Osservatorio sulle Start Up Innovative in Piemonte 2018Massa Critica
Osservatorio sulle Start Up Innovative in Piemonte realizzato dal Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino con la collaborazione tecnica di Step Ricerche.
Osservatorio sulle Start Up Innovative in Piemonte 2018Massa Critica
Osservatorio sulle Start Up Innovative in Piemonte realizzato dal Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino con la collaborazione tecnica di Step Ricerche.
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
La relazione del Prof. Francesco Daveri in occasione della XIII Edizione del Convegno dell'Osservatorio Fedeltà dal titolo "Crescere con la fedeltà in tempo di crisi"
Nei mesi di maggio e di giugno l’attenzione degli investitori è stata catalizzata dalle vicende europee: le elezioni, ma soprattutto le mosse della Banca centrale europea (BCE). Nell’attesa riunione di giugno l’Eurotower è entrata in azione su più fronti: oltre a tagliare i tassi sono state annunciate una serie di misure per contenere il rischio deflazione e dare slancio alla ripresa della zona euro. E un contesto di tassi ai minimi storici ha favorito l’azionario, in particolare il settore bancario.
L’azione della Bce ha inoltre influenzato indirettamente il mercato obbligazionario: i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Italia e Spagna, hanno aggiornato i minimi storici dei rendimenti offerti. Eurozona a parte, sul fronte geopolitico nel mese di giugno sono tornate ad accendersi le tensioni tra Russia e Ucraina sul prezzo del gas, e quelle in Iraq (secondo produttore di greggio all’interno dell’Opec). I timori legati alla possibile crisi irachena hanno spinto al rialzo le quotazioni del Petrolio.
Bilancio QUI! Group: primo semestre 2015 in crescitaGregorio Fogliani
Qui! Group ha chiuso il 1° semestre 2015 con un fatturato di 340 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al primo semestre del 2014 e con un Ebitda a +20%. L'obiettivo del gruppo è chiudere l'anno con un fatturato di 650 milioni di euro.
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxgiovanni facco
monitoraggio delle principali variabili economiche: come stiamo andando ? qui sono raccolti e aggiornati i principali indicatori economici fonte Istat, Ocse, Bce, Bankitalia...
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamereAlex Kornfeind
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamere. Per il 40% delle imprese italiane, internet non serve Circa la metà delle aziende* non ritiene il digitale uno strumento effettivo di crescita e comunque utile alla propria impresa. (campione analizzato da SWG).
Leggi:
http://www.key4biz.it/ilprincipenudo-per-il-40-delle-imprese-italiane-internet-non-serve/
Sito:
http://www.unioncamere.gov.it/
Twitter:
https://twitter.com/unioncamere
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Intervento di Fabrizio Guelpa, Servizio Industry & Banking, Intesa Sanpaolo al Meeting ACEF 2015 - 23/10/2015
VEDI TUTTI GLI INTERVENTI SU http://www.economiaefinanza.org/atti
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
La relazione del Prof. Francesco Daveri in occasione della XIII Edizione del Convegno dell'Osservatorio Fedeltà dal titolo "Crescere con la fedeltà in tempo di crisi"
Nei mesi di maggio e di giugno l’attenzione degli investitori è stata catalizzata dalle vicende europee: le elezioni, ma soprattutto le mosse della Banca centrale europea (BCE). Nell’attesa riunione di giugno l’Eurotower è entrata in azione su più fronti: oltre a tagliare i tassi sono state annunciate una serie di misure per contenere il rischio deflazione e dare slancio alla ripresa della zona euro. E un contesto di tassi ai minimi storici ha favorito l’azionario, in particolare il settore bancario.
L’azione della Bce ha inoltre influenzato indirettamente il mercato obbligazionario: i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Italia e Spagna, hanno aggiornato i minimi storici dei rendimenti offerti. Eurozona a parte, sul fronte geopolitico nel mese di giugno sono tornate ad accendersi le tensioni tra Russia e Ucraina sul prezzo del gas, e quelle in Iraq (secondo produttore di greggio all’interno dell’Opec). I timori legati alla possibile crisi irachena hanno spinto al rialzo le quotazioni del Petrolio.
Bilancio QUI! Group: primo semestre 2015 in crescitaGregorio Fogliani
Qui! Group ha chiuso il 1° semestre 2015 con un fatturato di 340 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al primo semestre del 2014 e con un Ebitda a +20%. L'obiettivo del gruppo è chiudere l'anno con un fatturato di 650 milioni di euro.
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxgiovanni facco
monitoraggio delle principali variabili economiche: come stiamo andando ? qui sono raccolti e aggiornati i principali indicatori economici fonte Istat, Ocse, Bce, Bankitalia...
