     una urina finale iperosmotica rispetto al
 plasma
I moltiplicatori controcorrente



• tubo   ad ansa

• due    rami (ascendente e discendente) separati da una parete
    divisoria comune

•   gradiente di concentrazione stazionario in entrambi i rami
Il gradiente di concentrazione
                        stazionario

• movimento    continuo del liquido in entrambi i rami

• effetto cumulativo del trasferimento che si verifica dal ramo
 in cui il liquido fuoriesce al ramo in cui il liquido entra

• asimmetria    funzionale tra i due rami

• più   lunga è l’ansa e più concentrata sarà l’urina
Regolazione del pH operata dal rene

• sistema tampone anidride carbonica-bicarbonato, regolato
 dagli scambi respiratori e dall’attività renale:



        H2O + CO2 ⇄ H2CO3 +                    H +    +   HCO3-




                  Bicarbonato deve essere riassorbito dal filtrato per evitare la grave
                                          acidosi risultante
Controllo ormonale
• l’ormone  neuroipofisario ADH (vasopressina) regola la
 permeabilità all’acqua del dotto collettore: + ADH e + la
 parete del dotto è permeabilie all’acqua, che quindi uscirà dal
 dotto generando una urina concentrata

• nell’ipotalamoci sono neuroni sensibili alla pressione osmotica
 del sangue (funzione del livello di idratazione dell’organismo),
 che inviano i loro assoni nella neuroipofisi e stimolano la
 secrezione di ADH

• alcool   etilico inibisce il rilascio di ADH
Sistema circolatorio

• superare le limitazioni inerenti alla diffusione delle
 sostanze nei vari distretti corporei

• contrazioni   ritmiche cardiache + azione dei muscoli
 scheletrici striati sui vasi + peristalsi della muscolatura
 liscia dei vasi

• chiuso   o aperto

• semplice   o doppio
Sistema circolatorio



• sistema   arterioso: serbatoio di pressione

• sistema   venoso: serbatoio di volume
• ARTERIE: dal   cuore

• VENE: al   cuore
Tipi di fibre cardiache (miocardiche)

• Nodo seno-atriale: piccole, autoritmiche (pacemaker
 endogeno)

• Fascio   di His: grandi, per la conduzione dell’eccitamento

• Fibre   miocardiche ‘normali’

• (endocardio: zona    più interna e più spessa)
Muscolo cardiaco fetale




Forame ovale e dotto arterioso di Botallo
Controllo della frequenza cardiaca

• sistema   nervoso autonomo

• acetilcolina   rallenta il battito; adrenalina lo accelera

• controllo   da parte del nervo vago (X n. cranico) e del
  surrene

• livellitroppo elevati di acetilcolina portano al blocco
  atrioventricolare
Pressione arteriosa
• Massima   è quella sistolica

• Minima   è quella diastolica

• aumenta con la gettata cardiaca (volume di sangue
 espulso dal ventricolo nell’unità di tempo) e diminuisce
 se aumenta il flusso capillare

• leoscillazioni di pressione (dovute all’alternanza sistole-
 diastole) sono molto ridotte nel flusso capillare ed
 inesistenti nel sistema venoso
Le oscillazioni di pressione arteriosa variano con
 la distanza dal cuore: flusso turbolento alla base
   dell’aorta e flusso laminare nelle sezioni più
                      avanzate
Controllo nervoso del flusso capillare
• serve a mantenere costante la pressione arteriosa e ad
 assicurare che il flusso capillare sia uguale alla gettata
 cardiaca

•è     pervio solo un numero limitato di capillari

• priorità   è su cuore e cervello

• learteriole sono innervate da fibre adrenergiche
 (simpatiche e dal sur rene), che provocano
 vasocostrizione
Controllo nervoso del flusso capillare
• ilcentro di controllo della pressione arteriosa si trova
  nel bulbo cerebrale, che riceve i segnali di tutti i
  chemocettori disseminati nel sistema circolatorio
  (registrano livelli di O2, CO2, pH) e dei barocettori
  (recettori di stiramento) del seno carotideo

• esiste anche un controllo locale del flusso: un
  abbassamento di [O2] provoca vasodilatazione, come
  pure una lesione locale (mediata da istamina)
Regolazione endogena della temperatura



• termogenesi    (T°<TCI)

• sistemi   di raffreddamento (T°>TCS)
• termogenesi   con brivido e senza brivido
I termocettori presenti nella pelle, negli organi
     interni e nel cervello inviano i loro assoni al
termostato ipotalamico, le cui vie efferenti portano
      alla sudorazione e alla diminuzione del tono
                 vasomotore periferico
Il termostato ipotalamico è molto sensibile ai
pirogeni, endogeni (prodotti dai leucociti durante la
   risposta immunitaria) o esogeni (endotossine
                     batteriche)

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Gli essenziali della fisiologia_parte III