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamereAlex Kornfeind
Alimentare il digitale Rapporto 2015 di UnionCamere. Per il 40% delle imprese italiane, internet non serve Circa la metà delle aziende* non ritiene il digitale uno strumento effettivo di crescita e comunque utile alla propria impresa. (campione analizzato da SWG).
Leggi:
http://www.key4biz.it/ilprincipenudo-per-il-40-delle-imprese-italiane-internet-non-serve/
Sito:
http://www.unioncamere.gov.it/
Twitter:
https://twitter.com/unioncamere
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Intervento di Fabrizio Guelpa, Servizio Industry & Banking, Intesa Sanpaolo al Meeting ACEF 2015 - 23/10/2015
VEDI TUTTI GLI INTERVENTI SU http://www.economiaefinanza.org/atti
Presentazione Mariano Bella, Direttore Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l'Italia, al convegno "Tagliamo le tasse, non tassiamo la crescita" - Roma, 29 luglio 2014
Reale o percepita? La crisi e la ricchezza nel nostro Paese (Silvano Ghinolfi)Kaiti_expansion
«Siamo il sesto paese più ricco al mondo e il quinto per ricchezza pro capite davanti a Regno Unito e Giappone. Dal 2007 la ricchezza delle famiglie italiane è crescita da 5.882 miliardi a 8.744 miliardi, e il 46% di questa ricchezza è detenuta dal 10% delle famiglie. Anche se la ricchezza è aumentata, dalla fine del 2007 ha subito un decremento del 9% in termini reali: una misura sufficiente per generare una percezione di povertà molto forte. Gli italiani non sono effettivamente più poveri, ma sentono di avere una disponibilità economica ridotta. Occorre modificare il nostro pensiero alla radice, dare il giusto peso alle difficoltà degli ultimi anni, in quanto scalfiscono solo in parte quell’enorme incremento di ricchezza che abbiamo generato. Dobbiamo liberarci da ancoraggi mentali che ci spingono a guardare sempre negli specchietti retrovisori. Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a comportarci nello stesso modo».
Scenari Economici 2016 - La risalita modesta e i rischi di instabilitàConfindustria
Le slide proiettate alla presentazione del rapporto Scenari Economici del Centro Studi Confindustria il 01/07/2016 a Milano presso la sede di Assolombarda
Nel 2013 i titoli obbligazionari detenuti direttamente dalle famiglie ammontano al 16% delle attività finanziarie totali, un valore molto elevato se confrontato con quello di Germania (4,2%), Francia (1,4%) e Spagna (1,1%). Considerando anche le obbligazioni detenute in modo indiretto attraverso investimenti assicurativi, previdenziali e di risparmio gestito, il peso delle obbligazioni sale a circa il 39% delle attività finanziarie.
Si tratta per la quasi totalità di titoli pubblici, bancari o emessi da società di grandi dimensioni. Le Pmi si finanziano invece quasi esclusivamente attraverso il canale del credito bancario. Un canale di apertura delle Pmi alla raccolta di capitale obbligazionario è costituito dai mini bond , introdotti dal decreto Sviluppo del governo Monti, che offrono l’opportunità di ottenere finanziamenti a tasso fisso o variabile con scadenze superiori ai 36 mesi. Tra novembre 2012 e giugno 2014 sono stati emessi mini bond per un importo di 5,7 miliardi da parte di 36 imprese non finanziarie italiane.
Sblocca Italia: piano straordinario Made in ItalyParma Couture
Questa presentazione a cura del MISE fa riferimento al Piano di promozione straordinaria per il Made in Italy previsto al Capo VII art. 30 del Decreto "Sblocca Italia" (n. 133/2014) convertito in Legge. Il piano mira a favorire l'internazionalizzazione delle PMI italiane e l'attrazione di investimenti esteri in Italia.
In principio, la manovra e' sufficiente per ottenere pareggio di bilancio, ma ha 3 punti di debolezza: consiste principalmente di aumenti di tasse, che fanno male alla crescita; per la maggior parte, queste tasse colpiscono le famiglie a reddito medio-basso; e buona parte della manovra non e' ancora stata definita nei dettagli e la fragile maggioranza di Governo non garantisce che questa verra' definita. L'intervento manca quindi di credibilita’.
4. Documento di Economia e
Finanza (DEF), Ministero
dell’Economia, aprile 2013
2011 2012 2013 2014
Scenario: Crescita Pil +0,4 -2,4 -1,3 +1,3
Entrate dello Stato / Pil (con
Iva dal 01/07/13)
46,6 48,1 48,6 48,4
Debito pubblico / Pil (con i
contributi al fondo salva-stati)
120.8 127.0 130.4 129.0
Deficit / Pil 3,9 3,0 2,9 1,8
Spesa pubblica / Pil (al netto
degli interessi sul debito) 45,6 45,6 46,2 44,6
L’ITALIA, UN PAESE CHE NON CRESCE. CON TASSE E DEBITO
PUBBLICO ALLE STELLE E UN DEFICIT PUBBLICO CHE NON SCENDE ...
4
5. UN PAESE PRIVO DI CREDITO …
5
.. e condizioni
di credito che
rimangono
restrittive
Volumi di
credito
bancario ai
minimi …
6. UN PAESE PRIVO DI LAVORO E DI POTERE D’ACQUISTO ...
1,5
1,6
1,7
1,8
1,9
2
2,1
2,2
2,3
2,4
2,5
2,6
2,7
2,8
2,9
3
Disoccupati(inmilioni)
2008-feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
2009-
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
2010-
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
2011-
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
2012-
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
2013
feb
mar
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
2010 2011 2012
Stipendi di fatto
Prezzi al consumo
6
7. UN PAESE PIENO DI TASSE E PRIVO DI CREDITO, DI LAVORO E DI
POTERE D’ACQUISTO CHE HA ANCHE SMESSO DI CONSUMARE …
Crescita, % Pil Consumi
famiglie
2008 -1,2 -0,8
2009 -5,5 -1,6
2008-09 -6.7 -2.4
2012 -2,4 -4,3
87
89
91
93
95
97
99
101
103
Consumi delle famiglie e reddito
disponibile
Reddito disponibile Consumi finali 7
8. 8
EPPURE ….. Crescere si può
Si può se, con le proprie
idee e le proprie forze, si
aggancia la Ripresa degli
Altri
Altri chi?
• Altri Paesi
• Altri Settori
• Altre Aziende
9. Il 2009, un episodio, per l’economia mondiale. Non tutto il mondo è in
recessione.
Ritorno alla crescita già nel 2010. Ma un punto in meno di prima.
Ad esempio: il mondo NON è in recessione …
Fonte: IMF World Economic Outlook (WEO) Database, Aprile 2013
-1
0
1
2
3
4
5
6
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013p
2014p
CrescitaPildelmondo,%
9
10. ... E non sono in recessione gli Usa, non il
Giappone, non i paesi emergenti. E’ l’Euro zona che
è in recessione …Crescita Pil, % 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013p 2014p
Usa +1.9 +0.0 -2.6 +3.0 +1.8 +2.3 +2.0 +3.0
Euro zona +2.8 +0.3 -4.1 +1.9 +1.4 -0.4 -0,2 +1.0
Giappone +2.4 -1.2 -6.3 +4.4 -0.6 +2.0 +1.2 +0.7
Cina +14.2 +9.6 +9.2 +10.4 +9.3 +7.8 +8.2 +8.5
India +9.9 +6.2 +7.2 +9.9 +7.9 +4.5 +5.9 +6.4
Brasile +6.1 +5.2 -0.7 +7.5 +2.7 +1.0 +3.5 +4.0
Russia +8.5 +5.2 -7.8 +4.0 +4.3 +3.6 +3.7 +3.8
Medio Oriente e
N. Africa
+5.6 +4.6 +2.7 +4.9 +4.0 +4.8 +3.1 +3.7
Africa a sud del
Sahara
+7.1 +5.6 +2.8 +5.3 +5.3 +4.8 +5.6 +6.1
Source: IMF, WEO database, April 2013
10
11. … E ANCHE NELL’EUROZONA C’È QUALCUNO CHE CE LA FA …
Rispetto al Pil 2007: Italia -8%, Spagna -6%,
Francia -1%, Germania +1%. #nonsolospread
90,0
92,0
94,0
96,0
98,0
100,0
102,0
Pil Francia Pil Germania Pil Italia Pil Spagna
11
12. ... E COSÌ ANCHE NELL’EUROPA DELL’EST ...
90,0
95,0
100,0
105,0
110,0
115,0
Polonia Germania Rep Ceca Slovacchia
Rispetto al 2007: Polonia (non EZ)+14%, Slovacchia
(paese EZ) +8%, Repubblica Ceca (non EZ) -2,5%
12
13. .. E NEL NORD EUROPA CI SONO PAESI CHE FANNO ANCHE MEGLIO
DELLA GERMANIA …
Rispetto al 2007: Finlandia (EZ) -5%, Svezia (non
EZ, EU) e Norvegia (non EZ, non EU) +4%
90,0
92,0
94,0
96,0
98,0
100,0
102,0
104,0
106,0
Germania Finlandia Svezia Norvegia
13
14. RIASSUNTO
14
La zona euro, il «Growth Problem» dell’economia mondiale
MA il problema non è di TUTTA la zona euro
va male l’Eurozona del Sud
Non l’Eurozona del nord, né l’Europa del Nord, né l’Europa
dell’Est
Né gli Usa, né il Giappone, né gli «emersi» (BRIC) né gli
emergenti
INSOMMA
Ce ne sono di paesi alla cui ripresa ci si potrebbe agganciare.