  • 1. 7° incontro. L’Anatomia umana e la Fisiologia cellulare: osmoregolazione ed escrezione; sistema circolatorio; controllo ipotalamico ANATOMIA UMANA E FISIOLOGIA
  • 2. Osmoregolazione ed escrezione • ambiente interno stabile • adeguata quantità di acqua • soluti in concentrazioni adeguate • eliminazione di sostanze tossiche • regolazione pH plasmatico
  • 3. Il problema dell’eliminazione di urea • prodotta nel fegato dal catabolismo degli amminoacidi • inviata ai reni per essere diluita in acqua e quindi eliminata • (azotemia...?)
  • 4. Osmoregolazione • scambio tra liquidi interstiziali e ambiente esterno • nonsi esaurisce con l’assunzione o il rilascio di acqua • richiede il mantenimento di concentrazioni adeguate dei diversi soluti
  • 6. Scambi osmotici obbligatori • gradienti tra compartimento extracellulare e ambiente esterno • rapporto Superficie/Volume • permeabilità del tegumento • T° ambiente, respirazione • fattori metabolici
  • 7. Epiteli osmoregolatori • appartengono alla categoria degli epiteli di trasporto • asimmetria: polo basale e polo apicale • il polo basale è a contatto con il mezzo extracellulare • il polo apicale è a contatto con l’ambiente
  • 8.
  • 9. • in ambiente terrestre un epitelio permeabile all’acqua genera disidratazione • l’ambienteè un mezzo ipertonico rispetto ai tessuti (come l’acqua di mare)
  • 10. E allora... perché tutte le superfici epiteliali non sono impermeabili all’acqua?!
  • 11. La perdita d’acqua attraverso la respirazione viene minimizzata dal fatto che le superfici respiratorie sono situate in cavità interne
  • 12. L’epitelio renale: un epitelio di trasporto, specializzato nel trasporto transepiteliale
  • 13. Organizzazione anatomica che esalta la specializzazione della cellula: presenza di tubuli che sono disposti in modo da aumentare le possibilità di trasporto dell’epitelio
  • 14.
  • 15. Regione retroperitoneale, ai lati della colonna vertebrale
  • 16. Reni • ricevono il 25% della gittata cardiaca • perfusione renale: 500 ml plasma/min • il nefrone ne è l’unità strutturale e funzionale • struttura anatomica estremamente complessa ed efficiente
  • 17. La formazione dell’urina è completata quando essa raggiunge le cavità delle pelvi renali
  • 18. Controllo della vescica • sistema nervoso autonomo • recettoripresenti nella parete epiteliale: percepiscono lo stiramento di essa • neuroni sensitivi portano la sensazione associata ai centri cerebrali dei motoneuroni che mantengono costantemente • inibizione contratto lo sfintere • contrazione (SNA) della muscolatura liscia della vescica
  • 19. Il nefrone • tubo epiteliale chiuso ad una estremità • all’estremità aperta sbocca nel dotto collettore • all’estremità chiusa si espande a formare la capsula di Bowman
  • 20. • nefrone prossimale: capsula di Bowman + tubulo prossimale (contorto e diritto) • ansa di Henle (ramo discendente + ramo ascendente) • nefrone distale (contorto e diritto)
  • 21. Nella capsula di Bowman di realizza la prima tappa del processo di formazione dell’urina: la formazione dell’ultrafiltrato renale
  • 22. Endotelio capillare fenestrato >> spazio interstiziale >> membrana basale >> interno delle cellule della capsula >> lume della capsula
  • 23. L’ultrafiltrato passa poi dal lume della capsula all’interno del complesso sistema del tubulo renale, che condurrà fino al dotto collettore
  • 24. Il sistema vascolare che si colloca all’interno dello spazio della capsula di Bowman è detto glomerulo
  • 25. Notevole differenza di pressione tra sangue nell’arteriola afferente e sangue nell’arteriola efferente: è la causa della filtrazione del sangue nel lume della capsula
  • 26. Il sangue, uscito dal glomerulo con l’arteriola efferente, abbandona definitivamente il nefrone solo dopo un lungo percorso anastomizzato attorno all’ansa di Henle
  • 27. Stadio 1. Filtrazione del plasma e accumulo dell’ultrafiltrato nel lume della capsula di Bowman
  • 28. glomerulare contiene tutti i costituenti • l’ultrafiltrato del sangue eccettuate le cellule e la quasi totalità delle proteine • Na+, K+, Cl-, acqua, urea, glucosio • processo non selettivo (criterio è la dimensione della molecola) • 125 ml/min (=200 l/die) • .... necessità di un riassorbimento successivo di acqua e soluti!
  • 29. La filtrazione dipende da... • differenza di pressione idrostatica (tra il lume del capillare e il lume della capsula)> favorisce • differenza di pressione osmotica colloidale > contrasta • pressione netta di filtrazione: +45 torr
  • 30. Stadio 2. Riassorbimento tubulare di alcune sostanze
  • 31. • processo selettivo, garantito dalla presenza di un tipico orletto a spazzola (microvilli) • 99% dell’acqua presente nell’ultrafiltrato viene riassorbita •i prodotti di rifiuto vengono così concentrati • il riassorbimento di acqua viene trascinato dal riassorbimento, per trasporto attivo, del 75% del Na +
  • 32. Alla fine del percorso lungo il tubulo prossimale, si ha una pre-urina isoosmotica rispetto al plasma
  • 33. Stadio 3. Secrezione nel lume tubulare di alcune sostanze
  • 34. Stadio 1+2+3 > clearance renale
  • 35. La clearance per una sostanza è nulla se essa viene completamente riassorbita dopo la filtrazione glomerulare (es. glucosio)
  • 36. Tornando allo stadio 2...: l’ansa si Henle
  • 37. • tipico ‘moltiplicatore controcorrente’ • ottimizzala rimozione osmotica di acqua, iniziata nel tubulo prossimale • genera una urina finale iperosmotica rispetto al plasma
  • 38. I moltiplicatori controcorrente • tubo ad ansa • due rami (ascendente e discendente) separati da una parete divisoria comune • gradiente di concentrazione stazionario in entrambi i rami
  • 39. Il gradiente di concentrazione stazionario • movimento continuo del liquido in entrambi i rami • effetto cumulativo del trasferimento che si verifica dal ramo in cui il liquido fuoriesce al ramo in cui il liquido entra • asimmetria funzionale tra i due rami • più lunga è l’ansa e più concentrata sarà l’urina
  • 40. Regolazione del pH operata dal rene • sistema tampone anidride carbonica-bicarbonato, regolato dagli scambi respiratori e dall’attività renale: H2O + CO2 ⇄ H2CO3 + H + + HCO3- Bicarbonato deve essere riassorbito dal filtrato per evitare la grave acidosi risultante
  • 41. Controllo ormonale • l’ormone neuroipofisario ADH (vasopressina) regola la permeabilità all’acqua del dotto collettore: + ADH e + la parete del dotto è permeabilie all’acqua, che quindi uscirà dal dotto generando una urina concentrata • nell’ipotalamoci sono neuroni sensibili alla pressione osmotica del sangue (funzione del livello di idratazione dell’organismo), che inviano i loro assoni nella neuroipofisi e stimolano la secrezione di ADH • alcool etilico inibisce il rilascio di ADH
  • 42. Sistema circolatorio • superare le limitazioni inerenti alla diffusione delle sostanze nei vari distretti corporei • contrazioni ritmiche cardiache + azione dei muscoli scheletrici striati sui vasi + peristalsi della muscolatura liscia dei vasi • chiuso o aperto • semplice o doppio
  • 43. Sistema circolatorio • sistema arterioso: serbatoio di pressione • sistema venoso: serbatoio di volume
  • 44.
  • 45. • ARTERIE: dal cuore • VENE: al cuore
  • 46. Tipi di fibre cardiache (miocardiche) • Nodo seno-atriale: piccole, autoritmiche (pacemaker endogeno) • Fascio di His: grandi, per la conduzione dell’eccitamento • Fibre miocardiche ‘normali’ • (endocardio: zona più interna e più spessa)
  • 47. Muscolo cardiaco fetale Forame ovale e dotto arterioso di Botallo
  • 48. Controllo della frequenza cardiaca • sistema nervoso autonomo • acetilcolina rallenta il battito; adrenalina lo accelera • controllo da parte del nervo vago (X n. cranico) e del surrene • livellitroppo elevati di acetilcolina portano al blocco atrioventricolare
  • 49. Pressione arteriosa • Massima è quella sistolica • Minima è quella diastolica • aumenta con la gettata cardiaca (volume di sangue espulso dal ventricolo nell’unità di tempo) e diminuisce se aumenta il flusso capillare • leoscillazioni di pressione (dovute all’alternanza sistole- diastole) sono molto ridotte nel flusso capillare ed inesistenti nel sistema venoso
  • 50. Le oscillazioni di pressione arteriosa variano con la distanza dal cuore: flusso turbolento alla base dell’aorta e flusso laminare nelle sezioni più avanzate
  • 51. Controllo nervoso del flusso capillare • serve a mantenere costante la pressione arteriosa e ad assicurare che il flusso capillare sia uguale alla gettata cardiaca •è pervio solo un numero limitato di capillari • priorità è su cuore e cervello • learteriole sono innervate da fibre adrenergiche (simpatiche e dal sur rene), che provocano vasocostrizione
  • 52. Controllo nervoso del flusso capillare • ilcentro di controllo della pressione arteriosa si trova nel bulbo cerebrale, che riceve i segnali di tutti i chemocettori disseminati nel sistema circolatorio (registrano livelli di O2, CO2, pH) e dei barocettori (recettori di stiramento) del seno carotideo • esiste anche un controllo locale del flusso: un abbassamento di [O2] provoca vasodilatazione, come pure una lesione locale (mediata da istamina)
  • 53. Regolazione endogena della temperatura • termogenesi (T°<TCI) • sistemi di raffreddamento (T°>TCS)
  • 54. • termogenesi con brivido e senza brivido
  • 55. I termocettori presenti nella pelle, negli organi interni e nel cervello inviano i loro assoni al termostato ipotalamico, le cui vie efferenti portano alla sudorazione e alla diminuzione del tono vasomotore periferico
  • 56. Il termostato ipotalamico è molto sensibile ai pirogeni, endogeni (prodotti dai leucociti durante la risposta immunitaria) o esogeni (endotossine batteriche)

Editor's Notes

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