14
15. … E QUALCUNO NELL’ECONOMIA ITALIANA
HA GIÀ AGGANCIATO
LA RIPRESA DEGLI ALTRI …
15
16. IL FATTURATO ESTERO DELLE IMPRESE INDUSTRIALI È
RITORNATO QUASI A LIVELLI PRE-CRISI
Fatturato, industria Totale Nazionale Estero
Aprile 2008 100.0 100.0 100.0
Aprile 2009 78.0 80.8 71.6
Aprile 2011 92.4 91.0 95.6
Marzo 2013 82.9 76.1 98.9
Fatturato estero: -1% rispetto a dati pre-crisi
Fatturato sul mercato interno: -24% rispetto a dati pre-crisi
Source: Istat 16
17. 17
La crescita dei nuovi mercati ….
Peso dei nuovi mercati e dei mercati maturi* sulle
importazioni mondiali di beni manufatti (%)
30
40
50
60
70
2000 2003 2006 2009 2012 2015
mercati maturi
nuovi mercati
17
18.
19. E’ vero che le performance sono molto diverse nei vari
settori …
Previsioni su fatturato (a prezzi costanti) ed EBITDA 2014 per settore
Fonte: Intesa Sanpaolo -
Prometeia
0
3
6
9
12
15
18
-12 -9 -6 -3 0 3 6
MargineEBITDA
Variazione % del fatturato
elettromedicali
siderurgi
a
bruni
gas
farmaceutica
apparati per
generazione e
trasmissione
19
20. Fatturato: distanza dai livelli pre-crisi per leva strategica
(variazione % del fatturato tra il 2008 e il 2011; valori mediani)
… ma i risultati cambiano MOLTO in funzione delle strategie
+6,5
+4,3
+4,4
+3,1
+3,1
+1,7
-8,0 -7,0 -6,0 -5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0
Imprese SENZA certificati ambientali
Imprese CON certificati ambientali
Imprese SENZA brevetto
Imprese CON brevetto
Imprese SENZA certificati di qualità
Imprese CON certificati di qualità
Imprese SENZA marchio internazionale
Imprese CON marchio internazionale
Impresa SENZA attività di export
Impresa CON attività di export
Impresa SENZA partecipate estere
Impresa CON partecipate estere
57.081 imprese manifatturiere italiane con fatturato >1 milione € nel 2008.
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, dati EPO, Reprint, Centrale Rischi
Fatturato in più da
strategia «giusta»
20
21. Manifatturiero italiano: variazione cumulata del fatturato tra il 2008 e il 2011
Imprese migliori (2)
Imprese peggiori (1)
Differenza tra
migliori e peggiori
+91.6 +83.4 +77.5 +68.0
Mediana imprese migliori e mediana imprese peggiori, Percento
-44.0 -42.7 -39.3 -37.1
47.6
40.7 38.2
30.9
-60
-40
-20
0
20
40
60
Micro imprese Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese
.. E anche la dimensione non è tutto: ci sono piccole che vanno
bene e piccole che vanno male. Lo stesso per le grandi.
(1) Imprese peggiori: mediana del peggior 20% della
distribuzione delle imprese
(2) Imprese migliori: mediana del miglior 20% della
distribuzione delle imprese
21
22. ESEMPIO: COME SI VA OLTRE IL CREDIT CRUNCH SENZA SOLDI
STATALI
Presupposto
Se una piccola impresa lavora con una grande, la grande
impresa conosce la piccola MEGLIO di qualsiasi banca
Opportunità
Il rating di filiera. Il rating della grande impresa verso i suoi
fornitori diventa garanzia che può aprire il rubinetto del
credito bancario
Non è fantascienza
Già in attuazione con accordo tra Banca Intesa e Gucci
Anche la meccanica emiliana e la Cassa di Risparmio di
Cento si muovono in questa direzione
Unicredit Factoring e Conad ci provano con il reverse factoring22
23. CONCLUSIONE
Anche nel pieno della recessione peggiore degli ultimi 70 anni
Crescere si può se si aggancia la Ripresa degli Altri
Con proprie idee e brevetti per grandi mercati
Offrendo prodotti e servizi a chi ha idee e brevetti
Anche per l’Italia del 2013 crescere NON è una missione
impossibile!
23